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Autore: fri rapace    01/04/2010    15 recensioni
“Io sono Tonks, e credo che mi si potrebbe anche definire tua cugina, Draco…” aggrottò la fronte poco convinta, come se stesse ripassando mentalmente il proprio albero genealogico.
L'incontro tra Draco e la cugina Ninfadora sul treno per Hogwarts, avvenuto poco prima che l'Auror scopra Harry Pietrificato dal ragazzo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nimphadora Tonks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sporca cugina! Draco uscì ghignando dallo scompartimento del treno: il sangue di Potter gli aveva macchiato la suola delle sue costose scarpe, ma era un prezzo che era stato disposto a pagare per vendicarsi di quel piccolo verme.
Un lavoro pulito, giusto, facile: Potter inerme, Pietrificato da lui dopo che l’aveva scoperto origliare i suoi discorsi nascosto come un ratto sotto al suo Mantello dell’Invisibilità, i suoi piedi a calpestargli viso e dita.
“Puoi essere orgoglioso di me, padre!” pensò, gonfiando il petto. Era colpa dello sfregiato se suo padre aveva  fallito e ora era rinchiuso ad Azkaban, ed era stata una gioia vendicarlo facendo uso dei suoi dotti insegnamenti: attacca solo quando hai un considerevole vantaggio sull’avversario, colpisci alla spalle, accanisciti sui più deboli. Era così che si otteneva  il potere e la gloria che Draco tanto bramava.
Lasciava volentieri il coraggio e la nobiltà d’animo a quei fessi dei Grifondoro, lui non sapeva che farsene!
Perso nei propri pensieri, non aveva notato la donna che lo stava raggiungendo lungo il corridoio fin quando non la incrociò.
Aveva degli stopposi capelli grigi malgrado sembrasse ancora piuttosto giovane e un’aria patetica e depressa, mentre procedeva seguita dal lungo mantello che spazzava il pavimento.
Fece per scansarla, quando lei si fermò e osò rivolgergli la parola.
“Io ti conosco”, scandì con voce piatta.
“Ne dubito…” ribatté Draco sarcastico; quella non era certo il genere di persona che frequentavano i Malfoy.
“Ma sì… sei la copia esatta di tuo padre… tu sei…” la donna schioccò le dita, puntandogli poi l’indice al petto. “Draco!” esclamò, anche se non sembrava poi così interessata, la mente altrove.
Draco non commentò, voleva  solo scendere dal treno, aveva cose grandi e importanti a cui dedicarsi, non poteva certo stare lì a perdere tempo con quell’impicciona.
“Io sono Tonks e credo che mi si potrebbe anche definire tua cugina…” aggrottò la fronte poco convinta, come se stesse ripassando mentalmente il proprio albero genealogico.
Draco sussultò, prendendo a occhieggiare freneticamente oltre la spalla della giovane: doveva essere certo che Zabini, Tiger, Goyle e Pansy non fossero più nei paraggi, se avessero sentito, saputo… venne scosso da un brivido.
Ma non vi era alcuna traccia degli altri ragazzi, per lo meno, non di quelli che contavano davvero, perciò si concesse un sospiro di sollievo e tornò a posare lo sguardo su di lei.
Come comprese chi effettivamente fosse, notò subito un odore sgradevole appestare l’aria. Proveniva da lei, naturalmente: la figlia della sorella diseredata di sua madre, una sporca Mezzosangue.
Peggio… una sporca Mezzosangue imparentata con lui!
Cugini!
Draco si passò i palmi delle mani sulla divisa, avvertendo la sporcizia della donna addosso.
“Vorrei dirti che mi dispiace per tuo padre, ma temo che la mancanza di tatto che ho ereditato dai Black prevalga in questo caso sul mio spirito di buona Tassorosso. E visto che ho combattuto anche io contro lo zio al Ministero, sarebbe ipocrita fingere che mi sciolgo di lacrime all’idea di averlo sconfitto.”
“Tassorosso!” fu l’unica cosa del discorso di quella squinternata che Draco registrò. Ora sentiva lo sporco insinuarsi fin sotto la sua pelle.
“Perché ti gratti in quel modo? Hai un eritema?” chiese lei, inespressiva. “Una volta ho visto un gatto con la rogna e si dimenava proprio come te…”
“Non ho la rogna!” protestò il ragazzo, costernato. “Per chi mi hai preso? Non sono certo quello straccione pulcioso del professor Lupin, io!” sbottò, lo sconcerto nel vedere gli occhi di lei gonfiarsi di lacrime subito sostituito dal senso di trionfo per essere riuscito ad offenderla.
E Draco non sapeva neppure cosa di preciso l’avesse ferita, dato che non aveva  ancora pronunciato la parte migliore della frase, cosa a cui provvide subito: “Sono solo allergico alle sporche Mezzosangue”, ghignò.
Tonks si lasciò sfuggire un singhiozzo: Draco non immaginava che far piangere una persona adulta potesse essere così facile. Probabilmente era così facile solo per lui, d'altronde persino il Signore Oscuro aveva scorto le sue enormi potenzialità.
“Oh… lo hai chiamato professore anche se ormai sai quello che è… cioè… persino un piccolo razzista figlio di papà come te vede in lui un professore e non un lupo mannaro!”
“Cosa?” fece Draco, attonito.
Osservò Tonks estrarre dalla tasca del mantello un pezzo di pergamena sgualcito e una piuma spelacchiata.
“Potresti scrivergli,” propose, cacciandogli in mano gli squallidi oggetti.
“Cosa?” ripeté Draco. Era pazza! Pazza!
Fece un veloce riassunto di tutte le sue imperdonabili pecche: Mezzosangue, Tassorosso, pazza!
Ora persino le piante dei piedi gli davano prurito.
“Come cosa!” si spazientì lei, e un lampo d’ira le balenò negli occhi scuri, ricordando per un istante a Draco lo sguardo di zia Bellatrix. “Scrivi di Remus! Così glielo faccio leggere, la prossima volta che riesco a incontrarmi con lui per dargli il tormento. E' necessario che capisca che persona splendida è prima che gli succeda qualcosa di brutto, e se persino tu non puoi fare a meno di considerarlo ancora un insegnante...” la voce le si spezzò e non proseguì oltre.
“Perché insisti nel chiamarlo per nome? Cosa significa tutta questa confidenza?” mormorò Draco, più a se stesso che non a lei, mentre una sorta di panico misto a disgusto lo assaliva.
“E per te chiamarlo per nome sarebbe confidenza? Ti assicuro che siamo andati molto più in la' del chiamarci per nome, io e Remus...” osservò Tonks, tirando su con il naso.
Draco trattenne a stento un conato, mentre lasciava cadere a terra pergamena e piuma.
Doveva subito scappare da lì, prima che la Mezzosangue-Tassorosso-pazza-puttanadellupomannaro lo infettasse.
“Che hai, stai male?” sentì chiedergli.
“Certo che sì, razza di… di… di… pervertita!”
Lei sbuffò, per nulla offesa.
“Tu e Lupin!” ricapitolò il ragazzo, con un rantolo. “Per Merlino! Ma non andrai certo in giro a urlarlo ai quattro venti, vero?” domandò, trattenendo il respiro con spavento.
“Purtroppo no,” si rammaricò lei, restituendogli l’ossigeno. “E neanche tu, o non me lo sarei lasciata sfuggire davanti a te.”
Draco cercò di calmarsi, quell’onta sarebbe rimasta un segreto, solo un segreto da chiudere a chiave nella mente e di cui dimenticarsi. Se il Signore Oscuro l'avesse scoperto... rabbrividì per l'orrore.
“Certo che non lo dirò a nessuno. Che schifo. Ma non te ne vergogni? Come può nelle tue vene scorrere parte del mio stesso sangue?”
Tonks accennò a un sorriso amaro. “Vergognarmi di cosa? Del mio amore?” a Draco sembrò quasi dispiaciuta. “La puoi sentire, Draco?”
“Cosa?”
“La passione. Sai cos’è, la passione?” rispose lei, calmissima.
Si sentì in dovere di darle una lezione: “So cosa sono le cose davvero importanti: la gloria, il potere, e…”
Lesse pena, negli occhi della Mezzosangue. “Allora non sai neppure cosa significa essere vivo.”
Draco fece un verso di scherno, era così patetica!
“Non mi credi? Tu hai dei sottoposti, non degli amici veri, ne sono certa… e non capisci neppure che non è la stessa cosa. Mi spiace tanto per te, i tuoi genitori ti amano alla follia, ma non hanno saputo educarti affatto. Non sai che ti perdi…” concluse Tonks con l’aria di sapere tutto lei, mentre raccoglieva da terra le proprie cose.
“Mi perdo una vita di stenti, sprecata a condividere un pagliericcio con un subumano, beh, me ne farò una ragione!” la derise lui, sentendosi infinitamente superiore alla sua interlocutrice.
“No,” rispose Tonks, semplicemente. “Una vita sincera, forse non sempre felice, ma vera. L’amore, sai… quella roba da femmine… beh, non sai quanto è indispensabile finché non l’hai provato sulla tua pelle. E io te lo auguro, Draco.”
Scivolò via salutandolo con la mano, e lui scorse le lacrime che le bagnavano le guance, l'espressione sconsolata; gli stava forse augurando la sua stessa sofferenza?
Ricordò il legame di parentela che li legava e sentì la sporcizia insinuarsi fin dentro il midollo. Non poteva capire che l’unica sozzura che non era solo frutto della propria cecità, era quella che gli imbrattava il cuore di ragazzo viziato a cui era stato insegnato che la sola cosa importante era lui e null’altro.
L’unico amore che sapeva provare, quello per se stesso.








Altra ff che avevo in programma di scrivere da tempo, Tonks che incontra Draco prima di andare ad aiutare Harry, all'inizio del sesto libro (incontro che potrebbe anche essere avvenuto davvero ;-). Ho curato molto questo missing moment, con una Tonks preoccupata per Remus che è infiltrato nel branco di Greyback e quindi depressa e sottotono, e Draco orgoglioso del compito che Voldemort gli ha essegnato, sicuro già di avere un posto accanto a lui (atteggiamento che dopo i suoi ripetuti fallimenti nel corso del libro, cambierà decisamente). Ho riletto le parti che riguardavano i due personaggi nel sesto libro per renderli il più possibile IC, spero mi sia riuscito.


Grazie mille a chi ha commentato le mie
altre due one-shot su Remus, e la long... davvero... sono commossa! Grazie ^^
Fri
   
 
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