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Autore: Angorian    01/04/2010    8 recensioni
Sesshomaru si chiede quale destino sia riservato alla piccola umana che lo accompagna. Gli vengono mostrati cinque possibili futuri, con un'unica costante.."Fu con un’ultima lacrima che si spense la vita di Rin, mentre accasciata sul suolo aveva aspettato un aiuto che non era arrivato.
Sesshomaru ringhiò per la frustrazione. Era morta.
Rin in quel futuro moriva per colpa sua, per la sua incapacità di proteggerla."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un villaggio umano, illuminato dalla tremula luce delle fiaccole.
La quiete della notte fu disturbata da passi leggeri ma affrettati di una donna, che riconobbe essere Rin.
Avvolta in un kimono viola, la sua figura era morbida e slanciata.
Seguì la sua corsa silenziosa verso la campagna, e una volta raggiunto un albero, si sedette tra le radici e l’erba umida di rugiada.
Subito dopo, una figura chiara uscì dalle ombre per avvicinarsi.
Il Sesshomaru di quel futuro era identico a tutti gli altri, come sempre; solo la figura di Rin mostrava il tempo trascorso.
Lei sorrise alla sua venuta, ma il calore che gli aveva sempre dimostrato si era fatto più quieto, tiepido.
“Signor Sesshomaru”. Lo salutò.
“Rin”. Fu la sua risposta.
Sebbene il contegno del demone fosse come sempre impeccabile, Sesshomaru notò che anche in se stesso c’era qualcosa di diverso.
Non fisico, non evidente. Ma lo percepiva nell’aria intorno a loro.
“Siete in ritardo. Le poche visite che mi concedete ultimamente si fanno sempre più rade”. Affermò con tristezza.
Una via di mezzo; Ecco cosa mostrava la terza ciotola, la terza possibilità.
Lasciarla agli umani, ma non scomparire dalla sua vita, continuando a vegliarla da lontano. Sul confine tra due mondi, lui non avrebbe interferito nella sua breve vita umana, e lei non sarebbe stata in pericolo in un’ esistenza di sangue e potere.
Un equilibrio logico, ragionato.
Eppure, ogni visione inizialmente gli era sembrata la scelta giusta, almeno fino al momento in cui Rin moriva, un dettaglio che sembrava ripetersi.
Il Sesshomaru del futuro comunque non rispose alla ragazza, si limitò ad osservarla con sguardo critico.
“Mostrami le braccia”. Disse.
Sorpresa, Rin abbassò lo sguardo.
“Perché?”.
Sesshomaru si avvicinò minaccioso, sovrastandola.
“Alzati”. L’ordine fu pronunciato con rabbia contenuta.
La ragazza si alzò, incapace di opporsi, ma rifiutandosi di incontrare il suo sguardo.
Il demone le scostò le maniche del kimono, rivelando le braccia pallide alla luce della luna. Fu allora che Sesshomaru si accorse di quello che il suo se stesso era stato più veloce nel notare.
Lunghi tagli in parte rimarginati percorrevano la lunghezza delle braccia.
“Ne sentivo l’odore”. Disse. “Chi è stato?”.
La ragazza si scostò da lui.
“Adesso va tutto bene”.
L’odore della menzogna impregnò l’aria.
Il demone strinse gli occhi.
“Scopriti il collo”.
La ragazza indietreggiò.
“Adesso va tutto bene”. Ripeté, testarda.
Il demone la afferrò, e con uno strattone liberò il collo e le spalle dal kimono. Chiazze violacee indicavano dove era stata afferrata, scossa, colpita.
“Chi è stato?”. Ripeté, con voce soffocata.
La ragazza si ricoprì, ignorandolo ostinatamente.
“Siete soddisfatto?”.
Gli occhi scuri incontrarono quelli d’ambra, sfoggiando un orgoglio che Sesshomaru non vi aveva mai visto.
Eccola, la donna che aveva preso il posto della bambina, testardamente convinta di non avere più bisogno di protezione, di cavarsela.
Il demone non desistette.
“Il suo nome, Rin”. La sua voce era più calma, nel pregustare la morte.
“No. Non ho bisogno del vostro aiuto”.
Eccolo, il confine si faceva più visibile.
Decidendo di vivere ai margini della sua vita, non aveva più il diritto di interferire. Provò una sensazione sgradevole, cui non riuscì a dare un nome.
I due si fronteggiarono, in silenzio.
Non c’erano più giustificazioni.
Rin aveva guadagnato un posto nel mondo, rifiutando la sua protezione.
Era libera.
Il legame contro natura che si era instaurato tra loro, era stato reciso. La terza visione dunque, era quella che Sesshomaru stava cercando.
Proteggerla, era stata per molto tempo l’unica scusa, l’unica attenuante per la sua presenza; poiché era venuta meno, lasciarla andare era la cosa più semplice.
Ma il Sesshomaru del futuro non si mosse, non si voltò per andarsene, come avrebbe dovuto.
Alzò una mano per sfiorarle i capelli, e fu con sorpreso disgusto per se stesso che il demone comprese.
La scelta era stata quella giusta, ma quel cambiamento che aveva annusato nell’aria si era reso concreto in quell’unico gesto di tenerezza.
Nelle sue visioni, Sesshomaru aveva dimenticato qualcosa di fondamentale.
Anche se con alcuni incantesimi era riuscito ad aprire finestre nel futuro, non aveva tenuto conto dello scorrere del tempo, e che le scelte, portavano anche mutamenti interni.
La visione non gli mostrava come si fosse fatto strada il cambiamento che era avvenuto in lui, soltanto le conseguenze.
E la conseguenza, fu che il potente demone stava perdendo una battaglia contro se stesso.
Le sfiorò la guancia con esitazione, diviso tra coerenza e istinto.
Da quanto durava quella lotta?
Fu Rin a scostarsi.
“E’ meglio che vada”. Disse, incerta.
Sesshomaru non rispose.
Rabbia, desiderio, conflitto.
Era l’amore dei demoni.
“Hai paura?”. Le chiese.
Come un’ infezione si era propagato in lui, un morbo cui pensava di essere immune. Sua madre aveva ragione.
Rin, una delle cause del suo potere, era diventata una debolezza.
Anche questa volta, Sesshomaru non poté intervenire.
“No”.
Vide il suo debole se stesso del futuro trattenerla, e lei fu incapace di negarsi, soggiogata dal suo sguardo.
La colpa del padre ricadeva sul figlio, come una maledizione.
Cadde in un abisso, trascinando il corpo candido di Rin con sé.

*


L’orrore non sembrava avere fine.
L’ultimo squarcio della terza visione, fu Rin, sotto quello stesso albero, con la gola tagliata.
Sesshomaru provò sgomento, e odio.
Era stato lui a mettere fine alla sua vita?

**

NA. Spero di avervi messo un po’ di curiosità :D
Purtroppo per un po’ non potrò aggiornare, visto che passerò il fine settimana a Venezia.
Grazie a chi sta seguendo questa storia, un bacio!

   
 
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