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Autore: Simphony    07/04/2010    5 recensioni
Draco non credeva alle chiromanti. In realtà, non sapeva nemmeno come ci era finito. Forse era colpa di Blaise. Anzi, lo era sicuramente. E' sempre colpa di Blaise Zabini.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Per questa fic ho utilizzato i nomi originali dei luoghi che popolano la saga di Harry Potter. Spero di averli messi tutti quanti. Qui di seguito metterò il nome italiano e il nome in inglese.


Madama Piediburro => Madama Puddifoot's

Mielandia => Honeydukes

I Tre Manici di Scopa => Three Broomsticks

Mondomago => Dervish & Banges


°*°

Tarot

°*°


Draco quella mattina si svegliò di cattivo umore. Per tutta la notte l'assordante russare di Blaise, che di solito riusciva tranquillamente ad ignorare, lo aveva tenuto sveglio per ore senza dargli la possibilità di prendere sonno.



Nemmeno la secchiata di acqua gelida che lo Slytherin aveva fatto apparire sopra il compagno in preda ad un esaurimento di nervi, era riuscito ad interrompere quell'incessante tortura. Blaise non aveva fatto altro che togliersi i capelli neri dalla fronte e tirarsi la coperta sopra la testa.


Come se fosse lui quello ad essere stato disturbato!


Piuttosto seccato quindi, le coperte dalle gambe e appoggiò i piedi freddi nelle ciabatte cercando conforto in quella mattinata incredibilmente gelida.


Dal sopra il baule prese la vestaglia e se la allacciò stretta in vita. Gettò una rapida occhiata al letto accanto al suo.


Era vuoto.


Dove si era nascosto, inutilmente, Blaise Zabini? La pozza bagnata sul lenzuolo con al centro una vaghe chiazze asciutte gli fece capire che il malcapitato non si era alzato da molto.


Buon per lui.” meditò il biondo “Anche se non potrà scappare molto lontano da me.”


Dal baule prese i vestiti puliti, la borsetta dove riponeva i saponi per lavarsi e si avviò leggermente cupo verso il bagno.


°*°


Blaise Zabini nel frattempo, poco consapevole dell'ira che quella notte aveva causato al suo compagno di stanza, stava leggendo la copia della Gazzetta del Profeta.

Ancora un paio d'ore e sarebbero partiti per dirigersi ad Hogsmeade, per una giornata libera.


L'idea di passare una giornata fuori dal castello, l'allettava molto. Erano mesi, fin da prima di Natale, che si limitava a girare lungo il Lago o ai confini della Foresta Proibita, anche se la cosa, in quel freddo febbraio inglese, gli piaceva molto.

Aveva nevicato molto quell'inverno e pochissimi erano gli studenti temerari che si addentravano appena oltre un metro dal portone principale.


Accennando un sorriso, girò pagina al giornale. Sentiva che quella sarebbe stata una giornata fortunata.


°*°


Blaise osservò Draco che si era addormentato sul sedile della carrozza che li avrebbe portati ad Hogsmeade. Era più o meno a conoscenza del fatto che era stato il compagno a fargli il bagno durante la notte, anche se stentava a capirne il motivo.


Eppure non si ricordava di aver fatto qualcosa per meritarsi un simile trattamento. Si ricordava di essersi lavato prima di infilarsi sotto le coperte, ricordava di aver letto un libro sul Quidditch, libro che poi era stato ritrovato ai piedi del letto, e poi alla fine gli sembrava di essere scivolato in un buco nero.


Probabilmente aveva studiato troppo per gli esami e i suoi neuroni avevano finalmente ceduto dopo tante ore di sfrenato e raro utilizzo. Accennò nuovamente un sorriso.

Che avesse parlato nel sonno e avesse, giustamente, disturbato il delicato sonno del Principino?


Alzò un sopracciglio, titubante. Ne avrebbero discusso davanti una Burrobirra, in tutta tranquillità, anche se era più incline a pensare che Draco avrebbe preferito fermarsi da Madama Puddifoot's, la silenziosa sala da tè dove era solito andare lo Slytherin quando si recava ad Hogsmeade. Doveva trovare assolutamente un modo per evitare quel posto pieno di merletti e di pizzi.

Le tovaglie colorate di quell'inquietante rosa chiaro, rendevano quel posto maledettamente simile all'ufficio della Umbridge.


Fortunatamente quella megera aveva lasciato Hogwarts due anni prima, dopo aver causato più danni che benefici.


Con un brivido di ribrezzo lungo la schiena per quei ricordi terribili appoggiò una mano sulla spalla di Draco per svegliarlo. In fondo, gli dispiaceva lasciarlo dormire solo per dieci minuti. Quando era sceso per fare colazione, gli era sembrato molto addormentato. Anche perché aveva tutti i bottoni della camicia sfalsati. Nemmeno uno era messo al posto giusto.


« Draco, svegliati. » mormorò « Draco, siamo arrivati. »


Lentamente, Draco aprì gli occhi grigio perla e fissò intensamente l'amico.


« Sono sveglio, Blaise. »


Scostò con un gesto più brusco di quello che era intenzionato a fare la mano dello Slytherin dalla sua spalla e si alzò in piedi stiracchiandosi. Afferrò la borsa che usava per i libri di lezione e se la mise a tracolla. Si sistemò per bene la sciarpa intorno al collo e si affrettò a scendere dalla carrozza, imitato dai colleghi di studio.


L'aria fredda sembrò svegliare temporaneamente lo Slytherin addormentato. Infilò le mani nelle tasche del cappotto lungo fino alle ginocchia, poi osservò il compagno di stanza.


« Dove andiamo prima di pranzo? » domandò mentre nuvolette di respiro condensato gli uscivano dalla bocca.


« Io volevo fare un giro da Honeydukes per fare rifornimento di dolci fino alla prossima uscita. Poi, se ti va, potremo andare direttamente ai Three Bromsticks per pranzare. Che ne dici? »


Con il solito sorriso appena accennato, Blaise si voltò verso l'amico, il quale stava annuendo lentamente.


« Va bene. Dopo pranzo voglio passare da Dervish & Banges e da Scrivenshaft per delle nuove piume e nuove pergamene. » frugò con distrazione nella borsa di pelle « E anche delle boccette d'inchiostro. » borbottò fra sé.


« Perfetto. » Blaise indicò il fondo di High Street, la via principale di Hogsmeade, dove si trovava la maggior parte dei negozi « Allora andiamo. Non vorrai rimanere intrappolato a Honeydukes in mezzo a tutte le ragazzine urlanti che sono in fila per pagare? »


Blaise si godette la smorfia di disgusto che si dipinse quasi istintivamente sul volto diafano dell'amico, per accennare un altro sorrisetto leggero.

Si lasciò scappare una risatina.


« Muoviamoci. » replicò Draco afferrandolo per un braccio « Non voglio perdere altro tempo. »


« Si mio principino. » lo prese in giro il moro « Al vostro servizio. »


Draco alzò gli occhi al cielo, senza per questo diminuire la sua velocità. Entrarono dentro il negozio e sarebbe stato evidente che non ne sarebbero usciti prima di un paio d'ore.


°*°


Subito dopo pranzo Draco e Blaise lasciarono la locanda per dirigersi verso il fondo della via dove si trovava il negozio di Dervish & Banges.

Stavano chiacchierando, quando, da una via laterale poco illuminata, una voce richiamò la loro attenzione.


Si trattava di una... chiromante, come l'avrebbero chiamata i babbani.


Oppure, ingannatrice, come l'avrebbe definita Draco.


Il giovane Slytherin non credeva alle cose come letture della mano, fondi di tè, tarocchi e tanto meno alle sfere di cristallo.

La Trelawney aveva provveduto abbastanza a far cadere in basso quelle materie, e lo studente non desiderava vederle scendere ancora più in basso nella sua graduatoria personale.


Cercò di allontanarsi il più in fretta possibile, ma Blaise lo fece tornare bruscamente indietro.

Per un attimo, il biondo aveva dimenticato come Blaise fosse terribilmente suggestionato da qualunque cosa riguardasse le predizioni. E il fatto che fosse un mago, evidentemente non gli bastava.


« Venite ragazzi. » li chiamò la donna con voce suadente « Per voi studenti, oggi è gratis. »


Draco si guardò in giro iniziando a meditare seriamente l'idea di mettere in atto qualche incantesimo non proprio consono ad uno studente. Nemmeno scappare a gambe levate e picchiare Blaise alla prima occasione lo era.

Ma sempre meglio che finire, questa volta per davvero, ad Azakaban.


Da quando la guerra era finita e San Potter aveva graziato lui e la madre aveva deciso di comportarsi meglio. E ci stava riuscendo.

Niente battutine, niente sberleffi, niente associazioni a delinquere con maghi oscuri.

Quella donna però lo stava veramente tentanto. Un piccolo incantesimo a lei, uno a Blaise per cancellargli la memoria, modificare la sua bacchetta e nessuno avrebbe saputo nulla.


Sospirò.
Troppa fatica.


Poi si voltò a fissarla meglio. La donna non avrà avuto più di venticinque anni, era straniera, forse gitana.

Indossava strani abiti, sia per le streghe che per i babbani. La gonna, completamente fatta con toppe di vario tessuto e colore, si stringeva alla vita stretta. E la camicia larga, con gli sbuffi alle spalle, gli ricordavano i romanzi pirateschi che aveva letto quando era più giovane.

Sulla testa la donna portava una bandana che le tirava su i capelli riccioli e neri come la notte.

Tutto sommato, non sembrava portatrice di menzogne.


Draco non seppe mai che cosa lo spinse realmente a cedere alle pressioni di Blaise Zabini.


°*°


I due ragazzi percorsero quasi mezzo viale, fino ad arrivare ad un tavolino in legno posizionato esattamente in mezzo alla strada. Sul tavolo un mazzo di carte rigirate e sotto tre sgabelli.


« Prego, sedetevi. » continuò la donna, invitandoli a sedersi con un gesto elegante della mano.


Draco sbuffò trucidando l'amico.

La voglia di strozzalo che si era impadronita di lui quella stessa mattina e che era poi lentamente scemata durante il corso della giornata tornava prepotentemente a fargli visita, ma si costrinse a non cedere ai suoi bassi istinti animali.

Si costrinse a pensare ai suoi piccoli e leggi, ma buoni, propositi.

Uccidere qualcuno non rientrava nelle regole.


Con un sorriso, lei iniziò a mescolare velocemente le carte e le dispose a ventaglio davanti a Draco stesso.


« Scegline sette, ragazzo. » lo invitò lei.


« Non credo a queste cose. » rispose aspro lui, incrociando le braccia al petto « Non ho intenzione di prestarmi a questi sciocchi giochi di prestigio. » borbottò.


« Draco, per favore, almeno provaci. » lo implorò Blaise, nonostante né il suo tono né il suo volto fossero esattamente l'incarnazione dell'implorazione.


Lo Slytherin sospirò seccato. Poi prese le sette carte come gli era stato ordinato.


« Va bene così? » domandò alterato.


« Perfetto, ragazzo. » sempre con il solito sorriso splendente la donna girò le carte, poi le guardò attentamente per qualche secondo in perfetto silenzio.


« Ragazzo, il tuo futuro è brillante. La tua famiglia potente. E tu stesso sei dotato di carisma, intelligenza e abilità. » iniziò « Ma nulla è affidato al caso. La fortuna per te oggi veste di rosso. E direi che ha anche le sembianze di un avvenente giovanotto. » gli disse indicando di tanto in tanto qualche carta sul tavolo di legno.


Ne aggiunse altre due.


« E guarda per terra. » aggiunse alla fine la chiromante girando l'ultima carta « Stai attento ragazzo. Potrebbe farti male quello che scoprirai. » lo avvertì.


Draco lanciò una rapida occhiata all'amico che stava al suo fianco.


« Stupidaggini. » bofonchiò al limite della pazienza « Andiamocene Blaise. E' stato tempo perso, lo sapevo. »


Afferrò di nuovo il compagno per un braccio e lo strattonò via quasi con violenza.


« Perché, vorrei sapere, ti ho dato retta fino a questo punto. » sputò fra sé Draco inferocito con sé stesso « Ti avevo detto che era tempo perso. »


« Non hai perso nulla, dai. » cercò di rimediare l'altro « In fondo, ciò che ti ha detto, anche se non ci credi, non è male. Ti ha detto che incontrerai fortuna e che devi stare attento a dove metti i piedi. Non è poi così male come predizione. »


« Sciocchezze. A quest'ora potevo già aver finito da Mondomago, se solo non avessi ceduto alle tue insulse richieste »


Senza guardarsi indietro nemmeno una volta, Draco si diresse a grandi passi verso il negozio dove era originariamente diretto. Raggiunto Honeydukes girò sulla sinistra e poi imboccò la prima via sulla destra.


Là, davanti a lui, in fondo alla via, il piccolo negozio. Solitamente era pieno di ogni oggetto che si potesse trovare o anche solo immaginare.

Ogni tanto Draco vi entrava e ne riusciva con qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di comprare. L'ultima volta era uscito con un carillion babbano.

Ogni volta che sistemava il suo baule, lo trovava in fondo al baule. E ogni volta che lo vedeva si chiedeva che cosa avesse fatto di male nella sua vita per spendere soldi in quell'oggetto inutile.


Fu quasi tentato, però, di tornare indietro e dirigersi direttamente da Scrivenshaft. Aveva già fatto abbastanza azioni fuori dalla sua logica. Non aveva assolutamente voglia di fare il bis. Chissà quale diavoleria avrebbe comprato, per poi finire drasticamente sul fondo del baule.


Insieme al carillion.


Perso nei suoi pensieri, Draco alzò gli occhi e si fermò quasi in tempo. Davanti a lui si trovava un ragazzo e lo Slytherin lo fissava come se fosse posseduto da uno spirito maligno.


Sulla soglia, che usciva dalla porta principale c'era Potter. Si, il malefico Gryffindor. Quello là, che si ostinava a non rivolgergli la parola.


Più Draco s'impegnava per cercare di instaurarci un rapporto, più Potter si ritraeva dentro al suo guscio di pregiudizi.

Alla fine era giunto alla conclusione che l'avrebbe lasciato cuocere nel proprio brodo. Non voleva parlargli? Bene, tanto era Potter stesso che ci avrebbe rimesso.


E allora perché si era istintivamente mosso indietro? Non voleva parlargli? Non voleva vederlo? Affari suoi.

Eppure perché si sentiva come se si trovasse dalla parte del torto?


Draco serrò i pugni, furioso. Non aveva avuto scelta. Mai. Tutto ciò che aveva fatto era stato ordinato da altri.
Quindi che quel malefico Potter non...


« Draco! » lo richiamò Blaise posandogli una mano sulla spalla.


L'altro sussultò e si voltò verso di lui.


« Andiamo. La strada è vuota. Potter si è allontanato. »


« Stavo pensando, idiota. Potter non c'entra! » esclamò riprendendo a camminare.


Eppure tornò, contro la sua stessa volontà, ad osservare il Gryffindor, lontano qualche metro da loro. Era più forte di lui. E per poco non gli si mozzò il respiro quando, ormai a pochissimi metri l'uno dall'altro, notò il cappotto rosso vinaccia che il giovane indossava.


E aveva la borsa bucata. Stupido Potter. Ci sarebbe passata una nave. No, ma a lui non importava. Era il Prescelto, no?


La fortuna vestirà di rosso. ” cantilenò il Malfoy nella sua testa truce, continuando a camminare “ E mi raccomando, guarda per terra. ”


Senza rivolgergli parola, Draco lo oltrepassò ed entrò nel negozio. Al sicuro fra le mura del fondo magico si lasciò scappare un sospiro di sollievo. Non avevano parlato, non avevano discusso e non avevano tirato fuori le bacchette.


Stava ragionando che poteva quasi ritenersi soddisfatto, quando inciampò in uno scatolone appoggiato malamente vicino a delle librerie e ruzzolò per terra con decisamente poca eleganza.


« Tutto bene? » chiese Blaise allungando una mano verso il malcapitato amico.


Sapeva che dimostrare una maggiore preoccupazione e dargli maggior aiuto lo avrebbe fatto imbestialire ancora di più. Quindi si era limitato ad una semplice, e poco umiliante, mano allungata.

Draco l'afferrò con forza alzandosi in piedi e massaggiandosi contemporaneamente la testa, con fare più irritato che doloroso.


« Su che diamine ho inciampato? » borbottò lo Slytherin, guardando a terra.


A pochissimi passi da lui, si trovava uno scatolone aperto, circondato da ogni genere di cianfrusaglie accatastate l'una su l'altra e decisamente ingombranti.


Stava decidendo di andarsene, quando vide vicino ai suoi piedi un oggetto di forma rettangolare, di pelle nera, con un semplice elastico che lo teneva chiuso.


Allungò una mano e lo prese. Incuriosito e un poco memore dell'avventura del diario di Tom Riddle al secondo anno, lo aprì.


Per poco non lo fece cadere per la sorpresa. All'interno si trovavano delle foto magiche, degli appunti scarabocchiati, dei testi scritti dagli amici, gli adesivi della squadra di Quidditch e tantissime altre cose che gli raccontavano la vita di Potter.


Sfogliò rapidamente le pagine, piene di scritte, piene di parole colorate, piene di ogni cosa che potesse mai immaginare. Poi, una delle ultime pagine, lo riguardava.

Lo richiuse ancora prima che la curiosità lo uccidesse. Aveva letto solo il suo nome in cima alla pagina.


Erano, probabilmente, i pensieri di Potter su di lui. Avrebbe voluto leggerlo per sapere, con certezza, se aveva delle vaghe possibilità di instaurare un rapporto civile.


Ma non lo avrebbe più fatto. Non aveva più voglia di perdere tempo con lui.

In passato Draco aveva sbagliato e lo sapeva. Ma non si meritava il silenzio.

Non di Potter.


Se anche ci fosse stata una possibilità di parlargli avrebbe mandato tutto a monte leggendo quel diario.

Conosceva Potter meglio di quanto lui stesso avrebbe ammesso. Potter odiava giocare sporco.

Così infilò il quadernino nella borsa e si diresse verso l'uscita.


« Ci vediamo ai Three Broomsticks, Blaise. » disse risoluto senza aggiungere altro.


Altro che tanto, Blaise non voleva sapere.

Quello che gli importava veramente, pensò roteando la bacchetta fra le dita, era aver dato una mano alla fortuna. Sorrise, con il solito sorriso di superiorità, e iniziò a frugare in mezzo agli scaffali.


°*°


Draco uscì dal negozio e il vento freddo gli sferzò violentemente il viso.

Strinse ancora di più la sciarpa sul volto, sperando di trovare un po' di calore, poi iniziò la ricerca di Potter. Fortunatamente Hogsmeade non era enorme ed erano pochi i posti dove poteva essersi diretto.


Tornò sulla via principale e lo vide insieme a Lenticchia e Zannuta che camminavano tranquilli con in mano un sacchetto di Honeydukes.

Li rincorse e si fermò solo quando il giovane Gryffindor si accorse che qualcuno li stava seguendo e così si voltò.


« Malfoy, che cosa... Anzi, che diamine hai fatto? » chiese incredulo indicando il cappotto lungo pieno di polvere.


« Sono inciampato da Dervish & Banges. » gli disse « E vicino allo scatolone, ho trovato questo. Suppongo appartenga a te. » concluse mostrandogli il blocchetto.


Harry sbiancò. Poi iniziò a frugare disperatamente nella borsa scolastica che aveva a tracolla fino a che la sua mano non sbucò fuori dal buco.

Il Gryffindor si guardò la mano con fare allucinato. Bianco come un cencio. Bianco come la neve che li circondava.


« Come... Non ci posso credere che tu... Malfoy! » esplose alla fine rosso.


Draco non seppe dire se era rosso di rabbia o di imbarazzo.


« Sono venuto a restituirtelo. » continuò il Malfoy senza aver dato segno di averlo sentito « Ma ad una condizione. »


« Sei abbietto. » sputò l'altro.


« Abbietto, ma determinato. Potter, non credere che tutto questo si concluderà qua a Hogsmeade, perché non ne ho alcuna intenzione. »


« Che cosa vuoi da me? » domandò Harry sospettoso e, in parte, curioso di conoscere l'evoluzione della situazione.


Lo Slytherin si girò il quadernino fra le mani, pensieroso. Aveva una grande opportunità fra le mani e non poteva farsela scappare. Doveva giocarsi il tutto per tutto.


« Che ne dici di passare il resto del pomeriggio con me? » domandò alla fine, con un ghigno.


°*°


Blaise attendeva Draco ai Three Broomsticks almeno da venti minuti. Aveva intravisto l'amico fermo in mezzo alla strada con un Potter sbalordito e i due compagni ancora più sconvolti. Senza farsi vedere, si era infilato dentro al pub, al caldo e con una Burrobirra fumante, in attesa di novità.


E quando vide entrare Lenticchia e Zannuta, da soli, capì che Draco probabilmente aveva ribaltato la situazione a suo favore. Spiegò il giornale che aveva preso poco prima. Era divertito dalla situazione.

Aveva sempre pensato che stare con Draco era spassoso. Continuò a sorseggiare la bevanda e non si scompose nemmeno quando Hermione Granger spostò di malagrazia la sedia davanti a lui e ci si sedette.


« Dimmi Granger. Posso fare qualcosa? » domandò con fare canzonatorio.


« Che cosa sta succedendo? Perché Malfoy ha inscenato questa stupida e grottesca commedia? » chiese in un sibilo.


« Non capisco di che stai parlando. » commentò l'altro vago.


« Allora te lo dirò più chiaramente. Perché Malfoy ha chiesto ad Harry di uscire con lui tutto il pomeriggio? »


« Mi pare molto ovvio, nonché tremendamente semplice, Granger. » rimase in silenzio per una manciata di secondi « Evidentemente, Draco trova in Potter una compagnia piacevole. Disgustoso, non trovi? » aggiunse con una smorfia sul volto.


« Cosa...? »


« Ah, parlo di Potter, ovviamente. Non del fatto che Draco probabilmente se ne sia innamorato. L'amore, a volte, è veramente crudele. » e, con una calma e un'innocenza quasi snervante, riprese a bere la Burrobirra.


« Se questo è uno scherzo, è di pessimo gusto. » intervenne Ronald.


« Non ho l'abitudine di scherzare su queste cose, Wesley. Io non mi preoccuperei di Potter se fossi in voi. Le cose che possono essere accadute finora sono tre. Si sono uccisi a vicenda e questo eliminerebbe dalla mia vita il problema “Potter”, si stanno ignorando e stanno quindi congelando fuori, oppure, opzione che ritengo la più veritiera, si stanno godendo una semplice giornata insieme, conoscendosi a vicenda. »


« Oddio, è terribile. » esclamò di nuovo Ron.


« E' più terribile la tua presenza, per me, ma sto cercando di resistere. » replicò con calma, terminando di svuotare il boccale di Burrobirra.


Hermione represse una risatina, nonostante le orecchie del compagno iniziassero ad assumere una violenta colorazione rossa.

Blaise gli lanciò una vaga occhiata, poi tornò a far posare la sua attenzione sul giornale. Sinceramente non vedeva l'ora di tornare al treno. Voleva sapere che cosa era veramente successo in quel pomeriggio.

Cosa stava tramando la piccola e principesca testolina di Draco Malfoy?.


« ...siamo costretti a lasciarli da soli. » completò Hermione


Blaise non l'aveva ascoltata. Ma aveva sentito abbastanza, perciò annuì.


« Se ci tenete alla vostra vita, direi di si. Non sarò clemente con chi cerca di frapporsi fra loro due. »


Si alzò dalla sedia, infilò la giacca e lasciò le monete della Burrobirra sul tavolo. Poi, senza aggiungere altro, lasciò velocemente il pub.


°*°


Dal canto suo, Draco era rimasto piacevolmente stupito quando Harry aveva accettato di passare il pomeriggio con lui, anche se solo per riavere indietro il suo prezioso diario.


In quel momento stavano camminando verso la periferia di Hogsmeade e stavano chiacchierando, anche se ogni tanto fra di loro si frapponevano i soliti silenzi imbarazzanti che li facevano camminare senza dirsi nulla.


Eppure Draco era soddisfatto ugualmente.

Dopo settimane di agguati, di tentativi, di imbarazzanti approcci, aveva avuto la giusta opportunità e sentiva che se la stava giocando bene. Stava gongolando fra sé e sé quando la voce di Harry lo riportò sul pianeta Terra,


« Perché stai facendo tutto questo? » chiese il Bambino Sopravvissuto, fermandosi in mezzo alla strada.


« Perché desidero sviluppare con te qualcosa di più serio di un'amicizia. » rispose Draco sinceramente « Potter, non fare quella faccia. » sbuffò poi vedendo l'amico impallidire « Eri davvero convinto che cercavo di avvicinarti per poter fare insieme la calzetta? »


« No, ovviamente no. » mormorò l'altro riprendendo a camminare « Solo che non mi aspetto tanta schiettezza in una fase come questa. »


Draco si sfregò le mani, cercando di riscaldarle come meglio poteva. Poi adocchiò l'insegna di Madama Puddifoot's, la sala da tè dove lui e sua madre si recavano di tanto in tanto per stare insieme da soli.

Dopo l'incarcerazione di suo marito, Narcissa aveva scoperto nel figlio che aveva sempre e solo educato come un perfetto Lord, un compagno piacevole, un attento ascoltatore e un vivace conversatore.


Al loro ultimo incontro non aveva potuto fare a meno di piangere, sapendo che era stato educato bene.


Lo Slytherin si riscosse dai suoi pensieri e tornò a fissare Harry.


«Andiamo a prendere un tè. Di sicuro ci riscalderà molto di più che stare qua fuori a prendere freddo. »


« Non sono mai stato là dentro. » ammise piano il Gryffindor fissando con sospetto l'insegna in legno antico poco lontano da loro.


« Ti piacerà. » affermò sicuro Draco « Credo. » aggiunse poi tra sé e sé notando le perplessità del compagno.


°*°

Sul treno Draco trovò dove Blaise si era nascosto. L'ultimo vagone. Come sempre.


Quasi prevedibile.


Si sedette al suo fianco, in silenzio, con i mente tutto quello che gli era successo in quel giornata partita inevitabilmente male.

Ripensandoci, lo Slytherin si voltò a guardare il compagno.


« Di notte russi. » disse solo.


Blaise alzò lo sguardo dal giornale e lo guardò con fare perplesso. Ma notando che era fuori dal mondo, tornò a leggere.

Un giorno avrebbe avuto tutte le risposte che gli servivano.


°*°


Il giorno dopo lo Slytherin era sempre perso nei suoi pensieri e girava pensieroso il cucchiaino nella tazza da tè. Stava facendo colazione da solo, si era svegliato troppo tardi e quello scemo di Blaise non lo aveva svegliato.


Ah, se l'avrebbe pagata.


A causa sua aveva perso le due ore di Trasfigurazione e se non si fosse dato una mossa a finire il tè avrebbe perso anche Pozioni.

Non che la cosa lo tangesse molto. La sua abilità nel fare pozioni era superiore a quella dei suoi compagni di corso.

Poteva anche passare l'intera mattinata a non fare nulla. E rimanere seduto là fino all'ora di pranzo.


Stava rimuginando, quando un'ombra calò sul suo tè, coprendo il sole che quella mattina illuminava la Sala Grande.


« Blaise, perché non mi hai svegliato? » sospirò girandosi. E sussultò « Potter, non sei a lezione. » constatò poi, cercando di darsi un contegno per la gaffe appena commessa.


« E stare con Snape che mi prende in giro davanti a tutti? Penso che per una volta sopravviverà senza di me. »


L'altro sorrise, mentre Harry si sedeva al suo fianco e prendeva un paio di biscotti.


« Ci ho ripensato. Alla tua proposta di ieri, dico. » iniziò Harry con la fronte aggrottata « Credo che si possa fare. Magari, riuscirò anche a rendermi conto di quello che provo veramente. In questi anni ho sviluppato una sorta di dipendenza. E non ho mai saputo spiegarmi perché. Conoscere i tuoi veri sentimenti, potrebbe essermi di aiuto. »


« Se hai bisogno di aiuto per Pozioni... » gettò vago Draco, sempre sorridendo.


Harry notò che da quando Voldemort era morto, Malfoy sorrideva più spesso, ed era anche quasi più socievole, anche con i propri compagni di Casa. Era come se tutto il pessimismo e la paura lo avessero abbandonato, lasciando posto ad un'insana voglia di stare con le altre persone.

Ed Harry aveva anche scoperto, che vederlo sorridere era la cosa a cui teneva di più al mondo.


Gli piaceva il nuovo Draco. Credeva che le parole che gli aveva rivolto dopo la guerra fossero solo bugie.
Solo menzogne.


Invece aveva notato nel biondo una forza di volontà che non aveva mai visto in nessuno. Gli piaceva il nuovo Draco.

Desiderava conoscerlo di più. Desiderava stare di più con lui. Desiderava conoscerlo.


Semplicemente, conoscerlo.


« Se sei armato di buona pazienza, potremo provarci. E non solo per Pozioni, intendo. » ridacchiò il Gryffindor.


« Oggi pomeriggio hai qualcosa da fare? » domandò lo Slytherin.


« No. Sono a tua completa disposizione. » sussurrò alzandosi « Andiamo a Pozioni. Voglio vedere che faccia farà Snape nel vedere il suo pupillo entrare insieme a me. » esclamò come se fosse un gioco far arrabbiare l'insegnante.


« Tu sei malato. » commentò Draco scuotendo la testa.


Poi piegò la testa di lato, appoggiandola alla mano. Osservò Harry che parlava e parlava, senza sosta, di tutto quanto.

E rimasero là, perdendo la lezione, mentre Draco sorrideva, improvvisamente conscio che tutto si sarebbe risolto per il meglio.



Fine

   
 
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