“E’
difficile crederci, ma dovrai farlo, se vorrai
essermi d’aiuto.”
Rue
Ryuzaki sedeva nel salotto in casa di Watari.
Era un uomo abbastanza giovane e di bell’aspetto, nonostante
i tratti
tipicamente asiatici, il suo modo di vestire era occidentale. Portava i
lunghi
capelli bruni raccolti in una treccia che gli pendeva da un lato della
spalla. I
sottili occhiali da vista incorniciavano il volto candido dal mento
affinato. La
sua apparenza elegante avrebbe incantato chiunque. I tratti femminei,
però,
rendevano ancora più insolito il fatto che lui fosse tra i
tre detective più
importanti al mondo, insieme a Coil e Deneuve.
Lawliet
lo guardava a bocca aperta:
“Ma…
io… perché devo essere io
a fare da esca?” gli chiese.
“Perché
al momento il nostro uomo ha messo gli occhi
su di te.” Rispose Rue sorseggiando una tazza di
tè.
“Come
puoi essere certo che abbia davvero a che fare
con l’incendio a casa mia?!” chiese il ragazzo.
“Lascia
che ti spieghi alcune cose molto importanti.”
Rue posò la tazza di tè e incrociò le
dita delle mani “Queste informazioni sono
strettamente riservate alle forze dell’ordine,
perciò non farne parola con
nessuno. Negli ultimi otto mesi sono avvenuti nei dintorni di Londra
strani
casi di stupro. Le vittime sono state undici: due ragazze e nove
ragazzi. Tutti
minorenni. Le prime quattro vittime sono state trovate morte in
circostanze
molto insolite. Un suicidio senza movente compiuto con un veleno che la
vittima
non avrebbe mai potuto acquistare, un annegamento in una piscina vuota,
ma soprattutto,
le due che mi hanno colpito di più, ovvero un incidente
d’auto dovuto a un’improvvisa
tempesta e un fulmine in pieno giorno in un centro cittadino. Tutte le
vittime
dicevano che il cielo si era oscurato improvvisamente.
Be’… io sono convinto
che una spiegazione a tutto questo c’è. Esistono
dei congegni in grado di
manipolare le condizioni climatiche.”
“Sì.”
Intervenne Watari, che era rimasto in silenzio
fino ad allora “Sinceramente, è a quello che ho
pensato quando mi hai parlato
del caso. Però dei simili strumenti non si possono trovare
in mano a molte
persone, perciò…”
“Perciò…”
riprese Rue “Sarà facile restringere il
campo delle indagini a poche persone. Innanzitutto posso aggiungere che
le
quattro vittime uccise, erano state quelle che avevano fornito delle
testimonianze particolarmente dettagliate sull’aspetto dello
stupratore. Qui
posso capire che l’indiziato è una persona che
può sottrarre informazioni alla
polizia, se non un poliziotto stesso.”
“Continuo
a non capire cosa c’entri con mio padre.” Fece
Lawliet tenendosi la testa tra le mani.
“Tuo
padre aveva rivolto uno sguardo al caso, e
grazie al suo enorme talento investigativo, era quasi arrivato a
risolverlo,
restringendo il campo a soli tre indiziati. Ne aveva parlato anche con
tua
madre, ed è ovvio, dato che lei era un’agente
dell’FBI. L’incendio a casa tua è
stato devastante, ed è scoppiato per via di un fulmine, non
è vero? Ma non c’era
nessun temporale. Il fulmine è stato condotto lì.
Nonostante tutto sia andato
in fumo, l’assassino ha badato bene a non torcere a te
nemmeno un capello.” Spiegando,
Rue si aggiustò gli occhiali sulla punta del naso
“Proprio qualche mese dopo si
verifica un tentativo di stupro in circostanze simili. Tu assomigli
davvero a
tuo padre, ma la sua identità era segreta. Allora chi
può sapere com’era fatto
in volto, se non qualcuno legato alla polizia?”
sorseggiò il tè e continuò
“Combinando
gli elementi di tutti i casi, il campo si restringe nuovamente a tre
indiziati.”
“Quindi
la soluzione non è poi così lontana.”
Commentò
Lawliet.
“Ti
sbagli.” Obiettò Rue “Non potremo mai
incastrare
il colpevole se non avremo una prova sussistente. L’unico
modo sarebbe avere
accesso al suo covo e recuperare i dati del manipolatore climatico che
ha usato
per uccidere. Ecco perché ho bisogno che tu faccia da
esca.”
Watari
alzò leggermente la voce e dopo aver tossito,
si oppose chiaramente:
“Rue,
mi dichiaro esplicitamente contrario. Non è
saggio lasciare che Lawliet rischi la propria
incolumità.”
“Lawliet
non correrà alcun pericolo.” Replicò il
detective “Conosce la capoeira. E poi i miei intenti sono
altri.”
“No.”
Ribatté ancora l’anziano.
Lawliet
si alzò in piedi e disse forte:
“Sono
disposto a fare qualunque cosa per vendicare i
miei genitori. Non interferire, Watari.”
Di
conseguenza a quel gesto, Rue fece un ghigno
soddisfatto:
“Grazie
dell’appoggio, Lawliet. Ho avuto modo di
indagare insieme a tuo padre. So che hai ereditato le sue stesse
capacità, e
così mi sarai di grande aiuto. Voglio che tu ti faccia
avvicinare nuovamente da
quell’uomo.”
“Che
cosa??” chiese il ragazzo allibito
“Tenterà di
mettermi le mani addosso!”
“Lo
so.” Annuì Rue “E tu dovrai
assecondarlo.”
“Eh?!
Dici sul serio, dovrei lasciare che mi
violenti?!”
“Assolutamente
no. Ma devi lascarti toccare da lui.
Devi invogliarlo a desiderarti fino alla follia.”
Lawliet
ebbe un conato di nausea, che represse
subito.
“Che
schifo…” si lasciò sfuggire.
“Sì,
Lawliet. Lui si eccita al pensiero che tu gli
sfugga, perciò sii sfuggente, ma lasciati accarezzare. Come
un gatto randagio.
Se proverà ad andare fino in fondo, però, urla
più che puoi. Sono certo che di
questo passo, cercherà di portarti a casa sua. E quando lo
farà, sarà il mio
turno. Ti seguirò impercettibilmente da lontano, e mentre
lui sarà occupato con
te, io prenderò tutte le prove necessarie. Lo metteremo di
fronte a una
completa disfatta.” Nel pronunciare l’ultima frase,
gettò due zollette di
zucchero nella sua tazza di tè “Sarà
così. Allora, te la senti?”
“Sì,
lo farò.” Disse Lawliet. Ma la sua mente stava
pensando tutt’altro. La sicurezza che ostentava Rue Ryuzaki
aveva qualcosa di
strano, e sembrava volerlo mettere a tutti i costi in pericolo per
salvarsi.
Non sapeva ancora se fidarsi di lui oppure no. Inoltre, lo sguardo
severo di
Watari, gli dava molto da riflettere.