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Autore: Haze    10/08/2005    9 recensioni
Una storia romantica spezzata da un destino inaccettabile. Un cuore che cerca di raccogliere i propri cocci, persi nei ricordi di un passato indimenticabile.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Cho Chang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Sono tornata per un’altra piccola one shot… in questo periodo non riesco a fare altro che queste! (^ ^ ) Ho deciso di utilizzare due personaggi non molto diffusi in questo sito quali sono Cho Chang e Cedric Diggory…o meglio, parecchie volte ho letto di loro, ma ritengo che si sia diffuso un giudizio errato delle vicende che li coinvolgono…soprattutto per quanto riguarda Cho.

Per questo ho deciso di proporvi la mia visione delle cose, perché se leggere nei cuori di persone in carne e ossa è difficile, lo è ancora di più riuscire ad immaginare ciò che possono provare personaggi inventati e distorti a suo piacimento da una ( grande, illustre, fantastica…ave J.K.Rowling! ^ ^) scrittrice.

Ho scritto questa ff ascoltando “Undress me” di Angunn…è stata la musica a guidarmi e anche se il testo non ha alcun legame con il contenuto della one shot se ne avete la possibilità mentre leggete ascoltate questa canzone...io l’adoro, e così magari riuscirete a sentire più o meno ciò che ho avvertito io scrivendo…Non mi rimane altro che presentarvi…

il MIO Cedric, la MIA Cho, la LORO storia.

Spero leggerete senza affidarvi a pregiudizi, finendo per considerare tutta questa one shot una vicenda ridicola e senza fondamento…

Buona lettura!

Haze.

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&%&%& Lacrime d’eternità %&%&%

La luna era chiaramente visibile da quella finestra. La sua luce rischiarava il buio circostante con una speranza nuova, un bagliore perpetuo e candido che in un solo riflesso riusciva a colmare l’oscurità di tenerezza e fiducia.

Mani sottili stringevano con innaturale forza le ante della finestra, il viso inclinato verso l’alto ed illuminato dalla luce candida della luna. Gli occhi erano colmi delle lacrime lucenti che cercavano di reprimere e parevano contornati da mille diamanti liquidi, rendendo il nero delle iridi della ragazza una gemma preziosa incastonata nello sfavillio delle lacrime, brillanti come stelle.

Quanta debolezza era racchiusa in quello sguardo supplichevole, nel silenzio di quella muta preghiera che Cho rivolgeva alla luna… tutta Hogwarts pareva addormentata quella sera, eppure lei era sveglia, sveglia a contemplare il cielo che più volte lei e Cedric avevano rimirato insieme…

*- Guarda, è meraviglioso, vero? - Cho si aggrappò alla manica della divisa di Cedric, indicando il cielo. Il ragazzo sorrise avvolgendole le spalle con un braccio.

- Sarà una frase fatta, ma non sarà mai meraviglioso quanto te…- le sussurrò in un orecchio, il sorriso dipinto sulle labbra. Cho arrossì coprendosi il volto con le mani.

- Perfido adulatore! - disse ridendo.

- Perfido? Io?!? - chiese con finta espressione scioccata.

- Esattamente! Prima mi fai i complimenti, poi tutto il giorno non mi degni di uno sguardo! - ribattè la ragazza indignata.

- Dai, Cho! Lo sai che avevo gli allenamenti di quiddich oggi! -

Cho sbuffò contrariata. Cedric le si avvicinò, prendendole il mento con una mano e girandolo lentamente verso di sé. - Che devo fare per farmi perdonare? - sussurrò sorridendo complice.

Cho inclinò il capo, gli occhi che brillavano. - Resta con me stasera. -

Cedric sorrise di nuovo. *

I ricordi continuavano ad assillarla…ogni aula, ogni giardino, ogni stella in quel cielo sfavillante la riportava al suo sorriso, ai suoi occhi celesti, ai dolci baci che le aveva donato. Non riusciva ancora a crederci. Cedric. Morto.

Le lacrime scivolarono lente lungo le guance della ragazza mentre i suoi occhi stanchi si stringevano e le ciglia si congiungevano in un’umida stretta. Immediatamente i dorsi delle mani di Cho andarono a soffocare quello sfogo.

Ci aveva provato, davvero. Aveva provato ad andare avanti senza di lui, a dimenticarlo. Era anche uscita con Harry, aveva cercato con tutta sé stessa di voltare pagina, ma sembrava che quella pagina fosse stata incollata alle sue dita, parte integrante di esse. Non poteva negare di aver provato qualcosa per Harry, non poteva negare di averlo baciato spinta soltanto dal sentimento, ma non poteva nemmeno negare di aver immaginato le labbra di Cedric in quel bacio. Era stato un gesto meschino nei confronti di Harry, per questo poi era scappata via.

Quando si erano rivisti a San Valentino… nulla era andato come avrebbe voluto: tutto ciò che la circondava in quel locale le ricordava terribilmente Cedric, anche Roger Davies, del quale aveva rifiutato l’appuntamento in memoria del suo…ex fidanzato.

Quanto dolore le procuravano quelle parole… a malapena riusciva a pensarle e quando lo faceva non poteva fare altro che scoppiare in lacrime. Sapeva che all’interno della scuola tutti la consideravano una piagnona, una ragazza fragile, ossessiva. Ma per lei tutto era diventato troppo pesante. Era troppo pesante vivere nei ricordi, troppo pesante svegliarsi la mattina con la convinzione che quel giorno avrebbe rivisto Cedric, e rendersi conto poi della realtà, della cruda realtà. Troppo pesanti le lettere dei genitori che cercavano di confortarla con inutili discorsi sulla morte, troppo pesanti le parole delle amiche che cercavano di risollevarle il morale… troppo pesanti i tentativi che aveva fatto Harry quel giorno di cambiare discorso…

Cho pensava di aver trovato finalmente una persona con la quale parlare liberamente, senza temere di fare la figura della pazza melodrammatica, una persona che avrebbe potuto capirla, che aveva vissuto la morte di Cedric sulla propria pelle, che forse provava il suo stesso vuoto dentro… Perché questo era quello che avvertiva ora Cho dentro di sé: il nulla. Un buco nero che a poco a poco stava risucchiando tutti i suoi sentimenti più nascosti e più esposti a quell’oscurità turbinante.

Le pareva di trovarsi di fronte ad un muro, no, non un muro, non un recinto…un iceberg. Un blocco enorme di ghiaccio, così spesso e sconfinato da non riucirne a vedere né la fine né l’inizio. Un agglomerato di gelo e lacrime, attraverso il quale era impossibile passare senza che una parte di quel freddo le rimanesse incollata addosso, infiltrandosi nei suoi sentimenti, andando alla ricerca dei suoi punti deboli per poi attaccarli con ferocia, con quella violenza dalla quale non aveva armi per difendersi. In ogni caso lei continuava a camminare, a mettere un piede di fronte all’altro tirando spallate al ghiaccio che la sovrastava, ma aveva freddo. Aveva i brividi ad ogni passo, e ad ogni passo vacillava, nella tentazione di fermarsi e rimanere lì, in quello stato catatonico, addormentarsi mentre ancora era scossa dai tremori. Eppure andava avanti. Neppure lei sapeva perché. O forse lo sapeva, ma il motivo era così profondo che ne era quasi incosciente. Sapeva soltanto che c’era qualcosa a spingerla, ad alzare con due dita quel mento che lentamente si stava piegando sempre più verso il basso. Le dava forza con delicatezza, tanto che era lei a dovervisi aggrappare voracemente, mentre ancora si chiedeva perché lo stava facendo. Ci provava realmente. Lei VOLEVA ricominciare a vivere, voleva accettare quel dolore, ma di tanto in tanto non poteva fermare le lacrime, non ce la faceva. E Non ce la faceva perché l’unico conforto al quale si aggrappava era il fatto di vivere per Cedric. Vivere la vita che lui non avrebbe più potuto assaporare. E questa convinzione non faceva altro che ricordarle ciò che era accaduto, ciò che non avrebbe più condividere con lui.

* La sera del ballo del ceppo le pareti della sala erano tutte coperte di brina d’argento scintillante, con centinaia di ghirlande d’edera e vischio che s’incrociavano attraverso il nero soffitto stellato. I tavoli delle case erano spariti; al loro posto ce n’erano un centinaio più piccoli, illuminati da lanterne, e ciascuno ospitava una dozzina di persone. Cedric e Cho entrarono guardandosi attorno meravigliati. Cho ravvivò la stretta nella mano del ragazzo. Questo se ne accorse e la guardò sorridendo. - Ti piace? - mormorò. Cho annuì estasiata. - E’…è magico! - Cedric accennò una risata. - Vorrei ricordarle che siamo in una scuola di magia, signorina! -

- Beh…non può esistere una magia nella magia? - disse la ragazza sorridendo. Cedric la guardò di sbieco. - Come, prego? -

- Ah, lasciamo stare, figuriamoci se uno sportivo accanito come te riesce a capire certe

fantasie! - Il ragazzo sbuffò. - Ma allora è una fissa la tua! E poi anche tu giochi a quiddich! -

Cho fece spallucce. - Touchè! Dai, vieni, dobbiamo iniziare le danze! - disse prendendo

entrambe le mani al suo accompagnatore. Cedric la seguì, avvolgendo il suo bacino in un abbraccio gentile. Prima di iniziare a ballare Cho appoggiò il viso sulla sua spalla, lasciandosi cullare. *

Cho era ancora appoggiata al davanzale della finestra quando la porta della soffitta si aprì. Marietta entrò in punta di piedi, la bacchetta stretta nella mano destra illuminata.

- Cho! - disse sottovoce. - Sei ancora qui? Ma sai che ore sono? Avanti, vieni a dormire… -

La ragazza si voltò con un sospiro. - Ancora qualche minuto, Mary…arrivo…-

L’amica inclinò la testa di lato, un’espressione preoccupata sul volto.

- D’accordo, ma se entro una decina di minuti non sei arrivata vengo qui e ti trascino a forza! - disse sorridendo mentre si chiudeva la porta di legno alle spalle.

Cho si voltò di nuovo verso la finestra, osservando per un ultimo istante la luna brillante nel cielo di velluto. Per una volta si sarebbe lasciata andare. Quella sera ne aveva bisogno.

Si lasciò trascinare dall’immaginazione, tornò indietro nel tempo, e in un attimo Cedric fu lì con lei, a stringerla in un abbraccio caldo, mentre un suo bacio leggero si depositava sulla sua guancia. Cho sorrise sciogliendo la sua presa.

- Devo andare a dormire Cedric… ci vediamo…- sussurrò dirigendosi verso l’uscita. L’immagine del ragazzo scomparve …così come la figura di Cho si eclissò dietro la porta in mogano.

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* I due ragazzi sedevano all’ombra di un grande salice nel giardino di Hogwarts. Le prime stelle stavano lentamente comparendo su quel cielo sempre più scuro e un leggero venticello faceva dondolare le fronde degli alberi, ma nulla sembrava raggiungerli, nulla pareva turbare la serenità che regnava tra loro in quel momento. Cedric cingeva le spalle di Cho con un braccio e la ragazza teneva il volto appoggiato sul petto del compagno, ascoltando il battito del suo cuore: era più veloce del solito, leggermente irregolare.

- Sei nervoso. - sussurrò alzando lo sguardo verso il fidanzato.

Cedric sorrise. - Domani avrà luogo la prova più difficile…-

Cho si dispose al suo fianco, stringendogli una mano. - Già…la terza prova del grande e famoso Torneo Tremaghi…- recitò con tono melodrammatico per poi sfoderare un brillante sorriso.

- Vedrai, ce la farai senza problemi. - aggiunse accarezzandogli una guancia. Cedric le afferrò dolcemente il polso e le scoccò un lungo bacio a fior di labbra. Si separarono lentamente.Cho teneva gli occhi chiusi, e quando li riaprì si riverberò in due specchi celesti, così limpidi che avrebbe desiderato tuffarvisi. Cedric si alzò delicatamente, prendendola per mano.

- Dobbiamo andare. Non so se riusciremo a vederci domani…augurami buona fortuna, ok? - chiese dolcemente cingendola in un ultimo abbraccio.

Cho posò le labbra in un bacio sulla sua guancia.

- Buona fortuna, amore mio. - *

The end

Eccomi giunta alla fine… non nego che questa one shot sia veramente cortissima, ma leggendo tutti i commenti riferiti a Cho Chang nelle fan fiction di questo sito non ho potuto fare a meno di provare a smentire le voci.

Non so se sono riuscita nel mio intento, ma…vorrei solo stressarvi con un ultimo messaggio: solitamente tutti leggono i volumi di J.K.Rowing dal punto di vista di Harry, interpretando tutto ciò che pensa quasi fosse legge.

Provate invece ad immedesimarvi in un personaggio secondario quale è appunto Cho… ha perso il fidanzato e non sa neppure come sia morto, che cosa glie l’abbia portato via… se non avete mai perso nessuno nella vostra vita, beh, vi assicuro che è orribile, e non basta qualche giorno per dimenticare il tutto. Si soffre, e molto. Io penso che Cho sia semplicemente molto emotiva e si lasci trasportare dalle emozioni senza trovare il coraggio di dimenticare…

Ok, basta! Ho finito con la mia performance strappalacrime!

Mi raccomando, che siate contrari o no al mio pensiero… RECENSITE!!!

Haze.

  
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