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Autore: EleonorRigby    08/04/2010    11 recensioni
"C'era una cosa che Damon odiava più del perdere una "battaglia", ed era perdere contro suo fratello, per la seconda volta. Perciò decise di allontanarsi da quella gabbia di matti innamorati e generosi da dare il volta stomaco, e di farsi una bella vacanza. ..Così una settimana dopo l'ultima battaglia volò per l'ultima volta fino alla finestra della Streghetta dai capelli rossi." Una storia d'amore, di intrighi e di avventura, sulla famosa saga di Lisa Jane Smith, Il Diario Del Vampiro.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- L’hai presa? –
- No, c’è stato.. –
- Dannazione! –
- Mia signora.. –
- E l’altra? –
- La strega era con Damon Salvatore..non potevo..sarebbe stato un suicidio.. –
James abbassò lo sguardo, aveva sempre timore di incontrare quegli occhi di fuoco, di rendersi conto che la sua signora era delusa, colei che amava più di ogni altra cosa al mondo.
Ma lei si avvicinò e gli sollevò il mento. Era abituata a guardare le persone negli occhi quando parlava, era abituata ad ottenere ciò che voleva, quando voleva, come voleva..
- Appunto –
Con una velocità impressionante James si ritrovò con un paletto di legno conficcato nel cuore.
Ci fu un lungo istante in cui James fissò i suoi occhi in quelli della sua signora, l’istante in cui comprese che quello che vide era riuscito a fargli più male di quel paletto: la crudeltà, la sete di vendetta, tutto tranne l’amore che le aveva detto di provare per lui.
E poi cadde.

 
La porta del Pensionato si spalancò con un tonfo e Meredith e Alaric vi entrarono correndo, entrambi con il respiro affannato.
- Accendete la tv, presto! –
Bonnie allungò la mano e prese il telecomando accanto a sé, sul comodino spoglio di Stefan.
Quando lo schermo del piccolo e vecchio televisore in dotazione con la camera si illuminò, Bonnie ci mise qualche secondo per mettere a fuoco l’immagine che le si parò davanti.
- E’..è un paletto quello che ha conficcato nel..petto? –
- Sì – disse semplicemente Stefan.
Il silenzio calò nella stanza, l’unica voce che si udiva era quella dell’inviato addetto alla cronaca del telegiornale regionale.
- Il cadavere non è del tutto normale, è come se fosse già in fase di decomposizione anche se la scientifica ha accertato che la ferita nel petto risale a qualche ora fa.. –
Damon sfilò il telecomando dalle mani di Bonnie e spense il televisore attirando a sé tutti gli occhi prima posizionati sullo schermo.
- Che c’è? E’ morto no? Possiamo smetterla di fare i piccoli investigatori – disse lanciando un’evidente occhiata a Meredith che ritirò non appena la ragazza lo guardò minacciosa.
- Dovremmo accertarci.. –
Damon sollevò una mano, interrompendo Stefan - Tu, dovrai accertartene, se vuoi, fratellino – disse alzandosi e avvicinandosi alla porta – Io andrò a fare colazione –
Accese quel suo sorriso bello quanto fugace e uscì, questa volta dalla porta, pensando a come adescare la sua colazione.

 
Guardare il sole direttamente anche solo per qualche breve istante riesce sempre ad accecarti, e Bonnie stava cercando di guardare un punto fisso più in ombra per levarsi di torno quei pallini colorati e fastidiosi.
E quando anche l’ultimo svanì si accorse che quella cosa scura che stava fissando era la sagoma di Damon, appoggiato all’albero di limoni della signora Flowers.
Ma non era in vena di conversazione, così gli fece un cenno con la testa e poi tirò su le ginocchia sullo scalino rannicchiandosi un poco.
La sua testa era bassa e riuscì solo a vedere gli anfibi neri e lucidi di Damon avvicinarsi e fermarsi solo a pochi centimetri da lei.
- Mi sono perso qualcosa, Streghetta? – chiese d’un tratto Damon, sedendosi accanto a lei sull’ampio gradino di pietra fredda.
- Mmh no –
Bonnie era poco convincente, ma non le importava. Insomma non era dell’umore giusto; e non le andava di raccontargli di quella sua frustrazione.
Sì, era frustrata. Odiava sentirsi inutile e vedere che le sue idee non andavano bene.
Solo quei suoi stupidi poteri psichici erano utili ai suoi amici, per le indagini, ma non volevano funzionare e quindi lei era completamente inutile, un peso.
- Oh è questo allora –
Bonnie divenne rossa dalla rabbia. Quante volte aveva detto a Damon di non leggergli la mente?
Sollevò il volto e incrociò i suoi occhi pronta a cantargliene quattro ma riuscì solo ad emettere uno sbuffo.
Non che avesse paura di lui, ma era già difficile guardarlo negli occhi senza provare l’impeto di avvicinarsi a lui, di baciarlo e di stringerlo.
Figurarsi dargli addosso; e poi lei non era brava con lei parole, non quanto lui.
C’era da dire che il giorno prima era riuscita a zittirlo, ma era esplosa, non sapeva dire nemmeno come ci era riuscita; era stato come guardare un’altra persona inveire contro Damon, dicendo quello che lei ovviamente pensava, forse troppo esplicitamente.
Bonnie abbassò lo sguardo e scosse la testa, sapeva che comunque Damon avrebbe ottenuto la sua risposta.
- Volevano scoprire di più su quel vampiro, chi l’ha impalato certamente è una persona molto forte e informata o un altro vampiro. Ho cercato di usare i miei poteri psichici ma..non funzionano.
Allora ho provato a dare altre soluzioni, ma loro erano così presi e..non mi ascoltavano granchè. O forse non andava bene quello che dicevo..alla fine Elena mi ha detto di andare dalla Signora Flowers per farle preparare un po’ di caffè –
- Ti hanno sempre tenuta in alta consederazione.. –
- Oh andiamo Damon! Elena è la bellissima eroina, Meredith è quella intelligente, persino Caroline è qualcosa..è quella pazza ed egoista! Io chi sono? La piccola e stupida Bonnie che ogni tanto riesce a vedere nella sua palla di cristallo.. –
Bonnie non aveva respirato finchè non aveva pronunciato l’ultima parola, ma subito dopo dovette di nuovo trattenersi dal respirare, questa volta perchè sentì qualcosa premere sulla sua spalla.
Damon le aveva afferrato la spalla intenzionato ad afferrarle anche l’altra, guardarla negli occhi e dirle che non era inutile come pensava. Lei era dolce, sensibile, brillante, briosa, bellissima e aveva un potere enorme.
Ma riuscì solamente a dire – Tu sei la mia Streghetta – mentre Bonnie sollevava gli occhi per guardarlo, quei suoi grandi occhi marroni un po’ scossi, un po’ sorpresi, un po’ felici.
Qualsiasi altra persona avrebbe confermato con quella frase la teoria dell’inutilità di Bonnie, insomma cosa poteva mai essere di così speciale “la sua Streghetta”?
Ma Bonnie era felice così, era la frase che voleva sentire di più al mondo in quel momento, la più semplice e la più bella. E poi aveva notato di nuovo qualcosa di strano negli occhi di Damon, un luccichio, l’ombra di una fonte di luce in quell’anima oscura e nera, come quella notte nella sua camera un anno prima, il motivo per cui si era convinta a lasciarsi andare.
Quando lo guardava negli occhi sembrava sempre passare un tempo infinitamente lungo, ma erano solo una manciata di secondi, così pochi che Damon si rese conto solo quando vide Bonnie rientrare nel pensionato che lei gli aveva dato un leggero bacio sulla guancia e gli aveva sussurrato un timido “grazie”.
Damon si toccò la guancia su cui Bonnie aveva posato quelle piccole e carnose labbra color fragola come i suoi capelli, e sentì un leggero calore che in realtà all’interno del suo corpo era così intenso che avrebbe mandato in tilt un termometro.
Poi sorrise.

 
Damon camminò fino al giardino sul retro della signora Flowers.
Durante il pomeriggio Elena le aveva detto di volergli parlare, urgentemente, come se ci volesse un’urgenza per spingere Damon a fare una chiacchierata con quell’angelo biondo.
Era buio e Stefan, Alaric e Matt erano andati sul luogo del “delitto” a cercare qualche indizio, in stile CSI.

Probabilmente Stefan si sarà portato anche i guanti in lattice..pensò scuotendo la testa e sorridendo.
Quando dietro un cespuglio di rose notò qualcosa di dorato brillare al chiaro di luna, Damon impostò la sua camminata sexy e avanzò in quella direzione.
- Ciao bellissima –
- Damon –
Elena si voltò con un sorriso che avrebbe fatto cadere ai suoi piedi qualsiasi uomo, vampiro, demone, licantropo..e anche donna!
La ragazza si avvicinò di qualche passò entrando completamente nel bagliore di luce emanato dalla luna piena alta in cielo.
Ora Damon poteva vedere i suoi grandi occhi, che sembrava due lapislazzuli lucenti, con qualche venatura dorata qua e là. Poteva vedere il suo vestitino bianco e candido, che la faceva sembrare eterea.
La ammirò per qualche istante, senza dire nulla, e poi si decise a parlare – Cosa volevi dirmi? –
Elena avanzò ancora, ora si trovava davvero a pochi centimetri da Damon, la gonna del suo vestito sfiorava i pantaloni del vampiro.
- Sono contenta che tu sia tornato. Mi sei mancato davvero..cosa hai fatto durante la tua assenza? –
Damon sollevò un sopracciglio. Era convinto che Elena volesse dirgli qualcosa del tipo “stai lontano da Bonnie” oppure “dovresti aiutare Stefan”.
- Anche io sono contento di rivederti angelo – sfoggiò il suo sorriso luminoso per nascondere la sua sorpresa ed Elena sorrise di risposta, incitandolo a continuare.
- Sono stato in giro.. niente di particolare, la solita routine! Sangue, sesso, divertimento –
Elena sospirò, che si aspettava da lui? Che fosse partito come missionario per portare la pace nel mondo?
- E perché sei tornato? –
- Mmh..questa risposta richiede un pagamento extra –
- Per me? –
Damon spense il suo sorriso. La guardò fisso, scrutando i suoi occhi e innalzando un solido muro nella sua mente; forse aveva sbagliato ad insegnarle ad usare il suo Potere bianco.
- Se fosse così? –
- Lo sai che io..Stefan.. – Elena trovava difficoltà ad esprimersi, come se stesse cercando di reprimere qualcosa.
- Ho sentito davvero la tua mancanza, davvero Damon -. Questa volta ci riuscì più che bene, sottilineò anche le ultime due parole incalzando il tono della sua voce.
Elena prese la mano di Damon, ferma lungo il suo fianco, e la portò alla sua guancia. Voleva sentire il calore della sua pelle ancora una volta. Non avrebbe mai potuto negare il legame che aveva con lui, mai. Era forte e duraturo, ma per questo non avrebbe lasciato Stefan, lui lo amava di più.
Ciò che distolse i loro sguardi incatenati in quel momento fu la voce prima stridula e poi bassa ed esterrefatta di Bonnie che disse – Elena! Meredith ha detto che..oh scusate –
Quando entrambi si voltarono videro solo di sfuggita il viso di Bonnie.
Ad Elena sembrò sconvolta, probabilmente dal fatto che era così vicina a Damon quando aveva esplicitamente detto di non provare nulla per lui che andasse oltre un legame fraterno; mentre Damon vide chiaramente la delusione nell’incurvatura delle sue labbra e nell’espressione vuota dei suoi occhi che sembravano luccicare, forse pieni di lacrime.
Ecco, aveva fatto piangere la sua Streghetta, il suo Uccellino.
Fece un passo in direzione del punto in cui Bonnie era sparita ma Elena bloccò il suo braccio.
- Le parlerò io, dopo. E’ solo sconvolta e forse preoccupata per Stefan..anche se non ce n’è alcun bisogno –
Elena pronunciò le sue ultime parole con veemenza, come per convincersi di ciò che aveva appena detto. E poi andò via.
Damon era confuso. Era confuso dalla reazione di Elena che aveva rigirato la situazione in modo che sembrasse lui quello che aveva posato per primo la mano sulla sua guancia e che l’aveva guardata a quel modo. Ed era confuso anche dal fatto che Elena non si fosse accorta del perché Bonnie ci era rimasta così male, pur dicendo di essere la sua migliore amica.

Donne.. pensò.
E volò via sotto forma di corvo, immaginando lacrime di rugiada solcare il viso vellutato di Bonnie.

 

 

 




Spazio Autrice:
Grazie mille a tutti per le recensioni, sempre fantastiche *-*
Veggente, sì mi ero confusa!^^
E scusate l’attesa ma ho sempre tante cose da fare, purtroppo!
Bè spero che questo capitolo vi piaccia! Alla prossima :*


  
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