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Autore: Mea    01/04/2010    4 recensioni
"La notte gravava su Grimmauld Place come un'ombra densa di morte. Nessun suono proveniva dalla casa. Solo le luci accese al pian terreno davano un indizio della presenza di alcune persone. La famiglia Black, o quanto ne era rimasto, era radunata al completo nella sala da pranzo."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso un bel po' di tempo fa, ecco pubblicata questa one-shot su un momento drammatico che vedrà la famiglia Black riunita. Regulus è scomparso ormai da molti giorni e tutti hanno compreso qual'è stata la sua fine. Le reazioni dei componenti non potranno essere più diverse, eppure, tutte indice del declino della stirpe. 
Ditemi le vostre impressioni! Buona lettura.

La notte gravava su Grimmauld Place come un'ombra densa di morte.
Nessun suono proveniva dalla casa. Solo le luci accese al pian terreno davano un indizio della presenza di alcune persone.
La famiglia Black, o quanto ne era rimasto, era radunata al completo nella sala da pranzo.
Una matrona stretta in un serioso abito da lutto era seduta a capotavola, la mano del fratello poggiata sulla spalla. Il suo volto grasso era bianco, sconvolto, immobile, ma sembrava così teso da poter esplodere al minimo inconveniente. Gli occhietti neri erano infossati nelle palpebre gonfie, ormai secche per il troppo pianto. Non si poteva dire che età potesse avere, forse sessant'anni, forse di meno, nè si poteva ipotizzare se la padrona di casa fosse stata una bella donna rovinatasi con l'età oppure un'orribile ragazzina la cui bruttezza era stata mitigata dal grigiore e dalla pinguedine della vecchiaia. Il fratello, in piedi al suo fianco, sembrava invece giunto da un pianeta completamente diverso dal suo: piccolo e magro, aveva un volto scavato coperto da due grandi baffoni neri arricciati all'estremità. Nonostante il fisico minuto, l'impressione che se ne poteva ricavare era quella di un uomo austero e nel pieno vigore della forza. Nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe morto di lì a pochi mesi, per un infelice e improvviso colpo al cuore.
Oltre alla la pittoresca coppia di fratelli, quasi irreale, la lunga tavola in legno scuro si estendeva maestosa fino al termine della sala, occupata da poche altre spaesate figure. Una bellissima donna dai capelli ribelli e corvini sedeva a qualche posto di distanza dalla zia, quasi annoiata dalla situazione. Avrebbe catturato lo sguardo di qualsiasi uomo giovane e inesperto, ma anzi, di qualsiasi essere, donna, uomo, o animale fosse entrato, se fosse stato solo per la sua avvenenza, femminile e selvaggia. Ma nei suoi occhi grandi e scuri, nelle sue labbra carnose e prive di trucco, si leggeva un qualche vago indizio di ferocia, quasi di follia, una profezia funesta della sventura che avrebbe presto portato alla rovina quella giovane donna, sempre che di sventura si potesse parlare, nel caso di Bellatrix Irma Black. Accanto a lei, un giovane uomo dal volto scuro, coperto da una barba poco curata.
Si poteva dire che la tavola procedesse per strani contrasti, considerando che di fianco sedeva una coppia più diversa da loro che gli unicorni dalle sirene. Un uomo dal volto bianco e pulito, il capo eretto, i capelli chiarissimi e lo sguardo fiero fisso in avanti cingeva con un braccio le spalle di una giovane ragazza, l'unica, in tutta la sala, ad emettere qualche suono. I suoi erano sommessi gemiti, non più di un lamento, quasi soffocati dai lunghissimi e soffici capelli biondi che le coprivano il viso. Di lei si vedeva solo un polso sottile, che spuntava dalla manica argentata e andava a pulire le discrete lacrime. La loro era forse la coppia più rumorosa e, allo stesso tempo, la meno vistosa del curioso insieme.
L'ultima figura era quella che, sola, andava a rompere il particolare equilibrio di coppie. Era una donna dai tratti che si sarebbero detti quasi zingareschi, se non fosse stata risaputa la sua origine aristocratica: gli zigomi marcati evidenziavano due occhi enormi, scuri, incorniciati da capelli castani raccolti in una rigida crocchia. Le labbra sottili erano serrate in un'espressione indefinita, forse di dispiacere, come di soddisfazione o, più probabilmente, di indifferenza. Doveva essere stata un tempo la creatura più bella e pericolosa d'Inghilterra, quasi una banshee, un'antica dea, ma ora profonde occhiaie le marcavano gli occhi e le rughe ai lati della bocca le impedivano ogni tentativo di sorriso. Il fatto che Druella Rosier non fosse al fianco del marito era più significativo di qualsiasi parola: in fondo, i Black, non erano qualcosa che la dovesse riguardare. Era uno spirito indipendente, solitario, la ormai ultracinquantenne Druella.
- Walburga, sorella mia, come sta Orion?-
- Non gliel'ho detto.-
- Che cosa?-
- Non ho potuto, Cygnus. Puoi comprenderlo. Orion è a letto da più di un mese, gli manca poco da vivere. Ha solo la speranza che il suo unico figlio rimasto sia ancora vivo...-
- Se ne renderà comunque conto, prima o poi, Walburga. Regulus non torna da giorni.-
- Già, ridicolo.- Dagli occhi della donna iniziò di nuovo a spuntare qualche lacrima. - Ridicolo, che in casa siano presenti tre Mangiamorte e che nessuno, nessuno sia in grado di dirmi dove si trovi il corpo di mio figlio!- La matrona scoppiò definitivamente in un pianto dirotto.
L'uomo dai capelli chiarissimi abbassò lo sguardo, senza togliere il braccio dalle spalle tremanti della moglie. Il cognato invece rispose. - Zia, sapete bene quanto le missioni che il Signore Oscuro affida siano segrete...-
- E questo vuol dire che non possiamo nemmeno averne il corpo, Rodolphus?- 
- Zia, se il Signore Oscuro non nomina Regulus, vuol dire che lui deve averlo deluso. Ha fallito il suo compito, possiamo soltanto ringraziare che Lui voglia dimenticare questo inconveniente...- Gli occhi di Bellatrix scattarono verso l'alto, le sue labbra si mossero a pronunciare le scomode parole. Walburga Black non si trattenne più e, in tutta la sua mole, si alzò in piedi, rischiando di rovesciare la sedia.
- Dovremmo ringraziare, Bellatrix, dovremmo ringraziare? Mio figlio è stato ucciso! Il mio unico, unico figlio, Regulus... Aveva diciotto anni! Diciotto! Mio figlio è morto a diciotto anni e tu, Bellatrix, ti permetti di...- La donna rischiò uno svenimento e venne sorretta, a fatica, dal fratello.
- Bellatrix, dovresti vergognarti...- A dispetto del rimprovero di Cygnus, però, le labbra di Druella si storsero in un impercettibile e fugace sorriso. Nessuno potè vederlo.
Walburga si passò una mano sulla fronte sudata. Cercò di raccapezzarsi. - Cygnus, ti prego... dell'acqua...-
- Sì certo! Kreacher, vieni qua! Porta immediatamente da bere alla tua padrona!-
Un elfo rugoso si presentò tremando si piedi di Cygnus Black. Gli occhi erano spalancati di terrore, la pelle tesa, quasi poteva sembrare malato.
- Kreacher, ingrato, non vedi che la tua padrona sta soffrendo? Muoviti!-
L'esserino uscì improvvisamente dal suo stato catatonico e, piangendo, si allontanò di fretta dalla stanza, ripetendo le parole "Regulus" e "Povera padrona".
Tornò poco dopo, più sconvolto di prima, rovesciando metà del bicchiere sul tappeto antico.
- Vattene, vattene!- Cygnus porse il calice alla sorella. Questa, dopo essersi ripresa un poco, tentò di rivolgersi all'ultimo che le potesse ancora ispirare fiducia nella stanza.
- Lucius. Tu, almeno, saprai qualcosa....-
Il giovane scosse la testa, in un segno di diniego.
- Ma, Lucius, sei il Suo preferito... Almeno potrai chiederGli...-
- Non posso, ci porrebbe tutti in condizioni di pericolo.-
- Mia figlia è al sicuro, Lucius?- domandò Cygnus Black.
- Per ora sì. Se noi non tenteremo di indagare oltre, non avremo da temere nulla.-
Il vecchio Black si rivolse ancora alla sorella. - Vedi, Walburga, non possiamo fare altro. Alla famiglia non rimangono che le mie due figlie, dobbiamo preservare loro...-
La signora Black proruppe in altre, rumorose, lacrime. La giovane bionda invece si alzò all'improvviso, mostrando un volto bellissimo, angelico e allo stesso tempo fiero, nonostante il pianto versato, e si allontanò di corsa dalla stanza.
- Era molto legata a Regulus.- constatò il padre, un sorriso amaro dipinto sulla bocca, la mano sempre sulla spalla della sorella.
- Con permesso.-
- Sì, certo Lucius, va' da lei...-
Il giovane scostò la sedia e seguì la moglie.

 
Narcissa si era chiusa in una stanza buia del piano superiore. Con le luci spente, si era finalmente data a un vero pianto. Non era sua abitudine mostrare i sentimenti di fronte ad una platea di persone. Quando aveva avvertito di non riuscire più a trattenersi, era semplicemente fuggita.
Lucius aprì la porta cigolante. Non accese alcuna luce, quasi in un segno di rispetto per la moglie. Si avvicinò a lei, la strinse a se', le sussurrò parole di conforto.
- Cissy... Cissy, tesoro, non fare così...-
La donna, senza rifiutare l'abbraccio, continuò a piangere.
- Cissy, ascolta, andrà tutto bene... Bellatrix putroppo ha ragione, Regulus deve aver compiuto un errore irrimediabile...-
- Penso che noi abbiamo compiuto un errore irrimediabile.-
Il marito si scostò da lei. Ricercò, nel buio, i suoi occhi. - Narcissa, una cosa del genere non dovresti neanche dirla...-
- Lucius...- I suoi singhiozzi si erano fatti più forti. - Siamo in una guerra, come ho potuto essere così ingenua da pensare... Non era il momento... E ora Regulus è... Non avremmo dovuto.-
- Cissy, l'abbiamo voluto insieme.-
- Lo so, ma... Se dovesse succedere qualcosa? Se dovesse succederti qualcosa?-
- Non mi succederà niente. Guardami! Ti fidi di me? Non mi succederà niente.-
- Anche Regulus diceva così.-
- Regulus era un bambino, Narcissa. Non aveva idea di cosa stesse facendo. Io sono un adulto, noi siamo adulti, possiamo gestire tutto questo.-
- A me sembra di essere solo stata un'irresponsabile.- La giovane aveva smesso di singhiozzare, ma la sua voce era ancora più funerea del pianto.
- Cissy. Lo sai perchè lo faccio.-
- Non andare più, Lucius. Non adesso.-
- Lo sai che non posso ritirarmi! E poi non lo vorrei nemmeno. E' per te, Narcissa. E' per il bambino. Se quel che faccio vale qualcosa, avrete un mondo migliore. Lui avrà prestigio, ricchezza, potrà vivere in...-
- Potrà vivere senza padre.-
- Smettila! Smettila, l'abbiamo cercato per anni, per anni, e sinceramente non potrei pensare a un momento migliore in cui possa venire al mondo. Probabilmente, per quando sarà nato, i Babbani saranno cancellati dalla faccia della terra.- La moglie sembrò ancora poco convinta. - Cissy, sono il suo servitore prediletto. Non hai nulla da temere. Sarai orgogliosa di me. Te lo giuro. Ora abbracciami...-
La strinse ancora a se'. Narcissa sembrò lievemente rincuorata. - Sai, quando ho scoperto di aspettare il bambino, ho pensato a Regulus come padrino. Poi mi avete detto che era scomparso.-
- Nostro figlio non avrà bisogno di un padrino. Io ci sarò sempre. Te lo prometto. E poi basta con questi pensieri, ora devi pensare anche alla salute del piccolo...-
La donna annuì lievemente, il volto contro il petto del marito, in cerca di calore. La coppia abbandonò la stanza e scese le scale, finchè Bellatrix non si attaccò al braccio di Lucius Malfoy, traendolo in disparte. Narcissa annuì lievevemente, e proseguì verso la sala da pranzo.
Il giovane Malfoy si ritrovò trascinato nell'enorme cucina della casa. Non appena fu entrato, Rodolphus Lestrange si preoccupò di insonorizzare l'ambiente con un incantesimo.
- Dobbiamo parlare.- Asserì la donna, come se fosse stato necessario.
- A me sembra semplicemente più prudente non farne parola.-
Rodolphus Lestrange si accostò alla porta d'ingresso, di spalle. - Siamo in pericolo, Lucius. Un membro della famiglia ucciso non è mai un buon segno. Perchè, non neghiamolo, Regulus Black è stato ucciso. Da chi non so, ma sicuramente da uno dei nostri. Forse dal Signore Oscuro stesso.-
- Forse ha tradito...- Sibilò Bellatrix, in un soffio, quasi impaurita dalle sue stesse parole.
- Regulus era un ragazzino incosciente. Il Signore Oscuro si fida di noi, noi non abbiamo nulla a che fare con ciò.-
- Io e Rodolphus...- Bellatrix iniziò a camminare, lentamente, per la stanza. - Io e Rodolphus pensavamo che dovremmo dimostrarglielo. Capisci cosa intendo, Lucius?-
- Stavamo pensando a giovedì sera. Ci sarà anche Rabastan.- Lestrange si lisciò la barba con le dita. - Sei dei nostri?-
- Ovviamente sì.- Malfoy fece per andarsene. Bellatrix lo bloccò di nuovo.
- Ah, Lucius, dimenticavo... Io e Rodolphus preferiremmo non ne facessi parola con la piccola Cissy.-
- E' tua sorella, Bellatrix!-
- Sì, ma... Non ha il marchio... Dobbiamo stare attenti ora a ciò che il Signore Oscuro pensa di noi e, Lucius, raccontare tutto a tua moglie riguardo a ciò che facciamo non penso lo renda felice...- 
- E' stata lei due settimane fa a suggerirci il nascondiglio dei McKinnon...-
- Siamo in guerra, Lucius. O si è dentro o si è fuori. Posso proporre io a Cissy di unirsi a...-
- No. Ora no.-
Sul volto di Bella si dipinse nuovamente quel suo strano sorriso. - E allora non dirle nulla.-
Lucius Malfoy aprì la porta della stanza, poi si voltò verso il cognato. - Rod... Penso che i Johnson abitino a Prescote, un paesino abitato da tanti graziosi babbani... Ricordi quel brutto tiro che Rick Johnson ti ha tirato al Ministero?-
Sul volto dei due uomini si dipinse un altro, sgradevole, sorriso.

Quando i tre Mangiamorte rientrarono nella sala, dovettero accorgersi immediatamente dell'assenza dell'individuo più ingombrante.
- Dov'è zia Walburga?-
Druella Black parlò per la prima volta. La sua voce era incredibilmente fredda. - Orion ha chiamato, da sopra.-
- Sta male?-
- Non più del solito. Non credo, almeno. Penso solo che abbia capito.-
Il volto di Narcissa, ora completamente pulito, si alzò verso quello di Druella. Difficile dire dove fosse la somiglianza, tra le due. Forse nel portamento altero e, sì, nella voce. Madre e figlia si fissarono in un dialogo muto, privo di qualsiasi sentimento. Bellatrix le osservò con un misto di curiosità e di confusione.
Erano belle, le tre donne della famiglia Black. In quei loro sguardi si sarebbe potuta leggere la storia di una vita.
Poi si sentirono i passi affannosi di Walburga per le scale. Il donnone si precipitò nella stanza.
- Vuole che la casa venga immediatamente protetta!-
- Cosa?- Cygnus sembrò spaesato. - Ma Lucius ci ha appena assicurato che...-
- Vuole che la casa sia protetta! Urla che è la fine, è la fine, dice...-
Druella Rosier si alzò regalmente e si affacciò alla finestra, mentre gli uomini si affrettavano con incantesimi di protezione. Fissò la notte stellata, fuori, la volta con incisi in lettere splendenti i nomi di tutta la famiglia Black.
Nemmeno la vita ancora informe nel grembo di Narcissa sarebbe servita a salvare la dinastia dal suo lento tramonto.


  
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