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Autore: Gillywater    22/03/2010    11 recensioni
Che Sana e Akito fossero innamorati l'una dell'altro è sempre stato palese. Come palese è il fatto che entrambi siano troppo imbranati per trovare il coraggio di dichiararsi. Arrivati alla veneranda età di 17 anni per lei e 18 per lui, troveranno il coraggio di farcela o continueranno a vivere in un sogno?
[...Avrebbe potuto esordire con un bel “Hai presente l’ultima volta che sei venuta a vedermi e avevi indossato quell’abito così corto? Ecco, per tutta la gara io non ho fatto altro che pensare a te e alle tue gambe così dannatamente perfette e non vorrei che la cosa si ripetesse”. Certo avrebbe potuto, ma preferì dirle altro...]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Sorrow
 
Capitolo 2 : l’uragano Sana
 
Once was a man who consumed his place and time
He thought nothing could touch him
But here and now it’s a different storyline
Like the straw he is clutching
                        Falling Down – Duran Duran
 
Non poteva che succedere così : in un giorno di pioggia, con i tuoni e i fulmini che imperversavano fuori dalle finestre, che litigavano, che si susseguivano continuamente e che alla fine si annullavano dietro le nuvole nere.
Perché loro, Sana e Akito, erano proprio così. Litigavano, si ferivano a vicenda, ma poi di stare lontani l’uno dall’altra proprio non erano capaci.
Fu per questo che Akito senza nemmeno rendersene conto la strinse a sé talmente forte, che avrebbero potuto fondersi in un corpo solo. Un braccio le cingeva i fianchi, l’altro era immerso nei suoi meravigliosi capelli.
Sana aveva una mano poggiata sul suo viso, mentre glielo accarezzava con dolcezza e foga allo stesso tempo. La mano che fino a poco prima teneva tra i suoi capelli ora era scesa ad accarezzargli il petto nudo, la schiena, il ventre. E ad Akito non dispiaceva affatto, anzi provò un brivido di piacere al contatto della sua mano fredda contro la propria pelle accaldata.
Si staccò dalle sue labbra soltanto per respirare ed ebbe anche la lucidità per aprire gli occhi e guardarla in faccia.
Lei ansimava e sembrava che non avesse gradito molto quell’interruzione.
-Sana…- cominciò lui, portandole una mano sul viso per accarezzarglielo. La fece poi scivolare lungo il suo collo e Sana chiuse gli occhi quando sentì che la stava facendo scivolare lungo tutto il suo fianco.
Brivido.
-Ecco… Ecco perché mi distrai così facilmente tu!- le disse, poggiando la propria  fronte contro la sua e sorridendole.
Lei nemmeno rimase ad ascoltarlo, chiuse di nuovo gli occhi e lo baciò, con più foga di prima. Sfregò le proprie labbra contro quelle di Akito, cercando la sua lingua con urgenza, baciandolo come se fosse l’unica cosa che al mondo meritasse ancora di essere vissuta. Stavolta aveva preso lei l’iniziativa, non come negli altri mille casi in cui lei si era ritrovata lui avvinghiato addosso come un polipo. Sorrise tra sé a questa immagine. Doveva ammettere che quel bacio però valeva tutti quelli che lui le aveva sempre rubato.
-Akito, io voglio…- cominciò a dire, quando riuscì a scostarsi leggermente da lui.
Senza nemmeno attendere il resto della frase, lui cominciò a slacciarle i bottoni della camicia e presto vi infilò sotto le proprie dita. La sua pelle era così liscia, così morbida, così… Bagnata!
-Kurata, sei proprio un’idiota! Ti sei fatta a piedi da scuola a casa mia sotto la pioggia? – la rimbeccò lui.
Sana parve stranita da quel momento litigioso, quando fino ad un attimo prima stavano si litigando, ma su un altro livello –Si, perché?-
-Sei fradicia!-
-Grazie lo sapevo anche da sola!-
-Hanno inventato gli ombrelli!-
-Ma io non ce l’avevo un ombrello!-
Akito la fissò intensamente, poi avvicinò le labbra alle sue –Ti scaldo io, Kurata!-
Lei arrossì: come aveva già notato, aveva parecchio caldo in quel momento.
Akito le sfilò definitivamente la camicia. “Sto spogliando Sana, sto spogliando Sana” non poteva fare a meno di ripetersi mentalmente. Ma chi se ne importava poi.
Accarezzò la sua pelle nuda, tutto quello che aveva sempre desiderato. Sempre forse è un’esagerazione, che tuttavia non si discosta poi molto dalla realtà. Già, perché Akito da quando aveva cominciato a vedere Sana come una ragazza e non più come una bambina, si era spesso svegliato nel cuore della notte, sudato e su di giri per il semplice fatto che quel folletto dai capelli rossi si era infilata nei suoi sogni. Senza alcun permesso.
La gonna cadde ai piedi di Sana. Akito non poté fare a meno di rimirarla così, seminuda, solo con la biancheria addosso.
-Bella- riuscì a mugugnare, prima di cominciare a baciarle il collo, le spalle. Sfiorò la pelle, ora accaldata, della sua pancia con le proprie labbra, lasciando una scia di baci. Poi si interruppe, decidendo che trasferirsi sul letto fosse la scelta migliore e anche la più comoda.
Sana stava tremando, ma non di freddo. Le girava la testa, sentiva che ogni cellula del suo corpo era attratta da Akito come una calamita e quando lui la spinse verso il letto, non poté fare altro che lasciarsi guidare.
-Akito…- cominciò a dire. Non avrebbe saputo dire nemmeno quando, con mani tremanti, gli aveva sfilato i pantaloni della tuta che stava indossando quando lei aveva fatto irruzione della sua stanza.
Si ritrovarono nudi, avvolti in un groviglio di coperte, tra baci che scottavano più del fuoco, carezze brucianti e sguardi che chiedevano una conferma, un permesso, che sicuramente avrebbero ottenuto.
Fu la realizzazione di un desiderio troppo a lungo soppresso, desiderio che nemmeno loro sapevano di avere. Nient’altro in quel momento era importante e, Akito si ritrovò persino a pensare, mentre spingeva a ritmo del suo cuore che batteva forte, chissenefregava anche dell’incontro di karatè che avrebbe dovuto sostenere di lì ad un mese circa.  Stava facendo l’amore con Sana ed era tutto quello che importava.
 
*
 
-Dai, lasciamelo fare!-
-No-
-Dai!-
-Ho detto di no-
Silenzio.
-E va bene…-
Sana sorrise, gli salì a cavalcioni e si abbassò, fino a depositare un bacio sul neo che lui aveva sul fianco. Aveva sempre saputo che Akito ne aveva uno, come le aveva raccontato Natsumi anni prima, e adesso aveva voluto baciarlo.
Sentendo le labbra di Sana a contatto con la sua pelle, Akito non poté fare a meno che rabbrividire, ancora. Esattamente come era successo tutte le volte che lo aveva baciato nell’ultima ora e mezza.
Fuori pioveva ancora, se possibile più forte di quando aveva cominciato, ma loro erano stati troppo impegnati a fare altro per rendersene conto.
Ho fatto l’amore con Sana, ho fatto l’amore con Sana” continuava a ripetersi Akito, cercando di convincersi che fosse la verità, ma senza riuscirci. Dio, non avrebbe mai scordato l’emozione della prima volta che l’aveva vista nuda, con quel corpo così piccolo che aveva avuto paura di “romperla”, con quella sua pancina così piatta, con il suo seno così bello… Per non parlare del momento in cui nemmeno l’aria era stata più un ostacolo, tra i loro corpi.
Ho fatto l’amore con Sana, ed è stata la cosa più bella della mia vita”. Sospirò e la strinse più forte a sé.
-Ahi, Akito mi fai male!-
Lui sorrise –Hai smesso di chiamarmi Hayama?-
-Diciamo che stamattina ero parecchio arrabbiata e che quindi chiamarti così era una cosa più che giustificata- spiegò lei, tornando ad appoggiare la sua testa sul torace del ragazzo.
-Adesso non sei più arrabbiata?- le domandò ancora con un ghigno.
Sana gli tirò un pizzicotto sul braccio e scivolò sul suo corpo, per poterlo guardare negli occhi.
Altri brividi avvertendo la sensazione delle loro pelli che sfregavano l’una contro l’altra. “Magari ora si incendiano” si ritrovò a pensare stupidamente Akito.
Sana rispose –No, tutt’altro!-
Rimasero a guardarsi a lungo negli occhi, il desiderio bruciante di rifare tutto daccapo, di rivivere le stesse emozioni di quel pomeriggio era forte, ma un “bip” della sveglia di Akito destò l’attenzione di Sana.
-Accipicchia!- esclamò, saltando in piedi e raccogliendo i suoi vestiti –Sono già le sei e mezza, avevo detto a Mama che sarei tornata a casa presto per aiutarla a fare una cosa…-
Riallacciò velocemente la camicia, si infilò la gonna e si diede una veloce sistemata ai capelli. Stava per correre fuori dalla stanza, quando si bloccò, per poi girarsi a guardare Akito, ancora immobile sul suo letto.
Fece due passi nella sua direzione –Allora…-
Imbarazzo.
Certo, perché loro due erano Sana e Akito e per loro era perfettamente normale passare il pomeriggio a fare l’amore e poi salutarsi come se nulla fosse successo. Era un po’ la stessa cosa di quando si baciavano la sera e poi, il mattino dopo, amici come prima.
Riflettendo su questo, Sana si sentì un po’ sollevata : era tutto nella norma.
-Allora ti saluto, Hayama!- squillò, prima di scappare via.
Akito nemmeno si mosse.
Sapeva che quello che avevano fatto, per lei non significava quasi nulla. Non che per lei fare l’amore con qualcuno fosse una cosa ordinaria, anzi. Solo che era Sana e il più delle volte lei faceva le cose senza pensare e le conseguenze erano una cosa a cui avrebbe pensato solo poi. Diciamo che per la stragrande maggioranza delle persone, dopo aver fatto l’amore, segue il cosiddetto “stare insieme”. Ma non per lei, Sana, che probabilmente considerava lo “stare con Akito” e il “fidanzarsi con Akito” due cose completamente distinte. Il giorno dopo tutto sarebbe stato esattamente come prima, per lei.
Ma lui si chiedeva seriamente se sarebbe poi riuscito a guardarla, a parlarle senza desiderarla almeno un po’, dopo quello che avevano fatto.
La solita Sana” si ritrovò a pensare, con una nota di malinconia “Prima sconvolge il mio mondo e poi sparisce. Proprio come un uragano”.
 
*
 
Quando Sana entrò in classe, tutta trafelata per il suo ennesimo ritardo, sperò di trovare una battuta divertente per distrarre il suo professore di chimica, in modo tale da evitare una sicura nota sul registro.
Con suo immenso sollievo, la cattedra era vuota ed un chiacchiericcio eccitato si stava diffondendo tra i suoi compagni di classe.
-Buongiorno a tutti!- squillò.
Trovò il suo gruppetto di amici infondo alla classe, tutto intento a borbottare di qualcosa inerente alla festa di Halloween.
-Ragazzi, che succede?- domandò lei, avvicinandosi.
Tsuyoshi ed Aya si voltarono e le regalarono un meraviglioso sorriso –Ciao Sana, in ritardo anche questa mattina?- domandò lui.
La ragazza annuì.
-Fortunatamente oggi il professore di chimica è assente perché è stato poco bene, quindi ti eviti l’ennesima nota da parte sua!- ridacchiò Aya.
Fuka rifletté –Eppure non abiti tanto distante dalla scuola, Sana. Ma sei sempre in ritardo, possibile che tu sia così incorreggibile?-
Sana sorrise –Mi spiace! – ridacchiò - Ho fatto davvero fatica ad alzarmi questa mattina, stavo a pezzi-
Subito uno sguardo ambrato di spostò sul suo viso e la catturò; bastò un’occhiata e vividi ricordi affiorarono nei suoi pensieri.
Lui che le depositava una scia di baci sul collo, fino a scendere in basso, sempre più in basso. Lei che tratteneva il respiro.
-Buongiorno Kurata!- disse Akito, con una voce roca e fuori dal suo controllo.
Un sospirò vicino al suo orecchio. Un brivido improvviso che le percorreva la schiena. Lui che spingeva, bisognoso di lei. Lei che tratteneva un grido.
Sana avvampò.
Lui che chiamava il suo nome, che invertiva le posizioni, che l’accarezzava come nessuno aveva mai fatto in tutta la sua vita.
-Ehm… Ciao Akito!- ricambiò il saluto lei, con la sua stessa voce roca. Gli occhi diventati improvvisamente languidi, non nascondevano un certo imbarazzo.
Nessuno dei loro amici, a parte Tsuyoshi, parve accorgersi di nulla e continuarono a discutere di quella benedetta festa, nonostante mancasse più di un mese all’evento. Felice di non dover contribuire alla discussione e di potersi limitare ad annuire di tanto in tanto, Sana prese una sedia e si accomodò di fianco ad Akito.
Dopo appena due minuti, si accorse che non era stata una buona idea. Il desiderio che provava, di allungare la propria mano per prendere la sua era fortissimo, per non parlare dell’adrenalina che aveva cominciato a scorrerle in corpo quando Akito aveva spostato la sua gamba, in modo da toccare quella della ragazza.
Sento caldo” si disse fra sé e diventò rossissima.
Mai come in quel caso, Sana desiderò che quell’ora buca finisse presto, in modo da porre una pietra sopra a quella lunga, ma squisita agonia che stava vivendo.
 
*
 
-Che cos’è successo tra te e Sana?-
Eccolo lì, l’investigatore privato che capiva sempre tutto prima che un comune mortale potesse anche solo rendersi conto di quello che stava succedendo.
-Tsuyoshi cosa vuoi? Non rompere!-
Akito era alquanto infastidito.
Se ne stava sdraiato all’ombra di un albero, in quella giornata di sole meravigliosa. Sembrava quasi incredibile che fino al giorno prima diluviasse e che ora ci fosse un tempo così bello e limpido. Era tutto diverso.
Tsuyoshi era scocciato, mise le mani sui fianchi e ripeté –Che cos’è successo tra te e Sana?-
Akito si mise seduto e lo guardò –Cosa dovrebbe essere successo tra me e Sana?-
-Non lo so, dimmelo tu-
-Cosa vuoi sentirti dire?-
-La verità!-
-Abbiamo fatto l’amore, ieri pomeriggio, a casa mia-
Ad una lapidaria risposta, seguì un silenzio tombale. “Giusto per rimanere in tema di cimiteri” si disse Akito, ripromettendosi poco dopo di evitare queste squallide battutacce.
Tsuyoshi era a metà tra lo sbalordito e il consapevole che tanto, prima o dopo, sarebbe dovuto succedere.
- Com’è stato?- si azzardò a domandare.
Akito lo fissò intensamente, come se fosse diventato improvvisamente deficiente –Tsuyoshi, com’è quando fai l’amore con Aya?-
L’amico sembrò spiazzato –Ehm… Suppongo che dovrei dirti “bellissimo”, anche se non descrive a pieno quello che provo io… - aggrottò le sopracciglia –Si, ma cosa c’entra adesso?-
Akito sospirò e tornò a sdraiarsi, fissando le nuvole che si divertivano a disegnare strane forme nel cielo –Vale la stessa cosa per me!-
Tsuyoshi si incupì, annuì e andò a sedersi vicino al suo amico.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti e poi tornò alla carica –Ma scusa, se posso permettermi… Lei, dopo che avete… Si, insomma… Ti ha detto qualcosa?-
Akito si trattenne dal sorridere, amaramente. Gli aveva detto qualcosa? Certo, che doveva andare via, lo aveva salutato e poi gli aveva dato le spalle.
Spiegò la situazione a Tsuyoshi, che sospirò –La solita Sana-
-Già!-
-A volte proprio non riesco a capirla. È più che evidente che siete innamorati l’uno dell’altra dai tempi delle elementari; ora finalmente tra di voi c’è stata la svolta e invece di cogliere la palla al balzo e di dichiararsi cosa fa? Fa finta di niente! È come fare dieci passi e poi tornare indietro di trenta… Non andrete mai da nessuna parte se continuate così!-
Akito lo guardò truce –Continuate?-
-Si, Akito, continuate! – Tsuyoshi calcò sulla parola – Ricordati che le cose si fanno in due, perché non provi tu a dirle quello che provi, magari riesci ad aprirle gli occhi?-
Akito si rizzò in piedi –Senti, non cominciare con questi discorsi, okay? Tra me e Sana non c’è quell’amore che dici tu, capito? E quello che è successo ieri non è stato nulla, quindi non definirla una “svolta” perché non è stato nulla! – la sua voce tremò –Ma soprattutto, smettila di dire che io dovrei dichiararmi, perché non c’è niente tra di noi e quindi non c’è niente da dichiarare!-
Tsuyoshi non gli diede nemmeno il tempo di riprendersi che subito domandò –Ne sei sicuro?-
-Si-
No
-D’accordo, allora scusami se mi sono intromesso nella tua vita. Se questa situazione ti va bene, se non stai soffrendo come un cane perché dopo aver fatto l’amore con Sana per lei è come se non fosse successo nulla, allora non devi far altro che continuare a comportarti come hai sempre fatto!-
Anche Tsuyoshi si alzò in piedi e guardò il suo amico, che però stava ben attento a mantenere lo sguardo fisso per terra.
-È proprio quello che ho intenzione di fare!- ribatté infine Akito.
-Bene…- il ragazzo fece per andare via, ma poi ci ripensò.
-Eh… Akito?-
-Cosa?-
-Sei proprio un idiota Akito…-
E mentre osservava Tsuyoshi che si allontanava, la schiena dritta e la testa alta come un soldato che sta marciando, riuscì solo a pensare che il suo amico aveva proprio ragione, perché lui era un idiota e presto avrebbe pagato le spese della sua stupidità sulla sua pelle.
 
*
 
Va bene, siamo tutti d’accordo nel dire che Sana era effettivamente migliorata in matematica. Certo però che quando la giornata scolastica si conclude con due ore di matematica, anche il migliore dei geni non poteva esimersi dal crollare.
Sono proprio psicologicamente distrutta” si ritrovò a pensare Sana, mentre si massaggiava le tempie con le dita delle mani.
 Quella notte aveva dormito poco e male, tutta colpa di Akito, il cui ricordo aveva continuato a tornarle in mente ogni secondo.
Pensando a questo, avvampò, esattamente come era successo ben trecentosettantadue volte in quella giornata. Eh si, le aveva contate a dimostrazione del fatto che in matematica lei era davvero migliorata.
-Kurata, non ti senti bene?- il professore di matematica parve preoccupato.
-Ehm… No, professore! Sono solo un po’ stanca!- cercò di spiegarsi lei, ma quello non volle sentire ragioni.
-Poche storie Kurata, fila in infermeria non voglio averti sulla coscienza!-
Fu così che si ritrovò a pensare quanto esageratamente premuroso fosse il suo professore. “Quello li ti manda in infermeria anche quando hai un semplice graffietto, dicendo che potrebbe infettarsi e che si potrebbe rendere necessaria l’amputazione del dito o della parte del corpo in questione. Che esagerazione!”
Inutile dire che nemmeno si diresse verso l’infermeria. Si soffermò ad osservare fuori dalla finestra, mentre un fresco venticello autunnale le scompigliava i capelli.
Nel campo esterno, alcuni ragazzi stavano giocando a calcetto e Sana si incantò ad osservare le traiettorie disegnate dalla palla quando veniva calciata.
Con tutte le cose che aveva avuto da fare, non era nemmeno riuscita a soffermarsi a pensare seriamente quello che era successo il giorno prima con Akito.
Abbiamo fatto l’amore” pensò, arrossendo ancora. Trecentosettantatre. Non avevano nemmeno avuto occasione di parlarne, o meglio. Quando l’avevano avuta, cioè il giorno prima, lei aveva pensato bene di defilarsi, come faceva sempre quando doveva affrontare una situazione spinosa. Come avrebbe potuto adesso liberarsi di quella situazione di imbarazzo che veniva a crearsi quando guardava in faccia Akito?
Ecco quindi che la loro storia infinita tornava a bussare alla porta : entrambi erano bravissimi a starsi l’uno accanto all’altra, erano riusciti anche a trovare un tacito accordo per potersi baciare con passione senza che Sana distruggesse Akito, quelle poche e rare volte che era capitato recentemente, ma era quando si arrivava al dunque, ossia quando entrambi avrebbero dovuto dirsi “Ecco, vedi, ti amo più o meno da quando avevo undici anni”, che uscivano fuori i problemi.
Perché nonostante i due avessero già diciassette anni (con Akito prossimo ai diciotto), la situazione non era cambiata di molto, anzi. Vivevano in una situazione di stallo, convivendo con l’eterna paura di essere respinti lui da lei e lei da lui, nonostante i fatti e i loro ormai più che evidenti sentimenti dimostrassero il contrario.
-Ma perché la gente non può mettersi insieme senza bisogno di dichiararsi?- domandò ad alta voce.
Era talmente assorta nei suoi pensieri, che nemmeno si accorse che Akito stava alle sue spalle – Kurata, parli anche da sola adesso?-
Sana scattò –A…Akito, che diavolo ci fai qui? –
Lui inclinò la testa da un lato e la osservò –Avevo educazione fisica e mi è arrivata una pallonata in faccia. Stavo andando in infermeria, ma ho sentito che parlavi da sola e mi sono fermato ad ascoltare cosa dicevi…-
Lei lo guardò negli occhi “Caldo, tanto caldo!”.
-Capisco- disse soltanto.
-Tu invece che cosa ci fai qui?-
-Ehm… Oh… Il professore di matematica mi ha mandata in infermeria credendo che avessi chissà cosa, in realtà ho solo sonno…- spiegò, abbozzando un lieve sorriso.
Akito la fissò, incerto –Stamattina… Stamattina hai detto che non hai dormito molto – deglutì –Come mai?-
Sana sussultò e non rispose.
Adesso cosa gli dico? Non posso dirgli che ho continuato a pensare a lui tutta la notte, poi chissà cosa pensa!”
-Sana…- iniziò lui, avvicinandosi al suo orecchio –Vieni con me!-
Detto questo la afferrò per il polso e la trascinò, un po’ troppo violentemente rispetto a quanto avrebbe voluto, in un corridoio isolato. La spinse in una classe che nessuno utilizzava e senza che lei potesse reagire, la intrappolò tra sé e il muro.
Sta iniziando a diventare un’abitudine quella di spingermi contro tutte le pareti che trova” si ritrovò a pensare Sana con ilarità.
-Ieri te ne sei andata senza nemmeno dirmi qualcosa. Sana, io impazzisco con te. Siamo stati insieme e questa mattina la tua indifferenza mi ha spiazzato. Dimmi, come devo interpretare questi tuoi atteggiamenti?-
Lei rimase senza parole. Non che non si fosse aspettata il fatto che lui potesse volere un chiarimento da parte sua. Ciò che la spiazzava era la razionalità con cui Akito le aveva parlato.
-Akito, vedi io… - cominciò.
Inventa una bugia, inventala anche velocemente. Non puoi assolutamente dirgli la verità, non puoi. Che figura ci fai dopo?”
–Io non me la sento di cominciare una storia vera e propria con qualcuno.-
BUGIARDA!
-Quello che è successo ieri tra di noi è stato…-
Lui chiuse gli occhi e mandò giu. Non avrebbe sopportato l’idea di sentire definire quello che era successo un banale “errore” o peggio. Nonostante quello restò lì, immobile, ad ascoltare quello che lei aveva da dire.
-È  stato bellissimo –
Il suo cuore ricominciò a battere.
-Solo che io non me la sento di cominciare una storia.-
BUGIARDA!
-Se quello che io posso darti, a te va bene… Se ti basta… Io…-
Qualunque altra parola divenne superflua. Akito si avventò sulle sue labbra, baciandole, mordendole lievemente, leccandole. La voleva come non aveva mai desiderato niente in vita sua, e poco importava che la loro non fosse nemmeno una vera “storia”, si sarebbe accontentato di un dito, di un capello o anche di una sola unghia, purché fosse sua, di Sana.
Le sollevò la gonna, mentre lei inclinava all’indietro la testa per permettergli di baciarle il collo, il seno, lasciato scoperto dalla camicia che lui le aveva slacciato a tempo di record. E poco dopo gli stessi brividi, le stesse sensazioni che entrambi avevano provato il giorno prima, tornarono a vivere sulla loro pelle, dentro al loro corpo.
Se tutto questo ad Akito poteva bastare?
A dire la verità, lui non desiderava nient’altro.
 
Because I'm falling down
With people standing round
But before I hit the ground
Is there time
Could I find someone out there to help me?
                                   Falling Down – Duran Duran
 
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Eccomi qua! E anche il secondo capitolo è andato. Immagino che tanti di voi abbiano un punto di domanda stampato sulla faccia e provvedo subito a darvi qualche spiegazione. Come tutti voi, anche io ho il mio pensiero su Sana e Akito e questo inevitabilmente si riflette sulla storia stessa. A me è sempre sembrato poco normale che questo ragazzo baciasse la nostra Sana durante la sera della Vigilia (vi ricordo che non avendo letto il Manga tutta la mia conoscenza della storia si limita all’Anime) e che questa, il giorno dopo, facesse bellamente finta di niente. Io non ce l’avrei mai fatta! E da questo ne deduco, secondo il mio modestissimo parere, che Sana non è propriamente sveglia. Ma anche Akito non è da meno: baci Sana perché provi qualcosa per lei (come dice a Tsuyoshi la stessa sera della Vigilia) e poi neghi a te stesso che ti piace? Insomma, io ci rimanevo un po’ così a vedere quanto questi due fossero idioti! O___O E ho pensato di trasferire lo stesso pensiero su argomenti più maturi, visto che ora hanno entrambi quasi 18 anni e il loro rapporto non si limita più a qualche bacio rubato ^__^ Spero di essermi spiegata!
 
Ultima nota, poi GIURO che sparisco, visto che mi è stato chiesto, rispondo a tutti: penso di poter postare regolarmente un capitolo alla settimana, magari non sempre lo stesso giorno e compatibilmente con il fatto che devo comunque e purtroppo studiare (dannata maturità, dannati prof esterni e già che ci siamo dannati anche i prof interni ^^), anche se preferire mille volte di più scrivere ore e ore su Sana e Akito, che ultimamente  mi stanno coinvolgendo parecchio! ^___^
 
Ebbene, che ne pensate del capitolo, a parte la mia più che evidente incapacità nel descrivere scene da rating Arancione? Spero vi sia piaciuto! ^____^

Mi sono sentita ONORATA di ricevere tante recensioni solo per il primo capitolo e spero di non avere deluso nessuno ragazzi! Anzi, adesso passo a ringraziare ognuno di voi, uno per uno :
 
Tin_Tin: grazie mille! Spero che continui a coinvolgerti! ^__^
Deb: sono davvero molto felice che lo scorso capitolo ti abbia divertita, era giusto per iniziare e non credevo mi fosse uscito così bene. Eh, che vuoi, Fuka ci ha provato (come avrei fatto anche io se avessi avuto davanti Akito :Q____ Un bacione!
makiolina: ^///^ con tutti quei complimenti mi fai arrossire! Eh si, sono vecchia scuola io, c’è stato un periodo che si pubblicavano solo capitoli lunghissimi (e ti parlo di 15 – 20 pagine a capitolo, un vero massacro!). purtroppo nella lunga lista di autrici che hai citato, mi ci devo includere anche io, che ho all’attivo due ff su HP che non aggiorno dalla bellezza di tre anni, che vergogna! Fortuna che non questa non rifarò quest’errore! ^__^ Un bacio!
yesterday : ho riletto tre o quattro volte il nome perché credevo di avere le allucinazioni! Ma grazie, mi sono sentita davvero onorata di una tua recensione ^///^ e comunque stai tranquilla, che essere stressata (sempre che così si possa definire) in questo modo a me va molto più che bene! Attenderò con ansia un tuo parere sulla storia, un bacio grande! ^___^
porpetta : ti ringrazio tantissimo del commento entusiastico che mi hai lasciato, comunque non credo di cambiare il rating di questa storia, almeno da sobria! Mi sono gia sentita parecchio imbarazzata a descrivere le scene sopra, figuriamoci con un rating Rosso! ^_^
favola08: grazie, grazie mille, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e ti ringrazio anche di aver messo questa schifezza nei tuoi Preferiti! ^__^
 _DaNgErOuS_ChIlD_ : eccoti il nuovo capitolo, è stato all’altezza delle tue aspettative? Spero proprio di si! ^__^ bacini…
aki96: va bene, assillami pure mi fa soltanto molto piacere! Ti dirò, scrivendo un po’ la bozza della storia, in alcuni momenti cominciavo a scrivere momenti solo molto teneri, ma poi la litigata ce la dovevo piazzare per forza, proprio mi usciva naturale. Con Sana e Akito dici che è normale? ^__^
 Oo_Stefania_The_Best_Oo: eccolo, eccolo il secondo capitolo, dimmi subito che ne pensi d’accordo? Ma spero proprio che ti sia piaciuto e che la fic continui ad essere interessante, sennò mi sparo! >.<
sam05 : che non ci siano errori non ci metterei proprio la mano sul fuoco, dannati errori di battitura scappano sempre! Eccoti comunque il secondo capitolo, aspetto di ricevere un tuo parere! ^__^
bellina97: ma assolutamente, non piangere, che Akito è qui, bello come il sole, come l’universo e tutta la galassia! Il prossimo capitolo sarà sfornato entro breve, mi raccomando alle lacrime! ^__-
 
Ecco, spero di non aver dimenticato nessuno. Ringrazio anche tutti coloro che hanno messo questa storia tra le seguite, quindi aki96, Deb, Giovy95, Lorelag, maro_chan, salf, ponpon, sam05, Oo_Stefania_The_Best_Oo,  Tin_Tin, trixina, yesterday e __thestorm e anche tutti quelli che l’hanno aggiunta alle Preferite, quindi bellina97, Daimonos, naruhina 7, Pazzulina93, Tin_Tin, e infine _cindygirl.
 
Grazie a tutti di cuore.
Appuntamento al prossimo capitolo con “Cosa vuoi sentirti dire, Sana”, cosa vorrà dire? ^__^
 
Una pioggia di baci a tutti quanti
Ale69
 
  
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