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Autore: Lolli1    04/04/2010    6 recensioni
Rose non era bella nel vero senso della parola, però aveva qualcosa. Aveva una vitalità e un entusiasmo che conquistavano le persone che si trovavano a lavorare con lei, e il suo sguardo era luminoso e intelligente. Oltretutto era dotata di spirito e acume, due qualità che le fornivano fascino e la aiutavano a suscitare la simpatia della gente attorno a lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era seduta al tavolo della cucina a mescolare il suo caffè con aria pensierosa

Rose osservava il mazzolino di Frangipani  rosa che le era stato regalato per il giorno del suo diploma, un paio di anni prima, e che lei si era premurata di conservare con un incantesimo. Non per niente, glielo aveva regalato una persona che per lei era stata importante sotto molti punti di vista.

Annusando distrattamente l’incantevole profumo, si lasciò trascinare dai ricordi fino a quel giorno.

 

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-Dio quanto ti invidio!-

-Per quale motivo?-

-Rose, non so se ci hai fatto caso, ma hai appena concluso la tua carriera scolastica. Quello dell’altro giorno era il tuo ultimo esame. E nel peggiore dei casi sarai andata benone!-

-Come nel peggiore dei casi!?!-

-Era per dire che andare benone è la cosa peggiore che ti possa capitare, scolasticamente parlando-

-E la migliore?-

-Andare in modo schifosamente perfetto. Io già lo so, avrò dei voti pessimi!-

-Suvvia Lily, hai ancora tempo per migliorare la tua situazione. Potresti cominciare a dedicarti di meno a cercare di attirare l’attenzione di ogni esponente maschile presente sulla faccia della terra e dedicarti di più allo studio, per esempio!-

-Che simpatica! Non sono così superficiale come pensi-

-Certo che no!-

-Colgo del sarcasmo…-

-Non per essere cattiva, ma anche una pozzanghera è più profonda di te. E lo sai. Fatichi a concentrarti su qualsiasi cosa non rientri nella sfera di te, dei tuoi vestiti, dei tuoi capelli e del trucco da applicare a seconda dell’occasione-

-Detta così sembra orribile!-

-Sotto certi punti di vista lo è! Ora scusami, devo proprio andare!-

-Dal ragazzo misterioso?-

-Smettila Lily, non c’è nessun ragazzo misterioso!-

-E allora dove vai così di fretta? Non hai più niente da studiare!-

-Vado a cambiarmi il vestito, mi hai contagiato. Lo indosso da più di un’ora ormai ed è assolutamente inaccettabile!-

-Spiritosa!-

Ovviamente era come diceva Lily, stava andando da una persona. Anche se non era esattamente un ragazzo. Misterioso però lo era, decisamente.

Di lì a poco sarebbero arrivati i risultati dei suoi esami e lui era la prima persona a cui avrebbe voluto comunicare il risultato. E così stava davvero andando a prepararsi. Aveva appena criticato Lily perché si preoccupava troppo del suo aspetto, ma in quel momento non era proprio migliore di lei. Ma era più forte di lei, davanti ai suoi occhi voleva sempre apparire bella, perfetta. O forse, considerando l’amara verità, era meglio dire perfettamente in ordine.

Entrando nella sua stanza, singola in quanto era Caposcuola, trovò ad aspettarla un gufo grigio che aveva con sé la lettera che attendeva con trepidazione.

Nonostante fosse conscia delle sue capacità, la aprì con un certo nervosismo, ma via via che leggeva la tensione lasciava spazio alla felicità e all’orgoglio! Ovviamente aveva concluso il suo percorso scolastico in maniera più che eccellente, cosa che le apriva le porte di qualsiasi indirizzo lavorativo avesse scelto.

Più eccitata che mai si diede una sistemata veloce e si fermò davanti allo specchio. Aveva un rapporto decisamente conflittuale con la ragazza riflessa. Aveva il cervello di sua madre, grazie a Dio, ma purtroppo le somiglianze somatiche erano senza ombra di dubbio quelle di suo padre. Tranne i capelli ovviamente. Quelli erano un incrocio orribile, sia per il colore, che non aveva né arte né parte, sia per la consistenza, che per uno stupido scherzo genetico risultava essere più ingestibile del cespuglio crespo di sua madre.

Decise saggiamente di allontanarsi da quell’oggetto malefico che, lo sapeva, aveva la capacità di rovinarle il buon umore e uscì di corsa.

Pochi minuti dopo era lì, davanti alla sua porta, con gli occhi scintillanti e le guance rosse per via della corsa. Fece un respiro profondo e bussò piano.

-Avanti!-

-Ciao! Sono arrivati i risultati!-

-E non c’è bisogno che ti chieda come sono andati-

-Ho preso il massimo dei voti!-

-Non avevo dubbi! Vieni, ho un regalo per te-

-Per me? Davvero?-

Non se lo aspettava. Non era mai stato il tipo da regali. Si avvicinò e lui si voltò verso di lei, tendendole un mazzetto di fiori che non aveva mai visto.

-Sono Frangipani, fiori di rara bellezza e dal profumo intenso e inebriante. Sono simbolo di purezza ed armonia, due qualità che mi fanno pensare a te.-

Quello era quanto di più vicino ad un complimento lei gli avesse mai sentito pronunciare.

-Grazie! Sono bellissimi!-

-Figurati! Sono contento che ti piacciano!-

 

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Erano rimasti a chiacchierare del più e del meno per un po’, ma alla fine lui l’aveva congedata, augurandole buone vacanze e buona fortuna per il suo futuro. Un modo carino per farle intendere che da parte sua non c’era l’intenzione di continuare quell’amicizia. Forse perché aveva intuito che dietro alla sua spudorata civetteria, mascherata con un tono scherzoso, si nascondeva una vera e propria adorazione, che andava ben oltre l’affetto destinato ad un semplice amico.

Non aveva messo in conto il fatto che lei non era disposta a rinunciare a lui così facilmente. Così era passata l’estate, tre mesi di grande fermento in casa sua, in quanto tutti volevano farle sapere il loro parere riguardo al lavoro che avrebbe dovuto scegliere.

Aveva ignorato tutti ed aveva puntato sicura sul Ministero, sezione Cooperazione Magica Internazionale, la stessa a cui lui faceva capo.

Come ogni nuova assunta aveva fatto la sua gavetta e dopo innumerevoli corsi per imparare un’infinità di lingue diverse, era riuscita ad arrivare in alto. Ed aveva soddisfatto così i suoi due obbiettivi principali: fare una carriera brillante e mantenere un rapporto con il ragazzo misterioso, come lo chiamava Lily.

Così, a due anni di distanza, si ritrovava con un lavoro importante e una vita sociale desolante. Si era concentrata sullo studio, poi sulla sua professione, e ora aveva pochi amici, per lo più suoi cugini, e di un fidanzato nemmeno l’ombra.

Era uscita con un paio di ragazzi del suo corso di lingue, ma era sorprendente constatare come ognuno di loro, dopo una pizza e un cinema, si sentisse in diritto di occupare un posto nel suo letto. E ovviamente lei rifiutava e così, grazie alla maturità dei ragazzi con cui era uscita, la voce si era sparsa e lei era stata additata come una “suora”, così nessuno aveva più voluto uscire con lei.

Non che la cosa le dispiacesse, infondo era interessata da anni ad una sola persona. Persona che, lo aveva capito, si era accorta della sua infatuazione e stava ben attenta a tenerla a distanza, a meno che non fosse strettamente necessario.

Ovviamente lei non aveva nessuna intenzione di rinunciare. Era testarda e tenace per natura e se si fissava su qualcosa era abituata a prodigarsi fino a che non la otteneva. Ci sarebbero voluti ben più di due anni a dissuaderla.

A volte si domandava se la sua era una semplice presa di posizione o un sentimento vero. Forse si era solo intestardita perché lui non le lasciava neanche un minimo spiraglio di speranza e l’aveva presa sul personale. Ma poi si diceva che se fosse stato così avrebbe continuato a vivere la sua vita in modo normale, facendo le sue esperienze con i ragazzi della sua età, senza rinunciare a conquistare lui.

Invece ogni volta che era uscita con un ragazzo aveva passato gran parte del tempo facendo paragoni e giungendo alla conclusione che non le interessava, perché non era LUI. E così si ritrovava a dover ammettere che per lei non era un gioco, ma che provava qualcosa di vero nei suoi confronti, qualcosa di profondo, qualcosa che lei in sua presenza esagerava teatralmente, dando l’impressione di uno scherzo, ma che era tutt’altro.

Con un sospiro mise da parte i fiori e andò a vestirsi. Doveva andare al Ministero per ricevere una congregazione di vari Ministri che dovevano incontrarsi con lo zio Harry. Il suo compito, oltre che tradurre il discorso del Ministro della Magia Harry Potter, era quello di esporre il programma della riunione ai vari componenti prima che questa iniziasse.

Rose non era bella nel vero senso della parola, però aveva qualcosa. Aveva una vitalità e un entusiasmo che conquistavano le persone che si trovavano a lavorare con lei, e il suo sguardo era luminoso e intelligente. Oltretutto era dotata di spirito e acume, due qualità che le fornivano fascino e la aiutavano a suscitare la simpatia della gente attorno a lei.

Indossò un tailleur viola, con una gonna più corta del consueto. Ma infondo era una trasgressione che poteva permettersi perché, almeno le sue gambe, erano davvero bellissime. Poi acconciò i capelli in uno chignon ordinato, per quanto i suoi capelli lo consentissero. Aveva imparato ad applicare un trucco leggero, che però valorizzava i tratti migliori del suo viso e alla fine il risultato che ottenne era quantomeno soddisfacente. Afferrò la borsa al volo e con un volteggio si smaterializzò nell’ufficio del suo capo.

-Sei in ritardo-

-Sono una donna!-

-Lo dici come se questo ti giustificasse!-

-Infatti è così! Dove sono i miei ospiti?-

-Non sono ancora arrivati-

-E allora! Rilassati capo, sono in ritardo anche loro!-

-Già, ma avrebbero potuto essere puntuali! E non chiamarmi capo-

-Non lo sono stati quindi quando arriveranno mi troveranno pronta ad accoglierli, in tutto il mio splendore! Rilassati capo… Vuoi che ti dia una mano io?-

Passò una mano sulla sua spalla, lentamente, guardandolo in modo lascivo. Poi scoppiò a ridere.

-Rose! Smettila di scherzare. Non è proprio il momento!-

-“E non è nemmeno il luogo adatto. Siamo sul posto di lavoro e si deve mantenere un atteggiamento professionale, bla bla bla. Lo so, mi hai propinato la tua ramanzina un milione di volte!-

-Non abbastanza spesso a quanto pare! Adesso smettila di giocare e vai all’ingresso. Saranno qui a momenti!-

-Sei un despota acido. Sai, ho un paio di idee su come farti tornare il buon umore!-

-Rose!-

-Ho capito, ho capito! Vado!-

Uscì dall’ufficio, lasciando il suo capo all’interno, con un espressione a metà tra il corrucciato e il divertito. Quella ragazza incredibile aveva il potere di farlo sentire bene, anche se si prodigava per non darlo a vedere. Lei non doveva assolutamente saperlo!

 

 

Vediamo chi indovina chi è il “ragazzo misterioso”!

  
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