Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: keli    02/04/2010    9 recensioni
Sono passati sei anni da quando Alice ha abbandonato il Sottomondo.Ha sposato Hamish solo per poter dare un futuro alla sua bambina. Ma quando questo le abbandona, ritorna il padre naturale di sua figlia... e allora Sottomondo torna nel caos, perché il Fante di Cuori vuole vendicarsi dell'esilio e farà di tutto per separare la famiglia riunita e spodestare la Regina Bianca.
[Alice/Cappellaio]
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if?, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Di Regine, Tea Party e Brutti Presagi ~
Casa è Casa







<< Che gioia mia cara Alice, sei di nuovo qui con noi! >>
La voce della Regina Bianca è sempre pura melodia che rinfresca l’anima. Non s’è l’è dimenticata in quegli anni, ed è felice che la donna sia rimasta la stessa. Anche se forse non è cambiato proprio niente da quando ha lasciato il Sottomondo.
Avanza verso di loro, le braccia alzate, lo sguardo luminoso di felicità, nel suo vestito candido, la corona sul capo che risplende di pietre azzurre, seguita dal Leprotto Marzolino che tiene fra le zampe la teiera dove, per via del gran trambusto, si nota far capolino il piccolo Ghiro svegliatosi da poco.
La donna bionda sorride, facendo un piccolo inchino, allargando la gonna e chinando il capo in segno di rispetto. Ma dura poco, con una risata si getta fra le braccia della Regina, stringendola piano a se nella contentezza di aver ritrovato una cara amica
<< Oh dolce Mirana, quanto mi siete mancata… >>
Sospira, mentre quella l’allontana da lei, tenendola per mano, per vedere come sia cambiata in quei sei anni trascorsi nel Mondo Reale. Sorride, compiaciuta, sempre tenendole la mano, voltandosi verso Tarrant che continua a sorridere con quelle labbra rosse e l’espressione di un folle. Ma dopo tutto è o non è il Cappellaio Matto?!
Lo guarda, serio, increspando le labbra in qualcosa che può sembrare un sorriso severo. Ma la luce divertita nel fondo degli occhi scuri la tradisce.
<< E così sei riuscito a riportarla indietro Hatta >>
L’uomo ricambia il sorriso, grattandosi distrattamente il naso come fa quand’è in imbarazzo. Ma forse, pensa Alice guardando gli amici ritrovati, questo l’ha notato solo lei.
<< Così pare mia Regina >>
<< … e così voi siete quella che ha il mio stesso nome… >>
Pigola la bimba, sbucando da dietro una gamba del padre. La Regina l’osserva, interdetta all’apparenza, per poi lasciare la mano di Alice e chinarsi all’altezza della piccola che nasconde il visino contro la stoffa dei pantaloni, le guanciotte rosse d’imbarazzo per una domanda forse inopportuna.
La donna la squadra, seriamente, come cercando di decifrarla.
<< Hum… cappelli ricci e rossi, occhi azzurri, lingua spigliata… non c’è dubbio tu devi essere la piccola Mirana. Sbaglio? >>
La bambina trattiene il respiro, scuotendo il capino e guardandola con ammirazione. Non ha mai visto una vera Regina.
Una vera Regina che porta il suo nome, per di più!
L’altra Mirana, quella più grande, allarga un sorriso materno sul viso candido, scompigliandole affettuosamente i capelli.
Alice e Hatta si guardano per qualche istante, prima di piegare le labbra in un identico sorriso sollevato.
L’atmosfera viene rovinata dal rumore di porcellana che si infrange contro il muro: la Lepre Marzolina in un attacco di commozione ha lanciato la teiera col ghiro sopra i capi delle due omonime, mancandole per un pelo, con la solita [s]fortunata mira di sempre.
Si voltano tutti a guardarlo, mentre esce da una tasca un fazzoletto rattoppato, soffiandovi sopra il muso.
<< Sigh, è talmente commoventoso! … volete del tè? >>
Il povero roditore riemerge traballando dai cocci, riavvicinandosi all’animale, brandendo uno spadino più grande di lui che ondeggia pericolosamente sul suo capo. Ma la Lepre Marzolina sembra troppo intenta ad asciugarsi le lacrime che si mischiano ad una roca risata folle, per accorgersi del minuscolo amico.
Il Cappellaio Matto ci pensa su, una mano sulla spalla della figlia, annuendo poi con giovialità, mentre estrae un vecchio orologio che ha smesso oramai da tanto di funzionare.
Chi sa, forse un giorno racconterà alla piccola Mirana di come abbia litigato col Tempo in persona. Ma ora c’è altro da fare. Come preparare un Tea Party coi fiocchi.
<< Ma certo! Daremo una festa in onore della nostra Mirana! >>
Si volta un attimo a guardare la piccola che si è decisa a venir fuori dal suo nascondiglio, e che lo guarda con infantile eccitazione, la manina stretta a quella bianca dell’omonima regina.
<< Che ne dici? >>
Alice sorride, mentre la piccola scoppia in un allegro “SIIIII!!!” e il Leprotto per festeggiare rompe subito un’altra tazzina – chi sa dove le terrà mai-
E per un istante, che dura un secolo, sente di essere finalmente nel posto giusto.




~…~





Sembra che il brutto tempo accompagni quella triste figura di Fante, che vaga portando scompiglio e orrore ovunque vada.
Sorride, veleno su una ferita, l’unico occhio sano che rispecchia la rossa scintilla della fiamma che divampa, mangiando tutto, divorando alberi, case, vite.
Ma lo sa, lo sa anche lui che dopo tutto è solo frutto di quella sciocca fantasia infantile. Sottomondo non esiste. Non è mai esistito.
Per questo è rimasto a servizio di Iracebeth per tutto quel tempo. Perché per una favola che vive di realtà, non c’è spazio in quel mondo.
Ma presto tutto sarà cenere. Metterà la parola fine a quest’inutile libro per bambini.
E avrà la sua vendetta. Una volta per tutte.
Dopo potrà anche sparire con quelle creature che ha tanto odiato.
<< Dimmi… sai qual è la cosa più preziosa per Tarrant? >>
Chiede, mentre il Dodo riverso a terra, su cui ha poggiato un piede con noncuranza, esala l’ultimo respiro, ingoiando il suo stesso sangue.
L’occhio nero vibra di follia, mentre estrae con la stessa placidità la spada dal corpo dell’animale.
<< No? Te lo dirò io allora … sua figlia >>
Rivela, parole crudeli che sfegiano un viso corroso dalla guerra e dal rancore. La benda a forma di cuore si tinge di nero più intenso, una macchia rossa al centro che viene ingoiata dalla perfetta oscurità.
Riprende a camminare, mentre le creature nere, che sembrano solo ombre create dall’odio, lo seguono come docili marionette.
<< E io gli e la porterò via… >>
Assicura, dolcemente, come se stesse parlando a un amante.
Ma c’è solo crudele verità in parole che sanno di morte.




~…~<





La lunga tavolata brulica di vita e risate. Volano piattini, dolci e quant’altro. Non si sta fermi.
Perché è tornata.
Alice è tornata e non se ne andrà più; anzi ha portato con se una dolce sorpresa che regalerà altri cent’anni di fantasia a un regno che porta il nome della meraviglia.
<< Cambiaaate di postoooo! >>
Esclama il Leprotto, lanciando una tazzina sopra il capo del Bianconiglio che indignato borbotta qualcosa dando colpetti al panciotto.
Ride la piccola Mirana, ruotando attorno al tavolo. Se prima era confusa da quel continuo girare, ora non ci fa nemmeno più caso.
Sua madre le ha detto che cambiano perché le stoviglie sono sporche.
All’innocente domanda “Perché non le lavano allora?” la tavolata si era zittita guardandola come se fosse lei quella matta.
Così aveva capito che non doveva fare più domande razionali lì. Semplicemente perché non avrebbero mai avuto una risposta coerente.
E dopo tutto nemmeno le dispiace.
Si siede, ritrovandosi nel mezzo dei due grossi gemelli pelati: Pinco Panco e Panco Pinco.
<< Hai preso la sedia sbagliata! >>
<< Complimenti, questo è il posto migliore! >>
La confondono i due gemelli. Non sa mai a chi dare retta. In suo aiuto viene il padre, che batte un cucchiaino su una tazzina senza fondo con solennità.
<< E ora cantiamo un “Buon non-compleanno a te” per la nostra nuova ospite >>
Ma il coretto viene zittito sul nascere dal rumore del portone che sbatte con forza. Uno Scacco Bianco irrompe nella stanza, inciampando e finendo in ginocchio davanti alla Regina.
La bella divisa candida è macchiata da una chiazza si sangue scuro all’altezza del petto, il fiato è corto e il viso tumefatto.
La Regina tenta di parlare, ma lo Scacco alza una mano, artigliandole un braccio e fermandola, tingendo di rosso la stoffa bianca dell’abito
<< Il-il… cough… incendio… cof… la Regina Rossa… morta… >>
Parole sconnesse che fanno piombare un gelido silenzio nella sala, mentre una teiera si infrange al suolo senza essere stata lanciata, e il soldato scivola a terra consegnato alla notte eterna.






Angolino di Keli

L’ho fatto troppo sadico&malvagio Stain? Che ne dite? Bah, quando si parla di cattiveria non mi so dosare °° per me non esistono metà : o uno è buono o è cattivo.
Comunque, ecco il nuovo capitolo e finalmente ringrazio chi ha recensito lo scorso chap perché ho una briciola di tempo per farlo.

xEowyn 1: Ma ciao cara. Grazie davvero davvero (xD). Lo so, la piccola Mirana è davvero tenerissima! Mi sa che dovrai preparare un ascia o qualcos’altro contro il Fante, perché cattivo com’è altro che toccare il Cappellaio! Ti ringrazio, e spero che continuerai a seguirmi^^
xarmony_93: Grazie^^ come vedi, eccoti accontentata
xAdhara: Infatti, DEVE essere un po’ dark u_u se no poi non ci sarebbe gusto se fosse tutto rose e fiori, non trovi?^.-
xIcePrincess_: Un grazie gigantesco anche a te^^ Sono contenta che ti piaccia, e spero che andando avanti ti appassioni sempre più e non scada nel monotono°° se lo notate,vi prego di comunicarmelo ^^ Bacio

E adesso v i saluto miei cari^^ Alla prossima.

Chuu-!
  
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