Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken(Con alcune imprecisioni). Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...
Sono contenta di questa FF.Grazie a:
*
Ludoangel:
Scusami se non ho rispettato la mia solita cadenza.
Ma ho avuto da fare ... (Che cosa? Mistero)
Spero vivamente che questo capitolo ti piaccia. Visto che c'è Kevin.
Comunque il motivo per cui lui si è comportato così viene spiegato nell'ultimo capitolo.
Ancora scritto.
Baci
Sakusasu92:
Gwen non rivela niente a Davlin ne in questo capitolo ne nel prossimo.
Anche se nel prossimo ne è intenzionata. Ma lo farà ...
Riguardo a Kevin ... Devi aspettare.
Spero ti piaccia..
Baci
Sherry:
Io ho perennemente il Blocco!
Comunque le tue storie sono splendide.
E sono felice che ti piaccia la mia.
Baci.
*
Grazie a chi ha solo letto o messo la storia nelle seguite o nelle preferite.
Baci
EsL
*
Le*Storie*Di*Una*Vita*
11 anni e 10
mesi dopo.
“Bene
Gwen” mormorò Elena Validus*, dopo avermi agganciato alla cintura, “Dovrei
assicurarti su tutte le norme che corri essendo qui sotto le spoglie di una
civile … Ma visto che sei una Risolutrice tralascio!” si spiegò, prima di
scuotere i gonfi capelli neri, mi piaceva abbastanza quella ragazza, la
conoscevo da quando avevo 13 anni e l’unico problema era che tra lei e Julie
non c’era un buon rapporto essendo stata innamorata di Ben quasi nello stesso
tempo di Julie. “Vai Gwen!” aggiunse prima di premere il grande bottone rosso,
che azionò il proiettore, un varco tra il mio mondo ed il vuoto totale si aprì,
le sorrisi e mi ci buttai dentro con un salto; Ecco l’ultima mia follia, avevo
deciso di andare nel vuoto totale non come risolutrice, con la scusa di essere
una civile che voleva incontrare un carcerato per fini non lavorativi, quindi
io mi ritrovai in quella specie di universo parallelo popolato da contadini e
malfamati, in cerca dell’unico uomo della mia vita.
“Dove
va … Signorina?” mi chiese qualcuno alle spalle, riconobbi la voce subito,
eccolo che si erigeva nel suo magro fisico i capelli castani e pieno di aculei,
“Pierce!” esclamai abbracciandolo, “Come mai nel vuoto totale senza l’uniforme
da Risolutrice?” mi chiese dolce, più lo guardavo e più mi ricordava mio cugino
Ben, “Affari da civile!” risposi schietta, non avevo affatto voglia di parlare
del perché ero lì e probabilmente Pierce lo comprese perché non mi fece domande
a riguardo, si limito ad: “Non ti serve la guida sai come muoverti …” poi allargò
le labbra in un sorriso e mi chiese: “Coma sta Chiave Inglese **? Il resto
della tua famiglia? Tuo cugino ha ancora il bambino in affidamento?Insomma tuo
fratello è nervoso, ho sentito che si sposa!”, sembrava entusiasta, sapevo che il lavoro
nella Vuoto totale, era il peggiore, anche prima delle guerre interspaziali,
risposi tranquilla: “Nonno Max si lamenta dei troppi vestiti che è costretto a vedere
quanto accompagna Ken! Che tra parentesi è felicissimo. Poi gli altri stanno
tutti bene … E si Ben ha ancora il ragazzino in affidamento …” avrei voluto restare a parlare ancora con
Pierce, l’adoravo, ma avevo una cosa importante da fare, ma non ci servì dirgli
nulla, visto che come un pazzo Manny in tutta la sua rossa figura prese a
chiamarlo da un asteroide dicendo che avevano dei problemi con due detenuti,
così Pierce dopo un veloce abbracciò scappò via, mi ero offerta di aiutarli, ma
alla fine mi aveva impedito di aiutarli, ero una civile ed era il mio giorno
libero.
Così
dopo una tranquilla passeggiata tra contadini che aravano i campi, criminali
che cercavano di non uccidermi e mostri
svolazzanti sulla mia testa, avevo raggiunto il luogo che cercavo, una piccola
casetta fatta interamente di legno; Bussai con forza con decisione sulla porta,
ero nervosa come non lo ero mai stata in vita mia, non udì alcuna risposta, ma
la porta si aprì di scatto, lasciandomi senza alcuna forza nel guardare
quell’uomo, muscoloso, alto, dai capelli neri e splendido, le mie ginocchia
tremavano, quanti anni erano passati dall’ultima volta che lo avevo visto?
Quasi 12 anni. Ed era esattamente come l’ultima volta. Il mio Kevin. “Come
posso aiutarti?” mi chiese ferreo, con la sua solita voce scortese, i suoi
occhi non trasparivano emozioni, che non mi avesse riconosciuto? Era possibile?
No! Assolutamente no! Stavo per urlargli contro, mi ero preparata quel
discorso, nei minimi dettagli, ma ora la voce era morta, la gola vuota ed io
tremavo. “Allora cosa vuoi?” mi chiese severo, con quel suo tipico tono
sgarbato, mi aveva sempre infastidito, ma avevo imparato ad amarlo; Lui
continuava a non riconoscermi, mostrai i
denti in un ringhio, probabilmente nei miei occhi si potevano vedere i
fuochi dell’inferno divampare. Kevin …
Mi hai sul serio dimenticato … Ecco gli unici pensieri che saettavano nella mia
testa, infilai la mano nella tasca dei pantaloni violacei e tirai fuori quello
che c’era dentro; Un semplice anello, che veniva da Las Vegas, che passava ogni
sua giornata in una scatolina nascosta sotto una mattonella del bagno, Kevin mi
guardava, “Mi hai dimenticato, Kevin?” riuscì a mormorare, avevo una vocina così
piccola e fine, che non sembrava quasi la mia,
io ne percepì la preoccupazione ed il timore, figuriamoci lui, “No … Non
potrei mai … Gwen!” il suo tono era serio,
ma avvertivo la sincerità, ormai avevo capito quando mentiva o quando
era sincero, eppure allora mi lascai incantare dalle sue belle parole.
Chi
sa cosa speravo andando nel vuoto totale … Speravo forse di riuscire ad
affrontarlo? Di chiedergli perché mi aveva distrutto la vita? Speravo di
urlargli contro che mi sarei ripreso mio figlio e la mia vita? Speravo davvero
di essere cos forte? Ma non lo ero. Mi limitai a stare li, dritta sull’uscio
della porta, con quell’anello in mano a fissarlo … E lui? Non era da meno. Mi
fissava e basta, con quei suoi splendidi occhi che mi avevano fatto innamorare.
“Vuoi entrare?” riuscì a balbettare, scostandosi appena, per lasciarmi
intravedere l’interno della casetta,
riuscì a balbettare un: “No … Non so neanche perché sono venuta!” strinsi
l’anello, continuando a fissarlo negli occhi, poi schiusi la mano, lasciando
che l’anello scivolasse via, per saltellare per terra, “Volevi rivedermi Gwen …
Dopo quasi 12 anni di totale odio, ti ero mancato!” mi disse scherzoso, ma
pareva triste, non badò all’anello che ormai era fermo per terra, non guardava
i miei occhi ma la mia mano aperta avanti a lui, tristemente mi resi conto che
aveva ragione, per quanto lo avessi odiato e lo odiavo, dovevo ammettere che mi
era mancato, con gli occhi bassi risposi: “Forse” da quando avevo gli occhi
bassi per un uomo? Da quando tenevo gli occhi bassi per lui?
Di
scatto li rialzai, muovendo la mano verso la sua faccia e sfilandoli la maschera,
che cadde a terra assieme a l’anello. Kevin era davanti a me nella sua vera
forma ed ai miei occhi era sempre meraviglioso, se non fosse stata per i miei
principi avrei pianto, lui non mi scollava gli occhi di dosso e muovendo appena
le spalle, amalgami di energia e forme, mi rivelò: “A me sei mancata … Ma non
implorerò il tuo perdono!” sottolineò molto le ultime frasi, cos per mettere in
chiaro la situazione, ma io prestai attenzione solo alle prime quattro parole.
Io gli ero mancata. Non era una mai supposizione che mi aveva tormentato di
notte, era concreto, lui aveva sofferto la mia assenza, “Non importa … Non sono
qui per questo!” risposi schietta, con la tentazione di chinarmi e raccogliere
l’anello e la sua maschera, ma finì nel poggiare nuovamente la mano sul suo
freddo volto ed accarezzarlo; Resto zitto a guardarmi, come faceva quando
eravamo ragazzi, come se quel decennio(Arrotondiamo) non fosse mai passato.
“Kevin … Io ho intenzione di riprendermi mio figlio!” riuscì finalmente a
mormorare e lo feci, guardandolo nei suoi grandi occhi scuri, oltre mio figlio
avevo tutta l’intenzione di riprendermi anche la mia vita, lui mosse le labbra
e con la sua tipica nonchalance di totale menefreghismo e mi rispose: “Prego
fai … Era la mia arma per uscire da qui … Ha fallito il suo compito … Non mi
riguarda più!” mentiva, Julie mi aveva raccontato quella storia e dallo strano
luccichio nei suoi occhi capivo, Kevin non voleva fuggire ma così avrebbe
permesso a Davil di farlo, lasciandolo a me, gli avrebbe assicurato un ottimo
futuro, ma perché non concederglielo fin dal principio? Questo era uno dei
tanti interrogativi che non avrei mai capito di Kevin Ethan Levin, mio marito.
Mossi
il capo, assicurandomi che la alta coda rossa, oscillasse lungo la schiena, ritirai la mano che era piantata dal suo
volto e con la parte magnetica dei miei poteri tirai su l’anello, lasciando a
terra la maschera che rendeva l’aspetto di Kevin umano, anche se per me lui era
sempre umano, qualunque fosse il suo aspetto, per me era sempre bellissimo ed
andava sempre bene e fui felice di sprecare molto del mio fiato nel
ricordarglielo sempre. Infila l’anello in tasca, “Lo conservi ancora? Io
l’avrei buttato!” mi chiese, ed era
confuso, sorrisi, a volte era davvero stupido, poi con tranquillità, la mia
fondamentale caratteristica, risposi: “Certo … Immagino … Infatti hai ancora la tua fede al dito!”
gli afferrai la mano sinistra e sfregai l’anulare dove c’era la fede, emise uno strano verso, una risata soffocata.
“Addio Kevin …” mormorai lasciandoli la mano, “Addio Gwen!” si porse
leggermente in avanti e chinandosi mi bacio sulla fronte poi rispose: “Addio
piccola Gwendolyn!” sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi
avrebbe visto, non li avrei neanche
portato le carte del divorzio tanto ora non importava. Li diedi le spalle e
cominciai a camminare spedita lungo i campi dei contadini, “Gwen perché non mi
odi?” mi chiese quando fui abbastanza lontana da lui, stava urlando, mi voltai
e probabilmente con gli occhi lucidi, risposi con uno smielato: “Non lo so” mi rigirai
tranquilla, poi infilai la mano nella tasca ne estrassi l’anello nuziale e lo
infilai al mio anulare. Ecco ero pronta … Ero pronta ad essere Gwendolyn Levin
Tennyson, ero pronta ad essere la madre di mio figlio ed ero pronta ad essere
nuovamente felice; Solo una cosa non ero pronta a fare, lasciar andare Kevin …
Quello non l’avrei mai potuto fare.
Tirai
la fune, attaccata alla mia cinta, per tre volte e come presa da una calamita,
fui trascinata ad una velocità altissima, attraversai in un lampo il buco
dimensionale e mi ritrovai nella bianca stanza d’aspetto, dove Elena
riavvolgeva il filo, sembrava insolitamente felice, molto di più di quanto lo
era prima, o forse dopo essermi tolta quel peso, tutto mi sembrava più roseo.
“Sai Gwen … Mike Morn … Insomma Dark
Star e l’Incantatrice, hanno provato a fare una rivolta ma Pierce e la sua
squadra li hanno rimessi in riga …” cominciò con naturalezza Elena, mentre
toglieva il gancio dalla mia cintura, annui, poi con finto interesse li dissi:
“Interessante … Sono bravi davvero!” Elena sistemò bene il gancio nel apposito
luogo, poi si sistemo bene i gonfi capelli scuri e si riassettò la giacca
rossa, quando la giovane Vitus si
sistema così, significava solo che aveva grandi novità, infatti non tardò molto
con la sua rivelazione: “Insomma poi Pierce e passato a prendere dei bollini
rossi, per quei due e mi ha detto che la settimana prossima aveva le ferie e
che ritornava sulla terra e mi ha chiesto se sabato volevamo andare a cena
insieme!” praticamente saltellava, proprio come quando Ben a 13 anni era
riuscito a farla entrare nella squadra maschile, quando era tornata una
risolutrice e quando Ben l’aveva baciata cornificando la povera Julie; Vedere
Elena contenta era un piacere ed in un certo senso Pierce era molto simile a
lei, quindi geneticamente perfetto per
lei, “Sono contenta per te!” le urlai
abbracciandola.
Tornai
a casa, contenta e rilassata; Mi sembrava che il mondo intero mi sorrideva,
quella mattina avevo preso l’autobus per venire, ma sta volta avevo deciso che
avrei camminato, farlo mi rallegrava, ormai era divenuto palese che ritornando
a vivere nel trambusto della città mi serviva assolutamente una macchina,
magari una bella e veloce, ma per ora, mi limitava a muovere le mie gambe,
camminando per un marciapiede, tutto addobbato a festa, chi sa che festa si
avvicinava, non ne ricordavo nessuna. Guardai la mia mano, dove l’anello
regnava aggraziato, “Guarda un po’ chi c’è qui … La bella Gwen Tennyson … Avevo
sentito che eri tornata!” era una chiara e forte voce alle mie spalle, non misi
troppo a riconoscerla, era la limpida e dolce voce di Cooper***, mi voltai, non era cambiato
dall’ultima volta, sempre altro tre metri, muscoloso, pallidino e con i capelli
biondi, anche se ogni volta che lo guardavo, non potevo non pensarlo com’era
diverso quando era ragazzino; Lo abbracciai, il mio amico Cooper, telecinetico
e intelligentissimo, come potevo non adorarlo, poi li dissi: “Si Biondino
Pallidino … Sono tornata!” feci una faccia buffa, che lo fece ridacchiare, mi
passò una mano sui capelli con totale delicatezza, la stessa che usava quando
assemblava armi o tecnologie, “Come sta la mia principessa guerriera?”
mi chiese sussurrante, abbozzai un sorriso, poi tranquilla e con voce chiara,
risposi: “Bene Cooper!” infilai la mano
con l’anello in tasca, Cooper era il meccanico prediletto di Kevin, ma non
erano in buoni rapporti da quando entrambi avevano scoperto una cosa comune, un
infatuazione per la sottoscritta, ma per quanto volessi bene al biondino,
nessuno avrebbe mai superato l’affetto che provavo per Kevin, mio marito.
“Allora Gwen … Oggi fai qualcosa?” mi chiese, leggermente rosso in volto,
accennai ad un sorriso, stava per chiedermi di uscire, “Ora volevo andare a
pranzo … Vieni con me?” lo anticipa, vidi i suoi occhi brillare, poi muovendo
la testa mi rispose con un infinità di < < Si > > lo presi a
braccetto, con la mia mano destra, mentre quella con l’anello, bella e
sigillata nella tasca, ci avviammo verso
un luogo dove avremmo potuto mangiare, visto che morivo di fame, “Offro io!”
esclamò Cooper sicuro di se, impossibile
contraddirlo quando faceva così.
Eravamo seduti ad un tavolo per due di quei ristoranti d’alta classe, da cui sempre ci eravamo
tenuti alla larga, una cameriera dal bel sorriso, fasullo, dai suoi occhi grigi si intuiva che
voleva essere ovunque tranne che lì, portò ai due le loro ordinazione, pollo in Fricassea;
“Allora Gwen quanto tempo resterai qui, sulla terra?” mi chiese Cooper, con una forchettata
di pollo a mezz’aria, mi pulì la bocca e dolcemente risposi: “Altri 2 mesi, poi andrò sul mondo
dei Supremi Reiny ha un problema con il pianeta vicino, Verga10, farò da interlocutore!”
pensando a quanto quei due mondi fossero lontani dalla Terra, quindi dalla mia famiglia, da
mio figlio; Sarei voluta restare di più, forse l’avrei fatto, ma avrei dovuto rivelare il legame
tra me e Davil, non mi importava del parere di nessuno se non quello di Davil. Come
l’avrebbe preso? “Io invece Gwen, parto fra un mese! Asmuth ha bisogno di me!” mi disse a
gran voce e fiero, prima di mandare giù un pezzo di carne, lavorare per l’inventore
dell’Omnitrix doveva essere una grande soddisfazione, gli dissi: “Bravo!” fiero del roseo
futuro che si apriva a Cooper. “Comunque è vero che Kai e Ken si sposano?” mi chiese Cooper,
mentre la sua forchetta ticchettava sul piatto, mi versai un po’ di champagne, tanto ero a
piedi e assolutamente tranquilla risposi: “Si … Vuoi anche un altro scoop?”, si mise sugli
attenti, come se aspettasse la notizia più importante della sua vita, annui come un forsennato,
così girando la forchetta tra le dita finì: “Pierce ha chiesto ad Elena di uscire!” , “WOW! C’è li
vedo insieme!” subito esclamò Cooper, capendo perfettamente i miei pensieri, guardai
l’espressione di Cooper non importa quando cambiasse fisicamente, ma dentro i suoi occhi
c’era sempre una scintilla di stupore per ogni novità appresa, ridacchiai; Meno male che
c’erano persone che non cambiavano mai.
*
*Elena Validus: Risolutrice, di cui Ben si innamora a 13 e mi pare che avrà una relazione con lui. Suo padre è stato cacciato dai risolutori, per un malinteso, e loro due sono rimasti per la strada 2-3 anni. Lei e Gwen erano amiche, ma ogni tanto non vanno d'accordo. Max affida il capo dei risolutori del settore ..(??) a suo padre. Sarà un personaggio presente in Ben 10: Evolution. , compare per la prima volta in Ben 10: Alien Swarm. Ho immaginato che non avesse una buona relazione con Julie. Elena fisicamente è alta, formosa ed ha i capelli neri. Kevin la chiama sempre Bambola.
**Chiave Inglese: Max Tennyson, è il nome in codice che prende quando comincia ad addestrare Pierce, Elle, Manny e gli altri risolutori nel vuoto totale. Nessuno di loro conosceva la sua vera identità fino all'arrivo di Ben che lo chiama Nonno.
***Cooper:
Telecinetico biondo pallidino. Da sempre innamorato di Gwen, Kevin lo
eticchetta sempre come il suo ex ragazzo. Da ragazzino è un po'
bruttino, da uomo lo immaginato bello. Xdxd