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Autore: Haze    10/08/2005    5 recensioni
Le parole di Draco. Parole ad un padre che con violenza sta strappando la sua vita, parole a sé stesso, che la sua vita non l�ha mai compresa. Parole di chi ormai non più nulla da perdere? parole di nella sconfitta sa di avere vinto.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vittoria

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Oscurità. Buio. Gelo. Il tintinnio delle catene contro la dura pietra. Mio padre si è dimenticato di togliermele. Oh, stavolta era arrabbiato, era davvero furibondo.

- Sei una vergogna, Draco Malfoy. - mi ha detto. E poi mi ha colpito. Forte, secco, come tutte le volte.

E’ da circa un mese che sono qui , almeno credo.

Ho perso il conto dei giorni..

Qui dentro non vi è differenza tra il giorno e la notte, è tutto buio, nero, freddo, sia quando i primi raggi dell’alba accarezzano l’erba delle praterie, sia quando gli ultimi raggi del tramonto invogliano i campi ad attendere il giorno seguente.

Qui è sempre e solo freddo, gelo.

I polsi bruciano, grattati dalle pesanti catene di metallo. Penso siano tagliati , ma non riesco a vedere il sangue… questa cella è troppo buia.

Penso a come ho fatto a finire qui.. Oh, certo,ora ricordo. Eravamo nel salone, quel caldo, sicuro salone dagli splendidi arazzi alle pareti , quello con i soffici sofà di pelle scarlatta … faceva caldo là dentro, non come qui . Mio padre mi chiese di sedermi. Lo feci. Avevo sempre fatto quello che mio padre mi ordinava di fare. Lo consideravo un onore. Mio padre era un personaggio importante, degno di rispetto, di fronte al quale pochi , pochissimi , osavano utilizzare un linguaggio sgarbato, ora so perché. Mi chiese se ero disposto a fare tutto per l’onore di famiglia , per diventare un grande , uno come lui . Gli dissi di sì .

Ma non sapevo cosa mi avrebbe chiesto dopo.

A dire il vero avrei dovuto immaginarlo, ma ogni giorno, quando quel pensiero mi assillava , lo allontanavo , “ non accadrà mai” mi dicevo. E invece è accaduto. Mi ha chiesto di diventare un mangiamorte.

Non volevo. No, non voglio. Glielo dissi .Gli dissi che non l’avrei accontentato stavolta, che volevo essere padrone delle mie azioni , che non avevo intenzione di seguirlo a corte dell’oscuro signore. Oh , non ha capito , no . Ha preso ad urlare, così forte che neppure ho ascoltato cosa stava dicendo, per paura di vedere i miei timpani frantumarsi in centinaia di schegge. Non volevo diventare un mangiamorte , non voglio . Questa è sempre stata l’unica cosa che ho sempre detestato in mio padre: lui era ed è uno schiavo nella sua onnipotenza . Aveva ed ha il potere fra le sue mani , ma in realtà non è altro che una lurida marionetta nelle mani dell’oscuro signore , di Voldemort.

No, non ho paura di pronunciare quel nome . Ormai non ho paura di nulla. Cosa potrebbe accadermi di peggio? Nulla . Ma non diventerò mai un mangiamorte .

Lo so , sono già una marionetta, i cui fili sono stretti con assurda ferocia nelle mani di mio padre . Tutti , tranne uno .

La mia mente.

Il mio corpo può anche essere suo , posso anche camminare solo perché lui mi dice di farlo , ma non porrò mai tra le sue mani il filo che controlla i miei pensieri . Non lo consegnerò mai all’oscuro signore . Io non diventerò mai un mangiamorte .

La porta si apre. E’ tornato, ancora una volta.

La luce che viene dall’esterno mi colpisce come sottili aghi negli occhi : bruciano , e lacrimano. Piango. Non so se è per la luce o per altro, ma piango . Smetto subito . Lui non mi deve vedere così . Non gli darò questa soddisfazione .

Mio padre entra a passi lenti , i quali rimbombano nella mia cella gelida .

- Ciao Draco - mi dice. Non rispondo . Non so se ne avrei la voce . Lo guardo soltanto , comprimendo in questo sguardo ormai vuoto quanta più rabbia e odio riesco a comprimervi , ma non credo siano visibili . Lui non se ne accorge . E’ vero, il mio dolore e la mia collera sono troppo profondi per tornare a galla così facilmente .

Lui continua a guardarmi . So cosa sta per chiedermi . So cosa mi sta già chiedendo in quel silenzio grave . Mi chiede se ho cambiato idea .

No .

la mia testa si muove a destra e a sinistra , in un cenno di diniego , debole, ma allo stesso tempo orgoglioso e potente. Lui mi guarda con astio . Ecco , sta per cominciare . Cosa userà questa volta? Di solito dipende dall’umore: a volte si limita a schiaffeggiarmi , rendendo rosse le mie guance pallide , sferrando le sue grandi mani sul mio volto con una forza che non credevo fosse possibile utilizzare, ma quando è arrabbiato… a volte usa i cruciatus, come migliaia di pugnali che si infiltrano secchi nella mia pelle , lasciando il mio corpo intatto ma lacerandomi dentro , altre volte il flagello, con il quale fa strazio del mio petto , della mia pelle . Anche se per ora ha adottato questo ultimo metodo solo raramente : penso gli faccia effetto vedere scorrere il suo stesso sangue, sangue Malfoy. E’ così , papà? Sì , io penso di sì .

Ogni volta lui si avvicina, portando con sé le catene , mi lega i polsi al muro , e poi si diverte come meglio crede . L’ultima volta si è scordato di togliermele , i polsi bruciano , penso siano tagliati .

Fino a qualche giorno fa ogni tanto veniva la mamma a curarmi le ferite: entrava nella mia cella lentamente, come mio padre , e io sussultavo , temendo che il momento fosse già giunto . Ma era lei , con le sue mani delicate , che lavava il mio petto dal mio stesso sangue, e mi nutriva con dolci carezze mentre le sue lacrime bagnavano il mio viso . Penso soffrisse davvero per me . Ma poi mio padre ha scoperto che mi stava aiutando e le ha proibito di tornare, a meno che non voglia venire a farmi compagnia .

Intanto lui è lì , che mi guarda , che osserva la sua sconfitta sul mio viso. Esatto padre, perché io so perché sei così irato : al tuo signore serve un infiltrato ad Hogwarts, qualcuno che lo aiuti ad attirare verso di sé Potter, ed io potevo essere perfetto per quel compito , vero? L’unico , per l’esattezza . Tiger e Goyle sono troppo scemi per poter aspirare ad un compito del genere, e gli altri figli di mangiamorte troppo insicuri … tu speravi in me , vero ? Speravi di poter così ottenere un riconoscimento dal tuo padrone , vero ? Beh , allora continua a guardarmi , continua a leggere la tua sconfitta di fronte al mio rifiuto. Perché anche se non lo ammetti , io ho vinto , padre . Ho vinto , e tu lo sai .

Lucius mi si avvicina . Prende le catene che mi legano i polsi e le tira in alto, agganciandole ad un anello sopra il mio capo. I polsi bruciano .

Che cosa farai ora, padre? Di che umore sei oggi?

Lucius estrae il flagello da sotto il suo mantello corvino. Lo fa schioccare mentre frusta l’aria.

No, non è decisamente di buon umore.

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E’ la mia prima one shot… non ne ho un’alta considerazione, in quanto non si tratta di nulla di così originale né innovativo…semplicemente è frutto di un momento difficile e soprattutto di un mio grande impegno per quanto sia stato possibile.

Ho deciso di pubblicare su questo sito tutte le storie che da ora in poi scriverò…e questa è la prima tra tante.

Il mio ( devo dire piuttosto lugubre ^ ^) esordio.

Recensite!

Haze.

  
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