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Autore: Hinier    07/08/2005    0 recensioni
Questo racconto parte dagli ultimi capitoli dell’Half-Blood Prince. Narra la storia di Navar il Corvaccio, un simpatico mago oscuro che, come Potter, frequenta il sesto anno ad Hogwarts.
Genere: Dark, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raven

Capitolo I

Spirito Umanistico

Navar aspettò ancora un istante, prima di emergere da dietro il piedistallo di un’armatura. I passi di quello stupido di un Potter si stavano allontanando rapidamente. Via libera, pensò, mentre un sorrisetto scaltro gli illuminava il volto spigoloso. Aggirò silenziosamente l’armatura e si avvicinò alla parete bianca, dove l’unica porta era appena scomparsa. E’ entrato con il libro, ed è uscito senza, ricapitolò mentalmente Navar, perciò quello che cercava, ciò di cui aveva bisogno, era un luogo sicuro per nasconderlo. Elementare.

Chiuse gli occhi e fissò il proprio pensiero sul bisogno di nascondere un libro. Attese qualche secondo nell’oscurità della sua mente, quindi aprì nuovamente gli occhi: davanti a lui stava la porta della Stanza delle Necessità, ricavata da un legno solido e piacevolmente stagionato. Afferrò la maniglia d’ottone, lanciò rapidi sguardi lungo il corridoio, quindi con rapidità sorprendente aprì, entrò, richiuse e scomparve. La parete era di nuovo sgombra.

La cattedrale degli oggetti rubati, nascosti, dimenticati lo accolse facendo scintillare il marmo del pavimento. Sembrava di camminare su una distesa d’acqua al tramonto, quando la superficie diventa d’oro e d’argento, e specchia il cielo imitandone la grandiosità…

Navar scosse la testa, ritornando alla sua normale razionalità. La sua prodigiosa memoria visiva, e le tante ore trascorse fra quei giganteschi pilastri, ad esplorare ogni anfratto di quell’antichissima città, gli consentirono di individuare in pochi minuti quali oggetti non erano al proprio posto. Notò che il busto del vecchio mago era stato spostato (oltre che incerimoniosamente dotato di una parrucca e di un diadema annerito), e cercò lì attorno. Qualche altro minuto, poi il suo sguardo si posò su un vecchio armadio, ben chiuso. Lo raggiunse con calma, fissandolo con sospetto, quindi ne aprì delicatamente le ante ed estrasse ciò che cercava. La copertina scura era nuova di zecca, con il titolo Advanced Potion-Making ancora scintillante d’oro, ma appena lo aprì si accorse che le pagine erano di gran lunga più antiche. Cercò il nome del vecchio proprietario, e quasi immediatamente lo trovò: il Principe Mezzosangue. Esattamente il libro che cercava. Il suo sorriso astuto si allargò.

Navar Huinefin, detto il Corvaccio – o uccello del malaugurio, era allora un brillante stregone che frequentava la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Apparteneva, com’è facile intuire, alla Casa di Corvonero, ed era al sesto anno. I suoi voti erano prodigiosamente alti in tutte le materie che aveva scelto per i suoi NEWT, comprensive di Aritmanzia, Rune e Pozioni. Come trasfiguratore era un vero maestro, ed i suoi incantesimi erano eleganti e potenti. Comunque era risaputo che Navar passava le sue estati in cerca dei libri più strani per perfezionare la propria arte, perciò nessuno si stupiva che fosse così preparato.

Ma più che per la sua bravura strettamente scolastica, era temuto (o rispettato, a seconda dei casi), per la sua profonda conoscenza della magia nera. Le sue maledizioni erano semplicemente micidiali. La voce secondo cui irritarlo significa attirare su di sé la sventura era dovuta sostanzialmente a questi suoi anatemi, che tendeva a lanciare con eccessiva disinvoltura, ma il passo finale verso la coniazione del nomignolo “uccello del malaugurio” avvenne quando si scoprì che lui non possedeva né gufi, né topi, né rospi, bensì un grosso corvo imperiale che spesso lo seguiva dall’alto mentre si trovava fuori dal castello. Si aggiunga che vestiva sempre di scuro, preferibilmente nero, che era pallido come un cadavere, e che le sue lunghe dita ossute sembravano proprio degli artigli di corvo, ed ecco che Navar divenne il Corvaccio.

Ora, il simpatico Navar aveva udito dei successi di Potter nel campo dell’alchimia, e sebbene dapprima avesse ritenuto che fosse solo a causa del cambio di insegnante, quando poi il cretino cominciò ad abusare di incantesimi come il Levicorpus e il Muffliato (che lui, modestamente, aveva riconosciuto a colpo d’occhio), cominciò a sospettare che Potter fosse entrato in possesso di una qualche misteriosa fonte di sapere che a lui era sfuggita. Così un giorno decise di scoprire di cosa si trattasse intrufolandosi nella torre dei Grifondoro all’ora di pranzo.

Dopo essere passato per la Sala Grande per mettersi da parte un po’ di pane, acqua e formaggio, si era recato nel suo dormitorio, opportunamente deserto, da cui si vedeva la torre di Grifondoro. Si era trasfigurato nel suo animale preferito e quindi era comodamente svolazzato dentro la stanza dove dormiva Potter, anche questa sgombra di occhi indiscreti. Aveva frugato fra le sue cose, trovato il libro incriminato, quindi aveva perfettamente ricostruito la scena del delitto e si era tuffato giù dalla torre prima che i passi che aveva appena udito si trasformassero in quello stupido grassone di Neville. Che momento poco opportuno per tornare in camera! Da allora Navar lo odiò a morte, perché, pur essendo lui un grande mago, trasfigurarsi in caduta libera non è uno scherzo, ed il tetto sotto di lui sembrava pronto ad accogliere le sue spoglie.

Dopo il grazioso episodio, Navar aveva aspettato l’occasione più opportuna per mettere le mani su quell’insospettabile copia di Advanced Potion-Making, ed un giorno la sua incommensurabile e sfacciata fortuna lo fece passare proprio per quel corridoio dove il Sectumsempra venne lanciato.

Dopo aver udito il casino proveniente dal bagno, e gli strilli di Mirtilla Malcontenta (che, si appuntò mentalmente, un giorno o l’altro zittirò per sempre), si lanciò verso quella porta per vedere chi aveva avuto l’ardire di lanciare un simile anatema. Sbirciò dentro, e con sommo disappunto vide che era stato quell’idiota di Potter, che adesso sembrava anche pentito della sua prodezza. Tese le orecchie ed incasellato il rumore udito come potenzialmente dannoso, Navar ebbe l’accortezza di rendersi invisibile, per evitare che lo scattista Severus Piton lo vedesse nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Fatto questo, lo stregone si ritirò rispettosamente dalla soglia e lasciò che il suo professore preferito concludesse la sua grande performance svoltando dentro il bagno ed insultando a morte Potter.

Nevar rimase piacevolmente colpito nello scoprire che anche il buon Severus sospettava che Potter possedesse un libro fuori dal comune, perciò, non appena il Grand’Uomo di Silente si fu precipitato fuori dal luogo che a parere del Corvaccio era a lui più consono, lo seguì di corsa, riuscendo a tratti persino a superarlo. Attese pazientemente fuori dalla torre di Grifondoro che la sua preda tornasse indietro col malloppo, dopodichè lo seguì fino alla fatidica parete bianca. Il resto è, come si dice, storia.

Passarono i giorni. Dopo il fastidioso incidente per cui il buon vecchio Albus si era tuffato di testa dalla torre più alta del castello e si era sgretolato nell’erba, Navar si recò un’ultima volta nella Stanza delle Necessità per finire di trascrivere e commentare i preziosi appunti e le note a margine che ricoprivano le sacre pagine del sopraccitato libro. Quel lavoro aveva occupato gran parte delle sue ultime giornate ad Hogwarts, ma il risultato era di valore incalcolabile: praticamente aveva scritto di suo pugno due nuovi libri, uno intitolato Arti Oscure: i primi passi (Guida all’uso della magia nera + Compendio di anatemi originali), e l’altro Commenti al manuale di Pozioni Avanzate (Corso di perfezionamento delle arti alchemiche).

Ma proprio mentre vergava le ultime lettere del sottotitolo dei Commenti, un’ora o poco più prima dell’arrivo dell’Espresso di Hogwarts, ecco che la porta della Stanza delle Necessità si spalancò brutalmente e la Potter&Co. marciò decisa in direzione di Navar.

Il Corvaccio sollevò seccato la testa dal suo libro e guardò distrattamente l’attonito trio.

«Salve», disse Navar.

Trenta secondi dopo (un record, commentò fra sé Navar), Potter esplose con un frase banale tipo:

«E tu cosa ci fai qui?!»

«Analizzo, ricopio e commento questo importantissimo codice scritto dal Principe Mezzosangue», rispose sinceramente il Corvaccio.

Hermione fissava bramosa i Commenti, Ronald poveraccio non faceva niente come al solito, Potter lo fissava disgustato. Navar moriva dalla voglia di trinciargli la faccia con il Sectumsempra, ma per buona educazione si trattenne dal farlo prima di aver sentito quello che aveva da dire.

«Quel libro è malvagio! E’ stato scritto da Piton, quel brutto…», partì Potter, ma Navar si era già stancato di ascoltarlo.

Annotò soddisfatto sul suo taccuino: Si viene a sapere che il Principe Mezzosangue è Severus Piton. Contattarlo per chiedere i permessi di pubblicazione.

Minuti più tardi, però, Navar fu costretto a prestare attenzione ai suoi fastidiosi ospiti, perché Potter aveva estratto la bacchetta con espressione da paladino della giustizia e stava recitandogli contro un rosario che partiva dall’accusa di essere un Mangiamorte. Il Corvaccio scosse la testa: dopo il caso Malfoy sembrava che il poveraccio vedesse Mangiamorte anche fra i bambocci di undici anni che pasticciavano con le maledizioni.

Un po’ provato da questa nuova paranoia di Potter, Navar estrasse a sua volta la bacchetta (ebano, trenta centimetri, con un crine di Thestral). Subito gli allegri compagni dello Sfregiato fecero altrettanto, e a Navar arrivarono addosso due Expelliarmus e uno Stupeficium, ma il Protego del Corvaccio si rivelò ben più potente: Hermione restò Schiantata, gli altri due disarmati.

«Per cortesia!», esclamò sarcastico il Corvaccio, «Come sperate di poter anche solo sfiorare me, lo stregone più potente che Hogwarts abbia mai visto (beh, in realtà sono ancora in lizza col vecchio Tom, ma vedrete che alla fine risulterò io il migliore)?»

Potter era sul punto di partire con un’altra serie di improperi contro le arti oscure e Navar, quando un’illuminazione lo colse. Il Corvaccio guardò stupito la sua faccia rischiarata da un guizzo d’intelligenza.

«Ehi, perché non ci aiuti a combattere Voldemort? Sei il più bravo di tutti – a parte me – e senza un esperto di arti oscure non riuscirò mai a trovare gli altri Horcruxes! Che ne dici?»

Un grosso punto di domanda apparve al posto della faccia di Navar. Che Potter si fosse rimbecillito del tutto? Stava per rispondere: «Ma sei scemo?», quando però gli venne in mente un diabolico piano… Allora Navar gli sorrise ampiamente e disse:

«Con vero piacere.»

  
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