Capitolo secondo
Promesse,
segreti e mostri dagli occhi verdi
La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia
il cibo di cui si nutre
W. Shakespeare, Othello.
Ginny
Weasley riposava dolcemente adagiata sul divano del soggiorno di Grimmauld
Place, le palpebre ornate da lunghissime ciglia chiuse e un’espressione
finalmente serena sul viso.
Harry
Potter, seduto vicino a lei, la fissava incantato da almeno cinque minuti.
Quando
l’aveva vista crollare per la stanchezza dopo aver versato tutte quelle
lacrime, il ragazzo era andato a recuperare dalla sua borsa da lavoro i
rapporti degli Auror in missione e aveva cercato di immergersi nella lettura.
Da qualche tempo in diverse località europee erano ricominciati gli
avvistamenti dei pochi Mangiamorte sfuggiti alla cattura dopo la caduta di Voldemort,
cosa che stava generando non poco allarme al Ministero.
Normalmente
il ragazzo avrebbe dedicato la sua massima attenzione ai resoconti dei suoi colleghi, ma quella sera la presenza di Ginny, addormentata
accanto a lui e bella come non mai, aveva finito col minare il suo generalmente
indefesso senso del dovere.
Harry
Potter aveva un grosso problema con la piccola dei Weasley: dopo ben nove anni
di conoscenza reciproca non era ancora riuscito a razionalizzare e a dare un nome ai sentimenti che nutriva per lei.
Se
avesse dovuto definirli li avrebbe probabilmente
archiviati sotto la voce “affetto fraterno”; in fondo il senso di protezione e
la tenerezza che lei gli ispirava non erano molto diversi da quelli che Ron
stesso provava per la sorella.
Decisamente
più arduo era invece far passare per amore fraterno quell’incredibile
attrazione fisica che di tanto in tanto aveva avvertito nei confronti di
Ginevra, un’attrazione che non gli era mai capitato di provare per Hermione o
per Luna, le altre due ragazze che occupavano un posto di rilievo nella sua
vita.
A
dire il vero nessuna donna era mai riuscito a
stregarlo nello stesso modo in cui, in certe occasioni, sapeva farlo Ginny.
Questo
tipo di pensieri lo avevano sfiorato ripetutamente negli
ultimi anni, ma ogni volta li aveva ricacciati a forza nel più remoto angolino
della sua mente dicendo a se stesso che, per un ragazzo sessualmente sano della
sua età, era assolutamente naturale reagire in un certo modo dinnanzi a una
splendida creatura come Ginevra.
La
sorellina di Ron era dotata di una bellezza non comune, la gente si girava quando la vedeva passare per strada e lui, dopotutto,
era fatto di carne come qualsiasi altro essere umano!
-Certo avere dei simili pensieri dopo
averla vista piangere sconsolata per essere stata tradita dal
suo ragazzo non è proprio un comportamento da gentiluomo!- si ammonì silenziosamente Harry tentando di distogliere
lo sguardo dall’oggetto dei suoi pensieri.
In
quel preciso momento la ragazza si mosse, probabilmente alla ricerca di una
posizione più comoda. Lui, intenerito, la guardò compiere quel gesto quasi
infantile e ogni traccia di malizia abbandonò la sua mente, lasciando
nuovamente il posto al
più sano desiderio di prendersi cura lei.
«
Gin » sussurrò piano, cercando di svegliarla nel modo più delicato possibile
«Ginny svegliati…»
La palpebre
di lei vibrarono leggermente prima di schiudersi su due incredibili occhi
azzurri. La ragazza si guardò intorno confusa prima di
incontrare il volto di Harry e sorridergli timidamente.
«Merlino!»
biascicò la giovane con la voce ancora arrochita dal sonno «Non posso crederci… Mi sono
addormentata!»
«Già
» rispose lui aggrottando le sopracciglia «… A quanto pare
non reputavi la mia compagnia sufficientemente stimolante!»
«Scusami»
si giustificò lei, non cogliendo l’ironia nella sua voce «è da così tanto tempo che non riesco a dormire bene la notte e…»
Harry
alzò una mano per interromperla «Non ti vorrai davvero scusare per una
sciocchezza del genere Ginny! Adesso questa è casa tua e puoi dormire dove e
quando vuoi. Io ti ho svegliata solo perché volevo
portarti a letto… »
Ginny
alzò un sopracciglio con aria interrogativa, lanciandogli uno sguardo malizioso
«Diamine Potter!» esclamò la ragazza «Non ti facevo così sfacciato e
intraprendente! Che fine hanno fatto tutti quei
discorsi sul fare un passo alla volta?»
D’un
tratto Harry realizzò ciò che gli era sfuggito di
bocca due secondi prima e si sentì avvampare: era sicuro che se in quel momento
si fosse guardato allo specchio avrebbe scoperto di poter competere con i
leggendari rossori di Ron.
«I...Io
intendevo solo dire che volevo accompagnarti a letto… » fece per correggersi, accorgendosi subito
dopo di aver peggiorato ulteriormente la sua situazione.
«Guarda
che avevo capito perfettamente Harry» ribatté lei
continuando a sorridere «ma ti prego di scusarmi, ho appena rotto col mio
ragazzo e non voglio buttarmi subito in una nuova relazione. »
Il
giovane la guardò e rispose al sorriso.
Era
un bene che Ginny fosse capace di scherzare su
qualcosa che in realtà la stava facendo soffrire terribilmente: era il segnale
che prima o poi si sarebbe ripresa.
E dal momento che ormai lui era già stato umiliato, tanto
valeva continuare a farsi prendere in giro, se questo poteva servire a farla
star meglio.
«Va
bene» la assecondò «se non ti senti pronta aspetterò. Comunque
non sai cosa ti perdi!» terminò con aria tronfia.
«Posso
immaginarlo» disse lei ammiccante «tutta quell’energia sessuale repressa per così lungo tempo… Una
bomba pronta a esplodere! Beata la fanciulla che potrà
beneficiare di tanta magnificenza! »
«Puoi
dirlo forte bambina!» confermò il giovane sfoggiando per l’occasione il suo
miglior sguardo da macho «ma non preoccuparti, se vuoi continuerò a riservarla
per te!».
E
per un secondo, mentre pronunciava queste parole, Harry pensò che non gli
sarebbe dispiaciuto poi molto dare sfogo a tutta la sua energia sessuale con la
sorella del suo migliore amico… Ma lo scomodo e imbarazzante pensiero, come
spesso era accaduto in passato , venne ancora una
volta bruscamente accantonato.
Ginny
lo fissò per qualche minuto divertita e poi si
abbandonò a un lungo sbadiglio «Sarà meglio che mi mostri al più presto dove
posso dormire, perché sto veramente morendo di sonno! »
«Hey,
frena l’eccitazione! Merlino Gin, tu sì che sai come smontare un ragazzo! »
«Perdonami
Harry» si scusò lei sopprimendo l’ennesimo sbadiglio «ma anche potendo dubito
che stasera sarei in grado di fronteggiare tutta la tua bruciante passione! Non
mi reggo proprio in piedi.»
Il
ragazzo si alzò lentamente dal divano, invitandola con lo sguardo a seguirlo ai
piani superiori
«Va bene » le concesse magnanimo «per questa
sera puoi andare a dormire, ma domani pretenderò una ricompensa per la mia
generosità… »
Ginny
lo seguì sino al primo piano dell’abitazione e si diresse istintivamente verso
il lato destro del corridoio, dove ricordava essere la camera riservata agli
ospiti, ma la voce di Harry la fermò «Dove stai andando?».
La
rossa lo guardò perplessa «Pensavo di ricordare che la stanza degli ospiti fosse da quella parte» rispose confusa.
Harry
le rivolse uno sguardo misterioso «Ricordi benissimo infatti!
Ma non credo che dormirai lì stanotte… »
Ginny
emise uno sbuffo spazientita: quando si sarebbe deciso
a piantarla con quello stupido giochino?
«Pensavo
di aver chiarito che non sarei venuta a letto con te. Potresti di grazia
finirla con questo scherzo, ti scongiuro… Ho sonno!» e quasi a sottolineare il concetto emise un altro sonoro sbadiglio.
«Non
ho alcuna intenzione di portarti in camera mia!»
replicò Harry, trattenendo a stento un sorriso. Non vedeva l’ora di vedere la faccia di lei quando le avrebbe mostrato il posto in cui
erano diretti «Avanti, seguimi Bella
Addormentata!».
Ginny
si lasciò guidare verso l’ala sinistra della casa e osservò il suo amico
superare la propria camera e fermarsi davanti a quella immediatamente
successiva.
«Credo
che la tua stanza sia questa qui» disse poi facendosi da parte per consentirle
di aprire la porta.
Ginny
si avvicinò e poggiò delicatamente la mano sulla maniglia.
Ricordava
di essere entrata in quella stanza ai tempi in cui Grimmauld Place era ancora
la sede dell’Ordine e di avervi trovato solamente una gran quantità di mobilia
polverosa e in disuso, per questo lo spettacolo che si trovò davanti una volta
varcata la soglia la lasciò completamente senza fiato.
La
ragazza sapeva che Harry, Ron e Hermione, una volta terminata la scuola, si
erano dati parecchio da fare per rendere confortevole l’antica dimora dei Black, ma non aveva mai avuto modo di verificare se i lavori
di rimodernamento avessero coinvolto tutte le stanze dell’abitazione.
Il
luogo nel quale era appena giunta non aveva nulla a che vedere con lo squallido magazzino in cui si era accidentalmente imbattuta
anni prima. Completamente sgombra e ripulita, la camera sembrava adesso molto più
spaziosa e il celeste chiaro delle pareti conferiva all’ambiente un aspetto decisamente più allegro. Ma ciò che maggiormente attirò
l’attenzione di Ginny furono le foto disseminate un
po’ ovunque. Quasi tutte risalivano ai tempi della scuola: alcune erano state
scattate durante le sue partite di Quiddich, altre la mostravano appoggiata al
tronco del suo albero preferito, intenta a leggere un libro o a godersi un po’
di meritato riposo; un’altra la vedeva scambiarsi un bacio sotto il vischio con
Blaise ,nel soggiorno della Tana, durante il Natale
del suo settimo anno a Hogwarts.
Harry
aveva seguito con attenzione i movimenti e le reazioni della sua amica e aveva
osservato compiaciuto l’espressione stupita e felice che le era apparsa sul volto
una volta entrata nella sua nuova stanza; espressione che era radicalmente
mutata alla vista della vecchia foto che la mostrava in compagnia del suo ex
ragazzo.
«Come
al solito ho rovinato tutto» si lasciò sfuggire con
una nota di amarezza nella voce «Era un po’ che non entravo qui e mi ero del
tutto dimenticato di quella foto…»
Ginevra,
completamente persa nei suoi pensieri, si voltò in tempo per notare l’ombra di imbarazzo e dispiacere che aveva oscurato il volto di
Harry e si sentì immediatamente in dovere di rassicurarlo.
«Non
parlare così » lo tranquillizzò « questa stanza è incredibile e le fotografie
sono bellissime! Harry, Blaise ha fatto parte della mia vita, sono stata felice
con lui e non intendo affatto cancellarne il ricordo,
quindi non preoccuparti… Non hai rovinato proprio nulla! »
Harry
la scrutò con attenzione per qualche minuto, come per sincerarsi che stesse dicendo la verità, poi le sorrise nuovamente ed esclamò
entusiasta «E non hai ancora visto la parte migliore!»
Fu
allora che Ginny, seguendo lo sguardo del ragazzo, focalizzò la sua attenzione
sul soffitto della camera.
E rimase
senza fiato...
Sopra
di lei centinaia di stelle brillavano in un terso cielo primaverile.
«Per
tutti i calderoni!» si lasciò sfuggire ancora vinta dalla meraviglia « È
proprio come…»
«…
il soffitto della Sala Grande!» terminò Harry al suo posto con un’aria decisamente soddisfatta « Ci ho messo un bel po’, ma direi
che il risultato è notevole!»
«Sai,
è curioso… » disse la ragazza con il naso ancora per aria «il soffitto della
Sala Grande è la cosa che più mi ha colpito quando
sono arrivata a Hogwarts!»
«Lo
so» rispose lui arrossendo lievemente «me lo avevi
detto durante una di quelle lunghissime nottate passate a chiacchierare alla
Tana. Per questo ho deciso di provare a ricreare qui l’incantesimo… Ho pensato
che in questo modo la scuola ti sarebbe mancata meno! »
Ecco,
erano esattamente queste le cose che avevano portato Ginevra Weasley a innamorarsi di Harry Potter: anche se a volte poteva
sembrare distante e perso nei propri pensieri, in realtà Harry era un osservatore
e un ascoltatore estremamente attento. Più di una volta lei, Ron e Hermione si
erano visti recapitare, in occasione di qualche ricorrenza speciale, cose che
mesi prima avevano detto di desiderare. E adesso
questo…
Non
le sembrava di ricordare di aver mai accennato in sua presenza al rimpianto che
avrebbe provato nel lasciare quel pezzetto della scuola che tanto l’aveva
strabiliata da bambina, eppure a lui, quello che a chiunque altro sarebbe
sembrato un particolare insignificante, non era sfuggito!
«Voglio
che tu sappia che questa è una delle cose più dolci che
qualcuno abbia mai fatto per me» dichiarò con solennità, tentando di cacciare
indietro le lacrime che premevano insistentemente per uscire.
«Non
esagerare Gin» ridacchiò il giovane visibilmente imbarazzato «è solo una stanza… Ma sono contento che ti piaccia e che tu possa
finalmente godertela!»
«Perché? » chiese incuriosita «Da quanto tempo avete finito
di rimodernarla?»
Harry
distolse lo sguardo e quando parlò lo fece in un fil di voce «Era pronta per il
giorno in cui tu avresti lasciato Hogwarts, ma poi hai annunciato che saresti
andata a vivere con Blaise e noi abbiamo preferito non dirti niente… Non
volevamo pensassi che cercavamo di ostacolare il vostro rapporto. Adesso penso
che avremmo fatto meglio a offrirti un’alternativa».
Ginny
era frastornata; aveva sempre creduto che non ci sarebbe mai stato posto per
lei nel Magnifico Trio, invece loro avevano progettato di vivere tutti e quattro insieme. Per anni si era sentita un’outsider,
una presenza educatamente tollerata, invece era sempre stata parte del gruppo…
«I..Io
non pensavo che voi mi voleste » ammise mestamente «… Ho sempre saputo che mi
volevate bene, ma credevo mi vedeste solo come un’appendice non particolarmente
utile, una sciocca ragazzina di cui doversi prendere cura a tutti i costi… »
Harry
aveva a lungo paventato che questi potessero essere i
sentimenti di Ginevra, ma veder confermati i suoi sospetti gli causò comunque
un intenso moto di dolore e rabbia verso se stesso.
Era
vero che in passato lui e i sue due migliori amici avevano mostrato una certa
tendenza a formare un circolo chiuso e impenetrabile, ma dal quinto anno di
scuola in poi il ragazzo aveva cominciato a vedere Ginny come la quarta componente del gruppo, il loro naturale completamento.
Sfortunatamente né lui né gli altri erano riusciti a farla sentire partecipe e
accettata. Il loro affetto non era bastato ad appagarla e a risparmiarle dolori
e delusioni.
«Mi
spiace che tu abbia pensato questo» disse con aria sconfitta « Credo che il mio
più grosso problema sia quello di non riuscire mai a dimostrare alle persone
quanto io tenga a loro
»
«No,
Harry » si affrettò a contraddirlo lei «Qui l’unica stupida sono io. Mi è
sempre piaciuto recitare la parte della ragazza forte e indipendente. Non ho mai permesso agli altri di prendersi cura di me… lo reputavo
un segno di debolezza. Se solo avessi parlato con voi di quello che stavo
provando, di come mi sentivo, be’, credo che mi sarei risparmiata parecchie
fregature e avrei anche evitato di ferire altre persone… »
«Sciocchezze!»
sbottò improvvisamente il giovane, dando sfogo al senso di colpa che lo
tormentava dal giorno del sequestro di Ginny «Avremmo dovuto
accorgerci da soli di quanto tu stessi soffrendo. Non siamo stati dei buoni
amici, tu sei sempre riuscita a capire la gente con uno sguardo, mentre noi
siamo stati maledettamente ciechi! ».
«Harry!»
strillò lei, tentando di condurlo nuovamente alla ragione «C’era una dannata
guerra di mezzo! E ci sono voluti anni per
perfezionare e portare a termine quel maledetto rituale! Non c’era tempo per assecondare i capricci di
una bambina! Smettila di colpevolizzarti! Hai fatto il tuo dovere! »
Se c’era
una cosa che Ginny proprio non riusciva a tollerare del miglior amico di suo
fratello era senz’altro la sua irritante tendenza a prendere sulle proprie
spalle le colpe dell’umanità intera. A tutti quanti nella vita capitava di
commettere degli errori e spesso era difficile fare i conti con la propria
coscienza, come la ragazza ben sapeva, ma Harry era assolutamente incapace di
perdonare se stesso e questo la mandava in bestia.
Dopo
tutte le sofferenze che aveva dovuto patire era giusto che, adesso che
Voldemort era stato sconfitto, lui cominciasse a vivere la sua vita, lasciandosi
alle spalle il passato. Invece il giovane sembrava come bloccato, incapace di
andare avanti, di trovare una persona con la quale costruirsi un futuro… E
tutto per colpa di quegli stramaledetti sensi di colpa
che lo spingevano a pensare di non meritare qualcosa di bello dalla vita!
«Harry»
disse con calma «niente di quello che mi è successo è colpa tua. E se non fossi
un buon amico non saremmo qui a discutere questa sera.
Se non fossi un buon amico non saresti la prima
persona che è riuscita a toccarmi in sei mesi! »
Il
ragazzo la fissò intensamente e si perse per qualche istante nel blu dei suoi occhi: occhi
così dolci da riuscire a placare all’istante la rabbia che gli bruciava dentro.
«Gin,
ti prego di credermi quando dico che non ho mai voluto
escluderti dalla mia vita… Non intenzionalmente… » rispose con un sospiro « E
se non ho accettato che prendessi parte al rituale non è stato perché non ti
ritenevo abbastanza importante, ma perché lo eri troppo… e non solo per me, ma
anche per la tua famiglia e per Hermione».
«Lo
so » assicurò Ginny con un sorriso « Ammetto di essere andata su tutte le furie quando mi hai detto di starne fuori, ma poi ho capito…
Insomma, voi siete stati chiusi in questa casa per quasi una anno prima di
procedere con il Caritatis Vinculum* e io dovevo ancora finire la scuola… E,
detto tra noi, non avrei resistito tanto a lungo con quel rompiscatole di mio
fratello sempre alle calcagna! ».
«In effetti non è stato facile sopportarlo! » ammise lui
ridacchiando «Credo che Hermione abbia evitato di ucciderlo solo perché sapeva
che per sconfiggere Voldemort avrei avuto bisogno anche dei suoi poteri!»
«Sei
fortunato che quella ragazza ti voglia tanto bene… deve essere stato un
sacrificio notevole per lei trattenersi!» commentò Ginny divertita, poi però si fece seria e gli si avvicinò, fissandolo dritto negli occhi
«Adesso voglio che tu mi prometta che ci lasceremo alle spalle tutte le
incomprensioni e i rimpianti per quello che è stato. Facciamo finta che io sia
uscita ieri da Hogwarts e ricominciamo a costruire la nostra amicizia a partire da questa sera.»
Harry
rispose al suo sguardo con la medesima intensità «D’accordo» affermò con
decisione «a partire da stasera voglio che ogni volta
che qualcosa ti turba tu venga a parlarne con me, io mi comporterò allo stesso
modo. Voglio fare parte della tua vita Ginny Weasley e voglio che tu faccia
parte della mia.»
Ginny
pensò che probabilmente per Harry quelle parole non avevano
lo stesso peso che avevano per lei, perché il solo sentirlo ammettere ad alta
voce che avrebbe voluto che lei divenisse parte della sua vita le aveva fatto
tremare le gambe per l’emozione.
Anche
una bambina avrebbe compreso che quella non era certo
una dichiarazione d’amore o una proposta di matrimonio, ma chi conosceva bene
Harry sapeva che non era facile che lui fosse così diretto e aperto riguardo ai
suoi sentimenti.
«Te
lo prometto, sarò sempre sincera con te ».
Aveva
pronunciato quelle parole con la voce rotta dall’emozione ed era stata felice
nel vedere l’espressione di pura gioia col quale lui le aveva accolte, ma si
sentì morire nel constatare che, nello stesso momento in cui aveva formulato
quella promessa, l’aveva già violata.
Non
poteva essere sincera sino in fondo con lui, se lo
avesse fatto avrebbe dovuto confessare di averlo sempre amato e di voler essere
più che un’amica per lui…
E non
poteva.
Non
poteva negargli la sua amicizia proprio quando aveva
appreso quanto questa fosse importante per lui.
«Bene!»
esclamò il ragazzo raggiante.
Era
molto tempo che non si sentiva così felice e pieno di speranza. Finalmente le
cose cominciavano a girare nel verso giusto! Sapere che ogni giorno avrebbe
visto il viso di Ginny gli faceva venir voglia di
ballare per la contentezza… e lui odiava ballare!
«Adesso
immagino che tu abbia voglia di riposare» aggiunse poi notando i cerchi neri che segnavano gli
occhi della ragazza «se vuoi per stanotte posso prestarti una delle mie
magliette per stare più comoda. Domani andrò a recuperare le cose dal tuo
appartamento. »
«Ti
ringrazio molto» rispose lei vagamente imbarazzata «non mi va molto di tornare
lì dopo…»
«Non
è niente!» la rassicurò Harry con slancio «… vado a prenderti quella maglietta.»
E detto
questo sparì dalla stanza per poi farvi ritorno con una larghissima T-shirt azzurra
«È un po’ grande anche per me, quindi tu potrai dormirci comodamente. Sai, è un regalo di
Luna… Quella ragazza non ha proprio occhio per le misure! » disse
porgendogliela.
Ginny
si avvicinò per prenderla e involontariamente le sue dita sfiorarono quelle di
lui. Ancora una volta la sensazione fu breve ma intensa e, a giudicare dallo
sguardo di Harry, non solo per lei.
«Cosa hai provato?» si lasciò sfuggire il ragazzo in un
sussurro «Ti… ti ha dato fastidio?» domandò con una certa ansia nella voce.
Il semplice pensiero che il suo tocco potesse
spaventarla o infastidirla lo faceva star male, ma non doveva assolutamente
lasciarlo trasparire, perché altrimenti lei si sarebbe rifiutata di andare
avanti con quella sorta di goffa terapia.
«No,
affatto» rispose pensierosa Ginny, fissandosi la punta delle dita con un mezzo
sorriso stampato sulla faccia «è stato piacevole, tenero…
Grazie Harry» disse fissandolo ancora una volta con quei luminosi occhi
azzurri e facendolo arrossire come un idiota.
Rimasero
così per qualche minuto, che a Harry sembrò durare un
eternità, poi udirono un sonoro
CRACK! e un rumore di passi veloci che percorrevano il
pianerottolo. Qualche secondo dopo scorsero Ron
sfrecciare in direzione della camera di Harry e, prima che il ragazzo facesse
nuovamente capolino nella stanza da letto di Ginny, udirono il rumore di una
porta che sia apriva e chiudeva con violenza.
«Ron,
dannazione! Che diavolo combini?» lo apostrofò con
malagrazia Harry, chiaramente infastidito da quella brusca interruzione.
Il
suo amico lo guardò per qualche secondo con aria smarrita e alquanto
terrorizzata, poi, con un tono da cospiratore bisbigliò «Lei… sta arrivando!».
Solo
in quel momento il suo sguardo si fermò sulla faccia assolutamente sconvolta
della sua sorellina minore «Oh ciao Ginny» le disse gioviale «che ci fai tu
qui, tesoro?»
Ginevra
gli scoccò un’occhiata di pura disapprovazione prima di cominciare a
strillargli contro senza ritegno «Tu razza di… »
«…IMBECILLE,
CAFONE E MALEDUCATO!!!»
Il
gelo calò improvvisamente nella stanza.
Ginevra
si guardò intorno perplessa: qualcun altro aveva pronunciato le parole che
lei stessa stava per indirizzare al fratello.
Ron
ed Harry avevano invece scolpito in faccia a chiare lettere il terrore per
quello che di lì a poco si sarebbe abbattuto sulle loro teste.
Pochi
secondi più tardi, infatti, una furente Hermione Granger fece il suo marziale
ingresso nell’ormai sovraffollata camera.
Non
appena la giovane donna scorse la sagoma della sua migliore amica
la sua espressione sembrò addolcirsi «Oh, ciao Gin! Anche
tu qui! Sono così felice di vederti!» esclamò in un tono cinguettante che non
sembrava appartenere alla medesima persona che, qualche minuto prima, aveva
quasi tirato giù la casa a suon di urla.
Poi,
sfortunatamente, Ron si mosse attirando su di sé l’attenzione della nuova
arrivata e riaccendendone istantaneamente l’ira funesta.
«Tu…
» sibilò la ragazza, puntandogli minacciosamente un dito contro «sei un Auror
morto… E in quanto a te…» disse facendo una significativa
ed enfatica pausa e voltandosi di scatto verso Harry «..Sto ancora considerando
l’eventualità di spedirti a fare compagnia al TUO amico nel regno dei
cieli! »
«Non
capisco cosa tu abbia tanto da strillare Hermione» replicò Ron con una calma e
una faccia tosta che suscitarono immediati lo sdegno
di Ginny e lo sgomento di Harry.
Suo
fratello, pensò Ginevra, non aveva affatto capito che
stava giocando col fuoco.
Hermione
tornò a fissarlo attonita e se possibile ancor più furente, dimenticando per il
momento Harry.
«Ronald
Bilius Weasley, tu non hai proprio ritegno!» lo aggredì con veemenza « E dal momento che fingi di non capire ti dirò io cos’è che mi
turba tanto… La prossima volta che decidi di pedinarmi col mantello
dell’invisibilità di Harry stai attento a non far sporgere le scarpe da tennis
che abbiamo passato un’ora a scegliere insieme! »
Ron
accusò il colpo con una certa dignità, Harry invece sbiancò e lanciò
un’imprecazione.
«Allora!
Cosa avete da dire in vostra difesa?» li incalzò
Hermione, fermamente intenzionata a non dar loro tregua.
Ginny
si era chiesta più di una volta andando in visita a Grimmauld Place, come, in una
casa abitata da due ragazzi notoriamente pigri e pasticcioni come Harry e suo
fratello, potessero regnare sempre l’ordine e la pulizia più assoluti; adesso ,osservando il piglio da generale di Hermione e l’aria da
reclute intimidite e tremanti dei due ragazzi, la risposta ai suoi
interrogativi apparve cristallina ai
suoi occhi.
La
sua amica, dall’alto del suo metro e sessanta scarso, riusciva a essere parecchio intimidatoria!
Ron
spostò il peso da un piede all’altro, esprimendo così la sua preoccupazione,
poi si morse un labbro e, con la stessa cautela che Charlie avrebbe usato
nell’avvicinare il più pericoloso dei suoi draghi, si preparò ad affrontare la
sua ricciuta coinquilina.
«Harry
non c’entra nulla, il mantello l’ho preso di nascosto»
esordì coraggiosamente il rosso togliendo le castagne dal fuoco al suo amico
che, in cambio, gli rivolse uno sguardo di pura gratitudine « …e i..io volevo
solo assicurarmi che quello si
comportasse bene!» disse deciso, dopo l’iniziale incertezza, espressa
chiaramente dal tremolio della sua voce.
«Oh,
non essere ridicolo Ronald! È di Viktor che stiamo
parlando… lo conosciamo da anni ed è un ragazzo adorabile! » ribatté lei in
tono annoiato.
Harry
e Ginny si scambiarono un occhiata significativa che
voleva dire una sola cosa: “CHE
Ron
assunse un color vinaccia acceso e, piccatissimo, sibilò «Veramente l’unico
Viky che IO conosca da anni è il viscido porco
che tenta di portarti a letto praticamente dal momento che ti ha conosciuta!
»
Ginny
diede mentalmente dell’idiota a suo fratello, Harry assunse un’aria ancor più
afflitta, buttò gli occhi al cielo e, per un attimo, la ragazza ebbe
l’impressione di sentirlo pregare. Hermione invece aggrottò ulteriormente le
sopracciglia e, in un tono così acuto da sfiorare gli ultrasuoni, strillò «CHE
COSA HAI DETTO?!».
«Hai
capito perfettamente!» ribatté Ron con chiaro intento suicida.
«
Ron, per piacere, taci. » bisbigliò Harry, in un ultimo, disperato tentativo di
limitare i danni.
Ma l’altro
non sembrò cogliere il suggerimento: quando il terribile mostro dagli occhi
verdi lo possedeva non c’era nulla da fare. E infatti,
rapido come un treno con i freni rotti, il ragazzo si diresse a tutta velocità
verso l’incombente precipizio…
«Per
essere così intelligente a volte rasenti proprio l’idiozia!» continuò il rosso
ormai in preda a un chiaro delirio maniacale.
«Io
non ti permetto! Tu non conosci affatto Viktor! Non
hai neanche mai provato a instaurare un rapporto civile con lui! Quel
povero ragazzo non ha fatto nulla di male… » gli fece prontamente
eco lei «E dal momento che ci hai spiati dovresti
sapere che anche stasera si è comportato da perfetto gentiluomo!»
«Questa
è bella!» sbuffò Ron «Non ti sei accorta che il pervertito ti ha sbirciato
tutta la serata nella scollatura, cara la mia Signorina Sottutto e
Capiscolepersonealvolo?»
Hermione
lo fissò chiaramente oltraggiata e ,con aria di
commiserazione, gli disse con voce piatta quello che gli diceva sempre quando saltava
fuori l’argomento “Krum”.
«Sei paranoico e
infantile Ronald!».
Harry
e Ginny si guardarono afflitti. La reazione di Ron a questa affermazione
sarebbe stata tragica e devastante: il litigio si stava inesorabilmente
avviando al suo atroce epilogo. Come sempre.
Ron
assunse un’espressione calma e rilassata, segno che
stava per lasciarsi sfuggire qualcosa di veramente terribile, al quale sarebbe
stato impossibile porre rimedio. «Sai Hermione, credo tu abbia
proprio ragione questa volta… Io sbaglio davvero a preoccuparmi… »
Gli
altri tre si scambiarono occhiate incredule.
«È
assolutamente evidente che l’interessamento di quel maniaco sessuale ti fa solo
piacere! Probabilmente anche tu non vedi l’ora di vederlo entrare nel tuo
letto… o magari c’è già stato?! In fondo quale donna
non vorrebbe stare con una celebrità? Ti credevo diversa… ma sei come tutte le
altre! » il tono del ragazzo era rimasto assolutamente pacato
durante tutto il suo sproloquio, ma le parole erano state pronunciate con una
quantità tale d’astio che l’intento di ferire la persona verso cui erano
indirizzate sarebbe risultato chiaro anche all’ultimo degli sprovveduti.
E il
bersaglio era stato centrato.
In
pieno.
Hermione
non disse una parola: l’amarezza e la delusione che recava dipinte sul volto erano sufficientemente eloquenti. Così come le lacrime che
cominciarono a sgorgarle copiose dai grandi e incredibilmente espressivi occhi marroni.
Prima
che chiunque potesse dire una sola parola la ragazza
era già sparita.
Solo
il sonoro sbattere di una porta in fondo al corridoio sembrò risvegliare tutti
da quello strano stato di immobilità.
Ron
scosse la testa, emise un imprecazione irripetibile e
corse fuori dalla stanza, cominciando a bussare freneticamente all’uscio della
sua amica e implorandola di perdonarlo, senza alcun risultato.
Ginny
cercò lo sguardo di Harry e quando lo ebbe trovato riuscì solo a dire «Quel
cretino… io lo ammazzo!».
Harry
le fece segno di lasciar perdere «Non potresti comunque
fargli più male di quanto non se ne stia già facendo da solo » le disse con
l’aria di chi aveva assistito a scene del genere un miliardo di volte.
In
quel momento fece il suo ingresso nella stanza un Ron distrutto e Ginny
comprese il senso della parole di Harry: forse
Hermione sarebbe riuscita a perdonare suo fratello per le cattiverie che le
aveva rivolto, ma lui sarebbe riuscito a perdonare se stesso?
«Non
capisco cosa mia sia preso… » sussurrò sconsolato «è da
quando ho saputo che sarebbe uscita con quello che sono nervoso… Giuro che non penso affatto quelle cose
terribili di lei! »
Harry
si avvicinò piano al suo amico e gli passò un braccio intorno alle spalle
«Certo che no Ron, sta’ tranquillo… Lo sa anche lei!»
Ginny
provò un altro intenso moto di affetto nei confronti
di quel ragazzo gentile e sensibile che sapeva prendersi cura in maniera così
dolce dei suoi amici e che non sembrava rendersi minimamente conto di quanto
fosse meraviglioso.
«No
Harry, sono stato orrendo con lei! Non mi perdonerà mai… e fa
bene! Io no la merito come amica… » lo contraddisse Ron avvilito.
Questa
volta toccò a Ginevra mostrare compassione per suo fratello «Ma
sì che ti perdonerà fratellone. Lei sa bene che sei un idiota e che, nel
novanta per cento dei casi, il tuo cervello non è connesso a quel forno che ti
ritrovi al posto della bocca» lo incoraggiò, tentando di strappargli un
sorriso.
Il
sorriso non arrivò ma Ron alzò il capo in direzione
della sua voce e sembrò accorgersi veramente della sua presenza solo in quel
momento.
«Merlino
Gin! Io ti avevo invitata a cena!» esclamò mortificato dandosi
un potente colpo alla fronte «Nemmeno come fratello valgo
un tappo di Burrobirra bucato… »
Harry
gli diede un’altra affettuosa pacca sulla spalla e sentì una fortissima
tenerezza nei confronti di quel testone del suo amico. Ron era fatto così:
quando la rabbia o la gelosia si impossessavano di lui
il suo cervello andava in totale black-out, ma quando vedeva le lacrime di Hermione,
rinsaviva di colpo e cominciava a sentirsi un verme…
Ginny
si fece più vicina al fratello, si sedette sul letto accanto a lui e,
guardandolo dritto in quegli occhi così simili ai suoi, disse con voce
carezzevole «Tu sei il miglior fratello che una ragazza possa
desiderare; a volte combini dei pasticci, ma hai un cuore d’oro e io ti voglio
bene.»
Il
giovane le rivolse di rimando un luminoso sorriso «Sono contento che tu sia qui
Gin! E anch’io ti voglio bene…»
«Sì,
e io voglio bene a entrambi!» li apostrofò Harry
ridendo «…Mi dispiace interrompere l’incantevole quadretto familiare, ma è
tardissimo e domani io e Othello dobbiamo essere al Quartier Generale di prima
mattina!».
«Sei
un cafone senza cuore!» lo accusò Ginny fingendo di
essere terribilmente offesa per la sua mancanza di tatto.
«Lo
so» convenne lui «ma qualcuno deve pur fare la parte
del cattivo qui! Buona notte Gin, ci vediamo domani » disse cominciando a
spingere Ron verso l’uscio.
«’Notte
Ginny» le sussurrò suo fratello prima di sparire oltre
la soglia.
La
ragazza fece un breve cenno di saluto alla volta dei ragazzi, chiuse la porta e
cominciò a preparasi per andare a dormire. Cinque
minuti dopo aver toccato il letto cadde in un sonno profondo e, per la prima volta dopo molto tempo, sereno.
Una
volta abbandonata la stanza della sorella Ron afferrò il suo migliore amico per
un braccio e lo scortò nella sua stanza.
«Posso
sapere cosa sta succedendo Harry?» gli chiese non appena fu sicuro di non poter
essere udito dalla sorella «Per quale ragione Ginny si ferma a dormire qui
stasera? E ,soprattutto, come mai ti sei deciso a
mostrarle quella camera? Credevo che non avessi intenzione di farlo mentre lei stava con Zabini… »
Harry
lo fissò sorpreso. Credeva che Ron fosse troppo stanco e turbato dalla lite con
Hermione per notare la stranezza della situazione: evidentemente, però, il ragazzo era più
sveglio e reattivo di quanto lui pensasse…
E
adesso sarebbe toccato a lui l’ingrato compito di fornire delle
spiegazioni.
Ma,
dopotutto, era meglio così. In questo modo avrebbe risparmiato parte
dell’imbarazzo a Ginny.
«In
effetti» esordì con calma «Blaise e tua sorella si sono
lasciati».
Ron
lo guardò perplesso per qualche secondo, come se stesse cercando di mettere a
fuoco il problema, poi, lentamente, un familiare rossore cominciò ad affiorare
in zona orecchie «Io lo amm…»
«Mi
ero già offerto io, veramente» lo interruppe l’amico «ma credo che la rottura sia avvenuta per volere di entrambi. Gin non vuole assolutamente
che noi ci immischiamo.»
Il
giovane non sapeva se le cose fossero andate veramente in quel modo, ma era
chiaro che Ginevra sembrava attribuirsi parte della
colpa per la fine della relazione e, nonostante lui avesse una voglia matta di
rompere tutte le ossa a Zabini, gli sembrava doveroso rispettare la volontà
della ragazza.
Ron
si lasciò cadere pesantemente sul letto di Harry ed emise un profondo sospiro
«Non posso dire che la cosa mi dispiaccia» comunicò all’improvviso
«Non era la persona giusta. Ho sempre avuto l’impressione che Gin non fosse veramente coinvolta… Il problema è che a mia sorella
non piace stare da sola.»
Harry
rimase profondamente colpito da quelle parole. Ron Weasley, a dispetto di
quanto potesse pensare Hermione, non aveva affatto la
sensibilità di un cucchiaino.
«E noi non la faremo sentire tale» dichiarò con convinzione.
«Pare
che finalmente il progetto di vivere tutti e quattro insieme si stia
realizzando» constatò il rosso compiaciuto «… A meno che,
dopo il mio sproloquio di stasera, Hermione non decida di trasferirsi in Bulgaria
con quello» aggiunse poi depresso.
«Non
credo che sarebbe disposta a rinunciare al suo lavoro!» lo prese in giro
l’amico.
«Non
c’è proprio nulla da scherzare! Questa volta l’ho
fatta proprio grossa! » si lamentò Ron coprendosi il viso con entrambe le mani.
«Mentirei
se ti dicessi che non è vero… Hai davvero esagerato a
dirle quelle cose!» ammise Harry con sincerità «Ma sono sicuro che troverai comunque il modo di farti perdonare.»
«
Lo spero, amico, lo spero sul serio… » fece l’altro
alzandosi dal letto e fermandosi davanti alla porta «Non potrei mai vivere
sapendo che lei mi odia».
L’affermazione
era stata pronunciata in un tono talmente sofferto che Harry si sentì stringere il cuore «Perché
non glielo dici Ron? » domandò istintivamente subito dopo.
«Dirle
cosa?»
«Che la ami.
Che il solo pensiero di saperla con un altro ti uccide… Cosa
avresti da perdere?» chiese il ragazzo con naturalezza.
Le
spalle di Ron Weasley furono percorse da un tremito, mentre le sue mani si serravano
con forza attorno alla maniglia della porta «Te l’ho appena detto amico» rispose
cercando con tutte le forze di evitare che la sua voce si spezzasse «Non posso
vivere senza di lei. Se lei mi respingesse, se le cose
tra noi non dovessero funzionare… Io sarei perso. Non posso correre il rischio
».
E detto
questo uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Harry in
balìa dei suoi pensieri.
Continua…
Note dell’autrice
*Caritatis
Vinculum :dal latino Caritas che vuol dire amore
nobile e puro e Vinculum che vuol dire legame, vincolo
Nei
prossimi capitoli parlerò più diffusamente di questo incantesimo
che ha coinvolto Harry, Ron e Hermione.
Per
ora vi basti sapere che grazie a esso Harry ha potuto
acquisire temporaneamente i poteri che entrambi di entrambi i suoi amici.
Ringraziamenti:
Un
enorme ringraziamento, come di consueto, va ad HavaNa Kedavra una consulente preziosa
ed estremamente creativa che mi ha fatto l’enorme favore di cercare un nome per
il sopraccitato incantesimo. Senza di lei sarei stata persa!
Petronilla: Grazie per i
complimenti e ti assicuro che mi dispiace veramente se ho urtato la tua
sensibilità in qualche modo con quello che ho scritto. Come avrai notato anche
in questo capitolo c’era qualche allusione a carattere sessuale, ma ti prego di
considerare che i protagonisti sono dei ragazzi ancora molto giovani e, secondo
la mia esperienza, non è inusuale che tra ragazzi si
scherzi in questo modo.
Diana 21: Devo dire che il fatto che tu
abbia letto il capitolo tutto d’un fiato mi ha molto rasserenato. Quando l’ho
scritto ho avuto il dubbio che fosse un po’ troppo lungo e noioso e ho a lungo
ponderato se fosse il caso di dividerlo, ma dopo
averne discusso con la mia beta ho deciso di postarlo così com’era.
Blacky: Grazie anche a te. E se ti
può consolare anch’io penso che Ron e Hermione dovrebbero darsi una mossa!
Creamy001: A dire il vero Ron/Hermione è anche la mia coppia
preferita, solo che, non so per quale motivo, mi viene più semplice scrivere di
Harry e Ginny. Dispiace anche a me per la sorellina di Ron… La adoro, ma credo
che le farò passare parecchi guai!
Pepero: Davvero ti è piaciuto tutto dalla prima all’ultima
riga? Che soddisfazione! Se
ci riesco, come ho preannunciato la scorsa volta, conto di aggiornare tutti i
lunedì… blocco dello scrittore permettendo!
Whatsername:
Pare proprio che noi due ci scambiamo
i complimenti. Ho letto le tue
One-Shot e le ho trovate eccellenti, quindi sono onorata di ricevere un tuo
giudizio positivo!
arc : Grazie davvero per i complimenti riguardo allo stile,
ma devo dire che quello che ho gradito di più è stato l’accenno alla mia
“delicata sensibilità”: per una che ha la fama della strega senza cuore è
proprio un bel passo avanti!
daffydebby: Ciao
Mente Eletta! Che piacere ritrovarti tra i miei
recensori! Devo dire che le nostre stimolanti
chiacchierate mi sono mancate…
Sono contenta che anche tu abbia trovato strepitoso Ron con il mantello dell’invisibilità… Io la
penso come te ovviamente, sai quanto io trovi adorabile quel ragazzo… Peccato
che Hermione non la pensi come noi!
EDVIGE: Grazie
per i complimenti. Alternare momenti allegri a momenti
tristi è essenziale. La vita è già abbastanza difficile, non
mi pare proprio il caso di affliggere la gente anche con le
fanfiction!
Avviso : So che avevo promesso di aggiornare con regolarità
ogni lunedì, ma le promesse sono fatte per essere infrante!
Sfortunatamente
la scrittura del terzo capitolo si sta mostrando più faticosa e difficile del
previsto, quindi credo che nella migliore delle ipotesi non riuscirò a postare
non prima della metà della settimana prossima.
Mi
dispiace davvero.
MM1981