Chapter 1 – E ritorno da te – Parte seconda
Metto in moto e faccio marcia
indietro. Non ho altre “amichette” oltre a lei,
perciò la
giornata è andata persa e la cosa mi dà
leggermente fastidio.
Questo è il bello di non essere indipendenti.
Supero il ponte e quasi quasi penso
di tornarmene a casa a dormire, o magari a studiare geografia.
Mi arriva un messaggio e rallento al
semaforo rosso, odio la legge del cellulare in macchina.
I miei stasera escono, vanno ad
una festa. Si, non è proprio una festa, ma comunque non sono
a casa.
Hai voglia di tornare indietro più tardi?
Leggo il messaggio e sorrido. Si, ho
voglia di tornare indietro. Potevi anche dirmelo prima.
Il
semaforo diventa verde e non ho il tempo di rispondere, così
aspetto
di arrivare a casa e di spegnere la macchina.
A che ora? Non mi dire che ti sei
dimenticata che domani c'è scuola. Comunque io non ci vado,
oggi la
Bertone mi ha fatto scazzare troppo.
Apro la porta e mia madre mi guarda
sorpresa dalla cucina: non si aspettava che arrivassi così
presto.
“Sei già qui?” mi chiede.
“Sono cambiati i piani, esco più
tardi” le rispondo, chiudendomi in camera.
Mi arriva un altro messaggio.
Vieni dopo cena. Non voglio
saltare la verifica domani, perciò puoi rimanere al massimo
fino
alle undici
Lei cena verso le otto e mezza,
perciò devo proprio accontentarmi di qualche ora.
Ci vediamo per le nove, se i tuoi
sono già via
Invio il messaggio e mi butto sul
letto, guardo l'orologio e noto che mancano ancora tre ore alle nove.
Cosa potrei fare? Accendo il computer ed entro un po' su Facebook,
così, giusto per controllare i post di un paio di persone.
Entro e mi trovo una cinquantina di
notifiche, tra commenti e applicazioni inutili. Scorro le notifiche e
cerco il suo nome, sperando ci sia anche lei. Noto che le piace
qualche mio link di una settimana fa e poi, finalmente, un commento
di Alice.
Mi si apre la pagina, è un link:
“Io amo le coccole nel letto” dice. Leggo la sua
risposta.
Sono sicura che le coccole non ti
bastano :-9
Maliziosa la ragazza. Mi convinco
che sia un buon segno e sorrido tra me e me.
No, infatti :D
Clicco su aggiungi e aggiorno la
pagina. Trascino giù il cursore per controllare gli altri
post, ma
mi cade l'occhio di nuovo su quel link.
A Ilaria Castoldi piace questo
elemento
Non lo avrei detto, siamo sempre
molto “freddi” dopo, poche volte siamo rimasti
abbracciati o ci
siamo scambiati un bacio. Cerco di non pensarci e vado avanti,
leggendo il resto. Mi arriva una notifica istantanea: Alice mi ha
commentato il link. Clicco e aspetto che si apra la pagina.
Interessante! ;-)
Okay, bene. Cerco di
tranquillizzarmi, potrebbe significare tanto e potrebbe significare
niente. Mi si apre un messaggio in chat da Alice e decido di non
rispondere al link. Rispondo al suo saluto e mi chiede come sto.
Bene, decisamente troppo bene. Le rispondo con un
banale
“tutto ok” e cambiamo discorso. Menomale, i
convenevoli sono
stupidi e perditempo.
Ma che link condividi?!?
Sghignazzo. Hai solo da non
commentarli.
Semplici link! Sei tu che scrivi
commenti provocanti! :-P
E
continuiamo così, cambiando in fretta il discorso, che cade
inevitabilmente sulla scuola. Stufo del fatto che non si possa
parlare di altro con nessuno, cambio nuovamente e le chiedo se sta
con qualcuno. Mi risponde che si sta vedendo con uno, ma che
è da
poche settimane che si frequentano. Peccato.
La saluto, sono stato fin troppo al
pc. Spengo tutto, vado in salotto e mi stravacco sul divano. Il bello
di avere sky è che hai qualche canale in più del
digitale
terrestre.
Passo dai canali di default a quelli
“solo nostri”: Fox, Fox crime, E!, Fox Life, Comedy
Central.
Niente di niente. Mi fermo a guardare Verissimo su canale 5, pensando
davvero che al mondo ci sono persone più idiote di me.
Guardo Signorini e rido: come può
uno come lui essere in televisione? Vive dei cazzi degli altri!
Spengo la tele e sento mia madre che mi dice di riaccenderla
perché
le tiene compagnia. Eseguo gli ordini e mi arruola per apparecchiare
il tavolo.
Ecco perché rimango sempre chiuso
in camera.
Prendo i piatti in alto e poi i
bicchieri, prima di accorgermi di non aver messo la tovaglia sul
tavolo.
“Mà, mi prendi la tovaglia, per
favore?” le chiedo, con piatti e bicchieri per aria.
“Appoggiarli, no?” mi dice,
scuotendo la testa. Ora pretende anche?
Finisco di apparecchiare e poi mi
abbraccia. La mia mamma.
Se solo sapessi che razza di
superficiale sono diventato... Ti voglio bene mamma.
Le sorrido e mi prendo il mio bacio
affettuoso. Quanto è bella la mia mamma.
“Basta Mà, che mi consumi” le
dico, arruffandole i capelli. Mi tira uno scappellotto e ridiamo
tutti e due.
Guardo l'orologio e noto che sono
quasi le otto. In fondo il tempo non è passato
così lentamente come
credevo.
Mangio con mia madre e parliamo del
suo lavoro e della scuola che non sta andando molto bene.
Alle otto e mezza mi alzo da tavola
e vado a lavarmi i denti. Mi guardo allo specchio e aggiusto la
camicia. Controllo che l'odore sia okay e mi spruzzo il dopobarba.
Esco dal bagno, do un bacio a mia
madre e prendo la giacca.
“Ci vediamo domani” le grido,
chiudendomi la porta alle spalle.
Arrivo alle nove meno cinque e suono
il campanello. Mi apre il cancello e anche il portone.
Casa sua è bella, senza dubbio, ma
è enorme, tanto da rischiare di perdersi in qualche stanza
mai
scoperta.
Salgo su fino al salotto e lei è lì
che guarda la tv, seduta sul divano.
“Ehy” le dico, entrando. Lei si
volta e mi sorride; la raggiungo e mi siedo vicino a lei.
“C'è zelig” mi dice,
sorridendomi. Annuisco e la guardo con interesse.
Non le importa più di come si
presenta davanti a me, ormai rimane in tuta o con i vestiti da casa,
al contrario di quando avevamo appena iniziato a vederci: aveva
sempre la gonna o i jeans attillati che le stavano molto bene.
Eppure,
nonostante i vestiti, non smette di essere interessante.
Ride ad una battuta di un comico
romagnolo, i suoi preferiti sono proprio i romagnoli, e sorrido anche
io.
È così difficile provare interesse
per una persona? Le accarezzo una guancia e lei arrossisce.
“Mi fai vedere Massimo Bagnato?
Giuro che dopo di lui spengo la tv” mi dice, stringendo le
mani
come stesse pregando.
Quello che mi da fastidio è che
Massimo Bagnato fondamentalmente è un idiota con tanto di
patente,
perciò non capisco come possa piacerle uno così.
Mi stravacco sul divano, senza
neanche pensare all'eventualità di abbracciarla. Dopo una
buona
mezz'ora di sole sue risate, arriva l'idiota.
“Chi lo fa per inerzia? Chi
vorrebbe che io smettessi?” un idiota, appunto.
“Ma davvero ti fa ridere?” le
chiedo, sorpreso. Eppure è una ragazza intelligente.
“Si, un sacco! È stupido e mi fa
ridere. Mi piace” mi risponde, sorridendomi. Il tizio esce di
scena
con tanto di applausi e scuoto la testa incredulo.
Si volta verso di me e mi guarda
seriamente.
Oh, avanti, lo abbiamo fatto un
milione di volte, non puoi ancora imbarazzarti
penso, sbagliandomi di grosso.
Il suo non è imbarazzo, pensava
solo al posto.
La tiro verso di me e la bacio. Da
qualche parte bisogna pur iniziare. Si sdraia sopra di me e continua
a baciarmi, decisamente presa dalla situazione.
Era ora.
Sono
passati quattro giorni dall'ultima volta che ci siamo
visti, sono
contento di non
essere l'unico impaziente.
Mi accarezza, ormai conscia di ogni
mio punto debole, e la voglia mi pervade.
“Andiamo in camera mia, qui non va
bene” mi dice, alzandosi e spegnendo la televisione. Butto la
testa
all'indietro, cercando di ritrovare il respiro. Ogni volta è
sempre
più sorprendente.
La seguo su per le scale e penso che
dalla sua prima volta è migliorata parecchio. Niente
più
indecisioni, neanche più la vergogna.
Chiudo la porta della sua camera e
lei abbassa le tapparelle.
La raggiungo e l'abbraccio da
dietro, per poi baciarle una guancia.
Guardo i suoi occhi che diventano
tristi, forse per qualche pensiero che rimarrà sempre un
mistero per
me. Si volta e mi bacia, qualsiasi cosa le fosse passato per la mente
lo ha accantonato da una parte per stare con me.
Le tolgo la maglietta e lei trema,
forse per il contatto con le mie mani fredde, oppure per la
situazione.
E subito da saccente e noiosa
diventa intrigante ed eccitante. Per questo torno sempre da lei, per
questo è diventata un punto di riferimento.
Mi sdraio sul suo letto, venti volte
più comodo del mio, e mi sbottona la camicia, lasciandomi un
attimo
di respiro.
La guardo, si ferma e per un attimo
sembra mi stia chiedendo qualcosa. Non sopporto quel suo
comportamento enigmatico, ogni volta mi disarma e mi confonde.
Capisce che non sono in grado di
comprendere ciò che mi chiede, così ignora il
tutto e torna a
dedicarsi solo a me. È una specie di Geisha, è
qui per intrattenere
me.
Le tolgo i pantaloni e, secondo la
tabella di marcia, ci siamo quasi.
“Ale... Me lo fai un favore?” mi
dice, già in preda agli ansimi.
“Si” dico, senza pensarci. Cosa
potrebbe mai chiedermi?
“Pensa a me. Guardami” mi
chiede, a bassa voce.
Ammetto che mi fa tenerezza. La
bacio, pensando che non è qualcosa di impossibile. Fare
l'amore
implica per forza l'amarsi?
Mi viene in mente “siamo soli”
di Vasco e lascio perdere ogni paranoia. Ci proverò,
cercherò di
pensare a lei, almeno stanotte.
“Per una volta penso di poterlo
fare. Solo io e te. Ci sto” le dico, accarezzandole una
guancia.
Si mette a sedere sopra di me e mi
tiro su anche io. Che le prende?
“Ila?” chiedo, a bassa voce.
Non mi risponde, ma mi abbraccia,
nascondendo il viso contro il mio collo. L'abbraccio anche io.
Stasera qualcosa non va.
“Scusa” sussurra a bassa voce.
Non capisco, scusa per cosa?
“Per cosa?” le chiedo.
“Niente...” risponde.
Impossibile che sia niente.
“Ila? Parla” le chiedo, ma
chiude la nostra conversazione con un bacio.
Mi prende ogni volta, è troppo
brava a coinvolgermi, è nel mentre che mi perdo.
Ha ragione, se n'è accorta che
nella mia mente c'è sempre altro, mai lei o il suo corpo e
un po' mi
dispiace, credevo che cose come queste non si capissero.
E allora faccio come mi ha chiesto,
la guardo e la vedo bella, perché lei è bella.
Quanto è bella la
mia ragazza, perché indubbiamente ora
è mia.
Apre gli occhi e mi guarda fisso,
poi sorride. Ha capito che ci sto provando, sto cercando di fare
quello che mi ha chiesto.
Le sue mani mi accarezzano la
schiena e non posso non baciarla, sto facendo l'amore con lei. Mi
tira giù e mi abbraccia.
Le mordo un orecchio e ride, le
sorrido e mi perdo completamente. Con lei.
E ora, rimango sdraiato nel suo
letto, lei è appoggiata sulla mia pancia che si rilassa.
Guardo
l'orologio e noto che le dieci sono già passate, tra meno di
venti
minuti me ne dovrò andare.
Sospira e poi si tocca i boccoli
castani.
“Mi dici che succede?” le
chiedo, per paura e gentilezza.
“Niente... Sono solo un po' stufa”
mi dice, senza muoversi. Sento il suo alito caldo contro la mia
pancia.
“Quindi non è per me?” le
chiedo, speranzoso. Non ho molta voglia di scoprire cosa ho
combinato.
La sento sbuffare e poi si gira
verso di me.
“Devi ancora capire che il mondo
non va avanti grazie a te. Sei un narcisista presuntuoso. No, non
è
per te, ma per noi. È questo quello che volevi
sapere?” mi chiede,
già infuriata.
“È meglio non parlarci con te se
ogni volta devi aggredirmi così. Basta, me ne vado. Ti
preferisco
quando scopiamo” le rispondo, alzandomi dal letto. La
conosco, ho
già capito che ha voglia di litigare.
Sta zitta e si rannicchia su se
stessa, senza dirmi nulla. Sta per piangere, ne sono sicuro. Mi vesto
in fretta, vederla piangere mi renderebbe troppo vulnerabile e
rischierei un suo fraintendimento.
“Ci vediamo” le dico, uscendo
dalla sua camera.
Scendo, dopo aver preso le mie cose,
salgo in macchina e ignoro i sensi di colpa: ogni volta litighiamo.
Me ne torno a casa, un po'
frastornato. Il cuore a mille mi fa spingere sull'acceleratore,
nonostante l'ora, nonostante i rischi.
Penso al ribaltamento delle
situazioni: un attimo prima in paradiso e poi la caduta all'inferno.
È così, sempre.
Freno di colpo, non mi ero accorto
del semaforo rosso, ero troppo preso dai miei pensieri. Non capisco
il suo comportamento, non capisco cosa voglia da me, pensavo che dopo
sei mesi avesse iniziato a conoscermi.
Schiaccio di nuovo il piede
sull'acceleratore e cambio in fretta le marce: dannate emozioni.
Vorrei essere immune a certe cose, a certi pensieri che non fanno
altro che confondermi.
Parcheggio sotto casa mia e mi
meraviglio dei dieci minuti.
Apro la porta di casa e vedo mia
madre alla tv, mi sembra tanto sola in questo momento. Entro in
salotto e la saluto.
“Tutto bene?” le chiedo,
guardandola.
Lei annuisce, sta quasi per
addormentarsi.
“Perché non vai a dormire? Dai,
scendi da quel divano” le dico, spegnendo la tele. Mi sorride
e
sbadiglia, alla fine l'ho convinta.
“E tu, tutto bene?” mi chiede,
alzandosi e uscendo.
“Si” le rispondo, spegnendo la
luce del salotto.
“Hai una faccia strana. È meglio
se dormi anche tu” mi dice, entrando in bagno.
Vado in camera mia e inizio a
spogliarmi, aspettando che si liberi il bagno. Prendo il cellulare
dalla tasca e controllo se ci sono messaggi. Ce n'è uno
solo, di
Ilaria.
Lo abbiamo fatto, vero? Abbiamo
fatto l'amore?
Rimango allibito dalla sua domanda.
Il cuore inizia a battermi forte, senza controllo, e mi sale anche la
rabbia, perché non sono domande da fare queste. Cosa vuole
sapere?
Mi siedo sul letto con solamente i
pantaloni addosso, guardo fisso davanti a me e penso.
Riporto alla mente l'accaduto, come
un deficiente, e riesco a constatare che, effettivamente, non era
stato come le altre volte. Qualcos'altro, oltre al mio ego e alla mia
soddisfazione personale, mi ha fatto arrivare alle stelle. Spalanco
gli occhi, non posso ammettere a me stesso di provare qualcosa per
lei, diventerebbe un'ossessione e finirei con l'innamorarmi.
Mi alzo e vado in bagno. Una doccia
è quello che mi serve.
Un po' di shampoo, un po' di
bagnoschiuma e i pensieri scivolano via.
Ma una volta nel letto, la testa
torna a sfornare idee sconclusionate, ricordi dimenticati e segreti
mai svelati.
Chiudo gli occhi e penso ad Alice,
bella, bionda e tanto complicata.
Di una come lei potrei anche
innamorarmi, rispecchia a pieno il mio ideale e la trovo tanto
misteriosa.
Poi mi torna in mente il messaggio
di Ilaria e prendo il cellulare.
Ho fatto quello che mi hai
chiesto, nulla più. Non so cosa fosse e forse non ho neanche
voglia
di scoprirlo.
Premo su invio e per l'ennesima
volta ho mentito. Era qualcosa di più, qualcosa che non
riesco a
spiegarmi.
Stringo il cuscino intorno alla mia
testa: mi odio, la odio e odio quel maledetto giorno: non avrei mai
dovuto baciarla.
Mi vibra la pancia e leggo la sua
risposta.
Ti invidio, sai? Sei così bravo
a scappare da tutto e tutti. Forse non sei migliore di tuo padre.
Stringo il cellulare e avrei voglia
di ucciderla.
Come si permette? Lei, con la sua
vita rosa e fiori, con i genitori che hanno i soldi pure al posto
della carta igienica. La odio e non capisco perché perdo
ancora
tempo con lei. Forse per pena.
Fanculo Ilaria.
Spengo il cellulare e penso a tutti
gli insulti che potrei rivolgerle, a lei e a quella fottutissima vita
perfetta che si ritrova.
Mi addormento nervoso, con le
immagini di noi due.
Ehy! Ma
ciau^^ Waaa, vorrei dirvi che Massimo Bagnato lo adoro, nonostante sia
un emerito deficiente!
E poi che dirvi? Conto molto su questa storia, ho tante idee, forse
supererà Love in Germany... =) i buoni propositi ci sono,
manca un po' il tempo, ma non importa... Io non scappo ^___^ vi
ringrazio per i primi seguiti, davvero!
Ah, posso darvelo un consiglio spassionato? Ascoltate le canzoni dei
titoli. La canzone di questo primo capitolo è "E ritorno da
te" di Laura Pausini. Il testo, è quella la chiave =)
Ringraziamenti:
_LaUra: ti ringrazio, mi fa davvero piacere. Mi scuso per averci messo un po' ad aggiornare!
LaBabi: ehhh! L'altro giorno volevo mandartelo tutto, ma entravi e uscivi da msn, così ci ho rinunciato xD comunque, ogni tanto controlla, qui aggiorno! Un bacio
Giulietta7: Bene! Era proprio quello il punto! Spero si sia fatto ancora più interessante
Ro90: che scema xDDD scrittori famosi? La storia ha 4 seguiti xDDDD mi fai morire... Comunque, ecco qui il capitolo che tanto aspettavi. E' già pronto anche il terzo, ma ci metterò un po' per postarlo! Un bacio