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Autore: Melian    31/03/2010    1 recensioni
"La fluente criniera lambisce il collo muscoloso e schiaffeggia l'aria e il manto serico ad ogni movimento compiuto dal cavallo che pare tutto intento a scacciare qualcosa. Magari è proprio quell’ombra che guizza capricciosa sul terreno e segue dappresso l’animale e che par braccarlo?"
Genere: Introspettivo, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
- Questa storia fa parte della serie 'Alexandros'
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LO SCHERZO


Come bronzo affilato, il sole scintilla alto nel cielo. Come un disco infuocato, pare un'aureola dorata attorno al capo di un dio dai lineamenti squisiti.
Un’ombra ondeggia inquieta al passo di danza di garretti possenti, vortica, mangia il terreno, divora la figura armoniosa e potente da cui nasce. L’ombra gioca assieme a un’altra più piccola, umana: la rincorre, la afferra e si fonde, per poi fuggire lontano.
Un cavallo si staglia nel bel mezzo di un recinto, oltre il quale sono raccolti molti uomini, quasi tutti soldati vestiti di una clamide rossa e tra cui spicca la figura di un guerriero guercio col portamento autoritario e il sorriso un po’ arrogante sulla bocca carnosa.
L'aria si addensa nelle froge dell'equino e si trasforma in un uno sbruffo, un soffio sonoro, fiato caldo indirizzato alla figuretta a poca distanza.
La fluente criniera lambisce il collo muscoloso e schiaffeggia l'aria e il manto serico ad ogni movimento compiuto dal cavallo che pare tutto intento a scacciare qualcosa. Magari è proprio quell’ombra che guizza capricciosa sul terreno e segue dappresso l’animale e che par braccarlo?
Irritato. Rabbioso. Agitato.
Con che altre parole si potrebbe descrivere un cavallo che s'impenna sulle zampe posteriori e mena calci a destra e manca? Come possono descriverlo i valorosi soldati che hanno cercato di issarglisi in groppa e sono finiti miseramente sbalzati nella polvere?
Ha occhi scuri, pieni del furore di un daimon di fuoco e di una fine intelligenza, e li posa, sondandolo e quasi volendolo graffiare con violenza, sul volto di un fanciullo dai capelli di miele che, infine, gli si avvicina con movimenti accorti, senza una bava di paura ad offuscargli l'espressione e che fino ad ora è stato al margine della scena di proposito.
Le voci dei guerrieri e dei mercanti si mescolano, sferzano l'udito sensibile del cavallo, lo confondono e lo rendono sempre più irrequieto; le urla, le risate, le scommesse su quel ragazzetto appena entrato nel recinto e ora improvviso protagonista... tutto, è per l'equino fonte di ira e fastidio.
Lo stallone si muove tra la polvere simile a una macchia d'inchiostro su un papiro stropicciato, eppure è l'incarnazione indomita della potenza, l'araldo della libertà e della regalità. E’ così che lo vedono gli occhi di quel ragazzo dai movimenti sicuri e dall’espressione colma di ammirazione. E’ per questo che a fior di labbra il giovinetto ha dato fiato ad un mormorio di sorpresa quando ha notato la bianca stella che spicca sulla fronte dello stallone, come l'astro più lucente della volta celeste in una notte tempestosa.
Non ama il morso, non ama le redini che gli indichino forzatamente la direzione da prendere, non ama il tono di comando e le maniere rozze degli uomini che vorrebbero piegarne la volontà e addomesticarlo, non ne tollera la vicinanza, non vuole farsi domare, né mai permetterà a qualcuno di farsi cavalcare: è questo quello che lo stallone comunica con gli atteggiamenti aggressivi e diffidenti, coi movimenti nervosi e riottosi.
Nitrisce, marca il passo con un battere insistente dello zoccolo sul terriccio, solleva nugoli di polvere attorno a sé col chiaro intento di nascondere ciò che sembra, in fin dei conti, fargli un nero terrore: l’ombra ballerina.
Nonostante quel temperamento focoso, quell’animale accende il desiderio del giovinetto di averlo come compagno.
Il ragazzetto resta lì, in piedi, saldo e sorridente e osserva con attenzione: osserva il gioco delle ombre a cui il cavallo stesso dà inconsciamente vita e che si scontrano e ondeggiano, come monelle catturate da una irrefrenabile ilarità; nota la vena di panico che quelle monelle evocano nel destriero.
«E' solo uno scherzo...»
Il cavallo scalcia l'aria, nitrisce ancora furioso, scarta di lato, fa ondeggiare il capo, si frusta i lombi con la lunga coda e si pacifica a stento e solo alla voce suadente e melodiosa del ragazzo che ora guarda col cipiglio fiero, il muso sollevato.
Ma Alessandro, proprio lui, proprio il giovinetto tanto ardito da avvicinarsi ad un cavallo selvaggio, non demorde. Sorride divertito e, scaltro, allunga lentamente la mano verso il fianco sinistro dell'equino, a dispensare una carezza rassicurante. Abbassa il tono di voce, e il brusio attorno a lui e allo stallone diviene solo un sottofondo quando parla all'orecchio del maestoso animale con confidenza inaudita: «Non devi avere paura della tua ombra, Bucefalo, è solo uno scherzo di Apollo!»





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Note dell’autrice:

Storia partecipante alla Caccia alle Uova di FanWord. Uovo numero 8, prompt: “scrivere una storia con un personaggio misterioso fino alla fine”.

Speriamo l’esperimentino di mantenere l’aria misteriosa sul protagonista sia riuscito, insomma. u.u
Come avete notato, questo è un episodio celebre della vita di Alessandro; io non ho fatto altro che rielaborarlo a modo mio.

-Agosto 2014- Questa storia ha partecipato al contest: "Voglie estive di gustose letture" di aturiel, indetto sul forum di EFP. Vincitrice del premio: "Miglior storica".

Melian
   
 
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