Una
Sola Parola
capitolo 2
♥
Aprii
gli occhi. Ero sudata e letteralmente
immobilizzata al letto dal terrore. Di nuovo. Di nuovo quello stupido
incubo.
Ormai era una settimana che lo facevo tutte le notti. Non capivo quale
poteva
essere il motivo di questo appuntamento serale.
Iniziavo
a sospettare di essere in pericolo, anzi
io speravo di essere in pericolo. Perché prima di tutto
volevo movimentare la
mia vita monotona, composta solamente da scuola, compiti, qualche prova
con le
divine e qualche film strappalacrime. Poi volevo anche fare qualcosa di
eccitante, una di quelle esperienze da far drizzare i capelli dalla
paura (non
avevo fumato nulla quando pensavo a tutto questo).
Era
domenica e pioveva a dirotto. Mi tolsi le
coperte e allungai la mano sul comodino per vedere l’ora.
L’orologio segnava le
10 e mezza di mattina, mi prese un colpo quando pensai che a
quest’ora sarei
dovuta stare a scuola, ma a quanto pare la sveglia non aveva suonato.
Poco dopo
sentii mio fratello bussare alla porta con massima dolcezza, voleva
vedere se
mi ero svegliata.
-“
sorellina? Sei sveglia?” chiese gentilmente,
-“
si Fabio entra.” Risposi ancora frastornata da
sonno.
-“
tieni la colazione, principessa.” Mi disse
porgendomi un vassoio pieno di biscotti al cioccolato, una fetta di
pane e
marmellata, e un bicchiere pieno fino all’orlo di the.
-“
grazie fratellino. Ma non dovremmo essere a
scuola in questo
momento?” risposi senza
entusiasmo.
-“
è domenica Anto.” Posò il vassoio sul
mio
comodino.
–“puoi
portarmi un po’ di latte?” chiesi senza pensarci
nemmeno un secondo di più.
Avevo ancora voglia di latte, e sinceramente quando lo bevevo non
riuscivo
nemmeno a disprezzarlo come sempre, anzi, mi piaceva. Lui mi
guardò con un
espressione stupita e non aspettò molto a domandarmi da
quando io bevo il
latte.
-“
ma tu non odiavi il latte?”
-“
in questo momento io odio un’altra cosa” dissi
seria, senza pensare al peso delle mie parole. Non sapevo nemmeno se
mio
fratello fosse a conoscenza del mio odio verso l’amore, ma
non me ne importava
un fico secco.
-“
mah. Comunque è da una settimana che lo bevi… mi
sembra strano. Ero convinto che non ti piaceva.”
-“
beh, ma i gusti cambiano.” Usai la scusa con
massima sicurezza, ero
convinta che i
miei gusti non fossero cambiati affatto, ma che c’era un
altro motivo. Ma come
potevo spiegarlo a Fabio? Quindi rinunciai e lo ringraziai di cuore per
tutto
quello che mi aveva preparato per colazione. Lui scese in cucina per
andare a
prendere quello che gli avevo richiesto. Fabio era sempre
così gentile con me.
Io invece per lui non facevo molto, ero troppo occupata a torturarmi
con i pensieri.
Scesi
dal letto, mi infilai le ciabatte rosa, e mi
affacciai alla finestra socchiusa. La aprii e vidi una macchina che
parcheggiava sotto casa mia. Cercai di capire chi era la persona al
volante, ma
non riuscii a capirlo poiché la macchina aveva i vetri
oscurati. Mio fratello
tornò nella mia stanza con la tazza di latte in mano, e con
aria colpevole mi
disse di essere in compagnia al piano di sotto. Una buona compagnia per
lui, ma
spiacevole per me. Sapevo che mio fratello a volte mi odiava, ma non
riuscivo a
credere potesse farmi una cosa del genere. Sapeva che non volevo vedere
quella
persona nemmeno in cartolina, e lui me la aveva portata nel salotto di
casa
mia. Ma ci voleva tanto a mettersi il giubbetto e ad andare nel garage?
-“
scendi?” mi domandò.
“
no…” risposi mettendo il muso. Forse lui non
capiva, ma mi dava davvero fastidio avere Bruno di fronte, in quel
momento.
-“
dai sorellina, fra un po’ usciamo. Non serve
rimanere qui dentro ad aspettare. Fai due chiacchiere con
noi.” Propose Fabio.
Che faccia tosta.
-“
Fratellino. Io non voglio vedere Bruno”
-“
si … ma ormai tra voi è tutto finito,
no?”
-“
grazie per avermelo ricordato.”
Tornai
alla mia finestra, ma la macchina di prima
era come sparita. Bruno portava la macchina, ma non poteva essere
quella, non
me la ricordavo. E poi lui era ancora da noi, mentre l’auto
no. Da un po’ di
tempo mi succedono solo cose strane. Cavolo.
Mio
fratello uscì dalla stanza senza fare rumore, e
poco dopo sentii un rumore provenire dalla stanza affianco. Mi
spaventai perché
il fatto delle stranezze mi aveva stordito completamente.
-“
Fabio sei tu?” uscii dalla stanza per vedere chi
avesse provocato quel rumore. Ancora indolenzita dal sonno andai a
sbattere
contro qualcosa o qualcuno che veniva verso di me, ma che probabilmente
non mi
aveva visto.
-“
Antonella.” Alzai lo sguardo riconoscendo la
voce più bella del mondo.
-“
Bruno…” sussurrai imbarazzata.
-“
che ci fai tu qui?” chiese probabilmente anche
lui in imbarazzo.
-“ io qui ci vivo.” Mi staccai dal suo petto, dove ero andata a sbattere poco prima.
♥
Ecco il secondo capitolo... spero vi sia piaciuto...
Ringrazio:
eliana1991
karen94
x aver recensito!!!
bacioni