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Autore: Damia    06/04/2010    8 recensioni
Una piccola discussione su Angeli e Diavoli, Serpeverde e Grifondoro
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente una Pansy Parkison petulante che vi prende a parole fino a farvi cedere? Ecco, questa è Sirius_Black. Che sono settimane che mi stressa che devo scrivere qualcosa anch'io, che non ho mai scritto in vita mia, fino a farmi cedere con l'inganno. E tra uno sbattimento di ciglia e una minaccia, mi ha costretto a scrivere questa storia senza pretese su una sua idea. Che poteva non essere delirante? Ovviamente no! Quindi ogni rimostranza va a lei. Sua la storia, sua l'idea, sue le minacce per farmela scrivere!

E benvenuti di nuovo nei nostri deliri.

 

 

 

Due colpi secchi alla porta lo costrinsero ad abbandonare quell’aggeggio babbano che Harry gli aveva portato in casa un paio di mesi prima ed insegnato ad usare.

 

-Draco, alza il culo e vieni ad aprire, si gela qui fuori.- Pansy urlò da dietro alla porta con la sua solita grazia. Draco chiuse il portatile e andò lentamente ad aprire.

-Pansy che meravigliosa sorpresa- con uno sguardo quasi innocente.

-Davvero Draco?- oddio per essere una Serpeverde, a volte Pansy era veramente ingenua.

-NO Pansy, sei la solita rompicoglioni. Cosa vuoi di domenica mattina?- Draco era acido più del solito. Harry se n’era andato la mattina presto per andare dai pezz….Weasley, si corresse mentalmente, per una giornata “in famiglia”. Oh certo anche lui era stato invitato, ma si sa, biondo e rosso non si intonano molto e poi il nuovo giocattolo babbano lo aveva stregato. Beh non proprio, solo un po’. In fin dei conti era solo un computer babbano, non poteva essere così interessante, ma aveva delle potenzialità decisamente intriganti.

Quindi mentre Harry metteva su almeno due chili, che Draco avrebbe aiutato magnanimo a fargli smaltire quella sera, lui se ne stava a casa a cercare su quella cosa che finiva per net tutto quello che gli passava per la testa.

 

Due dita gli scoccarono davanti.

 

-Ehi Draco, ci sei?- Pansy lo guardò divertita.

-Posso entrare?- chiese poi, fissandolo con gli occhi spalancati, il viso un po’ di traverso, sbattendo vistosamente le ciglia piene di mascara.

Impossibile resistere ad anni di condizionamento Malfoy. Contrariamente ad ogni suo desiderio gli sfuggì un – Accomodati.-

 

Ma c’era un limite all’educazione Malfoy.

-Allora Pansy che vuoi? Non hai il tuo piccolo Grifondoro da tormentare?-

 

Pansy si diresse verso il soggiorno e si sedette sulla poltrona preferita da Draco, accavallando le gambe.

-Uh si, ma sai com’è. Anche noi perfidi diavoli lasciamo in pace ogni tanto quei piccoli angeli. Come se poi potessero stare senza di noi. – rispose con un piglio ironico Pansy.

- Neville è andato anche lui dai Weasley. Qualcosa a che fare con il legame creato durante la guerra e ciance varie. – sbuffò rassegnata.

-Così ho pensato che ti andrebbe di accompagnare una signora a pranzo. Quel ristorante francese proprio al confine tra la Londra Babbana e Diagon Alley? –

 

Draco resisteva a molte cose. A chiamare pezzenti Weasley in presenza di Harry per esempio. A schiantarlo ogni volta che metteva in disordine i suoi vestiti. A saltargli addosso in ufficio. Ma resistere ad un pranzo da “Le Bouchon Breton” non era tra quelle.

- Dammi qualche minuto per prepararmi.- rispose immediatamente.

- Draco, mancano più di due ore all’ora di pranzo,- si lamentò Pansy già temendo la risposta.

-Appunto. Lo stretto necessario per rendermi presentabile.-

 

Due ore esatte dopo, Draco era finalmente pronto. Dopo aver fatto una doccia, aver messo la pozione ammorbidente seguita da quella riflessante sui capelli, essersi spalmato la lozione contro la pelle secca (non che ce l’avesse, ma sempre meglio essere previdenti), Draco si piantò a gambe divaricate, mani sui fianchi davanti al suo guardaroba. Optò per un completo grigio perla di Prada e una camicia bianca di seta. Non troppo impegnativo, in fin dei conti era un pranzo domenicale con una vecchia amica.

 

Scese le scale e trovò Pansy intenta a leggere uno dei libri della sua libreria.

-Allora Pansy ti muovi? Devo aspettare ancora a lungo?- la apostrofò Draco.

 

La giornata era limpida e tiepida e, nonostante le proteste di Draco, si diressero a piedi verso il ristorante.

Era un piccolo bistrot, che faceva delle escargot superlative.

Presero posto al loro solito tavolo, in attesa del solito cameriere.

-I Signori desiderano qualcosa?- una voce sconosciuta li fece guardare verso l’alto.

Un cameriere nuovo. Un gran bel cameriere nuovo, pensarono entrambi.

Terribilmente corrotti dai loro leali Grifondoro, resistettero da rispondere “Si, te”.

Pranzarono tranquillamente, parlando e sparlando delle pessime abitudini dei loro compagni che, non lo avrebbero mai ammesso, ormai avevano messo radice definitiva da qualche parte sopra lo stomaco.

-…quindi capisci che io sono un piccolo diavolo e Neville è come un piccolo angelo, come te ed Harry.-

 

Il cameriere era arrivato in quel momento e, con un sorriso aperto, si rivolse verso Draco. – Se mi posso permettere, con il suo viso lei può essere solo che un angelo,- tenne lo sguardo puntato su Draco che in quel momento ebbe un fremito.

Inorridì. LUI un angelo?

Gli rimase quel tarlo fino a quando non tornarono a casa e Pansy andò a prendere Neville.

 

Aprì il suo portatile ma quel pensiero insolente non lo voleva lasciare in pace. Aprì un motore di ricerca e scrisse “Angelo”. Di solito usava quella funzione per curiosare le nuove collezioni e le nuove tendenze.

Cominciò a scorrere le immagini, ed una foto attirò la sua attenzione.

Un uomo biondo, capelli che gli incorniciavano il viso, occhi grigi, sguardo penetrante. La didascalia diceva che era quello che alcune di quelle ragazzette si figuravano essere un angelo.

E per la barba di Merlino, era lui. Cioè no, gli assomigliava molto. Ma lui era decisamente più bello. Il naso era più aristocratico, le labbra molto più sensuali, il suo sguardo molto più intelligente, per non parlare dei capelli. I suoi erano certamente più morbidi. Ma si, doveva ammettere che c’era una somiglianza.

 

Draco rabbrividì. Possibile che la gente lo potesse vedere come un angelo?

Lui, il leader dei Serpeverde, re indiscusso delle trame ordite ai danni dei Grifondoro, non poteva essere scambiato per un angelo.

 

Stava ancora brontolando tra se e sé, fissando sconvolto lo schermo, quando sentì aprirsi la porta.

 

Harry entrò in casa con un sorriso felice da un orecchio all’altro.

-Ehi Draco! Ho sentito che sei andato a pranzo con Pansy, com’è andata piccola serpe?- gli andò incontro scoccandogli un bacio sulle labbra.

-Ancora davanti a quel computer? Dai su Draco, sarà ancora qui domani, vieni su con me…su dai…sii buono.- Harry usò quel tono finto lamentevole che aveva imparato da Pansy. Non l’avrebbe mai detto a scuola, ma se preso per il verso giusto, cioè suppliche o adulazione, Draco si inteneriva abbastanza velocemente da fargli fare qualsiasi cosa. Almeno a livello orizzontale.

 

- Cosa pensi di fare, Potter? – chiese acido Draco.

- Uh..beh un paio di cose le avevo in mente Draco, ma è successo qualcosa?- Harry a quel punto era quasi preoccupato. Di fronte alla prospettiva di fare un po’ di sano sesso, Draco MAI si era tirato indietro.

 

- Cos’è? Pensi che basta chiedere per ottenere? Ti sembro così…gentile io? – sputò Draco.

 

Harry alzò le sopracciglia in una muta richiesta.

 

-IO sono un Serpeverde. E’ chiaro? Io sono quello astuto, che manovra le persone.- Oramai Draco dilagava. Ed Harry era sempre più confuso.

-Tu sei quello buono da fare schifo. Quello che perdona sempre. Quello carino con tutti. Quello che porta a casa ogni cucciolo smarrito. –

 

-E poi a me i ricci stanno malissimo, per non parlare della mia allergia. –

 

Ecco, ora Harry lo guardava come se fosse impazzito. – Draco di cosa diavolo stai parlando??-

 

-Ecco appunto. Diavolo. IO non posso essere un pennuto. Qualcosa di dolce paffuto, con delle piume che spuntano da merlino sa dove. IO sono il diavolo. Guardami! Sono un diavolo che veste Prada!”

 

Harry scosse la testa rassegnato. Non ne sarebbe uscito vivo. Non cercando di capire in quel momento cosa fosse successo.

 

- Draco, puoi essere quello che vuoi. Se vuoi essere un diavolo che veste Prada, vorrà dire che io sarò il tuo Angelo senza vestiti…vuoi? – disse sorridendo maliziosamente.

 

A mali estremi, estremi rimedi.

   
 
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