La storia, di tre capitoli più questa
introduzione è ispirata, ufficialmente, a “Soulmates”. Ufficiosamente, però, a “Happy
You’re Gone”. Ma la si può leggere, tranquillamente, con “Special Needs” (tutte
le canzoni citate appartengono ai Placebo).
Quindi, gradirei che leggeste con una di
queste canzoni, o con tutte e tre se preferite.
I personaggi di cui narro sono frutto della
mia fantasia e ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale. Non mi
pagano per scrivere. Purtroppo – non ancora,
almeno.
Buona lettura!
Soulmates Never Die.
Introduzione
– “Futili”
[361
parole]
La drammaticità che si ripete nei secoli,
nella stessa modalità. Gli attori si modificano come i colori e i sapori del
mondo, le mode e gli odori.
Un susseguirsi di autunni, inverni, primavere
ed estati; si trascinano tra le pagine di spartiti e sulle palpebre dei
trapassati che si frantumano e mischiano al terreno, dando origine a nuova
vita.
Gettate al pavimento, le ginocchia graffiate
di sangue e polvere, i doloranti del tempo, si muovono a fatica attraverso i
secondi che evolvono in minuti, ore… Contro i muri delle gabbie del presente, i
giustiziati dalle loro colpe, pagano bruciati dalle pallottole di coloro senza
morale (operano per il loro benessere – esclusivamente – e non conoscono
coscienza). Ricoperti dai salici piangenti gli amori assenti del futuro, i più
scottanti e intensi protetti dai seni delle madri snaturate che dicono addio ai
propri figli prima del tempo.
I traditori giacciono su zolle di terreno
fertile, fin quando cavallette arrivano a cibarsi del loro grano e strappar
loro occhi e bocche, così che non possano ammirare i loro desideri realizzati
basati sul parassitismo, così che non possano pronunciare menzogne.
Il trambusto di bombe e cannoni, per le quali
assenze hanno sperato movimenti giovanili che solcavano i volti di molti con
lacrime di commozione. Lo scombussolamento di fiori e petali che si confondono
a pioggia e neve e inondano di pace pochi istanti. Il silenzio del dolore, il
rumore dell’annebbiamento. Le menti razionali e distanti proiettano immagini di
un precedente benessere tra l’ingorgo del traffico mattutino di grandi
metropoli che posseggono ogni comfort… ma dai quali non è possibile ricavare
ciò che si cerca nei pensieri, sperando che questi possano ancora scagliare i
dettagli con la loro potenza.
Si rincorrono e tentano di sfiorarsi questi
umani, si cercano attraverso la nebbia della loro complessità di macchine
perfette, non si raggiungono mai del tutto, li dividono le distanze delle loro
scoperte – beati ignoranza e istinto! Tra le particelle degli oceani (e delle
distanze) le ragioni dei cambiamenti che apportano nelle loro vite. Futili.