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Autore: spluccica    04/04/2010    0 recensioni
E'il seguito di " Non l'avrei mai dimenticata ", KumaxShine, E' probabile che ci inserisca anche un capitolo sul passato di Moria. "In quel momento capii quanto mi era mancata, che non sarei riuscito a separarmi facilmente da lei questa volta e che ogni cosa da quel momento in poi si sarebbe complicata."
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ho bisogno di lei

Capitolo Quarto
 “Dichiarazione”


Guardavo Moria dritto negli occhi.
Il suo viso era torto in una brutta smorfia di odio, le sue spalle tremavano leggermente e le mani erano chiuse a pugno con forza, tanta che non mi sarei sorpreso di veder presto gocciolare giù del sangue a giudicar da quanto le sue dita affondavano nella carne. Forse si stava trattenendo dall’attaccarmi.
La tensione nella stanza era palpabile e io mi sentivo come se dovessi disinnescare una bomba, se avessi toccato il filo sbagliato l‘avrei fatto esplodere.
:- Non voglio farle niente di male Moria -
:- Dipende da cosa io e te intendiamo per “male” -
:- Non è come pensi.-
:- E secondo te cosa penso?-
:- … -
:- Dimmi che non la vuoi , dimmi che non me la vuoi portare via.-
:- Non voglio portartela via!-
:- Non ci credo!-
La voce di Moria si era alzata parecchio, respirava profondamente per calmarsi e per trattenere la rabbia.
Mi prese per il collo del vestito e mi si avvicinò minacciosamente, mi sfiatò in faccia e cominciò a parlare velocemente sottovoce.
:- Ascoltami bene stupido orso, se ti rivedo andar dietro alla mia Shine puoi stare sicuro che andrò da lei e le spiffererò tutto quanto, della tua sbandata per lei e di quello che pensi di lei, oh stai certo che io so cosa pensi di lei, ma soprattutto le racconterò il tuo misterioso passato, e credimi, io so cose su di te che farebbero rizzare in testa i capelli di tua madre. Perciò, se vuoi quantomeno che abbia un buon ricordo di te, ti conviene starle alla larga.-
Quando ebbe finito riprese fiato e mi allontanò dalla sua faccia con una spinta, mi guardò dall’alto in basso e mi invitò ad andarmene.
Io stavo per incamminarmi verso la porta, ma invece mi sedetti su una sedia lì vicino, con la testa bassa, appoggiai la fronte sulla mia mano e puntellai il gomito sul ginocchio, anche se non lo vedevo sapevo che Moria mi stava fissando, sentivo il suo sguardo trapassarmi da parte a parte.
:- Pensi che non ci abbia provato a starle lontano? In quei mesi passati dal nostro primo incontro, mi ripetevo ogni giorno che era solo una pazzia, che non poteva e non doveva succedere niente tra me e lei.
Eppure più cercavo di convincermi di dimenticarla più in me si facevano nitide immagini di un futuro sereno per me e per lei insieme, fugaci visioni di ciò che sarebbe potuto essere.
Ogni momento desideravo cambiare la mia rotta per tornare a Thriller Bark e mi sono sempre controllato dal farlo, così lei mi mancava sempre di più e io non riuscivo a smettere di pensarla.-
Mi alzaì e mi avvicinai a Moria velocemente.
:- Ho tentato credimi, in ogni modo! E ci stavo anche riuscendo a non tornare da lei, anche se non so quanto ancora avrei sopportato. Ma poi mi hanno detto di venire a comunicarti quel messaggio e tutti miei buoni propositi sono scomparsi. Poi l’ho rivista, le ho parlato di nuovo. Adesso non riesco nemmeno a pensare di dover stare lontano da lei. Moria! Io non voglio farle niente di male, posso accontentarmi di starle solo vicino.-
:- Tsk! E io dovrei credere che non desidererai mai qualcosa di più? Assurdo! Prima o poi glielo dovrai dire!-
:- No invece.-
:- E perché mai?-
:- … non ne ho il coraggio … non ci riesco … e non ci riuscirò nemmeno in futuro, ne sono certo-
:- Lei prima o poi se ne accorgerà, non è sciocca come sembra, prima o poi capirà e allora che farai? Se non ti vorrà più vicino a lei?-
Abbassai la testa, quella era la prospettiva più buia che mi si poteva parare davanti.
:- L’ho già messo in conto. Se Shine non mi vorrà accanto a se, darò il mio consenso al governo, procederanno e termineranno il loro progetto su di me.-
Vidi gli occhi di Moria sgranarsi, aveva capito cosa intendevo fare.
:- Non voglio che tu affidi la tua vita a Shine! E ovvio che accetterà qualsiasi cosa se le dirai che in caso di rifiuto ti farai trasformare in un pezzo di metallo senza nemmeno quella poca anima che ti rimane.-
:- Non le dirò niente, se non vorrà che io le stia vicino, scomparirò silenziosamente dalle vostre vite. -
Moria sembrava sconvolto da quel che gli stavo dicendo, forse sarei riuscito a convincerlo, forse mi avrebbe permesso di starle accanto finché avesse voluto. Ma ovviamente stavo cantando vittoria troppo presto.
:- Se le starai ancora vicino lei si affezionerà a te, e anche se non ti amerà , soffrirà comunque la tua scomparsa, io non voglio questo-
Mi guardò e quasi mi parve di scorgere un sottilissimo velo di pietà, nei suoi occhi.
:- Glielo andrai a dire adesso, al massimo entro stasera.-
Mi si avvicinò e mi sibilò contro.
:- Guai a te se la fai star male, se lei ti vorrà o meno accanto a se sono affari suoi ma qualunque cosa accada, se le fai del male me la pagherai cara.-
Si voltò e uscì dalla stanza.
Io lo seguì fuori con l’intenzione di continuare il discorso ma appena usciti vidi Shine che veniva verso di noi, tutta sorridente, avvolta in un asciugamano scuro.
:- Otosan! Kuma-sama! Anche se non potete nuotare, venite a farmi compagnia? Per favore!-
Moria mi guardò serio e poi si rivolse di nuovo a Shine.
:- Non ne ho voglia, ho bisogno di riposare.-
Detto così liquidò sia me che Shine e rientrò in camera sua, chiudendomi fuori.
:- E lei Kuma-sama? A lei va di farmi compagnia?-
La fissai , mi guardava con uno sguardo così speranzoso, pochi minuti prima avrei ucciso chiunque avesse osato deludere quello sguardo, e adesso dovevo farlo io.
:- Mi spiace.-
Non riuscii a dire nient’altro, mi voltai per non vederla delusa e camminai velocemente verso la mia stanza, aprii la porta ed entrai, feci in tempo a sentire il sospiro triste di Shine, prima di chiudermi la porta alle spalle. Rimasi immobile, in silenzio, con la schiena contro la porta.
Avrei desiderato così tanto passare un po’ di tempo da soli, senza Moria tra i piedi, invece, non riuscivo più nemmeno a guardala.
Avevo immaginato cosa mi sarebbe successo se non avessi più potuto starle vicino, ma niente mi avrebbe potuto preparare a ciò che provai in quel momento. Scivolai lentamente contro la porta fino a sedermi, nonostante possedessi pochissimi dei miei organi originali, mi tormentava un dolore acuto allo stomaco, respiravo con difficoltà, sentivo come se qualcosa mi stesse comprimendo il torace, mi faceva male e mi girava la testa, avrei vomitato volentieri.
Rimasi seduto contro quella porta per un’ora o due, privo di forze, non riuscivo nemmeno a pensare coerentemente,  non avevo voglia di leggere, ne di mangiare, ne di dormire, ne di fare nient’altro.
La nausea e il mal di testa non accennavano a diminuire, pensieri disordinati vorticavano nella mia testa, mischiandosi. Le belle speranze che avevo coltivato in quei pochi giorni di serenità stavano appassendo, prive della sostanza vitale con cui le avevo create, i piacevoli ricordi delle ore passate in compagnia di Shine mi ferivano e preferii non soffermarmi più su quelle, prima gradevoli immagini, il mio presente mi spaventava più di qualunque altra cosa.
Non ricordavo di essere mai stato così indifeso nemmeno nella più violenta delle tempeste.
Cercai un appiglio, mi obbligai a cercare tra i miei pensieri dolorosi qualcosa che mi aiutasse a stare meglio, Shine, con Shine sarei stato meglio, ma non potevo più stare con lei, presto sarei dovuto andare via e non avrei potuto vederla mai più, non tutto era perduto però, avrei potuto rivelare a Shine quel che pensavo e lei avrebbe potuto non rifiutarmi, una specie di utopia, ma in fondo il peggio che potesse succedere era che mi rispondesse di no, o avrebbe potuto ridermi in faccia prima di rifiutarmi.
La nausea si intensificò e sentì anche una fitta al petto.
E una volta rifiutato, se rimanessi umano soffrirei ogni giorno della mia vita per sempre, non riuscirò a dimenticarla, questo lo so già, non riuscirei a vivere in queste condizioni, e se poi la rivedessi il dolore si intensificherebbe o diminuirebbe? Cosa proverò quando saprò che si è sposata e ha avuto dei bambini con qualcuno che non sono io, la consapevolezza che lei sia felice e in salute non mi basterà per essere felice. Ma se perdessi il mio cuore, la capacità di pensare e amare, e tutti i miei ricordi, non soffrirei più, questo è certo, ma non proverei più niente nel rivederla, non la riconoscerei nemmeno, non potrei mai più essere felice, sarebbe come essere morto.
Sentì dei passi avvicinarsi verso la mia stanza e qualcuno cominciò a bussare delicatamente, il profumo di Shine mi annebbiò un po’ la mente.
:- Kuma-sama? Posso entrare? State bene?-
:- Sto bene-
:- Mi fate entrare?-
:- Preferisco di no-
Rimase un po’ in silenzio oltre la porta, ferma come me, eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altra eppure mi sentivo già così distante da lei.
:- Kuma-sama, siete arrabbiato con me?-
:- No-
:- Se ho detto o fatto qualcosa di sbagliato, che le ha dato fastidio me lo dica, la prego!-
:- Non sono arrabbiato con te-
:- Allora perché non mi volete far entrare?-
:- Per favore, va via.-
Sentì Shine trattenere il fiato e andarsene rassegnata, pensai anche di sentire un singhiozzo ma mi convinsi che era solo la mia immaginazione.
L’avevo trattata così male, non volevo, lei chiedeva solo un po’ di compagnia e io l’avevo respinta malamente, entro poche ore avrei dovuto rivelarle ogni cosa e attendere da lei una risposta, chi le potrebbe dar torto, se non mi volesse più con lei.
Ma perché l’avevo trattata così, l’immagine del suo sguardo triste e delle sue guance rigate di lacrime mi trapassò da parte a parte, mi alzai e uscii dalla mia stanza.
Un bel tramonto colorava il cielo di rosa e arancione, Shine era seduta sul parapetto della nave con le gambe che penzolavano fuori, verso il mare, mi avvicinai silenziosamente ma una tavola del ponte scricchiolò e Shine si girò verso di me di scatto. La sua espressione mutò da sorpresa ad imbronciata.
I suoi grandi occhi chiari, lucidi per le lacrime trattenute, brillavano come non mai e la sua bocca era storta in una buffa smorfia di disappunto. Girò la testa dall’altra parte per non guardarmi.
Era carina anche arrabbiata.
Mi avvicinai ancora verso di lei e mi appoggiai al parapetto.
:- Non volevo risponderti male.-
Lei si girò verso di me e mi guardò attraverso una ciocca di capelli.
:- Se non voleva allora perché l’ha fatto?-
:- Non lo so-
:- Siete triste per qualcosa vero?-
:- No, sono stanco.-
:- Si certo. E’ inutile dire bugie. Per quanto lei sia poco espressivo ormai io la capisco. C’è qualcosa che la disturba, è successo qualcosa di grave?-
Sentii qualcosa di caldo e liscio sul dorso della mia mano, guardai e vidi la piccola mano bianca di Shine poggiata sopra la mia, alzaì gli occhi e incontrai quel suo sguardo dolce.
Tutte le sensazioni orribili provate nella mia stanza mi piombarono addosso nuovamente e abbassai la testa per non vederla, provai anche il forte istinto di ritrarre la mano , ma si sarebbe insospettita troppo e la lasciai dov’era. Più stare vicino a Shine era per me piacevole, più il dolore si faceva intenso al pensiero di dovermene separare, più lei era calda, più sentivo freddo, la sua gentilezza era crudele in quel momento, nutriva le mie speranze avvizzite, facendole rinascere e morire continuamente.
:- Insomma! Adesso basta! La prego Kuma-sama mi dica che le succede!-
:- Niente-
:- Non ci credo!-
:- Volevo solo scusarmi con te, per averti trattato male senza motivo.-
Presi il mio libro, che avevo appoggiato sul parapetto e mi voltai, ma nella fretta mi scivolò di mano e cadde a terra, senza pensare lo raccolsi e mi avviai verso la mia stanza, camminando velocemente.
:- Kuma-sama! Le è caduto il segnalibro.-
Mi girai di scatto e vidi con orrore Shine che lo raccoglieva da terra e lo guardava.
I suoi occhi si spalancarono per lo stupore e mi rivolsero una sguardo confuso.
:- Kuma-sama? Che significa?-
Abbassai la testa. Sentii i suoi passi, si stava avvicinando a me, feci un passo indietro.
:- Kuma-sama? Perché tiene una mia foto in quel libro?-
Mi si impastò la bocca, trattenevo il respiro, l’istinto di rimettere era così forte che avrei voluto portarmi una mano alla bocca per tapparla ma ero completamente pietrificato.
:- Mi- Mi dispiace.-
Riuscì a mormorare.
:- Le dispiace per cosa?-
La vidi nonostante avessi la testa abbassata, si era avvicinata tanto a me che il suo viso era a pochi centimetri dalle mie cosce, guardava verso l’alto la mia faccia.
Poi d’un tratto tutta la tensione che avevo accumulato in quelle ore si rilasciò, ormai era fatta, cosa avrei potuto inventare per nasconderle la verità, tanto entro sera gliel’avrei dovuto comunque rivelare.
:- Non capisci Shine? È questo il mio problema.-
Il suo sguardo era sempre più confuso. Immaginai che essendo vissuta da sola con Moria, in un’isola piena di Zombie, le dinamiche dell’amore sfuggissero completamente alla sua comprensione.
:- Sono triste perché non posso starti vicino.-
:- E perché no?-
:- perché soffro quando ti sono vicino.-
:- Non capisco … perché soffre?-
:- Standoti accanto, desidero più di quel che mi è concesso avere.-
:- Basta parlare per enigmi! Io pensavo che le piacesse stare in mia compagnia, che mi volesse bene!-
:- Mi piace troppo. Ti voglio troppo bene.-
Finalmente un lampo di comprensione attraverso gli occhi di Shine.Mi abbassai e le presi la foto di mano.
:- Questa foto l’ho presa nella tua stanza a Thriller Bark, perché se mi fossi dovuto separare di nuovo da te per un po’ di tempo, volevo poterti vedere e ricordare meglio, in questi mesi che sono passati dalla prima volta che ci siamo visti, non ho fatto altro che pensare a te, continuamente. Per questo, io non riesco a essere solo tuo amico. Sarebbe bello poter provare l’amore descritto in questo libro, non soffrirei così tanto e potrei restarti vicino, però io proprio non ci riesco.-
:- Kuma…-
:- Devi scegliere tu, puoi porre fine ai miei problemi e alla mia tristezza, se mi volessi accanto a te, come compagno.-
Il suo sguardo si fece triste e abbassò la testa.
:- Io non … lo so. -
Ero rassegnato a quel dolore, credevo di essere pronto.
:- Va bene lo stesso Shine. Buonanotte, a domani.-
Mi girai e continuai a camminare velocemente verso la mia stanza.
:- Kuma? Adesso che succederà? Kuma!-
Non mi voltai e non le risposi, entrai nella mia stanza, avrei aspettato che lei si addormentasse e sarei partito quella notte stessa.


Fine Quarto Capitolo
Continua…

 Con due settimane di ritardo ( troppi compitiii) u_u ecco anche il quarto capitolo! Il prossimo è l’ultimo ;) vi prego ditemi che ne pensate!!! Grazie della lettura
  
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