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Autore: Diana Abigail    25/03/2010    5 recensioni
Ho sempre pensato che la colonna sonora sia la vera chiave di tutto. Di un film, di un sentimento, di una storia, di una vita.
A volte una canzone può parlare tanto di te, a volte può parlare tanto di voi.
Ciao, io sono Ilaria, da poco diciottenne e, purtroppo, infognata in una storia senza sbocchi.
A vedermi non si direbbe, lo so bene. Amo lo studio, amo prendermi cura di me stessa e amo girare le città d'arte. Feste e alcool non fanno affatto per me, ma a quanto pare le storie di sesso si.
Non giudicatemi, non so bene come ci sono finita in questo casino, sta di fatto che sono alla prese con una tesina d'esame e un compagno di classe che mi spoglia appena può.
Ilaria e Alessandro, compagni di classe da tre anni, non hanno niente in comune. Eppure capita che a volte si ritrovino nello stesso letto. Ma c'è Alice, bionda e bella, che è il vero obiettivo di Alessandro. Come si può sopportare una relazione così? 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vivo per lei - Ilaria e Alessandro'
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Chapter 1 – E ritorno da te – Parte seconda

Metto in moto e faccio marcia indietro. Non ho altre “amichette” oltre a lei, perciò la giornata è andata persa e la cosa mi dà leggermente fastidio. Questo è il bello di non essere indipendenti.
Supero il ponte e quasi quasi penso di tornarmene a casa a dormire, o magari a studiare geografia.
Mi arriva un messaggio e rallento al semaforo rosso, odio la legge del cellulare in macchina.

I miei stasera escono, vanno ad una festa. Si, non è proprio una festa, ma comunque non sono a casa. Hai voglia di tornare indietro più tardi?

Leggo il messaggio e sorrido. Si, ho voglia di tornare indietro. Potevi anche dirmelo prima. Il semaforo diventa verde e non ho il tempo di rispondere, così aspetto di arrivare a casa e di spegnere la macchina.

A che ora? Non mi dire che ti sei dimenticata che domani c'è scuola. Comunque io non ci vado, oggi la Bertone mi ha fatto scazzare troppo.

Apro la porta e mia madre mi guarda sorpresa dalla cucina: non si aspettava che arrivassi così presto.
“Sei già qui?” mi chiede.
“Sono cambiati i piani, esco più tardi” le rispondo, chiudendomi in camera.
Mi arriva un altro messaggio.

Vieni dopo cena. Non voglio saltare la verifica domani, perciò puoi rimanere al massimo fino alle undici

Lei cena verso le otto e mezza, perciò devo proprio accontentarmi di qualche ora.

Ci vediamo per le nove, se i tuoi sono già via

Invio il messaggio e mi butto sul letto, guardo l'orologio e noto che mancano ancora tre ore alle nove. Cosa potrei fare? Accendo il computer ed entro un po' su Facebook, così, giusto per controllare i post di un paio di persone.
Entro e mi trovo una cinquantina di notifiche, tra commenti e applicazioni inutili. Scorro le notifiche e cerco il suo nome, sperando ci sia anche lei. Noto che le piace qualche mio link di una settimana fa e poi, finalmente, un commento di Alice.
Mi si apre la pagina, è un link: “Io amo le coccole nel letto” dice. Leggo la sua risposta.

Sono sicura che le coccole non ti bastano :-9

Maliziosa la ragazza. Mi convinco che sia un buon segno e sorrido tra me e me.

No, infatti :D

Clicco su aggiungi e aggiorno la pagina. Trascino giù il cursore per controllare gli altri post, ma mi cade l'occhio di nuovo su quel link.

A Ilaria Castoldi piace questo elemento

Non lo avrei detto, siamo sempre molto “freddi” dopo, poche volte siamo rimasti abbracciati o ci siamo scambiati un bacio. Cerco di non pensarci e vado avanti, leggendo il resto. Mi arriva una notifica istantanea: Alice mi ha commentato il link. Clicco e aspetto che si apra la pagina.

Interessante! ;-)

Okay, bene. Cerco di tranquillizzarmi, potrebbe significare tanto e potrebbe significare niente. Mi si apre un messaggio in chat da Alice e decido di non rispondere al link. Rispondo al suo saluto e mi chiede come sto. Bene, decisamente troppo bene. Le rispondo con un banale “tutto ok” e cambiamo discorso. Menomale, i convenevoli sono stupidi e perditempo.

Ma che link condividi?!?

Sghignazzo. Hai solo da non commentarli.

Semplici link! Sei tu che scrivi commenti provocanti! :-P

E continuiamo così, cambiando in fretta il discorso, che cade inevitabilmente sulla scuola. Stufo del fatto che non si possa parlare di altro con nessuno, cambio nuovamente e le chiedo se sta con qualcuno. Mi risponde che si sta vedendo con uno, ma che è da poche settimane che si frequentano. Peccato.
La saluto, sono stato fin troppo al pc. Spengo tutto, vado in salotto e mi stravacco sul divano. Il bello di avere sky è che hai qualche canale in più del digitale terrestre.
Passo dai canali di default a quelli “solo nostri”: Fox, Fox crime, E!, Fox Life, Comedy Central. Niente di niente. Mi fermo a guardare Verissimo su canale 5, pensando davvero che al mondo ci sono persone più idiote di me.
Guardo Signorini e rido: come può uno come lui essere in televisione? Vive dei cazzi degli altri! Spengo la tele e sento mia madre che mi dice di riaccenderla perché le tiene compagnia. Eseguo gli ordini e mi arruola per apparecchiare il tavolo.
Ecco perché rimango sempre chiuso in camera.
Prendo i piatti in alto e poi i bicchieri, prima di accorgermi di non aver messo la tovaglia sul tavolo.
“Mà, mi prendi la tovaglia, per favore?” le chiedo, con piatti e bicchieri per aria.
“Appoggiarli, no?” mi dice, scuotendo la testa. Ora pretende anche?
Finisco di apparecchiare e poi mi abbraccia. La mia mamma.
Se solo sapessi che razza di superficiale sono diventato... Ti voglio bene mamma.
Le sorrido e mi prendo il mio bacio affettuoso. Quanto è bella la mia mamma.
“Basta Mà, che mi consumi” le dico, arruffandole i capelli. Mi tira uno scappellotto e ridiamo tutti e due.
Guardo l'orologio e noto che sono quasi le otto. In fondo il tempo non è passato così lentamente come credevo.
Mangio con mia madre e parliamo del suo lavoro e della scuola che non sta andando molto bene.
Alle otto e mezza mi alzo da tavola e vado a lavarmi i denti. Mi guardo allo specchio e aggiusto la camicia. Controllo che l'odore sia okay e mi spruzzo il dopobarba.
Esco dal bagno, do un bacio a mia madre e prendo la giacca.
“Ci vediamo domani” le grido, chiudendomi la porta alle spalle.
Arrivo alle nove meno cinque e suono il campanello. Mi apre il cancello e anche il portone.
Casa sua è bella, senza dubbio, ma è enorme, tanto da rischiare di perdersi in qualche stanza mai scoperta.
Salgo su fino al salotto e lei è lì che guarda la tv, seduta sul divano.
“Ehy” le dico, entrando. Lei si volta e mi sorride; la raggiungo e mi siedo vicino a lei.
“C'è zelig” mi dice, sorridendomi. Annuisco e la guardo con interesse.
Non le importa più di come si presenta davanti a me, ormai rimane in tuta o con i vestiti da casa, al contrario di quando avevamo appena iniziato a vederci: aveva sempre la gonna o i jeans attillati che le stavano molto bene.
Eppure, nonostante i vestiti, non smette di essere interessante.
Ride ad una battuta di un comico romagnolo, i suoi preferiti sono proprio i romagnoli, e sorrido anche io.
È così difficile provare interesse per una persona? Le accarezzo una guancia e lei arrossisce.
“Mi fai vedere Massimo Bagnato? Giuro che dopo di lui spengo la tv” mi dice, stringendo le mani come stesse pregando.
Quello che mi da fastidio è che Massimo Bagnato fondamentalmente è un idiota con tanto di patente, perciò non capisco come possa piacerle uno così.
Mi stravacco sul divano, senza neanche pensare all'eventualità di abbracciarla. Dopo una buona mezz'ora di sole sue risate, arriva l'idiota.
“Chi lo fa per inerzia? Chi vorrebbe che io smettessi?” un idiota, appunto.
“Ma davvero ti fa ridere?” le chiedo, sorpreso. Eppure è una ragazza intelligente.
“Si, un sacco! È stupido e mi fa ridere. Mi piace” mi risponde, sorridendomi. Il tizio esce di scena con tanto di applausi e scuoto la testa incredulo.
Si volta verso di me e mi guarda seriamente.
Oh, avanti, lo abbiamo fatto un milione di volte, non puoi ancora imbarazzarti penso, sbagliandomi di grosso.
Il suo non è imbarazzo, pensava solo al posto.
La tiro verso di me e la bacio. Da qualche parte bisogna pur iniziare. Si sdraia sopra di me e continua a baciarmi, decisamente presa dalla situazione.
Era ora.
Sono passati quattro giorni dall'ultima volta che ci
siamo visti, sono contento di non essere l'unico impaziente.
Mi accarezza, ormai conscia di ogni mio punto debole, e la voglia mi pervade.
“Andiamo in camera mia, qui non va bene” mi dice, alzandosi e spegnendo la televisione. Butto la testa all'indietro, cercando di ritrovare il respiro. Ogni volta è sempre più sorprendente.
La seguo su per le scale e penso che dalla sua prima volta è migliorata parecchio. Niente più indecisioni, neanche più la vergogna.
Chiudo la porta della sua camera e lei abbassa le tapparelle.
La raggiungo e l'abbraccio da dietro, per poi baciarle una guancia.
Guardo i suoi occhi che diventano tristi, forse per qualche pensiero che rimarrà sempre un mistero per me. Si volta e mi bacia, qualsiasi cosa le fosse passato per la mente lo ha accantonato da una parte per stare con me.
Le tolgo la maglietta e lei trema, forse per il contatto con le mie mani fredde, oppure per la situazione.
E subito da saccente e noiosa diventa intrigante ed eccitante. Per questo torno sempre da lei, per questo è diventata un punto di riferimento.
Mi sdraio sul suo letto, venti volte più comodo del mio, e mi sbottona la camicia, lasciandomi un attimo di respiro.
La guardo, si ferma e per un attimo sembra mi stia chiedendo qualcosa. Non sopporto quel suo comportamento enigmatico, ogni volta mi disarma e mi confonde.
Capisce che non sono in grado di comprendere ciò che mi chiede, così ignora il tutto e torna a dedicarsi solo a me. È una specie di Geisha, è qui per intrattenere me.
Le tolgo i pantaloni e, secondo la tabella di marcia, ci siamo quasi.
“Ale... Me lo fai un favore?” mi dice, già in preda agli ansimi.
“Si” dico, senza pensarci. Cosa potrebbe mai chiedermi?
“Pensa a me. Guardami” mi chiede, a bassa voce.
Ammetto che mi fa tenerezza. La bacio, pensando che non è qualcosa di impossibile. Fare l'amore implica per forza l'amarsi?
Mi viene in mente “siamo soli” di Vasco e lascio perdere ogni paranoia. Ci proverò, cercherò di pensare a lei, almeno stanotte.
“Per una volta penso di poterlo fare. Solo io e te. Ci sto” le dico, accarezzandole una guancia.
Si mette a sedere sopra di me e mi tiro su anche io. Che le prende?
“Ila?” chiedo, a bassa voce.
Non mi risponde, ma mi abbraccia, nascondendo il viso contro il mio collo. L'abbraccio anche io. Stasera qualcosa non va.
“Scusa” sussurra a bassa voce. Non capisco, scusa per cosa?
“Per cosa?” le chiedo.
“Niente...” risponde. Impossibile che sia niente.
“Ila? Parla” le chiedo, ma chiude la nostra conversazione con un bacio.
Mi prende ogni volta, è troppo brava a coinvolgermi, è nel mentre che mi perdo.
Ha ragione, se n'è accorta che nella mia mente c'è sempre altro, mai lei o il suo corpo e un po' mi dispiace, credevo che cose come queste non si capissero.
E allora faccio come mi ha chiesto, la guardo e la vedo bella, perché lei è bella. Quanto è bella la mia ragazza, perché indubbiamente ora è mia.
Apre gli occhi e mi guarda fisso, poi sorride. Ha capito che ci sto provando, sto cercando di fare quello che mi ha chiesto.
Le sue mani mi accarezzano la schiena e non posso non baciarla, sto facendo l'amore con lei. Mi tira giù e mi abbraccia.
Le mordo un orecchio e ride, le sorrido e mi perdo completamente. Con lei.

E ora, rimango sdraiato nel suo letto, lei è appoggiata sulla mia pancia che si rilassa. Guardo l'orologio e noto che le dieci sono già passate, tra meno di venti minuti me ne dovrò andare.
Sospira e poi si tocca i boccoli castani.
“Mi dici che succede?” le chiedo, per paura e gentilezza.
“Niente... Sono solo un po' stufa” mi dice, senza muoversi. Sento il suo alito caldo contro la mia pancia.
“Quindi non è per me?” le chiedo, speranzoso. Non ho molta voglia di scoprire cosa ho combinato.
La sento sbuffare e poi si gira verso di me.
“Devi ancora capire che il mondo non va avanti grazie a te. Sei un narcisista presuntuoso. No, non è per te, ma per noi. È questo quello che volevi sapere?” mi chiede, già infuriata.
“È meglio non parlarci con te se ogni volta devi aggredirmi così. Basta, me ne vado. Ti preferisco quando scopiamo” le rispondo, alzandomi dal letto. La conosco, ho già capito che ha voglia di litigare.
Sta zitta e si rannicchia su se stessa, senza dirmi nulla. Sta per piangere, ne sono sicuro. Mi vesto in fretta, vederla piangere mi renderebbe troppo vulnerabile e rischierei un suo fraintendimento.
“Ci vediamo” le dico, uscendo dalla sua camera.
Scendo, dopo aver preso le mie cose, salgo in macchina e ignoro i sensi di colpa: ogni volta litighiamo.
Me ne torno a casa, un po' frastornato. Il cuore a mille mi fa spingere sull'acceleratore, nonostante l'ora, nonostante i rischi.
Penso al ribaltamento delle situazioni: un attimo prima in paradiso e poi la caduta all'inferno. È così, sempre.
Freno di colpo, non mi ero accorto del semaforo rosso, ero troppo preso dai miei pensieri. Non capisco il suo comportamento, non capisco cosa voglia da me, pensavo che dopo sei mesi avesse iniziato a conoscermi.
Schiaccio di nuovo il piede sull'acceleratore e cambio in fretta le marce: dannate emozioni. Vorrei essere immune a certe cose, a certi pensieri che non fanno altro che confondermi.
Parcheggio sotto casa mia e mi meraviglio dei dieci minuti.
Apro la porta di casa e vedo mia madre alla tv, mi sembra tanto sola in questo momento. Entro in salotto e la saluto.
“Tutto bene?” le chiedo, guardandola.
Lei annuisce, sta quasi per addormentarsi.
“Perché non vai a dormire? Dai, scendi da quel divano” le dico, spegnendo la tele. Mi sorride e sbadiglia, alla fine l'ho convinta.
“E tu, tutto bene?” mi chiede, alzandosi e uscendo.
“Si” le rispondo, spegnendo la luce del salotto.
“Hai una faccia strana. È meglio se dormi anche tu” mi dice, entrando in bagno.
Vado in camera mia e inizio a spogliarmi, aspettando che si liberi il bagno. Prendo il cellulare dalla tasca e controllo se ci sono messaggi. Ce n'è uno solo, di Ilaria.

Lo abbiamo fatto, vero? Abbiamo fatto l'amore?

Rimango allibito dalla sua domanda. Il cuore inizia a battermi forte, senza controllo, e mi sale anche la rabbia, perché non sono domande da fare queste. Cosa vuole sapere?
Mi siedo sul letto con solamente i pantaloni addosso, guardo fisso davanti a me e penso.
Riporto alla mente l'accaduto, come un deficiente, e riesco a constatare che, effettivamente, non era stato come le altre volte. Qualcos'altro, oltre al mio ego e alla mia soddisfazione personale, mi ha fatto arrivare alle stelle. Spalanco gli occhi, non posso ammettere a me stesso di provare qualcosa per lei, diventerebbe un'ossessione e finirei con l'innamorarmi.
Mi alzo e vado in bagno. Una doccia è quello che mi serve.
Un po' di shampoo, un po' di bagnoschiuma e i pensieri scivolano via.
Ma una volta nel letto, la testa torna a sfornare idee sconclusionate, ricordi dimenticati e segreti mai svelati.
Chiudo gli occhi e penso ad Alice, bella, bionda e tanto complicata.
Di una come lei potrei anche innamorarmi, rispecchia a pieno il mio ideale e la trovo tanto misteriosa.
Poi mi torna in mente il messaggio di Ilaria e prendo il cellulare.

Ho fatto quello che mi hai chiesto, nulla più. Non so cosa fosse e forse non ho neanche voglia di scoprirlo.

Premo su invio e per l'ennesima volta ho mentito. Era qualcosa di più, qualcosa che non riesco a spiegarmi.
Stringo il cuscino intorno alla mia testa: mi odio, la odio e odio quel maledetto giorno: non avrei mai dovuto baciarla.
Mi vibra la pancia e leggo la sua risposta.

Ti invidio, sai? Sei così bravo a scappare da tutto e tutti. Forse non sei migliore di tuo padre.

Stringo il cellulare e avrei voglia di ucciderla.
Come si permette? Lei, con la sua vita rosa e fiori, con i genitori che hanno i soldi pure al posto della carta igienica. La odio e non capisco perché perdo ancora tempo con lei. Forse per pena.

Fanculo Ilaria.

Spengo il cellulare e penso a tutti gli insulti che potrei rivolgerle, a lei e a quella fottutissima vita perfetta che si ritrova.
Mi addormento nervoso, con le immagini di noi due.

Ehy! Ma ciau^^ Waaa, vorrei dirvi che Massimo Bagnato lo adoro, nonostante sia un emerito deficiente!
E poi che dirvi? Conto molto su questa storia, ho tante idee, forse supererà Love in Germany... =) i buoni propositi ci sono, manca un po' il tempo, ma non importa... Io non scappo ^___^ vi ringrazio per i primi seguiti, davvero! 
Ah, posso darvelo un consiglio spassionato? Ascoltate le canzoni dei titoli. La canzone di questo primo capitolo è "E ritorno da te" di Laura Pausini. Il testo, è quella la chiave =)

Ringraziamenti:

_LaUra: ti ringrazio, mi fa davvero piacere. Mi scuso per averci messo un po' ad aggiornare!

LaBabi: ehhh! L'altro giorno volevo mandartelo tutto, ma entravi e uscivi da msn, così ci ho rinunciato xD comunque, ogni tanto controlla, qui aggiorno! Un bacio

Giulietta7: Bene! Era proprio quello il punto! Spero si sia fatto ancora più interessante

Ro90: che scema xDDD scrittori famosi? La storia ha 4 seguiti xDDDD mi fai morire... Comunque, ecco qui il capitolo che tanto aspettavi. E' già pronto anche il terzo, ma ci metterò un po' per postarlo! Un bacio

   
 
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