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Autore: reby    07/04/2010    4 recensioni
Improvvisamente, tutto il tempo che erano stati lontani sembrò piombare tra di loro come invisibili macigni, inducendolo quasi a credere di trovarsi un estraneo davanti agli occhi.
La colpa in verità non era affatto sua, e Yamato lo sapeva bene. La spirale che gli aveva portati a separarli era stata iniziata da lui.
Lo sapevano tutti.
Ma due mattine prima, quando Tai l’aveva cercato in ufficio aveva capito quanto fosse migliore di lui.[...]
Il destino aveva voluto farli rincontrare in quelle circostanze orribili, ponendogli di fronte la più grande e triste verità.
La realtà non aspetta mai.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non si era mai chiesto realmente il perché dell’assenza di suo padre, il piccolo Taichi. Non che non gl’importasse, certo…ma l’unica volta che aveva chiesto spiegazioni a sua madre gli aveva risposto talmente fredda, talmente perentoria che ci aveva rinunciato.

Tuo padre non c’è Taichi. Questo è un dato di fatto e devi accettarlo.

Non era nella sua indole arrendersi, Taichi era un bambino caparbio e molto sveglio per la sua età. Ma la cosa che lo aveva fatto desistere era aver sentito sua madre rifugiarsi sotto la doccia e piangere, dopo il loro breve dialogo.

E da allora il piccolo aveva lasciato le proprie domande a se stesso.

Gustava il suo sushi in silenzio in uno dei mille take-away della grande Tokyo, guardando sua madre che contemplava la strada fuori dalla finestra, assorta.

Ultimamente era sempre così.

Erano stati in ospedale quella mattina e i suoi amici stavano davvero bene –aveva osservato vedendoli sorridere e palare tra loro- e addirittura sua madre l’aveva presentato loro.

Anche se quella Kari mi ha guardato davvero male..e ha guardato male pure mamma. Chissà se è per quello che siamo andati via presto…

Vide Sora chiedere il conto e guardarlo teneramente.- Sei sazio?-

Il piccolo annuì contento.

-Allora sei pronto per andare in aereoporto?-

-Si!Mi piacciono gli aereoporti!- esclamò il piccolo, facendo ridere Sora.

E scese dallo sgabello prendendole la mano e sorridendo quando la sua giovane mamma si piegò per baciarlo sulla fronte.

Si, se c’era una cosa che il piccolo Taichi odiava era proprio veder piangere Sora.

E non sapeva che questa era una delle tante cose che aveva in comune con suo padre.

 

 

 

-Dovresti calmarti, lo sai?-

-Si lo so.-

Izzy alzò un sopracciglio.- E allora perché non cominci da subito?-

Mimi sbuffò, girando e rigirando le mani con il cuore a mille.

Erano scesi dall’aereo da circa mezz’ora, ed erano fermi con i loro trolley vicino l’uscita dell’edificio.

Aspettavano.

Izzy guardò l’orologio per l’ennesima volta.- Non è da Sora essere in ritardo.-

La ragazza gli schioccò uno sguardo di rimprovero.- A Tokyo c’è traffico. Sempre.-

Il manager sorrise. L’aveva sempre difesa, in ogni occasione.

Beh, tranne una.

Ma quella era un’altra storia.

Alzò lo sguardo su di lei e la vide assorta nella contemplazione di un taxi che si avvicinava sfrecciando verso di loro.

Ci siamo.

Si fermò proprio davanti a loro due e subito dopo la portiera si spalancò.

Sora con mano tremante e senza alzare lo sguardo aiutò suo figlio a scendere dall’automobile e quando anche lui fu fuori, trattenendo il fiato sollevò gli occhi.

Silenzio.

Le due ragazze si guardavano così, a pochi metri di distanza e con lacrime che minacciavano d’uscire da un momento all’altro.

Il piccolo Taichi starnutì.

Sora sbattè le palpebre riprendendosi e si mise a cercare nella sua borsa un fazzoletto senza dire una parola.

Aveva afferrato il pacchetto quando si sentì circondare da due braccia esili e arretrò quasi vista l’intensità con la quale Mimi la stava abbracciando.

La borsa cadde a terra con un tonfo sordo, e mentre il mondo attorno a loro continuava a scorrere ricambiò l’abbraccio con la stessa intensità.

Izzy le guardava con gli occhi lucidi e le mani in tasca.

Stentava a credere ai suoi occhi.

Ma infondo, l’avevo sempre saputo che si sarebbero riviste. Una vera amicizia come la loro non si può disintegrare.

Un’altra cosa però aveva catturato la sua attenzione: il bambino con una caterva di capelli marroni all’apparenza indomabili che ora  si strofinava il naso con la manica del giubbotto, guardando a terra imbarazzato.

Mentre le ragazze piangevano e ridevano e continuavano ad abbracciarsi ignorando tutti, Izzy si avvicinò a quel bambino.

-Senti vi devo aspettare ancora per molto?- il taxista lo guardò, sbuffando spazientito.

-Può andare, ci scusi- e quello partì sgommando.

Taichi sollevò lo sguardo verso di lui, curioso.

-Ciao-, gli disse Izzy abbassandosi alla sua altezza.- Io sono Izzy.-

Taichi si aprì in un sorriso, felice di conoscere un altro amico della sua mamma.- Ciao signor Izzy, sei l’altro amico della mamma vero?Lei mi ha detto che tu sei bravo con i videogiochi!-

Izzy si pietrificò all’istante.

Sora trattenne il respiro sentendo la frase di suo figlio ed anche Mimi s’irrigidì.

Silenzio, di nuovo.

Il piccolo Taichi spostava lo sguardo confuso da Izzy alle due donne.

Perché tutti mi guardano adesso?Forse ho detto qualcosa di brutto…

Dopo aver lanciato uno sguardo veloce a Sora che abbassò lo sguardo, il ragazzo tornò a fissare il bambino ma con una luce diversa negli occhi.

-Si sono proprio io infatti,- si sforzò di apparire il più naturale possibile, guardandolo con un sorriso tirato.-Piacere di conoscerti. Tu ti chiami…?- lasciò la frase in sospeso, curioso di sentire la riposta.

-Taichi!- esclamò innocente, allungando la mano per poter stringere quella di Izzy.

Ma lui non la prese.

Mormorandogli uno scusami si rimise in piedi e si avvicinò al marciapiede in cerca di un taxi.

Taichi lo guardò triste e si rifugiò tra le braccia di Sora che era rimasta immobile per tutto il tempo.

Mimi guardò la scena con espressione dura.- Andiamo in albergo,- si limitò ad aggiungere e Sora annuì sospirando raggiungendo Izzy.

 

 

Arrivarono in hotel immersi nell’assoluto silenzio. Avrebbero pernottato nello stesso posto, sotto decisione di Mimi e della stessa Sora.

Quest’ultima quando aveva sentito che i due avrebbero condiviso la stessa camera, aveva pensato subito ad una loro relazione.

Forse lei ha davvero voltato pagina…

Ma vedendoli ora la certezza che aveva avuto stava vacillando pericolosamente.

Dopo aver portato il piccolo Taichi in camera sua e avergli rimboccato le coperte, una Sora affranta si avviò verso la camera dei nuovi arrivati, poco distante dalla sua.

Bussò due volte, con il cuore in gola.

-Avanti!- la voce ovattata di Mimi le giunse dall’interno.

Entrò e strabuzzò gli occhi davanti al caos che regnava libero dopo non appena un’ora dal loro arrivo.

Mimi sembrò accorgersene e la guardò imbarazzata.- Beh…lo sai che l’ordine non è mai stato il mio forte.-

Sora sorrise.- Ricordo…-

Si guardarono sorridendosi e solo dopo pochi minuti Mimi si voltò dandole le spalle per non far vedere i suoi occhi nuovamente lucidi.

Sora si schiarì la voce.- Izzy?-

-E’ sotto la doccia,- le rispose Mimi, sistemando le camicie del ragazzo nell’armadio.- Queste è meglio se le appendo, altrimenti mi ammazza.-

La castana si sedette sul’unica poltrona non occupata dai vestiti dell’americana con una sola, pressante domanda in mente.

-Quindi tu e lui…- cominciò, lasciando la frase in sospeso.

Mimi si voltò nella sua direzione.- Cosa?-

Sora si mosse a disagio sulla poltrona.- Tu ed Izzy intendo…-

Mimi dapprima aggrottò le sopracciglia ma poi si lasciò andare ad un sorriso.- Oh no, no- ammise gesticolando con le mani,- siamo rimasti i soliti amici di sempre. Ed anche colleghi di lavoro a dire il vero…è il mio manager.-

Il cuore di Sora si distese.

Allora forse non ha dimenticato Matt..

-Oh, capisco.-

-Davvero pensavi che fossimo fidanzati?- le chiese Mimi, sedendosi sulla sponda del letto di fronte a lei.- Io non mi vedrei mai con uno come Izzy,- ammise ridacchiando e venendo imitata poi anche da Sora.

-In effetti nemmeno io vi vedrei insieme.-

Calò un silenzio imbarazzante che nessuna delle due sapeva rompere.

Perché entrambe sapevano che c’era una sola domanda a cui dover rispondere, ancora.

Una risposta che sia Mimi che Izzy temevano più di qualunque altra dopo quella mattina.

Il rumore della porta del bagno che si apriva le fece sobbalzare ed Izzy ancora in accappatoio uscì tranquillo.

Si bloccò, quando vide Sora a pochi metri da lui.

Non disse niente.

Gli passò davanti, andando a recuperare gli indumenti ancora nella valigia e si richiuse in bagno.

Per poi uscirne poco dopo.

Prese posto accanto a Mimi nell’assoluto silenzio. L’atmosfera pareva essersi congelata.

Il ticchettare dell’orologio da parete scandiva il ritmo della mente dei tre presenti, che vagava lontana nei ricordi.

Anzi, verso un solo ricordo.

 

Cinque anni prima, Odaiba.

Appartamento Takenouchi.

-Io dico che son meglio i fiori rosa pallido, s’intonano di più alla sua carnagione!-

Izzy roteò gli occhi sentendo l’ennesima frase sconclusionata di Mimi. - Ma basta su!Che differenza c’è poi tra rosa pallido e rosa scuro?La noteresti solo tu.-

-Come sei poco romantico!Sora, diglielo anche tu. Il giorno del matrimonio deve essere perfetto, caro Izzy. P-e-r-f-e-t-t-o!- esclamò indignata Mimi, sventolandosi la mano per farsi aria.

Intanto Sora taceva, continuando a preparare il the freddo in silenzio.

Era una torrida mattina d’estate quella.

Il sole batteva fuori dalle finestre e l’appartamento della digiprescelta dell’amore ne era esposto praticamente sempre.

Si asciugò una goccia di sudore. L’ennesima.

-Sora ti prego, accendi l’aria condizionata?Sembra di stare in una serra.- biascicò Izzy andandole vicino e lasciando Mimi immersa nei suoi giornali pre-matrimoniali.

Già, perché tutto il gruppo si stava preparando alla celebrazione del primo matrimonio che li riguardava da vicino.

-Scusa Izzy, l’accendo subito,- rispose la padrona di casa ma nel girarsi urtò contro il vassoio facendo cadere tutte le tazze a terra che si ruppero in mille pezzi.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Sora s’inginocchiò a terra e scoppiò improvvisamente a piangere.

I due ospiti si guardarono per un lungo attimo e Mimi corse dall’amica aiutandola ad alzarsi.

Ecco la conferma che aspettavano.

Era strana da quella mattina, poche parole, muso lungo e zero sorrisi. Il tutto era stranissimo, soprattutto in quel periodo.

 Sora Takenouchi nell’ultimo mese regalava sorrisi radiosi a tutti. Il perché? Semplice: l’anello con diamante che splendeva al suo dito.

-Sputa il rospo avanti.-

Fu Izzy a rompere il ghiaccio quella volta, pragmatico come sempre.

 

 

-Sembra uno strano dejavue.-

Izzy le guardò, ed entrambe annuirono in silenzio.- Stavolta però non serve girarci intorno o arrivare a strane conclusioni. Sora, sai benissimo cosa vogliamo chiederti.-

La ragazza sospirò.

Mimi tremò guardandola così…indifesa. E la risposta fu già chiara.

-E’ come pensate voi. Il figlio è suo.-

 

 

-Stamattina…sono arrivati i risultati di un normale controllo che faccio ogni anno…- biascicò Sora tremante, mentre i due la portavano di peso sul divano.

Sbiancarono, pensando al peggio.

-Cos…cosa vuoi dire?- chiese tremante Mimi accentuando la presa sull’amica.

La ragazza sospirò, tacendo.

-Sora cosa cazzo sta succedendo?!- urlò allora Izzy perdendo la pazienza.

-Sono incinta!- urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.

Contemporaneamente sentì le mani di Mimi che le stavano stritolando il braccio, perdere forza e la ragazza svenne.

Izzy la guardava come se stesse vedendo un alieno.

-Ora capisci?- biascic lei, abbassando il capo.

Izzy tacque. Cominciò ad andare avanti ed indietro nel piccolo ma accogliente salotto mentre Sora cercava di far aria alla sua migliore amica ancora priva di sensi.

La situazione era tragicomica...

Il ragazzo le lanciava occhiate di tanto in tanto e senza farsi vedere sorrideva, con il cuore colmo di gioia.

Mimi si destò pochi minuti dopo.

-Sora…- mormorò, apparentemente ancora confusa.

-Come stai?- le chiese lei apprensiva ma la ragazza le mise una mano sulle labbra.

La guardò per pochi istanti e poi si aprì in un sorriso radioso.- Sarai la mamma più fashion del mondo!!- e detto questo la ragazza scoppiò in lacrime abbracciandola di slancio.

Izzy scoppiò a ridere. Lacrime di gioia, di stupore, di pura felicità.

Si gettò sulle due ragazze abbracciandole entrambe e piansero tutti e tre nella loro bolla di gioia.

-Sora, devi promettermi una cosa,- disse Koushiro pochi minuti dopo, improvvisamente serio.

La ragazza incinta lo guardò attenta.- Cosa?-

-Riprendi Tai quando glielo dirai!-

 

 

-Lo sapevo!- sbraitò Izzy alzandosi in piedi.- Ci hai mentito!Hai nascosto la verità a lui per tutto questo tempo!-

Sora scoppiò in lacrime.- Non potevo dirlo a nessuno, non dopo quello che è successo!Io non…-

-Scommetto che lui non sa ancora niente, vero?- continuò Koushiro, rosso di rabbia.

Sora scosse il capo.

-Vergognati Sora!- e detto questo uscì dalla camera sbattendo la porta.

Mimi piangeva lacrime silenziose. Si alzò meccanicamente e si accucciò accanto alla sua migliore amica di sempre, abbracciandola.

-Io ti capisco…shh..ora ci sono io…non sei più sola…- le mormorava tra i singhiozzi accarezzandole il capo.

 

 

 

 

 

 

Rieccomi ragazzi!

Spero abbiate passato una serena Pasqua^^ 

Passo subito all’angolo delle recensioni perché sono abbastanza di fretta:

Maximillian Granger: Già, sono ritornati anche loro!Per quanto riguarda i personaggi, tratterò solo quelli della prima serie…li sento più vicini a me e quindi non voglio allargarmi in un campo più vasto con il pericolo di perdermi in caratterizzazioni troppo banali;) Per la durata della storia…boh!ahah!Non lo so ancora con certezza, ma credo che il finale sia intorno all’undicesimo capitolo. Ma posso sempre cambiare idea!Grazie mille per la recensione,alla prossima!

Mimi18: Innanzitutto grazie mille per i complimenti!^^ Sono contenta che la storia ti piaccia, anche se mi rendo conto non sia delle più rosee(come del resto quasi tutte le mie storie…sarà un vizio! o.O) Alla prossima allora! Ps. W il thè al limone!

Marghepepe: ho fatto del mio meglio per aggiornare in fretta e non deludervi!Sia la telefonata che la scena di Yamato al bar mi hanno fatta pensare parecchio perché non sapevo come rendere i momenti che ritenevo centrali per tutta la storia…sono contenta che ti abbiano colpita!Inoltre leggendo la tua recensione ho preso spunto per i flashback anche in questo capitolo,che aiuteranno a capire un po’ il passato nei nostri digiprescelti ;) E figurati mi piacciono un sacco le tue recensioni!:D a presto!!

 

 

Non mi resta che ritrovarvi al prossimo capitolo!

Un saluto ed un grazie a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti e tra le storie seguite!

Alla prossima,

Sabri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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