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Autore: Shadow_Ice    30/03/2010    0 recensioni
Andai verso la bambina, tesi il braccio mettendole la mano sulla spalla e la girai. Fece uno scatto che mi fece sobbalzare e disse sottovoce quasi bisbigliando: << Non si sfugge alla morte >>.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi rendendomi conto di essermi addormentato. Pensai:<< Hey! Ma era solo un sogno >>.  Sollevato mi misi seduto

sul letto strofinandomi gli occhi e sbadigliando.  Pensai a quanto fosse stato realistico quel sogno e a cosa mi avrebbe

detto Chris quando glielo avrei raccontato.  Ad un certo punto sentii un rumore alla porta che subito si spalancò.  Nala

entrò in fretta e furia e si catapultò sul letto a leccarmi la faccia.  
<< Sei arrivata troppo tardi cara, mi sono già sve... >>.
Mi prese il panico alla vista del foglio scritto da me nel fatidico sogno in cui schematizzavo i miei bellissimi incontri.  
<< Non è possibile! Non può essere vero! >>
<< Che cosa Thom? >> mi fece mia madre sentendomi mentre passava
<< Niente mamma! >>.

Non era un sogno! Non era un sogno!  E allora com'era possibile tutto ciò?  Cosa volevano da me questi presunti morti?  Mi

alzai veloce dal letto e mi resi conto che ero andato a dormire vestito, meglio così, la mia mente non sarebbe stata in grado

di selezionare maglietta e pantaloni ora come ora.  Presi il guinzaglio di Nala e mi affrettai ad uscire di casa.  Non sapevo

cosa volessi fare o dove andare ma non volevo stare fermo.  Ci incamminammo per il marciapiede.  Il sole era già alto

in cielo quindi sarà stato mezzogiorno circa.  Stavo andando come abitudine al parco ma immediatamente mi tornò alla mente la

risata della bambina.  Mi bloccai.  Ormai ero vicino; riuscivo a vedere le altalene dalla posizione in cui ero.  Proseguì per

vedere se c'era gente al parco.  Probabilmente se il posto fosse stato desolato come l'ultima volta me ne sarei tornato a

casa con la coda fra le gambe.  Sollevato nel vedere che molta gente aveva deciso di portare i bambini a giocare al parchetto

o i cani nel recinto, decisi che non c'era niente da temere stavolta.  Liberai Nala che cominciò subito a rincorrersi con

altri cani.       Era bello vederla correre; mi faceva passare di mente ogni brutto pensiero e mi dava un po di pace mentale.  

O almeno per un po. Già, perchè fra la folla di madri, padri e figli c'era lei, la presunta madre della bambina di quel

giorno.  Era seduta sulla stessa panchina della volta precedente, fissava lo stesso punto della volta precedente e forse

aveva anche gli stessi vestiti della volta precedente. L'unica differenza che notai è che stavolta non aveva con sè l'altro

bambino.  Cominciai subito ad allarmarmi.  Mi girai attorno con gli occhi sbarrati convinto che da un momento all'altro avrei

rivisto quella maledetta bambina.  Nala stava ancora giocando.  Tutto sembrava tranquillo.   Continuai ad assorvare il viso

di quella madre.  Il suo sguardo era sempre vuoto, le sue guance scavate e la sua pelle era biancastra.  Decisi di andare da

lei ma esitai ancora qualche istante. Feci un respiro profondo e mi incamminai.  Mi sedetti affianco a lei sulla panchina.

Osservai le sue mani.  Biancastre e rovinate con unghie lunghe e sporche.  Mi presi coraggio e le parlai:
<<  Bella giornata è? >> che idiota.  Lei comunque non accennò risposta.
<< Si sente bene signora? >>
<< Senta, posso farle una domanda? Lei per caso ha una figlia di più o meno cinque anni, capelli mori lunghi e occhi castani?

 no? Perchè ieri sono venuto qui e c'era questa bambina vicino a lei >>
Niente da fare, non mi degnava di uno sguardo.
<< Volevo farle accarezzare la mia Nala ma a quanto mi è parso aveva una gran paura dei cani >>
A quella frase girò la testa repentinamente tanto che sobbalzai.  Restai in silenzio ad aspettare una sua mossa.
<< Cani.. >> disse in fine.
<< Mi scusi se le sembra una domanda impertinente, anche perchè di sicuro non vorrebbe parlarne e di sicuro non sarebbe affar

mio ma, per caso aveva una figlia che magari ha avuto un brutto incidende con dei cani? >>
Mi fissò per mezzo minuto e poi rigirò la testa verso il recinto dei cani, il punto in cui il suo sguardo si perdeva sempre.
<< Mi scusi se l'ho importunata, arrivederci >> Mi decisi ad alzarmi pensando di aver esagerato. Se la storia fosse stata vera

sarebbe stato lecito per lei assumere quel comportamento. Chissà quale shock è stato. Mi alzai e feci qualche passo ma con la sua

flebile voce disse:<< Gemma era una brava bambina, oh si che lo era. Ubbidiva sempre. Se solo mi avesse ubbidito anche quella

volta. >>
Mi risedetti.  
<< É successo tutto una settimana fa esatta. Li avevo portati al parco, lei e il suo fratellino, come ogni sabato pomeriggio.

C'era poca gente: un signore su questa panchina che leggeva il giornale, una ragazza che faceva footing e un gruppo di

ragazzini. Questi avevano liberato nel recinto due cani, due pitbull.  La mia bambina amava i cani.  Mi ha sempre

chiesto se potevamo prenderne uno ma sai, io sono allergica al loro pelo.  Era su quell'altalena quando mi chiese se poteva

andare ad accarezzare i cani.  Io non volevo ma corse al recinto senza la mia autorizzazione.  Le corsi a dietro ma avevo

l'altro mio figlio nel passeggino quindi andavo molto lenta. Cercai di avvisare quei ragazzi ma erano troppo impegnati a

fumare roba. Gemma si intrufolò nel recinto aprendo il cancelletto e corse verso i cani. Probabilmente i cani credettero che

gli voleva fare del male e sono passati sulla difensiva, non lo so.  Sta di fatto...sta di fatto che...che... >>
Scoppiò in lacrime.
<< Mi spiace sul serio per la sua perdita signora. Non so cosa dire >>
<< Devi stare attento! >>
<< Scusi? >>
<< Stanno venendo a prendere anche te! >>
<< Chi mi sta venendo a prendere? >>
<< Loro. I morti. Mia figlia il giorno prima di quel tragico evento continuava ad urlare. Quando io le chiedevo il perchè mi

rispondeva che loro le mettevano paura urlando >>
<< Non so di cosa stia parlando signora >>
<< E come spieghi il fatto che hai descritto mia figlia, che dici di aver visto ieri, quando mia figlia è...  I morti stanno

venendo a prenderti! Chiedi asilo a Dio tesoro, lui ti saprà proteggere! >>
Fu allora che notai che tra le mani stringeva un piccolo crocifisso di legno.
<< Le giuro che non so di cosa stia parlando! >> Spaventato mi alzai e corsi a riprendere Nala.  Dopo un fischio mi raggiunse

subito e le misi il guinzaglio.  Mi fermai un attimo a guardare da lontano la donna. Si alzò in piedi e urlo:<< Prega ragazzo

ed andrà tutto bene! >>.
Mi allontanai ancora più turbato di quando mi ero alzato la mattina.

  
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