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Autore: Minina    21/03/2010    1 recensioni
[STORIA SOSPESA]
dal prologo:“prendi”
“cos’è?” chiese la bambina andando a fissare il compagno sedutosi vicino a lei.
“è un libro di favole no? Ti piacciono tanto” gli disse il bambino sistemandosi gli occhiali sul naso.
“io invece voglio che tu prenda questa così, quando ti sentirai solo, basta che tu la stringa forte forte a te e vedrai che io arriverò immediatamente; però quando lo farai dovrai chiudere gli occhi, promesso?”
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Reid era ancora in SUV intento a raggiungere i colleghi alla centrale di polizia quando il cellulare iniziò a squillare imperterrito segnando una chiamata da Aaron Hotchner.

 

“dimmi Hotch” rispose alla chiamata portandosi il telefono sull’orecchio stando bene attento però anche alla strada.

“abbiamo un’altra vittima Reid”

“un’altra? Ditemi dove siete che vi raggiungo”

“siamo ad un’isolato dalla casa discografica, non ti sarà difficile trovare la casa dato che ci sono poliziotti ovunque”

“ok…arrivo”

 

detto ciò Reid interruppe la chiamata ponendo il telefono all’interno di una delle sue tasche. Rifletteva su quella lista che la professoressa Foster gli aveva dato e se la questa ultima vittima fosse stata Emma Collins allora la sua teoria sarebbe stata fondata, avrebbe poi fatto esaminare l’arrangiamento a Karen assicurandosi che la canzone fosse You Raise Me Up e allora in qualche modo avrebbero scovato il nome dell’SI che, secondo il profilo, era un uomo tra i 35 e i 40 anni, ossessionato dalla musica e dal canto, competitivo e orgoglioso, che non riusciva a mandar giù delle sconfitte diventano tremendamente isterico; dovrebbe aver partecipato a quella famose competizione dove le vittime ricevettero il primo premio e non appena aver lavorato sull’ultima vittima Garcia avrebbe trovato il nome dell’SI che poi loro avrebbero assegnato alla giustizia.

Questo era quello che immaginava Spencer Reid mentre si dirigeva alla casa della vittima.

Scese dall’auto entrando poi all’interno dall’abitazione trovandoci già tutti i suoi colleghi raccolti intorno al corpo privo di vita della vittima.

 

“Reid, questa è l’ultima vittima, Emma…” cominciò a spiegare Rossi venendo però interrotto dal ragazzo prima che potesse finire di pronunciare il nome della vittima.

“Emma Collins…si lo so”

“ok che sai tutto, ma anche il nome di una vittima appena annunciata? Inizi a spaventarmi Reid” si stupì l’agente Emily Prentiss porgendo al Dr.Reid la sua espressione sorpresa.

“la professoressa Selma Foster mi ha dato una lista di cinque ragazze che parteciparono e vinsero un concorso anni fa e questi nomi corrispondono alle vittime e secondo questa lista la prossima sarà Medison Cook” spiegò lui rivolgendosi a Hotch che prendendo il mano il foglio con i vari nomi delle ragazze si diresse, seguito dal resto della squadra fuori dall’abitazione di Emma Collins

“Reid porta questa foto dell’ultima arrangiamento tatuato sulla schiena di Emma a Karen e assicuriamoci che corrisponda al testo cantato da lei a quel famoso concorso, noi andremo in centrale e parleremo del profilo a tutti gli agenti di polizia mentre JJ lo renderà noto alla stampa”

 

Reid risalì in SUV mettendolo in moto ed iniziando a guidare verso la casa discografica dove ancora si trovava Karen, era sicuro che sarebbero riusciti a salvare Medis Cook.

Hotch e tutto il resto della squadra intanto si era diretto alla centrale di polizia e dopo aver rivelato il profilo dell’SI contattarono Garcia per mettere immediatamente in guardia la signorina Cook mentre loro si sarebbero mossi a raggiungere la casa della donna.

 

“Hei bambolina, devi trovarmi un indirizzo” disse Morgan chiamando la bionda informatica che repentinamente rispose.

“facile come bere un bicchier d’acqua ragazzo mio!”

“il nome è Medison Cook”
”34 Eve’s Evenue” rispose in un batter d’occhio Garcia

 “ti devo lasciare super ragazza, grazie per lo straordinario aiuto!”

 

detto ciò Morgan riferì l’indirizzo della donna a Hotch che, pigiando sull’acceleratore, si diresse a tutta velocitò verso casa della prossima potenziale vittima.

Reid intanto era ormai arrivato alla casa discografica scendendo verso quell’enorme stanza che aveva ospitato la “rimpatriata” sua e di Karen e dove, entrandoci, la trovò seneramente seduta su una di sedie girevoli color panna che circondavano l’ampia tavolata grigia affiancata dalle lavagne intenta a sorseggiare una caffè fumante.

 

“Karen” manifestò la sua presenza il ragazzo dato che la donna non si era minimamente accorta del suo ritorno.

“già qua?” domandò voltandosi verso Spencer e poggiando la tazza sul tavolo.

“si, abbiamo praticamente risolto il caso”

“acchiappate i cattivi con velocità eh, siete dei super eroi!” scherzò sorridendo al ragazzo che, nel vedere quello stupendo volto, assunse un colorito rossastro in volto.

“g-già” rispose ancora imbarazzato. “d-dovresti confrontare quest’ultimo arrangiamento a una canzone che si chiama “You Raise Me Up”

“You Raise Me Up?” domandò prendendo in mano la fotografia del pezzo “la conosco bene quella canzone, davvero bellissima”

 

la ragazza tornò a sedersi sulle sedia girevole fissando la fotografia e riportando le labbra sul bordo di quella tazza che ospitava la sua bevanda preferita, si scostò i lunghi capelli dal viso portandoli tutti sulla spalla destra lasiandole libera la parte sinistra del collo. Reid in quel momento di sentì il cuore battere a mille e la temperatura salirgli vertiginosamente, non aveva mai provato una sensazione simile nel solo guardare una ragazza; il mondo in cui beveva e poggiava le labbra sulla tazza, il modo in cui scurata quella fotografia pensierosa, il modo in cui si accarezzava i capelli, quei stupendi e morbidi capelli castani lo faceva sentire in modo strano, il cuore sembrava volesse scappar via, iniziava a sudare freddo, arrossiva e la connessione bocca-cervello non funzionava più come doveva.

“ma che mi prende?!?” pensò tra se e se scuoendo la testa per scacciare quelle sensazioni, ma non riuscendoci e posando lo sguardo sul lungo e agrazziato collo della ragazza sentì che tutto quel sentirsi che aveva cercato di allontanare da se si ripropose improvvisamente; gli piaceva provare emozioni simili, ma in parte non sopportava di non riuscir più a collegare il cervello, non poteva credere che il suolo guardare la ragazza lo facesse allontanare dal mondo.

“Spencer concentrati sul caso, Spencer concentrati!”

Inutile, tutto inutile, non ci riusciva; solo il suono della voce di Karen con la risposa alla sua precedente domanda riuscì a smuoverlo dallo stato confusionario che in parte si era creato.

 

“si Spencer, è una parte dello spartito di You Raise Me Up” enunciò alzandosi e porgendo la fotografia a Reid

“grazie…ora è meglio che chiami i miei collagi…i-miei colleghi!”

 

ecco, era riuscito a storpiare l’ennesima parola ed era assolutamente sicuro che in quel momento fosse diventato più rosso di un pomodoro maturo così, per sfuggire dall’ imbarazzante situazione, uscì dalla stanza chiamando Hotch e dicendogli che la canzone combaciava; ora avrebbero dovuto trovare l’uomo che assecondava il profilo e grazie a Garcia il nome di questo sarebbe saltato fuori in pochi minuti.

Spencer, ripreso dalla figura, rientrò nella stanza notando che Karen stava sistemando gli oggetti usati riportandoli tutti al loro posto indossando già una leggerissima giacca, come se dovesse andarsene da qualche parte.

 

“vai via?” domandò Reid rimanendo sulla soglia della porta

“si, ho finito il turno e dato che ora non vi servo più ho una vasca da bagno che mi aspetta” gli rispose lei tutta eccitata avvicinandosi  “senti, se ti va questa sera…se non hai impegni e/o problemi…potremmo vederci, così per ricordare i vecchi tempi” gli propose impacciandosi un po’ anche lei.

“si…certo che…mi va” gli rispose accennando un sorriso e prendendosi una minuscola pausa tra qualche parola e l’altra.

“bene allora, sappimi dire quando stacchi, questo è il mio numero”

 

Karen gli porse un biglietto di carta gialla con soscritto un numero di cellulare poi, dopo avergli sorriso un ultima volta, si allontanò dalla sala vogliosa di passare un tardo pomeriggio a mollo nell’acqua calda ed aromatizzata della sua vasca da bagno.

Hotch, Morgan e tutti gli altri erano ormai nei pressi della casa di Medison Cook e dopo aver bussato pesantemente alla porta vennero aperti e accolti da un’alta donna dai capelli rossi e dagli occhi verde scuro.

 

“Medison Cook?” domandò Prentiss avvicinandosi alla donna che rispose con un flebile “si”

“lei la prossima potenziale vittima di un uomo a cui lei e altre quattro ragazze avete soffiato la vittoria ad un concorso quando ancora eravate al liceo” le spiegò velocemente Emily facendola accomodare sul divano del soggiorno.

“dite sul serio?” domandò la donna visibilmente agitata

“si, ma non le succederà nulla ora, siamo qua per proteggerla”

“Morgan, chiama Garcia e cercate di trovare il nome del nostro SI” ordinò Hotch riponendo la pistola estratta nel fodero.

“ma perché quest’uomo vuole uccidermi?” domandò ulteriormente Medison

“lei quand’era all’ultimo anno di liceo ha partecipato ad un concorso ed ha vinto il primo premio con Mary Simons, Kelly Nich, Nicole Cooper e Emma Collins e…”

 

Emily Prentiss non riuscì a terminare la frase perchè Medison l’interrupe sfoggiando unna faccia perplessa e confusa.

 

“io non partecipai mai a quel concorso”

“come?!?!?” le chiese Prentiss imitando l’espressione della signorina Cook

“io ebbi dei problemi in quel periodo e fui sostituita da un’altra ragazzina prodigio”

“e come si chiama questa ragazza?” chiese Prentiss facendo avvicinare Hocth che, anch’esso sorpreso, ascoltò con attenzione.

“mi pare Karen…si, Karen Shill!”

 

Hotch e Prentiss si scambiarono uno sguardo di paura, avevano sbagliato persona e ora la vittima non era più Medison Cook, ma Karen Shill, la donna che avevano conosciuto alla casa discografica e che ora era in imminente pericolo di vita; Hotch, vedendo Morgan tornare, si sbrigò a fargli chiamare Karen per metterla in guardia dall’SI di cui ora avevano il nome, ma non sapevano che tutto quanto sarebbe stato inutile.

Karen era appena scesa dalla macchina parcheggiata nel vialetto davanti a casa sua, alla luce di un imminente tramonto che per lei svanì immediatamente sostituito da un freddo buio e da un tremendo dolore alla nuca.

 

 

Eccolaaaa! Scusate il ritardo ma ho avuto problemi in questo periodo X)

Questo è il nuovo capitolo, spero vi piaccia e che continuiate a seguirmi; Karen rapita dall’SI, come la prenderà Reid?!? (fa un po’ rima XD)

Purtroppo non ho il tempo per rispondere alle recensioni ma comunque ringrazio a coloro che leggono questa mia storia e che l’hanno messa tra le seguita.

Spero di non deludervi

Un Bacio! p.s: se riuscite a recensire mi farebbe piacere :) bye bye

   
 
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