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Autore: vulneraria    29/03/2010    4 recensioni
Song-fic basata sulla canzone di Carmen Consoli "Moderato in re minore". Neville ricorda com'era felice quando Luna era viva...
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vigilia di Natale,
un giorno come gli altri,
una tazza di latte caldo e
nessun regalo da scartare.

Neville si alzò di malavoglia dal letto e guardò il calendario: il 24 dicembre, un giorno come tanti.

Lei non era più lì.

Si vestì in fretta, a casaccio, una camicia grigia, come il suo stato d'animo quella mattina, e dei pantaloni neri.

Si guardò velocemente allo specchio, cogliendo nei propri occhi una malinconia che mai come in quel momento sentiva sua.

Senza indugiare oltre scese in Sala Grande; si sedette a fianco di Hagrid, si versò un bicchiere di succo di zucca, come al solito, e cominciò a sorseggiarlo con lentezza.

Il vociare entusiasta degli studenti rimasti a scuola riempiva la sala, ma per lui quello era solo un giorno come tanti.

Il suo quarto Natale senza di lei.


Auguri professore e
Felice anno nuovo,
d’un tratto un indecifrabile
imbarazzo colmava i suoi occhi.

Mentre percorreva il corridoio semi-deserto, Albus Potter gli si parò davanti e gli porse un pacchettino.

- Da parte mia, di James, Lily, Rose, Hugo e tutta la famiglia. Auguri professore.

Neville guardò prima lui, poi il pacchetto, che sembrava contenere un biglietto, o un foglio.

- Grazie mille Albus. Grazie.

Continuò per la sua strada e incuriosito, scartò il suo unico regalo: una foto.

Una foto sbiadita, che ritraeva loro due.

Luna salutava con la mano e lui sorrideva, raggiante.

Allora era felice.

Una lacrima gli scese lungo la guancia.

Era passato tanto tempo.


Vigilia di Natale
e i cori polifonici
trainati dal vento,
sii laudato o mio signore.

A fine corridoio, udì il coro fare le prove nell'aula di musica.

I soliti canti di Natale che da bambino amava, che aveva amato da ragazzo, ma che ora non gli trasmettevano altro che infelicità.

Neville e Luna passeggiano mano nella mano negli affollati viali di Hogsmeade.

Ridono, ascoltando le note di "We wish you a merry Christmas".

- Amo il Natale. Tutto è così... Allegro!- dice la ragazza, stringendo la mano di lui.

- Anche io... E con te è ancora più felice il mio Natale...- sussurra lui, imbarazzato.

Luna lo bacia teneramente sulle labbra.

Dolci ricordi.

Ma ormai quei canti non avevano più senso.

Nulla senza di lei aveva più senso.


Gli addobbi per le strade,
i presepi viventi,
d’un tratto un senso di sconforto
misto a frustrazione, colmava i suoi occhi.

Entrò nella camera e sospirò.

Andò alla finestra, e guardò le luci delle insegne dei negozi di Hogsmeade, in lontananza.

Tutto era così allegro.

Tutti erano allegri.

Non lui.

Non più.

Sarebbe stato tutto perfetto se lui avesse voltato pagina.

Ma non avrebbe mai dimenticato il suo sorriso di bambina,

la sua voce dolce,

il suo profumo fresco.

Il profumo che non avrebbe più sentito.


Ed avrebbe voluto
trovare al suo fianco
una compagna premurosa
e amabile.

L'avrebbe voluta al suo fianco,

avrebbe voluto rivederla.

Avrebbe voluto che il suo cuore tornasse vivo, almeno per un attimo.

Ritrovare la felicità perduta.


Ed avrebbe voluto
sentire il calore
di un altro corpo sotto
le coperte.

Avrebbe voluto sentire il calore che Luna emanava.

Il calore che riusciva a scaldargli il cuore,

il calore del suo sorriso, che faceva splendere il sole nei suoi giorni più bui.

Avrebbe voluto lei, anche solo per un attimo.


Vigilia di Natale,
un albero spoglio,
uno sguardo fugace a
vecchi testi di filosofia.

Si sedette sul letto, gli occhi castani fissi su un punto imprecisato del pavimento.

Restò così, per un tempo indefinito, forse pochi secondi, forse alcune ore.

Poi alzò lo sguardo sulla libreria.

Vecchi testi di scuola.

Rovistò alla cieca, senza cercare nulla di preciso.

Poi un quaderno gli capitò tra le mani.

Il loro quaderno.

Si erano divertiti a scriverlo, raccontando a un nargillo immaginario le loro vacanze.

Lo aprì.

Caro...- Come lo chiamiamo, Nev?

- Mmmmh.... Non saprei...

Dopo alcuni minuti di ponderazione, il sorriso di Luna si illumina- Yum!-

- Yum? Perchè Yum?

La ragazza ride- perchè i Nargilli sono golosi, e Yum è proprio il verso che si fa quando si mangia qualcosa di buono...

- Ok Yum...

Caro Yum,

oggi ci siamo divertiti molto.

Siamo andati a Hogsmeade, da Mielandia... Ci sono delle novità natalizie davvero squisite!

- Nev, scrivi qualcosa anche tu, su...

Neville prende la piuma in mano e tamburella con la punta sul foglio, poi inizia a scrivere.

Se le vedessi, Yum,ti leccheresti le labbra.

Abbiamo fatto la battaglia a palle di neve con Harry, Ron, Hermione e Ginny. È stato molto buffo!

Io sono stato subito sommerso di neve, ma poi mi sono vendicato e anche gli altri poco dopo avevano la neve nei maglioni.

Malfoy ci ha presi in giro, dicendoci che eravamo dei bambocci e noi per tutta risposta l'abbiamo bombardato. Così impara.

Passa il quaderno alla ragazza.

- È il tuo turno.

Beh Yum, credo che Neville abbia detto tutto, perciò ora ti saluto, anzi, ti salutiamo.

Torneremo presto, e ti avvertiremo non appena da Mielandia arriverà qualcosa di davvero goloso.

Penso che suggerirò al signor Flume, il proprietario, di prendere in considerazione voi nargilli per delle nuove leccornie.

Vabbè, a presto!

Da Luna e Neville.

Chiudono il quaderno, e lei lo guarda negli occhi- il nostro piccolo segreto.


Auguri professore e
felice anno nuovo
d’un tratto uno spietato senso
d’insoddisfazione colmava i suoi occhi.

Ripose il quaderno in mezzo ai libri.

Troppi ricordi.

Non sarebbe mai più stato il ragazzo di un tempo.

Lei aveva saputo riempire il vuoto lasciato dalla mancanza dei suoi genitori, rinchiusi al San Mungo.

Ma ora era solo.

Insoddisfatto.

Triste.

Lei non c'era più.


Ed avrebbe voluto
trovare al suo fianco
una compagna premurosa
e amabile.

L'avrebbe voluta al suo fianco,

avrebbe voluto rivederla.

Avrebbe voluto che il suo cuore tornasse vivo, almeno per un attimo.

Ritrovare la felicità perduta.


Ed avrebbe voluto
sentire il calore
di un altro corpo sotto
le coperte. …

Avrebbe voluto sentire il calore che Luna emanava.

Il calore che riusciva a scaldargli il cuore,

il calore del suo sorriso, che faceva splendere il sole nei suoi giorni più bui.

Avrebbe voluto lei, anche solo per un attimo.

  
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