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Autore: MM1981    08/08/2005    7 recensioni
La guerra è finita, Voldemort è stato sconfitto. Per gli uomini e le donne che hanno combattuto per liberare il mondo magico sembra essere finalmente giunto il tempo di andare avanti con le proprie vite e di fare i conti con le ferite che il conflitto ha loro inferto. E se a complicare tutto si aggiungesse una nuova incombente minaccia? (Pre Hbp)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo

Capitolo secondo

Promesse, segreti e mostri dagli occhi verdi

 

 

La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre

                                                                               W. Shakespeare, Othello.

 

 

Ginny Weasley riposava dolcemente adagiata sul divano del soggiorno di Grimmauld Place, le palpebre ornate da lunghissime ciglia chiuse e un’espressione finalmente serena sul viso.

Harry Potter, seduto vicino a lei, la fissava incantato da almeno cinque minuti.

 

Quando l’aveva vista crollare per la stanchezza dopo aver versato tutte quelle lacrime, il ragazzo era andato a recuperare dalla sua borsa da lavoro i rapporti degli Auror in missione e aveva cercato di immergersi nella lettura. Da qualche tempo in diverse località europee erano ricominciati gli avvistamenti dei pochi Mangiamorte sfuggiti alla cattura dopo la caduta di Voldemort, cosa che stava generando non poco allarme al Ministero.

Normalmente il ragazzo avrebbe dedicato la sua massima attenzione ai resoconti dei suoi colleghi, ma quella sera la presenza di Ginny, addormentata accanto a lui e bella come non mai, aveva finito col minare il suo generalmente indefesso senso del dovere.

 

Harry Potter aveva un grosso problema con la piccola dei Weasley: dopo ben nove anni di conoscenza reciproca non era ancora riuscito a razionalizzare e a dare un nome ai sentimenti che nutriva per lei.

Se avesse dovuto definirli li avrebbe probabilmente archiviati sotto la voce “affetto fraterno”; in fondo il senso di protezione e la tenerezza che lei gli ispirava non erano molto diversi da quelli che Ron stesso provava per la sorella.

Decisamente più arduo era invece far passare per amore fraterno quell’incredibile attrazione fisica che di tanto in tanto aveva avvertito nei confronti di Ginevra, un’attrazione che non gli era mai capitato di provare per Hermione o per Luna, le altre due ragazze che occupavano un posto di rilievo nella sua vita.

A dire il vero nessuna donna era mai riuscito a stregarlo nello stesso modo in cui, in certe occasioni, sapeva farlo Ginny.

Questo tipo di pensieri lo avevano sfiorato ripetutamente negli ultimi anni, ma ogni volta li aveva ricacciati a forza nel più remoto angolino della sua mente dicendo a se stesso che, per un ragazzo sessualmente sano della sua età, era assolutamente naturale reagire in un certo modo dinnanzi a una splendida creatura come Ginevra.

La sorellina di Ron era dotata di una bellezza non comune, la gente si girava quando la vedeva passare per strada e lui, dopotutto, era fatto di carne come qualsiasi altro essere umano!

 

-Certo avere dei simili pensieri dopo averla vista piangere sconsolata per essere stata tradita dal suo ragazzo non è proprio un comportamento da gentiluomo!- si ammonì silenziosamente Harry tentando di distogliere lo sguardo dall’oggetto dei suoi pensieri.

In quel preciso momento la ragazza si mosse, probabilmente alla ricerca di una posizione più comoda. Lui, intenerito, la guardò compiere quel gesto quasi infantile e ogni traccia di malizia abbandonò la sua mente, lasciando nuovamente il posto al  più sano desiderio di prendersi cura lei.

 

« Gin » sussurrò piano, cercando di svegliarla nel modo più delicato possibile «Ginny svegliati…» 

 

La palpebre di lei vibrarono leggermente prima di schiudersi su due incredibili occhi azzurri. La ragazza si guardò intorno confusa prima di incontrare il volto di Harry e sorridergli timidamente.

 

«Merlino!» biascicò la giovane con la voce ancora arrochita dal sonno «Non posso crederci…  Mi sono addormentata!»

 

«Già » rispose lui aggrottando le sopracciglia «… A quanto pare non reputavi la mia compagnia sufficientemente stimolante!»

 

«Scusami» si giustificò lei, non cogliendo l’ironia nella sua voce «è da così tanto tempo che non riesco a dormire bene la notte e…»

 

Harry alzò una mano per interromperla «Non ti vorrai davvero scusare per una sciocchezza del genere Ginny! Adesso questa è casa tua e puoi dormire dove e quando vuoi. Io ti ho svegliata solo perché volevo portarti a letto… »

 

Ginny alzò un sopracciglio con aria interrogativa, lanciandogli uno sguardo malizioso «Diamine Potter!» esclamò la ragazza «Non ti facevo così sfacciato e intraprendente! Che fine hanno fatto tutti quei discorsi sul fare un passo alla volta?»

 

D’un tratto Harry realizzò ciò che gli era sfuggito di bocca due secondi prima e si sentì avvampare: era sicuro che se in quel momento si fosse guardato allo specchio avrebbe scoperto di poter competere con i leggendari rossori di Ron. 

 

«I...Io intendevo solo dire che volevo accompagnarti a letto…  » fece per correggersi, accorgendosi subito dopo di aver peggiorato ulteriormente la sua situazione.

 

«Guarda che avevo capito perfettamente Harry» ribatté lei continuando a sorridere «ma ti prego di scusarmi, ho appena rotto col mio ragazzo e non voglio buttarmi subito in una nuova relazione. »

 

Il giovane la guardò e rispose al sorriso.

Era un bene che Ginny fosse capace di scherzare su qualcosa che in realtà la stava facendo soffrire terribilmente: era il segnale che prima o poi si sarebbe ripresa.

E dal momento che ormai lui era già stato umiliato, tanto valeva continuare a farsi prendere in giro, se questo poteva servire a farla star meglio.

 

«Va bene» la assecondò «se non ti senti pronta aspetterò. Comunque non sai cosa ti perdi!» terminò con aria tronfia.

 

«Posso immaginarlo» disse lei ammiccante «tutta quell’energia sessuale repressa per  così lungo tempo… Una bomba pronta a esplodere! Beata la fanciulla che potrà beneficiare di tanta magnificenza! »

 

«Puoi dirlo forte bambina!» confermò il giovane sfoggiando per l’occasione il suo miglior sguardo da macho «ma non preoccuparti, se vuoi continuerò a riservarla per te!».

E per un secondo, mentre pronunciava queste parole, Harry pensò che non gli sarebbe dispiaciuto poi molto dare sfogo a tutta la sua energia sessuale con la sorella del suo migliore amico… Ma lo scomodo e imbarazzante pensiero, come spesso era accaduto in passato , venne ancora una volta bruscamente accantonato.

 

Ginny lo fissò per qualche minuto divertita e poi si abbandonò a un lungo sbadiglio «Sarà meglio che mi mostri al più presto dove posso dormire, perché sto veramente morendo di sonno! »

 

«Hey, frena l’eccitazione! Merlino Gin, tu sì che sai come smontare un ragazzo! »

 

«Perdonami Harry» si scusò lei sopprimendo l’ennesimo sbadiglio «ma anche potendo dubito che stasera sarei in grado di fronteggiare tutta la tua bruciante passione! Non mi reggo proprio in piedi.»

 

Il ragazzo si alzò lentamente dal divano, invitandola con lo sguardo a seguirlo ai piani superiori  «Va bene » le concesse magnanimo «per questa sera puoi andare a dormire, ma domani pretenderò una ricompensa per la mia generosità… »

 

Ginny lo seguì sino al primo piano dell’abitazione e si diresse istintivamente verso il lato destro del corridoio, dove ricordava essere la camera riservata agli ospiti, ma la voce di Harry la fermò «Dove stai andando?».

 

La rossa lo guardò perplessa «Pensavo di ricordare che la stanza degli ospiti fosse da quella parte» rispose confusa.

 

Harry le rivolse uno sguardo misterioso «Ricordi benissimo infatti! Ma non credo che dormirai lì stanotte… »

 

Ginny emise uno sbuffo spazientita: quando si sarebbe deciso a piantarla con quello stupido giochino?

«Pensavo di aver chiarito che non sarei venuta a letto con te. Potresti di grazia finirla con questo scherzo, ti scongiuro… Ho sonno!» e quasi a sottolineare il concetto emise un altro sonoro sbadiglio.

 

«Non ho alcuna intenzione di portarti in camera mia!» replicò Harry, trattenendo a stento un sorriso. Non vedeva l’ora di vedere la faccia di lei quando le avrebbe mostrato il posto in cui erano diretti  «Avanti, seguimi  Bella Addormentata!». 

 

Ginny si lasciò guidare verso l’ala sinistra della casa e osservò il suo amico superare la propria camera e fermarsi davanti a quella immediatamente successiva.

 

«Credo che la tua stanza sia questa qui» disse poi facendosi da parte per consentirle di aprire la porta.

 

Ginny si avvicinò e poggiò delicatamente la mano sulla maniglia.

Ricordava di essere entrata in quella stanza ai tempi in cui Grimmauld Place era ancora la sede dell’Ordine e di avervi trovato solamente una gran quantità di mobilia polverosa e in disuso, per questo lo spettacolo che si trovò davanti una volta varcata la soglia la lasciò completamente senza fiato.

La ragazza sapeva che Harry, Ron e Hermione, una volta terminata la scuola, si erano dati parecchio da fare per rendere confortevole l’antica dimora dei Black, ma non aveva mai avuto modo di verificare se i lavori di rimodernamento avessero coinvolto tutte le stanze dell’abitazione.

 

Il luogo nel quale era appena giunta non aveva nulla a che vedere con lo squallido magazzino in cui si era accidentalmente imbattuta anni prima. Completamente sgombra e ripulita, la camera sembrava adesso molto più spaziosa e il celeste chiaro delle pareti conferiva all’ambiente un aspetto decisamente più allegro. Ma ciò che maggiormente attirò l’attenzione di Ginny furono le foto disseminate un po’ ovunque. Quasi tutte risalivano ai tempi della scuola: alcune erano state scattate durante le sue partite di Quiddich, altre la mostravano appoggiata al tronco del suo albero preferito, intenta a leggere un libro o a godersi un po’ di meritato riposo; un’altra la vedeva scambiarsi un bacio sotto il vischio con Blaise ,nel soggiorno della Tana, durante il Natale del suo settimo anno a Hogwarts.

 

Harry aveva seguito con attenzione i movimenti e le reazioni della sua amica e aveva osservato compiaciuto l’espressione stupita e felice che le era apparsa sul volto una volta entrata nella sua nuova stanza; espressione che era radicalmente mutata alla vista della vecchia foto che la mostrava in compagnia del suo ex ragazzo.

«Come al solito ho rovinato tutto» si lasciò sfuggire con una nota di amarezza nella voce «Era un po’ che non entravo qui e mi ero del tutto dimenticato di quella foto…»

 

Ginevra, completamente persa nei suoi pensieri, si voltò in tempo per notare l’ombra di imbarazzo e dispiacere che aveva oscurato il volto di Harry e si sentì immediatamente in dovere di rassicurarlo.

 

«Non parlare così » lo tranquillizzò « questa stanza è incredibile e le fotografie sono bellissime! Harry, Blaise ha fatto parte della mia vita, sono stata felice con lui e non intendo affatto cancellarne il ricordo, quindi non preoccuparti… Non hai rovinato proprio nulla! » 

 

Harry la scrutò con attenzione per qualche minuto, come per sincerarsi che stesse dicendo la verità, poi le sorrise nuovamente ed esclamò entusiasta «E non hai ancora visto la parte migliore!»

 

Fu allora che Ginny, seguendo lo sguardo del ragazzo, focalizzò la sua attenzione sul soffitto della camera.

E rimase senza fiato...

Sopra di lei centinaia di stelle brillavano in un terso cielo primaverile.

 

«Per tutti i calderoni!» si lasciò sfuggire ancora vinta dalla meraviglia « È proprio come…»

 

«… il soffitto della Sala Grande!» terminò Harry al suo posto con un’aria decisamente soddisfatta « Ci ho messo un bel po’, ma direi che il risultato è notevole!»

 

«Sai, è curioso… » disse la ragazza con il naso ancora per aria «il soffitto della Sala Grande è la cosa che più mi ha colpito quando sono arrivata a Hogwarts!»

 

«Lo so» rispose lui arrossendo lievemente «me lo avevi detto durante una di quelle lunghissime nottate passate a chiacchierare alla Tana. Per questo ho deciso di provare a ricreare qui l’incantesimo… Ho pensato che in questo modo la scuola ti sarebbe mancata meno! »

 

Ecco, erano esattamente queste le cose che avevano portato Ginevra Weasley a innamorarsi di Harry Potter: anche se a volte poteva sembrare distante e perso nei propri pensieri, in realtà Harry era un osservatore e un ascoltatore estremamente attento. Più di una volta lei, Ron e Hermione si erano visti recapitare, in occasione di qualche ricorrenza speciale, cose che mesi prima avevano detto di desiderare. E adesso questo…

Non le sembrava di ricordare di aver mai accennato in sua presenza al rimpianto che avrebbe provato nel lasciare quel pezzetto della scuola che tanto l’aveva strabiliata da bambina, eppure a lui, quello che a chiunque altro sarebbe sembrato un particolare insignificante, non era sfuggito!

«Voglio che tu sappia che questa è una delle cose più dolci che qualcuno abbia mai fatto per me» dichiarò con solennità, tentando di cacciare indietro le lacrime che premevano insistentemente per uscire.

 

«Non esagerare Gin» ridacchiò il giovane visibilmente imbarazzato «è solo una stanza… Ma sono contento che ti piaccia e che tu possa finalmente godertela!»

 

«Perché? » chiese incuriosita «Da quanto tempo avete finito di rimodernarla?»

 

Harry distolse lo sguardo e quando parlò lo fece in un fil di voce «Era pronta per il giorno in cui tu avresti lasciato Hogwarts, ma poi hai annunciato che saresti andata a vivere con Blaise e noi abbiamo preferito non dirti niente… Non volevamo pensassi che cercavamo di ostacolare il vostro rapporto. Adesso penso che avremmo fatto meglio a offrirti un’alternativa».

 

Ginny era frastornata; aveva sempre creduto che non ci sarebbe mai stato posto per lei nel Magnifico Trio, invece loro avevano progettato di vivere tutti e quattro insieme. Per anni si era sentita un’outsider, una presenza educatamente tollerata,  invece era sempre stata parte del gruppo…

 

«I..Io non pensavo che voi mi voleste » ammise mestamente «… Ho sempre saputo che mi volevate bene, ma credevo mi vedeste solo come un’appendice non particolarmente utile, una sciocca ragazzina di cui doversi prendere cura a tutti i costi… »

 

Harry aveva a lungo paventato che questi potessero essere i sentimenti di Ginevra, ma veder confermati i suoi sospetti gli causò comunque un intenso moto di dolore e rabbia verso se stesso.

Era vero che in passato lui e i sue due migliori amici avevano mostrato una certa tendenza a formare un circolo chiuso e impenetrabile, ma dal quinto anno di scuola in poi il ragazzo aveva cominciato a vedere Ginny come la quarta componente del gruppo, il loro naturale completamento. Sfortunatamente né lui né gli altri erano riusciti a farla sentire partecipe e accettata. Il loro affetto non era bastato ad appagarla e a risparmiarle dolori e delusioni.

«Mi spiace che tu abbia pensato questo» disse con aria sconfitta « Credo che il mio più grosso problema sia quello di non riuscire mai a dimostrare alle persone quanto io tenga a loro  »

 

«No, Harry » si affrettò a contraddirlo lei «Qui l’unica stupida sono io. Mi è sempre piaciuto recitare la parte della ragazza forte e indipendente. Non ho mai permesso agli altri di prendersi cura di me… lo reputavo un segno di debolezza. Se solo avessi parlato con voi di quello che stavo provando, di come mi sentivo, be’, credo che mi sarei risparmiata parecchie fregature e avrei anche evitato di ferire altre persone… »

 

«Sciocchezze!» sbottò improvvisamente il giovane, dando sfogo al senso di colpa che lo tormentava dal giorno del sequestro di Ginny «Avremmo dovuto accorgerci da soli di quanto tu stessi soffrendo. Non siamo stati dei buoni amici, tu sei sempre riuscita a capire la gente con uno sguardo, mentre noi siamo stati maledettamente ciechi! ».

 

«Harry!» strillò lei, tentando di condurlo nuovamente alla ragione «C’era una dannata guerra di mezzo! E ci sono voluti anni per perfezionare e portare a termine quel maledetto rituale!  Non c’era tempo per assecondare i capricci di una bambina! Smettila di colpevolizzarti! Hai fatto il tuo dovere! »

 

Se c’era una cosa che Ginny proprio non riusciva a tollerare del miglior amico di suo fratello era senz’altro la sua irritante tendenza a prendere sulle proprie spalle le colpe dell’umanità intera. A tutti quanti nella vita capitava di commettere degli errori e spesso era difficile fare i conti con la propria coscienza, come la ragazza ben sapeva, ma Harry era assolutamente incapace di perdonare se stesso e questo la mandava in bestia.

Dopo tutte le sofferenze che aveva dovuto patire era giusto che, adesso che Voldemort era stato sconfitto, lui cominciasse a vivere la sua vita, lasciandosi alle spalle il passato. Invece il giovane sembrava come bloccato, incapace di andare avanti, di trovare una persona con la quale costruirsi un futuro… E tutto per colpa di quegli stramaledetti sensi di colpa che lo spingevano a pensare di non meritare qualcosa di bello dalla vita!

 

«Harry» disse con calma «niente di quello che mi è successo è colpa tua. E se non fossi un buon amico non saremmo qui a discutere questa sera. Se non fossi un buon amico non saresti la prima persona che è riuscita a toccarmi in sei mesi! »

 

Il ragazzo la fissò intensamente e si perse per qualche istante nel blu dei  suoi occhi: occhi così dolci da riuscire a placare all’istante la rabbia che gli bruciava dentro.

«Gin, ti prego di credermi quando dico che non ho mai voluto escluderti dalla mia vita… Non intenzionalmente… » rispose con un sospiro « E se non ho accettato che prendessi parte al rituale non è stato perché non ti ritenevo abbastanza importante, ma perché lo eri troppo… e non solo per me, ma anche per la tua famiglia e per Hermione».

 

«Lo so » assicurò Ginny con un sorriso « Ammetto di essere andata su tutte le furie quando mi hai detto di starne fuori, ma poi ho capito… Insomma, voi siete stati chiusi in questa casa per quasi una anno prima di procedere con il Caritatis Vinculum* e io dovevo ancora finire la scuola… E, detto tra noi, non avrei resistito tanto a lungo con quel rompiscatole di mio fratello sempre alle calcagna! ».

 

«In effetti non è stato facile sopportarlo! » ammise lui ridacchiando «Credo che Hermione abbia evitato di ucciderlo solo perché sapeva che per sconfiggere Voldemort avrei avuto bisogno anche dei suoi poteri!»

 

«Sei fortunato che quella ragazza ti voglia tanto bene… deve essere stato un sacrificio notevole per lei trattenersi!» commentò Ginny divertita, poi però si fece seria e  gli si avvicinò, fissandolo dritto negli occhi «Adesso voglio che tu mi prometta che ci lasceremo alle spalle tutte le incomprensioni e i rimpianti per quello che è stato. Facciamo finta che io sia uscita ieri da Hogwarts e ricominciamo a costruire la nostra amicizia a partire da questa sera.»

 

Harry rispose al suo sguardo con la medesima intensità «D’accordo» affermò con decisione «a partire da stasera voglio che ogni volta che qualcosa ti turba tu venga a parlarne con me, io mi comporterò allo stesso modo. Voglio fare parte della tua vita Ginny Weasley e voglio che tu faccia parte della mia.»

 

Ginny pensò che probabilmente per Harry quelle parole non avevano lo stesso peso che avevano per lei, perché il solo sentirlo ammettere ad alta voce che avrebbe voluto che lei divenisse parte della sua vita le aveva fatto tremare le gambe per l’emozione.

Anche una bambina avrebbe compreso che quella non era certo una dichiarazione d’amore o una proposta di matrimonio, ma chi conosceva bene Harry sapeva che non era facile che lui fosse così diretto e aperto riguardo ai suoi sentimenti.

 

«Te lo prometto, sarò sempre sincera con te ».

Aveva pronunciato quelle parole con la voce rotta dall’emozione ed era stata felice nel vedere l’espressione di pura gioia col quale lui le aveva accolte, ma si sentì morire nel constatare che, nello stesso momento in cui aveva formulato quella promessa, l’aveva già violata.

Non poteva essere sincera sino in fondo con lui, se lo avesse fatto avrebbe dovuto confessare di averlo sempre amato e di voler essere più che un’amica per lui…

E non poteva.

Non poteva negargli la sua amicizia proprio quando aveva appreso quanto questa fosse importante per lui.

 

«Bene!» esclamò il ragazzo raggiante.

Era molto tempo che non si sentiva così felice e pieno di speranza. Finalmente le cose cominciavano a girare nel verso giusto! Sapere che ogni giorno avrebbe visto il viso di Ginny gli faceva venir voglia di ballare per la contentezza… e lui odiava ballare!

«Adesso immagino che tu abbia voglia di riposare» aggiunse poi notando i cerchi neri  che segnavano gli occhi della ragazza «se vuoi per stanotte posso prestarti una delle mie magliette per stare più comoda. Domani andrò a recuperare le cose dal tuo appartamento. »

 

«Ti ringrazio molto» rispose lei vagamente imbarazzata «non mi va molto di tornare lì dopo…»

 

«Non è niente!» la rassicurò Harry con slancio «… vado a prenderti quella maglietta.»

E detto questo sparì dalla stanza per poi farvi ritorno con una larghissima T-shirt azzurra «È un po’ grande anche per me, quindi tu potrai dormirci comodamente.  Sai, è un regalo di Luna… Quella ragazza non ha proprio occhio per le misure! » disse porgendogliela.

Ginny si avvicinò per prenderla e involontariamente le sue dita sfiorarono quelle di lui. Ancora una volta la sensazione fu breve ma intensa e, a giudicare dallo sguardo di Harry, non solo per lei.

 

«Cosa hai provato?» si lasciò sfuggire il ragazzo in un sussurro «Ti… ti ha dato fastidio?» domandò con una certa ansia nella voce.

Il semplice pensiero che il suo tocco potesse spaventarla o infastidirla lo faceva star male, ma non doveva assolutamente lasciarlo trasparire, perché altrimenti lei si sarebbe rifiutata di andare avanti con quella sorta di goffa terapia.

 

«No, affatto» rispose pensierosa Ginny, fissandosi la punta delle dita con un mezzo sorriso stampato sulla faccia «è stato piacevole, tenero… Grazie Harry» disse fissandolo ancora una volta con quei luminosi occhi azzurri e facendolo arrossire come un idiota.

 

 

Rimasero così per qualche minuto, che a Harry sembrò durare un eternità,  poi udirono un sonoro CRACK! e un rumore di passi veloci che percorrevano il pianerottolo. Qualche secondo dopo scorsero Ron sfrecciare in direzione della camera di Harry e, prima che il ragazzo facesse nuovamente capolino nella stanza da letto di Ginny, udirono il rumore di una porta che sia apriva e chiudeva con violenza.

 

«Ron, dannazione! Che diavolo combini?» lo apostrofò con malagrazia Harry, chiaramente infastidito da quella brusca interruzione.

 

Il suo amico lo guardò per qualche secondo con aria smarrita e alquanto terrorizzata, poi, con un tono da cospiratore bisbigliò «Lei… sta arrivando!».

Solo in quel momento il suo sguardo si fermò sulla faccia assolutamente sconvolta della sua sorellina minore «Oh ciao Ginny» le disse gioviale «che ci fai tu qui, tesoro?»

 

Ginevra gli scoccò un’occhiata di pura disapprovazione prima di cominciare a strillargli contro senza ritegno «Tu razza di… »     

 

«…IMBECILLE, CAFONE E MALEDUCATO!!!»

 

Il gelo calò improvvisamente nella stanza.

Ginevra si guardò intorno perplessa:  qualcun altro aveva pronunciato le parole che lei stessa stava per indirizzare al fratello.

Ron ed Harry avevano invece scolpito in faccia a chiare lettere il terrore per quello che di lì a poco si sarebbe abbattuto sulle loro teste.

Pochi secondi più tardi, infatti, una furente Hermione Granger fece il suo marziale ingresso nell’ormai sovraffollata camera.

Non appena la giovane donna scorse la sagoma della sua migliore amica la sua espressione sembrò addolcirsi «Oh, ciao Gin! Anche tu qui! Sono così felice di vederti!» esclamò in un tono cinguettante che non sembrava appartenere alla medesima persona che, qualche minuto prima, aveva quasi tirato giù la casa a suon di urla.

 

Poi, sfortunatamente, Ron si mosse attirando su di sé l’attenzione della nuova arrivata e riaccendendone istantaneamente l’ira funesta.

«Tu… » sibilò la ragazza, puntandogli minacciosamente un dito contro «sei un Auror morto… E in quanto a te…» disse facendo una significativa ed enfatica pausa e voltandosi di scatto verso Harry «..Sto ancora considerando l’eventualità di spedirti a fare compagnia al TUO amico nel regno dei cieli! »

 

«Non capisco cosa tu abbia tanto da strillare Hermione» replicò Ron con una calma e una faccia tosta che suscitarono immediati lo sdegno di Ginny e lo sgomento di Harry.

Suo fratello, pensò Ginevra, non aveva affatto capito che stava giocando col fuoco.

Hermione tornò a fissarlo attonita e se possibile ancor più furente, dimenticando per il momento Harry.

«Ronald Bilius Weasley, tu non hai proprio ritegno!» lo aggredì con veemenza « E dal momento che fingi di non capire ti dirò io cos’è che mi turba tanto… La prossima volta che decidi di pedinarmi col mantello dell’invisibilità di Harry stai attento a non far sporgere le scarpe da tennis che abbiamo passato un’ora a scegliere insieme! »

 

Ron accusò il colpo con una certa dignità, Harry invece sbiancò e lanciò un’imprecazione.

 

«Allora! Cosa avete da dire in vostra difesa?» li incalzò Hermione, fermamente intenzionata a non dar loro tregua.

 

Ginny si era chiesta più di una volta andando in visita a Grimmauld Place, come, in una casa abitata da due ragazzi notoriamente pigri e pasticcioni come Harry e suo fratello, potessero regnare sempre l’ordine e la pulizia più assoluti; adesso ,osservando il piglio da generale di Hermione e l’aria da reclute intimidite e tremanti dei due ragazzi, la risposta ai suoi interrogativi  apparve cristallina ai suoi occhi.

La sua amica, dall’alto del suo metro e sessanta scarso, riusciva a essere parecchio intimidatoria!

 

Ron spostò il peso da un piede all’altro, esprimendo così la sua preoccupazione, poi si morse un labbro e, con la stessa cautela che Charlie avrebbe usato nell’avvicinare il più pericoloso dei suoi draghi, si preparò ad affrontare la sua ricciuta coinquilina. 

«Harry non c’entra nulla, il mantello l’ho preso di nascosto» esordì coraggiosamente il rosso togliendo le castagne dal fuoco al suo amico che, in cambio, gli rivolse uno sguardo di pura gratitudine « …e i..io volevo solo assicurarmi che quello si comportasse bene!» disse deciso, dopo l’iniziale incertezza, espressa chiaramente dal tremolio della sua voce.

 

«Oh, non essere ridicolo Ronald! È di Viktor che stiamo parlando… lo conosciamo da anni ed è un ragazzo adorabile! » ribatté lei in tono annoiato.

 

Harry e Ginny si scambiarono un occhiata significativa che voleva dire una sola cosa: “CHE LA LITE ABBIA INIZIO!”

 

Ron assunse un color vinaccia acceso e, piccatissimo, sibilò «Veramente l’unico Viky che IO conosca da anni è il viscido porco che tenta di portarti a letto praticamente dal momento che ti ha conosciuta! » 

 

Ginny diede mentalmente dell’idiota a suo fratello, Harry assunse un’aria ancor più afflitta, buttò gli occhi al cielo e, per un attimo, la ragazza ebbe l’impressione di sentirlo pregare. Hermione invece aggrottò ulteriormente le sopracciglia e, in un tono così acuto da sfiorare gli ultrasuoni, strillò «CHE COSA HAI DETTO?!».

 

«Hai capito perfettamente!» ribatté Ron con chiaro intento suicida.

 

« Ron, per piacere, taci. » bisbigliò Harry, in un ultimo, disperato tentativo di limitare i danni.

 

Ma l’altro non sembrò cogliere il suggerimento: quando il terribile mostro dagli occhi verdi lo possedeva non c’era nulla da fare. E infatti, rapido come un treno con i freni rotti, il ragazzo si diresse a tutta velocità verso l’incombente precipizio…

 

«Per essere così intelligente a volte rasenti proprio l’idiozia!» continuò il rosso ormai in preda a un chiaro delirio maniacale.

 

«Io non ti permetto! Tu non conosci affatto Viktor! Non hai neanche mai provato a   instaurare un rapporto civile con lui! Quel povero ragazzo non ha fatto nulla di male… » gli fece prontamente eco lei «E dal momento che ci hai spiati dovresti sapere che anche stasera si è comportato da perfetto gentiluomo!»

 

«Questa è bella!» sbuffò Ron «Non ti sei accorta che il pervertito ti ha sbirciato tutta la serata nella scollatura, cara la mia Signorina Sottutto e Capiscolepersonealvolo?»

 

Hermione lo fissò chiaramente oltraggiata e ,con aria di commiserazione, gli disse con voce piatta quello che gli diceva sempre quando saltava fuori l’argomento “Krum”.

 «Sei paranoico e infantile Ronald!».

 

Harry e Ginny si guardarono afflitti. La reazione di Ron a questa affermazione sarebbe stata tragica e devastante: il litigio si stava inesorabilmente avviando al suo atroce epilogo. Come sempre.

 

Ron assunse un’espressione calma e rilassata, segno che stava per lasciarsi sfuggire qualcosa di veramente terribile, al quale sarebbe stato impossibile porre rimedio. «Sai Hermione, credo tu abbia proprio ragione questa volta… Io sbaglio davvero a preoccuparmi… »

 

Gli altri tre si scambiarono occhiate incredule.

 

«È assolutamente evidente che l’interessamento di quel maniaco sessuale ti fa solo piacere! Probabilmente anche tu non vedi l’ora di vederlo entrare nel tuo letto… o magari c’è già stato?! In fondo quale donna non vorrebbe stare con una celebrità? Ti credevo diversa… ma sei come tutte le altre! » il tono del ragazzo era rimasto assolutamente pacato durante tutto il suo sproloquio, ma le parole erano state pronunciate con una quantità tale d’astio che l’intento di ferire la persona verso cui erano indirizzate sarebbe risultato chiaro anche all’ultimo degli sprovveduti.

 

E il bersaglio era stato centrato.

In pieno.

 

Hermione non disse una parola: l’amarezza e la delusione che recava dipinte sul volto erano sufficientemente eloquenti. Così come le lacrime che cominciarono a sgorgarle copiose dai grandi e incredibilmente espressivi occhi marroni.

Prima che chiunque potesse dire una sola parola la ragazza era già sparita.

 

Solo il sonoro sbattere di una porta in fondo al corridoio sembrò risvegliare tutti da quello strano stato di immobilità.

Ron scosse la testa, emise un imprecazione irripetibile e corse fuori dalla stanza, cominciando a bussare freneticamente all’uscio della sua amica e implorandola di perdonarlo, senza alcun risultato.

 

Ginny cercò lo sguardo di Harry e quando lo ebbe trovato riuscì solo a dire «Quel cretino… io lo ammazzo!».

 

Harry le fece segno di lasciar perdere «Non potresti comunque fargli più male di quanto non se ne stia già facendo da solo » le disse con l’aria di chi aveva assistito a scene del genere un miliardo di volte.

 

In quel momento fece il suo ingresso nella stanza un Ron distrutto e Ginny comprese il senso della parole di Harry: forse Hermione sarebbe riuscita a perdonare suo fratello per le cattiverie che le aveva rivolto, ma lui sarebbe riuscito a perdonare se stesso?

 

«Non capisco cosa mia sia preso… » sussurrò sconsolato «è da quando ho saputo che sarebbe uscita con quello che sono nervoso… Giuro che non penso affatto quelle cose terribili di lei! »

 

Harry si avvicinò piano al suo amico e gli passò un braccio intorno alle spalle «Certo che no Ron, sta’ tranquillo… Lo sa anche lei!»

Ginny provò un altro intenso moto di affetto nei confronti di quel ragazzo gentile e sensibile che sapeva prendersi cura in maniera così dolce dei suoi amici e che non sembrava rendersi minimamente conto di quanto fosse meraviglioso. 

 

«No Harry, sono stato orrendo con lei! Non mi perdonerà mai… e fa bene! Io no la merito come amica… » lo contraddisse Ron avvilito.

 

Questa volta toccò a Ginevra mostrare compassione per suo fratello «Ma sì che ti perdonerà fratellone. Lei sa bene che sei un idiota e che, nel novanta per cento dei casi, il tuo cervello non è connesso a quel forno che ti ritrovi al posto della bocca» lo incoraggiò, tentando di strappargli un sorriso.

 

Il sorriso non arrivò ma Ron alzò il capo in direzione della sua voce e sembrò accorgersi veramente della sua presenza solo in quel momento.

«Merlino Gin! Io ti avevo invitata a cena!» esclamò mortificato dandosi un potente colpo alla fronte «Nemmeno come fratello valgo un tappo di Burrobirra bucato…  »

 

Harry gli diede un’altra affettuosa pacca sulla spalla e sentì una fortissima tenerezza nei confronti di quel testone del suo amico. Ron era fatto così: quando la rabbia o la gelosia si impossessavano di lui il suo cervello andava in totale black-out, ma quando vedeva le lacrime di Hermione, rinsaviva di colpo e cominciava a sentirsi un verme…

 

Ginny si fece più vicina al fratello, si sedette sul letto accanto a lui e, guardandolo dritto in quegli occhi così simili ai suoi, disse con voce carezzevole «Tu sei il miglior fratello che una ragazza possa desiderare; a volte combini dei pasticci, ma hai un cuore d’oro e io ti voglio bene.»

 

Il giovane le rivolse di rimando un luminoso sorriso «Sono contento che tu sia qui Gin! E anch’io ti voglio bene…»

 

«Sì, e io voglio bene a entrambi!» li apostrofò Harry ridendo «…Mi dispiace interrompere l’incantevole quadretto familiare, ma è tardissimo e domani io e Othello dobbiamo essere al Quartier Generale di prima mattina!».

 

«Sei un cafone senza cuore!» lo accusò Ginny fingendo di essere terribilmente offesa per la sua mancanza di tatto.

 

«Lo so» convenne lui «ma qualcuno deve pur fare la parte del cattivo qui! Buona notte Gin, ci vediamo domani » disse cominciando a spingere Ron verso l’uscio.

 

«’Notte Ginny» le sussurrò suo fratello prima di sparire oltre la soglia.

 

La ragazza fece un breve cenno di saluto alla volta dei ragazzi, chiuse la porta e cominciò a preparasi per andare a dormire. Cinque minuti dopo aver toccato il letto cadde in un sonno profondo e, per la prima volta dopo molto tempo, sereno.

 

 

 

 

Una volta abbandonata la stanza della sorella Ron afferrò il suo migliore amico per un braccio e lo scortò nella sua stanza.

«Posso sapere cosa sta succedendo Harry?» gli chiese non appena fu sicuro di non poter essere udito dalla sorella «Per quale ragione Ginny si ferma a dormire qui stasera? E ,soprattutto, come mai ti sei deciso a mostrarle quella camera? Credevo che non avessi intenzione di farlo mentre lei stava con Zabini… »

 

Harry lo fissò sorpreso. Credeva che Ron fosse troppo stanco e turbato dalla lite con Hermione per notare la stranezza della situazione: evidentemente, però,  il ragazzo era più sveglio e reattivo di quanto lui pensasse…

E adesso sarebbe toccato a lui  l’ingrato compito di fornire delle spiegazioni.

Ma, dopotutto, era meglio così. In questo modo avrebbe risparmiato parte dell’imbarazzo a Ginny.

 

«In effetti» esordì con calma «Blaise e tua sorella si sono lasciati».

 

Ron lo guardò perplesso per qualche secondo, come se stesse cercando di mettere a fuoco il problema, poi, lentamente, un familiare rossore cominciò ad affiorare in zona orecchie «Io lo amm…»

 

«Mi ero già offerto io, veramente» lo interruppe l’amico «ma credo che la rottura sia avvenuta per volere di entrambi. Gin non vuole assolutamente che noi ci immischiamo.»

Il giovane non sapeva se le cose fossero andate veramente in quel modo, ma era chiaro che Ginevra sembrava attribuirsi parte della colpa per la fine della relazione e, nonostante lui avesse una voglia matta di rompere tutte le ossa a Zabini, gli sembrava doveroso rispettare la volontà della ragazza.

 

Ron si lasciò cadere pesantemente sul letto di Harry ed emise un profondo sospiro «Non posso dire che la cosa mi dispiaccia» comunicò all’improvviso «Non era la persona giusta. Ho sempre avuto l’impressione che Gin non fosse veramente coinvolta… Il problema è che a mia sorella non piace stare da sola.»

 

Harry rimase profondamente colpito da quelle parole. Ron Weasley, a dispetto di quanto potesse pensare Hermione, non aveva affatto la sensibilità di un cucchiaino.

«E noi non la faremo sentire tale» dichiarò con convinzione.

 

«Pare che finalmente il progetto di vivere tutti e quattro insieme si stia realizzando» constatò il rosso compiaciuto «… A meno che, dopo il mio sproloquio di stasera, Hermione non decida di trasferirsi in Bulgaria con quello» aggiunse poi depresso.

 

«Non credo che sarebbe disposta a rinunciare al suo lavoro!» lo prese in giro l’amico.

 

«Non c’è proprio nulla da scherzare! Questa volta l’ho fatta proprio grossa! » si lamentò Ron coprendosi il viso con entrambe le mani.

 

«Mentirei se ti dicessi che non è vero… Hai davvero esagerato a dirle quelle cose!» ammise Harry con sincerità «Ma sono sicuro che troverai comunque il modo di farti perdonare.»

 

« Lo spero, amico, lo spero sul serio… » fece l’altro alzandosi dal letto e fermandosi davanti alla porta «Non potrei mai vivere sapendo che lei mi odia».

 

L’affermazione era stata pronunciata in un tono talmente sofferto che Harry si sentì stringere il cuore «Perché non glielo dici Ron? » domandò istintivamente subito dopo.

 

«Dirle cosa?»

 

«Che la ami. Che il solo pensiero di saperla con un altro ti uccide… Cosa avresti da perdere?» chiese il ragazzo con naturalezza.

 

Le spalle di Ron Weasley furono percorse da un tremito, mentre le sue mani si serravano con forza attorno alla maniglia della porta «Te l’ho appena detto amico» rispose cercando con tutte le forze di evitare che la sua voce si spezzasse «Non posso vivere senza di lei. Se lei mi respingesse, se le cose tra noi non dovessero funzionare… Io sarei perso. Non posso correre il rischio ».

 

E detto questo uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Harry in balìa dei suoi pensieri.

 

Continua…     

 

Note dell’autrice

 

*Caritatis Vinculum :dal latino Caritas che vuol dire amore nobile e puro e Vinculum che vuol dire legame, vincolo

Nei prossimi capitoli parlerò più diffusamente di questo incantesimo che ha coinvolto Harry, Ron e Hermione.

Per ora vi basti sapere che grazie a esso Harry ha potuto acquisire temporaneamente i poteri che entrambi di entrambi i suoi amici.

 

Ringraziamenti:

 

Un enorme ringraziamento, come di consueto, va ad HavaNa Kedavra una consulente preziosa ed estremamente creativa che mi ha fatto l’enorme favore di cercare un nome per il sopraccitato incantesimo. Senza di lei sarei stata persa!

 

 

Petronilla: Grazie per i complimenti e ti assicuro che mi dispiace veramente se ho urtato la tua sensibilità in qualche modo con quello che ho scritto. Come avrai notato anche in questo capitolo c’era qualche allusione a carattere sessuale, ma ti prego di considerare che i protagonisti sono dei ragazzi ancora molto giovani e, secondo la mia esperienza, non è inusuale che tra ragazzi si scherzi in questo modo.

 

Diana 21: Devo dire che il fatto che tu abbia letto il capitolo tutto d’un fiato mi ha molto rasserenato. Quando l’ho scritto ho avuto il dubbio che fosse un po’ troppo lungo e noioso e ho a lungo ponderato se fosse il caso di dividerlo, ma dopo averne discusso con la mia beta ho deciso di postarlo così com’era.

 

Blacky: Grazie anche a te. E se ti può consolare anch’io penso che Ron e Hermione dovrebbero darsi una mossa!

 

Creamy001: A dire il vero Ron/Hermione è anche la mia coppia preferita, solo che, non so per quale motivo, mi viene più semplice scrivere di Harry e Ginny. Dispiace anche a me per la sorellina di Ron… La adoro, ma credo che le farò passare parecchi guai!

 

Pepero: Davvero ti è piaciuto tutto dalla prima all’ultima riga? Che soddisfazione! Se ci riesco, come ho preannunciato la scorsa volta, conto di aggiornare tutti i lunedì… blocco dello scrittore permettendo!

 

Whatsername: Pare proprio che noi due ci scambiamo i complimenti. Ho letto le tue One-Shot e le ho trovate eccellenti, quindi sono onorata di ricevere un tuo giudizio positivo!

 

arc : Grazie davvero per i complimenti riguardo allo stile, ma devo dire che quello che ho gradito di più è stato l’accenno alla mia “delicata sensibilità”: per una che ha la fama della strega senza cuore è proprio un bel passo avanti!

 

daffydebby: Ciao Mente Eletta! Che piacere ritrovarti tra i miei recensori! Devo dire che le nostre stimolanti chiacchierate mi sono mancate…

Sono contenta che anche tu abbia trovato strepitoso Ron con il mantello dell’invisibilità… Io la penso come te ovviamente, sai quanto io trovi adorabile quel ragazzo… Peccato che Hermione non la pensi come noi!

 

 EDVIGE: Grazie per i complimenti. Alternare momenti allegri a momenti tristi è essenziale. La vita è già abbastanza difficile, non mi pare proprio il caso di affliggere la gente anche con le fanfiction!  

 

 

Avviso : So che avevo promesso di aggiornare con regolarità ogni lunedì, ma le promesse sono fatte per essere infrante!

Sfortunatamente la scrittura del terzo capitolo si sta mostrando più faticosa e difficile del previsto, quindi credo che nella migliore delle ipotesi non riuscirò a postare non prima della metà della settimana prossima.

Mi dispiace davvero.

MM1981

  
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