Bonjour gente!
Si può dire che io sia "nuova" perchè è la prima fanfiction che pubblico ma sono "attiva" in questo sito da un anno buono. Questa storia è nata prorpio un anno fa quando, presa dall'entusiasmo, l'ho scritta di getto, senza pensare di farci nulla di concreto. Dopo un anno sono qui che la posto... perchè vi chiederete?? (fate almeno finta di esserne interessati xD) Beh perchè una mia amica mi ha letteralmente imposto di postarla :)
Spero non sia troppo orribile :D
Buona lettura
Silvia
Coscienza
Mi trovavo in un prato. Era
immenso... sembrava non avere fine, anche se all’orizzonte si poteva scorgere
una striscia scura... probabilmente alberi.
Dove sono?
Non trovai una risposta.
Come ci sono finita?
Neanche adesso trovai una
risposta.
Perché non sono a casa mia?
Niente.
Mi stufai dell’assenza di
risposte e decisi che sarei andata a cercarle...
Ma dove??
Iniziai a vagare per quel
prato smisurato in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa che indicasse una presenza
umana. Dopo poco decisi di avvicinarmi alla striscia scura, era un bosco.
Mancavano ancora qualche
decina di metri al limitare della boscaglia quando vidi una figura al limite
del bosco. Era un ragazzo, anche se non avrei saputo dire l’età da quella
distanza. Come a ubbidire a un ordine superiore le mie gambe si mossero da sole
in direzione della sua figura.
Quando mi trovai a pochi
metri di distanza dall’albero dove era appoggiato, riuscii a osservarlo in ogni
suo minimo particolare. Era pallido come un cadavere ma la cosa che più colpiva
in lui era la sua bellezza. Era talmente bello che sembrava una statua modellata
nel marmo più candido. Il ragazzo si scosse dando solo in quel momento
l’impressione di essere qualcosa di più di un pezzo di pietra. Mi fissò
intensamente esaminandomi come io avevo fatto poco prima con lui. Fece per
avanzare ma si arrestò, facendomi accorgere della sua attenzione a non uscire
dalla zona d’ombra creata dalle chiome degli alberi. Non feci in tempo
chiedermi il perché di questo strano comportamento quando il nel suo volto si
dipinse una smorfia di rabbia che mi fece voltare. In lontananza vidi un orso
enorme che correva in mia direzione con le fauci spalancate. Terrorizzata, iniziai
a correre verso il ragazzo ma più avanzavo più il prato sembrava ingigantirsi e
la distanza tra me e il lupo diminuire. Quando l’orso fu abbastanza vicino da
saltarmi addosso urlai con tutto il fiato che avevo, che, in effetti, non era
neanche molto, perché stavo correndo con tutte le mie forze.
Proprio quando pensavo che
sarei finita sbranata mi ritrovai in una cittadina apparentemente deserta.
Sbalordita, mi guardai
intorno. Ero in mezzo a una via costeggiata da case più o meno tutte uguali e,
di fronte a me, mi ritrovai il ragazzo del bosco, fermo come me in mezzo alla
strada.
Come c’era arrivato? Come
avevo fatto io? Ma, in effetti, io come c’ero finita in quel luogo assurdo? Mi
ci aveva portato lui?
Ora riuscivo a vederlo ancora
meglio: il corpo era tonico e muscoloso, coperto da una camicia nera mentre le
gambe erano fasciate da un paio di jeans. Dopo avergli squadrato il corpo, mi
persi nella contemplazione del suo viso...
C’era una sola parola per
descrivere il suo volto: perfetto. Qualsiasi altra parola non rendeva la... la
sua magnificenza. La bocca sembrava la fonte dei peccati del mondo, rossa,
vellutata, leggermente dischiusa. Mentre i suoi occhi erano di un meraviglioso color
oro.
Senza essermene resa conto lo
stavo fissando a bocca aperta... ok lo ammetto... spalancata!!!!
Mi fissava io lo fissavo.
Accennai un passo verso di lui ma si voltò e iniziò a correre. Cercai di
seguirlo ma correva troppo veloce. Dimostrando una coordinazione che io mi
sarei solo potuta sognare continuava a correre via da me, tenendo la testa
voltata per guardarmi. Lo persi dopo pochi metri per le stradine secondarie di
quella cittadina sconosciuta. Rallentai progressivamente sicura che non lo
avrei mai raggiunto. Infatti, non ero molto veloce e non avevo nemmeno
resistenza e l’equilibrio necessario per continuare la corsa. Osservai
curiosamente il paesello dove mi trovavo, ripensando alle domande che mi stavo
ponendo prima che quello strano e bellissimo ragazzo apparisse. Decisi di
chiedere aiuto, fiduciosa che qualcuno si sarebbe dimostrato gentile e mi
avrebbe indicato come tornare a casa: la mia priorità.
Provai a suonare il
campanello della casa di fronte a me ma non rispose nessuno. Mi girai per
provare con qualche altra casa quando mi trovai praticamente addosso al qualcosa...
che si dimostrò essere il tipo che stavo seguendo prima. Era almeno 10
centimetri più alto di me e per guardarlo in faccia alzai la testa. Lui allo
stesso tempo abbassò la sua per vedermi meglio. Ci bloccammo immediatamente
tutti e due quando, rispettivamente a metà del movimento, ci trovammo con i
visi a pochissimi centimetri di distanza. Ci fissammo negli occhi per un tempo
infinito. Mi stavo perdendo in mezzo all’oro. Quegli occhi erano così profondi
che sembravano risucchiarmi nelle viscere della sua anima per non lasciarmi più
andare. Ero travolta da questo vortice che aveva un non so ché di maligno. Intorno
a noi tutto sembrava sparire davanti a questa specie di ipnosi... un momento,
qui stava sparendo davvero tutto quanto!!! Aprii la bocca spaventata senza
sapere bene se mettermi a urlare o se domandargli cosa cavolo stava succedendo.
Non feci in tempo neanche a formulare la domanda (perché sì, avevo deciso di
evitare la scenata madre) che lui mi tappò la bocca col dito indice per
bloccarla. Senza neanche rendermene conto mi ritrovai ad assaporare il sapore
della sua pelle e ad annusarne l’odore. Come presa da una frenesia quasi
animale ma senza staccare i miei occhi dai suoi, leccai dolcemente il dito
poggiato sulle mie labbra.
A quel contatto il mondo
attorno a noi svanì. Lì per lì pensai fosse frutto della mia immaginazione poi
mi resi conto che stavo fluttuando SOLA nel bel mezzo del bianco. Provai a
girare la testa o a compiere un qualsiasi movimento ma non riuscii nemmeno a
muovere un dito.
Come dire... interessante!
Sono bloccata nel nulla....
Ti metti a fare sarcasmo anche qui??
Una vocina proruppe nella mia
testa.
E tu chi sei???
La tua coscienza mi pare ovvio... perché tutti
riconoscono subito la propria coscienza e tu no?? Perché mi dovevo beccare un
idiota???
Oi, vacci piano con le
affermazioni... se io sono idiota fino a prova contraria lo sei anche tu!!!
...
L’ho zittita!!!
Guarda che se mi zittisci, ti zittisci da sola...
Mi sono persa....
Taci va che è meglio! Piuttosto esci di qui!
Se fosse per te ci rimarrei
anche ma siccome ho ancora un pizzico di amor proprio ci proverò...
Solo allora mi resi conto
che:
1 Stavo amabilmente
conversando con una voce nella mia testa
Non una ma LA
voce!
Taci!!
2Ero bloccata nel... nulla
3 .... non lo so ma di solito
c’è sempre la terza opzione!!
No comment...
Eppure c’era qualcosa che non
mi convinceva... mi spostai una ciocca di capelli che mi faceva il solletico, la
solita che stava sempre in mezzo agli occhi. Maledetta parrucchiera con la
mania delle frangette!!!
Dopo aver compiuto quel gesto
mi accorsi di due cose veramente
importanti:
1 potevo muovermi di nuovo
2 avevo gli occhi chiusi!!!
Allora aprili veloce!
Ma che fretta hai?
Perché non li stai aprendo?
Se sei la mia coscienza
dovresti saperlo...
Si, ma sarebbe simpatico da parte tua risparmiarmi la
fatica di cercare di convincere una testarda del tuo livello...
E se apro gli occhi e sono
sola in un posto sconosciuto? E se non riesco a tornare a casa? Morirò sola nel
nulla
Scoppiai in un pianto
isterico.
Beh sola no visto che ci sono io...
Sei di molto aiuto... e poi
così non mi rassicuri!
Non devi e non puoi essere sicura accanto a me.
Cosa vuol dire?
Niente ma datti una mossa, ho fretta.
Così spalancai di botto gli
occhi.
Davanti a me si trovavano due
misteriosi occhi dorati che mi fissavano famelici. Non appena si accorse che
ero sveglia il tizio misterioso si tirò indietro come pentito, e iniziò a
fissarmi curioso, piegando la testa leggermente verso destra.
Dovrebbe essere vietato uno
sguardo del genere!!!
Tornai in presente e gli
rivolsi un sorriso tirato che sembrò tranquillizzarlo almeno in parte. A fatica
staccai gli occhi dal suo volto e mi concessi una panoramica del luogo. Ci
trovavamo in una radura attorniata da alberi giganteschi. Il suolo era
ricoperto da una soffice coperta di fiori, precisamente da margherite, le mie
preferite. La radura era addossata ad una parete da dove si tuffava una piccola
cascatella che terminava in un laghetto. Non vedendo fiumiciattoli che
partivano da lago intuii che ci doveva essere un fiume sotterraneo. Qualcosa di
freddo mi sfiorò il braccio facendomi venire la pelle d’oca ma dopo un’occhiata
scoprii fosse solo il SUO braccio.
“Sei freddo”
Viva la loquacità ed i complimenti...
Lui ammiccò e parlò per la
prima volta in mia presenza
“Sono fatto così”
“Fatto molto bene” commentai
tra me e me. La sua risata strafottente mi gelò... cazzo avevo parlato ad alta
voce!
Parapara parapara paraparapapà figur de
merdaaa...
E smettila di
cantare !!!
Arrossii fino a diventare
viola e lui mi guardò continuando a sorridere.
“Il tuo profumo è ancora più
buono quando arrossisci”
Lo guardai stralunata ma per
educazione lo presi come un complimento “Grazie”dissi incerta. Prima di espormi
volevo capire che diamine mi stava succedendo. Aspettai che dicesse qualcosa...
Diamine! Mi ha condotto in
questo luogo (perché sono sicura che sia tutta colpa sua se ora sono finita
tipo alice nel paese delle meraviglie) e ora se ne sta zitto????
Avrà altro a cui pensare…
Ma tu stai dalla sua
parte?!?!??
Più di quanto tu possa immaginare…
Vabò non insisto…
“Senti che cavolo ci faccio
io qui?? Chi sei?? Cosa vuoi da me?? Parla che cazzo voglio delle risposte!!
Voglio tornare a casa da mia madre, dai miei amici!!”
“Non puoi”
“Cosa vuol dire non posso??
Portami subito indietro!”
“Mi dispiace ma non ci riesco…”sussurrò
affranto.
“Non ci riesci?!!?” strillai
isterica.
Il panico prese il
sopravvento e mi mancò il fiato. Inizia ad ansimare ed un dolore terribile mi
attacco la testa. LUI provò ad sfiorarmi una spalla come consolazione ma lo scansai.
“Non mi toccare!”
“Calmati ti prego! ….Io non
ce la faccio, non posso resistere!” urlò come un pazzo.
Lo guardai tremando senza
sapere che dire o fare. Lui rimase immobile per un po’ di tempo con la testa
fra le braccia rannicchiato per terra accanto a me. Dopo quel che mi parve
un’eternità lentamente alzò la testa e mi piantò letteralmente gli occhi
addosso. Il suo sguardo era radicalmente cambiato. Quei due paia di occhi color
oro che mi avevano incantato erano scomparsi, al posto loro c’erano due occhi
rossi come il sangue che sembravano lampeggiare dalla rabbia. Com’erano spariti
gli occhi dorati sparì l’incanto che mi teneva legata a quel ragazzo e,
finalmente consapevole del pericolo, arrancai indietreggiando, cercando di
scappare.
Cazzo faccio, coscienza? Quello
non è tutto normale!!
Rimani ferma e aspetta la tua fine, perché io ti ho portato
qui per uno scopo preciso e non puoi scappare per codardia!
Un ghigno malefico si disegnò
sul volto del mostro.
Sciocca umana sono io, il mostro che hai di fronte
quello che tu chiami “coscienza”.
Un urlo strozzato mi uscì
dalla bocca, ero in trappola!
Poi il ragazzo si avvicinò
lentamente allungando il suo viso sul mio collo. Chiusi gli occhi e aspettai la
morte. Un dolore acuto mi pervase la gola e il buio mi avvolse portandomi via.