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Autore: Ashbear    28/03/2010    2 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love is the emblem of eternity:
it confounds all notion of time:
effaces all memory of the beginning,
all fear of the end.
--
Germaine De Stael

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ XLI. PACE ~

Le nostre vite sono mere macchie sulle ombre della terra; siamo viaggiatori tra le stelle, anche se solo per un breve periodo di tempo. Pochissime leggende vengono tramandate di generazione in generazione, ma quelle che lo sono sono davvero straordinarie. Non solo mantengono in vita una cultura che potrebbe non esistere più, ma tengono in vita anche gli ideali e i principi morali di una nazione. Se la storia è destinata a ripetersi, forse la nostra migliore forma di difesa è la conoscenza del passato. Non siamo in grado di fermarla, ma forse con un po' di fortuna, e un po' di destino, saremo consapevoli della sua venuta.

Ogni guerra, da quelle civili a quelle tra nazioni, a quelle che si combattono nelle nostre menti, devono avere due parti contrapposte. Cosa è giusto, cosa è sbagliato? Due punti di vista diversi; due lati che non si guardano mai negli occhi. Questo mondo, e in troppi altri, è forse così pieno di politica da farci dimenticare i bisogni più semplici della vita? Dai bisogni di base per la sopravvivenza... il cibo, l'acqua, un riparo... a quelli più secondari? Il bisogno, il desiderio... l'amore? È nostro diritto come essere umani avere l'amore? Sentimenti così eterni che ne siamo travolti in tutti i sensi?

Non siamo che passeggeri in questo mondo, nei cieli in cui voliamo ogni giorno. Ma quando esaliamo l'ultimo respiro, le nostre anime devono anche combattere una guerra tra due lati? Tra il giusto e lo sbagliato, il bene e il male, la salvezza o la dannazione? Nei nostri ultimi momenti, la politica che è diventata la norma svanisce nel caso? Se ci venisse data un'eternità di domande, potremmo anche non trovare mai le risposte?

Leggende, guerre, politica, vita... amore... cosa significano per noi nei nostri ultimi momenti?

*~*~*~*~*

Alcuni suoni sono incisi per sempre nella memoria... le onde che si infrangono su fondali rocciosi, un ramoscello che si rompe sotto un piede in una giornata d'autunno, il primo pianto di un neonato. Nessuno era così ossessionante per Squall Leonhart quanto quello che aveva sentito già un migliaio di volte... il suono del metallo che incontra la carne. In un istante, i sogni e le speranze di due anime avrebbero per sempre cambiato il destino. Nessuno dei due poteva conoscere il risultato finale, ma era sempre stato scritto nelle loro stelle... le loro magnifiche, davvero funzionali stelle cadenti.

Il suono penetrò nella stanza come se fosse stato amplificato un milione di volte. Era acuto, penetrante, e la tagliò fino alle ossa. Lui era ancora al sicuro tra le sue braccia, mentre la punta del gunblade le emerse dall'addome. Quando il metallo e la carne si incontrarono, una luce radiosa si irradiò dal corpo di lei, accecando temporaneamente gli altri. Il sangue di lei ora lo copriva molto più che quello di Mitchell, eppure lei non sembrò mostrare alcun dolore. Era come se la sua ultima decisione fosse di andarsene con dignità, rendendo la sofferenza solo sua, e non di quelli che la circondavano. Il suo sorriso angelico cercò di non indebolirsi, i loro occhi si incontrarono in un legame emotivo che andava oltre le semplici parole.

"Squall... sicuro... di sentirti... bene?" boccheggiò lei tra respiri spezzati. La sua unica preoccupazione rimaneva la salute di lui, ancora piena di colpa per l'attacco di prima. La sua mente negava il dolore, e cercava di rimanere focalizzata solo su di lui. Lui si allungò a toccarle il viso, mentre il peso del suo corpo iniziava a scendere lentamente su di lui. E mentre lei cadeva, così fece il suo cuore. Non poteva star succedendo davvero... doveva essere un incubo raccapricciante.

Gli altri guardarono con orrore Mitchell che usava gli ultimi momenti della sua vita per porre fine a quella di lei, prima di cadere in una scura pozza del suo stesso sangue. Seifer fu il primo a muoversi lasciando andare Quistis, che era immobile per lo shock. La lasciò solo quanto bastava per assicurarsi che quella bestia fosse davvero morta. Hyne solo sapeva dove fosse finita la sua anima, perché stavolta Mitchell era davvero sconfitto...

Le parole mancarono ancora mentre Squall riusciva a inginocchiarsi, riflettendo ora la posizione che lei aveva avuto solo pochi secondi prima, mentre prendeva tra le braccia il corpo indebolito di Rinoa. Voleva dire qualcosa per farla sentire meglio, per levare il dolore... qualsiasi cosa... ma le parole non vennero. Poteva sentire il suo battito che gli risuonava nel corpo, secondo un ritmo irregolare.

Come diavolo poteva stare bene? La tortura interiore era quasi più sopportabile quando aveva pensato che lei lo avesse tradito; allora poteva incolparla. Ora non sentire nulla più che odio per le proprie incapacità, per i propri fallimenti - come SeeD, come cavaliere, come essere umano. Non era nulla, nulla senza di lei. Se solo avesse potuto fare qualcosa, dire qualcosa, far semplicemente svanire il dolore che lei sentiva... Eppure sedeva lì stringendola forte, sentendo il suo battito del cuore morente... e non riusciva a dire nulla. Sentì una leggera convulsione e per la prima volta lei distolse lo sguardo. Non chiuse gli occhi, li focalizzò invece su qualcosa... qualcosa che gli altri non potevano vedere... un fantasma.

"Ellione..." mormorò con una certa pace, mentre un vento gelido spazzava la stanza.

*~*~*~*~*

Era difficile guardare la scena che si svolgeva davanti ai suoi occhi; era il suo più grande fallimento. Aveva provato così tanto, mandato così tanti messaggi... ma in qualche modo erano comunque finiti nel futuro che aveva cercato di prevenire. Quando Ellione aveva lasciato quel mondo, aveva creduto che l'aldilà fosse diverso... una fine. Non aveva mai saputo del purgatorio che avrebbe dovuto affrontare da sola. Due anni passati a guardare, aspettare, intrappolata in un'esistenza tra due piani diversi... non morta, ma lontana dall'essere viva.

Le sue capacità erano diventate più forti negli ultimi giorni ed era stata in grado di fare così tanto di più... ma erano comunque finiti . Ora lo spirito di Ellione stava in silenzio in piedi nella stessa stanza della sua famiglia adottiva, vedendoli tutti insieme per la prima volta. Le loro figure erano chiare, non solo le sfumature color ambra e celeste che proiettavano una volta le loro aure. Non aveva mai visto in viso la sua sorellastra biologica, nata da sua madre e dall'uomo che ora giaceva massacrato dai suoi stessi desideri. Era insieme strana e snervante la somiglianza tra lei e Alexandra, non nell'aspetto fisico ma nel carattere.

Guardò Zell che stringeva ancora Alex, ancora scioccati da ciò che avevano visto. Guardò Seifer che cercava di confortare Quistis, che ora era caduta in ginocchio. Erano due persone che lei non aveva mai immaginato trovassero conforto l'uno nell'altra. Dopo averli visti insieme, non poté immaginarli separati. Spinti insieme dal tradimento e dalla redenzione, realizzava ora che la loro forza cresceva quando le loro anime erano unite.

Ma nel centro della stanza giaceva la vista più orrenda che fosse possibile immaginare. Il suo cuore si allungò nel dolore verso il fratello, nel vedere che il suo fallimento ora diventava quello di lui. Ellione aveva fatto tutto quello che era in suo potere, e anche oltre, per cercare di avvertirli di questo momento. Guardò Squall che abbracciava la donna per cui lui avrebbe rinunciato alla sua salvezza eterna; anche come fantasma, poteva piangere lacrime silenziose.

Il corpo di Rinoa era a malapena cosciente dopo il trauma. I suoi capelli scuri erano macchiati di sudore e sangue, mentre il suo viso pallido si faceva più velato ad ogni secondo che passava. Ellione si chiese quanto tempo fosse rimasto alla sua amica in quel piano dell'esistenza. Lasciò andare un piccolo ansito senza rendersene conto, mentre cercava di essere la forte sorella maggiore anche nella morte. Un brivido improvviso la percorse quando si rese conto che Rinoa l'aveva sentita. Nessun vivo avrebbe dovuto avere quella capacità, ma forse per una strega era diverso, o forse era più vicina ora al mondo dei morti, che a quello dei vivi.

I loro occhi si incontrarono per un microsecondo prima che Rinoa sussurrasse il suo nome. Questo era il momento del giudizio di Ellione; il suo tempo tra i due regni sarebbe finito, ma il tormento della giovane ragazza sarebbe appena iniziato... non augurava quell'inferno a nessuno. Ellione si voltò mentre la colpa iniziava a sopraffarla; non poteva più guardare quell'umiliazione. Lei sola si prese la colpa di tutto, come fosse sua.

C'era uno specchio a figura intera appeso al muro dietro di lei. Quando si voltò, Ellione si aspettava di non vedere alcun riflesso... ma fu scioccata quando lei stessa, in versione più giovane, ricambiò lo sguardo con occhi innocenti. L'immagine era più o meno dello stesso periodo di tempo in cui aveva lasciato l'orfanotrofio. La stessa su cui ora riversava la colpa per aver ferito così profondamente Squall. Poteva non aver mai saputo quanto duramente il bambino aveva preso la sua partenza... ma ora odiava il riflesso nello specchio.

Edea aveva sacrificato così tanto per tenerla nascosta al mondo, i SeeD bianchi avevano dato la propria vita... così tante innumerevoli persone avevano sofferto a causa sua. Nella solitudine, Ellione aveva scoperto i svariati modi in cui aveva modificato la vita altrui. Troppe ore nel buio passate a contemplare cosa sarebbe successo se lei non fosse mai nata. Aveva già provato a cambiare il passato, così che Laguna potesse essere insieme a Raine... ma non era possibile, lo aveva imparato anche troppo bene.

Ellione si scrollò di dosso le illusioni mentre sentiva una presenza dietro di lei e la colpa fu momentaneamente messa da parte. Trovò la forza di voltarsi, e fu scioccata nel vedere lo spirito di Rinoa che le porgeva la mano. Era una figura trasparente che non parlava. Anche se il suo corpo mortale era ancora vivo, con il potere della strega poteva lasciare il corpo... anche se per poco. Avvicinandosi, i due spiriti si toccarono con le dita, e in quel momento il fantasma di Ellione fu trasferito nel corpo di Rinoa.

Aprendo gli occhi, Ellione rimase scioccata nel vedere gli altri esseri umani. Capì che Rinoa aveva sacrificato i suoi ultimi minuti di vita per dare a Ellione la possibilità di dire addio alla famiglia che aveva lasciato. Con quel dono sentì anche la sofferenza del corpo ospite, e il dolore che le cresceva nei polmoni ad ogni respiro. Eppure era grata di quella possibilità di fare ciò che non aveva potuto fare tanto tempo prima.

*~*~*~*~*

Lui rabbrividì quando la brezza fredda gli colpì la pelle. Era come se migliaia di gocce di pioggia gelide gli fossero cadute addosso tutte insieme. Si guardò il braccio: aveva la pelle d'oca per l'improvviso cambio di temperatura. Zell ricordò di essersi guardato il braccio in un altro momento come questo, ma nelle visioni non era per il freddo; era per le gocce di sangue. All'improvviso sentì la schiacciante sensazione di non essere più soli. Lasciò andare Alex, esaminando velocemente la stanza senza sapere cosa stesse cercando. Poi lo vide, lo specchio. All'inizio, aveva guardato oltre il riflesso pensando che non ci fosse nulla di strano, e poi capì chi Squall stesse stringendo... non c'era più l'immagine di Rinoa nel riflesso.

Zell fu il primo ad avvicinarsi, con così tanti sentimenti ad annebbiargli la mente. Le visioni, i sogni, tutti portavano a questo momento, e in qualche modo in un battito di ciglia del suo occhio mentale, tutto ebbe senso. Ellione era stata tra loro, guardandoli e facendo l'angelo custode. Nei suoi sogni, aveva sempre detto addio...

Squall stringeva ancora forte Rinoa, senza permettere a nessuno di avvicinarsi. Zell si mosse, e lo toccò gentilmente sulla spalla. Squall non si separò da lei, ignorando la richiesta silenziosa che veniva fatta. Zell infine indicò lo specchio, e gli altri si voltarono in quella direzione. Quando tutti restarono senza fiato, il Comandante distolse gli occhi da Rinoa per un secondo. Squall raggelò per lo shock quando vide l'immagine diversa; dovette rassicurare se stesso guardando di nuovo tra le sue braccia... poteva vedere solo il viso di Rinoa. Riluttante, allentò la presa, non tenendola più soltanto per sé, ma permettendo alla sua famiglia di dire addio alla sorella che avevano perso più di due anni prima.

"Ellione.... Sorellina?" Zell fu il primo a parlare, anche se era difficile pronunciare le parole guardando gli occhi di Rinoa. "Ce l'abbiamo fatta, ce l'hai fatta. Ally è al Garden al sicuro con Selphie e Irvine." Si fermò, scuotendo la testa al pensiero di Irvine, e alla leggenda che gli aveva raccontato nella tempestosa notte di Dollet. "Grandioso, ora devo dire ad Irvine che la sua stupida leggenda era vera... quel tipo ama sentire di aver ragione, e basta. Diamine, non si perdoneranno mai per averti persa."

Zell guardò il riflesso della sua Sorellina nello specchio, senza più controllare le lacrime che gli correvano sul viso. Continuò a sorridere nel dolore. Perché in realtà non erano lacrime di dolore, ma di gioia, per la possibilità di parlarle un'ultima volta. "Le tue visioni ci hanno portato qui; ti dobbiamo tutti la vita e la gratitudine. Ti amerò sempre, Elle."

Lei voleva parlare, ma il corpo ospite era troppo debole e usava tutta l'energia solo per respirare. Le parole la facevano sentire male. Zell era grato che le visioni li avessero portati ; ma volevano portarli ovunque tranne che . Una cosa era vera, erano riusciti a salvare Allison; per questo sarebbe sempre stata in debito con loro.

"Hey Elle, sono io, Quistis... ricordi all'orfanotrofio quando ogni sera uscivo al campo fiorito e cercavo di prendere il tramonto con una retina per farfalle? Ogni sera mi chiedevi se ero riuscita a prenderlo, eppure sapevi che non sarebbe mai successo... ma tu c'eri sempre ad incoraggiarmi. Lo capisco, ora, era grazie al sogno che la ricerca valeva la pena... Sorellina, ho finalmente preso il tramonto, è più bello di quanto potessimo immaginare. Così tanto... mi disp-"

Non poté continuare, la colpa del guardare gli occhi di Rinoa e parlare proprio a colei che aveva accusato di omicidio era troppo da sopportare. Seifer la tenne stretta mentre gli nascondeva la testa contro il petto. Non voleva che Ellione vedesse le lacrime; Quistis era sempre stata quella forte... ecco come voleva che Ellione la ricordasse, e non per la persona che era diventata negli ultimi anni.

Seifer guardò il corpo di Rinoa che sanguinava ancora tra le braccia di Squall, e poi guardò lo specchio come per rassicurarsi della visione che aveva davanti. Due immagini... uguali ma diverse. Era sempre lui a mettere in discussione tutto; era sempre lui quello pieno di dubbi. Ad ogni modo, poteva sentire la presenza di Ellione nel corpo fragile che gli giaceva davanti. Proprio come poteva sentire che il corpo ospite se ne stava andando velocemente. Rinoa aveva sacrificato la sua possibilità di dire addio ai suoi amici, così che Ellione potesse vedere la sua famiglia... doveva accettare il dono, il miracolo, che c'era davanti a lui.

"Uhm... Ellione... Sorellina." Esitò, con gli occhi pieni di lacrime. Le parole sembravano strane dopo così tanto tempo, più tempo che per tutti gli altri. Erano passati solo cinque anni da quando aveva guidato Galbadia alla sua caccia, fino a portarla alla Lunatic Pandora. A quei tempi, l'avrebbe venduta al miglior offerente. Diamine, se non fosse stato per Fujin e Raijin, sarebbe stata consegnata ad Artemisia, proprio come lui aveva fatto con Rinoa e Adele. "So che ho fatto tante cose in passato. Mi sbagliavo... Dio, quanto mi sbagliavo. Ti prometto che terrò sempre d'occhio la mia famiglia... la tua famiglia. Grazie per questa possibilità di redimermi, grazie per questa possibilità di vivere."

Non sapeva che altro dire; si sentiva uno straniero tra loro. Ad ogni ora quelle sensazioni svanivano, ma non poteva evitare di sentire che questo era il loro momento con Ellione. Non si era nemmeno guadagnato il diritto di dire addio... né a lei, né a Rinoa. Seifer ricambiò l'abbraccio di Quistis, nascondendo il viso tra i suoi capelli. Era grazie ad Ellione e ai suoi sogni che era tornato al Garden, che si sentiva completo e parte di una famiglia che una volta aveva dimenticato. E cosa anche più importante, si sentiva riamato... una sensazione così estranea, per lui.

Alexandra apparve lentamente da dietro Zell, ancora più confusa su cosa dire di tutti gli altri. Quella era la sorella che aveva scoperto di avere solo tramite incubi... la sorella che avrebbe incontrato una sola volta attraverso il corpo di un'altra persona. Una che era morta troppo giovane, una il cui futuro eterno sarebbe stato deciso dalle azioni che avevano portato tutti lì.

"Ellione... sono io, Alexandra. Sono contenta di incontrarti, finalmente." Lacrime le corsero sul viso mentre guardava il loro riflesso nello specchio. Ellione era bellissima; le fotografie che aveva visto non le avevano mai fatto giustizia. Forse la bellezza era più interna, un'anima di puro splendore... una che avrebbe sacrificato tutto per la sua famiglia.

"Non ti dimenticherò mai. Non dimenticherò mai ciò che hai portato a ognuno di noi. Il regalo migliore che ho mai ricevuto è stato sapere che una persona meravigliosa come te era... è mia sorella. Il destino ci ha fatto incontrare, e ora ti porterà in un posto migliore... ti voglio bene. Ora e per sempre, sarai mia sorella."

Rimaneva solo Squall. Di nuovo, come era successo spesso nella sua vita, si sentiva solo. Circondato da tutti coloro che lo amavano, dal fantasma della sorella che aveva pianto per gli ultimi due anni. Eppure era solo... senza di lei. Gli addii non erano mai facili per lui, se non del tutto impossibili. Glielo doveva come una testimonianza della vita che aveva condiviso con lei. Dopo un minuto di silenzio, trovò infine il coraggio di parlare.

"Ellione... mi manca... Hyne, se lei è lì con te, da qualche parte, dille che io... sempre..."

Chiuse gli occhi, incapace di dire altro in maniera coerente. Tornando a stringere il corpo di Rinoa, pregò che il suono del suo cuore le arrivasse ovunque fosse il suo spirito. Guardò i pochi segni di vita che rimanevano sia dalla sua anima gemella tra le sue braccia, e dal riflesso nello specchio della sua sorellina perduta tempo prima. Il vuoto lo consumava da dentro; paura, odio, qualsiasi emozione negativa conosciuta tutte insieme in un orribile oceano di trepidazione; la sua anima stava annegando sulla terraferma. Niente poteva salvarlo, se non il suo spirito che tornava nel suo corpo.

"Non posso... ho paura. L'ho appena ritrovata... non posso perderla. Sorellina, la amo, l'ho sempre amata. Allison da sola... per favore, Sorellina... se lei è lì, non permetterle di lasciarmi."

Era come pregare Ellione implorandola di mettere tutto 'a posto'. Lei alzò gli occhi per vedere la tristezza che gli annebbiava lo sguardo. Gli stessi occhi che aveva visto nell'infanzia, gli stessi occhi che aveva visto nello spazio, ma ora molto più feriti. Era qualcosa che la sua anima non poteva capire, vedere il proprio riflesso di nuovo nei suoi occhi... Lo aveva aiutato una volta in passato, ma adesso a che prezzo?

Non le importava... quegli occhi...

*~*~*~*~*

Per due anni e sette giorni, ho vissuto in un piano a metà tra due realtà... non sulla terra, e non nell'aldilà. Ho guardato frammenti delle vite delle persone che amo mentre le loro anime erano tormentate dall'angoscia. Ero solo una mera osservatrice nel loro mondo, eppure ho trovato risposte che non cercavo.

Una relazione di sangue: nessuna delle due sapeva dell'esistenza dell'altra fino a che l'ho scoperto io in questo regno. La mia sorella biologica. La bambina era il risultato di un atto lascivo e deplorevole contro mia madre in tempo di guerra. Alexandra, cresciuta da uno dei tanti che considero responsabili dell'assassinio di nostra madre. Eppure quel medico e la sua famiglia trovarono il pentimento per i crimini di Esthar nel non nascondere mai la verità che conoscevano a mia sorella. La tennero nascosta a un padre che aveva ordinato la sua morte da neonata, quando fu scoperto che non aveva gli stessi miei poteri.

Attraverso l'aura di mia sorella, ho trovato il modo di comunicare con la mia altra famiglia, avvisarla, e portarla finalmente in questo posto. L'ho usata come un segnale nel loro mondo, almeno fino a quando sono stata forte abbastanza da usare le mie capacità.

Attraverso tutto questo, non ho mai perso di vista quel semplice fatto: avevo altri fratelli non di sangue, ma a cui ero legata dalla nostra infanzia e dal nostro destino. La mia famiglia ha avuto molte forme, molte facce. Li amo tutti allo stesso modo, non importano le prove a cui siamo stati sottoposti. Ognuno ha trovato un modo per guadagnarsi la redenzione, la pace che cercavano. Il legame tra Strega e Cavaliere ha unito due persone; le circostanze hanno unito gli altri. Gli ultimi sono stati un banco di prova, per loro, per il sacrificio ultimo che avrebbero dovuto affrontare...

Quel giorno di due anni fa avrebbe cambiato la storia per sempre; non solo quella della mia famiglia, ma delle nazioni. Con il mio ultimo grammo di forza, ho portato Rinoa in questo regno per alcuni brevi secondi. Le ho mostrato ciò che il destino aveva pianificato.

C'è sempre una costante: dovevano affrontare questo tormento. Per ognuna era un'esperienza di crescita; la vita sarebbe cambiata per sempre. Se le cose fossero rimaste uguali, i piaceri semplici della vita quali l'amore sarebbero andati perduti. Con il tempo, tutti si sarebbero allontanati; era il crudele avversario del destino, il fato, a deciderlo.

Era una prova della loro forza di volontà, e tutte l'hanno superata... tranne me. Se fossi stata più forte, se fossi stata in grado di avvisarli di più, se per un solo secondo avessi detto loro che la bestia era ancora viva... ma persino nella morte... ho fallito.

Per me è troppo difficile parlare in questo corpo, ma loro sanno che li sto ascoltando. Vedo ognuno di loro per come appare oggi, eppure ognuno mantiene una scintilla di unicità dal tempo passato insieme all'orfanotrofio. È come il mio riflesso nello specchio, e io vedo le loro immagini di tanti anni fa; il tempo è stato molto crudele con loro in più di un'occasione. Ho sentito tutte le loro parole, oggi, e mi aggrapperò per sempre ai loro ricordi.

Ma più di tutto, vedo il suo dolore; sento il battito del suo cuore. Sento che lei cerca di raggiungerlo. Il mio corpo ospite inizia ad avere convulsioni violente. Lo stress le sta pesando troppo addosso. Devo andarmene... lasciare questo posto e tornare a quello in cui sono stata intrappolata... Alla fine raccolgo abbastanza energia da pronunciare una sola parola, quella che sia Alexandra che Zell sapevano che sarebbe stata detta, quello che ho detto loro così tanti mesi fa. Proprio come nei loro sogni dico "addio" e poi sorrido.

Un sentimento vile avvolge il corpo, e la mia peggiore paura viene alla luce. Rinoa non può più farcela, il trauma interno è troppo; nessun essere umano potrebbe sopravvivere. Posso vedere la paura negli occhi da bambino di Squall. Non è paura, è qualcosa di molto peggiore... è la fine della sua vita, perché anche lui sta morendo con ogni faticoso respiro. Lei ha rinunciato agli ultimi momenti della sua vita per me, perché vedessi ancora una volta la mia famiglia... Chiudo gli occhi, che ora sono i suoi... insieme cadiamo in un'oscurità soffocata.

Ma questo era allora...

*~*~*~*~*

Rinoa aprì gli occhi: si trovava in una vasta landa deserta. Intorno a lei infuriava una tempesta, con lampi che tracciavano fiumi di fuoco argenteo sul terreno. Le ci volle un po' per focalizzare la vista, dato che il vento le soffiava imperioso tra i capelli. Si tolse le ciocche che le si incollavano alle labbra, mentre le punte dei capelli le colpivano con forza il viso. C'era qualcosa di familiare quasi in maniera soprannaturale in quel posto, che aveva trovato solo negli incubi più orrendi.

"Rinoa..." La voce di Ellione risuonò al di sopra del rumore di tuoni in sottofondo.

Si voltò per incontrarla, ancora scioccata dal posto in cui si trovava. "Ellione?" chiese, anche se non ce n'era bisogno... forse era per credere nella realtà che stava affrontando, forse era per porre fine alla fantasia che aveva sognato.

Mentre la ragazza più grande si avvicinava a lei, il vento si calmò, lasciando una bonaccia all'orizzonte. L'ambiente era cambiato velocemente, come per cercare di calmare le paure della ragazza. Aveva superato questa tempesta, proprio come aveva fatto con tante altre nella sua vita. Ellione abbracciò Rinoa, stringendola forte. "Non potrò mai ripagarti per quegli ultimi momenti... non saprai mai quanto ti sono grata."

La ragazza confusa abbassò lo sguardo, imbarazzata, a quelle parole. Spingendo via la sensazione di rimpianto, cercò di non pensare alla perdita della possibilità di dire addio lei stessa. Focalizzò la propria energia sulla figura ancora quasi traslucida davanti a lei. "Ellione, dove mi trovo?"

"Tra due piani, un posto in cui il mio spirito è stato imprigionato per anni. Da qui, puoi vedere il regno dei vivi... feritoie, in realtà. Attraverso queste feritoie puoi vedere pezzetti e frammenti delle vite dei vivi."

"Un fantasma..." sussurrò Rinoa guardando il suolo, dato che la terra nuda sembrava rompersi sotto i suoi piedi. Si piegò alla vista di una solitaria piuma bianca. Prendendola in mano, fece scorrere le punte morbide sulle punte delle dita. "Sono un fantasma, un ricordo... sono morta?"

"No... non sei morta."

Rinoa spostò l'attenzione dalla piuma alla donna di fronte a lei. C'erano state troppe strane coincidenze... Troppe cose che nessuno sapeva spiegare, ma questo posto conteneva molti misteri al suo interno; perfino la giovane strega poteva percepirlo.

"Ti stai chiedendo com'è possibile." Ellione la guardò sorridendo; aveva sempre avuto una certa capacità di calmare le persone... e non era svanita nemmeno con la morte. "Rinoa, quando ero appena arrivata... la mia anima era persa quanto la tua, ma non ho mai avuto il potere di strega. Avevo un potere anche più grande, in questo regno... che nemmeno Hyne poteva controllare. Negli anni ho imparato a usare quella capacità, non solo come facevo sulla terra; potevo prevedere certi eventi del tuo futuro."

"Ma tu l'hai visto? Hai visto il mio futuro... e in qualche modo l'hai cambiato?"

Ellione distolse lo sguardo, senza sapere bene come rispondere. Non esisteva una risposta che potesse dare pace. "Non so dire se è stato il destino, il fato, o... so solo che il tuo futuro è crescere tua figlia. Hai affrontato la vera prova di ogni strega, o di un essere umano; hai lottato con i due lati dentro di te. Non è sempre stato così, né lo sarà in futuro... ma sei sopravvissuta."

Rinoa guardò l'orizzonte lontano, cercando di non mostrare dolore sul viso. In qualche modo non era così che aveva immaginato la morte; non c'erano nuvole o città dorate, era una landa desolata. Non che immaginasse spesso l'eternità, ma in un modo o nell'altro, quando permetteva alla sua mente di avventurarsi nel mistero, non sembrava così... piena di solitudine.

Balbettò quando capì le parole di Ellione. "Hai detto... so che il tuo futuro è crescere tua figlia... non al passato."

Voltandosi velocemente, afferrò il braccio di Ellione cercando di restare calma. "Cosa... cosa sta succedendo qui? C'è qualcosa che non mi stai dicendo, è così?"

Non riusciva a guardare negli occhi la ragazza impaurita. Sì, c'era qualcosa che stava nascondendo, qualcosa che avrebbe devastato la giovane strega se mai l'avesse capito. Ma per adesso non era quello il caso, era un futuro di cui non aveva bisogno di sapere nulla... C'era una cosa di cui Ellione era sicura, che la storia di Rinoa non sarebbe finita lì... sarebbe continuata per decenni.

"Cosa... cosa non mi stai dicendo? Riguarda chi avrà i miei poteri... chi?" Questa volte le domande vennero fuori imploranti, ovviamente aveva paura della risposta.

Ellione fece un respiro profondo, inalando l'aria arida prima di rispondere. "No, non ancora." Detto questo, allungò la mano, con le lacrime agli occhi, sapendo che c'era una cosa che poteva fare... una cosa che avrebbe per sempre cambiato la sua anima. Un destino che Ellione non avrebbe mai immaginato, ma ora i pezzi della sua vita sembravano incastrarsi al posto giusto... forse sapeva come sarebbe finita fin dall'infanzia... forse era per questo che l'aveva cercata. Spinse all'indietro Rinoa con forza sorprendente, gettandola a terra... e nella storia.

*~*~*~*~*

Quando Rinoa si tirò su a sedere, non era più nella landa desolata, ma era al Garden, due anni prima. Sentì che qualcuno la sfiorava passando, e si voltò velocemente, sorpresa quando lunghi capelli le si bloccarono al collo. In quel momento gelò; il momento che aveva vissuto nella mente così tante volte riviveva. Questa volta conosceva già la sua parte, come un'attrice che interpreta il suo ruolo. Una figura confusa, Quistis, corse in avanti gridando in direzione di una forma ora a terra nel Garden di Balamb.

"Ellione..." sussurrò sottovoce la strega bruna. Come per magia, l'insegnante gridò lo stesso nome, solo molto più allarmata. Rinoa sapeva... Rinoa sapeva ogni frase a memoria.

"Rinoa, per favore, puoi aiutarla?" Le parole dell'insegnante suonarono gravi ora come due anni prima, la stessa espressione disperata sul viso della donna bionda.

La ragazza più giovane disse le stesse 'battute' di quel giorno, non con la stessa emozione... ma con una certa voce monotona, cercando di capire cosa stesse succedendo di preciso. "Non ho GF né magie in junction... Quistis... non posso aiutare... non posso aiutarla... mi dispiace."

Incrociando le braccia sul petto, Rinoa cercò di non permettere alla visione di avere la meglio. Doveva affrontare tutto questo per qualche motivo, come se fosse una sorta di prova non consacrata di Hyne.

"Va tutto bene." La ragazza ferita ripeté il copione, mentre Rinoa ricordava. E proprio come allora, Ellione le allungò la mano... La strega si guardò intorno, ricordando tutto esattamente come allora...tutto ciò che portava al momento in cui aveva perso conoscenza. Era sempre stato confuso, ma ricordò che le era stato detto di scappare... di scappare per salvarli. Esitante, recitò la scena, chinandosi su Ellione, e poi una luce radiosa avviluppò entrambi i loro corpi. L'oscurità le avvolse, mentre si sentiva cadere al duro pavimento di cemento.

"Rinoa? Mi senti?"

"Sì..." Questo non lo ricordava, questo non era successo... o sì?

"Hai abbastanza potere per salvarmi..."

"No... non sono abbastanza forte."

"Adesso lo sei... devi provarci per Squall, per Allison."

"Allison? Come fai a sapere di Allison? Ellione, dove mi trovo? Quando mi trovo?"

"Rinoa, puoi farcela... non stare stesa lì e basta, alzati! Usa la tua magia di guarigione più forte, ora, tu... io... non ho più tanto tempo!"

"Oh Hyne no... io... non posso... non sono forte abbastanza..." Il senso di colpa per il fallimento le annebbiò la mente, proprio come aveva fatto negli incubi degli ultimi due anni... se solo fosse stata abbastanza forte. Una luce livida passò davanti a Rinoa, e usò tutta la sua forza per alzarsi; le sembrava di avere un coltello nel petto. Cercò di coprirsi la bocca per il dolore, ma il sangue le corse attraverso i polmoni. Sputò quelli che sembravano fiume di liquido scarlatto, che le correvano sul corpo.

"Ellione... a malapena ti vedo..." La vista era annebbiata dalla foschia dei ricordi e dalla nebbia della realtà che stava affrontando.

"Puoi farcela... ora!"

Il grido le echeggiò in testa, erano le uniche parole che poteva sentire. Con la mano tremante, Rinoa alzò il braccio verso il cielo richiamando tutta la sua forza interiore, emozioni passate, presenti e future. Doveva farlo... doveva salvare Ellione questa volta e porre fine all'incubo eterno. Richiamò la magia tra respiri affrettati. La luce si irradiò dalle sue dita, danzando sulle punte come fiamme su un fuoco. Con un fiotto d'energia, si irradiò velocemente in avanti, evocando una forza che andava oltre qualsiasi comprensione.

Persa nell'invocazione, Rinoa aveva momentaneamente perso di vista il suo obiettivo. Non vide mai Ellione che usava una contromagia velocemente, né l'aveva mai vista nemmeno usare la magia. Specialmente con una velocità sconosciuta a qualsiasi strega, come se avesse la magia pronta da secoli. Aveva usato su di sé una Reflex, facendo da potente trasmettitore, riflettendo la magia con una forza dieci volte superiore. La forza tornò a Rinoa con un'intensità indicibile. Nel suo stato di debolezza, fu gettata di nuovo a terra e gridò con un dolore inimmaginabile.

La sua mente era una coperta di bianco puro, ed ogni momento della sua vita le passò davanti agli occhi. Era come se il bene stesse cercando di bilanciare quel dolore convulso; era come se i muscoli del suo corpo venissero strappati e ogni osso si rompesse nello stesso istante. Alla fine, non ebbe più la forza di gridare né piangere, mentre il tormento continuava per quel che sembrava un'eternità. Eppure non lo era. Presto tossì un respiro d'aria fresca, che non aveva il sapore del sangue. Capì infine che non erano strati di muscoli e ossa che si rompevano, ma che si rimarginavano, al di là di ogni abilità medica o magica conosciuta.

"Oh Hyne, Ellione, cos'hai fatto?" gridò la sua mente, ma le parole non lasciarono mai la sua bocca. La scena intorno a lei sfumò dalle forme familiari del Garden al regno tempestoso in cui si era trovata poco prima.

La ragazza più vecchia cadde e giacque sul terreno inaridito, sembrando completamente diversa da prima. Non era tanto l'aspetto, quanto l'aura che la circondava... un'aura di agonia e indicibile tortura. Fu solo allora che rivoli scarlatti iniziarono a correrle giù dall'addome. "Ho fatto quello che dovevo fare."

"No... Ellione... che cosa hai fatto? Non puoi continuare... la tua anima... rimarrà intrappolata in questa dannazione per sempre. Ti perderai in questo posto... tu..."

"Lo so." Sorrise debolmente. "Non potevo farlo soffrire ancora, ha sofferto abbastanza. Non può aspettare stavolta; ho visto il mio riflesso nei suoi occhi... la sua infanzia... la mia..."

"Dove sono?" gridò Rinoa, terrorizzata dalla risposta. Guardò la piuma che teneva in mano, e sembrava ora più matura di quella appena staccata che aveva preso. "Oh mio Dio..."

"Non eri abbastanza forte da salvarmi, allora, ma io adesso sono forte abbastanza da salvare te."

"Ellione... io... io non stavo provando a... quanto tempo è passato da quando sono arrivata qui?"

"Per te, solo secondi... per me generazioni... ho dovuto convincere lei che avrebbe funzionato; non sapeva chi ero davvero quando ho suggerito..."

"Ma... Elle, no... tutto per... quante vite sono state sacrificate? Ellione, non ne vale la pena! Non hai mai visto il futuro, vero? Era sempre il tuo passato... se lui sapesse cos'hai fatto, ne morirebbe..."

"No Rinoa, se perdesse te ne morirebbe. L'ho fatto, finalmente l'ho fatto... ho cambiato quello che non si poteva cambiare... Rinoa, devi fuggire da qui. Lui ti ama e ti amerà sempre..." Rinoa vide la ragazza alzarsi con l'ultimo grammo di forza. Allungandosi, Ellione la spinse di nuovo giù da un dirupo che sembrò apparire per magia. Perse la piuma che aveva stretto con forza nella mano sinistra, e quella volò con grazia in alto, verso un'improvvisa brezza.

E poi, il buio...

*~*~*~*~*

Squall stringeva ancora il corpo delicato di Rinoa, rifiutandosi di lasciarlo andare. L'ex Comandante, ex SeeD, e ora ex Cavaliere, si portò una mano al collo, sentendo la catenina che era ora un fantasma della sua memoria. La loro figlia era stata una volta l'unica salvezza di Rinoa; ora sarebbe stata la sua. Avrebbe continuato a vivere in questo mondo non per se stesso, ma per la bambina che entrambi avevano creato.

Tornò con la memoria alla loro notte nel capanno, alla loro prima notte insieme in due anni. Non l'avrebbe mai dimenticato, non aveva mai sentito una tale tranquillità nei giorni che erano seguiti. La relazione era diventata più profonda che mai; la sua anima avrebbe seguito quel legame ovunque.

Abbassando gli occhi, le sistemò i capelli lisciandoglieli dietro le orecchie, mentre la gravità faceva fare alle lacrime il loro corso naturale. Tutto quello che era stato o che sarebbe stato mai divenne ghiaccio nel tormento amaro di quei momenti; qualsiasi ragionamento dimenticava il pensiero razionale. Cercò di far sgelare il suo cuore mentre un brivido gelido gli correva nelle vene, senza mai rendersi conto che nella stanza la temperatura scendeva ancora una volta.

Contro il muro, Zell stringeva con forza Alexandra, mentre cercava di lottare contro le lacrime. Guardò nello specchio, con la paura di ciò che avrebbe visto. Il riflesso era solo ciò che vedeva davanti a sé... niente di più e niente di meno. Chiuse gli occhi, mentre il dolore diventava troppo grande. Se solo avesse interpretato prima gli indizi, se solo non avesse permesso a Squall di prendere il gunblade... se solo. I segni erano sempre stati davanti a lui, ma nemmeno lui aveva potuto vedere le scritte sul muro.

Chiuse gli occhi solo per essere perseguitato dalle visioni, ma qualcosa non sembrava a posto. In quel momento, la brezza fredda colpì l'esperto di arti marziali. In qualche modo, da queste parti era diventata una norma sentire inaspettati cambi di clima. Guardò di nuovo lo specchio, sfregandosi gli occhi. Forse la fitta delle lacrime gli annebbiava la vista, ma sembrava che meravigliosi e iridescenti rivoli di luce si irradiassero dalla donna coperta di sangue. Tornò a guardare il suo amico, e la scena nelle sue braccia non era cambiata per nulla.

Squall ricordò la poesia che Rinoa gli aveva letto la notte prima di dare la vita per salvare la loro figlioletta. Il modo in cui aveva letto ad alta voce ogni parola, in cui i capelli le sottolineavano il viso, l'essenza stessa della vita che respirava. Era l'unica notte in cui erano stati una famiglia. L'unica notte in cui tutte le verità erano state confessate e avevano potuto guardarsi con occhi puri. Le parole si erano scolpite per sempre nella mente, nell'anima.

Attraverso le lacrime, pronunciò l'ultimo verso. Squall la strinse, abbassando la testa su quella di lei. Solo che, per sua sorpresa, un'improvvisa scossa di elettricità scaturì dal suo cuore verso quello di lei...

Squall rilasciò la sua presa disperata, solo quanto bastava per esaminare il suo viso alla ricerca di segni di vita. Con suo immenso stupore, i suoi intensi occhi castani lo fissavano attraverso le macchie scarlatte.

"Squall... ti ho sempre amato, più di quanto sapessi."

Lei si allungò posandogli una mano sul viso; entrambi erano coperti di sangue, ma nessuno dei due sembrava più in pace. Lui ricambiò dolcemente il sorriso, abbassandosi a baciarla. Così tanta emozione passò tra i due in un gesto così semplice. Sapevano che non sarebbero mai stati separati.

"Come?" Le parole gli sfuggirono, anche se la stava ancora baciando.

Lei si allontanò appena e chiuse gli occhi un momento. Era un sogno, era una fantasia? Era mai stata pugnalata? Il sangue che la copriva le raccontava una storia, la ferita guarita di fresco le diceva tutt'altro. Se per un secondo i suoi sogni erano accaduti, Ellione aveva sacrificato, allora, l'anima, la salvezza e la lealtà per salvare Rinoa? Ellione aveva forse sacrificato così tanto che non si poteva nemmeno dirlo? Poteva un momento nel tempo aver attraversato generazioni, essere durato vite? Era davvero possibile riportare indietro il tempo... e se sì, a quale prezzo? Le visioni del futuro erano davvero il passato?

"Non lo so," singhiozzò guardandolo. "Io... non lo so." Non era una bugia, ma era la verità?

Non gli interessava.

Quistis nascose il viso contro il petto di Seifer. In qualche modo, la sua vita sembrava una fenice che risorgeva dalle sue ceneri, mentre guardavano un miracolo che nessuno di loro avrebbe mai dovuto discutere. In qualche modo, da qualche parte, dovevano aver fatto qualcosa di giusto. Sentì che l'uomo che la sosteneva aveva iniziato ad alzarsi, tirandola su con sé. Non c'erano parole necessarie da dire... rimaneva così tanto per loro da cercare, una vita per rimediare agli errori che avevano fatto in gioventù. Forse non era un finale da favola, ma era quanto di più simile potesse sperare. Doveva trovare se stessa, cosa che non aveva mai fatto prima. Non era rimasto niente per lei al Garden, tranne qualcosa all'interno delle sue celle di prigione... qualcuno che avrebbe aspettato... non importava quanto.

Seifer lasciò andare Quistis per aiutare Squall a rimettersi in piedi. Erano ben lontani dall'essere al sicuro, dovevano ancora andarsene da quel posto senza essere scoperti... ma insieme era completamente sicuro che avrebbero trovato un modo. Non era arrivato fin lì solo per fallire... non di nuovo.

Alex guardò la strega stretta con forza tra le braccia dell'uomo che la completava. Perché in quel momento, capì ciò di cui Rinoa non era sicura... poteva percepire quello e così tanto di più. Era un sacrificio molto più grande di quello che un essere umano avrebbe dovuto affrontare, ma alcuni segreti dovevano rimanere tali anche per la sua migliore amica... a volte le bugie sono la cosa migliore. Ad ogni modo sapeva una cosa, Ellione sarebbe sempre stata parte di lei.

Guardando il cadavere per terra, Alex non sentì nemmeno il più piccolo rimorso. "Addio paparino." Le parole le sfuggirono cinicamente dalle labbra. Forse le voci dei morti potevano finalmente trovare la giustizia che avevano desiderato per lungo tempo. Forse ora ci sarebbe stata pace per il ricordo di sua madre; il processo e la sentenza di Jefferson Mitchell erano stati decisi in quella stessa stanza... e ora la sua anima avrebbe affrontato una sentenza di dannazione eterna. Per le innumerevoli vite che aveva distrutto, per le innumerevoli masse che aveva rinnegato, il suo verdetto sarebbe stato un perfetto riflesso della sua vita. Era solo un uomo... solo un mostro.

Zell uscì per primo, cercando di esaminare il corridoio. Aprì velocemente la porta, mentre Squall sollevava gentilmente Rinoa tra le braccia.

L'uomo, ancora scosso dagli eventi, abbassò lo sguardo per rassicurarsi. Lei sorrise, e poi chiuse delicatamente gli occhi. "Rinoa, andiamo a prendere nostra figlia."

Posandogli la testa sul petto, lei ascoltò il suo cuore... ora sapendo perfettamente che dono prezioso fosse ogni suo battito. Un dono che nessuno dei due avrebbe mai più dato per scontato, un dono che nessuno in quella stanza avrebbe mai dimenticato. Forse per il mondo sarebbe stata morta, e quello le avrebbe finalmente dato pace... forse la storia poteva scrivere quello che voleva su di lei... non le interessava. Traditrice, signora della guerra, dittatrice, assassina a sangue freddo... era morta per loro, per tutti loro. Avrebbe trovato qualcuno da impersonare... di nuovo. Per sempre, le sue storie sarebbero state raccontate come leggende, le bugie sarebbero sopravvissute... ma la verità sarebbe stata solo per pochi privilegiati.

Era stanca, ma non aveva nessuna intenzione di dormire. Perché in quel preciso istante, voleva ogni secondo di vita... godersi ciascun prezioso secondo. Sapeva che ci sarebbero stati molti altri secondi, e molti anni di secondi, ma c'era qualcosa di speciale in questi. Qualcosa di magico, qualcosa di spirituale... qualcosa che nessuno di loro avrebbe mai potuto descrivere ad un'altra anima viva.

Mentre stavano per andarsene, due soldati galbadiani svoltarono l'angolo, guardando ciò che, credevano, fosse l'ultimo terribile atto della Strega Heartilly. Guardarono con orrore il Presidente morto che giaceva per terra, coperto del suo stesso sangue. Alla fine, uno di loro parlò, pretendendo una risposta.

"È stata la strega a fare questo?"

Ognuno lo fissò incredulo: i soldati sembravano riecheggiare un incubo iniziato due anni prima. Nessuno osò muovere un muscolo. Nessuno osò respirare. Nessuno osò dire la verità.

L'ironia è una creatura volubile... la redenzione per i propri errori può arrivare in varie forme.

Quistis si avvicinò al soldato osando guardarlo direttamente negli occhi, e disse una semplice parola. Una che avrebbe dovuto dire due anni prima...

"No."

Le nostre vite sono mere macchie sulle ombre della terra; siamo viaggiatori tra le stelle, anche se solo per un breve periodo di tempo. Se ci viene data la possibilità di vedere i propri sogni realizzati attraverso una semplice risposta o no, possiamo fare sempre la scelta giusta? I sogni che sogniamo sono realtà o fantasia?

*****
Note delle traduttrici: capitolo betato da El Defe. Vi prego, come per il capitolo precedente, non fate spoiler di nessun tipo nelle recensioni a questo capitolo, sempre per il solito discorso. Questo significa: per favore non fate nomi! Se non per rispetto degli altri lettori, almeno per rispetto di Ashbear che s'è fatta un mazzo tanto per scrivere questa storia e ottenere certi effetti sorpresa! Nel caso vedessi recensioni spoiler, le farei cancellare, lo dico subito^^
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Citazione di apertura: aforisma di Anne Louise Germaine de Staël
L'amore è l'emblema dell'eternità:
confonde tutte le nozioni del tempo:
fa scomparire qualsiasi ricordo dell'inizio,
qualsiasi paura della fine.
- Alessia Heartilly

   
 
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