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Autore: MewBecky    08/08/2005    11 recensioni
-Siamo rivali. Non abbiamo niente in comune. -Sconfiggerti non mi interessa più. Sono solo bugie? Oppure no? Kisshu e Strawberry, due nemici che hanno molte cose in comune: uniti come solo due eterni rivali potrebbero essere. Si amano, si odiano. Ma non ha importanza. L'importante, per entrambi, è vincere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEMICI PER SEMPRE

Capitolo 1

Strawberry sentì come una scarica di adrenalina eccitarla nell'attimo in cui, facendo uso di tutta la sua agilità felina, attraversò veloce il cortiletto interno del Caffè Mew Mew e percorse saltando a piccoli passi vellutati il viale lastricato di pietre dagli irregolari profili.
Quella strana sensazione, quell'inebriante allegria si impossessava di lei abitualmente, facendola sentire più simile al proprio animale di quanto non lo fosse stata nel momento in cui lei ed il Dna del gatto selvatico si erano fusi magicamente: le piaceva poter arrivare ad avvertire una così forte energia, riunendola in sè gradualmente sino a farla esplodere.
Ancora una volta avrebbe combattuto e la luna chiara e sfuggente avrebbe impresso la sua pallida luce sulla scattante sagoma di Strawberry.
Il fiocco di luce avrebbe manifestato di nuovo la sua potenza e la gattina si sarebbe sentita immensamente forte.
Gettando uno sguardo d'assenso in direzione delle sue compagne, Strawberry ripetè sussurrando ciò che poche ore prima Ryan aveva rivelato al team Mew Mew al gran completo.
-Stanotte gli alieni tenderanno un attacco al museo. Sarete voi a fermarli: mi aspetto un successo sicuro.
La gatta sorrise enigmatica ed intrigante, visualizzando per un attimo il bel volto del ragazzo biondo di cui si era quasi innamorata e per cui provava comunque un'innegabile attrazione.
-Un successo- Fece ridendo fra sè e sè ed intrufolandosi cauta all'interno del museo da una feritoia situata sulla parete dell'imponente fiancata.
-Sarà un successo.
Le cinque ragazze avanzarono silenziose lungo gli immensi corridoi del museo, i respiri trattenuti e gli sguardi curiosi e dilatati dal buio e da quell'intrigante ed impenetrabile oscurità.
Strawberry sorrise ad indirizzo delle amiche e raccomandò a Mina di fare silenzio.
La raffinata ragazza incassò l'imposizione con classe e fatto un minuscolo inchino, si tuffò in uno dei giganteschi corridoi devianti e sparì nel buio delle pareti sgretolate.
Pam, Mina, Lory e Paddy avrebbero esplorato l'ambiente in gruppo: Strawberry se ne sarebbe occupata da sola.
Non le piaceva doversi accordare continuamente con le amiche, in missione: amava godere di quei vantaggi che da l'agire in completa indipendenza e perciò l'aggirarsi furtivi ed agili senza bisogno di concedere spiegazioni o stringere accordi.
Camminando in silenzio, Strawberry gettò un'occhiata agli immensi quadri appesi alle pareti e alle sculture di cui ormai gli abitanti delle città parevano essersi dimenticati: trattenendo il respiro, si avvicinò a passo felino ad una teca sotto la quale riluceva un gioiello dalle mille sfaccettature.
-Perfetto!- Fece silenziosa, contemplandolo ammirata e composta al tempo stesso quel meraviglioso spettacolo -Impeccabile!
Ma la gatta nn fece in tempo ad allontanarsi di un passo, che una mano affusolata si posò sulla sua spalla scoperta ed una voce calda e suadente attirò la sua attenzione.
-Proprio come te, Strawberry!!
Proprio lui: nn poteva essere altri che il suo nemico.
Kisshu, l'alieno affascinante e insopportabile che si era ritrovata a fronteggiare forzatamente.
-Quando la smetterai di perseguitarmi?- Le braccia piegate lungo i fianchi felini, Strawberry aveva assunto un'espressione quasi canzonatoria.
Pareva quasi che volesse giocare con l'alieno, tentarlo anzichè sconfiggerlo.
Kisshu scoppiò a ridere di una risata argentina e terribilmente sexy: tanto da far comparire una leggere sfumatura rossastra sulle guance colorate della gattina combattente.
-Questa domanda è sicuramente un trabocchetto- Proruppe seriamente, afferrando la mano di Strawberry dopo averle fluttuato accanto per un po' -Sai bene che il nostro gioco è troppo forte perchè io mi ritiri spontaneamente!
Strawberry si scostò bruscamente e con aria indispettita, quasi che quelle parole sfacciate l'avessero sconvolta.
Non aveva voglia di perdere tempo con quell'alieno e tanto meno di civettare come una stupida con lui.
Kisshu era troppo diverso da lei, immensamente inadatto a rivestire il ruolo di colui di cui avrebbe potuto innamorarsi.
Se solo avesse potuto controllare adeguatamente i suoi sentimenti!
-Sn stufa di giocare!- Sussurrò seria, sollevando in aria la propria arma da cui si sprigionarono ben noti fulgori -Per cui ti pregherei di farti eliminare senza troppe storie!
Ma prima che la gattina combattente potesse scaturire da una semplice frase tutta la potenza di cui la sua felinità era capace, la mano di Kisshu si piantò sulla sua e la bloccò con forza.
Lo sguardo di Strawberry incontrò quello dell'alieno e per un attimo, alla ragazza sembrò di poter scrutare in lui come probabilmente nemmeno da sè era in grado di fare.
-Kisshu- Fece, quasi senza rendersi conto di quanto era arrivata a pensare -Chi sei veramente? Chi è il vero te stesso?
Prima che potesse rendersene conto, l'alieno era ritto in piedi a pochi centimetri da lei e la fissava profondamente e romanticamente in quei grandi occhi infinitamente smarriti.
-Uno che ti vuole molto bene...!- Senza esitazione, Kisshu sfiorò Strawberry con la mano, carezzandole dolcemente il viso e tornò a guardarla intensamente.
La gattina si ritrovò istintivamente a socchiudere gli occhi a quel delicato contatto e una lacrima sgorgò, piena di smarrimento.
Perchè stava cedendo a quella debolezza? Perchè al pensiero di non poter amare Kisshu una smisurata sensazione di sgomento s'impadroniva di lei, il cui compito era sconfiggerlo?
-Noi due....- Iniziò brusca, scostandosi dall'alieno -Siamo rivali. Non abbiamo niente in comune.
Un glaciale silenzio sembrava essersi espanso fra di loro.
Kisshu e Strawberry erano immobili l'uno di fronte all'altro, pensando tormentatamente a qualcosa da dire che non sembrasse troppo stupido o fuori luogo: inadatto a quella situazione.
Le loro emozioni erano celate profondamente.
-Sconfiggerti....- Fece nuovamente lei, gettando a terra la propria arma -Non mi interessa più.
E così detto si allontanò.

  
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