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Autore: Daisy Potter    12/08/2005    0 recensioni
Due verità dolorose si affacciano nel cuore di Tidus...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tidus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verità dolorose

La base degli Albhed continuava a bruciare mentre l’Aeronave si allontanava dall’isola di Bikanel attraversando il deserto. Gli occhi azzurri di Tidus si perdevano nell’immagine delle fiamme passandovi attraverso. Il suo sguardo era vuoto, spento … non esprimeva nemmeno la tristezza che provava. Come non esprimeva la confusione, l’incredulità, la rabbia, la preoccupazione, che si affollavano dentro di lui manifestandosi a volte separatamente, a volte tutte insieme ferendolo nell’anima e nel cuore. Un cuore che continuava a battere per un’Invocatrice, a suo parere la ragazza più bella di Spira. La sua presenza, la sua forza e il suo sorriso lo avevano confortato nel momento in cui gli sembrava di aver toccato il fondo del pozzo della disperazione e pensava di non poterne più uscire, quando, dopo essere stato portato via dalla sua casa, aveva scoperto che suo padre era il mostro che seminava morte e distruzione su tutto il mondo di Spira. Già, il suo sorriso lo aveva aiutato … un sorriso che solo ora aveva capito essere falso: una maschera per nascondere il terribile peso che Yuna si portava dentro durante il pellegrinaggio. Quel viaggio non era altro che l’avvicinarsi di un avvenimento intollerabile per Tidus, ma che l’Invocatrice aveva imparato ad accettare fin dal momento in cui aveva deciso di seguire le orme di suo padre, il grande Braska. La meta del pellegrinaggio era l’Invocazione Suprema e la sconfitta di Sin, che avrebbe finalmente portato il Bonacciale su Spira, e questo Tidus l’aveva sempre saputo, fin dall’inizio della sua nuova avventura, della sua nuova vita, fin dall’inizio della sua storia … ma tra le altre, c’era una cosa molto importante che non sapeva riguardo al mondo in cui era capitato, un segreto che riguardava proprio il viaggio che aveva intrapreso … e la realtà a lui sconosciuta era la vera fine del pellegrinaggio di un’Invocatore, una realtà che gli era stata da poco rivelata tra le lacrime dalla piccola Albhed che si era unita per ultima alla loro squadra, il segreto che si celava dietro all’Invocazione Suprema. Tutti i guardiani gli avevano tenuto nascosto questo grande segreto, ma perché? Perché?! Lulu aveva affermato che era difficile parlargliene. Ma cosa pensava?, che si sarebbe messo a piangere come un bambino? Che non sarebbe stato in grado di accettare la verità? Be’, se era questo ciò che avevano creduto lei e gli altri … avevano avuto ragione. Quando aveva sentito quelle parole da Rikku, quando aveva appreso che Yuna sarebbe … sarebbe … Non riusciva neanche a ripensarci, non voleva accettare che Yuna … morisse alla fine del pellegrinaggio!! A quella rivelazione fu come se una ferita si fosse aperta dentro il suo cuore, e continuava a bruciare senza pietà, forse non avrebbe mai smesso. Non si sarebbe mai perdonato di aver parlato a Yuna di progetti irrealizzabili, di risate e passeggiate insieme durante il Bonacciale, di altre stupide azioni che non avrebbe mai potuto compiere insieme a lui al termine del viaggio, perché si sarebbe sacrificata, avrebbe donato la sua stessa vita solo per un periodo di pace che non era senza limite, che sarebbe finito presto, così che tutto sarebbe ricominciato, qualcun altro avrebbe perso la vita … inutilmente.

Non dire che è inutile …

Quelle parole gli tornarono improvvisamente alla memoria. Le aveva pronunciate lei stessa, proprio Yuna. La sua voce era ancora in lui, la sentiva dentro di sé. La ragazza credeva in quello che faceva, ne era convinta. Ma allora perché lui non riusciva a farsene una ragione? Perché gli sembrava tutto così assurdo? Dare la propria vita per una felicità passeggera … non poteva essere possibile. Come poteva esistere una tradizione così crudele? Forse, però, non se lo sarebbe chiesto se non avesse conosciuto Yuna e se non se ne fosse innamorato …

Riconobbe quanto fosse egoista. Non poteva pensare solo ai suoi interessi, doveva pensare ai sentimenti degli Invocatori. Perfino Dona, che reputava scontrosa e prepotente, aveva scelto quella strada e anche lei sarebbe morta al termine del suo pellegrinaggio. Veramente non gliene importava nulla? No, gli interessava.

Gli stavano a cuore le vite di ogni singolo Invocatore … ma avrebbe potuto salvare solo Yuna! Dopotutto era suo guardiano e il suo compito era quello di proteggerla. Be’, l’avrebbe fatto! Non avrebbe permesso che morisse!

E mentre pensava ad un modo per farlo, mentre pensava a ciò che avrebbe dovuto affrontare, gli venne in mente Sin, e un’altra verità dolorosa si fece strada dentro di lui: Sin era suo padre. Quel padre quasi mai presente, quel padre che non gli aveva mai rivolto la parola se non per umiliarlo o per vantarsi del proprio talento nel Blitzball, quel padre che lo aveva lasciato solo per dieci lunghi anni, che aveva lasciato che sua madre morisse di solitudine e di dolore per la sua scomparsa, quel padre che aveva odiato fin da piccolo, che non sopportava … quel padre di cui ora stava seguendo le orme. Sì, perché anche Jecht era stato su Spira, anche lui era stato guardiano, e proprio del padre di Yuna. Una coincidenza? Forse.

Ma poi, non si sa come, si era trasformato in quell’orrendo mostro che era in grado di portare solo morte e devastazione ovunque andasse. Un giorno aveva distrutto un intero villaggio e per cosa? Per vedere lui, suo figlio, aveva detto Auron. Ma Tidus non ci credeva. A suo padre non era mai importato nulla di lui, figuriamoci ora che era un mostro assetato del sangue degli innocenti! Questo però rattristava Tidus. Ora che era da solo sul retro dell’Aeronave pensava a Jecht, a quanto lo odiasse, e il suo pensiero lo faceva stare male. E se in realtà suo padre gli avesse sempre voluto bene? Dopotutto, dalla Jechtsfera che gli aveva mostrato Auron sembrava fosse così. Mentre rifletteva, il portellone alle sue spalle si alzò ed Auron entrò nella stanza. Silenziosamente raggiunse Tidus accanto al vetro dal quale il ragazzo osservava con sguardo perso il paesaggio. Non parlò subito, e Tidus si chiese perché fosse venuto, ma non glielo domandò. Poi l’uomo gli rivolse la parola, guardando anche lui fuori dal vetro: “A cosa pensavi?”. Tidus non rispose, non gli uscivano le parole per esporgli i suoi pensieri su Yuna e su suo padre. Auron continuò: “Pensavi a Yuna, vero?”.

Tidus non si sorprese che lo sapesse: glielo si leggeva negli occhi. Annuì, e Auron gli disse: “So cosa credi: che Yuna stia facendo una cosa inutile e che vuoi fermarla ad ogni costo. Ma ricordati che è stata una sua scelta, e questa è la sua storia: sta a lei modificarla.”. Poi, dopo un attimo di silenzio: “È solo un consiglio.”.

Tidus stava per chiedergli come suo padre fosse potuto trasformarsi in Sin, ma Auron, come se sapesse già cosa voleva dire, lo anticipò: “So che hai tante domande, sia sugli Invocatori sia, forse, su Jecht, ma ora non è il momento giusto per farle. Ero venuto per dirti che … abbiamo trovato Yuna.”

Gli occhi di Tidus si illuminarono di felicità a quella notizia, e subito urlò al guardiano: “Dov’è? Sta bene? Cosa le hanno fatto quei dannati Guado?! Rispondimi!!”

Auron non riuscì a trattenere un sorriso, che fece irritare il ragazzo: “Cosa c’è?” gli chiese.

“Ci tieni molto. Non sei semplicemente un suo guardiano, giusto?”. Tidus non rispose, ma non negò nemmeno. Stava soltanto aspettando una risposta, che arrivò poco dopo: “È a S. Bevelle e sta bene, anche se non so se ti piacerà ciò che vedrai …”

Tidus si chiese cosa volesse dire, e si precipitò nella cabina di comando dove Cid e gli altri guardiani lo aspettavano. “Sto arrivando, Yuna. Da adesso nulla potrà separarci, nemmeno l’Invocazione Suprema, perché troverò un modo per salvarti! Lo farò, è una promessa”

  
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