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Autore: LauriElphaba    05/04/2010    4 recensioni
Scritta sulle note della bellissima "send me an angel" degli Scorpions...scritta con tutto il cuore...scritta in onore del guerriero caduto...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Nimphadora Tonks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“WILL   YOU    SEND   ME    AN   ANGEL?”

To The Fallen Warrior  

 

Wiseman said “Just walk this way to the dawn of the light” 

Questa terribile notte di fuga è quasi passata, il cielo comincia a illuminarsi, lontano, sulla  linea dell’orizzonte.

Ho cercato di capire, ma non c’è nulla da capire...te ne sei andato anche tu, è semplice ed è micidiale.

Sembrerà stupido, ma non avevo mai pensato che anche tu potessi morire. Malocchio Moody era al di fuori delle normali regole di mortalità.

Malocchio Moody era l’auror che ammiravo, quello che mi aveva aiutata e che mi aveva insegnato  il mio mestiere.

Quello che mi aveva preferita a tanti altri, che aveva visto qualcosa di speciale in una giovane strega orrendamente imbranata.

Quello che ripeteva sempre “Vigilanza costante!” per non farsi fregare dal nemico, probabilmente l’unico uomo che si preoccupava di non mettere la bacchetta nella tasca dei pantaloni per non perdere una chiappa, quando aveva già rinunciato ad un occhio e ad un pezzo di naso.

Non è possibile, Alastor, se sei morto tu, noi siamo spacciati…

Non riesco a trovare speranza, non trovo risposte…

Mi sento di nuovo persa, senza la mia guida personale in questo Inferno.

Alastor, ho ancora bisogno di te, non puoi lasciarmi così!

 Here I am. Will you send me an angel? 

“Ninfadora Tonks?”

Dal profondo dei ricordi una porta si apre sulla metà di un’impiegata del ministero, che mi chiama con quel nome orrendo.

“Dora…”Correggo.

“Prego, entri” mi invita senza sforzarsi di essere cordiale.

Nella stanza c’è un’altra donna impettita con una sorta di registro in mano, una piuma d’oca sospesa  a mezz’aria traccia segni distratti sui fogli. Due uomini sono seduti ad un tavolo. Uno indossa il distintivo di Capo del Dipartimento Auror e un’espressione accigliata, l’altro mezzo naso in meno e un occhio di vetro dalla pupilla blu elettrico in più.

E’ il Capo del Dipartimento a prendere la parola per primo. L’altro deve essere una sorta di consulente, penso.

“Signorina Ninfadora, i suoi-“

“Diamine, Gideon, chiamala Tonks! E’ una tortura per le orecchie, “Ninfadora”!!”

Esordisce burbero l’altro uomo, con un mezzo sorriso sghembo verso di me.

Non so se offendermi o divertirmi. Ma sento che il vecchio è un tipo a posto, dopotutto.

“Bene, Alastor, signorina Tonks, allora…” Riprende l’altro, contrariato.

Comincia a parlarmi dei miei scadenti risultati nell’esame di Pozioni, a blaterare sul fatto che “potrebbero inficiare la mia carriera” e robe del genere, ma io non gli bado troppo. Sento gli occhi dell’altro addosso, mi accorgo che sta cercando di farsi un giudizio imparziale anche se a pelle già si è fatto un’idea. Sono troppo imbarazzata per ascoltare. Lo fisso anch’io fino a che non è lui a distogliere lentamente lo sguardo.

“…tuttavia, come Metamorfomagus, lai ha un ottimo potenziale che il Dipartimento potrebbe sfruttare…”

“Basta, Gideon, andiamo al sodo, ho tre maghi oscuri in erba in programma oggi pomeriggio. La prendiamo o no?”

Deve aver letto qualcosa di determinante negli occhi dell’uomo chiamato Alastor, perché dopo una breve esitazione risponde:

“Bè…insomma…direi…direi di sì, dopotutto…”

Le parole del Capo-Dipartimento sono di nuovo interrotte bruscamente.

“Ottimo, allora andiamo, madamigella Ninfadora” mi dice con una smorfia, aprendomi la porta.

“Tonks” Lo correggo.

“Capisco. Ecco la tua cuccetta. Cominciamo domani con il vero addestramento. Benvenuta al Ministero” Aggiunge indicandomi con un ghigno un fetido lettuccio dalle lenzuola verde muschio.

Wiseman said “Just find your place in the eye of the storm” 

 

Sei stato tu a darmi il mio posto, e non intendo solo il posto di lavoro. Un posto riparato, nell’occhio della tempesta, alla tua ombra vigile, dove c’è quiete, ma una quiete labile e mutevole, pronta trasformarsi di nuovo in caos.

Forse mi hai protetto più di quanto non avessi intenzione di fare. Volevi lasciarmi nella tempesta, perché imparassi a proteggermi da sola, ma alla fine non ce l’hai fatta, mi hai messo al riparo nel suo centro perché non potevi buttarmene fuori, oramai. Ma avresti preferito sempre rischiare tu al posto mio. Che è quello che hai fatto, poi…

Dovrò prendere il tuo posto nella tempesta, ora, Alastor…

Cercherò di farti onore, per quanto potrò…

Ma preferirei che la tua ombra rassicurante tornasse a posarsi su di me.

 Here I am. Will you send me an angel?  

Una donna bionda, bassa e tozza, dagli occhi azzurri, si avvicina all’uomo dall’occhio magico, che sta sfogliando distrattamente un fascicolo appoggiato alla sua scrivania di legno consumato.

Senza neanche guardarla, l’uomo la ferma:

“Falla finita, Tonks…incasinerai la burocrazia, continuando a venire al lavoro in modo sempre diverso. Inoltre, la ciccia non ti dona.”

Rimango immobile nel punto in cui mi sono bloccata, lo stupore dipinto sul mio volto che lentamente ritorna esile e pallido mentre i capelli riprendono la solita sfumatura rosa cicca.

“Ma come fai? E’ grazie a quel coso, vero?” chiedo sedendomi sulla scrivania e indicando l’occhio blu elettrico.

“Si e no…ho cominciato a seguirti quando eri nell’Atrium…sai, un’estranea sospetta…Vigilanza Costante!...Ma solo tu riesci a far cadere anche i portaombrelli dietro alle porte di ogni piano mentre arrivi. Non ci si sbaglia.”

Here I am, in the land of the morning star 

La stella del mattino si mette a brillare di più proprio quando sta per andarsene.

E’ quasi l’alba, ormai, devo cominciare a rendermi conto che non mi manderai angeli, che non tornerai, ma semplicemente continuerai a consolarmi con i nostri ricordi.

Tu non hai smesso di brillare per tutta la tua vita, io cercherò di conservare in me un po’ della tua luce, quel bagliore nascosto sotto coltri di malumore e soffocato dal tuo burbero borbottare. Forse solo io l'ho visto splendere, come fossi una figlia, in quei rari momenti di allegria in cui provavi la soddisfazione dei miei progressi o mi canzonavi per la mia sbadataggine.

Cosa hai visto in me, Alastor?

Io non sono come te, sono imbranata, incauta, impulsiva…

Ma forse mi hai preso sotto la tua ala proprio per aiutarmi a superare i miei difetti.

Perché  credevi in quello che sarei diventata.

Perché pensavi che avrei potuto cavarmela da sola, poi…forse assomigliarti un po’.

Wiseman said “Just raise your hand and reach out for the spell

Find the door to the promise land, just believe in yourself” 

Giravamo insieme per il ministero, il duo più assurdo, forse, che tra quelle mura si fosse mai visto: il matto e la svagata, il paranoico e la distratta, il monco e la Metamorfomagus. Simili spesso, a volte opposti, mai in contrasto.

L’armonia che entrambi cercavamo l’avevamo trovata nella nostra complicità, nel tuo malcelato affetto, nel mio rispetto quasi filiale.

“Un giorno dovrai andare per la tua strada”

“Le nostre strade sono unite”

“No, Ninfadora Tonks. Sono contigue. La tua comincerà dove finirà la mia”

“Cosa vuoi dire?”

“Lo capirai quando arriverà il momento, e dovrai riconoscerlo da sola”

“Sei sempre il solito paranoico, Alastor. Credi di morire domani?”

“Chissà…” Ghignasti  “per allora, spero avrai imparato a credere in te stessa, ragazza”

“In così poco tempo? Ventiquattr’ore?” Sorrisi di rimando

“Credo che tu ce la possa fare…dovrai farcela, Tonks…”

 

Here I am. Will you send me an angel?  

  
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