My Sorrow
Capitolo 2 : l’uragano Sana
Once was a man who consumed
his place and time
He thought nothing could touch
him
But here and now it’s a
different storyline
Like the straw he is clutching
Falling
Down – Duran Duran
Non
poteva che succedere così : in un giorno di
pioggia, con i tuoni e i fulmini che imperversavano fuori dalle
finestre, che
litigavano, che si susseguivano continuamente e che alla fine si
annullavano
dietro le nuvole nere.
Perché
loro, Sana e Akito, erano proprio così.
Litigavano, si ferivano a vicenda, ma poi di stare lontani l’uno
dall’altra
proprio non erano capaci.
Fu
per questo che Akito senza nemmeno rendersene conto
la strinse a sé talmente forte, che avrebbero potuto fondersi in un
corpo solo.
Un braccio le cingeva i fianchi, l’altro era immerso nei suoi
meravigliosi
capelli.
Sana
aveva una mano poggiata sul suo viso, mentre
glielo accarezzava con dolcezza e foga allo stesso tempo. La mano che
fino a
poco prima teneva tra i suoi capelli ora era scesa ad accarezzargli il
petto
nudo, la schiena, il ventre. E ad Akito non dispiaceva affatto, anzi
provò un
brivido di piacere al contatto della sua mano fredda contro la propria
pelle
accaldata.
Si
staccò dalle sue labbra soltanto per respirare ed
ebbe anche la lucidità per aprire gli occhi e guardarla in faccia.
Lei
ansimava e sembrava che non avesse gradito molto
quell’interruzione.
-Sana…-
cominciò lui, portandole una mano sul viso per
accarezzarglielo. La fece poi scivolare lungo il suo collo e Sana
chiuse gli
occhi quando sentì che la stava facendo scivolare lungo tutto il suo
fianco.
Brivido.
-Ecco…
Ecco perché mi distrai così facilmente tu!- le
disse, poggiando la propria fronte contro la sua e sorridendole.
Lei
nemmeno rimase ad ascoltarlo, chiuse di nuovo gli
occhi e lo baciò, con più foga di prima. Sfregò le proprie labbra
contro quelle
di Akito, cercando la sua lingua con urgenza, baciandolo come se fosse
l’unica
cosa che al mondo meritasse ancora di essere vissuta. Stavolta aveva
preso lei
l’iniziativa, non come negli altri mille casi in cui lei si era
ritrovata lui
avvinghiato addosso come un polipo. Sorrise tra sé a questa immagine.
Doveva
ammettere che quel bacio però valeva tutti quelli che lui le aveva
sempre
rubato.
-Akito,
io voglio…- cominciò a dire, quando riuscì a
scostarsi leggermente da lui.
Senza
nemmeno attendere il resto della frase, lui
cominciò a slacciarle i bottoni della camicia e presto vi infilò sotto
le
proprie dita. La sua pelle era così liscia, così morbida, così… Bagnata!
-Kurata,
sei proprio un’idiota! Ti sei fatta a piedi
da scuola a casa mia sotto la pioggia? – la rimbeccò lui.
Sana
parve stranita da quel momento litigioso, quando
fino ad un attimo prima stavano si litigando, ma su un altro livello
–Si,
perché?-
-Sei
fradicia!-
-Grazie
lo sapevo anche da sola!-
-Hanno
inventato gli ombrelli!-
-Ma
io non ce l’avevo un ombrello!-
Akito
la fissò intensamente, poi avvicinò le labbra
alle sue –Ti scaldo io, Kurata!-
Lei
arrossì: come aveva già notato, aveva parecchio
caldo in quel momento.
Akito
le sfilò definitivamente la camicia. “Sto
spogliando Sana, sto spogliando Sana” non poteva fare a meno di
ripetersi
mentalmente. Ma chi se ne importava poi.
Accarezzò
la sua pelle nuda, tutto quello che aveva
sempre desiderato. Sempre forse è un’esagerazione, che tuttavia non si
discosta
poi molto dalla realtà. Già, perché Akito da quando aveva cominciato a
vedere
Sana come una ragazza e non più come una bambina, si era spesso
svegliato nel
cuore della notte, sudato e su di giri per il semplice fatto che quel
folletto
dai capelli rossi si era infilata nei suoi sogni. Senza alcun permesso.
La
gonna cadde ai piedi di Sana. Akito non poté fare a
meno di rimirarla così, seminuda, solo con la biancheria addosso.
-Bella-
riuscì a mugugnare, prima di cominciare a
baciarle il collo, le spalle. Sfiorò la pelle, ora accaldata, della sua
pancia
con le proprie labbra, lasciando una scia di baci. Poi si interruppe,
decidendo
che trasferirsi sul letto fosse la scelta migliore e anche la più
comoda.
Sana
stava tremando, ma non di freddo. Le girava la
testa, sentiva che ogni cellula del suo corpo era attratta da Akito
come una
calamita e quando lui la spinse verso il letto, non poté fare altro che
lasciarsi guidare.
-Akito…-
cominciò a dire. Non avrebbe saputo dire
nemmeno quando, con mani tremanti, gli aveva sfilato i pantaloni della
tuta che
stava indossando quando lei aveva fatto irruzione della sua stanza.
Si
ritrovarono nudi, avvolti in un groviglio di
coperte, tra baci che scottavano più del fuoco, carezze brucianti e
sguardi che
chiedevano una conferma, un permesso, che sicuramente avrebbero
ottenuto.
Fu
la realizzazione di un desiderio troppo a lungo
soppresso, desiderio che nemmeno loro sapevano di avere. Nient’altro in
quel
momento era importante e, Akito si ritrovò persino a pensare, mentre
spingeva a
ritmo del suo cuore che batteva forte, chissenefregava anche
dell’incontro di
karatè che avrebbe dovuto sostenere di lì ad un mese circa. Stava
facendo
l’amore con Sana ed era tutto quello che importava.
*
-Dai,
lasciamelo fare!-
-No-
-Dai!-
-Ho
detto di no-
Silenzio.
-E
va bene…-
Sana
sorrise, gli salì a cavalcioni e si abbassò, fino
a depositare un bacio sul neo che lui aveva sul fianco. Aveva sempre
saputo che
Akito ne aveva uno, come le aveva raccontato Natsumi anni prima, e
adesso aveva
voluto baciarlo.
Sentendo
le labbra di Sana a contatto con la sua
pelle, Akito non poté fare a meno che rabbrividire, ancora. Esattamente
come era
successo tutte le volte che lo aveva baciato nell’ultima ora e mezza.
Fuori
pioveva ancora, se possibile più forte di quando
aveva cominciato, ma loro erano stati troppo impegnati a fare altro per
rendersene conto.
“Ho
fatto l’amore con Sana, ho fatto l’amore con
Sana” continuava a ripetersi Akito, cercando di convincersi che
fosse la
verità, ma senza riuscirci. Dio, non avrebbe mai scordato l’emozione
della
prima volta che l’aveva vista nuda, con quel corpo così piccolo che
aveva avuto
paura di “romperla”, con quella sua pancina così piatta, con il suo
seno così
bello… Per non parlare del momento in cui nemmeno l’aria era stata più
un
ostacolo, tra i loro corpi.
“Ho
fatto l’amore con Sana, ed è stata la cosa più
bella della mia vita”. Sospirò e la strinse più forte a sé.
-Ahi,
Akito mi fai male!-
Lui
sorrise –Hai smesso di chiamarmi Hayama?-
-Diciamo
che stamattina ero parecchio arrabbiata e che
quindi chiamarti così era una cosa più che giustificata- spiegò lei,
tornando
ad appoggiare la sua testa sul torace del ragazzo.
-Adesso
non sei più arrabbiata?- le domandò ancora con
un ghigno.
Sana
gli tirò un pizzicotto sul braccio e scivolò sul
suo corpo, per poterlo guardare negli occhi.
Altri
brividi avvertendo la sensazione delle loro
pelli che sfregavano l’una contro l’altra. “Magari ora si incendiano”
si
ritrovò a pensare stupidamente Akito.
Sana
rispose –No, tutt’altro!-
Rimasero
a guardarsi a lungo negli occhi, il desiderio
bruciante di rifare tutto daccapo, di rivivere le stesse emozioni di
quel
pomeriggio era forte, ma un “bip” della sveglia di Akito destò
l’attenzione di
Sana.
-Accipicchia!-
esclamò, saltando in piedi e
raccogliendo i suoi vestiti –Sono già le sei e mezza, avevo detto a
Mama che
sarei tornata a casa presto per aiutarla a fare una cosa…-
Riallacciò
velocemente la camicia, si infilò la gonna
e si diede una veloce sistemata ai capelli. Stava per correre fuori
dalla
stanza, quando si bloccò, per poi girarsi a guardare Akito, ancora
immobile sul
suo letto.
Fece
due passi nella sua direzione –Allora…-
Imbarazzo.
Certo,
perché loro due erano Sana e Akito e per loro
era perfettamente normale passare il pomeriggio a fare l’amore e poi
salutarsi
come se nulla fosse successo. Era un po’ la stessa cosa di quando si
baciavano
la sera e poi, il mattino dopo, amici come prima.
Riflettendo
su questo, Sana si sentì un po’ sollevata
: era tutto nella norma.
-Allora
ti saluto, Hayama!- squillò, prima di
scappare via.
Akito
nemmeno si mosse.
Sapeva
che quello che avevano fatto, per lei
non significava quasi nulla. Non che per lei fare l’amore con
qualcuno
fosse una cosa ordinaria, anzi. Solo che era Sana e il più delle volte
lei
faceva le cose senza pensare e le conseguenze erano una cosa a cui
avrebbe
pensato solo poi. Diciamo che per la stragrande maggioranza delle
persone, dopo
aver fatto l’amore, segue il cosiddetto “stare insieme”. Ma non per
lei, Sana, che probabilmente considerava lo “stare con Akito”
e il “fidanzarsi
con Akito” due cose completamente distinte. Il giorno dopo tutto
sarebbe
stato esattamente come prima, per lei.
Ma
lui si chiedeva seriamente se sarebbe poi riuscito
a guardarla, a parlarle senza desiderarla almeno un po’, dopo quello
che
avevano fatto.
“La
solita Sana” si ritrovò a pensare, con una
nota di malinconia “Prima sconvolge il mio mondo e poi sparisce.
Proprio
come un uragano”.
*
Quando
Sana entrò in classe, tutta trafelata per il
suo ennesimo ritardo, sperò di trovare una battuta divertente per
distrarre il
suo professore di chimica, in modo tale da evitare una sicura nota sul
registro.
Con
suo immenso sollievo, la cattedra era vuota ed un
chiacchiericcio eccitato si stava diffondendo tra i suoi compagni di
classe.
-Buongiorno
a tutti!- squillò.
Trovò
il suo gruppetto di amici infondo alla classe,
tutto intento a borbottare di qualcosa inerente alla festa di
Halloween.
-Ragazzi,
che succede?- domandò lei, avvicinandosi.
Tsuyoshi
ed Aya si voltarono e le regalarono un
meraviglioso sorriso –Ciao Sana, in ritardo anche questa mattina?-
domandò lui.
La
ragazza annuì.
-Fortunatamente
oggi il professore di chimica è
assente perché è stato poco bene, quindi ti eviti l’ennesima nota da
parte
sua!- ridacchiò Aya.
Fuka
rifletté –Eppure non abiti tanto distante dalla
scuola, Sana. Ma sei sempre in ritardo, possibile che tu sia così
incorreggibile?-
Sana
sorrise –Mi spiace! – ridacchiò - Ho fatto
davvero fatica ad alzarmi questa mattina, stavo a pezzi-
Subito
uno sguardo ambrato di spostò sul suo viso e la
catturò; bastò un’occhiata e vividi ricordi affiorarono nei suoi
pensieri.
Lui che
le depositava una scia di baci sul collo, fino
a scendere in basso, sempre più in basso. Lei che tratteneva il
respiro.
-Buongiorno
Kurata!- disse Akito, con una voce roca e
fuori dal suo controllo.
Un
sospirò vicino al suo orecchio. Un brivido
improvviso che le percorreva la schiena. Lui che spingeva, bisognoso di
lei.
Lei che tratteneva un grido.
Sana
avvampò.
Lui che
chiamava il suo nome, che invertiva le posizioni,
che l’accarezzava come nessuno aveva mai fatto in tutta la sua vita.
-Ehm…
Ciao Akito!- ricambiò il saluto lei, con la sua
stessa voce roca. Gli occhi diventati improvvisamente languidi, non
nascondevano un certo imbarazzo.
Nessuno
dei loro amici, a parte Tsuyoshi, parve
accorgersi di nulla e continuarono a discutere di quella benedetta
festa,
nonostante mancasse più di un mese all’evento. Felice di non dover
contribuire
alla discussione e di potersi limitare ad annuire di tanto in tanto,
Sana prese
una sedia e si accomodò di fianco ad Akito.
Dopo
appena due minuti, si accorse che non era stata
una buona idea. Il desiderio che provava, di allungare la propria mano
per
prendere la sua era fortissimo, per non parlare dell’adrenalina che
aveva
cominciato a scorrerle in corpo quando Akito aveva spostato la sua
gamba, in
modo da toccare quella della ragazza.
“Sento
caldo” si disse fra sé e diventò
rossissima.
Mai
come in quel caso, Sana desiderò che quell’ora
buca finisse presto, in modo da porre una pietra sopra a quella lunga,
ma
squisita agonia che stava vivendo.
*
-Che
cos’è successo tra te e Sana?-
Eccolo
lì, l’investigatore privato che capiva sempre
tutto prima che un comune mortale potesse anche solo rendersi conto di
quello
che stava succedendo.
-Tsuyoshi
cosa vuoi? Non rompere!-
Akito
era alquanto infastidito.
Se
ne stava sdraiato all’ombra di un albero, in quella
giornata di sole meravigliosa. Sembrava quasi incredibile che fino al
giorno
prima diluviasse e che ora ci fosse un tempo così bello e limpido. Era
tutto
diverso.
Tsuyoshi
era scocciato, mise le mani sui fianchi e
ripeté –Che cos’è successo tra te e Sana?-
Akito
si mise seduto e lo guardò –Cosa dovrebbe essere
successo tra me e Sana?-
-Non
lo so, dimmelo tu-
-Cosa
vuoi sentirti dire?-
-La
verità!-
-Abbiamo
fatto l’amore, ieri pomeriggio, a casa mia-
Ad
una lapidaria risposta, seguì un silenzio tombale.
“Giusto per rimanere in tema di cimiteri” si disse Akito,
ripromettendosi poco dopo di evitare queste squallide battutacce.
Tsuyoshi
era a metà tra lo sbalordito e il consapevole
che tanto, prima o dopo, sarebbe dovuto succedere.
-
Com’è stato?- si azzardò a domandare.
Akito
lo fissò intensamente, come se fosse diventato
improvvisamente deficiente –Tsuyoshi, com’è quando fai l’amore con
Aya?-
L’amico
sembrò spiazzato –Ehm… Suppongo che dovrei
dirti “bellissimo”, anche se non descrive a pieno quello che
provo io… -
aggrottò le sopracciglia –Si, ma cosa c’entra adesso?-
Akito
sospirò e tornò a sdraiarsi, fissando le nuvole
che si divertivano a disegnare strane forme nel cielo –Vale la stessa
cosa per
me!-
Tsuyoshi
si incupì, annuì e andò a sedersi vicino al
suo amico.
Rimasero
in silenzio per alcuni minuti e poi tornò
alla carica –Ma scusa, se posso permettermi… Lei, dopo che avete… Si,
insomma…
Ti ha detto qualcosa?-
Akito
si trattenne dal sorridere, amaramente. Gli
aveva detto qualcosa? Certo, che doveva andare via, lo aveva salutato e
poi gli
aveva dato le spalle.
Spiegò
la situazione a Tsuyoshi, che sospirò –La
solita Sana-
-Già!-
-A
volte proprio non riesco a capirla. È più che
evidente che siete innamorati l’uno dell’altra dai tempi delle
elementari; ora
finalmente tra di voi c’è stata la svolta e invece di cogliere
la palla
al balzo e di dichiararsi cosa fa? Fa finta di niente! È come fare
dieci passi
e poi tornare indietro di trenta… Non andrete mai da nessuna parte se
continuate così!-
Akito
lo guardò truce –Continuate?-
-Si,
Akito, continuate! – Tsuyoshi calcò sulla
parola – Ricordati che le cose si fanno in due, perché non provi tu a
dirle
quello che provi, magari riesci ad aprirle gli occhi?-
Akito
si rizzò in piedi –Senti, non cominciare con
questi discorsi, okay? Tra me e Sana non c’è quell’amore che
dici tu,
capito? E quello che è successo ieri non è stato nulla, quindi non
definirla
una “svolta” perché non è stato nulla! – la sua voce tremò –Ma
soprattutto, smettila di dire che io dovrei dichiararmi, perché non c’è
niente
tra di noi e quindi non c’è niente da dichiarare!-
Tsuyoshi
non gli diede nemmeno il tempo di riprendersi
che subito domandò –Ne sei sicuro?-
-Si-
“No”
-D’accordo,
allora scusami se mi sono intromesso nella
tua vita. Se questa situazione ti va bene, se non stai soffrendo come
un cane
perché dopo aver fatto l’amore con Sana per lei è come se non fosse
successo
nulla, allora non devi far altro che continuare a comportarti come hai
sempre
fatto!-
Anche
Tsuyoshi si alzò in piedi e guardò il suo amico,
che però stava ben attento a mantenere lo sguardo fisso per terra.
-È
proprio quello che ho intenzione di fare!- ribatté
infine Akito.
-Bene…-
il ragazzo fece per andare via, ma poi ci
ripensò.
-Eh…
Akito?-
-Cosa?-
-Sei
proprio un idiota Akito…-
E
mentre osservava Tsuyoshi che si allontanava, la
schiena dritta e la testa alta come un soldato che sta marciando,
riuscì solo a
pensare che il suo amico aveva proprio ragione, perché lui era un
idiota e
presto avrebbe pagato le spese della sua stupidità sulla sua pelle.
*
Va
bene, siamo tutti d’accordo nel dire che Sana era
effettivamente migliorata in matematica. Certo però che quando la
giornata
scolastica si conclude con due ore di matematica, anche il migliore dei
geni
non poteva esimersi dal crollare.
“Sono
proprio psicologicamente distrutta” si
ritrovò a pensare Sana, mentre si massaggiava le tempie con le dita
delle mani.
Quella
notte aveva dormito poco e male, tutta
colpa di Akito, il cui ricordo aveva continuato a tornarle in mente
ogni
secondo.
Pensando
a questo, avvampò, esattamente come era
successo ben trecentosettantadue volte in quella giornata. Eh
si, le
aveva contate a dimostrazione del fatto che in matematica lei era
davvero
migliorata.
-Kurata,
non ti senti bene?- il professore di
matematica parve preoccupato.
-Ehm…
No, professore! Sono solo un po’ stanca!- cercò
di spiegarsi lei, ma quello non volle sentire ragioni.
-Poche
storie Kurata, fila in infermeria non voglio
averti sulla coscienza!-
Fu
così che si ritrovò a pensare quanto esageratamente
premuroso fosse il suo professore. “Quello li ti manda in infermeria
anche
quando hai un semplice graffietto, dicendo che potrebbe infettarsi e
che si
potrebbe rendere necessaria l’amputazione del dito o della parte del
corpo in
questione. Che esagerazione!”
Inutile
dire che nemmeno si diresse verso
l’infermeria. Si soffermò ad osservare fuori dalla finestra, mentre un
fresco
venticello autunnale le scompigliava i capelli.
Nel
campo esterno, alcuni ragazzi stavano giocando a
calcetto e Sana si incantò ad osservare le traiettorie disegnate dalla
palla
quando veniva calciata.
Con
tutte le cose che aveva avuto da fare, non era
nemmeno riuscita a soffermarsi a pensare seriamente quello che era
successo il
giorno prima con Akito.
“Abbiamo
fatto l’amore” pensò, arrossendo
ancora. Trecentosettantatre. Non avevano nemmeno avuto
occasione di
parlarne, o meglio. Quando l’avevano avuta, cioè il giorno prima, lei
aveva
pensato bene di defilarsi, come faceva sempre quando doveva affrontare
una
situazione spinosa. Come avrebbe potuto adesso liberarsi di quella
situazione
di imbarazzo che veniva a crearsi quando guardava in faccia Akito?
Ecco
quindi che la loro storia infinita tornava a
bussare alla porta : entrambi erano bravissimi a starsi l’uno accanto
all’altra, erano riusciti anche a trovare un tacito accordo per potersi
baciare
con passione senza che Sana distruggesse Akito, quelle poche e rare
volte che
era capitato recentemente, ma era quando si arrivava al dunque, ossia
quando
entrambi avrebbero dovuto dirsi “Ecco, vedi, ti amo più o meno da
quando
avevo undici anni”, che uscivano fuori i problemi.
Perché
nonostante i due avessero già diciassette anni
(con Akito prossimo ai diciotto), la situazione non era cambiata di
molto,
anzi. Vivevano in una situazione di stallo, convivendo con l’eterna
paura di
essere respinti lui da lei e lei da lui, nonostante i fatti e i loro
ormai più
che evidenti sentimenti dimostrassero il contrario.
-Ma
perché la gente non può mettersi insieme senza
bisogno di dichiararsi?- domandò ad alta voce.
Era
talmente assorta nei suoi pensieri, che nemmeno si
accorse che Akito stava alle sue spalle – Kurata, parli anche da sola
adesso?-
Sana
scattò –A…Akito, che diavolo ci fai qui? –
Lui
inclinò la testa da un lato e la osservò –Avevo
educazione fisica e mi è arrivata una pallonata in faccia. Stavo
andando in
infermeria, ma ho sentito che parlavi da sola e mi sono fermato ad
ascoltare
cosa dicevi…-
Lei
lo guardò negli occhi “Caldo, tanto caldo!”.
-Capisco-
disse soltanto.
-Tu
invece che cosa ci fai qui?-
-Ehm…
Oh… Il professore di matematica mi ha mandata in
infermeria credendo che avessi chissà cosa, in realtà ho solo sonno…-
spiegò,
abbozzando un lieve sorriso.
Akito
la fissò, incerto –Stamattina… Stamattina hai
detto che non hai dormito molto – deglutì –Come mai?-
Sana
sussultò e non rispose.
“Adesso
cosa gli dico? Non posso dirgli che ho
continuato a pensare a lui tutta la notte, poi chissà cosa pensa!”
-Sana…-
iniziò lui, avvicinandosi al suo orecchio
–Vieni con me!-
Detto
questo la afferrò per il polso e la trascinò, un
po’ troppo violentemente rispetto a quanto avrebbe voluto, in un
corridoio
isolato. La spinse in una classe che nessuno utilizzava e senza che lei
potesse
reagire, la intrappolò tra sé e il muro.
“Sta
iniziando a diventare un’abitudine quella di
spingermi contro tutte le pareti che trova” si ritrovò a pensare
Sana con
ilarità.
-Ieri
te ne sei andata senza nemmeno dirmi qualcosa.
Sana, io impazzisco con te. Siamo stati insieme e questa mattina la tua
indifferenza mi ha spiazzato. Dimmi, come devo interpretare questi tuoi
atteggiamenti?-
Lei
rimase senza parole. Non che non si fosse
aspettata il fatto che lui potesse volere un chiarimento da parte sua.
Ciò che
la spiazzava era la razionalità con cui Akito le aveva parlato.
-Akito,
vedi io… - cominciò.
“Inventa
una bugia, inventala anche velocemente.
Non puoi assolutamente dirgli la verità, non puoi. Che figura ci fai
dopo?”
–Io
non me la sento di cominciare una storia vera e
propria con qualcuno.-
BUGIARDA!
-Quello
che è successo ieri tra di noi è stato…-
Lui
chiuse gli occhi e mandò giu. Non avrebbe
sopportato l’idea di sentire definire quello che era successo un banale
“errore”
o peggio. Nonostante quello restò lì, immobile, ad ascoltare quello che
lei
aveva da dire.
-È
stato bellissimo –
Il
suo cuore ricominciò a battere.
-Solo
che io non me la sento di cominciare una
storia.-
BUGIARDA!
-Se
quello che io posso darti, a te va bene… Se ti
basta… Io…-
Qualunque
altra parola divenne superflua. Akito si
avventò sulle sue labbra, baciandole, mordendole lievemente,
leccandole. La
voleva come non aveva mai desiderato niente in vita sua, e poco
importava che
la loro non fosse nemmeno una vera “storia”, si sarebbe
accontentato di
un dito, di un capello o anche di una sola unghia, purché fosse sua, di
Sana.
Le
sollevò la gonna, mentre lei inclinava all’indietro
la testa per permettergli di baciarle il collo, il seno, lasciato
scoperto
dalla camicia che lui le aveva slacciato a tempo di record. E poco dopo
gli
stessi brividi, le stesse sensazioni che entrambi avevano provato il
giorno
prima, tornarono a vivere sulla loro pelle, dentro al loro corpo.
Se
tutto questo ad Akito poteva bastare?
A
dire la verità, lui non desiderava nient’altro.
Because I'm falling down
With people standing round
But before I hit the ground
Is there time
Could I find someone out there
to help me?
Falling
Down – Duran Duran
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Eccomi
qua! E anche il secondo capitolo è andato.
Immagino che tanti di voi abbiano un punto di domanda stampato sulla
faccia e
provvedo subito a darvi qualche spiegazione. Come tutti voi, anche io
ho il mio
pensiero su Sana e Akito e questo inevitabilmente si riflette sulla
storia
stessa. A me è sempre sembrato poco normale che questo ragazzo baciasse
la
nostra Sana durante la sera della Vigilia (vi ricordo che non avendo
letto il
Manga tutta la mia conoscenza della storia si limita all’Anime) e che
questa,
il giorno dopo, facesse bellamente finta di niente. Io non ce l’avrei
mai
fatta! E da questo ne deduco, secondo il mio modestissimo parere, che
Sana non
è propriamente sveglia. Ma anche Akito non è da meno: baci Sana perché
provi
qualcosa per lei (come dice a Tsuyoshi la stessa sera della Vigilia) e
poi
neghi a te stesso che ti piace? Insomma, io ci rimanevo un po’ così a
vedere
quanto questi due fossero idioti! O___O E ho pensato di trasferire lo
stesso
pensiero su argomenti più maturi, visto che ora hanno entrambi quasi 18
anni e
il loro rapporto non si limita più a qualche bacio rubato ^__^ Spero di
essermi
spiegata!
Ultima
nota, poi GIURO che sparisco, visto che mi è
stato chiesto, rispondo a tutti: penso di poter postare regolarmente un
capitolo alla settimana, magari non sempre lo stesso giorno e
compatibilmente
con il fatto che devo comunque e purtroppo studiare (dannata maturità,
dannati
prof esterni e già che ci siamo dannati anche i prof interni ^^), anche
se
preferire mille volte di più scrivere ore e ore su Sana e Akito, che
ultimamente mi stanno coinvolgendo parecchio! ^___^
Ebbene,
che ne pensate del capitolo, a parte la mia
più che evidente incapacità nel descrivere scene da rating Arancione?
Spero vi
sia piaciuto! ^____^
Mi sono sentita ONORATA di ricevere tante recensioni solo per il primo capitolo e spero di non avere deluso nessuno ragazzi! Anzi, adesso passo a ringraziare ognuno di voi, uno per uno :
Mi sono sentita ONORATA di ricevere tante recensioni solo per il primo capitolo e spero di non avere deluso nessuno ragazzi! Anzi, adesso passo a ringraziare ognuno di voi, uno per uno :
Tin_Tin: grazie
mille!
Spero che continui a coinvolgerti! ^__^
Deb: sono
davvero
molto felice che lo scorso capitolo ti abbia divertita, era giusto per
iniziare
e non credevo mi fosse uscito così bene. Eh, che vuoi, Fuka ci ha
provato (come
avrei fatto anche io se avessi avuto davanti Akito :Q____ Un bacione!
makiolina: ^///^
con
tutti quei complimenti mi fai arrossire! Eh si, sono vecchia scuola io,
c’è
stato un periodo che si pubblicavano solo capitoli lunghissimi (e ti
parlo di
15 – 20 pagine a capitolo, un vero massacro!). purtroppo nella lunga
lista di
autrici che hai citato, mi ci devo includere anche io, che ho
all’attivo due ff
su HP che non aggiorno dalla bellezza di tre anni, che vergogna!
Fortuna che
non questa non rifarò quest’errore! ^__^ Un bacio!
yesterday : ho
riletto
tre o quattro volte il nome perché credevo di avere le allucinazioni!
Ma
grazie, mi sono sentita davvero onorata di una tua recensione ^///^ e
comunque
stai tranquilla, che essere stressata (sempre che così si possa
definire) in
questo modo a me va molto più che bene! Attenderò con ansia un tuo
parere sulla
storia, un bacio grande! ^___^
porpetta : ti
ringrazio
tantissimo del commento entusiastico che mi hai lasciato, comunque non
credo di
cambiare il rating di questa storia, almeno da sobria! Mi sono gia
sentita
parecchio imbarazzata a descrivere le scene sopra, figuriamoci con un
rating
Rosso! ^_^
favola08:
grazie,
grazie mille, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e ti
ringrazio anche
di aver messo questa schifezza nei tuoi Preferiti! ^__^
_DaNgErOuS_ChIlD_ :
eccoti il nuovo capitolo, è stato all’altezza delle tue aspettative?
Spero proprio di si! ^__^ bacini…
aki96: va
bene,
assillami pure mi fa soltanto molto piacere! Ti dirò, scrivendo un po’
la bozza
della storia, in alcuni momenti cominciavo a scrivere momenti solo
molto
teneri, ma poi la litigata ce la dovevo piazzare per forza, proprio mi
usciva
naturale. Con Sana e Akito dici che è normale? ^__^
Oo_Stefania_The_Best_Oo:
eccolo, eccolo
il secondo capitolo, dimmi subito che ne pensi d’accordo? Ma spero
proprio che
ti sia piaciuto e che la fic continui ad essere interessante, sennò mi
sparo!
>.<
sam05 : che
non ci
siano errori non ci metterei proprio la mano sul fuoco, dannati errori
di
battitura scappano sempre! Eccoti comunque il secondo capitolo, aspetto
di
ricevere un tuo parere! ^__^
bellina97: ma
assolutamente, non piangere, che Akito è qui, bello come il sole, come
l’universo e tutta la galassia! Il prossimo capitolo sarà sfornato
entro breve,
mi raccomando alle lacrime! ^__-
Ecco,
spero di non aver dimenticato nessuno. Ringrazio
anche tutti coloro che hanno messo questa storia tra le seguite, quindi
aki96,
Deb, Giovy95, Lorelag, maro_chan, salf,
ponpon,
sam05, Oo_Stefania_The_Best_Oo, Tin_Tin, trixina,
yesterday e __thestorm e anche tutti quelli che l’hanno
aggiunta
alle Preferite, quindi bellina97, Daimonos, naruhina
7, Pazzulina93,
Tin_Tin, e infine _cindygirl.
Grazie
a tutti di cuore.
Appuntamento
al prossimo capitolo con “Cosa vuoi
sentirti dire, Sana”, cosa vorrà dire? ^__^
Una
pioggia di baci a tutti quanti
Ale69