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Autore: Diana924    25/03/2010    1 recensioni
Terza storia del "ciclo regine ed amanti", questa volta a parlare e ricordare è Maria Teresa d'Asburgo y Borbone, infelice moglie di Luigi XIV
N.d.r: valgono le stesse cose delle precedenti, ovvero i fatti sono reali, ma io li ho romanzati, e come sempre alla fine vi è una bibliografia
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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- Questa storia fa parte della serie 'Regine ed amanti-Francia'
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Vedo mio marito il Re, è venuto, è venuto da me. So che sto per morire, sia fatta la volontà di Nostro Signore, ma la presenza di mio marito mi conforta.

Si dice che quando una persona stia per morire veda, come in sogno, tutta la sua vita. E questo sembra quello che mi sta capitando. Forse è questo che mi sta accadendo, una grazia che Nostro Signore mi ha inviata.

Mi rivedo bambina, una povera bambina, anche se una principessa. Mia madre era morta quando ero appena una bambina e mio padre si era risposato. Odiavo la nuova Regina di Spagna e lei mi detestava, ero rimasta sola perchè mio fratello, l’Infante Baltasar Carlos era morto anche lui, a sedici anni, nel fiore della giovinezza. Mio padre, re Filippo IV di Spagna aveva sposato quella che avrebbe dovuto essere la moglie di Baltasar Carlos, una ragazzina appena sedicenne. Io d’altra parte non avevo il ben che minimo peso nella austera corte di mio padre.

Solo una cosa mi impedì di sprofondare nel baratro della depressione, anche se ero una bambina, ovvero le promesse per il mio futuro. Essendo una principessa avrei sicuramente sposato un Re, questo era scritto in cielo fin da quando ero nata.

Il mio promesso sposo sarebbe stato mio cugino, il Re di Francia Luigi XIV, com’era stato deciso dal giorno della mia nascita.

Ogni tanto da Parigi ci inviavano dei suoi quadri, ed io restavo incantata, era bellissimo. Non appena compresi il significato della parola marito lo identificai con il volto del mio bel cugino di Parigi. Vedevo un guerriero con il volto di un cherubino.

Poi venni presa da una profonda inquietudine e tristezza. Mio padre ha saputo dalle sue spie che il Re di Francia vuole sposare la principessa di Savoia. Questo mi gela, è la notizia peggiore della mia vita. Mio padre urla, cosa strana per lui , queste parole: << Esto no puede ser y no sera!* >> Manda il suo ministro, don Antonio Pimantel, a Lione, per offrire la mia mano e la pace tra le nostre nazioni al Re. Quando vengo a sapere che entrambe le cose sono state accettate mi sembra di morire dalla felicità: sposerò il mio bel cugino e sarò Regina di Francia.

Avrei incontrato il mio futuro sposo al confine, a Saint Jean de Lutz, dove si sarebbe svolta la cerimonia.

Lo vedo venire con suo fratello e sua madre, nata come me Infanta di Spagna. Parlano a lungo con mio padre. Vengo annunciata ed entrò, ma non vedo mio cugino, le regole del protocollo mi impongono di non vederlo. La Regina Anna d’Austria chiede a mio padre se si può fare un’eccezione. Mio padre afferma che no, non si può fare, almeno finchè mio cugino non abbia varcato quella porta facendosi annunciare. Allora il fratello del Re, Monsieur Filippo, mi chiede come trovi la porta, con malizia. Capisco cosa intende, rifletto un po’ e poi dico che la porta mi sembra molto bella e ben fatta, arrossendo.

Il giorno dopo sono felicissima, finalmente sposo colui che amo, ed è un Re, l’unica persona degna di amarmi.

La sera al banchetto nuziale mio marito, vinto dalla passione mi chiede di giacere con lui, subito. tento di temporeggiare, è troppo presto, ma mi dicono da tutte le parti di correre, che il Re è nelle sue stanze e si è già svestito. Corro, felice come non mai, quella notte chiedo a mio marito una cosa, solo una: che passi tutte le notti con me, qualunque cosa accada. Lui promette, rendendomi felicissima.

* questo non può essere e non sarà!

   
 
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