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Autore: biahio    01/04/2010    8 recensioni
"La cosa buona è che l'Amore non ha una fine. Quella cattiva è che non è detto che abbia un inizio."
Titolo modificato per uso di caratteri non consentiti.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon primo Aprile! Vi lascio la prima parte del Capitolo, la seconda la posto quando torno. Grazie mille a chi legge e recensisce!

ledyang: la lunghezza è oggi di tuo gradimento?! -.- (occhio alla risposta... potrebbe finirci in mezzo il mio regalo di Pasqua per te...)

yesido: grazie mille, di nuovo! e complimenti anche a te per il modo in cui scrivi

 

6. Il mio compleanno [prima parte]

(pov Kris)

 

“Bella cravatta amico…”         

Mi volto di scatto verso la voce che so essere tua e faccio un passo verso di te. Devo alzare lo sguardo per arrivare ai tuoi occhi, mentre il mio petto si poggia sul tuo. Mi alzo sulla punta dei piedi e sfioro il tuo naso col mio

“Geloso?”

Non mi esce che un sussurro, l’atmosfera è così tranquilla, rilassata. Mi sembra di aver raggiunto il nirvana. Tu sei il mio nirvana.

“No”

Le mie sopracciglia balzano in su. Sbuffi.

“Un po’ ”

Mi passo la lingua sulle labbra, lentamente

“Decisamente geloso!” sbotti

Scoppio a ridere di gusto

“Geloso, di quello lì?” Non riesco a smettere di ridere. Andiamo… Geloso di quel tappetto strampalato dalla cravatta a pois? Tu? Il dio greco che ho davanti? Aha. Molto divertente.

“Stai scherzando spero”

Il tuo sguardo si abbassa veloce verso l’erba fredda e umida, fai un passo indietro e l’aria gelata della notte mi fa rabbrividire. Sospiri, in cerca di parole, poi ti avvicini di nuovo a me e mi prendi la mano.

“Eh che… tu sei così bella, e famosa, e intelligente…” ti fermi e sbuffi frustrato “No, non è neanche questo… Eh che ti amo così tanto, che ogni volta che sono lontano da te mi sento come se avessi lasciato aperta la porta di casa, con la chiave della cassaforte in bella vista sul tavolo…”

Ti guardi in giro e scoppi a ridere

“Paragone di merda…” ti sento borbottare mentre scuoti la testa

Stringo la tua mano e ti tiro verso di me

“E’ notte, ho sonno e questa festa mi annoia. Ma come posso io non pensare di essere la donna più fortunata del mondo, quando ti vedo fare battute cretine con tutti quelli che incontri, e ridere e muoverti impacciato nella tua giacca di lino beige? Me lo spieghi?” Strofino il naso sulla tua camicia azzurra con l’aria di un gattino bisognoso di coccole. Mi stringi a te e mi baci i capelli

“Anche se, lo ammetto, mister cravatta a pois era davvero affascinate…”

Ridi e le tue braccia mi sollevano. Oddio… Perché devo stare insieme ad un pazzo inglese? Cosa diamine stiamo fac… “Nooo!”

Ridi come un folle mentre mi fai rotolare nell’erba bagnata, tutti gli ospiti si sono voltati verso di noi e ci squadrano dall’alto in basso. Quanto mi fanno ridere quelle facce sdegnate! Prendo le redini della situazione: ti salgo in groppa e ti verso in testa tutto il contenuto del mio bicchiere. Ecco, ora sì che ci siamo, ora gli sguardi indignati sono davvero pieni d’odio.

“Se dobbiamo fare una cazzata, facciamola bene amore..” sussurro al tuo orecchio

“Tanto questa festa di pre-compleanno era un vero strazio!”

Oddio. Dimmi che non l’hai urlato davvero… Ti tiro l’ orecchio con forza e ti giri verso di me, che sono ancora sdraiata sopra di te

“Beh? Non dovevamo farla bene la cazzata?”

Irrecuperabile. Niente da fare.

Vedo mio padre e i miei fratelli ridere come cretini in un angolo, mentre mia madre si morde la lingua per mantenere un’espressione accettabile e continua a parlare con gli ospiti e ad offrire pezzi di torta.

“Ma tranquilla amore, penso io alla tua vera festa di compleanno.” Mi sussurri piano sulla bocca

“Ti prego, trattieniti, e non mi comprare un continente. La tradizionale isola con il mio nome va più che bene…”

Sembri pensieroso

“Cazzo… non avevo pensato al continente…”

Faccio finta di non sentire il tuo sussurro

“Oh beh! Sarà per il prossimo compleanno!”

Per allora mi assicurerò che siano stati tutti già venduti.

 

 

***

 

“Che party orrendo…”

“Cam!”

Mio fratello fa una linguaccia a mia madre, stravaccandosi sulla poltrona in sala. Lo imitiamo tutti, sfiniti dalla festa.

“Nono ragazzi, tranquilli! Non mi serve aiuto per pulire questo porcile! Dormirete nella merda per i prossimi mesi…!”

Ti alzi di scatto e corri ad aiutare mia madre

“Insopportabile…”

“Scusa?”

Uuhh… che paura… il tuo sguardo potrebbe uccidermi…

Mi alzo anch’io e ti seguo in cucina, dove sei già alle prese con scopa e strofinacci per aiutare mia madre, che si spertica in ringraziamenti.

“Come regalo di compleanno volete farmi venire il diabete?”

 

Un giorno mi spiegherai come diavolo fai a farmi ridere anche mentre puliamo la cucina con mia madre, nella notte del mio compleanno…

 

La casa è ancora sporca, quando ci addormentiamo tutti in sala, tra divano, poltrone e tappeti. Sono così stanca che praticamente svengo tra le tue braccia in un sonno profondo. Eppure, nel sonno, sono quasi sicura di averti sentito sussurrare “Buon compleanno amore mio”, nel mio orecchio destro. O forse stavo solo sognando…

 

***

(pov Rob)

 

Apro gli occhi solo quando la mia schiena urla vendetta; prometto che non dormirò più su una poltrona con te stravaccata in tutta comodità sul mio bacino. La prossima volta farò in modo che non sia una poltrona…

Ora, il piano sarebbe quello di riuscire a districarmi da questo groviglio di gambe e braccia per potermi alzare e rifinire gli ultimi dettagli per una festa di compleanno che ti renda giustizia. Quando, dopo qualche minuto, riesco nell’impresa, non posso che sorridere terribilmente innamorato della ragazza che si struscia sullo schienale della poltrona miagolando nel sonno come un gattino bisognoso di coccole. Mi piego sulle gambe e porto la testa alla tua altezza “Torno subito, piccola”. Quando mi rialzo, la mia colonna vertebrale sembra di pietra. Tiro un lungo respiro di sollievo quando riesco a rialzarmi senza provocarmi una paralisi permanente e mi dirigo verso la cucina, cercando di non svegliare nessuno. Sarei tentato di fotografare Cam che dorme con il pollice in bocca, come i bambini, ma non ho il cellulare in tasca… Devo trattenere le mie risate almeno finchè non raggiungo la cucina dove, sorpreso di trovarci tua madre affaccendata a fare frittelle, devo invece trattenere un urlo di sorpresa.

“Buongiorno Rob”

“’Giorno… Non dormi mai tu?” Mi fa ancora un po’ strano dare del tu ai tuoi, ma so che se non lo facessi verrei picchiato a sangue da entrambi: sono tipi tosti gli Stewart. Questione di dna…

Tua madre sorride “Cinque ore sono più che sufficienti…”

Il silenzio cade tra noi e io mi siedo al tavolo della cucina, osservandola mentre fa saltare in aria le frittelle

“Così…Dove la porti oggi?”

Vedo chiaramente che non riesce a trattenere l’espressione di gioia sul volto: mi riempie di gioia che i tuoi non vedano l’ora che io ti rapisca per un po’, consapevoli del fatto che con me tu sei felice. 

“Programma speciale” biascico inghiottendo una frittella calda, ricoperta di sciroppo d’acero. “Questa” dico indicando la frittella “è una meraviglia”

“Grazie Rob”

Rimediare un bacio sulla guancia da tua madre è davvero troppo facile, per me.

 

Ore 9:45

In piedi, nel corridoio. Sono già passato una dozzina di volte a controllare di aver lasciato i biglietti sul tavolo in cucina.

Con la mano tasto la tasca dei pantaloni: lettera, ok.

Con l’altra mi assicuro che gli occhiali da sole siano ben fermi tra i bottoni aperti della mia camicia.

“Kris, pensi di farcela ad essere pronta prima di farne 30, di anni?”

Taylor si versa il suo bicchiere addosso mentre ride, e io scuoto la testa sconsolato: che famiglia ragazzi!

“Ahah… Sto arrivando, cretino…”

La verità, è che sono davvero agitato. E questo, sì, mi rende un cretino. Forse avrei dovuto stare sul tradizionale: torta, candeline, amici a casa… Perché devo sempre cacciarmi in situazioni strane?

Un rumore alle mie spalle mi fa voltare. Ti vedo scendere le scale nel tuo vestito leggero e scollato. Ecco perché devo sempre cacciarmi in situazioni strane… Perché nulla di normale sarà mai abbastanza per Te. Tu, sei decisamente troppo.

“Wow! Cosa spinge mia sorella ad indossare un vestito, senza che nessuno la costringa con una pistola puntata in testa?”

“Il suo meraviglioso fidanzato!”

Hai davvero risposto così a tuo fratello? L’hai davvero fatto sorridendo raggiante e balzando giù dalle scale, abbracciandomi? Forse sto sognando…

Mi abbasso verso di te e mi baci prima che possa prendere l’iniziativa. Siamo di ottimo umore! Dirigo la mia bocca verso il tuo orecchio, per sussurrarti piano un “Sei bellissima…”

Sorridi illuminando la stanza. I tuoi occhi sembrano scintille stamattina.

Mi prendi per mano e mi trascini fuori di casa, sotto il sole di Los Angeles.

“Noi andiamo!” urli ai tuoi

“Sì, e occhio al bicchiere che hai in mano Tay!”

Avrei giurato di aver sentito uno “Stronzo” provenire dalla cucina, ma sono troppo occupato ad ammirare te, per esserne sicuro.

 

Prendo un lungo respiro nell’aria fresca primaverile.

Missione: compleanno Kristen

Parte prima.

Aaazione!

 

Ti faccio salire in macchina, tenendoti aperta la portiera. Poi corro dal lato del guidatore e salto su. Giro le chiavi nel cruscotto e metto in moto.

“Prima tappa?”

Mi chiedi, con un sorriso curioso sulle labbra.

“Aeroporto”

“Mmmmh” Mi guardi attraverso le lenti scure dei miei Rayban “Ottimo”

Premo sull’acceleratore. Direzione: Aeroporto, naturalmente.

 

Aeroporto.

L’aereo dovrebbe partire fra qualche minuto, sono abbastanza sicuro di essere riuscito a non farti scoprire la destinazione sul cartello luminoso all’entrata.

“Il volo sarà lungo?” mi chiedi inclinandoti verso di me

“No. Nemmeno un’ora”

Le hostess ci chiedono di allacciarci le cinture e, poco dopo, il piccolo aereo decolla.

“Mi occupo io dell’intrattenimento fino all’arrivo”

Le mie labbra raggiungono le tue, ti sento sorridere sulla mia bocca.

 

 

Ore 11:03

L’aereo è atterrato qualche minuto fa e noi siamo già su un taxi. Sono sicuro che non hai la più pallida idea di dove siamo. Non che io ne sia così sicuro… Spero solo che mia sorella mi abbia dato le coordinate giuste.

Squilla il mio cellulare. Parli del diavolo…

“Ciao sorella”

Una gomitata nelle costole mi toglie il respiro.

“Tratta bene mia cognata!”

- Ti adoro Kris! Buon compleanno! -

Non capisco che necessità ci sia di urlare nel mio povero timpano…

“Tutto pronto laggiù?”

Ti volti verso di me curiosa, poi dirigi di scatto il tuo sguardo fuori dal finestrino. Pessima attrice…

“Mi raccomando, per una volta nella vita, cerca di essere in orario…” dico a Lizzy, prima di chiudere la telefonata.

“Non faccio domande”

Mi dici, alzando le mani a mo’ di resa

“Non ti avrei comunque dato risposte…”

I nostri sguardi si incontrano e io riesco a mettere su una convincente aria enigmatica. Ottimo attore…

 

 

Dopo meno di mezzora arriviamo a destinazione. Scendo dall’auto e sento la sabbia fine sotto i piedi: direi che è il posto giusto. Pago l’autista e ti prendo per mano, trascinandoti verso la spiaggia. Ti vedo guardarti intorno stupefatta come una bambina

“E’ bellissimo… Dove siamo?”

Mi giro per guardarti negli occhi

“Ti prego, non chiedermi il nome… Ci sono stato una volta con mia sorella, in una vacanza estiva di tanti anni fa”

“E’ lei l’organizzatrice della mia festa?”

“Solo in parte” ti rispondo continuando a trascinarti più vicino al mare. Mi fermo a pochi centimetri dall’acqua e mi volto verso di te. Con la scusa di un bacio, ti sfilo il cellulare dalla tasca: devo ammettere che avere un così potente ascendente su di te ha i suoi vantaggi

“Questa, ad esempio, è un’idea mia”

Non ti lascio il tempo di pensare, e ti lancio in acqua. Mi tolgo velocemente le scarpe e la camicia e poggio lettera e regalo all’asciutto, pronto ad iniziare la battaglia.

“Brutto… Stupido!”

I tuoi capelli bagnati non mi permettono di vederti negli occhi

“Il mio vestito!”

“Si asciugherà prima di sera… E poi, ho solo apportato una miglioria…” Mi avvicino a te nell’acqua “Sei ancora più bella”, ti sussurro. E’ la verità, il vestito bagnato lascia poco spazio all’immaginazione. Mi chino in avanti per baciarti, ma mi ritrovo in acqua.

“Non vale però, tu non hai la camicia…”

Alzo un sopracciglio

“Davvero mi preferisci vestito?”

La tua faccia mi fa scoppiare a ridere e riesco a bere un paio di litri d’acqua prima che tu mi tiri su per i capelli

“No. Ti preferisco vivo, però…”

“Credo che la mia percentuale d’acqua in corpo sia passata dal 75 al 90 %...” E non riesco a smettere di tossire

“Mi sa che hai bisogno di una respirazione bocca a bocca…”

Addio mondo crudele… E’ un peccato, volevo almeno arrivare a darti il regalo…

 

 

Ore 13:00

Usciamo zuppi e senza fiato dall’acqua, senza riuscire a smettere di ridere.

“Fame?” ti chiedo da ottimo gentleman inglese

“Di te..”

Mhh. Calma e sangue freddo

“Sandwich?”

Se non ti allontano dal mio corpo in fretta, non arrivo sul serio alla fine di questa cosa. Obbiettivo, tenere ben presente l’obbiettivo. Fissarlo, puntarlo, e non fermarsi.

“Ma porca…!”

“Problemi col tuo amichetto là sotto?”

“..etto…”

“..one?”

“…onissimo!”

“Sssse. Vada per i sandwich.”

“Grazie…”

Ridendo, mi trascini verso il piccolo e pittoresco bar sulla spiaggia.

“Due sandwich grazie!”

Il tuo buon umore è sempre più incontrollabile.

Cacchio! Ecco cosa mi sono dimenticato! Mi alzo in piedi di scatto e tu mi guardi stranita

“Sono un cretino… Ripasso il programma da stanotte…”

Aggiro il tavolo e ti bacio

“Buon compleanno!”

Non te lo avevo ancora detto…

“Ahaha! Tu. Sei. Incredibile.”

I nostri sandwich arrivano troppo presto.

 

 

Ore 14:05

Abbiamo finito i nostri sandwich e le nostre birre, ma non i nostri baci. Ti prendo in braccio e, barcollando, mi dirigo verso la spiaggia

“I soldi sono sul tavolo! Tenga il resto”

Inizio a correre sulla sabbia

“Finiamo per terra finiamo per terra finiamo…”

“Dovresti avere più fiducia nel tuo uomo Kris”

E cadiamo per terra.

Che palle.

 

Barcollando dal ridere arriviamo a destinazione

“Temo dovrai bagnarti i jeans”

Ti volta verso di me con le sopracciglia alzate

“Io non credo proprio”

Mi salti in braccio prima che riesca a capire cosa sta succedendo e mi sforzo di non cadere in acqua. Che donna!

Mi dirigo verso l’acqua e costeggio gli scogli, con l’acqua alle ginocchia. Finalmente arriviamo alla grotta ed entriamo

“Io e mia sorella ci abbiamo passato gran parte delle vacanze qui dentro”

I miei piedi escono dall’acqua e ti poggio per terra

“Che bello…”

Ti giri e rigiri per guardarti intorno, questa grotta è davvero grande.

Ti prendo per mano e ti faccio sedere vicino a me, sulla sabbia.

“Allora” Inspiro con forza “Iniziamo?”

Mi sorridi dolce, guardandomi negli occhi e ti avvicini a me

“Qualsiasi cosa tu abbia preparato, sarà stupenda, come sempre. Questo compleanno è perfetto. Grazie…”

Il mio cuore riprende a battere ad una velocità più normale. Dalla tasca dei pantaloni tiro fuori la busta

“E’ un po’ sgualcita…”

Me la sfili di mano e la apri. Sono sicuro che il tuo cuore sta andando più veloce del mio poco fa

 

 

 

 

 

Perché quella volta, in quel bar, non avevo capito. Ti ho guardata negli occhi, mi sono perso in quel cielo là dentro; ma non avevo capito. Ti ho vista sorridere, in quel sorriso timido che fai, muovendo titubante le labbra all’insù e poi morsicandoti coi denti il labbro inferiore. Ma non avevo capito.

In quei giorni ti ho osservata per ore, da lontano. Ti credevo un angelo; eri bellissima, sembravi brillare. In quei giorni sono morto, ogni volta che i tuoi occhi si sono chiusi e poi riaperti, con un’ombra triste dentro e le lacrime che non lasciavi andare. In quei giorni sono rinato, ogni volta che da quell’ombra , non so come, spuntava un sorriso. E il mio cuore smetteva di battere quando vedevo i tuoi occhi brillare di felicità, forza e speranza. Ero ammirato dal tuo coraggio, dai coglioni che io non avevo. Ero ammaliato , come un bambino. Lo sono ancora. Ma ora è diverso. Ti guardo ancora, a volte, da lontano. Mi piace osservarti mentre pensi che stia pensando ad altro. Ma ora sono tuo. E ho capito che non è il tuo sorriso, o i tuoi occhi, che mi hanno fatto innamorare di te. Quelli hanno fatto innamorare in tanti. Lo so; anche se continui a ridere quando te lo dico, e a mordermi il naso prendendomi in giro perché sono geloso. Hai ragione, lo sono. Ma ora ho capito. Ho capito che sono innamorato di te per qualcosa che gli altri non hanno visto. Sono innamorato di te perché mi hai permesso di starti vicino sempre, e di condividere tutto con te.

Ti amo perché quella notte, nella pioggia, ti sei fidata di me.

Ti amo perché non ti importava di niente.

Ti amo perché adori l’estathè al limone.

Ti amo perché puoi passare giornate intere stesa sul letto a leggere libri.

Ti amo perché tuo padre mi lascia un livido nero sulla spalla, ogni volta che mi saluta la mattina.

Ti amo perché tua madre, a volte, sembra davvero innamorata di me.

Ti amo perché Lizzie mi chiama di continuo, per chiedermi di te.

Ti amo perché odi l’estathè alla pesca.

Ti amo perché non sai nascondere quando sei incazzata.

Ti amo perché sono sicuro che ora, però, sei felice.

Ti amo perché mi hai portato a vedere il tuo film, e ti vedevo fissarmi in apprensione nel buio della sala, come se fossi il tuo peggior critico.

Ti amo perché entri in camera mia e ti sdrai sul mio letto, accendi lo stereo e chiudi gli occhi.

Ti amo perché ci scambiamo libri sottolineati e scopriamo che avremmo sottolineato le stesse frasi.

Ti amo perché ti fidi di me.

Ti amo perché ti affiderei la mia vita senza alcun dubbio o rimorso.

Ti amo perché detesti le interviste.

Ti amo perché i tuoi discorsi non hanno mai un filo logico, eppure io li capisco sempre.

Ti amo perché a volte scoppio a ridere senza preavviso, e nessuno capisce se non tu.

Ti amo perché a volte scoppio a piangere senza preavviso, e non c’è nessuno con me oltre te.

Per questo ti amo. E per miliardi di altri motivi.

Non riuscirò mai a elencarteli tutti, neppure se dovessi davvero vivere per l’eternità. Ti amo anche perché sono certo che sia così pure per te.
E’ il motivo per cui ti porgerò questa scatoletta. Il motivo per cui ti farò quella domanda.

Voglio avere un’eternità con te.

Robert

 

Alzi gli occhi pieni di lacrime verso di me, anche se non riesci a puntarli nei miei. So che hai capito, so che non sei ancora scoppiata ma lo farai presto. Vorrei asciugarti tutte le lacrime, una per una, ma ora è giusto che stiano dove sono. Perché so che vuoi godertele tutte, nessuna esclusa.

Mi sposto dietro di te e ti abbraccio con braccia e gambe. La tua schiena freme di singhiozzi contro il mio petto. Dalla tasca dei pantaloni, con mano tremante, tiro fuori la scatolina di velluto blu che stai aspettando. Te la posiziono davanti agli occhi e sento un singhiozzo più forte. Con la mia mano libera ti stringo a me con forza.

Contemporaneamente, schiaccio il pulsantino col pollice destro per aprire quella scatolina e avvicino la mia bocca al tuo orecchio

“Sposami”

E’ un sussurro rotto dalla mia voce emozionata. Ero così preso dalle tue lacrime che non mi ero accorto delle mie.

Sento il tuo respiro mozzarsi e il tuo cuore prendere il volo.

Fai due respiri profondi, prima di parlare. A me paiono lunghi giorni…

“Non è una domanda”

Tra le lacrime sorridi.

Solo tu avresti potuto rispondere così. E’ da aggiungere alla lunga lista dei motivi per cui ti amo.

“Una supplica, più che altro”

Ti volti verso di me di scatto e ti avventi sulle mie labbra.

Sento i tuoi singhiozzi e il tuo cuore battere veloce, sento le tue mani toccare i miei vestiti e la mia pelle con gesti spasmodici. La tua lingua è irruente nella mia bocca e io ti stringo a me con tutta la forza che ho in corpo.

“Sì.”

Non è un sussurro il tuo, ma quasi un urlo nel silenzio.

“Sì Robert, si, si, si”

Continui a baciarmi e a toccarmi e a muoverti su di me impaziente. E io non smetto di piangere. Mi sento l’uomo più felice del mondo.

“Sì!”

E’ ciò che urli anche nel momento in cui ti faccio mia.

  
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