Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Erestor    02/04/2010    2 recensioni
Ci troviamo nelle Terra di Mezzo verso la fine della Terza Era. Gli uomini regnano sovrani, di Nani ne son rimasti ben pochi e vivono al di sotto delle montagne allacciando raramente rapporti con gli uomini. Gli Hobbit sono anch'essi ormai quasi estinti, ve ne sono solo nella vecchia Contea. Per quanto riguarda gli Elfi si sono allontanati dal resto delle popolazioni della Terra di Mezzo. Sono rimasti in un numero alquanto esiguo e così hanno deciso di riunirsi e fondare un'unica città dove vivere insieme. Questa città chiamata Valar in onore delle loro divinità, era situata al centro di Bosco Atro, nell'Ithilien e protetta da una fitta barriera creata dai grandi Saggi Elfici.
Genere: Fantasy, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Aragorn, Legolas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco il nuovo chappy...scusate il ritardo*-*


Quella mattina si sentiva meglio, molto più rilassato. Infatti quando Brethil era andato a svegliarlo l'aveva trovato già in piedi intento a guardare fuori a una delle due grandi finestre. La ragazza richiuse la porta dietro di se e si avvicinò ad un tavolo posto al centro della stanza. Vi posò sopra un vassoio con la colazione.

-a quanto pare stai meglio stamani-

Legolas si voltò verso la ragazza e le sorrise.

-sai Brethil è appena un giorno che sono qui e già fremo all'idea di poter camminare ancora fra i boschi-

Brethil ricambiò il suo sorriso per poi porsi davanti a lui con le braccia incrociate dolcemente sul petto.

-è così bella la tua espressione quando parli di ciò che ti sta a cuore-

Legolas la guardò leggermente perplesso, lui non si rendeva conto dei suoi cambi di espressione e per questo rise appena.

-ti ho portato la colazione...-

disse improvvisamente la giovane indicandogli il vassoio sul tavolo

-quando avrai terminato e ti sarai vestito basterà che mi chiami, aspetterò fuori dalla camera, così potrò accompagnarti alle stalle dove ti aspetta il Principe-

L'Elfo annuì dirigendosi alla tavola e si sedette per mangiare mentre la ragazza uscì dalla camera. Per colazione gli avevano portato del latte e del morbido pane con vari barattoli di marmellata di gusti diversi. La sua preferita era quella alle fragole ma, gli avrebbe fatto piacere anche gustare il dolce della sera prima, il cioccolato.
Terminata la colazione aprì, l'ormai suo armadio e ne trasse una tunica con dei pantaloni. Fortunatamente ne trovò una che sembrava provenire da Valar. Era verde bosco e molto comoda, come quelle che di solito usava per allenarsi con l'arco. Mise poi dei pantaloni molto aderenti neri e gli stivali del colore della tunica.
Pronto uscì fuori dalla camera dove trovò Brethil che lo stava aspettando. La ragazza lo guardò da capo a piede e sorrise.

-ora si che sei un vero Elfo!-

disse per poi scoppiare in una risata cristallina alla quale si unì, anche se più timidamente, lo stesso Legolas.
Si diressero così verso la stalla dove trovarono Aragorn intento a preparare il suo cavallo. Anche lui si era vestito comodamente per affrontare una mattinata di caccia. Portava una tunica nera molto comoda con pantaloni e stivali dello stesso colore.
L'uomo avvertiti i passi si voltò e vide Brethil con Legolas che lo raggiungevano. Rimase a fissare i movimenti dell'Elfo, quasi non riuscì a staccare lo sguardo da quelle lunghe e flessuose gambe. Scosse il capo e si voltò nuovamente verso il proprio animale.

-Hasufel- disse Aragorn indicando il cavallo.

-l'altra volta non ho avuto il tempo di presentartelo ma mi sembra di aver capito che per voi Elfi, i cavalli sono molto importanti...così ho pensato che volessi sapere il suo nome-

spiegò notando lo sguardo un po' perplesso dell'Elfo che gli era arrivato vicino e si era fermato.

-tutti gli esseri viventi hanno una loro importanza-

rispose l'Elfo regalando un dolcissimo sorriso all'uomo.
Aragorn si allontanò dal proprio cavallo entrando nel fitto della stalla e tornò portando con se un grosso cavallo bianco, simile ad Aria ma più alto e robusto.

-lui è Arod, da oggi sarà il tuo destriero-

detto questo passò le redini all'Elfo che lo guardava alquanto spaesato. Possibile mai che volesse donargli quello splendido animale? Sorrise e per un attimo il Principe si perse in quello sguardo. Ormai credeva di aver catalogato la bellezza dell'Elfo ma quando sorrideva era come se intorno a lui non ci fosse più niente e nessuno, solo quel sorriso ed il suo artefice contavano.

-ti piace?-

gli domandò mentre Legolas trafficava con le briglie del cavallo per liberarlo.

-è splendido-

-si...splendido-

si trovò a ripetere Aragorn come in trans mentre fissava ancora l'Elfo ed i suoi movimenti. Brethil sentiva quella strana attrazione che c'era fra i due e così decise di andare. Si inchinò leggermente e sorridendo a Legolas andò via.

-vedo che andate d'accordo...-

disse Aragorn e Legolas non ne fu sicuro, ma gli era parso di avvertire una nota di gelosia nelle sue parole.

-si...è una brava ragazza...-

rispose quando ebbe finito di liberare il cavallo.

-questi sono tuoi...-

disse Aragorn mentre porgeva all'Elfo il suo arco e la faretra confiscategli il giorno in cui l'aveva catturato. Legolas si sentì stranamente felice nel riavere le sue cose, qualcosa di elfico che poteva stringere fra le mani.
Prese così entrambi gli oggetti e li posizionò sulle proprie spalle mentre Aragorn si accingeva a salire a cavallo.

-c'è un boschetto non molto lontano da qui, più vicino del luogo dove ci siamo incontrati...-

Legolas non rispose, semplicemente salì a cavallo con un abile balzo

-andremo solo noi due?-

-si...gli altri sono impegnati...la cosa ti turba?-

Legolas si sentì colpito da quelle parole e provò una strana sensazione di disagio. Il cuore incominciò a battergli più forte in petto e così provò a sviare il discorso.

-per nulla...ho notato che oltre alla spada hai un arco dietro le spalle...-

Aragorn sorrise fra se e se avendo notato lo stato di agitazione che aveva colto poco prima l'Elfo. Se non fosse stato un buon osservatore, forse non ci sarebbe riuscito poiché l'altro nascondeva molto bene le proprie emozioni.

-si...cosa credi che solo voi Elfi sapete usare l'arco?-

chiese per poi spronare il suo cavallo a partire.

-cerca di starmi dietro Elfo-

disse in tono provocatorio prima di uscire fuori dalla stalla velocemente.
Legolas sussurrò qualcosa in elfico al cavallo che subito uscì dalla stalla seguendo quello di Aragorn. Cavalcarono per qualche tempo finchè, finalmente si riusciva ad intravedere l'inizio del bosco. Poco dopo ne furono ai margini ed Aragorn si fermò seguito da Legolas.

-lasceremo qui i cavalli...altrimenti potrebbero fare rumore e far scappare gli animali...-

così Aragorn legò il proprio cavallo ad un albero mentre Legolas lasciò Arod libero. Sapeva che non sarebbe scappato, ormai erano diventati amici.

-vieni-

disse il futuro Re al Principe che lo seguì guardandosi intorno. Solo in quel momento si rese davvero conto di quello che l'uomo doveva fare. Era andato lì per cacciare mentre lui l'aveva seguito solo per vedere il bosco. Si chiese se sarebbe riuscito a guardare l'uomo mentre uccideva un essere vivente.
Camminarono qualche tempo in silenzio. Aragorn qualche volta si voltava per vedere se l'altro lo seguiva visto che, non riusciva quasi a sentire i suoi passi e a stento sentiva il suo respiro, quello che aveva avvertito anche quando l'aveva catturato.
D'improvviso Aragorn si fermò fissando lo sguardo dritto davanti a se. Legolas gli si avvicinò e si acquattò con lui dietro dei cespugli. L'uomo aveva visto un cervo intento a brucare l'erbetta del bosco. Aveva preso l'arco ed una freccia e stava puntando l'ignaro animale.
Legolas trattenne il respiro, come pensava non avrebbe resistito ad assistere alla morte di quell'ignara creatura.

-cervo per pranzo-

disse Aragorn ormai pronto a scoccare. Stava per tirare ma Legolas lo bloccò facendo cadere l'uomo a terra mentre lui gli finiva sopra. Il cervo avvertito il rumore corse via. Legolas sorrise ma poi avvertì l'uomo sotto di se che arrabbiato cercava di alzarsi. Aragorn aveva aspettato tanto di poter sentire il corpo dell' elfo sul suo ma la rabbia per aver perso la sua preda ebbe il sopravvento. L'Elfo così si alzò fissando l'uomo che si era rimesso in piedi a sua volta.

-posso sapere cosa ti è preso?-

-non potevo lasciarti uccidere quel cervo...non ti ha fatto niente-

-non mi ha fatto niente?!-

ripetè l'uomo alquanto incredulo.

-io sono un uomo Legolas, non un Elfo! Noi mangiamo la carne e quella di cervo è alquanto prelibata!-

Aragorn scosse il capo nel vedere che l'Elfo lo fissava con decisione. A quanto pare era inutile spiegare le proprie abitudini alimentari. Passarono degli interminabili secondo e l'espressione dell'Elfo cambiò. Divenne triste e colpevole.

-scusa-

Una sola parola che fece fare un salto al cuore di Aragorn. Non poteva credere alle sue orecchie. Quella creatura così fiera ed ostinata gli stava chiedendo scusa? Ora però non sapeva che dire, si sentiva come in imbarazzo. Per gli uomini è difficile ammettere i propri errori e scusarsi, per questo si sentiva strano.

-ormai è andato...-

rispose solo volendo sviare l'argomento. Legolas gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla e cercando di incrociare il suo sguardo.

-credo che la caccia non sia adatta a me-

gli disse accennando ad un mezzo sorriso.

-lo credo anch'io....-

rispose l'uomo ridacchiando. Rimasero qualche tempo in silenzio e così vicini che i loro respiri si univano.

-ti va una gara?-

chiese l'uomo con un mezzo sorrisetto sulle labbra.

-che tipo di gara?-

-tiro con l'arco-

l'Elfo parve pensarci un po' su, ma poi decise di accettare.

-a quale condizioni?-

-solo una. Se vinco io, tu farai qualcosa per me, viceversa se vinci tu-

-ci sto-

-bene...seguimi, poco distante da qui c'è un piccolo spazio circolare in mezzo agli alberi-

così dicendo incominciò a camminare seguito dall'elfo.
Giunsero dopo qualche tempo nel posto di cui aveva accennato l'uomo. Era abbastanza grande da poter essere utilizzato per accamparsi ma non così tanto grande da poter essere scorto dall'alto.

-ora vediamo cosa sai fare-

lo sfidò Aragorn indicandogli con una mano l'albero da colpire ma l'Elfo parve pensarci su.

-non voglio fare del male a quell'albero. Se fossi stato nel mio bosco avrei potuto tirare ma queste cortecce sono troppo deboli, gli alberi soffrirebbero. -

Aragorn sospirò affranto. Non aveva portato con se un tiro a segno e neanche una mela ma chissà, forse l'elfo non avrebbe voluto tirare neanche a quella.

-quindi niente gara...-

Legolas si guardò intorno ma non trovava nulla su cui poter tirare. Così scosse le spalle.

-che ne dici di andare a farci un bagno nel laghetto qui vicino?-

chiese ancora l'uomo sperando che almeno in quello non ci sarebbero stati problemi.

-questo posso farlo...ma la nostra sfida è solo rimandata-

rispose il giovane Elfo per poi seguire Aragorn verso il lago.
L'acqua era fresca e pulita e Legolas non resistette. Si avvicinò accovacciandosi vicino alla riva. Mise una mano nell'acqua e sospirò di piacere. Gli era mancato davvero tanto quel mondo, il suo mondo. Poiché per lui non faceva alcuna differenza dove nasceva un albero o un lago, egli amava incondizionatamente ogni cosa dei boschi.

-com'è l'acqua?-

domandò Aragorn mentre si spogliava delle armi e dei propri abiti. Rimase solo con la calzamaglia.

-stupenda-

rispose solo l'Elfo per poi voltarsi verso Aragorn regalandogli uno splendido sorriso. Oramai a Legolas non sembrava più di essere prigioniero di quell'uomo e magari col tempo, sarebbe riuscito a convincerlo a rimandarlo a casa.
Aragorn si avvicinò all'Elfo con il cuore che stranamente aveva ripreso a battere a mille. Entrò in acqua e lo prese una strana eccitazione nel pensare che presto anche l'Elfo l'avrebbe raggiunto.
Legolas si alzò allontanandosi dalla riva. Si avvicinò all'albero vicino al quale Aragorn aveva poggiato i suoi indumenti e le armi. L'uomo pensò per un attimo che Legolas sarebbe scappato ma questo non accadde. Legolas poggiò le proprie armi a terra ed incominciò a spogliarsi.
Sentiva gli occhi di Aragorn addosso e la cosa non lo infastidiva. Rimase anch'egli solo con la calzamaglia. Avrebbe voluto denudarsi del tutto ma sapeva che per gli uomini non era una cosa tanto normale come era per gli Elfi.
Tornò a riva ed entrò in acqua. Aragorn si era avvicinato ad una piccola cascata ed aveva lasciato che le onda d'acqua gli ricadessero sulla schiena. L'Elfo si infilò sotto la cascata lasciando che lo bagnasse tutto. Aveva gli occhi chiusi ed il viso rivolto per metà verso l'alto, lasciando così che la cascata gli ricadesse sul viso e sul tutto il corpo.
Ad Aragorn parve che stesse riflettendo o comunque che stesse comunicando in qualche modo con la cascata. Continuò a fissarlo per molto tempo diventando geloso di quell'acqua che prepotente lo accarezzava come lui invece non poteva fare.
La pelle bianca dell'Elfo pareva risplendere ma, non emanava una luce solare, come quella che aveva il suo viso incorniciato dai capelli biondi. Stavolta la luce che emanava pareva diversa. Nonostante i raggi del sole che lo ricoprivano, Legolas sembrava riflettere dai raggi della luna.
Sembrava essere circondato da una luce bianca. Aragorn ingoiò a vuoto ed avvertiva nuovamente la gola secca e quel bisogno di bere che aveva provato la sera prima.
L'uomo così si avvicinò lentamente all'Elfo che si era voltato verso l'interno della cascata e teneva la testa bassa ma sempre con gli occhi chiusi.
Legolas sentì l'uomo avvicinarsi e poco dopo avvertì il tocco di quelle mani, che aveva sempre sognato di nascosto, sui suoi fianchi. Aragorn spostò i capelli bagnati dell'Elfo su un lato della spalla mentre poggiava delicatamente le labbra sulla spalla libera dai capelli.
Vi passò leggermente la lingua e succhiò quella pelle bianca, potendo così bere l'acqua che ancora bagnava il corpo dell'Elfo.
Il corpo dell'Elfo vibrò a quel contatto. Nei suoi duemila anni non aveva mai provato nulla di simile. Aragorn lo cinse in vita stringendolo a se così che la schiena dell'Elfo aderisse col suo petto. Continuò a baciarne la pelle della spalla risalendo verso il collo. Legolas si ritrovò a piegare il collo di lato lasciando all'uomo via libera.
Aragorn abbastanza sorpreso continuò quelle attenzioni risalendo fino all'orecchio. Lo leccò in tutta la sua lunghezza fino ad arrivare alla punta. La succhiò lentamente e sentì l'Elfo sospirare di piacere.
Sorrise pensando di aver trovato una delle zone più sensibili dell'Elfo.

-Aragorn...-

si sentì chiamare dall'Elfo ma non smise di dargli le sue attenzioni. Legolas si morse un labbro per non lasciarsi sfuggire dei gemiti ma doveva ammettere che quell'uomo lo stava facendo impazzire. Avvertì chiaramente l'erezione di Aragorn premere contro di lui mentre anche il suo corpo si stava risvegliando. L'uomo notata l'eccitazione dell'altro scese con una mano all'internò della calzamaglia prendendo a massaggiare delicatamente il membro dell'Elfo.
Legolas si ritrovò spiazzato. Gemette forte al tocco dell'uomo che non aveva ancora smesso di torturargli l'orecchio.

-Ara...Aragorn aspetta...-

gli disse cercando di allontanare la mano ma l'uomo continuò. La cascata sembrava ricoprirli come una coperta e per fortuna, copriva in parte i gemiti dell'Elfo.

-vuoi che smetta?-

domandò l'uomo muovendo più velocemente la mano sull'Elfo. Legolas gemette ancora. Avrebbe voluto rispondere di si ma il suo corpo reagiva da solo. Scosse il capo portando le proprie mani sulle braccia dell'uomo di cui una era infilata nella calzamaglia per massaggiare il membro dell'Elfo e l'altra, a sua volta al di sotto della stoffa, percorreva la coscia dell'Elfo, cercando di toccare più pelle possibile.
Aragorn aumentò ancora la velocità dei movimenti mentre aumentavano anche i sospiri ed i gemiti dell'Elfo. Poco dopo Legolas venne nella mano dell'uomo lasciandosi sfuggire un gemito liberatorio. Aragorn pensò che sarebbe potuto venire anche solo restandolo a guardare. Il viso dell'Elfo stravolto dall'eccitazione era qualcosa di indescrivibile.

Legolas si voltò poggiando la fronte a quella dell'uomo.

-io...non mi sono mai sentito così...-

ammise mentre Aragorn lo guardava sorridente.

-tu non hai matto fatto nulla di simile in quasi tremila anni?-

chiese spingendo l'Elfo all'interno della cascata fino a farlo aderire con le spalle alla roccia. Ora l'acqua non li bagnava più dall'alto ma li proteggeva dal di fuori.

-no...mai-

-e ti è piaciuto?-

domandò ancora Aragorn riprendendo a baciare il collo dell'Elfo.

-si...-

Alla risposta Aragorn coinvolse l'Elfo in un bacio profondo che durò qualche minuto. Si staccarono per il bisogno di respirare. Aragorn poggiò nuovamente la fronte a quella dell'Elfo guardandolo con passione.

-ti andrebbe di fare la stessa cosa a me?-

Legolas guardò in basso dove poteva vedere il rigonfiamento dei pantaloni dell'altro. Non aveva mai toccato nessuno ma con Aragorn era diverso, sentiva che di lui poteva fidarsi. Così lentamente mise una mano nella calzamaglia scura dell'uomo che sospirò stringendo le mani sulla vita sottile dell'Elfo.
Legolas accarezzò il membro dell'uomo incominciando a muovere la mano ritmicamente. Aragorn trattenne a stento un gemito mentre spingeva il bacino verso quella mano che gli stava dando piacere.
L'Elfo non si perse neanche un'espressione dell'uomo fino al momento in cui venne nella sua mano.
Aragorn aprì gli occhi che aveva tenuto chiusi fino a quel momento e fissò intensamente l'Elfo. Non poteva credere di aver avuto un contatto così profondo con lui ma decise che per quel giorno era meglio se si fosse fermato.
Lo baciò nuovamente con passione stringendolo a se. L'Elfo si sentiva stranamente felice fra quelle braccia e avrebbe voluto che quel contatto non terminasse più. Ma purtroppo così non fu.

-forse è meglio rientrare...gli altri saranno in pensiero.-

propose l'uomo e l'Elfo annuì. Uscirono dall'acqua e si rivestirono. Nessuno dei due parlò ma semplicemente attraversarono il bosco fino ad arrivare ai cavalli.
Legolas però si sentiva strano, aveva il timore che quello che era successo nel laghetto non sarebbe accaduto più.

-Aragorn-

lo chiamò prendendo il coraggio a due mani. L'uomo stava slegando il proprio cavallo e si avvicinò all'Elfo tenendo l'animale per le briglie.

-cosa c'è?-

Legolas lo guardò negli occhi ma distolse lo sguardo abbassando il capo.

-credi...tu credi che possiamo rifarlo qualche altra volta?-

chiese sentendo uno strano calore salire alle guance. Non era possibile che stesse arrossendo per una cosa del genere! Aragorn rise di cuore rialzando con una mano il volto dell'Elfo e baciandolo con delicatezza.

-tutte le volte che vuoi-

gli sussurrò a fior di labbra. L'Elfo sorrise e richiamò il proprio cavallo.
Cavalcarono velocemente ognuno immerso nei propri pensieri. Arrivarono al castello per l'ora di pranzo. Brethil si sorprese nel vedere l'Elfo rientrare nella camera tutto zuppo e con i capelli quasi asciutti.

-cos'è successo?-

domandò preparando degli abiti puliti all'Elfo.

-nulla di particolare...ho fatto un bagno nel lago-

La ragazza rise di cuore e scosse il capo rassegnata.

-vestiti che il pranzo è pronto e stanno tutti aspettando te ed il Principe-

Legolas annuì e quando la ragazza ebbe lasciato la camera indossò i vestiti puliti. Ripensò al modo in cui l'uomo aveva mosso quella mani sul suo corpo ma non poteva sapere che la stessa cosa, anche se in maniera opposta, la stava pensando Aragorn.
Terminò di vestirsi ed uscì dalla stanza dove trovò Brethil pronta per accompagnarlo nella sala da pranzo.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Erestor