Era una fredda sera di inizio settembre, pioveva. Una giovane strega con un lungo mantello scuro guardò rabbrividendo la sagoma scura di Hogwarts. Era ancora molto lontano, e lei non aveva la minima voglia di andarci. Ma non era stata abituata a contraddire suo padre, nè tantomeno a ribellarsi ai suoi ordini. Iniziò a incamminarsi verso il castello, scivolando sul terreno fangoso mentre la pioggia le bagnava il volto. Ripensando alle parole del padre, la ragazza fece una smorfia: possibile che suo padre l avesse davvero mandata da quel vecchio babbanofilo di Silente? "Devi andare ad Hogwarts" le aveva comunicato senza alcun preavviso la sera prima. Lei aveva spalancato occhi e bocca, sperando di aver capito male: non era mai andata a scuola, era stata istruita dal padre in persona. Principalmente riguardo le arti oscure. Suo padre aveva fatto la sua solita risata fredda vedendo la sua espressione: "No, no mia cara... Hai capito bene! Andrai a quella scuola, che ti piaccia o meno, e farai un lavoretto che ho in serbo per te.." E poi le aveva spiegato il suo piano.. In verità, lei era curiosa di conoscere quell Harry Potter che sentiva sempre nominare... Voleva conoscerlo, constatare i suoi poteri. Voleva sapere come poteva un moccioso di un anno aver sconfitto suo padre. Suo padre, il Signore Oscuro!! Aveva finalmente raggiunto il castello. Bussò con forza al portone, e la sua mente iniziò a scattare migliaia di foto a quel posto. Maestoso, imponente, pieno di segreti.. Peccato solo che fosse infestato da mezzosangue... I capelli neri le volarono sul bel viso pallido, dai lineamenti perfetti, così simile a quello di suo padre tanti anni prima. Se li portò dietro l orecchio con un gesto nervoso della mano. Non sapeva bene cosa dire quando qualcuno sarebbe apparso ad aprirle il portone. Suo padre le aveva detto di non preoccuparsi, che nessuno le avrebbe fatto domande strane.. "E nessuno si chiederà come mai non ho fatto tutti gli altri anni di scuola?" gli aveva chiesto. Lui aveva risposto ancora una volta di non preoccuparsi. Sentì che dietro al portone si stavano muovendo tutti gli ingranaggi magici che lo chiudevano. "Speriamo in bene!" pensò. Apparve il viso di un uomo piuttosto brutto, con una voce stridula e antipatica e una gatta alle calcagna. Quello che lei immaginava essere il custode, o qualcosa di simile, la fissava interrogativo. La ragazza prese la parola: "Devo vedere Silente. Subito". Chiara, diretta e concisa, come suo padre, nonche il suo signore, le aveva ordinato. Entrò a Hogwarts mentre il grande orologio suonava la mezzanotte.