Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Elos    01/04/2010    4 recensioni
[...]Corre verso nord e gli sembra di riconoscere anche i sassi: qui c'è la strada dove Kakashi portava lui, Sakura e Sasuke ad esercitarsi, non troppo lontano c'è ancora un buco, nella foresta, che si è aperto durante lo scontro con Gaara - dev'esserci anche il segno della spada del rospo, da qualche parte, come un foro senza spiegazioni nel terreno morbido - questa è la radura dove Shikamaru e Choji hanno aperto la barriera di Jirobo, qui hanno lasciato indietro Neji e qui si sono separati da Kiba. Corre nell'erba alta e c'è ancora Lee, accanto a lui, che gli dice di andare avanti.
Perché avanti c'è Sasuke.

Partecipante al concorso Iliade - Le conseguenze di una guerra indetto da Mayumi_san.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia scritta per l'Iliade - Le conseguenze di una guerra [Multifandom & Original Contest] indetto da Mayumi_san, dove si è classificata quarta. Sono molto contenta di aver partecipato, contenta della votazione, del risultato, della scelta del premio speciale... Insomma, di tutto. *_*

Ne approfitto per ringraziare ancora l'ideatrice del concorso e le altre partecipanti per avermi permesso di leggere le loro storie. Metto qui i link alle già pubblicate su EFP, sperando che presto lo siano tutte:
E nell'aria c'era odore di cenere di signorino (prima Saeko no Danna - Kuroshitsuji)
Nikopol, City of Victory di Rota (prima meg89 - Tengen Toppa Gurren Lagann)
Under the same sky di hachi92 (Naruto)
Prima o poi avverrà di meli_mao (Full Metal Panic)

Per altre note, il banner per la posizione e quello del premio speciale (grazie, Mayumi_san!) rimando a fondo pagina.
Buona lettura!





Questione di tempo



Io li salvai, tutti, con il mio coraggio e la mia follia.
(A.Baricco, Omero, Iliade, Universale Economica Feltrinelli, Milano 2004, pg.88)




Hai mai pensato che sarebbe andata così?
Perché io no, sai, io non l'ho pensato mai.

Le avevo detto che ti avrei riportato da lei.


- - -


La finestra della sua camera - che poi, la sua camera, camera è una parola grossa, è più uno sgabuzzino - si affaccia da un palazzo alto su una stradina stretta. La luce del sole arriva al mattino in un ritaglio che rischiara i tetti delle case senza infilarsi in basso, tra i vicoli e i negozi, e in questo modo la montagna delle teste sembra una vampa di terra rossa accesa a splendere sopra tutta Konoha.
La porta dell'appartamento ha uno stipite fissato con lo stucco. Una tenda alle finestra è tenuta su da tanto scotch e un paio di puntine, il frigo deve essersi rotto in un qualche momento imprecisato dei suoi tre anni trascorsi lontani da lì e certe notti si ferma di botto con uno scossone sordo che lo fa svegliare di soprassalto. Il lavandino del bagno sgocciola. I termosifoni funzionano un giorno sì ed uno no, e la casa è fredda d'inverno e calda d'estate.
Naruto ha adottato la tecnica di pulizia dell'occhio non vede cuore non duole: accumula la polvere sotto al divano, dietro ai mobili, fuori dalle porte, spingendola qua e là in grumi la consistenza dei quali aumenta di mese in mese. L'ultima volta che si è ricordato di pulire gli scaffali più alti della credenza prendeva ancora lezioni dal maestro Iruka. C'è quella che ha tutta l'apparenza di una tana di topo annidata sul retro dei fornelli del gas.
E' un appartamento vecchio e rovinato, umido e dalle pareti scrostate. Conserva il ricordo di tutte le notti che ci ha passato da solo, di tutte le mattine nelle quali apriva gli occhi, si svegliava, e non c'era nessuno da chiamare tra le stanze.
Però sul frigorifero c'è appiccicata la foto della squadra del maestro Kakashi - l'ha appesa lì appena tornato dal viaggio con Jiraiya, per averla sempre davanti agli occhi - e in un cassetto conserva un campanello che con il tempo si è ossidato e scurito senza arrugginirsi. Anche quello gli ricorda Kakashi: e gli ricorda Sakura e Sasuke e pranzare imboccato dalle bacchette dell'uno e dell'altra, che era un po' come mangiare per la prima volta.
Ci sono altri ricordi appesi o nascosti un po' dappertutto, ma quei due sono quelli che preferisce. Sono loro tre, loro in tre.
Non c'è niente che abbia lo stesso valore.

Quando bussano alla porta non si prende neanche la premura di alzarsi per andare ad aprire:
- Avanti! -
Non ha comunque bisogno di alzare la testa per vedere Sakura stagliarsi sulla soglia: è prima nella sua testa e poi nei suoi occhi, con la sua gonna corta e le gambe lunghe e il corpo un po' acerbo e un po' da donna ancora incerto nei suoi sedici anni, e i capelli rosa da pesche e da fiore.
Gli piace un sacco, Sakura, gli è sempre piaciuta. Gli piaceva già quand'erano bambini e lei si nascondeva dietro una frangia troppo lunga. Gli piaceva anche sapendo che per Sakura c'era prima Sasuke e poi tutti gli altri, gli piaceva non malgrado questo ma forse anche per questo. E' una cosa strana.
Continua ad allacciarsi i sandali, tirando su il capo solo per sorriderle:
- Yo, Sakura. -
La ragazza non sorride per nulla. Ha una faccia di quelle che dicono precisamente che il proprietario è da un po' che non ha molto per cui essere contento, davvero.
- Naruto... -
Lui si mette in piedi, rassettandosi i vestiti e gettando un'occhiata imbarazzata al letto disfatto. Si gratta la testa, chinandosi per cercare di tirar su le coperte:
- Scusa per... uh, scusa per il disordine, eh? Avrei dovuto pulire, stamattina. -
- Stai andando? -
Naruto, piegato sul letto, continua a darle le spalle mentre annuisce:
- Mgià. -
Non si gira fino a quando non sente la porta di casa cigolare sui cardini e poi chiudersi: e quando si volta, a quel punto, il viso di Sakura di fronte a lui è una smorfia contratta di qualcosa di molto simile al panico.
- Non devi farlo, Naruto. -
Il ragazzo le sorride, solo, e così Sakura fa un passo avanti e insiste ancora:
- Non devi farlo. Io non voglio che tu lo faccia. -
Sarebbe bello dirle di sì. Dirle tutto quel che vuoi tu, Sakura, perché lui lo pensa, che ne varrebbe la pena di fare qualunque cosa lei voglia, sempre, solo per vederla sorridere.
Invece sorride ancora e piega la testa da una parte, intrecciando le mani dietro la nuca:
- Non c'è da preoccuparsi, Sakura, davvero. Andrà tutto bene! -
Lei alza un braccio e, senza una parola, abbatte un pugno sul tavolino: le gambe di legno tremano e il piano si affloscia spezzandosi con uno schiocco lamentoso. Naruto sgrana gli occhi, boccheggiando. E' tanto graziosa, Sakura, che certe volte ci si dimentica che razza di braccia d'acciaio abbia sviluppato in tre anni.
Si prepara ad un assalto frontale, alzando le mani e sperando di poter conservare qualche dente o qualche costola intatta dopo il sicuro cazzotto che gli arriverà a momenti, ma Sakura si limita a appoggiare le mani sul tavolo rotto e a piegare la testa. I capelli le spiovono davanti alla faccia, e Naruto la guarda, incerto:
- Uh, Sakura...? -
Le guarda le spalle tremare. Oh, odia quando è così...
- Sakura, avanti... ti prego, non... - Tirami un pugno, per favore, fammi male e sfogati, ma non piangere. - … non succederà niente, davvero. Ho promesso che te l'avrei riportato, no? E lo farò! -
Sakura tira su la testa, e inaspettatamente ha il viso asciutto, le labbra serrate e contratte:
- Sei un idiota. - Scandisce, secca. Non gli dà il tempo di obiettare, poi, perché avanza attraverso la stanza e gli serra le braccia tra le mani. - Sei un cretino. Sei un cretino e sei u-un idiota e questa è una pazzia, Naruto. E' una pazzia, e come puoi dirmi che andrà bene quando lo sai che non è così? -
Le spalle cominciano a fargli male, strette in quella specie di pressa per il ferro, e a Naruto scappa un mugolio:
- Sakura, mi spezzi le ossa...! -
La ragazza non accenna minimamente ad allentare la presa e, invece, lo scrolla energicamente:
- Te lo meriteresti, pezzo di cretino! -
- Ma perché? Ahio, Sakura! -
- Sta' zitto e ascolta bene: tu non te ne andrai da nessuna parte senza di me, questa volta. Mi hai capito?-
Naruto si ricorda che l'altra volta era venuta a cercarli con la testa bassa e le mani giunte, e quando Shikamaru le aveva detto di no, tu non puoi venire, Sakura, lei aveva pianto ed era sembrata rassegnata in una maniera quasi desolante.
Adesso sembra un sacco di cose, irritata, nervosa e preoccupante, ma tutto meno che rassegnata. Lo guarda con un'espressione che sembra minacciargli ritorsioni fisiche inenarrabili se proverà, se solo si azzarderà, a dirle di no.
E' bellissima, pensa Naruto come folgorato. Non se n'era mai accorto così tanto come oggi: Sakura è bellissima.
Gli viene tutto ad un tratto da invidiare Sasuke che l'avrà. Sasuke potrà avere Sakura, se non dimostrerà una volta di più di essere un cretino abissale, potrà avere ogni cosa di Sakura, la Sakura che piange e quella che ride, la Sakura degli occhi luminosi e del profumo di zucchero e di verde, la Sakura che si prende cura della gente, che si prende cura di lui, e quella che ha imparato a spaccare le montagne prendendole a pugni.
La Sakura che lui preferisce ce l'ha davanti adesso: ha la fronte aggrottata e le labbra strette, ed è così tanto bella e così tanto Sakura che Naruto proprio non riesce a non allungare le mani e poggiargliele sui fianchi - un po' più in basso della vita sottile, le sporgenze spigolose delle anche sotto la gonna e sotto la pelle sono come rilievi perfetti per stare interi nell'incavo del suo palmo - e, quando la sente sussultare per la sorpresa, si china e le poggia un bacio a fior di labbra.
Sasuke potrà avere Sakura, ma il primo bacio di Sakura, be', quello se lo sta prendendo lui.
Sente il respiro della ragazza filtrare in un sibilo tra le labbra socchiuse e poi spezzarsi, è tiepido. Sa di dolce - l'aveva sempre saputo, lui, che il suo gusto doveva essere così, morbido come le fragole - ed è dolce anche il suo profumo, dolce il modo in cui i suoi capelli gli accarezzano il viso, dolce la piega del collo e dolci le spalle, e dolci i fianchi sotto le mani.
Tiene gli occhi aperti per non perdersi niente di tutto quello, e così riesce a vederla arrossire, stupita, prima che balbetti:
- N-Naruto? -
Naruto piega la testa per appoggiare la fronte contro quella della ragazza - che non è larga, è solo ampia il giusto per potercisi posare e stare comodi, visto? ci si sta benissimo così - e abbassa le palpebre.
- Scusa. -
Scusa tanto, Sakura.
- N-non fa... non fa niente, Naruto. Solo... -
- No. - Apre gli occhi, lui, e le sorride come per farsi perdonare: - Non per quello. -
Flette il gomito verso il busto e carica il pugno. Sakura sgrana gli occhi quando il colpo le arriva in pieno, alla bocca dello stomaco, strappandole il fiato. Cerca di dire qualcosa, di protestare, magari, ma la voce esce fuori come un mugolio strozzato:
- Naruto...? -
Scivola, le ginocchia fattesi come di gelatina tutto ad un tratto, e Naruto è svelto a piegarsi e ad afferrarla prima che finisca per terra. Sakura è leggera ora che è priva di sensi, e lui se l'appoggia addosso, sostenendola con le braccia strette attorno alla vita.
Lo odierà per questo, Sakura, lo odierà per tutta la vita. A prescindere da quel che potrà accadere poi, Sakura si ricorderà questo prima di ogni altra cosa: che lui - esattamente come Sasuke - è stato egoista, ha approfittato della sua fiducia e le ha impedito di fermarlo. Però Naruto proprio non riesce a dolersi di questo, perché Sakura starà bene, domani o tra un anno o tra dieci, Sakura ci sarà e starà bene.
Il pensiero sembra togliergli un macigno dallo stomaco: non s'era accorto d'avercelo lì, deposto proprio sotto al diaframma, fino a quando non lo sente sparire, ma adesso il sollievo lo invade. Sakura starà bene. Sasuke starà bene.
- Scusa per questo. -
Scusami tanto, Sakura. Lo so anche io che è una pazzia.

Sistema Sakura sul letto. La copre per bene con le lenzuola e la trapunta, sperando di cuore che la macchia secca di ramen sul cuscino non le faccia schifo, quando si sveglierà, e poi si ferma per un intero minuto a guardarla.
Bellissima.
E' bellissima.
Lui ha avuto il suo primo bacio.
- Io vado, Sakura. - Le appoggia le labbra sulla fronte, gentilmente: - Fidati di me. -

Konoha nel pomeriggio è un brulicare di animazione frenetica. Le voci che corrono da una parte all'altra rimbalzano tra gli edifici e cantilenano Alba, Alba, Alba, e poi Sasuke Uchiha.
Sasuke Uchiha sta tornando.
Sasuke Uchiha li vuole tutti morti.
Naruto non riesce bene a capire come siano arrivati a questo punto: sa solo che è tutta questione di tempo, e che se anche a tutti sembrerà una pazzia, al principio, poi capiranno che la sua è stata la scelta migliore.
Non si dirige alle porte della città: preferisce non essere visto. Così ci sono meno probabilità che Kakashi se ne accorga e gli venga dietro, o che Sakura, una volta sveglia, scopra subito la direzione che ha preso - anche se lo saprà lo stesso, si dice Naruto, che in fondo ci conta: perché dopo sarà Sakura a doversi prendere cura del resto.
Salta oltre le mura di Konoha, e poi è fuori, nel verde. Esita solo per un attimo, a quel punto, guardandosi intorno: cerca il sole con gli occhi.
A nord.


- - -


La finestra della sua camera si affaccia da un palazzo alto su una stradina stretta. La luce del sole arriva al mattino in un ritaglio che rischiara i tetti delle case senza infilarsi in basso, tra i vicoli e i negozi, e in questo modo la montagna delle teste sembra una vampa di terra rossa a splendere sopra tutta Konoha.
E' una casa piccola e umida, appropriata per essere una tana di volpe, ed ha visto gli anni accumularsi senza che nessuno a parte lui camminasse tra le sue stanze.
E' una casa come una tana ma è la sua casa, quella alla quale lui ritorna tutte le volte, un po' si allontana e poi torna, se ne va in missione e poi torna, se n'è andato con Jiraiya e poi è tornato. Konoha è la sua casa: è a Konoha che ci sono Iruka e Kakashi e Sakura, Sai e Tsunade e Konohamaru e Shikamaru, Choji e Ino, Kiba e Shino e Hinata, e Lee, Neji e Ten Ten e Ichiraku del chiosco, che lo saluta sempre, Ebisu che non lo salutava, prima, ma adesso sì, Shizune e tutti gli altri - i nomi come un elenco che sembra perdersi, srotolandosi, troppo lungo per stare tutto insieme dentro la sua testa, e va bene così, è perfetto così, più nomi ci sono più ne vale la pena di tornare.
Gli sembra di poter star male per la nostalgia, adesso, al pensiero di ogni crepa sui muri, ogni chiazza d'umidità sul soffitto o macchia di sporcizia sul divano.
Gli piace Konoha perché sa di sole e di verde, non il sole del deserto di Suna o il verde delle terre dell'est, Kusa, ma un sole ed un verde tutti suoi, che sembrano farsi ombra con la montagna degli Hokage. Konoha è ogni cavo elettrico e ed ogni porta aperta, ogni negozio e angolo e tubatura che ha visto, attraversato, in cui è entrato.
Corre verso nord e gli sembra di riconoscere anche i sassi: qui c'è la strada dove Kakashi portava lui, Sakura e Sasuke ad esercitarsi, non troppo lontano c'è ancora un buco, nella foresta, che si è aperto durante lo scontro con Gaara - dev'esserci anche il segno della spada del rospo, da qualche parte, come un foro senza spiegazioni nel terreno morbido - questa è la radura dove Shikamaru e Choji hanno aperto la barriera di Jirobo, qui hanno lasciato indietro Neji e qui si sono separati da Kiba. Corre nell'erba alta e c'è ancora Lee, accanto a lui, che gli dice di andare avanti.
Perché avanti c'è Sasuke.


- - -


Hai mai pensato che sarebbe andata così?
Perché io no, sai, io non l'ho pensato mai.


La Valle dell'Epilogo è un nastro d'acqua verdeazzurra che si allunga tra le statue spigolose. Qualche volta Naruto ci è tornato, da quella volta, un po' per vedere se i giganti di pietra con gli anni gli sarebbero sembrati più piccoli, un po' nella speranza che, magari, un giorno o l'altro avrebbe ritrovato un capo spinoso di capelli neri ad aspettarlo su una di quelle teste a picco sul nulla.
Per la prima volta in tre anni vorrebbe davvero che non ci fosse, e invece oggi è lì.
Naruto pensa che non sentiva tanto male dentro da quella volta che aveva cercato di ucciderli tutti e quattro, lui e Sakura e Sai e Yamato, ad Oto, perché la faccia di Sasuke è sempre la stessa, una faccia da schiaffi, più dura della roccia sulla quale poggia i piedi.
Non è da solo - la fitta di gelosia alla vista di quelli che sono i suoi compagni adesso è una scarica tagliente - ma è come se lo fosse: non guarda chi lo segue, e fissa il vuoto avanti a sé.
Non era sempre così. Certe volte sembra siano passati sette volte mille anni da allora, dieci miliardi di vite fa, ma, Naruto lo sa, era solo ieri. Con noi non era sempre così. Sasuke che, sopra di lui, ha gli aghi di Haku nel collo come un bizzarro ornamento, e gli ha appena salvato la vita. Sasuke che lo porta in spalla quando è troppo stanco per continuare a scalare gli alberi, e poi si strozzano tutti e due per la fretta di mangiare e di tornare a esercitarsi. Sasuke che gli dice di prendere Sakura e portarla via, ché ci penserà lui a trattenere Gaara.
Sasuke che gli dice che non è stato tempo perso, quello, perché lui adesso è il suo migliore amico.
Il sorriso di Sasuke sul ponte di legno, per una volta in cui la sua faccia da schiaffi doveva essere rimasta a casa.
Fermi sulla testa del gigante di roccia, si guardano negli occhi. Sasuke soffia tra le labbra e pare tutto ad un tratto infastidito:
- Non pensavo saresti stato così stupido da riprovarci. -
Che potrebbe anche essere tradotto come un non mi aspettavo che saresti venuto.
- Io ci proverò fino a riuscirci. -
Se non io, chi altri?
Sasuke fa un passo avanti, poi un altro. Un altro ancora, e i suoi compagni rimangono indietro. C'è un ragazzo biondo molto alto, altissimo, con un'espressione svagata e come assente, un altro più piccolo ed esile che s'appoggia ad una spada grande forse due volte lui - non ha qualcosa di familiare, quell'arma? - e un'occhialuta ragazza dai folti capelli rossi che guarda Naruto come si guarderebbe uno scarafaggio particolarmente grosso, due dosi di fastidio e una di disgusto, ma, più sotto, cos'è quella? Gelosia?
Sakura è molto più bella. L'ha lasciata sul suo letto che dormiva. Sarà sveglia, adesso. Verrà a cercarlo, adesso, e forse lo troverà, ma non farà in tempo a fermarlo, Sakura.
Sasuke si ferma di fronte a lui e lo guarda ancora. Pare più stanco che infastidito, ma sul nero degli occhi cominciano a scivolare gocce di rosso.
- Non puoi riuscirci, Naruto. - Sentenzia, seccamente. - Adesso togliti dai piedi. -
E' una pazzia.
C'è la voce di Sakura che lo grida nella sua testa.
E' una pazzia, è una pazzia!
- L'ho promesso a Sakura. - Non c'è niente negli occhi di Sasuke, a quel nome, ma Naruto pensa che c'è, deve esserci, è solo un po' più sotto: perché Sasuke è un idiota, e di questo se n'è fatto una ragione, ma nemmeno lui può esserlo così tanto. - Le ho detto che ti avrei riportato indietro. -
Non importa quante braccia, quante gambe e teste e vite e pezzi mi serviranno per riuscirci.
Si appoggia una mano sulla pancia e gli sembra quasi di sentire la Volpe ringhiare sordamente, acquattarsi a fior di pelle. Yamato aveva ragione: sarà con gli occhi della Volpe che lo vedrà, così, ma non gli è stato dato tempo bastante perché fosse diverso.
Di nuovo, è tutta una questione di tempo. Troppo poco tempo per godersi la vita in tre, troppo poco tempo per provare a riprendersela. Troppo poco tempo per raggiungere Sasuke.
Gli vede sgranare gli occhi, e adesso sono rossi del tutto. Si sente trascinato dentro, indietro, in un posto buio come una grotta dove c'è una grata e Sasuke che ci poggia ancora le mani sopra e si prepara a respingere il mostro che all'interno gratta per emergere.
Lo fermerà, così. Lo fermerà, e poi fermerà la Volpe, così Konoha sarà salva, Sasuke sarà salvo. Sasuke tornerà da Sakura.
Svegliati.
Chiama la Volpe, forte.
Sasuke sorriderà di nuovo.
Svegliati!


... hai mai pensato che sarebbe finita così?


- - -


Riemerge a fatica da un buio scuro e caldo, appiccicoso, pietosamente intorpidito, e si trova catapultato in un corpo che sente freddo, confuso, stordito e, soprattutto, dolorante. Sasuke sperimenta per un destabilizzante attimo la sensazione che ci sia solo cielo, dappertutto: ne ha sopra e sotto e attorno, preme sulla pancia e gli filtra tra le mani, non riesce a vedere altro. Gli occhi ardono di dolore, sembrano sul punto di scoppiare nelle orbite, ha la testa spaccata in due da fitte continue, accecanti. Respira, ma respira male. Stupido, stupidissimo Naruto. Stupido, stupidissimo Naruto, stupida, stupidissima forza portante.
Non si sente le gambe e non ha la più pallida idea di dove sia finita la sua squadra. Li ha persi nella foga dello scontro, e non è neanche sicuro siano ancora vivi.
Realizza stancamente d'essere sdraiato su un fianco, riverso su qualcosa di rigido e umido. Il cielo sopra di lui è colmo di nuvole. Il cielo davanti a lui è azzurro e pulitissimo, lavato dalla pioggia, intagliato in due spicchi d'occhi: tre passi più in là c'è Naruto che se ne sta abbandonato in una posizione speculare alla sua e lo fissa.
Stupido, stupidissimo Naruto. Sasuke sente l'ostilità crescergli nello stomaco. Stupido, stupidissimo Naruto.
Naruto che non sbatte le palpebre.
- … Naruto? -


- - -


Hai mai pensato che sarebbe andata così?
Perché io no, sai, io non l'ho pensato mai.

Le avevo detto che ti avrei riportato da lei.
Mentre lo dicevo, pensavo che saresti dovuto tornare anche da me.







Note

E' una what if...? in quanto prende in considerazione l'ipotesi che Sasuke abbia puntato direttamente su Konoha, senza il passaggio intermedio dell'alleanza con Alba: il che avrebbe tolto a Naruto il tempo necessario per l'allenamento sul monte Myoboku. Anche questa sarebbe, insomma, una questione di tempo, ed è forse quella la ragione per la quale ho optato per questo titolo.
Ovviamente, ho immaginato una Konoha nella quale Pain non fosse ancora passato come nel numero 46. Quindi, le case sono tutte in piedi, i vivi sono tutti vivi, Jiraiya è presumibilmente ancora vivo. Ho deciso di sperimentare alcune scelte di impaginazione che non avevo ancora provato, ma non ho idea di quanto il risultato finale renda.
Non ho messo l'avvertenza di shonen ai in quanto il rapporto tra Sasuke e Naruto non è necessariamente da interpretarsi in questo senso.





  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Elos