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Autore: Sabu_chan    05/08/2005    2 recensioni
Ad una persona che si è allontanata prima che avessi avuto il tempo di conoscerla di persona. ancora adesso la sua voce ed il suo viso mi inondano la mente.
Spero apprezziate, grazie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta sul divano della mia casa, immersa nei pensieri, guardando un punto non esatto della stanza, sapevo che qualcuno doveva venirmi a far visita, e portarmi qualcosa di speciale

Seduta sul divano della mia casa, immersa nei pensieri, guardando un punto non esatto della stanza, sapevo che qualcuno doveva venirmi a far visita, e portarmi qualcosa di speciale. Non sapevo che cosa di preciso, ma sentivo che era una qualcosa che mi sarebbe spettato, forse, per una festività particolare, forse era San Valentino, perché la città pullulava di banchetti di dolciumi, di cuori e di ragazzi che portavano a passeggio la loro ragazza. L’atmosfera era quasi cupa, si, cupa e strana, eppure doveva essere tutto così piacevole, nonostante l’ambiente circostante fosse scuro ed i volti delle persone fossero incolore.

Continuavo a fissare un punto impreciso davanti a me, ma con la coda dell’occhio vedevo qualcosa, anzi, qualcuno avvicinansi, inginocchiato per terra, quasi strisciante per non farsi notare. L’avevo notato. Di lui quella persona vedevo solo un particolare, una scarpa nera, mentre il resto della figura restava nascosto, non so come, dal bracciolo del divanetto. Poi ad un tratto si alzò, ed io esplosi in una sorta di urlo di sorpresa, eppure me l’aspettavo.

Tu mi porgesti un pacchetto lungo e sottile, non sapevo cosa c’era dentro, ma fantasticavo pensando fosse una barra di zucchero. Non so perché ma era bello immaginarlo. Eri vestito con un cappotto lungo di un grigio molto scuro, quasi nero, e le mani inguantate. Presi il pacchetto con l’intenzione di aprirlo, poi lo posai sul cuscino ed alzai il volto.

Il tuo viso, i tuoi occhi.

Li avevo visti solo un paio di volte in webcam, e li ho da sempre apprezzati. Il tuo testone liscio e, a mio parere, morbido, più volte mi avevano fatto venir voglia di accarezzarlo. I tuoi occhi erano azzurri, anche se so che non è il loro colore vero. Mi guardavi, ma non sorridevi.

Ti ho abbracciato, ti ho stretto a me all’altezza della vita.

<< Allora non sei morto!>> ho esclamato nelle lacrime, stringendoti ancora di più, volevo toccar con mano e con l’intero corpo che la tua esistenza era vera. << Allora cosa dicevi su MSN? Ho saputo che non c’eri. Ma tu ci sei!>>

Tu non sorridevi. Mi guardavi ma non sorridevi. Non ti muovevi, anche se mi è parso che una tua mano mi toccasse. Ma non era così. Non mi dicesti una parola, non fiatasti, non provasti nemmeno ad asciugar le mie lacrime.

Eri tu, ma non più Nizar.

Poi il sogno è diventato un altro sogno, la bella favola che mi ero costruita tutt’un tratto è svanita, così come non ho più ricordato quella visione così bella, così dannatamente bella che mi ero fatta di te. Non ti ho mai visto dal vivo, solo una piccola schermata del computer mi permetteva di vederti, di leggerti, e anche se è stato per poco tempo ho saputo tante cose di me come tu ne hai saputo tante di me. Ne ero contenta.

Anche se per poco ho conosciuto la splendida persona che sei, ancora adesso.

Poi mi sono svegliata, la mia stanza da letto oscurata dalle persiane ancora chiuse. Mi sono rigirata nel letto, ho stropicciato le coperte, ho stretto il cuscino. Poi ho ripensato alla notte. Alla splendida notte.

Ed ho pianto. Ho pianto come sto facendo adesso, mentre scrivo tutto ciò, il resoconto di un bellissimo ricordo che vive. Vive ora nella mia testa e nel mio cuore.

Ho sorriso tra le lacrime, non me le sono asciugate, ho lasciato che morissero nel cuscino.

<< Allora hai mantenuto la promessa: mi sei venuto a trovare.>>

   
 
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