Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Angorian    29/03/2010    4 recensioni
Sesshomaru si chiede quale destino sia riservato alla piccola umana che lo accompagna. Gli vengono mostrati cinque possibili futuri, con un'unica costante.."Fu con un’ultima lacrima che si spense la vita di Rin, mentre accasciata sul suolo aveva aspettato un aiuto che non era arrivato.
Sesshomaru ringhiò per la frustrazione. Era morta.
Rin in quel futuro moriva per colpa sua, per la sua incapacità di proteggerla."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Le immagini vorticarono confuse nella sua mente, finché non si ritrovò in un luogo familiare.
Era una delle ampie stanze del suo palazzo; il sole filtrava dorato illuminando una ben più riconoscibile Rin.
Non era più una bambina, ma non ancora una donna.
Doveva avere all’incirca quattordici anni, e indossava un kimono azzurro decisamente sgualcito.
Lo sguardo implorante di lei era rivolto ad uno strepitante Jaken.
“Padron Sesshomaru mi ucciderà questa volta, se non ti tengo d’occhio! Torna in camera tua e non uscire!”.
“La prego, signor Jaken. E’ tanto che non mi lasciate uscire, tornerò così presto che il signor Sesshomaru non se ne accorgerà neppure..”. Piagnucolò Rin, cercando di impietosire il Kappa.
“Assolutamente no! Fila in camera tua!”. Irremovibile, il piccolo demone la guardò truce.
Sesshomaru osservò la ragazza obbedire, e lasciare la stanza a testa bassa.
In questo futuro, la sua scelta era stata quella di tenere la bambina, di crescerla.
Per farlo, sembrava aver deciso di riportare tutti nel Palazzo, sicuramente più sicuro che trascinarla da un luogo all’altro.
Era una decisione ragionevole; viste le difficoltà di Rin a rimanere in un villaggio umano, continuare a tenerla con se sembrava una scelta obbligata.
Con rassegnazione vide Rin eludere la precaria sorveglianza di Jaken, e fuggire all’aria aperta.
Era ironico che cercasse di fuggire con tanta determinazione quando nella precedente visione, pur di rivederlo, era morta.
Soffocando quel pensiero che lo rendeva inquieto, si limitò a seguirla, dal momento che non gli era permesso fare altro.
La vide correre sull’erba a piedi nudi, sporcando di terra il kimono già sgualcito.
Per quanto il suo corpo potesse mutare, era sempre Rin.
La ragazza divenne più esitante, vedendo il limitare di un villaggio.
Non aveva ancora superato la sua paura per gli esseri umani; probabilmente era l’unica umana al mondo che riusciva a trovarsi più al sicuro nel Palazzo di un demone che non accanto ai suoi simili.
In quel momento, un giovane umano dai capelli scuri la avvicinò.
Sembrava più grande di lei, ma non abbastanza da spaventarla.
La naturale curiosità di Rin prese il sopravvento, e lasciò che il ragazzo si presentasse.
Sesshomaru si obbligò a non ascoltare le loro parole, intento a cercare possibili minacce per la ragazzina.
Era naturale, si ritrovò a pensare, che capitasse; Era giusto che Rin trovasse qualcuno cui legare la propria vita, che crescesse e invecchiasse con lei.

“Le leggi della natura ci dominano”.


Gli era già stato detto. Ma l’irritazione che provava per il gracile umano era naturale, giustificata.
Era evidentemente troppo debole per proteggerla, e dubitava che con il tempo sarebbe stato capace di tenerla al sicuro.
Osservò i due ragazzi avvicinarsi al villaggio, lui sorridendo incoraggiante, lei timorosa.
Quel pomeriggio, Rin visse da umana.
La vide camminare e sorridere, dapprima titubante ma poi più sicura, a quelle creature che l’avevano sempre spaventata, inconsapevole di avere Sesshomaru al suo fianco.
Gli esseri umani, non erano più mostri da temere.
A quel punto, avrebbe continuato a restare con lui, o avrebbe preso il posto che giustamente le spettava tra quelli della sua razza?
I due ragazzi si fermarono sotto un albero, cercando conforto dall’arsura nell’ombra.
“ Non è stato così male, no?”. Chiese il ragazzo con un sorriso.
“Voi umani non siete cattivi”. Sorrise Rin di rimando.
“Ma anche tu sei umana. Dovresti venire a vivere con noi, e non restare con quel demone crudele”.
Rin s’infervorò.
“Il signor Sesshomaru non è affatto crudele! E’ buono e coraggioso!”.
Il demone restò piacevolmente sorpreso dalla lealtà di Rin, rimasta intatta con il passare del tempo.
“Ehi, ma non sarai innamorata di quello, vero?”. Il ragazzo sembrava irritato dalla veemenza di Rin nel proteggerlo.
“Che cosa vuol dire innamorata?”.
Imbarazzato e sorpreso, il ragazzo cominciò a giocare con una foglia.
“Ma come fai a non saperlo?”. Chiese con sarcasmo.
Rin sembrò arrabbiarsi.
“Non lo so. Cosa vuol dire?”.
“Vuol dire.. quando vuoi molto bene a una persona..quando vorresti stare con lei per tutta la vita”. Rispose il ragazzo, impacciato.
“Oh. Come si fa a capirlo?”. Chiese, sempre più curiosa.
Il ragazzo sembrò in difficoltà, e si stava chiaramente pentendo di avere dato inizio a quella scomoda conversazione.
“Beh. Quando sei innamorata, vorresti baciarlo. No?”.
Rin sembrava più confusa che mai, e la sua espressione era così buffa e innocente, che Sesshomaru si vide costretto a sorridere.
A modo suo, quella creatura era unica, preziosa.
“Come si fa a baciare?”. Chiese.
Il ragazzo arrossì.
“Ehm..Cominci chiudendo gli occhi..”.
“Ma se chiudo gli occhi come faccio a guardarlo?”. Lo interruppe Rin, poco convinta.
Il ragazzo si spazientì.
“Infatti non devi vedere! Ecco, si bacia così”.
Le mise una mano sulla spalla, e avvicinandosi le diede un bacio.
Rin rimase immobile e con gli occhi spalancati; quando il ragazzo si allontanò, si toccò le labbra con le dita.
“Il signor Sesshomaru non l’ha mai fatto”. Disse soltanto.
“Allora vuol dire che non siete innamorati”. Affermò, sicuro.
“E poi lui è un demone, quelli come lui gli umani li ammazzano”.
“Questo non è vero”.
“Si invece, è la loro natura”. Replicò testardo il ragazzo.
Rin aveva quasi le lacrime agli occhi.
“Non è vero!Bugiardo!”.
E fuggì senza voltarsi, lasciando solo il ragazzo, ancora stupito.

*


La scena cambiò.
Era di nuovo nel Palazzo, nelle sue stanze private.
Solo con il suo se stesso, Sesshomaru ebbe modo di osservarsi.
Non c’era nulla di diverso nel suo fisico, nessun segno tangibile degli anni passati.
Neppure i suoi occhi mostravano alcun cambiamento.
Non riusciva a capire l’affetto di Rin, né la sua assoluta e cieca fiducia.
Consapevole di essere una creatura fredda, gli appariva impensabile che la solare, spensierata Rin fosse così tenace nel suo affetto probabilmente mal riposto.
Sentì dei passi leggeri avvicinarsi, e la testa di Rin sbucare dall’uscio della porta.
“Signor Sesshomaru?”.
Il demone si slacciò la cintura con cui teneva le spade.
“Si, Rin?”.
La ragazzina entrò nella stanza, e si avvicinò a lui.
“Siete troppo alto”. Affermò, quasi contrariata.
Sorpreso, il demone si abbassò, in modo che i loro occhi si potessero incontrare alla stessa altezza.
“Ora non più”.
Lei sorrise.
“Io sono felice di stare con lei, e non vorrei mai lasciarla”.
E con la sua solita incoscienza e tenerezza, ripeté i gesti del ragazzo del villaggio; Posò una mano sulla spalla del demone, e gli diede un leggero bacio sulle labbra sottili.
Quando si scostò, sorrise disarmante.
“L’ho fatto bene?”.
Sesshomaru le mise una mano sulla testa.
“L’hai visto fare al villaggio?”. Chiese.
“Sì”. Rispose, poi, ricordando che non avrebbe dovuto uscire, esclamò “No!”.
Sesshomaru si alzò.
“Va bene, Rin. Ora torna nella tua stanza”. Disse.
E lei uscì, lasciandolo solo con i suoi pensieri.

*


Quando la scena cambiò, si trovava nei pressi del villaggio, nella campagna.
Era tarda sera, e Rin parlava con una donna che Sesshomaru avrebbe riconosciuto tra mille.
I lunghi capelli d’argento erano mossi dalla brezza serale, quasi opalescenti, e nella fronte bianca, spiccava una luna viola.
Le sue labbra erano curve in un sorriso.
Sua madre stava accarezzando la guancia di Rin, con fare rassicurante.
“Sei una brava bambina, Rin”.
Nonostante il tentativo di tranquillizzarla, Rin era spaventata.
Lo vedeva nei suoi occhi spalancati, nella pelle d’oca.
Perché sua madre era interessata a Rin?
Teso, Sesshomaru le osservò con attenzione.
“Io sono la madre di Sesshomaru, piccola. E ho bisogno di un tuo piccolo aiuto”. Disse.
Improvvisamente, afferrò la gola di Rin con entrambe le mani, e la ragazzina non fece in tempo ad urlare.
“Vedi, piccola Rin, credo che il tuo tempo accanto a mio figlio sia giunto al termine”. Le sorrise, mostrando gli scintillanti denti bianchi.
“Sei stata brava ad aiutarlo a comprendere Tenseiga, e l’hai reso più potente di quanto potessi sperare”.
Rin cercò di divincolarsi, invano.
“Ma più cresci, più le possibilità che finirai con l’indebolirlo aumentano. Capisci adesso, perché devo ucciderti?”. Chiese con dolcezza.
Il viso di Rin si fece arrossato, nel tentativo di continuare a respirare.
E Sesshomaru, non poté fare altro che osservare con orrore crescente, mentre ogni fibra del suo corpo fremeva per fermarla.
“Sesshomaru è perfetto, adesso. La sua mente deve restare gelida e pura, e il suo cuore aperto solo alla compassione. Fai la brava, Rin, e aiuta il tuo signor Sesshomaru a restare potente”.
L’agonia della ragazzina non durò a lungo.
Le braccia di Rin si fecero deboli, fino a pendere lungo i fianchi, inerti.
Sua madre depose la bambina a terra con gentilezza, sistemandola in modo che la sua posizione fosse dignitosa.
“Grazie, piccola Rin”. Le sussurrò, prima di allontanarsi nella notte.
E anche questa visione si fece sfocata, fino a svanire.

*

NA. Ringrazio per le recensioni xD
Non ero soddisfatta di questo capitolo, ma a questo punto preferisco concentrarmi sul successivo, credo più interessante =P
Un bacio!

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Angorian