Light
and
Darkness
Capitolo
4:
Damon
venne
quella sera. Elena era appena salita nella sua stanza, dopo cena,
fingendosi
stanca, e lo aveva visto li, seduto pigramente su un ramo
dell’albero di fronte
alla sua finestra, come se fosse la cosa più naturale del
mondo.
Si
era
avvicinata alla finestra aperta. «Bè, non vuoi
entrare?»
Lui
le aveva
rivolto un sorrisetto sghembo e con un unico ed aggraziato balzo, era
atterrato
al suo fianco.
«Sei
triste,
Elena.»
Non
era una
domanda, era un dato di fatto. La ragazza non rispose. Damon le si
avvicinò,
sfiorandole la guancia con il pollice e cercando di incrociare il suo
sguardo,
ma Elena lo evitò. Sentiva gli occhi lucidi, e si sentiva
strana, davvero.
Era
distrutta per aver litigato con Bonnie, me era così
felice che Damon fosse li al suo fianco.
«Vedi,
per
me litigare con una mia amica è come litigare con me
stessa.»
Disse
la
ragazza sospirando e chiudendo gli occhi. Le calde e robuste braccia di
Damon
la avvolsero.
«Non
devi
essere triste principessa.» Le sussurrò lui
all’orecchio. «Sai cosa possiamo
fare, per levare quell’espressione dal tuo dolce
viso?»
«Cosa?»
Elena si voltò tra le sue braccia, aprendo gli occhi e
trovandosi tanto vicina
a quelli di lui che ne rimase intrappolata.
«Domani
posso portarti fuori. Possiamo divertirci. Possiamo andare dove vuoi, e
fare
quello che vuoi. E poi se ne avrai voglia, potrai andare a parlare con
le tue
amiche.»
Elena
ci
pensò. Le sarebbe piaciuto davvero uscire con lui.
Già se lo immaginava. Lei,
la bellissima ragazza umana, di fianco a lui, lo stupendo ragazzo
vampiro.
«Sarebbe….
Bellissimo.»
«Dove
vorresti andare, principessa? Dimmelo, ti porterò ovunque tu
vorrai.»
Gli
occhi di
Damon erano così sinceri e profondi e pieni di… qualcosa. Qualcosa che Elena
classificò come desiderio. Era sicura
che se gli avesse chiesto di portarla dall’altra parte del
mondo, l’avrebbe
fatto.
“Oddio,
come
fanno a odiarlo?!” Si chiese nella mente pensando a Bonnie e
Meredith. Ma loro
non lo conoscevano come lei, non potevano capire.
Elena
sciolse l’abbraccio e si mise a passeggiare per la stanza,
pensando.
«Hmmm…
bè,
domani inizia la fiera di Fells Church. Potremmo fare un giro li. Non
ho voglia
di andare lontano.»
La
ragazza
si era voltata ad osservare il viso assorto di Damon, che probabilmente
stava
già programmando una fuga per andare chissà dove.
«Sul
serio?
Vuoi restare qui?» Inarcò un sopracciglio.
Elena
sorrise e annuì.
«E
va bene
principessa. Questa volta resteremo qui. Ma la prossima volta
deciderò io.»
«Va
bene!»
Elena
si
ricordò di essere andata a letto felice quella sera.
Ora
era
davanti allo specchio e osservava la sua immagine riflessa. Prese la
spazzola e
si diete un ultimo ritocco ai lunghi e lisci capelli biondi e luminosi,
che le
ricadevano come onde sulle spalle.
Stava
aspettando che arrivasse Damon. Questa sera, si sarebbe comportato da
umano.
Avrebbe suonato il campanello e avrebbe parlato con zia Judith. Niente
entrate
dalla finestra, quindi.
La
ragazza
si sedette sul bordo del letto, pensando.
Non
riusciva
a capacitarsi di quanto fosse cambiato Damon. Quando era arrivato in
città,
Elena lo odiava. Odiava la sua arroganza, il suo modo di apparire, la
sua aria
di superiorità e l’attrazione che provava verso di
lui.
Si
ricordava
di quando era apparso nella palestra, e aveva cercato di baciarla. Si
ricordava
delle volta in cui si era intrufolato in casa di Bonnie, e di tutte
quelle
volte che
l’aveva “minacciata”, che
aveva detto che sarebbe diventata sua.
Alla
fine
era stata lei ad adattarsi al suo gioco. E non se ne pentiva.
Aveva scoperto che Damon non
la desiderava
come un oggetto, ma la desiderava, come un suo pari. La trattava con
una sorta
di rispetto e riverenza, e in modo protettivo. Nessuno però
pareva vedere
questo suo lato, tranne Elena.
Aveva
anche
mantenuto le promesse che aveva stretto con lei.
Ma
Elena
sapeva che non sarebbe durato per sempre. Tutto aveva un prezzo.
E
per quanto
lui la trattasse come un suo pari, lei non lo era. Per il momento.
Tutto quello
che Damon voleva fare era renderla la sua “Principessa delle
Tenebre”. La
ragazza non sapeva ancora cosa sarebbe successo, ma cercava di non
pensarci, di
convincersi che c’era tempo. Tempo…
Sentì
il
campanello suonare di sotto. La porta si aprì, e si richiuse
un istante dopo
con un debole tonfo. Dopo si sentì un brusio al piano di
sotto.
Elena
si
alzò e si diede un’ ultima occhiata. Era
bellissima, come sempre. Sospirò,
guardando i suoi jeans e la semplice maglietta, le scarpe da ginnastica
e i
capelli lasciati sciolti. Afferrò una giacca leggera e la
borsetta, e dopo
essersi data un ultimo sguardo, scese in fretta le scale, per arrivare
in
salotto, da dove provenivano le voci.
Sorrise
nel
vedere la scenetta che si trovò davanti. Damon gesticolava e
parlava
animatamente con zia Judith con un espressione assolutamente rilassata.
La zia
ascoltava sorridendo, mentre lui raccontava un chissà quale
aneddoto che solo
lui poteva conoscere. Addirittura Margaret, la piccola e timida
Margaret, lo
guardava con un certo fascino, o almeno così
sembrò ad Elena, guardando il viso
assorto della sorellina di quattro anni.
Damon
terminò la sua storiella e si girà verso Elena,
con lo stesso sorriso
compiaciuto.
«Ciao
Elena.»
Lei
gli fece
un cenno, sfoderando uno dei suoi sorrisi. La zia le si fece incontro.
«Va
bene
Elena, allora andate pure, e divertitevi ragazzi!»
Aggiunse
guardando Damon che si avvicinava ad Elena e la scortava alla porta.
La
zia la
bombardò con raccomandazioni last minute e poi aggiunse,
guardando Damon: «E
non tornate a casa tardi!»
Lui
era già
fuori dalla porta, ma strinse ugualmente la mano di zia Judith.
«E’
stato un
piacere conoscerla. E, certo, la riporterò a casa
presto.»
Elena
schioccò un veloce bacio alla zia, e spettinò i
capelli biondi delle sorellina,
dandole un frettoloso buffetto.
«A
dopo!»
Si
affrettò
a seguire Damon. Lanciò uno sguardo alla sua ferrari nera,
parcheggiata poco
più avanti, ma quella sera sarebbero andati a piedi.
Quando
furono a debita distanza dalla casa, dove zia Judith probabilmente era
in
postazione dietro alla finestra, Elena prese la mano di Damon, e lo
guardò
sorridendo allegra.
«Vedo
che
stai già meglio principessa.»
«Quando
sono
con te sto sempre bene.»
Camminarono
ancora un poco, e iniziarono già ad apparire le prime
bancarelle.
Dopo
poco le
strade iniziarono ad essere più affollate, e il vociare
delle persone molto più
udibile.
«E’
animata,
questa cittadina.» Osservò Damon.
«Già,
e…»
Elena
si
fermò. Poco più avanti aveva visto una massa di
rossi riccioli, impossibile non
riconoscere Bonnie, anche da quella distanza. Damon seguì il
suo sguardo,
finchè non vide entrambe le ragazze, che stavano comprando
qualcosa da una
bancarella di collane artigianali.
«Hmm…
ho
sete. Entriamo?» Disse indicando il locale più
frequentato di Fells Church.
Damon
ridacchiò. «Come vuoi!»
Si
sedettero
ad un tavolino da due, e subito un barista arrivò a prendere
le ordinazioni.
Per tutto il tempo, notò la ragazza, il barista
l’aveva fissata con uno sguardo
abbastanza imbarazzante. Era abituata ad essere fissata, ma non in quel
modo,
non da uno sconosciuto. Ordinò in fretta, aspettando che il
ragazzo se ne
andasse. Per fortuna Damon non aveva notato nulla,o avrebbe potuto
arrabbiarsi,
ma era troppo concentrato su di lei.
«Ti
avevo
detto che era meglio andare a qualche altra parte.»
Disse
lui,
sfoderando uno dei suoi maliziosi sorrisetti.
Elena
sbuffò, guardandolo accigliata. I drink arrivarono e
finirono quasi con la
stessa velocità.
«Allora,
vogliamo uscire ed affrontare questo dispiacevole inconveniente, oppure
hai
intenzione di passare tutta la serata in questo squallido
locale?»
Damon
aveva
ragione, doveva parlare con le sue amiche, non poteva andare avanti
così.
«E
va bene,
concedimi un secondo, devo andare alla toilette.»
Il
ragazzo
annuì e lei si alzò. Il bagno era squallido,
più del resto del locale, ma
fortunatamente era vuoto. Si fissò davanti alla specchio e
si sciacquò le mai,
fissandosi.
“Coraggio
Elena, cosa vuoi che sia? Se sono davvero tu amiche capiranno. Ti
appoggeranno.
Altrimenti…”
Non riuscì a finire la
frase. Altrimenti cosa?
Prese
un
lungo e profondo respiro, sbatté le palpebre un paio di
volte e cercò di
sorridere. “Ok. Ci riuscirò. Solo le mie migliori
amiche. Se non riesco a
parlare con loro, con chi?”
Decise
che
si sentiva pronta, allora si avviò verso la porta della
toilette, a sguardo
basso, pensando a cosa avrebbe potuto dire, e non si accorse che
c’era qualcuno
davanti a lei, e ci andò a sbattere violentemente.
Arretrò di un passo.
«Mi
scusi,
io…»
Alzò
lo
sguardo e rimase basita.
«Nessun
problema.» Il barista che prima l’aveva guardata
con uno sguardo al limite
della discrezione, ora le stava davanti, vicinissimo. E il suo sguardo
sembrava… bè, per Elena era indescrivibile.
Ancora peggio di prima. Deglutì
cercando di calmarsi.
«Bene,
allora.»
Solo
in quel
momento si accorse che le mani del ragazzo erano sui suoi avambracci, e
la
tenevano, non con forza, ma lei non riuscì a divincolarsi.
Iniziò a sentirsi
inquieta. “Damon, Damon, Damon!” Riusciva a pensare
solo al suo nome mentre il
viso di quell’uomo sembrava farsi più vicino. Il
suo viso sembrava sorridere
assieme alle sue labbra, un espressione di trionfo, di attesa di
insaziabile…
Elena non riusciva a capirlo.
«Hey!»
Il
ragazzo
si fermò e solo per un istante a Elena sembrò di
vedere una strana luce in
quegli occhi castani.
«Elena?»
«Matt!»
La
ragazza si divincolò dalla presa del barista, e
indietreggiò.
Il
ragazzo
si ricompose, e lanciò uno sguardo di quelli che potevano
uccidere, poi rivolse
un sorriso insolente ad Elena.
«Con
permesso.» Entrò nel magazzino. Elena
sospirò di sollievo e guardò Matt piena
di gratitudine.
Matt
invece
sembrava sconvolto.
«Quello…
quello stava… stava cercando di…»
«Ti
prego
Matt, lasciamo stare. Ti ringrazio comunque.»
«Ok,
lasciamo stare. Come… come stai?»
«Bene,
grazie.» Nonostante fosse passato del tempo da quando lei e
Matt si erano
lasciati, c’era ancora imbarazzo tra loro.
«Bè
io ora…
dovrei andare.»
Il
suo
sguardo si spostò inconsapevolmente nella direzione di
Damon, che si era
alzato, e fissava infastidito la schiena di Matt. Il ragazzo
seguì lo sguardo
di Elena e vide Damon.
«Oh…»
Sembrò
deluso. Elena cercò di correggere il suo errore.
«Devo
andare
a parlare con Meredith e Bonnie. Ci vediamo Matt!»
E
con questo
si allontanò senza aspettare alcuna risposta. Fece cenno a
Damon di seguirla,
mentre usciva dal locale.
«E’
tutto a
posto?» Chiese Damon studiando la sua espressione.
«Se quel Mutt ti ha fatto
qualcosa lo sistemo io.»
«Matt?
No
che non ha fatto nulla!»
Esclamò
lei.
Si sentiva ancora scossa per quello che era successo al locale. Non
sarebbe
riuscita a parlare con le sue amiche quella sera. E peggio ancora era
la
consapevolezza che Damon sapeva che qualcosa non andava, e pensava che
la colpa
fosse di Matt. Si sentiva la testa esplodere, e anche se sapeva che
avrebbe
dovuto parlare a Damon di quel ragazzo sconosciuto, preferì
evitare. Non aveva
mai visto un Damon davvero geloso.
«Possiamo
tornare a casa?»
Il
ragazzo
la fissò ancora qualche istante, poi annuì.
Camminarono
in silenziò finchè lui non si fermò e
la prese per le spalle.
«Elena,
sappi che non riuscirai a tenermi allo scuro… da qualsiasi
cosa tu stia
cercando di nascondermi.»
Fece
una
buffa espressione confusa e proseguì. «In qualche
modo lo verrò a sapere. E…»
La lasciò andare e la sospinse a proseguire. «Se
questo Gnat centra qualcosa…»
«Si
chiama
Matt! E Damon, ti ho già detto che non c’entra
niente. Te lo dirò domani, ok?»
Damon
sospirò scocciato ma si arrese.
«Ma
sono
felice che ti preoccupi per me.»
Disse
lei,
addolcendo il tono e stringendosi a lui. Il ragazzo sorrise, incantato
dalle
parole della dolce creatura che teneva tra le braccia. In quel momento
non si
sentiva un vampiro vecchio di secoli, ma solo… Damon, un
ragazzo che stringeva
tra le braccia l’unica persona che contasse davvero per lui.
E nulla avrebbe
mai potuto cambiare questo fatto.
Con
delicatezza alzò il volto di Elena, e con altrettanta
delicatezza, posò sulle
sue labbra un dolce bacio.
Salva
ragazze! Chiedo scusa se ci ho messo un’infinità a
postare il capitolo!
Ma
se sono
stressata per la scuola… non riesco proprio a concentrarmi
per scrivere!! Oh,
sante vacanze!!! xD
Allora,
spero sia stato di vostro gradimento il capitolo!! E’ venuto
un po lunghino
però… spero di non avervi annoiate!!!
Vorrei
ringraziare tutte quelle ragazza che hanno aggiunto la mia storia tra
le
preferite o le seguite!! Grazie davvero, mi rendete davvero felice!!!
E
grazia
anche a KeLsey e Deliah_ che hanno recensito! Grazie davvero ragazze,
sono
felice che vi piaccia la mia storia!!!
Vi
prego,
recensite in tante!! Sono accettati anche commenti negativi,
purché siano
costruttivi, sono ben accetti anche i consigli!!! xD
Vi
ringrazio
ancora per l’attenzione, al prossimo capitolo!!!