Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Ili91    06/04/2010    6 recensioni
A seguito di una pozione esplosa, Ron comincia a sentire i pensieri delle persone che gli stanno vicine e si accorge per caso che i suoi due migliori amici, Harry e Hermione, si sono innamorati l’uno dell’altro. Decide pertanto di fare qualcosa in proposito.
Questa fanfiction ha partecipato al concorso indetto da Kukiness, DON'T OPEN THIS COOKIE (disastrous day inside) e si è classificata ottava.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una goccia di troppo... o no?
Premessa: Questa fanfiction ha partecipato al concorso indetto da Kukiness, DON'T OPEN THIS COOKIE (disastrous day inside) in cui bisognava scegliere una o più profezie tra quelle proposte e crearci una storia ambientato nel magico mondo di Harry Potter. La fanfiction si è classificata ottava.

Questo è il giudizio che ha ricevuto:
OTTAVO POSTO – Una goccia di troppo... o no?, di Ili91
Punti totalizzati – 40/50
Trama: originalità e struttura – 4/5
Stile narrativo – 7/10
Sfruttamento del tema proposto – 4/5
Caratterizzazione dei personaggi – 9/10
Grammatica e sintassi – 8/10
Giudizio personale – 8/10
Trama: originalità e struttura
Una bella mattina Ron decide di dare un'occhiata all'oroscopo sul giornale, che purtroppo per lui gli preannuncia una giornatina per niente facile. La profezia sembra essere confermata durante l'ora di Pozioni, quando il calderone di Ron esplode ricoprendolo di pozione dalla testa ai piedi. Ma forse non tutto il male viene per nuocere: è tutto nelle mani di Ron “Cupido” Weasley.
Che carina. La fanfiction di Ili91, lo ammetto, sorridevo tra me e me da sola davanti allo schermo.
La trama è semplice, forse un filino ingenua, ma davvero molto carina: una commedia romantica senza pretese che nella sua semplicità e nella sua leggerezza riesce a centrare esattamente l'obiettivo. L'intreccio non è particolarmente complesso, ma Ili91 riesce a gestire tutti i tasselli della storia con allegria e simpatia: alla fine tutti i conti tornano e ogni cosa, profezie comprese, va al suo posto.
Vero è che ho riscontrato qualche ingenuità: sarebbe stato meglio approfondire un po' di più la nuova super capacità di Ron, ad esempio, perché aveva un potenziale davvero interessante! Invece, malgrado la sua indubbia utilità ai fini della trama, viene usata un po' superficialmente. Anche l'intervento di Silente avrebbe dovuto essere giocato un po' meglio: forse, invece del buon vecchio preside, sarebbe stato meglio sfruttare l'intervento della professoressa Cooman e di un'altra sibillina profezia. Oppure, semplicemente, far arrivare Ron da solo alla conclusione, dopo aver ascoltato accidentalmente i pensieri di Harry e Hermione, di utilizzare il nuovo potere per aiutare i suoi amici.
Per il resto, non ho molto da eccepire. Questa fanfiction mi ha divertita e intenerita. Un ottimo lavoro.
Stile narrativo
Sono costretta a penalizzare lo stile narrativo. Ci sono due errori gravi:
i sinonimi del nome proprio. Abitudine profondamente sbagliata ma diffusissima negli autori di fanfiction è l'utilizzo sconsiderato che si fa dei sinonimi per evitare di ripetere nello stesso paragrafo il nome proprio di un personaggio. Il risultato è che Ron diventa in un solo paragrafo: Ron, il rosso, il Grifondoro, il ragazzo, il grifone. Questa abitudine è sbagliata e penalizza moltissimo lo stile di un racconto. Non bisogna aver paura di ripetere il nome proprio di un personaggio. È ovvio comunque che non è necessario farlo fino alla nausea. Per spiegarmi meglio, userò un esempio:
[1] Erica prese una pagnotta. Erica la tagliò e la farcì con formaggio, prosciutto cotto e cetriolini sottaceto.
«Ne vuoi metà?» chiese Erica rivolta a Carlo, porgendogli il panino.
Carlo guardò Erica schifato. «Ma ci sono i cetriolini!» protestò Carlo. «Io sono allergico ai cetrioli.»
Ecco. In paragrafi del genere è oggettivamente brutto ripetere tante volte il nome di una persona. Attenzione però! Non è brutto perché si ripete tante volte lo stesso nome! Infatti suonerebbe altrettanto male se scrivessi così:
[2] Erica prese una pagnotta. La ragazza la tagliò e la farcì con formaggio, prosciutto e cetriolini sottaceto.
«Ne vuoi metà?» chiese la moretta rivolta a Carlo, porgendogli il panino.
Il ragazzo guardò la fidanzata schifato. «Ma ci sono i cetriolini!» protestò il ricciolino. «Io sono allergico ai cetrioli.»
Quindi, sia l'esempio [1] che l'esempio [2] suonano molto fastidiosi. Il problema non è che abbia ripetuto tante volte Erica e Carlo, come nell'esempio [1], o abbia usato tremila sinonimi, come nell'esempio [2]. Il problema è che creo in entrambi gli esempi un testo infarcito di termini INUTILI, che guastano la fluidità del mio racconto. In certi contesti, infatti, si può dare per scontato chi sta parlando o chi sta compiendo un'azione. Si può e si deve, perché alleggerisce moltissimo la lettura, favorendo il ritmo.
[3] Erica prese una pagnotta e la tagliò a metà. La farcì con formaggio, prosciutto cotto e cetriolini sottaceto.
«Ne vuoi metà?» chiese rivolta a Carlo, porgendogli il panino.
Lui la guardò schifato. «Ma ci sono i cetriolini! Io sono allergico ai cetrioli.»
Ecco che la lettura diventa improvvisamente più scorrevole! L'unico punto ostico potrebbe essere la parte del “Lui la guardò schifato”. Lì bisogna stare attenti perché si stanno usando DUE personaggi, che interagiscono tra loro, e perciò, per quanto ad sensum è più probabile che sia Carlo a guardare Erica, è meglio specificare chi sta guardo chi/cosa.
Riassumendo: l'esempio [1] e [2] creano lo stesso problema, perché danno un effetto di ridondanza e di noia. Il lettore dopo un po' si scoccia e pensa “ma sì, ho capito che Erica che sta facendo il panino, basta!” L'esempio [2] però crea un ulteriore disagio, perché è anche confusionario! Erica e Carlo sono caratterizzati rispettivamente da quattro e tre nomi diversi! Finché nella scena ci sono solo due personaggi l'effetto è solo vagamente disturbante, ma la descrizione è ancora comprensibile; quando i personaggi diventano più di due, allora sì che diventa un gran casino!
i cambiamenti ingiustificati di punto di vista (PDV). Il PDV dovrebbe essere quello di Ron, ma spesso e volentieri – soprattutto nella prima parte – cambia in maniera ingiustificata, passando a quello di Harry e a quello di Hermione. Attenzione a questo genere di errori! Come ho già detto, il cambiamento ingiustificato di PDV può avere due effetti negativi: quello di infastidire il lettore o quello di rendergli difficoltosa la comprensione del testo.
Aggiungo poi che diversi periodi risentono dei problemi di cui sopra, penalizzando la chiarezza dell'esposizione. Ad esempio:
- 31 Luglio. Leone: " La tentazione è grandissima." Uhm, che strana profezia - commentò.
Era solo una sua impressione o il moro era arrossito? La domanda le si formò nella mente, ma fu subito soffocata dall'indignazione verso il rosso. - Ronald, perché ti ricordi il giorno del compleanno di Harry e non il mio?
Poco prima c'era il PDV di Ron mentre qui si passa all'improvviso a quello di Hermione, il che rende la lettura poco scorrevole.
Sfruttamento del tema proposto
Il tema proposto è stato sfruttato correttamente! L'oroscopo della Gazzetta del Profeta è uno spunto divertente e soprattutto è divertente il modo con cui Ron affronta la prospettiva di una giornata piena di guai. Il finale è molto carino, con l'idea del numero sette e la prospettiva che ora Ron potrà rinfacciarlo a vita a Hermione.
Rimane tuttavia un lieve scollamento tra l'episodio della profezia e l'effettiva colonna portante del racconto, dal momento che determinate situazioni potrebbero stare in piedi a prescindere dall'oracolo ricevuto da Ron. Il finale però riesce a mettere i pezzi al loro posto e il risultato è gradevole.
Caratterizzazione dei personaggi
I personaggi sono stati caratterizzati correttamente. Ron è una voce approfondita e molto gradevole da seguire. È molto IC, nonostante non sia innamorato di Hermione. Harry è forse la voce meno sensibile, anche se alcune scelte che fa lo caratterizzano per quello che è, l'eroe della situazione: infatti non tradirebbe mai Ron, che crede innamorato come lui di Hermione.
Anche Hermione è molto gradevole, anche se non sono sicura che si presenterebbe ad un "appuntamento al buio". Le secchione hanno una triste esperienza di scherzi di questo tipo :-P Però mi è piaciuta l'immagine di lei con i capelli "un po' meno crespi", che si è messa carina, forse proprio perché spera che si tratti di Harry.
Grammatica e sintassi
Ci sono diversi errori di punteggiatura, un paio di errori di ortografia (Grinfondoro!) e qualche svista verbale. Tutto sommato il testo scorre volenieri, anche se la sintassi a volte si ingarbuglia un po' troppo con se stessa, rallentando il ritmo della narrazione. Attenzione alle subordinate. Suggerisco di provare uno stile più pulito e lineare, magari con più coordinate, perché secondo me sembra essere nelle corde dell'autrice.
Giudizio personale
Positivo. Okay, forse ci sono alcune ingenuità, un paio di sviste di carattere grammaticale, e forse lo stile non è il più articolato che abbia mai letto, ma è una fanfiction che si legge volentieri. È allegra, divertente, non annoia e lascia il lettore soddisfatto alla fine del racconto. Si vede che c'è del lavoro dietro, per far combaciare tutti i pezzi alla fine e per incastrare in maniera armoniosa la profezia con tutti gli episodi.
Mi sono piaciuti i dialoghi, frizzanti e molto naturali, come quello sulla data del compleanno di Hermione – che Harry si ricorda e Ron no. Piccolezze, che però caratterizzano i personaggi e soprattutto i rapporti tra loro. Se ci fossero stati meno errori di PDV molti particolari sarebbero stati persino più gradevoli.
Bene!


Titolo: Una goccia di troppo… o no?
Raiting: Verde
Genere: Commedia, Romantico
Personaggi: Ronald Weasley, Hermione/Harry
Avvertimenti: What if?
Profezia scelta: La più importante è “il 7 è il tuo numero, oggi”, ma ho utilizzato anche “oggi sarà una giornata disastrosa. Fai buon viso a cattivo gioco e cerca di resistere!” e “La tentazione è grandissima.”
Nota autore: Né Voldemort, né Ginny hanno alcuna importanza in questa storia.

Una goccia di troppo… o no?


Sala Grande, ora di colazione
Era una mattina come tante alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il soffitto magico della Sala Grande rifletteva un cielo azzurro senza alcuna nuvola.
I tavoli erano occupati dalla maggior parte degli studenti, erano esclusi solo i pochi che non avevano alcuna lezione nelle prime ore della mattinata. Il brusio proveniente dai quattro tavoli era piuttosto alto, impedendo a tutti gli studenti assonnati di addormentarsi sulla superficie in legno - o nel piatto - della propria casa.
I tavoli erano coperti da ogni tipo di pietanza che erano state utilizzate per riempire generosamente tutti i piatti, soprattutto quello di un rosso Grifondoro, Ronald Weasley.
Ron e i suoi due migliori amici, Harry Potter e Hermione Granger, erano seduti ai loro soliti posti, nella parte centrale del tavolo, e ognuno di loro, oltre che mangiare, era impegnato in un’altra attività.
Harry finiva di scrivere, o meglio copiare, il tema di Pozioni per il professor Severus Piton, Hermione stava preparando una petizione per i diritti degli elfi domestici che voleva presentare al Ministero del Magia, mentre Ron sfogliava la Gazzetta del Profeta. Stranamente, quest’ultimo aveva già finito il tema la sera prima - con l’aiuto di Hermione - per questo non doveva completarlo anche lui all’ultimo secondo come l’amico. Harry non aveva potuto fare altrettanto perché era in punizione con la professoressa Dolores Umbridge.
- Miseriaccia! - esclamò ad un tratto Ron.
Hermione alzò lo sguardo dal suo piatto per posarlo sul ragazzo. - Che succede, Ron? Brutto notizie? -
Ron incrociò il suo sguardo e annuì. - Tremende - confermò, ma vedendo che l’amica si stava agitando, si corresse - no, niente attacchi, o cose simili. E’ qualcosa che riguarda me. - Sul giornale, lesse - Pesci: Oggi sarà una giornata disastrosa. Fai buon viso a cattivo gioco e cerca di resistere! - Fece un sospiro angosciato. - Chissà cosa mi aspetta. -
- Oroscopi? Non sapevo che esistessero anche nel mondo dei maghi - si intromise Harry, entrando nella conversazione.
- Non stupirti. Figurati se quelle menzogne non c’erano anche nel nostro mondo. Sciocchezze! Proprio come quelli dei babbani - sentenziò Hermione.
- No, ti sbagli. Queste profezie sono vere e si avverano sempre. - Ron sottolineò l’ultima parola. - Anch’io aveva la tua stessa opinione un po’ di tempo fa, davo solo un’occhiata per curiosità. Credevo fossero baggianate e che fossero veritiere come quelle della Cooman, ma da quando hanno assunto il nuovo mago ogni previsione del mio segno si è avverata. -
Hermione scosse la testa, incredula e disgustata. - Solo perché per caso si è avverato qualcosa non devi condizionare la tua vita per questo. Sono sicura che la tua giornata di oggi sarà normalissima, altro che disastrosa. -
- Adesso ti leggo la tua profezia, così vedremo se si avvererà - le propose Ron.
- Va bene - acconsentì la grifona.
Il ragazzo riportò l’attenzione sulla gazzetta alla ricerca del segno di Hermione. La ragazza gli vide scoccare un rapido sguardo nella sua direzione, arrossire e riprendere a cercare.
- Ronald? - cominciò minacciosa. - Per caso non ti ricordi il giorno del mio compleanno? -
Lui sollevò il capo, indignato. - Certo che me lo ricordo! E’ il… ehm… è a Settembre. Il 19! -
- Harry James Potter! - lo riprese la ragazza, voltando lo sguardo fino ad incrociare i due occhi verdi dell‘amico. - Non vale suggerire. Pensavi che non ti avessi sentito? -
Il Bambino Sopravvissuto - chissà ancora per quanto - scoperto, riprese a copiare il tema senza dire una parola.
- Dunque… 19 Settembre… Vergine. La tua profezia dice: “Il 7 è il tuo numero, oggi.” Promette bene, direi. -
La ragazza sbuffò. - Sciocchezze. Nulla di ciò che mi accadrà in questa giornata avrà a che fare con il sette. -
Il rosso la ignorò e si rivolse all’amico. - Harry, vuoi sapere la tua? -
L’interpellato annuì. - Sì, sono curioso. -
- 31 Luglio. Leone: “ La tentazione è grandissima.” Uhm, che strana profezia - commentò.
Era stata solo una sua impressione o il moro era arrossito? La domanda le si formò nella mente, ma fu subito soffocata dall‘indignazione verso il rosso. - Ronald, perché ti ricordi il giorno del compleanno di Harry e non il mio? -
Il viso del ragazzo divenne rosso come il colore dei suoi capelli. - Ehm… beh, ecco… che colpa ne ho io se sei nata nel periodo in cui inizia la scuola e per il 19 Settembre siamo già carichi di compiti? -
Hermione sollevò gli occhi al cielo e a stento si trattenne dal ribattere che lo stesso discorso valeva anche per lui, essendo nato ad Aprile. Decise di lasciar correre e non ribatté, limitandosi ad inarcare un sopracciglio.
- Finito! - esclamò Harry in quel momento, posando la piuma sul tavolo. - Tieni, Hermione. Molte grazie - disse e le riconsegnò il suo compito con un gran sorriso ad incurvargli le labbra.
Ecco! Era successo di nuovo! Un sorriso di Harry e il suo cuore perdeva un battito prima di cominciare a palpitare velocemente. Irritata per le emozioni che il suo migliore amico riusciva a scatenarle negli ultimi tempi, sbottò - non aspettatevi che vi faccia copiare di nuovo. Non riuscirete a convincermi. Quest’anno ci sono i G.U.F.O., quindi dovete cominciare ad impegnarvi. -
Ron sbuffò, mentre l’espressione di Harry si fece un po’ contrariata. La ragazza li ignorò e cominciò a riporre le sue cose nella borsa, poi si alzò e, seguita a ruota dai suoi amici, si diresse verso la prima lezione della giornata, Pozioni.

Ron entrò nell’aula di Pozioni amareggiato. Ma quanto odiava quella materia? O meglio, il loro insegnante, il professor Piton.
Insieme ai suoi due amici varcò la soglia dell’umida ed angusta aula, sentendo la depressione farsi largo nel suo corpo. Lo aspettavano due “fantastiche” ore di Pozioni e in più, come se non fosse già abbastanza, i Grifondoro dovevano passarle con i Serpeverde.
Il ragazzo si sedette tra Harry e Hermione ad un banco in fondo all’aula ed aprì ad una pagina a caso il libro di Pozioni. Il professore era già in aula nel momento del loro arrivo, ma mancavano ancora circa la metà degli studenti d’entrambe le Case. Ci volle poco però prima che arrivassero tutti; nessuno si sarebbe mai sognato di arrivare in ritardo ad una lezione con Piton, tranne i favoriti di quest’ultimo, i Serpeverde.
Quando tutti si furono accomodati, il professore assegnò loro una pozione da eseguire nell’arco delle due ore, che poi sarebbe stata versata in una fiaschetta prima di consegnarla.
Ogni studente si precipitò a prendere gli ingredienti che gli servivano nell’armadio e cominciò a seguire le istruzioni riportate sul libro di testo.
Ben presto calderoni fumanti apparvero davanti ad ogni alunno, che febbrilmente tentava di seguire il procedimento nel miglior modo possibile. Ron studiò con occhio critico il colore della sua pozione; le istruzioni illustravano che avrebbe dovuto diventare giallognola, mentre la sua era più tendente al verde. Con un sospiro rassegnato, cominciò a leggere la riga successiva.
Versare se… gocce d’elleboro.
Se…? “Se” cosa? Ron si chinò leggermente per avvicinarsi ulteriormente al libro nel tentativo di riuscire a decifrare la parola che vi era scritta, inutilmente.
Maledetto libro di seconda mano, pensò il rosso, osservando la pagina macchiata da qualcosa d’indecifrabile. Vide Piton piuttosto vicino a loro e si rese conto che non era una buona idea domandare a qualcuno quante gocce avrebbe dovuto effettivamente versare. Il professore avrebbe di certo colto l’occasione per togliere dei punti alla sua casa. Inoltre, Hermione era talmente concentrata che se l’avesse chiesto a lei, gli avrebbe lanciato una maledizione per aver osato disturbarla. No, decisamente era meglio pensarci da solo.
“Se” come sette? Gli sembrava che il numero potesse benissimo essere quello giusto, quindi decise di rischiare e versò sette gocce d’elleboro nel calderone.
In fondo, anche se avesse sbagliato, una goccia in più o in meno non avrebbe fatto molta differenza, no? Gli conveniva di più prendere un voto basso consegnando quella sbagliata, piuttosto che lasciare la pozione incompleta. Voleva perlomeno risparmiarsi una T.
La successiva indicazione diceva di mescolare tre volte in senso orario e una antiorario prima di passare all’altro ingrediente.
Intento nel suo lavoro, non si rese subito conto che il contenuto del suo calderone aveva cominciato a bollire in modo sospetto, se non quando Harry, di fianco a lui, esclamò - Ron, attento! - Il ragazzo ebbe appena il tempo di spostare lo sguardo dal libro e di posarlo sulla pozione che questa esplose.
Il tavolo e Ron vennero completamente ricoperti di sostanza verdastra, mentre Harry e Hermione erano riusciti ad evitarla buttandosi a terra.
- Miseriaccia! - borbottò il Grifondoro, mentre tutta la classe scoppiava a ridere - soprattutto i Serpeverde - e Piton gli scoccava un’occhiata severa.
- Che cosa hai combinato, Weasley? Dieci punti in meno a Grifondoro. Ora vai a ripulirti, poi torna qui per sistemare il disastro che hai combinato e senza magia. -
Ron non disse nulla, limitandosi ad annuire con un lieve cenno del capo.
Hermione, che nel frattempo si era rialzata insieme a Harry, gli chiese - tutto bene? -
Il ragazzo annuì di nuovo e si avviò verso l’uscita. Dietro le spalle, un istante prima di uscire, sentì la voce di Piton dire agli altri - riprendete il lavoro. Lo spettacolo è finito. -

A Ron occorse circa un’ora per ripulirsi e cambiarsi. Durante il tragitto di ritorno dal suo dormitorio non aveva fatto che pensare che la sua profezia per quel giorno era assolutamente esatta. Miseriaccia, era ancora mattina e la giornata aveva già preso una brutta piega. Quanti guai gli sarebbero ancora capitati prima di sera?
Arrivò nell’aula di Pozioni ed entrò. In fondo all’aula, seduto dietro la scrivania, c’era Piton che scribacchiava con una piuma su dei fogli. L’uomo sollevò lo sguardo e gli gettò un’occhiata malevola prima di tornare a riconcentrarsi su quello che stava facendo.
Ron si limitò a rispondere all’occhiataccia, mentre l’altro non guardava, poi cominciò a sistemare il disastro che aveva combinato in silenzio.

Sbuffando, Ron uscì fuori dall’aula di Pozioni. Finalmente aveva finito.
S’incamminò verso la sua Sala Comune. Aveva percorso meno di metà strada, quando vide un Tassorosso che correva in direzione opposta alla sua. Era piuttosto vicino, quando gli sentì dire: sono in ritardo, sono in ritardo! Oh, ma perché mi sono svegliato tardi?
Eh?
Ron si bloccò sul posto, mentre l’altro ragazzo lo superava e proseguiva per la sua strada. Aveva sentito quelle parole, ne era certo, però non aveva visto assolutamente il compagno muovere le labbra per pronunciarle. Era come se avesse letto i suoi…
Oh, miseriaccia!
Che gli succedeva? Okay che era un mago, ma arrivare a leggere i pensieri degli altri era decisamente troppo!
Improvvisamente preoccupato e confuso, aumentò il passo per raggiungere più in fretta i suoi amici. Adesso era diventato necessario vederli, per raccontare loro quello che era successo e chiedere un parere.
- Buongiorno, signor Weasley - disse una voce alla sua sinistra. Spuntato dal buio di un corridoio c’era il Professor Silente con un sorriso stampato in volto.
- Professore - ricambiò semplicemente con un cenno del capo. Sono di fretta, avrebbe voluto dire, ma l’altro sembrava intenzionato a volergli parlare.
- Sai, signor Weasley, non dovresti essere così precipitoso nelle tue decisioni. -
- Eh? Che cosa vuole dire? - domandò il ragazzo.
- Voglio solo consigliarti di ascoltare bene, prima di prendere una qualunque decisione. Potresti essere di grande aiuto a due persone che conosci molto bene. - Il preside non aggiunse altro, si voltò e andò via.

Ron rimase immobile qualche istante, poi scosse la testa e sempre più confuso riprese il suo cammino.
Che cosa aveva voluto dire il preside? Ron non riusciva proprio a capirlo.
Stava per mormorare la parola d’ordine alla Signora Grassa - il quadro che ricopriva l’entrata per accedere al dormitorio dei Grifondoro - quando gli venne in mente che non aveva sentito i pensieri di Silente. Per quale ragione? O forse questa storia della lettura nella mente era solo frutto della sua fantasia?
- Allora? Ti sei imbambolato? Mi dici la parola d’ordine o no? - sbottò la donna del quadro.
- Sì, sì. Un momento… “alohomora”. - La porta si aprì.
La Sala Comune era quasi del tutto vuota, ad eccezione delle poche persone che non avevano lezione in quel momento, tra cui Harry e Hermione. I due erano seduti sui mobili posizionati davanti al camino. I posti migliori di tutta la sala per loro.
Ron si avvicinò ai due amici con l’intento di esporre i suoi dubbi. - Ciao, ragazzi - li salutò.
- Oh, Ron, finalmente - disse Harry.
- Ma che cosa è successo a lezione di Pozioni, Ronald? Come mai la tua pozione è esplosa? - chiese, invece, Hermione.
Il rosso si sedette di fianco a lei sul divano e all’istante venne sommerso dai pensieri dei suoi amici. Okay, forse non si era sbagliato. No, “decisamente” non si era sbagliato.
- Qualcosa non va? - domandò ancora la ragazza.
- Ehm, non proprio. Durante la lezioni di Pozione credo di aver messo una goccia di troppo di elleboro - spiegò.
- Non è così grave - fece Harry. - In fondo la pozione è solo esplosa, poteva capitare qualcosa di peggio. -
Appunto, pensò Ron. Non si è limitata ad esplodere - sbottò. - Mi ha anche… - Ma non concluse la frase. Tra i tanti pensieri che aveva cercato d’ignorare ce n’era uno di Harry che l’aveva colpito.
“ Ron, ma devi starle per forza così vicino? Allontanati da lei. …Oh, no! Lei è tua amica, Harry. Tua amica. Non sei geloso di lei. Proprio no! …”
Harry era geloso di Hermione…
… Cosa?!
Oh, beh, non avrebbe mai immaginato che Harry fosse innamorato della loro migliore amica.
- Ti sei incantato? Cos’è che stavi dicendo? - lo scosse il Bambino Sopravvissuto.
- Eh? Ehm… sì! Volevo dire che quella robaccia appiccicosa mi ha anche ricoperto completamente ed è stato molto difficile farla venir via - improvvisò, poi si alzò in piedi e aggiunse - scusatemi. Devo salire un attimo in camera. -
- Sei sicuro di sentirti bene? -
- Sì, benissimo. - Un po’ scioccato, forse.

Nella stanza che divideva con Harry, Neville Paciock, Dean Thomas e Seamus Finnigan, Ron si appoggiò con la schiena contro la porta e tentò di riordinare le idee.
Ora cominciava a capire che cosa intendesse Silente, ma ancora gli sfuggiva il motivo per cui non dovesse svelare la verità ai suoi amici. Sapere che il suo migliore amico era innamorato di Hermione cambiava qualcosa? E se sì, cosa?!
Ron cominciò a girovagare per la stanza.
Dopo aver girato in tondo per alcuni minuti, sbuffò e uscì dalla stanza per tornare in Sala Comune.
Harry era concentrato sui fogli che aveva davanti, mentre Hermione… la sua amica, invece, sembrava molto più concentrata sul moro. Ron scosse la testa, incredulo. Probabilmente la pozione gli creava anche le allucinazioni, perché era impossibile che la sua amica non dedicasse la più completa attenzione allo studio.
Si avviò verso la porta, ma commise l’errore di passare molto vicino al divano e quindi molto vicino a Hermione e i suoi pensieri.
Oh, Harry… la sentì sospirare, prima che si desse della stupida e riprendesse a concentrarsi sui compiti di Trasfigurazione.
Ron uscì dal dormitorio senza che Harry e Hermione si fossero resi conto del suo passaggio.
I suoi amici erano innamorati l’uno dell’altra e, secondo Silente, questo faceva passare in secondo piano il suo problema.
Che cosa devo fare?, pensò quasi disperato, farli dichiarare?
… Oh, no! Era esattamente quello che Silente voleva da lui!
Il professor Silente avrebbe dovuto occuparsi un po’ di più del suo lavoro di preside di Hogwarts, anziché impicciarsi delle vita sentimentale degli studenti.
Effettivamente, riconobbe, negli ultimi tempi Harry e Hermione gli erano sembrati un po’ diversi dal solito: avevano spesso la testa fra le nuvole ed erano più timidi l’uno verso l’altra. Certo, non sarebbe mai arrivato ad immaginare qualcosa di simile.
Come poteva fare per riuscire a farli dichiarare? Gli serviva un’idea.
Uhm… forse poteva inviare ad entrambi una lettera di un ammiratore segreto – o ammiratrice, nel caso di Harry – in cui dichiarava il sentimento e chiedeva un incontro.
Risoluto, si avviò di nuovo verso il dormitorio dei Grifondoro. La Signora Grassa non sarebbe stata contenta di vederlo per la terza volta in meno di un’ora.

Ti conosco da tanto e solo ora mi sono accorto di quanto tu mi piaccia. Che ne dici d’incontrarci davanti al ritratto della Signora Grassa alle tre?
Un tuo ammiratore
Hermione rilesse la lettera più volte, incerta se presentarsi all’appuntamento o considerarlo uno scherzo. E se magari…? Possibile che a mandarle quel biglietto fosse stato lui, Harry Potter?
Ti conosco da tanto… beh, c’erano tanti ragazzi a Hogwarts che conosceva da molto tempo. Le aveva dato appuntamento davanti al quadro che conduceva al dormitorio dei Grifondoro, per cui c’erano molte possibilità che facesse parte della sua casa.
Era davvero molto curiosa di sapere chi era stato a mandarle il messaggio. Sì, decide, si sarebbe presentata all’appuntamento.

Ti conosco da tanto e solo ora mi sono accorta di quanto tu mi piaccia. Che ne dici d’incontrarci davanti al ritratto della Signora Grassa alle tre?
Una tua ammiratrice
Un ammiratrice? Harry si grattò il capo. Chi poteva mai essere? Possibile che Cho non avesse capito quando le aveva detto che non voleva più vederla? Non gli interessava più come l’anno precedente e durante le vacanze estive il suo interesse si era spostato verso Hermione. Non sapeva come era successo e voleva dimenticarla il prima possibile. Non poteva fare quel torto al suo migliore amico. Al Ballo del Ceppo del quarto anno Ron si era dimostrato molto geloso di Hermione e lui non voleva intromettersi fra loro due.
Forse era la soluzione migliore presentarsi all’appuntamento. Scartò l’idea che fosse Cho, non gli sembrava il tipo che mandava messaggi del genere. Forse era stata qualcun'altra.
Era curioso di sapere chi fosse la misteriosa ammiratrice – sempre che non fosse uno scherzo dei Serpeverde – e non aveva lezione o qualche allenamento di Quidditch alle tre, quindi niente gli impediva di presentarsi all’appuntamento.

Alle tre meno dieci, Ron arrivò davanti al ritratto della Signora Grassa nascosto sotto il mantello dell'invisibilità di Harry. Aveva “preso in prestito” l'utile oggetto per poter essere presente all'appuntamento dei due innamorati senza alcuna possibilità che potessero scoprirlo. Ad attendere c'era già Hermione. Non che questo lo stupisse, era certo che la grifona sarebbe arrivata in anticipo anche al suo matrimonio! I capelli sembravano meno crespi del solito e l'espressione era colma d'ansia e curiosità.
Sperava che Harry si sbrigasse e che riuscissero a combinare qualcosa, così finalmente avrebbero cominciato a preoccuparsi del suo problema.
Ron si appoggiò al muro opposto a quello dove si era posizionata Hermione e incrociò le braccia al petto, in attesa.
I minuti passarono inesorabili, ma Harry non si fece vedere. Dopo un'ora di inutile attesa, Hermione fece svanire con un incantesimo il biglietto che le aveva inviato e se ne andò delusa.
Stupido Harry, pensò il rosso.
Perché non si era presentato all’appuntamento?
Ron si pentì della sua ingenuità: aveva dato per scontato che entrambi sarebbero venuti…
Avrebbe dovuto accertarsi delle intenzioni dei due interessati.
Sospirò. Accidenti, che lavoro difficile e pieno di imprevisti quello di Cupido… Peccato non aver a disposizione anch’io arco e frecce, mi sarebbero utili.
Ron sbucò fuori dal mantello dell’invisibilità e mormorò la parola d’ordine. Doveva terminare il tema di Trasfigurazione per il giorno dopo ed era meglio che si desse una mossa. Al termine del compito, avrebbe potuto ricominciare a preoccuparsi per i suoi amici. Li voleva bene ed era nel suo interesse che fossero felici, anche se avrebbe dovuto faticare per raggiungere il suo scopo.

Aveva completato il tema per Trasfigurazione, quando Harry rientrò nella Sala Comune. Il ragazzo lo vide e si avvicinò prima di sedersi di fianco a lui.
L’ondata di pensieri dell‘amico tornarono a tormentarlo.
- Harry, dov'eri? - gli chiese, non ricambiando il saluto che il moro gli aveva rivolto.
- Eh? La McGranitt aveva bisogno di parlarmi. Perchè me lo chiedi? - ribatté, inclinando il capo da un lato.
- Beh... ehm... ti cercava una ragazza - improvvisò.
Harry si batté una mano sul viso. - Oh, è vero! Il biglietto che ho ricevuto. Sai, Ron, quest'oggi ho ricevuto una lettera in cui una ragazza mi chiedeva d'incontrarla davanti all'ingresso della nostra torre. Volevo scoprire chi era, ma la professoressa McGranitt doveva parlarmi e alla fine me ne sono dimenticato. Com'era? Era carina? -
- Sì, direi di sì – rispose atono l'interpellato, scrollando le spalle.
- La conosco? -
- Ehm... - Cosa doveva rispondere? Se rispondeva di sì, sarebbe stato costretto a dirgli che era Hermione, ma non gli sembrava la cosa giusta. Non era sicuro che l'interessata avrebbe apprezzato. Se, al contrario, negava, non avrebbe compiuto alcun progresso. - Lei era... - tentò di dire alla fine, ma l'espressione improvvisamente luminosa di Harry lo bloccò. Possibile che...? Si voltò ed ottenne conferma di ciò che pensava: Hermione era appena entrata in Sala Comune.
- Ciao, Hermione - la salutò.
- Ciao, ragazzi. - La grifona si aggiunse a loro sul divano. Sedendosi aveva sospirato.
- Tutto bene? - le chiese Harry.
- Non proprio. Un idiota mi ha fatto uno stupido scherzo – spiegò.
- Cosa?! Chi? - si alterò il Bambino Sopravvissuto.
- Non so, ma lascia perdere. E' una stupidaggine, non è importante. -
Ron sentì Harry pensare, se ti fa soffrire, certo che è importante.
Ron sentiva che doveva fare qualcosa, ma nessuna sua idea gli sembrava quella giusta. - La pozione stamattina mi ha creato un effetto collaterale - sbottò alla fine.
Hermione e Harry si voltarono in contemporanea verso di lui. - Quale? - chiese la prima.
- Riesco a sentire i pensieri delle persone che mi stanno vicine. -
- Cosa? - articolò Harry. Hermione, invece, spalancò la bocca e arrossì violentemente.
- Se ve lo state chiedendo… sì, ho sentito il vostro piccolo segreto. -
- Ron, non è come credi - disse il moro. - Non mi metterò in mezzo. -
- In cosa? -
- Tra te e lei. Insomma… so che ti piace e io non voglio rovinare la nostra amicizia - spiegò.
Ma di che cosa stava parlando? Proprio non riusciva a capirlo. - Eh? -
- Ron, Harry ti sta dicendo che si è i-innamorato della stessa ragazza che piace anche a te - chiarì la questione Hermione, anche se la voce le tremò un po’ mentre parlava.
- Impossibile. E poi non c’è nessuna che mi interessa attualmente. -
Harry che aveva aperto la bocca per dire qualcos’altro la richiuse, poi mormorò un lieve e incredulo - oh. -
Ron si alzò in piedi e si voltò per guardarli entrambi. - Le lettere che avete ricevuto oggi sono partite da me. Purtroppo a causa di un disguido… - e scoccò un’occhiataccia a Harry, che entrambi gli ascoltatori colsero. - Non vi siete potuti incontrare e chiarire. - Raccolse la pergamena in cui era riportato il tema per Trasfigurazione. - Vado a riporlo. - Ron si avviò verso le scale.

Il silenzio fra Hermione e Harry durò alcuni minuti. Fu lei a parlare per prima. - Perché non sei venuto all’appuntamento? E’ frutto dell’immaginazione di Ron o sei veramente… - Le parole “innamorato di me” non vennero pronunciate, ma rimasero sospese fra di loro.
- Scusa se non sono venuto. Se avessi saputo che eri tu, l’avrei fatto di corsa, perché… perché ti amo, accidenti! - confessò Harry.
Hermione si voltò verso l’amico, gli gettò le braccia intorno al collo e appassionatamente lo baciò. Il ragazzo la strinse forte a sé e ricambiò, infischiandosene delle altre persone presenti in Sala Comune. - Anch’io - mormorò, quando si separarono.

Ron scese le scale e trovò i suoi due amici teneramente abbracciati. Era contento di essere stato in qualche modo utile, ma si ripromise che non si sarebbe mai più impicciato delle questioni di cuore degli altri.
Troppo faticoso e complicato. Una volta gli era bastata.
Poco dopo Neville gli passò di fianco, ma non sentì alcun pensiero che non fosse il suo.
Evviva! L’effetto della pozione era finito!
Sette gocce d’elleboro, gli tornò in mente in quel momento. La profezia che avrebbe dovuto condizionare la giornata di Hermione accennava al numero sette. Wow! La prima volta in cinque anni che Hermione aveva torto e lui ragione!
Si avvicinò al divano dove erano ancora seduti Harry e Hermione. Non si sarebbe perso l’occasione di rinfacciarglielo per nulla al mondo.
Fine


Spazio autrice: E' la prima storia nel fandom di Harry Potter ed anche se la mia coppia preferita rimane Draco/Hermione, ho preferito scegliere questa coppia con cui sono riuscita a buttar giù qualcosa. Il risultato non è un granchè, ma spero siate arrivati fin qui e non vi sia dispiaciuta troppo. Mi raccomando... COMMENTATE!!!




   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ili91