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Autore: Clovely    01/04/2010    6 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Light and Darkness

Capitolo 4:

Damon venne quella sera. Elena era appena salita nella sua stanza, dopo cena, fingendosi stanca, e lo aveva visto li, seduto pigramente su un ramo dell’albero di fronte alla sua finestra, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Si era avvicinata alla finestra aperta. «Bè, non vuoi entrare?»

Lui le aveva rivolto un sorrisetto sghembo e con un unico ed aggraziato balzo, era atterrato al suo fianco.

«Sei triste, Elena.»

Non era una domanda, era un dato di fatto. La ragazza non rispose. Damon le si avvicinò, sfiorandole la guancia con il pollice e cercando di incrociare il suo sguardo, ma Elena lo evitò. Sentiva gli occhi lucidi, e si sentiva strana, davvero.

Era distrutta per aver litigato con Bonnie, me era così felice che Damon fosse li al suo fianco.

«Vedi, per me litigare con una mia amica è come litigare con me stessa.»

Disse la ragazza sospirando e chiudendo gli occhi. Le calde e robuste braccia di Damon la avvolsero.

«Non devi essere triste principessa.» Le sussurrò lui all’orecchio. «Sai cosa possiamo fare, per levare quell’espressione dal tuo dolce viso?»

«Cosa?» Elena si voltò tra le sue braccia, aprendo gli occhi e trovandosi tanto vicina a quelli di lui che ne rimase intrappolata.

«Domani posso portarti fuori. Possiamo divertirci. Possiamo andare dove vuoi, e fare quello che vuoi. E poi se ne avrai voglia, potrai andare a parlare con le tue amiche.»

Elena ci pensò. Le sarebbe piaciuto davvero uscire con lui. Già se lo immaginava. Lei, la bellissima ragazza umana, di fianco a lui, lo stupendo ragazzo vampiro.

«Sarebbe…. Bellissimo.»

«Dove vorresti andare, principessa? Dimmelo, ti porterò ovunque tu vorrai.»

Gli occhi di Damon erano così sinceri e profondi e pieni di… qualcosa. Qualcosa che Elena classificò come desiderio. Era sicura che se gli avesse chiesto di portarla dall’altra parte del mondo, l’avrebbe fatto.

“Oddio, come fanno a odiarlo?!” Si chiese nella mente pensando a Bonnie e Meredith. Ma loro non lo conoscevano come lei, non potevano capire.

Elena sciolse l’abbraccio e si mise a passeggiare per la stanza, pensando.

«Hmmm… bè, domani inizia la fiera di Fells Church. Potremmo fare un giro li. Non ho voglia di andare lontano.»

La ragazza si era voltata ad osservare il viso assorto di Damon, che probabilmente stava già programmando una fuga per andare chissà dove.

«Sul serio? Vuoi restare qui?» Inarcò un sopracciglio.

Elena sorrise e annuì.

«E va bene principessa. Questa volta resteremo qui. Ma la prossima volta deciderò io

«Va bene!»

Elena si ricordò di essere andata a letto felice quella sera.

 

Ora era davanti allo specchio e osservava la sua immagine riflessa. Prese la spazzola e si diete un ultimo ritocco ai lunghi e lisci capelli biondi e luminosi, che le ricadevano come onde sulle spalle.

Stava aspettando che arrivasse Damon. Questa sera, si sarebbe comportato da umano. Avrebbe suonato il campanello e avrebbe parlato con zia Judith. Niente entrate dalla finestra, quindi.

La ragazza si sedette sul bordo del letto, pensando.

Non riusciva a capacitarsi di quanto fosse cambiato Damon. Quando era arrivato in città, Elena lo odiava. Odiava la sua arroganza, il suo modo di apparire, la sua aria di superiorità e l’attrazione che provava verso di lui.

Si ricordava di quando era apparso nella palestra, e aveva cercato di baciarla. Si ricordava delle volta in cui si era intrufolato in casa di Bonnie, e di tutte quelle volte  che l’aveva “minacciata”, che aveva detto che sarebbe diventata sua.

Alla fine era stata lei ad adattarsi al suo gioco. E non se ne pentiva.

 Aveva scoperto che Damon non la desiderava come un oggetto, ma la desiderava, come un suo pari. La trattava con una sorta di rispetto e riverenza, e in modo protettivo. Nessuno però pareva vedere questo suo lato, tranne Elena.

Aveva anche mantenuto le promesse che aveva stretto con lei.

Ma Elena sapeva che non sarebbe durato per sempre. Tutto aveva un prezzo.

E per quanto lui la trattasse come un suo pari, lei non lo era. Per il momento. Tutto quello che Damon voleva fare era renderla la sua “Principessa delle Tenebre”. La ragazza non sapeva ancora cosa sarebbe successo, ma cercava di non pensarci, di convincersi che c’era tempo. Tempo…

Sentì il campanello suonare di sotto. La porta si aprì, e si richiuse un istante dopo con un debole tonfo. Dopo si sentì un brusio al piano di sotto.

Elena si alzò e si diede un’ ultima occhiata. Era bellissima, come sempre. Sospirò, guardando i suoi jeans e la semplice maglietta, le scarpe da ginnastica e i capelli lasciati sciolti. Afferrò una giacca leggera e la borsetta, e dopo essersi data un ultimo sguardo, scese in fretta le scale, per arrivare in salotto, da dove provenivano le voci.

Sorrise nel vedere la scenetta che si trovò davanti. Damon gesticolava e parlava animatamente con zia Judith con un espressione assolutamente rilassata. La zia ascoltava sorridendo, mentre lui raccontava un chissà quale aneddoto che solo lui poteva conoscere. Addirittura Margaret, la piccola e timida Margaret, lo guardava con un certo fascino, o almeno così sembrò ad Elena, guardando il viso assorto della sorellina di quattro anni.

Damon terminò la sua storiella e si girà verso Elena, con lo stesso sorriso compiaciuto.

«Ciao Elena.»

Lei gli fece un cenno, sfoderando uno dei suoi sorrisi. La zia le si fece incontro.

«Va bene Elena, allora andate pure, e divertitevi ragazzi!»

Aggiunse guardando Damon che si avvicinava ad Elena e la scortava alla porta.

La zia la bombardò con raccomandazioni last minute e poi aggiunse, guardando Damon: «E non tornate a casa tardi!»

Lui era già fuori dalla porta, ma strinse ugualmente la mano di zia Judith.

«E’ stato un piacere conoscerla. E, certo, la riporterò a casa presto.»

Elena schioccò un veloce bacio alla zia, e spettinò i capelli biondi delle sorellina, dandole un frettoloso buffetto.

«A dopo!»

Si affrettò a seguire Damon. Lanciò uno sguardo alla sua ferrari nera, parcheggiata poco più avanti, ma quella sera sarebbero andati a piedi.

Quando furono a debita distanza dalla casa, dove zia Judith probabilmente era in postazione dietro alla finestra, Elena prese la mano di Damon, e lo guardò sorridendo allegra.

«Vedo che stai già meglio principessa.»

«Quando sono con te sto sempre bene.»

Camminarono ancora un poco, e iniziarono già ad apparire le prime bancarelle.

Dopo poco le strade iniziarono ad essere più affollate, e il vociare delle persone molto più udibile.

«E’ animata, questa cittadina.» Osservò Damon.

«Già, e…»

Elena si fermò. Poco più avanti aveva visto una massa di rossi riccioli, impossibile non riconoscere Bonnie, anche da quella distanza. Damon seguì il suo sguardo, finchè non vide entrambe le ragazze, che stavano comprando qualcosa da una bancarella di collane artigianali.

«Hmm… ho sete. Entriamo?» Disse indicando il locale più frequentato di Fells Church.

Damon ridacchiò. «Come vuoi!»

Si sedettero ad un tavolino da due, e subito un barista arrivò a prendere le ordinazioni. Per tutto il tempo, notò la ragazza, il barista l’aveva fissata con uno sguardo abbastanza imbarazzante. Era abituata ad essere fissata, ma non in quel modo, non da uno sconosciuto. Ordinò in fretta, aspettando che il ragazzo se ne andasse. Per fortuna Damon non aveva notato nulla,o avrebbe potuto arrabbiarsi, ma era troppo concentrato su di lei.

«Ti avevo detto che era meglio andare a qualche altra parte.»

Disse lui, sfoderando uno dei suoi maliziosi sorrisetti.

Elena sbuffò, guardandolo accigliata. I drink arrivarono e finirono quasi con la stessa velocità.

«Allora, vogliamo uscire ed affrontare questo dispiacevole inconveniente, oppure hai intenzione di passare tutta la serata in questo squallido locale?»

Damon aveva ragione, doveva parlare con le sue amiche, non poteva andare avanti così.

«E va bene, concedimi un secondo, devo andare alla toilette.»

Il ragazzo annuì e lei si alzò. Il bagno era squallido, più del resto del locale, ma fortunatamente era vuoto. Si fissò davanti alla specchio e si sciacquò le mai, fissandosi.

“Coraggio Elena, cosa vuoi che sia? Se sono davvero tu amiche capiranno. Ti appoggeranno. Altrimenti…”  Non riuscì a finire la frase. Altrimenti cosa?

Prese un lungo e profondo respiro, sbatté le palpebre un paio di volte e cercò di sorridere. “Ok. Ci riuscirò. Solo le mie migliori amiche. Se non riesco a parlare con loro, con chi?”

Decise che si sentiva pronta, allora si avviò verso la porta della toilette, a sguardo basso, pensando a cosa avrebbe potuto dire, e non si accorse che c’era qualcuno davanti a lei, e ci andò a sbattere violentemente. Arretrò di un passo.

«Mi scusi, io…»

Alzò lo sguardo e rimase basita.

«Nessun problema.» Il barista che prima l’aveva guardata con uno sguardo al limite della discrezione, ora le stava davanti, vicinissimo. E il suo sguardo sembrava… bè, per Elena era indescrivibile. Ancora peggio di prima. Deglutì cercando di calmarsi.

«Bene, allora.»

Solo in quel momento si accorse che le mani del ragazzo erano sui suoi avambracci, e la tenevano, non con forza, ma lei non riuscì a divincolarsi. Iniziò a sentirsi inquieta. “Damon, Damon, Damon!” Riusciva a pensare solo al suo nome mentre il viso di quell’uomo sembrava farsi più vicino. Il suo viso sembrava sorridere assieme alle sue labbra, un espressione di trionfo, di attesa di insaziabile… Elena non riusciva a capirlo.

«Hey!»

Il ragazzo si fermò e solo per un istante a Elena sembrò di vedere una strana luce in quegli occhi castani.

«Elena?»

«Matt!» La ragazza si divincolò dalla presa del barista, e indietreggiò.

Il ragazzo si ricompose, e lanciò uno sguardo di quelli che potevano uccidere, poi rivolse un sorriso insolente ad Elena.

«Con permesso.» Entrò nel magazzino. Elena sospirò di sollievo e guardò Matt piena di gratitudine.

Matt invece sembrava sconvolto.

«Quello… quello stava… stava cercando di…»

«Ti prego Matt, lasciamo stare. Ti ringrazio comunque.»

«Ok, lasciamo stare. Come… come stai?»

«Bene, grazie.» Nonostante fosse passato del tempo da quando lei e Matt si erano lasciati, c’era ancora imbarazzo tra loro.

«Bè io ora… dovrei andare.»

Il suo sguardo si spostò inconsapevolmente nella direzione di Damon, che si era alzato, e fissava infastidito la schiena di Matt. Il ragazzo seguì lo sguardo di Elena e vide Damon.

«Oh…» Sembrò deluso. Elena cercò di correggere il suo errore.

«Devo andare a parlare con Meredith e Bonnie. Ci vediamo Matt!»

E con questo si allontanò senza aspettare alcuna risposta. Fece cenno a Damon di seguirla, mentre usciva dal locale.

«E’ tutto a posto?» Chiese Damon studiando la sua espressione. «Se quel Mutt ti ha fatto qualcosa lo sistemo io.»

«Matt? No che non ha fatto nulla!»

Esclamò lei. Si sentiva ancora scossa per quello che era successo al locale. Non sarebbe riuscita a parlare con le sue amiche quella sera. E peggio ancora era la consapevolezza che Damon sapeva che qualcosa non andava, e pensava che la colpa fosse di Matt. Si sentiva la testa esplodere, e anche se sapeva che avrebbe dovuto parlare a Damon di quel ragazzo sconosciuto, preferì evitare. Non aveva mai visto un Damon davvero geloso.

«Possiamo tornare a casa?»

Il ragazzo la fissò ancora qualche istante, poi annuì.

Camminarono in silenziò finchè lui non si fermò e la prese per le spalle.

«Elena, sappi che non riuscirai a tenermi allo scuro… da qualsiasi cosa tu stia cercando di nascondermi.»

Fece una buffa espressione confusa e proseguì. «In qualche modo lo verrò a sapere. E…» La lasciò andare e la sospinse a proseguire. «Se questo Gnat centra qualcosa…»

«Si chiama Matt! E Damon, ti ho già detto che non c’entra niente. Te lo dirò domani, ok?»

Damon sospirò scocciato ma si arrese.

«Ma sono felice che ti preoccupi per me.»

Disse lei, addolcendo il tono e stringendosi a lui. Il ragazzo sorrise, incantato dalle parole della dolce creatura che teneva tra le braccia. In quel momento non si sentiva un vampiro vecchio di secoli, ma solo… Damon, un ragazzo che stringeva tra le braccia l’unica persona che contasse davvero per lui. E nulla avrebbe mai potuto cambiare questo fatto.

Con delicatezza alzò il volto di Elena, e con altrettanta delicatezza, posò sulle sue labbra un dolce bacio.

 

 

 

 

 

Salva ragazze! Chiedo scusa se ci ho messo un’infinità a postare il capitolo!

Ma se sono stressata per la scuola… non riesco proprio a concentrarmi per scrivere!! Oh, sante vacanze!!! xD

Allora, spero sia stato di vostro gradimento il capitolo!! E’ venuto un po lunghino però… spero di non avervi annoiate!!!

Vorrei ringraziare tutte quelle ragazza che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite o le seguite!! Grazie davvero, mi rendete davvero felice!!!

E grazia anche a KeLsey e Deliah_ che hanno recensito! Grazie davvero ragazze, sono felice che vi piaccia la mia storia!!!

Vi prego, recensite in tante!! Sono accettati anche commenti negativi, purché siano costruttivi, sono ben accetti anche i consigli!!! xD

Vi ringrazio ancora per l’attenzione, al prossimo capitolo!!!

   
 
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