Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Hayley Lecter    06/04/2010    0 recensioni
Jessica faticò a prender sonno quella sera. Tra uno sbattere e l'altro delle palpebre, i suoi pensieri andarono a ruota libera, rapidi come una locomotiva. Uno strano minestrone malmescolato aveva preso posto nella sua anima. Non sapeva più come sentirsi e comportarsi. Aveva cambiato orizzonte troppo in fretta. Gianluca aveva alloggiato nel suo cuore troppo a lungo e il fatto di avere una seconda prospettiva, un secondo obiettivo le recò agitazione. Perchè a lei era piaciuto quel ragazzo, le erano piaciuti i suoi occhi di sole, il suo sorriso caloroso, la sua voce gentile e il suo viso di porcellana. La sua immagine l'aveva inesorabilmente stregata. Non sapeva spiegarselo, ma c'era qualcosa in lui, quel qualcosa che non avrebbe mai trovato in nessun'altro, quel calore che adesso la faceva avvampare nonostante il freddo stesse sferrando alcuni dei suoi pugni più violenti. C'era ancora troppo da appurare, sul conto di Bill, di tante cose ancora non era al corrente. Ma di una cosa poteva esser certa, che su un milione di ragazzi che aveva addocchiato, lui era stato il primo a farle un effetto simile.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

One in a million.

 

Note: Questa fanfiction è stata creata senza scopo di lucro. C'è un pò di verità, è bene che voi lo sappiate. Purtroppo, non ho mai visitato la città di Amburgo e non ho mai avuto l'opportunità di incontrare un membro dei Tokio Hotel, ma alcuni dei personaggi (vedi Matteo, Maila e Gianluca), sono stati parte della mia realtà, e ne faranno per sempre parte. Naturalmente, non tutti i fatti sono realmente accaduti. Non mi aspetto centinaia di commenti, solitamente non ne ricevo molti. Per molto tempo ho pensato che tanti commenti mi avessero resa soddisfatta del mio lavoro, credevo che la gratificazione derivasse da questo. Ma mi sono dovuta ricredere, perchè sono felice adesso, felice che le mie storie vengano recensite da pochi. Sono quei pochi che io non smetterò mai di ringraziare, perchè evidentemente sono gli unici che hanno capito davvero il senso delle mie fanfiction. Quindi, sono contenta per quelle persone che riesco ad incuriosire, magari riesco anche ad emozionare, e le ringrazio di cuore per aver preso tempo e aver lasciato una loro impressione.

 

L'aria mattutina era frizzante, pungente.
Nonostante i pochi passanti battevano i denti sotto le sciarpe dalle quali erano avvolti,
il sole splendeva e il cielo era una tavola limpida, azzurra, e ciò rendeva quella domenica mattina, fragrante come una fetta biscottata.
Due ragazze entrarono in uno dei fumosi caffè del centro,
uno dei pochi luoghi dove la temperatura avrebbe permesso loro di liberarsi da sciarpe,
cappelli e guanti con cui avevano dovuto rigorosamente bardarsi, visti i gradi sotto lo zero.
Gironzolarono per il locale, finchè individuarono un angolino ben appartato e accogliente.
Nel momento in cui presero posto, vennero addocchiate da una giovane cameriera.
- Avete già chiesto? -
Le due scuoterono la testa, facendo cenno di no.
- Per me un caffè, grazie. -
Jessica sapeva già cosa prendere, un caffè caldo era proprio un ottimo rimedio contro il freddo,
e inoltre era l'unica bevanda che le avrebbe ridonato un pò di tono ed energia,
quella settimana era stata stressante, e a forza di passare interi pomeriggi rinchiusa in casa per studiare fino a tardi,
si era ridotta uno straccio.
- E per me un thè alla vaniglia. -
La ragazza che le siedeva di fronte, aveva il viso rotondo e grazioso.
Aveva grandi occhi castani e il sorriso facile. Soprattutto adesso che erano finalmente giunte ad Amburgo,
per la loro visita d'istruzione annuale.
Frequentavano un istituto professionale per il turismo, e la presidenza organizzava dei viaggi anno per anno,
lasciando scegliere agli stessi studenti la meta, tutto dipendeva da quanti voti aveva raggiunto una delle città proposte.
In quel caso, Jessica e Maila, avevano optato per Londra, ma il resto della classe aveva abbattuto le loro speranze,
scegliendo Amburgo.
Loro cedettero, sicure che qualsiasi destinazione sarebbe stata un modo come un altro per svagarsi e fare nuove esperienze.
- Gianluca mi perseguita. E' diventato un ossessione.
Diventa sempre più irritante, il fatto che debba avercelo vicino anche quando sono in gita. E' maledettamente frustrante! -
Jessica se ne uscì di botto con questa affermazione, e adesso fissava la sua amica di sbiego,
temendo di essere mandata a quel paese per l'ennesima volta.
Aveva colto l'occasione di confidarsi con la sua migliore amica, in un luogo lontano dalle orecchie altrui,
aveva atteso giorni prima di poterlo fare seriamente, e come una bomba ad orologeria temeva di scoppiare da un momento all'altro.
E così effettivamente accadde.
Gianluca era il ragazzo di cui si era innamorata, già da molto tempo questo amore la tormentava psicologicamente,
e oltretutto non era corrisposto. Ciò aveva contribuito a logorarla interiormente.
- Devi solo darti tempo. Cerca di distrarti e non ci pensare.
Sbatterai il muso su un altro ragazzo e pensandoci, ci riderai sù.
Quello non fà per te, a cosa ti è servito piangere e disperarti per uno così? Pensa solo al calcio! -
Ribattè saggiamente Maila, dopo aver sorseggiato a lungo il suo thè, e alzato gli occhi al cielo.
- Si ma.. apparte il calcio.. dai! Non puoi non ammettere che è carino, simpatico, intelligente, spiritoso, ironico... -
- Si, ma non gli piaci Jè! Non capisci che è inutile?! Ti stai facendo solo del male! -
La ragazza aveva oramai perso la pazienza,
più di ogni cosa la speranza che Jessica potesse dimenticarsi del ragazzo che le aveva fatto perdere la testa.
Jessica restò pietrificata, da tale durezza, solitamente Maila era davvero molto paziente e tranquilla,
e di gran lunga, quella era stata la prima rispostaccia ricevuta da lei in tre anni che la conosceva.
- Oh dai.. non mi guardare così.. lo so, ci stai male, e sarà dura rimuovere i sentimenti che provi per lui,
ma non puoi continuare così. Tu meriti di più, e lui non fà al caso tuo, fidati. -
Adesso le stringeva la mano, sorridendo dolcemente.
- Hai ragione... io.. non so come, ma.. lo dimenticherò. -
Jessica la imitò, ricambiò la stretta e pensò che c'era da ritenersi fortunati ad avere un'amica come la sua.
Nessuno, apparte lei, aveva assistito a i suoi sfoghi all'interno del bagno femminile,
nessuno aveva ascoltato e consolato le sue paure, i suoi complessi. Proprio nessuno.

Le due uscirono dal locale, contro il vento gelido in direzione dell'hotel, al quale avrebbero dovuto fare rientro per pranzo.

***

- Jè, ohi Jè! -
Un ragazzo alto e dalla faccia brufolosa, venne incontro a Jessica.
Correva e aveva una scheda in mano.
- Ohi Mattew.. hai percaso visto Maila, da queste parti? Io non la trovo.. -
Matteo rispose di no, ma alzò il braccio con fare trionfante,
e con un sorriso a trentadue denti, spiegò a Jessica,
che era riuscito ad ottenere una scheda per l'accesso a Internet,
perciò non rimaneva loro che andare in stanza e utilizzarla.
- Dai, devo farti vedere una cosa! -
Jessica, accigliata, lo seguì in camera, e sedettero sul letto con il pc davanti a loro,
dopo aver inserito username e password.
- Guarda, questo sono io! Mi hanno ripreso a TRL! -
Esclamò Matteo, felice come una pasqua, accennando a un puntolino, equivalente a sè stesso sullo schermo.
- Wow, figo! Che artisti c'erano? -
Chiese Jessica, con tono non molto eccitato.
- Quelli che vedi! Guarda, ci stà anche la Santarelli, che pezzo di gnocca! -
Jessica rise dopo aver udito una cosa simile. Sempre il solito, pensò.
- E questi, chi sono? -
Fece lei, indicando con il dito sullo schermo una band che aveva appena fatto ingresso sul palco.
Non avevano un aspetto familiare, anzi, non li aveva mai visti prima d'ora, ai suoi occhi erano del tutto sconosciuti.
- Ah, i Tokio Hotel... c'erano un mucchio di ragazzine solo per loro.. comunque,
ancora non mi è chiaro di che sesso sia il cantante... o la cantante che dir si voglia.. -
Jessica si portò il portatile sulle ginocchia, e avvicinò il naso allo schermo per avere una visuale migliore.
La canzone non le diceva nulla, e loro non avevano suscitato in lei niente di speciale.
- Boh, devo ammettere che è difficile a dirsi, comunque.. tu resta pure qui a venerare la Santarelli.. io vado a farmi una doccia. -
E dandogli un buffetto affettuoso sulla nuca, Jessica si congedò autonomamente da quell'incontro.
Si sbattè la porta alle spalle, e alla mente le ritornò il motivetto della canzone che quel gruppo, i Tokio Hotel, avevano suonato sul palco di TRL.
Non era male. Abbandonò questo pensiero, quando entrò in camera e fece ingresso nella doccia,
con la speranza che a pranzo, avrebbe mandato giù qualcosa,
visto che ultimamente aveva poco appetito e mangiava in modo frammentario, saltando i pasti.
Al ristorante, Jessica riuscì ad ingerire solo un pò di pasta,
fatta eccezione giusto perchè era l'unico piatto che non rifiutava mai, dato che ne era ghiotta.
Ad intervalli regolari, ogni volta che abbassava la forchetta, subito dopo aver addentato un boccone,
lanciava rapidi sguardi verso il tavolo di destra, proprio di fronte a lei,
dove sedevano Gianluca e gli altri suoi compagni di classe.
A Maila non restò che rifilarle una gomitata e rimproverarla.
- Giuro che se non la pianti, ti strozzo! -
Le aveva sussurrato l'amica in un orecchio, con tono irritato e rabbioso.
Nel frattempo però, si era lasciata scappare un sorrisetto, chiaro segnale che si stava divertendo.
Jessica abbassò la testa, cercò di forzare gli occhi su un punto fisso, ma più ci provava,
più lo stomaco si chiudeva e minacciava di tramutarsi in una treccia.
- Non ce la faccio.. -
Ammise, scostando il piatto che aveva davanti.
Si alzò e percorse a passi rapidi l'intera sala, finchè giunta finalmente fuori,
prese una boccata d'aria e cercò di moderare il respiro, diventato irregolare.
Poggiò una mano sul petto, e si stupì di trovare tutte le costole straordinariamente a posto.
Il suo cuore batteva all'impazzata e credeva che da un momento all'altro le sarebbe schizzato fuori.
- Dai, rientramo. -
Una mano amica sulla spalla, la fece sussultare, ma dopo aver riconosciuto la sua voce,
non potè fare altro che ubbidire al suo volere, per farsi condurre in stanza.
- Vuoi parlarne? -
Domandò Maila, seduta accanto a lei sul letto.
- No, sinceramente non ho voglia di parlare di qualcosa.
Scusami, ma.. voglio restare da sola per un pò, voglio riposarmi un attimo e.. stargli lontana, perchè ogni volta che ce l'ho vicino.. è la solita storia!
Ti prego, lasciami qui, fra un'oretta scendo.. tanto dopo dobbiamo andare al museo, ci vediamo direttamente di sotto. -
Maila annuì, capendo che non c'era rimedio, si era trattenuta dallo sbottare con una ramanzina,
tutto ciò che le serviva era un pò di pace, e sebbene volesse rimanere lì con lei per farle compagnia,
si limitò a guardarla mentre si portava dietro la porta, che con uno scatto si chiuse.
Jessica rimase sul letto senza far niente per una ventina di minuti, tutto quel silenzio invece di aiutarla,
le recava solo irritazione e noia, una noia terribile si era impossessata di lei,
perciò dopo aver gironzolato a vuoto per la stanza, afferrò il telecomando e accese la tv, senza uno scopo ben preciso.
Fece zapping per un pò, poi si soffermò su Mtv, uno dei pochi canali che le piaceva vedere.
Al momento, stavano passando la pubblicità,
così approfittò per preparare lo zaino che da lì a poco le sarebbe servito per l'uscita di quel pomeriggio.
Vi gettò tutto quello che le sarebbe giovato,
poi mentre allungava il braccio verso il comodino per prendere una penna e il blocknotes, si immobilizzò.
Chitarra, basso, batteria.. e poi una voce.
Chiara e incredibilmente... incredibilmente cosa? Si voltò, e scoprì che le sue orecchie non l'avevano ingannata,
era davvero il gruppo che aveva già visto quella mattina, ad aver fatto irruzione in tv.
Incuriosita fece un passo verso il televisore. Adesso che la sentiva meglio, quella canzone era orecchiabile e il video non era affatto male.
Si soffermò sul viso del cantante.. effettivamente, aveva dei lineamenti molto fini e delicati,
il trucco nero gli incorniciava gli occhi..
Il suo aspetto lasciava credere maggiormente che quella fosse una donna.
Ma non ne era del tutto sicura, forse documentarsi sul suo conto, sarebbe stato meglio.
Al termine del video, rassettò alla bell'e meglio la camera,
raggruppò tutti i suoi averi e dopo aver controllato che ci fosse ogni cosa nello zainetto,
scese giù per le scale, con la testa stranamente vuota.
Incontrò un capannello di ragazzi nella hall, poi dopo aver bazzicato gli angoli del salone principale,
incontrò Maila e Matteo, e assieme a loro si unì al resto della classe, per dirigersi verso il pullmino che li avrebbe condotti al museo.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Hayley Lecter