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Autore: Victoria McKagan    01/04/2010    1 recensioni
Da piccola credevi che se ci si specchiava per un minuto in quei laghi smeraldini sarebbe stato possibile capire la realtà del mondo. E adesso pagheresti oro per averne la conferma.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima one-shot e la prima cosa che posto su EFP. E' un riassunto dei miei pensieri del momento. Mi è venuta così, di getto, mentre ascoltavo una delle mie canzoni preferite. E' dedicata al cantante e chitarrista di quel meraviglioso gruppo, il poeta della mia vita, ma per voi può trattarsi di un modo come un altro per spendere un minuto. Leggete (se vi va) e recensite (sempre se vi va).

 

Under this September rain.

 

 

E pensavi. Pensavi a quanto sarebbe stato bello avere in bocca un filo d'erba e una lattina di birra in mano, sdraiata in un campo d'erba verde, sotto il sole caldo che brilla nei tuoi occhi turchesi e il venticello di primavera che ti spettina i dolci e lunghissimi capelli castani che ti sei lasciata cadere sulle spalle, colorite dalle lunghe giornate all'aperto, come onde di miele denso dai riflessi rossastri e dorati; e accanto a te, la persona che hai sempre voluto, quel poeta di strada che ti ha cresciuto con le sue parole e le sue note... perderti nei suoi occhi verdi che raccontano tante verità. Da piccola credevi che se ci si specchiava per un minuto in quei laghi smeraldini sarebbe stato possibile capire la realtà del mondo.
E adesso pagheresti oro per averne la conferma.

Invece sei qui, sola coi tuoi pensieri. Ti alzi con le poche forze che ti rimangono trascinandoti dietro il tuo vecchio piumone bordeaux, apri la porta a vetri ed esci sul balcone.
Guardi dall'alto la città grigia dove sarai per sempre prigioniera, senza alcuna via di fuga o possibilità di scelta. Le luci sono poche ormai sulle strade, le finestrelle lontane sono tutte chiuse, piccoli puntini neri che nascondono al di là la vita di quelle tante persone che ti somigliano. E poi... quelle torri che non ci sono più...
Senti una goccia sulla guancia, piccola e affilata come la punta di uno spillo. Alzi il viso verso il cielo: vedi due stelle. Ti ricordi di tutto, del poeta, del verde del prato e dei suoi occhi.

Ma ti stringi nel piumone infreddolita, chiudi gli occhi e ti rendi terribilmente conto che tutto quel che puoi fare è abbandonarti a quella pioggerella di settembre e sperare che duri per sempre.

  
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