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Autore: Yuko    10/08/2005    3 recensioni
Un'ingenua ragazzina scopre di essere l'unica in grado di salvare un mondo di cui ignorava perfino l'esistenza. Con l'aiuto di un misterioso e imperturbabile ragazzo, dovrà affrontare le sue più angoscianti paure.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La leggenda di Vangorn

Prologo

_Si sentiva a malapena, ma forte abbastanza affinché tutti i presenti riuscissero a sentirlo. Non era finita. Sotto quelle macerie c’era qualcuno che implorava aiuto. Se si ascoltava con attenzione si potevano riconoscere gli strazianti vagiti di un neonato, rimasto incredibilmente incolume da quella sciagura. Erano ore che Morsten scavava a mani nude tra i grandi massi che gli ferivano le mani e tra la polvere che lo accecava, ma quell’innocente e disperato pianto non si era ancora placato e lui, un uomo grande e grosso dagli occhi pieni di speranza, non si era ancora arreso. Per fortuna, Morsten non era solo. Al suo fianco c’era la donna che aveva permesso a quel bambino che tanto gridava di vedere la luce e di assaporare, anche se per poco, la vita…era lei che l’aveva fatto nascere; si considerava quasi la sua seconda madre. Anzi, ora come ora, lei era l’unica madre rimastagli. Non poteva permettere che gli Dei lo accogliessero nel loro mondo, non ancora perlomeno.

“Dov’è!? Dov’è!? “ continuava a ripetere Morsten nervosamente, senza fermarsi un attimo.

All’improvviso si sentì una leggera esplosione poco lontana da loro. Non ebbero il tempo per voltarsi a vedere cosa fosse successo perché un’accecante e ignota luce arancione inghiottì ogni cosa.

Morsten cercò disperatamente di aprire gli occhi, ma era un’impresa del tutto impossibile. Il suo pensiero andò alla donna che lo stava aiutando.

“TADIN!” chiamò con quanta voce aveva in corpo “TADIN, DOVE SEI?”

“Sono qui, Morsten!” rispose una voce vicina a lui più di quanto potesse immaginare “Che sta succedendo?”

“Non lo so, ma non mi sembra nulla di buono!”

Così com’era giunta di colpo, la luce arancione, si dissolse. Le nuvole tornarono a soggiogare il cielo e una leggera pioggerellina cominciò a scendere. Morsten e Tadin restarono in silenzio per qualche istante, confusi come non erano mai stati.

A nessuno dei due piaceva quel pesante silenzio nel quale era piombata ogni cosa. Si sentiva soltanto il tenue scroscio della pioggia sui massi e sul terreno. Non si udiva più alcun rumore…neanche un gemito.

“Oh mio Dio !” esclamò Morsten accorgendosi che anche il pianto del bambino si era acquietato. “La principessa!”

Lui e Tadin ricominciarono a scavare tra le macerie, ma fu proprio a qual punto che udirono delle infantili ed innocue risate. Si fermarono all’istante.

“E’ lei…” disse Tadin quasi in un sussurro avvertendo una folle speranza insinuarglisi nel cuore.

Si alzarono in piedi e a pochi metri da loro scorsero un involucro di coperte che si dimenava fra le macerie. Sul volto di Morsten apparve un grande e meraviglioso sorriso, il suo cuore si colmò di gioia.

“E’ viva!” esclamò avvicinandosi. La prese tra le braccia e la fissò dritta nei suoi occhi blu: “ Vostra Altezza! Siete viva! Non potete immaginare la felicità che provo a vedervi sana e salva!”

La bambina guardava incuriosita e divertita il suo salvatore…per lei tutto quello non era niente di più che un gioco.

“Cosa succederà adesso, Morsten?” domandò Tadin accarezzando affettuosamente le guance della piccola. “Ora che il Re e la Regina sono morti, chi si prenderà cura di lei? Nessuno deve sapere che è sopravvissuta!”

Morsten rimase in silenzio a pensare. La principessa non poteva restare li. Doveva allontanarsi più che poteva dal regno di Vangorn. Se possedeva lo stesso dono della madre doveva assolutamente scappare da lì. Ad un tratto qualcosa attirò il suo sguardo. Sulla mano sinistra della bambina era apparso uno strano disegno. Morsten lo studiò molto attentamente. Era la rappresentazione di un grande uccello dalle ali infuocate. Il suo cuore fece un grande balzo:

“…la Fenice…” sussurrò tra se e se incredulo.

Tadin lo fissò incredula.

“Come? La fenice? Se sicuro che sia proprio la Fenice?...” Lui non la sentì nemmeno. Ora non c’erano più dubbi. La principessa aveva ereditato il grande dono che contraddistingueva la regina dagli altri esseri umani; un grande fardello che avrebbe segnato per sempre il suo destino. Se quel disegno significava davvero ciò che lui pensava, c’era solo una cosa da fare…

“Devi scappare da qui, Tadin!” esclamò cupamente porgendo la bambina alla donna.

“C-come?! Che stai dicendo?!” domandò lei con timore e riluttanza.

“Devi andartene da Vangorn…devi portare la principessa lontano da qui…devi andare dove loro non possono trovarla…”

“E dove vado?! Tengono d’occhio ogni cosa qui…”

“Dirigiti al Portale!”

“….no…” strepitò lei con gli occhi pieni di paura e il volto divenuto pallido all’istante “…io non oltrepasserò il Portale! Non andrò nelle Terre Senza Nome!”

“E’ l’unica cosa da fare , Tadin…non c’è altro modo!”

“Ma io non conosco nulla di quel posto! Nessuno ha mai avuto il coraggio di avventurarsi lì dentro!”

“E’ proprio per questo che devi andarci! Le possibilità che vengano a cercarvi lì sono molto limitate, quasi nulle… e comunque, non credo che sia molto diverso da qua! Laggiù non ci abita nessuno, non correrete alcun rischio… e poi…” tacque un attimo guardando la principessina “… non sarai sola! Hai sempre desiderato diventare madre, adesso puoi farlo!”

“Ma quando potrò tornare!?”

“…Non preoccuparti…manderò qualcuno a prendervi…oppure verrò io stesso di persona…non lo so! Ma non vi lascerò laggiù, stai tranquilla!!”

Tadin, con gli occhi che a stento trattenevano le lacrime, stava per dire qualcosa, ma Morsten si voltò di scatto verso le colline che segnavano il confine di quella città, ormai completamente distrutta, dal resto del mondo. Riusciva a sentirlo. Lui stava arrivando. Poteva percepire una grande forza avvicinarsi minacciosamente. Non c’era più tempo. Tadin e la principessa dovevano scappare.

“Scappa Tadin!” esclamò a gran voce.”Lui sta arrivando!...sento la sua presenza sempre più vicina”

“E’ una pazzia…s’accorgerà che manca il corpo della principessa…come pensi d’ingannarlo?!”. Morsten chiuse gli occhi per un attimo ed emise un lungo sospiro. Si avvicinò alle macerie di una casa lì vicino…la stessa in cui aveva vissuto per tanti anni assieme alla moglie e alle due figliolette.

“Morsten…che fai?...non vorrai mica…”

“Si, Tadin…” disse tirando fuori dalle macerie un piccolo corpo dilaniato. “E’ l’unica soluzione!...sostituiremo il corpo della principessa con quello di mia figlia…hanno la stessa età…nessuno se ne accorgerà…”

“Non puoi farlo… “

“Ti ripeto…che è l’unica soluzione!” Tadin non poté fare a meno di notare le numerose lacrime che segnavano il viso di quell’uomo che tutti credevano inalterabile. Lo guardò con ammirazione per il grande coraggio che stava dimostrando ed era certa che grazie a quel suo folle e disperato piano lei e la principessa avrebbero avuto almeno una qualche possibilità di salvarsi, ma allo stesso tempo avrebbe tanto voluto riuscire a fargli cambiare idea e andare incontro al suo destino. La figlia di Morsten meritava di riposare in eterno assieme a sua madre e a sua sorella, non insieme a due sconosciuti che, pur essendo Re e Regina, non valevano niente per lei. Morsten baciò la fronte della sua bambina e la depose accanto ai corpi senza vita dei Reali.

“Perdonami, piccola…ma grazie a te forse Vangorn avrà un futuro…hai conosciuto l’onore prima ancora di capire cosa fosse, figlia mia…”

Detto questo guardò Tadin: “Scappa…non ti voltare mai…non fermarti un solo istante e soprattutto non arrenderti…” Tadin lo contemplò con occhi pieni di lacrime.

“Possa questa mia promessa ridare la speranza a chi ormai l’ha perduta!”

Si voltò e iniziò a correre più forte che poté, stringendo forte a se il piccolo e fragile corpo della principessa.

“Ce la faremo, Mei..” disse cercando di farsi coraggio “Vedrai…ce la faremo!…”_

  
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