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Autore: Fuffy91    28/03/2010    1 recensioni
Strinse il pugno sul suo bastone magico, aggrottando il viso, corrucciato. Era ancora vigile, su di loro, e pronta ad attaccare. Poteva avvertire il suo respiro gelido sulla sua pelle e il suo risolino beffardo scuotergli le viscere. Sbarrò gli occhi, alzandosi dal suo seggio di scatto, attirando l’attenzione di Frodo e di Aragorn, che seguì lo sguardo di Legolas, dilatato e teso, verso un punto indefinito della boscaglia.
“ Arrivano.”
Sussurrò, nel momento esatto in cui una massa brulicante di orchi fuoriuscì dagli alberi, urlando e sguainando le loro armi.
AGGIUNTO 25° CAPITOLO!!! BACISSIMI, FUFFY91!!!^____^***
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 20

Il cuore di Marzia era uno spiazzo verdeggiante, circolare ed immenso, contornato da alberi alti e maestosi, di tutte le specie. La vasta pianura era occupata dal villaggio delle amazzoni, costituite da tende color beige, case di legno massiccio, fuochi sparsi qua e là, stalle con cavalli dalle chiome selvagge e scalpitati, donne che si allenavano e tendevano frecce per colpire bersagli lontani, parlando in una lingua sconosciuta, né dolce come quella degli elfi né aspra come quella dei nani, più dura e modulata.

Al loro passaggio, li guardavano incuriosite o contrariate, per poi salutare, con il caratteristico gesto delle mani, la loro regina per poi ritornare alle loro mansioni. In alcune, Frodo riconobbe i volti già visti nel fulcro della foresta, e si sorprese vedendo un gruppetto di loro sorridere a Will, che le mandò un bacio ammiccando. Loro risero, per poi continuare ad allenarsi. Scosse la testa sorridendo. Quel ragazzo non si smentiva mai.

All’improvviso, vide l’amazzone di nome Daila correre per fare rapporto alla sua regina.

“ Mia regina, ho fatto come mi avete chiesto.”

“ Bene. Oleandro si è ripresa?”

Lei scosse la testa.

“ No, non ancora, mia signora. Ma ho riferito le vostre parole a Meiscia.”

“ Molto bene. Grazie, Daila. Ora raggiungi le altre d’avanguardia, e dì loro di tenere d’occhio soprattutto i confini a nord.”

Daila annuì, inclinò il capo ed alzò le mani in segno di rispetto per poi correre nuovamente verso il folto degli alberi.

“ Oleandro è ancora incosciente.”

Disse Romilda al suo fianco, con un’aria, nonostante tutto, preoccupata per la sua sorte. Ma Vanesia sorrise.

“ Oh, si riprenderà. Ha subito di peggio.”

“ è incredibile che, in una foresta così florida e fitta, ci sia una pianura inalterata e così vasta.”

“ Le leggende dicono che gli dei della montagna, per elogiare le antiche amazzoni, decisero di donare loro un posto sicuro nella foresta, dove poter vivere e preservare la loro razza.”

Spiegò Romilda ad un incuriosito Gimli, che annuì. Ma Vanesia rise.

“ Sono solo favole. In realtà è quella montagna che oscura il sole ad impedire la crescita di alberi. I suoi raggi non riescono a garantire lo sviluppo delle piante e il fiume scosse lontano, verso nord-est. È una catena di eventi. Gli dei non hanno alcun merito.”

Disse pacata e le parole di Romilda, sul suo conto, confermarono la loro veridicità. Vanesia non credeva alle leggende popolari della sua gente. Frodo si chiese, allora, in cosa, una donna fiera come lei, avesse fede. Aragorn contava sulla speranza. E lei, su quale ideale? Le sue congetture vennero frenate dalla stessa Vanesia, che si arrestò davanti ad una tenda molto più grande e sicuramente più confortevole.

“ Siamo arrivati. Venite, entrate.”

Poi si voltò verso un trio delle sue sorelle, che guardarono con interesse Taras, Legolas ed Aragorn, sfiorando ogni tanto un loro braccio o una spalla, con le dita sottili ma con unghie come artigli.

Vanesia afferrò il braccio di quella al centro, la cui mano aveva concesso una carezza fin troppo audace sul petto coperto di Taras, sibilando qualcosa nella stessa lingua sconosciuta, ma che non lasciava mistero sul suo tono contrariato ed adirato. Le tre amazzoni indietreggiarono pallide, per poi colorarsi di rossore sulle guance e sul collo, e sparire rapide verso un gruppo di donne lontano. L’ultima della fila osservò ancora una volta Legolas, con un’espressione molto simile al rimpianto.

Vanesia scosse la testa, sospirando.

“ Non si accontentano mai.”

Mormorò fra sé, per poi varcare le soglie della tenda, dove Gandalf si era già accomodato sui cucini e le pelli morbide e calde. Al centro, un focolare e più lontano, un’amaca dondolante. Appena la vide, le sorrise prontamente ricambiato.

“ Molto bello qui. Caldo, confortevole…”

Mormorò gentile, guardandosi intorno, come un bambino curioso. Vanesia si sedette davanti a lui, sorridendo ancora, seguita dagli altri. Will si mise accanto a Romilda, cingendole una spalla con un bracco che lei scrollò, irritata. Ma lui sorrise e guardò Vanesia, che ricambiò il suo sorriso luminoso. Fu Merry, inaspettatamente, a rompere il silenzio nella tenda, rivolgendosi direttamente a Vanesia:

“ Cosa volevano quelle donne?”

Vanesia lo osservò imperturbabile e con sguardo duro, e per un attimo Frodo vide Merry titubare, chiedendosi, ne era sicuro, visto che la sua espressione non trapelava alcun dubbio, se l’avesse offesa in qualche modo. Ma ogni dubbio ed incertezza si dissolse, quando la regina delle amazzoni si scostò una ciocca di capelli biondo-dorato dal viso, sbuffando quasi adirata.

“ Nulla. Credevano solamente che i vostri attraenti amici fossero dei prigionieri. Desideravano farne, per ciascuna di loro, uno schiavo.”

I tre interessati si guardarono eloquenti. Ma poi Will ruppe la tensione, chiedendole con un sorriso sardonico:

“ E tu cosa le hai detto?”

Vanesia, inaspettatamente, sorrise maliziosa, aggiungendo fascino alla sua bellezza già oltremodo dimostrata.

“ Che erano di mia proprietà.”

Rispose lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Will fischiò esplicito e Romilda rise. Taras la osservò stupito, Legolas abbassò lo sguardo limpido, mordendosi il labbro inferiore, forse a trattenere un sorriso, che comparve a mezzo tono sul volto di Aragorn, per nulla offeso all’idea.

Vanesia si riscosse, guardando direttamente quest’ultimo, seria:

“ Ovviamente, ciò non corrisponde al vero. Era sola una precauzione che, prima o poi, avrei dovuto prendere. Solo così, sarete tutelati dalle insistenze delle mie sorelle. Mi scuso se vi ho offeso.”

Aragorn reclinò il capo, accondiscendente. Vanesia rispose con un sorriso a fior di labbra. Poi, eclissò elegantemente l’argomento, ritornando al punto pratico e che più premeva della questione che li aveva condotti al suo cospetto.

“ Immagino vogliate discutere della nostra prossima alleanza.”

Aragorn annuì.

“ Si. In verità, vorremmo chiederle di unirsi a noi per combattere Venia definitivamente.”

“ Noi amazzoni sono anni che combattiamo la Signora delle Tenebre, e non abbiamo avuto mai bisogno d’aiuto.”

Disse lei calma, nessuna forma di risentimento nella voce modulata.

“ Ma questa volta, le nostre intenzioni non si limitano solamente a sconfiggere una sommossa di orchi.”

Ribatté lui, tranquillo e pacato come lei prima.

Si osservarono per un po’, finché il silenzio non venne rotto dall’entrata discreta di una vecchietta dai capelli neri striati di grigio, raccolti in due morbide trecce. In gioventù, doveva esser stata molto bella, vista la luminosità e le rughe solamente accennate sul suo viso abbronzato. Gli occhi a mandorla e luccicanti di azzurro trasmettevano gentilezza e bontà. Indossava una lunga veste rossa e con un sorriso dolce, iniziò a canticchiare una melodia sconosciuta, avanzando decisa verso un cumulo di coperte, sedendosi poco lontano da Frodo, che la osservava incuriosito, eppure non poté fare a meno di ricambiare il suo sorriso quando dolcemente si formò sulle sue labbra piene.

“ Ciao, Meiscia. Come stai?”

Le chiese Will, sorridendole accattivante. Lei sghignazzò e continuò a canticchiare distratta, afferrando un vestito e cominciando a ricamare.

Vanesia le concesse un debole sguardo, per poi ricominciare il discorso di poco prima, con Aragorn, che tornò ad osservarla solo quando sentì la sua voce.

“ Comprendo le vostre intenzioni, come le ragioni che vi hanno condotto qui, a Marzia, da me.”

Si fissarono nuovamente. Poi Vanesia, sospirando e passandosi una mano tra i larghi ricci biondi, disse:

“ Va bene, mi unirò a voi. Ma non vi garantisco la vittoria.”

“ Perché? Con voi amazzoni saremo in tanti a fronteggiare Venia. Non credo avrà scampo.”

Disse Will, sorridendo.

“ Purtroppo non è così, giovane Brown. E questo, la regina lo sa.”

Disse Gandalf, portando lo sguardo azzurro su quello traboccante di giada di Vanesia.

“ Le amazzoni sono in tante. Ma non bastano a fronteggiare gli eserciti di Venia, nemmeno se unite alle truppe di Murnirm, Ruer ed Holmes.”

Disse Taras, con sguardo lontano.

“ Abbiamo subito troppe perdite nell’ultima battaglia, senza contare i feriti.”

Mormorò fra sé Legolas, osservando assente il suo arco. Non era difficile immaginare a chi stesse pensando, affermando quelle parole.

“ Allora è finita?”

Domandò retorico Merry.

“ Non possiamo arrenderci così. Ci deve pur essere un modo.”

Costatò animato Sam, mentre Frodo lo guardava pessimista.

“ Un modo ci sarebbe.”

Disse una voce dolce ed antica, proveniente dai meandri della tenda, da una vecchietta ancora intenta a cucire, sorridendo fra sé.

Vanesia sbuffò, irritata.

“ Sai che dovrai farlo. Anche lui lo sa.”

Le disse dolce, indicando Gandalf che in effetti, sembrava troppo sicuro di sé ed attento ad osservare ogni minima mutazione nell’espressione di Vanesia che lo ricambiò accigliata.

“ Non lo farò mai. Non mi abbasserò a un tale livello di sottomissione.”

Borbottò ancora la regina, alzandosi e camminando nervosa, seguendo un percorso immaginario.

“ Non sarebbe sottomissione, la tua.”

“ Si, infatti sarebbe ancora peggio. Un atto del genere potrebbe portare alla nostra rovina. Lo sai che ne approfitterà, in futuro.”

Continuò, ignorandoli ed ingaggiando un lotta fra sé stessa e la calma e sorridente Meiscia.

“ Non ci sarà alcun futuro se non metterai da parte il tuo fiero orgoglio, bambina.”

A quelle parole, Vanesia arrestò il suo passo e la guardò tra lo sbigottimento e l’irritazione. Non passò molto che quest’ultima prendesse il posto del primo.

“ Il mio orgoglio l’ho messo da parte molto tempo fa, Meiscia. E questo lo sai. Perché ora me lo rinfacci?”

Le sibilò contro. Ma Meiscia non si scompose e continuò a filare.

“ Oh, questo è quello che credi. Ma in realtà, non ti è difficile, talvolta, confondere la tua fierezza con l’orgoglio.”

Frodo ebbe quasi l’impressione che volesse scagliarsi contro di lei, tanto che vide Romilda trasalire. Ma tutto sfumò, quando vide Vanesia sorridere amara e sedersi accanto a Meiscia.

“ In questo non sono diversa da Oleandro, vero?”

Meiscia non rispose, ma Vanesia risolse da sola il suo dilemma.

“ Già, è così. Forse è per questo che mi irrita tanto. Ricorda la me stessa del passato, che talvolta riaffiora, prepotentemente.”

Mormorò assorta, osservando le fiamme danzare nel braciere.

“ Non mi resta che chiedere aiuto a Yoria.”

Meiscia le sorrise e le accarezzò i capelli dorati.

“ Brava bambina.”

Le accarezzò la guancia dolce. Lei si distaccò dolcemente con un sorriso e disse a tutti loro.

“ Molto bene. Abbiamo molte cose da fare. Seguitemi.”

Gandalf fu il primo ad alzarsi, affiancandola e picchiettando, al suo passaggio, la spalla di Aragorn che subito lo seguì, e dietro di lui Taras, Will, che trascinò Romilda con una mano, quasi distrattamente e Frodo che, prima che sparisse definitivamente dietro lo fenditura luminosa della tenda, preceduta da Legolas, vide le sue guance diventare più scure a quel semplice contatto. Ma quando uscì alla luce calda del sole, li vide già distaccati, ma Will ancora sorridente.

“ Secondo voi cosa vuole fare?”

Gli chiese Sam, bisbigliando quelle parole all’orecchio.

“ Non lo so. Ma mi fido di lei.”

“ Io no, invece. È troppo misteriosa.”

Commentò Merry, arricciando le sopracciglia, sospettoso.

“ A me invece è simpatica.”

Disse Pipino, sorridendo e sgranocchiando un cosciotto di pollo.

Merry si riscosse dai suoi pensieri dubbiosi, guardandolo sconcertato.

“ Dove l’hai preso?”

Gli domandò, indicando il cosciotto. Pipino lo sollevò, guardandolo innocente.

“ Questo? Me lo ha dato Meiscia.”

Disse, indicando dietro di sé. Frodo si voltò, osservando la vecchietta gentile salutarli con un sorriso molto dolce.

“ è stata molto gentile, vero?”

“ Si, molto gentile.”

Ripeté Frodo, girandosi a guardarla di nuovo, ma si sorprese nel non vederla più e l’apertura soffice della tenda della regina svolazzare a causa del vento, come i ricci ribelli dei suoi capelli color pece, sulla fronte pallida. Sam lo riscosse, scuotendolo per una spalla, ma il suo tocco gentile agì in lui come una rovinosa frana.

“ Padron Frodo. State bene?”

Gli chiese, scrutandolo preoccupato. Non si era accorto di essersi fermato, rimanendo indietro dal resto del gruppo.

“ Si.”

Gli rispose semplicemente, sorridendo.

“ Venite, allora.”

Lui annuì, seguendolo. Si volse ancora, come attratto da una forza misteriosa che lo tentava. Forse le iridi scure di quella antica strega amazzone? Non sapeva dirlo. Ma la Gemma brillò sulla sua pelle, facendo luccicare anche la sua camicia immacolata, e questo bastò per rifuggire da qualsiasi tentazione. Nascose la Gemma nel suo pugno, cercando di ignorare il calore avvolgente che lo pervase a quel contatto, finché non la sentì appassire, forse anche lei demoralizzata dal suo poco interesse, ma non per questo priva di speranza, come dimostrava il bagliore sottile che brillò all’interno delle sue pareti di cristallo e diamante, come un piccolo cuore pulsante, ma il cui battito era troppo debole affinché Frodo potesse percepirlo.

“ Dimmi che non vuoi farlo!”

Frodo sobbalzò a quella voce intrisa di rabbia, proveniente dall’amazzone Oleandro, che affiancò Vanesia, ignorando Gandalf ed Aragorn al suo fianco, rivolgendo a quest’ultimo uno sguardo truce, come se fosse colpa sua se la sua regina la stesse deliberatamente ignorando.

“ Dimmi che non vuoi andare a scongiurare quei vermi! Dimmelo!”

Le urlò. Vanesia osservò per un momento il suo sguardo di rimprovero, unito al disgusto, poi la sorpassò e si rivolse a Romilda.

“ Per favore, Romilda. Raggiungi Daila e le altre ai nostri confini e di loro di anticiparci alla Linea di Confine.”

Oleandro ringhiò indispettita, ma poi si riscosse a quelle parole e la raggiunse con tre balzi, guardandola come se non l’avesse mai vista prima.

“ E, se non è troppo disturbo, potresti recapitare un messaggio al capo degli Yoria?”

Romilda sbarrò gli occhi scuri per un attimo, come Oleandro, ma poi scosse la testa e annuì convinta.

“ Si, certo. Cosa…cosa devo dirgli?”

“ Tu sei pazza! Avanti! Dillo che sei pazza!”

Esclamò rabbiosa Oleandro, ma Vanesia la ignorò ancora.

“ Digli che è giunta l’ora di saldare quel vecchio conto in sospeso.”

Disse, ammiccando e con quel sorriso malizioso e contagioso che le donava tanto.

“ Lui capirà.”

Romilda annuì, sorridendo. Poi, con il solito e ormai comune gesto di saluto, corse alle scuderie.

“ Ah, Romilda.”

Quest’ultima si voltò interrogativa.

“ Prendi il mio cavallo. È il più veloce.”

Romilda annuì, per poi sparire fra le sue compagne.

“ Così gli farò venire un bello spavento. Che sia la volta buona che crepa, quel bastardo.”

Aggiunse quasi fra sé, facendo sorridere divertito Gandalf.

“ Hai chiesto scusa a Romilda?”

Chiese subito dopo ad Oleandro, che la trucidò con lo sguardo.

“ No, e non lo farò.”

Le urlò, risentita. Vanesia scrollò le spalle.

“ Come vuoi. Allora, non ti parlerò.”

Disse semplicemente, e Frodo notò un lampo di dispiacere negli occhi scuri della giovane amazzone che la osservò andare via, correndo rabbiosa e ringhiando verso le scuderie. Vanesia sorrise fra sé, poi si rivolse a Gandalf.

“ Verrete anche voi, alla Linea di Confine. Non intendo coinvolgervi completamente, ma solo che assistiate e che…siate presenti.”

Will annuì, sorridendole sornione.

“ Non vi deluderemo, mia signora.”

E, molto galantemente, le prese gentilmente la mano e fece per baciarla, ma lei lo discostò, il viso distorto in una smorfia irritata.

“ Odio queste galanterie.”

Mormorò quasi fra sé, guadandolo male e sorpassandolo, i capelli smossi dal vento.

Gandalf lo ammonì con gli occhi.

“ Che ho fatto?”

Taras scosse la testa, trascinandolo verso le scuderie, dove i loro cavalli nitrivano tranquilli, tranne Ombro Manto, seduto tra una coltre di soffice fieno. Appena vide il suo mago padrone, trotterellò verso di lui, che lo cavalcò con destrezza.

“ Sarà meglio che voi, hobbit, rimaniate qui.”

Disse, una volta uscito dalla stalla.

Pipino spalancò la bocca, Merry si crucciò e Sam abbagliò risentito.

“ Per quale motivo? Siamo giunti fin qui…”

“ è proprio per questo, Sam, che sarebbe più opportuno la vostra presenza a Marzia.”

Lo interruppe Aragorn, trascinando Frodo sulla sella del suo fedele destriero, che nitrì sommessamente. Frodo li guardò confusi.

“ Se le cose non andassero per il verso giusto, la tribù degli Yoria ci attaccherà come uno sciame di api infastidito e…immagino non abbiate mai visto un attacco degli Yoria, prima d’ora?”

Chiese retorica e quasi ironica Vanesia, affiancando il suo cavallo a quello di Aragorn, che nitrì infastidito dalla fermata violenta dello stallone color grigio perla, la cui criniera bianca era lasciata libera e selvaggia, a ricoprirgli gli occhi buoni e profondi.

“ Non posso contraddirvi.”

Disse Pipino, amareggiato. Vanesia gli sorrise maliziosa.

“ Ed è meglio che non lo vediate di persona. È troppo pericoloso per degli hobbit, seppur coraggiosi, della Contea.”

“ Allora, se è così, perché portate Frodo, con voi?”

Chiese Merry, con nessuna inflessione nella voce, ma osservando preoccupato l’amico, che ricambiò lo sguardo, ancora smarrito.

“ Lui è il portatore delle Gemma. Dovrà affiancarmi nell’impresa, quando dialogherò con Yoria, per convincerlo all’alleanza.”

“ Praticamente lo userete!”

Esclamò Sam.

“ E tanti saluti alla cortesia delle amazzoni.”

Borbottò, arrabbiato. Aragorn lo rimproverò, ma lui non ci badò e sostenne lo sguardo di fuoco di Vanesia, finché quest’ultima non alzò una gamba, trascinandolo, con l’ausilio di un piede, incastrato nella sua cintura, alla sua altezza, per poi prenderlo per il bavero della camicia e puntandogli un coltello lavorato in argento alla gola. Sam deglutì nervoso, con gli occhi sbarrati.

“ No, per favore!”

Urlò Frodo, sbilanciandosi e smontando da cavallo, sotto lo sguardo attento di Aragorn.

“ Ho ucciso per molto meno, Samvige Gaingie.”

Sam non rispose, ma cercò di sostenere i suoi occhi di giada, ora congelati da un gelo d’ira.

“ E tu, di certo, non farai eccezione.”

Sam chiuse gli occhi, sentendo la lama fredda del pugnale farsi più vicina al suo collo.

“ No, vi prego, lasciatelo andare.”

La implorò, Frodo.

“ Lui si preoccupa solo per me. Non aveva intenzione di offendervi.”

“ Ha ragione.”

Dissero in coro Pipino e Merry, trepidanti.

Vanesia guardò sia loro che Frodo, osservando a lungo la sua espressione.

Poi, sempre imperturbabile, lasciò la presa su Sam, allontanandogli il coltello dalla vena arteriosa pulsante, con un gesto secco e veloce.

L’hobbit cadde sul terreno erboso con un singulto, e subito i suoi amici lo aiutarono ad alzarsi.

“ Stai bene, Sam?”

Gli chiese Frodo, trattenendolo saldo con un braccio.

“ Si, si sto bene. Grazie, padron Frodo.”

Mormorò schiarendosi la voce, ancora turbato, massaggiandosi il collo e aggiustandosi la camicia stropicciata.

“ Ringrazia il tuo generoso amico, hobbit. E non osare mai più offendere me e le mie sorelle, altrimenti sarò felice di toglierti io stessa la vita.”

Disse dura e fredda Vanesia, poi si rivolse con la stessa pacata freddezza alla Compagnia. Oleandro, unitasi silenziosamente al gruppo, la osservò ammirata.

“ Se avete ancora intenzione di accompagnarmi, farete meglio a tenere il mio passo. Non ho tempo per i salvataggi.”

Terminò glaciale, per poi urlare qualcosa al suo cavallo in quella loro lingua sconosciuta. Fatto sta, che quest’ultimo impennò quasi entusiasta, cavalcò veloce come un fulmine, nei meandri della foresta.

“ Vieni, Frodo.”

Disse Aragorn, tendendogli una mano che lui afferrò.

“ Non temere, Sam. Non gli capiterà nulla.”

Sam annuì alle parole di Aragorn, che ricambiò il suo sorriso titubante.

“ Reggiti, ora.”

Frodo, dietro di lui, rivolse uno sguardo che sperò pacato e rassicurante ai suoi compagni, che lo salutarono con un saluto lieve e un sorriso amaro. Solo quello caramellato di Sam, sembrava spento e fu solo questo a rattristarlo.

Ben presto, arrivarono nei pressi della Linea di Confine, una striscia di terra larga circa quindici metri, dove si sorprese a vedere una fila di uomini dal torso nudo e le gambe lunghe e forti fasciate di pelle animale. Come le amazzoni, erano tutti differenti, anche se la pelle bronzea per il sole li acuminava. Si sorprese di vederli ostili, gli sguardi accesi di irritazione, nello scrutare la venuta della regina delle loro nemiche, la calma pacata di sempre aveva sciolto i suoi tratti tirati per la furia di poco prima con il malcapitato Sam e ora, mentre smontava da cavallo, sorrideva alle sue sorelle, che urlarono il suo nome e quello che doveva essere un saluto.

Legolas, Taras e Will furono gli ultimi a sopraggiungere, mentre Frodo, Gandalf ed Aragorn erano già smontati da cavallo, pronti per la nuova fase del loro viaggio.

“ Sono quelli gli Yoria?”

Chiese Frodo, scrutandolo tra la curiosità e il timore.

“ Si. Amichevoli, vero?”

Disse Gandalf, sorridendogli ironico. Frodo non lo ricambiò, troppo teso dalla prospettiva di dover avvicinarsi troppo alla loro persona. Visti così, sembravano irriducibili armi umane, adibite solo al combattimento. Ora capiva la titubanza di Vanesia a non coinvolgere anche Sam e gli altri.

Romilda corse da Will, mentre quest’ultimo smontava da cavallo.

“ Come mai ci avete messo così tanto?”

“ La tua regina ha avuto uno scoppio d’ira, che si è ritorta contro il povero Sam.”

Romilda impallidì, visto che il color cioccolato della sua pelle, divenne meno palese.

“ E…come sta?”

“ Oh, se la caverà. Nulla di rotto, almeno.”

Romilda sospirò, ricambiando il suo sorriso ammaliante. Poi, il suo sguardo venne catturato dalla figura di Oleandro, che, scesa dal suo cavallo, che nitrì dolcemente, dopo aver lanciato un’occhiata di fuoco ai suoi avversari, che emisero dei versi rabbiosi e stizziti, scrutandola accigliati, si accostò a lei, a braccia incrociate ed il volto tirato.

Romilda distolse anch’essa lo sguardo, concentrandosi sulla sua regina, che stava discorrendo circospetta con Daila e le altre sue sorelle.

“ Scusa, per prima. Credo di aver esagerato.”

La sentì dire, tra la riluttanza e la liberazione, sempre rigida al suo posto.

Romilda si stupì delle sue parole che, nonostante fossero dettate dal risentimento, in fondo, sembravano sincere.

“ Va bene. Accetto le tue scuse.”

Le disse, voltandosi con un lieve sorriso, tendendole la mano, in segno di amicizia. Ma, nonostante le sue più rosee aspettative, la sua rivale di sempre, la sorpassò, congedandosi solo con un rapido cenno del capo e un mugolio sbrigativo di assenso, per poi volare al fianco di Vanesia, sentendola esclamare, mentre la guardandola sbigottiva:

“ Ho chiesto scusa! Ora, mi vuoi ascoltare, considerare tutto questo una follia e ritornarcene tutte a Marzia?”

Vanesia, ignorandola, si accostò al fianco di Romilda, chiedendole pacata e scettica:

“ E’ vero? Ti ha chiesto, davvero, di perdonarla?”

Romilda, con un sospiro, confermò, portando gli occhi al cielo.

“ Si, ma non certo in modo cordiale e che si potesse definire, davvero, sentito.”

Vanesia rise sommessamente, divertita.

“ Be’, almeno stiamo migliorando.”

“ La facciamo finita, o no?”

Le chiese, ancora irritata, Oleandro, gli occhi fiammeggianti più dei suoi capelli rossi.

Vanesia la soppesò con lo sguardo, per poi scrutare gli Yoria, impazienti.

“ No, dobbiamo cercare una loro alleanza. Non abbiamo scelta.”

Le rispose, inflessibile, sostenendo gli sguardi inferociti dei suoi nemici.

“ Ma hai perso il senno? Ci trascinerai nel fango, se ti abbassi a un tale livello.”

Sibilò Oleandro, accigliata e tesa, per quella situazione, per lei assurda.

“ E’ la scelta più saggia, invece.”

Disse Gandalf, con la sua voce imperiosa, affiancando la regina delle amazzoni, seguito da Aragorn.

Ole li trucidò entrambi con gli occhi, stringendo le labbra, risentita ce Vanesia desse più ascolto a degli stranieri, che a lei, una sua sorella.

“ Divisi sareste entrambi deboli, ma uniti, costituirete un’arma vincente.”

Le spiegò Taras, stringendo le mani intrecciate, per dare un giusto significato alle sue parole. Sia  Vanesia che Romilda annuirono, seguite da uno sbuffo infastidito di Ole.

“ Oh, fate come volete. Ma alla fine dei conti, scoppierà sicuramente una guerra, ne sono certa, e allora, non venite a piangere da me.”

Intimò, rivolta alle sue sorelle, allontanandosi di gran passo dal gruppo, per fermarsi, a braccia incrociate e sguardo truce, all’ombra di una quercia.

“ Però, pessimista.”

Ruppe il silenzio William, inclinandolo con la sua allegria ed il suo ottimismo.

“ Non è, comunque, una possibilità da escludere, ciò che ha detto.”

Disse Aragorn, incrociando lo sguardo di Vanesia, che annuì.

“ Si, ma farò del tutto per evitarla.”

Aggiunse, subito dopo, osservando la barriera umana degli Yoria, che ora, si voltarono, distolti dall’arrivo di qualcuno.

“ E come?”

Non poté impedirsi, di chiedere, Frodo, osservandola incredulo.

Vanesia gli sorrise maliziosa, puntando il suo sguardo luccicante di giada, verso un punto definito dei suoi avversari.

“ Lo vedrai, hobbit, lo vedrai.”

Sussurrò misteriosa, costringendolo a puntare i suoi occhi azzurri, verso gli Yoria e quello che vide, lo fece sussultare nel profondo.

La muraglia umana e possente degli Yoria, si era aperta, per lasciare intravedere quello che, sicuramente, dato l’aspetto, non poteva essere che il loro capo. Alto, dai muscoli possenti delle braccia e del petto ampio, lasciato scoperto, come quello dei suoi seguaci; capelli color carbone, lunghi e raccolti in una coda, che gli ricadevano, in una sottile cascata, sulla spalla destra; gambe possenti ed atletiche, fasciate da un pantalone aderente, in pelle di cervo, marrone chiaro; piedi nudi ed occhi castani che, sembravano emanare scintille, sul volto fiero del combattente.

Mentre un suo compagno, gli bisbigliava all’orecchio, evidentemente, ciò che era accaduto in quegli attimi, il suo sguardo non distoglieva quello di Vanesia, che, portando una mano sulla spalla di Frodo, cominciò ad avanzare, intimandogli dolcemente, a bassa voce, e con tono rassicurante:

“ Non preoccuparti. Lascia parlare me, ed andrà tutto bene.”

Frodo annuì, deglutendo nervoso.

Ad un suo movimento, le amazzoni si tesero rigide e gli Yoria, di rimando, si agitarono, emettendo versi risentiti e rabbiosi, come cani rimasti legati troppo tempo ad un palo.

Ma, inaspettatamente, con un gesto della mano destra, il loro capo li ammutolì, continuando ad osservarla insistentemente, risentiti.

Solo quando Vanesia e Frodo, si fermarono a metà della Linea di Confine, il re degli Yoria, avanzò, affiancato dallo stesso uomo che aveva parlato, precedentemente, con lui.

Vanesia attese paziente che li raggiungessero, mentre Frodo, a mano a mano che si avvicinavano, notò una grande cicatrice affiorare, insistente alla sua vista, sull’ampio petto del capo degli Yoria che, non appena arrestò il suo passo, a circa un metro di distanza da Vanesia, lo scrutò, più curioso che risentito della sua presenza.

“ Vanesia.”

Pronunciò il suo nome, con voce roca e sommessa.

La regina della amazzoni lo scrutò a lungo, prima di rispondere al suo appello.

“ Yoria.”

Frodo capì subito che il nome del capo, ero lo stesso che distingueva la sua razza da quella delle amazzoni.

“ Mi hai inviato una messaggera, richiedendo la mia presenza e quella dei miei fratelli qui, alla Linea di Confine.”

Vanesia annuì.

“ Si, esatto.”

Lui arcuò un sottile sopracciglio color carbone, come i suoi capelli, stringendo le labbra carnose e dalla linea virile, senza capire.

“ Perché? Non è da te.”

Dal modo in cui pronunciò quella frase, Frodo capì immediatamente che, in fondo, non erano poi così diversi i due sovrani, sia nell’espressione fiera e determinata, dipinta sui loro volti, e sia per l’atteggiamento colloquiale e pacato, che li acuminava.

“ Venia è in azione. Ha già attaccato i regni al di là di Marzia e Zootek. Non mancherà molto, che il suo sguardo si poserà sulle nostre terre.”

“ E con questo? Abbiamo già affrontato i suoi eserciti.”

Disse, sorridendo sfrontato e derisorio il giovane Yoria, accanto al suo capo e il suo atteggiamento, ricordò molto, a Frodo, quello dell’eterna indignata Oleandro. E come lei, Vanesia ignorò il suo intervento, rivolgendosi esclusivamente a Yoria.

“ Erano solo contingenti. Un’intera milizia, ci spazzerebbe via in un attimo.”

Yoria non rispose subito, e sembrava che stesse soppesando le sue parole, finché non ruppe egli stesso, l’attimo di glaciale silenzio.

“ Quindi, tu proporresti un’alleanza.”

Non era una domanda, e l’implicita e silenziosa conferma di Vanesia, fece scoppiare in grosse risate il giovane combattente, rivolgendosi ai suoi compagni, urlando parole incomprensibili, in una nuova  lingua sconosciuta, che doveva essere quella locale del loro popolo, e al suo riso, si aggiunse quello di tutti i suoi compagni.

L’unico a non unirsi al loro divertimento collettivo, fu Yoria, che non distolse per un solo attimo, lo sguardo serio da quello di giada della regina.

“ Lo sai che è l’unica soluzione. Venia è troppo potente e le sue risorse infinite. Dobbiamo unirci agli eserciti di Ruer, Holmes e Murnirm, se vogliamo sopravvivere.”

“ E chi ci assicura la vittoria?”

Vanesia puntò il suo sguardo sulla piccola figura di Frodo, che si sentì osservato e soppesato sia dagli occhi della regina, che da quelli castani del re degli Yoria, che arcuò un sopracciglio scettico, dopo la sua analisi.

“ Questo esserino?”

Disse pessimista, con una nota d’incredulità nella voce, rivolgendosi a Vanesia, che ricambiò ancora seria e tesa, nonostante l’apparenza rilassata, annuendo decisa, i capelli dorati, luccicanti d’arancio ai raggi del sole del tramonto. Era già trascorso tutto questo tempo? Per Frodo, parvero pochi minuti.

“ Lui è il portatore della Gemma del Destino.”

A quelle parole, Yoria sgranò gli occhi, meravigliato, ed il suo compagno, smise di sghignazzare, osservandolo stupito e senza parole.

“ Fagliela vedere, Frodo.”

Frodo, nonostante fosse titubante, quanto la Gemma che si illuminò timorosa, nel palmo della sua mano, stretta a pugno, rilucendo come non mai, quando lo aprì, ponendola alla vista dei due Yoria, il secondo dei quali, si riparò gli occhi, accecato, mentre un sospiro ed un gemito sorpreso, uscì dalla labbra di ogni singolo Yoria ed ogni singola amazzone, colpiti dalla sua luce evanescente.

Con la coda nell’occhio, Frodo osservò Gandalf sorridere rassicurato, quasi divertito da quel tempismo perfetto.

“ Allora? Hai altre domande da pormi?”

Yoria non rispose al sottile sarcasmo di Vanesia, ma si limitò ad osservarla attento e penetrante.

“ Solo una.”

Vanesia attese, finché Yoria non aggiunse:

“ Chi mi assicura che, in seguito, non approfitterai dell’alleanza, per i tuoi scopi e che le tue amazzoni, non attaccheranno i miei fratelli?”

Domanda lecita, pensò Frodo, mentre seguì con lo sguardo sconcertato, Vanesia avvicinarsi a lui, facendo tendere ansiosi sia il compagno di Yoria, che si scostò di lato, ad un gesto del suo re, sia le amazzoni, avvertendo Romilda urlare un: “No!” terrorizzato.

Ma Vanesia non si curò delle reazioni di nessuno, arrestandosi a pochi centimetri di distanza dal corpo possente di Yoria, che si limitò ad osservarla con un cipiglio tra il curioso e l’allerta.

Vanesia alzò la mano destra, solcando con le dita la profonda cicatrice sul petto di Yoria, che sobbalzò, sorpreso da quel contatto, tra loro, sicuramente, proibito.

In seguito, Vanesia si abbassò lentamente, baciandolo proprio in quel punto, per poi, alzarsi ed allontanarsi, come se nulla fosse successo, osservandolo, in attesa di una sua reazione.

Frodo vide, con la bocca spalancata per la sorpresa di quel atto, Yoria tracciare la sua cicatrice confuso, per poi ricambiare il suo sguardo, fino a che non luccicò, nelle sue iridi castane, una scintilla di comprensione.

Così, sotto lo sguardo attonito di tutti, afferrò il braccio destro della sua antica nemica, in un gesto delicato e lento, girandolo per mostrare alla luce rossastra del sole crepuscolare, una cicatrice profonda che Frodo non aveva mai notato prima, sulla pelle di lei.

Imitandola, Yoria si portò il braccio alle labbra, percorrendo la liscia cicatrice con esse, fino all’incavo del gomito, per poi lasciare la sua gentile presa ed allontanarsi da lei, circospetto ed attento.

In breve, si ritornò al punto di partenza, come se quell’evento memorabile, non fosse mai accaduto.

“ Non abbiamo nient’altro da dirci, mi sembra.”

Disse Vanesia, per nulla turbata, osservando Yoria annuire, deciso.

“ Si, nient’altro.”

“ Deduco che l’alleanza sia stata stipulata?”

Continuò Vanesia, quasi incalzandolo, dando a Frodo l’impressione di battere il ferro finché era caldo.

“ Si. Aspetteremo le vostre chiamate.”

“ E noi, le vostre.”

Entrambi i sovrani dei popoli selvaggi, si scrutarono con sguardo fiero, per poi sguainare le spade velocemente, ed incrociarle dolcemente. A quel atto, le amazzoni esultarono in un solo coro, seguite dagli Yoria, mentre i loro sovrani riponevano le armi, voltandosi loro le spalle, dopo un breve, ma rispettoso inchino, con un secco gesto del capo.

“ Sei stata…”

Iniziò a bisbigliare Frodo, cercando di congratularsi per il coraggio da lei dimostrato, nonostante non avesse compreso a pieno, i significati di quei baci, quasi scambiati con amore e rispetto, come se fossero stati due innamorati, che non si rincontravano dopo tanto tempo, trascorso divisi. Ma Vanesia lo zittì, ammiccando maliziosa.

“ Dopo, Frodo, dopo. Raggiungiamo gli altri.”

Lui annuì, accelerando il passo come lei. Raggiunti gli altri, dalle espressioni esultanti, attorniati dal visibilio delle amazzoni, entusiaste ed orgogliose dell’operato della loro regina, Frodo si voltò ad osservare, per l’ultima volta, gli Yoria, ma si stupì di non trovare altro che una distesa di verde, priva di presenze umane.

“ Ma come hai fatto a convincerlo?”

Le chiese Romilda, ammirata.

“ E cos’era, quello?”

Le chiese Will, indicando la Linea di confine, gli occhi azzurro-cristallo luccicanti d’ammirazione.

Vanesia scrollò le spalle, non molto propensa ad ulteriori spiegazioni.

“ Un gesto degno solo di un grande sovrano.”

Rispose Gandalf, al suo posto, guardandola sorridente e con approvazione.

“ Baciare le ferite del proprio nemico, provocate da lei stessa, è un atto di grande rispetto che nessun patto scritto potrà eguagliare.”

Continuò, mentre Vanesia lo osservava, finalmente, più rilassata ed a suo agio, nel suo mondo.

“ Un gesto di grande coraggio e dignità.”

Approvò Legolas, anche lui stupito da tanta umiltà.

“ Con questo, l’alleanza sarà più salda e avrà maggiore valore.”

Aggiunse Aragorn, scrutando l’orizzonte ed affiancando il suo amico arciere.

“ Già.”

Convenne Gandalf, lo sguardo intenso, rivolto a molte miglia lontano da Marzia.

“ Ora non ci resta che aspettare una mossa delle Signora delle Tenebre.”

“ E noi la attenderemo, pronti a fronteggiarla e sconfiggerla.”

Disse Frodo, preda di un’euforia e di un nuova ritrovata speranza, che animò il suo animo di una calda fiamma, come anche di una nuova, esultante luce, la Gemma del Destino, ricambiando il sorriso di Gandalf.

“ Ben detto, Frodo. Ben detto.”

E la sua voce profonda, si perse nel turbine di vento tiepido della sera, annuncio di una nuova notte, pronta ad inglobarli nel suo buio, carico d’intrighi, ma anche di ritrovate promesse.

 

 

Angolo dell’autrice.

 

Ben ritrovati, cari lettori e care lettrici del La Gemma del Destino. Lo so, lo so, purtroppo ho abbandonato questa storia, ma ora, ho deciso di finirla, per continuare, solo in seguito, le altre.

Come, giustamente, PetaloDiCiliegio ( che ringrazio dal profondo, davvero, e a cui dedico questo capitolo!XD) mi ha ricordato con tanto affetto e simpatia, questa storia  è troppo bella, per essere accantonata!!!

Così, ho deciso di impegnarmi, dopo un anno, di ricominciare a scrivere nuovi appassionanti capitoli, con protagonisti Frodo, Sam, Aragorn, Gandalf, Legolas ( che io amo particolarmente!), e tutti gli altri, personaggi originali e non, per concedere loro un finale degno di questa favolosa avventura!!!

Grazie mille a tutti quelli che hanno continuato a seguirmi, a leggere la mia storia e le molte altre che ho scritto!!!

Mille grazie a LadyElizabeth e fanny91, le ultime che mi hanno recensito, con affetto e ringraziamenti, non ho dubbi, sinceri!!! Spero di non avervi perduto definitivamente!!!XD

Dolcissimi baci, a tutti quelli che continueranno a sognare le magiche terre del regno di Tolkien, e, diciamocelo, anche quelle di Fuffy91!!!^__^

Baci baci e a presto ( lo giuro, salvo studio!XD),  dalla sempre vostra Fuffy91!!!

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