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Autore: _Miss_    22/03/2010    1 recensioni
"L'amicizia può battere l'amore? E l'amore può battere l'amicizia? Tanti sono gli interrogativi che si formano nella testa di Hannah ripensando al suo passato. E poi quella telefonata. Il suo migliore amico. O chiamarlo l'unico amore della sua vita? Il passato, dopo quasi tre anni, torna a farle visita. Ed è un pò scomodo e un pò piacevole. Lui, Robert, è diventato un attore di grande successo. E lei, a fatica, è riuscita a superare gli anni addietro: vero e proprio inferno. E ora che si sono ritrovati.... cosa accadrà?" Questa è l'introduzione della mia prima fanfiction su Robert Pattinson. La vita di Hannah è molto difficile e lentamente s'intreccerà, di nuovo, nella vita di Robert completamente differente dalla sua. Quell'amore che Hannah prova sarà ricambiato? Leggere per sapere come si concluderà la storia tra i due!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!! Scusate per il ritardo...

FANTASTICA alice75 che ha commentato.. ci stavo rimanendo male perchè lo scorso capitolo 4 recensione e a questo 0, adesso sono venuta per postare e ho trovato la 'sorpresa'!!!!
Tesoro lo capirai man mano... comunque anch'io partirei immediatamente!!!

Grazie alle persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite(20), le seguite(33) e quelle da ricordare(1)!!!

 

CAPITOLO 17

Capire Quello Che Voglio! 

 

Da due giorni sono rientrata a Roma e mi sono concentrata al massimo sul mio lavoro. Forse perché volevo tenere la mente occupata e tentare di non pensare a Robert anche se è alquanto difficile, se non impossibile…

Ogni sera mi corico senza forze, senza voglia di svegliarmi l’indomani…

Sentire Rob è sempre più difficile visto il fuso orario e i suoi orari davvero impossibili!

Sono seriamente decisa a partire per un paio di giorni ma adesso devo prima riuscire a metabolizzare bene la lontananza per non correre il rischio di essere assuefatta nuovamente dalla sua presenza rendendo ulteriormente difficile il distacco.

Do un’occhiata rapida e sono le 2 e sono nel letto da 3 ore ormai senza riuscire a chiudere occhio.

Rapidamente mi faccio due calcoli se non mi sbaglio lì dovrebbero essere le 4 o le 5 del pomeriggio, vabbè comunque è sicuramente sveglio anche se probabilmente è impegnato. Però vale la pena provare a chiamarlo.

Tuu---tuuu---tuuu--- il telefono squilla da 5 minuti ormai e dopo ogni “tuu” mi sento sempre peggio, messa da parte. Lo so che è egoista da parte mia pensarla in questo modo ma non posso farne a meno… la sensazione di essere meno importante di qualunque altra cosa stia facendo mi sta logorando e in uno scatto di nervoso concludo l’invana telefonata e scaglio il cellulare verso qualche parte del muro.

Invoco il sonno ma non arriva, non vuole proprio arrivare e la mia mente corre veloce a Vancouver, a lui che magari sta gironzolando per la città regalando a tutti la sua presenza, la sua risata, i suoi occhi unici… a tutti e non a me, stupida ragazzina che invece di dormire la notte pensa al suo pseudo ragazzo e al modo di far giungere a termine la sua carriera.

Ma non è colpa mia diamine!

 

Alle 6 e mezza sono ancora sveglia e mi alzo decisa a farmi una doccia, magari riesco a rilassarmi un po’ prima di andare a lavoro. Jake mi ha proposto una settimana, anche due, di vacanza, visto che ho concluso l’affare in modo avvantaggioso soprattutto per la nostra azienda ma mi sono rifiutata categoricamente. Però ho chiesto se potevo usufruire di quei giorni in altri momenti e ha acconsentito. E’ davvero un caro amico e non gli ho nemmeno detto del ritorno, e della partenza, di Robert. Lui che mi ha sempre aiutato da quando siamo entrati in confidenza…

 

Esco dalla doccia un po’ più rilassata ma l’angoscia di questa notte è rimasta comunque…

Dopo essermi vestita non solo degli abiti, ma anche di tanta buona volontà cerco il mio telefono nella stanza… se non sbaglio l’ho lanciato proprio… qui, e fisso il muro dinanzi a me.

Ma accuccio alla ricerca disperata del telefono… sicuramente Rob non mi ha chiamata perché io dormivo, e lui lo sa, e ora invece, è lui a dormire…

Una luce da sotto l’armadio attira la mia attenzione e allungo la mano e con gran sollievo riafferro il mio cellulare.

Lo guardo, mi sta chiamando Elisa. Rispondo.

-Eli ciao!- cerco di sembrare più solare…

-Buongiorno tesoro! Dormito bene?- prossima…

-Ooh…- una meraviglia proprio!

-No eh?-

-No!- adesso sono davvero me…

-Dai! Passi di qua a fare colazione?- mmh… parlare con qualcuno non può che farmi bene.

-Si ok… 10 minuti e sono da te!- chiudo la telefonata mettendo il telefono direttamente in borsa. Lo odio abbastanza, da stanotte…

Infilo le scarpe e mi dirigo a casa di mia cugina.

E in dieci minuti sono già davanti la porta di casa sua.

Mi viene ad aprire ancora in pigiama e con un sorriso che di solito mi contagia… ma non stamattina…

Ho solo Rob in mente e il fatto di non sentirlo da ieri pomeriggio mi irrita davvero troppo.

Elisa mi cinge le spalle con un braccio e mi porta in cucina e facendomi accomodare mi para davanti pancake, latte, caffè, succhi di frutta, cornetti e chi più ne ha più ne metta.

Pian piano, spizzicando un po’ di tutto e raccontando tutto a Elisa… dalla partenza di Rob, la lettera, la nostra prima chiamata, l’aiuto di Mary, i due giorni passati da schifo al lavoro e di stanotte, finisco tutto il cibo.

Elisa mi guarda accigliata e vorrebbe dire qualcosa ma qualunque cosa direbbe attribuirebbe tutte le colpe a lui e io non voglio e l’anticipo.

-Io capisco che ha il suo lavoro, i suoi tempi e i suoi impegni… ma cavolo! Non lo so… mi sento totalmente sbagliata. Lui mi ha chiesto di partire… ok, vivremmo insieme, forse… ma per vederci quando? Non posso mollare il lavoro, mia madre… non posso… ho giurato che non l’avrei mai lasciata… e andare a Vancouver non è un bel modo di mantenere una promessa. E poi lui ha messo il lavoro prima di me… beh, anche se quella a cui nuoce sono io, mi comporto anche io come lui…-

-Tesoro non devi ragionare così. Hai bisogno di lui? Parti. Prenditi un mese, due… vedi come vanno le cose lì. A tua madre sai che ci posso pensare io. Voglio bene a zia e andiamo molto d’accordo. E poi hai visto che sta meglio. Sta benissimo. Quella che sta male adesso sei tu… te lo ripeto: parti! Se non va come speri, o va come credi torni… è meglio per te, per tua madre che soffre nel vederti star male… Ok? Prometti che oggi a lavoro ci pensi. Non è così difficile. Secondo me la soluzione a tutta questa sofferenza ce l’hai davanti agli occhi… credimi…- e mi sorride dolce infondendomi un coraggio che da troppo tempo non sentivo scorrere nelle mie vene…

Mi alzo abbracciando mia cugina e correndo me ne vado urlando “grazie”.

Mi serviva questa carica. Mi serviva qualcuno che andasse al di là delle apparenze e che mi desse il consiglio che volevo sentirmi dare senza stare a indagare sulla mia psicologia inversa.

 

Arrivo a lavoro con una nuova carica. Mi sento bene nonostante non ci sia Robert. Non so perché… è diverso anche da prima, da quando lui non c’era perché non ci sentivamo.

Ho la piena consapevolezza del mio amore per Robert. So che anche lui, a modo suo, mi ama e dobbiamo solo scoprire se il nostro amore può annientare tutto.

E per farlo… devo partire.

Grazie Elisa. Grazie perché con delle semplici parole hai innescato in me quello di cui avevo bisogno…

Il lavoro procede tranquillo e dialogo tranquillamente con i miei colleghi che ancora si congratulano con me per la buona riuscita dell’affare. Anche questo mi serve! I complimenti e i riconoscimenti fanno sempre troppo piacere e alimentano il mio ego!

Verso le 10 decido di andare a salutare Jake.

Busso e una voce piena e roca m’invita ad entrare.

-Ehi capo disturbo?- domando sorridendo.

-No, certo che no… soprattutto se hai questo bel sorriso!- che dolce!

-Non essere galante…-

-Accomodati!- mi siedo, o meglio, mi stravacco sulla poltrona posizionandomi di fronte al mio capo, nonché mio amico.

-Cosa ti porta da queste parti?-

-Dirti ciao?-

-Ti vedo bene…-

-Lo sono!-

-Non mi aggiorni sui suoi stati d’animo? Ieri ti trascinavi per l’edificio come uno zombie e adesso… ma guardati!- non può fare a meno di reprimere un sorriso.

-Eeeeh!! Troppe cose… hai tempo da perdere? Io si perché il mio capo è soddisfatto del mio lavoro extra!- dico ridacchiando.

-Si si! Ne ho… dai spara!- e mi metto a raccontare tutto dall’arrivo di Robert a Roma e tutti questi bei ricordi non fanno altro che migliorare il mio umore. Però sorvolo la parte triste e lui per fortuna sembra capirmi.

-Cavolo… la mia amica non mi presenta il suo ragazzo che è volato già oltreoceano? Aveva paura di me?- chiede a racconto concluso anche per stemperare un po’ l’atmosfera.

-No… però quando ho parlato di te è stato abbastanza geloso…- un guizzo diverso attraversa i suoi occhi ma faccio finta di non averci fatto caso.-

-E senti… partirai?- mi chiede. E dalla sua voce trapela una certa apprensione oltre che curiosità.

-Penso di si. Anche se sono ancora arrabbiata con lui perché non si fa sentire per niente…- anche se non prendo il telefono da… da quando mi ha chiamata Elisa.

-Dai dai… l’amore non è bello, se non è litigarello! Così mi diceva mia nonna!-

-Si! Anche la mia…- e anche mio padre… Il ricordo improvviso di mio padre mi getta un po’ nello sconforto… papà… quanto mi manchi… Sicuramente tu mi avresti aiutato a fare la scelta giusta facendo scegliere a me, senza farmi soffrire.

-Ehi tesoro… che c’è?- mi chiede Jake allungandosi verso di me e accarezzandomi le mani…

-No niente… papà…- e lui capisce in un batter d’occhio.

-Comunque l’intenzione di partire c’è. Dipende se a lavoro mi lasciano partire…- concludo riportando l’attenzione sul principale argomento della nostra conversazione.

-Io credo di si… poi ne parliamo meglio ok?-

-Ok…- e mi alzo, -vado a finire le cose che mi son rimaste da fare…-

-Ok… quando vuoi sai che mi trovi a tua completa disposizione…-

-Grazie davvero Jake…- e mentre sto per aprire la porta mi richiama.

-Hannah!- mi volto, -oggi non parti giusto?- annuisco. –Che ne dici di venire a cena con me? Niente d’impegnativo. Agriturismo?-

-Ma si dai!-

-Alle 20:30 passo a prenderti.-

-D’accordo! A dopo!- e me ne vado fischiettando.

 

Mi siedo alla mia scrivania e riapro il mio portatile.

L’icona della posta in arrivo lampeggio e la apro.

3 messaggi non letti.

Mentre sto per aprirla il telefono dell’ufficio squilla e visto che ci sono solo io mi vedo costretta a rispondere.

-Pronto?-

-Salve, c’è Margherita Rossi?- la mia collega.

-Sono la sua collega e al momento non c’è… chi è che parla?-

-Sono suo fratello e non risponde al cellulare… senta mi può fare la cortesia di dire a Margherita di richiamarmi appena può? E’ piuttosto importante…- chissà se hanno cercato anche me sul telefonino!! Poi controllo…

-Non si preoccupi! Non mi muovo dall’ufficio se non viene Margherita…-

-Grazie! Buona giornata!-

-Anche a lei…- poverino… è preoccupato.

Ma l’aspetterò sul serio. Quella ragazza è una persona davvero gradevole, non si impiccia mai degli affari degli altri ed è molto professionale. Mi piace!

Mentre mi risiedo prendo la borsa con dentro il telefono ma l’entrata di Margherita mi blocca e le racconto della chiamata.

Mi risiedo un’altra volta e decido di vedere queste benedette mail.

Primo messaggio. Apro.

Pubblicità. Cancello.

Secondo messaggio. Apro.

Ancora pubblicità. Cancello anche questo.

Mi vien voglia di cancellare anche quello rimasto ma qualcosa mi suggerisce di non farlo.

Terzo messaggio. Apro.

Mittente: boPa.ca. E chi è?

Leggo.

“Senti ma che fine hai fatto? Ho provato a richiamarti ma niente… è successo qualcosa? Scusa se ti contatto al lavoro ma so che sicuramente la posta la scarichi. Non so quante chiamate ti ho fatto. Non mi far preoccupare. Fatti sentire perché ho un disperato bisogno di sentire la tua voce. E ti prego di mandarmi tutte le foto che ci siamo fatti insieme perché non ho nessuna tua foto e ho bisogno di avere l’illusione che tu sia al mio fianco. Comunque ti supplico. Chiamami. A qualunque ore. Non vado a dormire. Ti amo.”

Oddio… Rob… Robert… amore mio…

Piango… le mie sono lacrime di gioia. Che stupida idea che ho avuto. Maledetto cellulare!

Lo afferro e trovo le sue 23 chiamate e 10 messaggi.

Sono tutti più o meno “amore dove sei? Scusami se non ti ho risposta ma dormivo.”, “ma stai bene? Perché non ti fai sentire? Mi manchi!” e tutti, proprio tutti, finivano con le stesse meravigliose, piene di significato per noi due, “TI AMO!”.

 

Senza pensarci ulteriormente premo il tasto di chiamata rapida e la sua voce mi travolge come un fiume in piena.

 

 

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Le mie storie:

-Vite Incatenate (Fanfic su Twilight)

-Robert Chi? (FanFic su attori)

-Danger Love (FanFic su Twilight)

   
 
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