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Autore: Power    28/03/2010    1 recensioni
Raccolta di episodi tra la magnifica super coppia Luca & Sara. Un'amore impossibile, un'amore che attira e respinge allo stesso tempo. Un amore non sano. Un amore, per sempre.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2-passata la sbronza, tenete comunque lontano Luca! Ecco a voi la seconda parte dell'episodio è corto, ma oggi pomeriggio dovrei postare l'altro... spero vi piaccia... Buona Lettura!

2- passata la sbronza, tenete comunque lontano Luca! (parte 2)

Mi sveglio di colpo. 

È tutto buio; solo un po’ di luce artificiale che filtra dalla tapparella mi permette di capire che non mi trovo in camera mia. 

Alzo lo sguardo e lo faccio correre lungo la parete. Si ferma su quello che sembra un quadro di una foto. Aguzzo la vista e intravedo una figura in bianco e una in nero. Mi sforzo di più e riconosco la foto del matrimonio di zia Silvia. Con te, Luca. 

Una fitta al cuore mi riporta alla realtà, e qualche ricordo si fa strada nella mente. 

Ricordo che mi hai portato in braccio fuori da quel locale. 

Mi sussurravi delle parole dolci, come se potessero farmi passare la sbronza. 

Nel tragitto in macchina mi devo essere addormentata, perché non ricordo come sono arrivata qui. 

Mi hai portata nel tuo letto, non a casa, da papà.

- Luca?- sussurro, allungando il braccio cercandoti nel lettone. Tocco una spalla, ma non è la tua. È troppo piccola, magra. Non è la tua spalla da palestrato.

- ehi?- sussurra zia. – come ti senti?-

- meglio… dov’è Luca?- chiedo con la bocca impastata.

- si è trasferito sul divano, gli ho chiesto di fare cambio, ma ha detto che era meglio se stavo io con te… -

Stai dormendo sul divano. Mi hai ceduto il tuo letto. Lo hai fatto per me. 

Mi giro dall’altra parte, ho la testa pesante, ma non posso fare a meno di sorridere, prima di abbandonarmi a un sonno profondo e tranquillo.


Riapro gli occhi. 

Che ore sono? È già mattina, sicuro. La luce non è più quella del lampione. 

Cerco con gli occhi la sveglia. Segna le 10:15. 

È tardi, a casa saranno preoccupati. 

Faccio per tirarmi su, ma il mal di testa è fortissimo. Porto un mano alla fronte, cercando invano sollievo. 

Poi i miei occhi si fermano sulla poltroncina ai piedi del letto. 

Ci sei tu, spaparanzato, con la testa al’indietro, che dormi beato. Mi strappi un mega sorriso. Povero. La notte sul divano non deve essere stata un gran chè. 

Mi giro, ma al mio finaco, il letto è vuoto. Zia non c’è. Sarà in cucina. 

Mi alzo dal letto, faccio per scavalcare le tue gambe distese, ma un’azione così semplice diventa un’impresa dopo una sbronza. 

Incespico, non riesco ad attaccarmi a nulla, e trattenendo il respiro cado addosso a te. 

È un attimo. Tu senti che sto cadendo, ti svegli, guardi a rallentatore la mia caduta. 

Un piccolo intoppo di percorso: le nostre labbra si scontrano rovinosamente. I brividi cominciano a ballare la danza della vittoria sulla mia schiena. Ops!

Ci stacchiamo subito, entrambi in un evidente imbarazzo. Mi allontano, ancora incredula, mentre tu non riesci a parlare. 

Mi lascio cadere sul letto. 

Passano i minuti, ma nessuno di noi due spiaccica parola. 

Che cosa ho fatto? Come è potuto succedere? 

Cerco di calmare il turbine di emozioni dentro di me. 

Ma che dico? Turbine?! Un uragano piuttosto! 

Il nostro primo bacio. No. No. No. Assolutamente no. È stato solo un incidente. Solo questo. Non mi devo illudere. 

Quindi, visto che non significa nulla, non vedo il motivo di questo imbarazzo.

- zia silvia?- chiedo, nella speranza di sciogliere il ghiaccio.

- è andata al lavoro. L’hanno chiamata d’urgenza. Dice che tornerà stasera, sul tardi.-

- ok- rispondo.

E ripiombiamo nel silenzio. Dopo una decina buona di minuti a guardarci i piedi, mi feci coraggio e mi alzai. – vado a fare colazione.-

Ma tu mi prendi un braccio e mi fermi. – dobbiamo parlare-.

E me lo dici ora? Quasi venti minuti totali di silenzio, quando faccio per andarmene tu ti svegli fuori?

- di cosa?- chiedo innocente.

- sai benissimo di cosa-.

- senti, se è per… per… per il bacio- dico a fatica –di prima… beh, non c’è niente di cui parlare. Sono semplicemente inciampata… incidente, uno stupido incidente-.

Ti vedo diventare rosso a mano a mano che continuo a parlare. Dio, non ti avevo mai visto arrossire… sei così… così tenero, ti vedo debole e indifeso.

Noti che ti guardo curiosa, ti ricomponi velocemente, tentando di fermare la tua affluenza di sangue alle guance.

- no, non era per quello. È per quello che hai detto ieri sera. Nel pub e in macchina. Mi devi delle spiegazioni-. Dici, scrutandomi negli occhi.

Oh oh! E chi se lo ricorda?


   
 
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