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Autore: Cicci 12    08/04/2010    3 recensioni
Elettra Bertani, una ragazza italiana, da poco trasferitasi a Los Angeles, ma con tanta voglia di fare nuove esperienze e di conoscere gente nuova. Ed è proprio quello che le accadrà, anche se nel suo piano non era previsto un certo attore famoso dagli occhi cristallini che tante volte l’ha fatta sognare. Si incontrano per caso, sotto il sole californiano; come si dice, quando il destino ci mette lo zampino....
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- Scusami, non volevo. Tutto bene?- chiese una voce roca e profonda. Sollevai gli occhi per guardarlo in viso e il cuore mi si fermò per quelli che mi sembrarono almeno 5 secondi. Due occhi azzurri e profondi mi osservavano con un misto di preoccupazione e fastidio. Ma quello che mi fece rischiare l’infarto fu il fatto che io conoscevo quegli occhi, anche se li avevo sempre e solo visti in fotografie, film e programmi TV. Quegli stessi occhi azzurri che spesso tormentavano i miei sogni da ormai 2 anni, da quando li avevo incrociati nel film cult dell’anno precedente, “Twilight”. Quelli erano gli occhi di Robert Pattinson, il mio sogno proibito ed impossibile. (Capitolo 2)
Salve a tutti!! Bè, negli ultimi tempi le ff su Robert si sprecano,
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.28 Servizio fotografico

Titolo: What do you live for? I live for you
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale
Autrice: Cicci12
Capitolo: Servizio fotografico
Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me

 

What do you live for? I live for you

…Servizio fotografico…

Cap. 28 Servizio fotografico

 

 

Quando mi svegliai, la mattina seguente, i miei occhi erano ancora rossi e gonfi, a causa del pianto prolungato della sera precedente.

Mi guardai allo specchio di camera mia, cercando di valutare i danni, e decisi che con una bella doccia mi sarebbe passato tutto.

Mi buttai sotto l’acqua ghiacciata, l’ideale per svegliarsi del tutto e per schiarirsi un po’ le idee.

Per la prima volta avevo mentito al mio migliore amico: gli avevo assicurato che stavo bene, quando la verità era un’altra e appena tornata a casa avevo pianto come una bambina.

Non volevo farmi vedere debole ancora una volta, non ancora a causa sua.

Ma cosa potevo farci io se rivedere Claudio mi aveva fatto quell’effetto?

Appena avevo incrociato di nuovo i suoi occhi chiarissimi, tutti i ricordi dei mesi precedenti alla mia partenza erano tornati a galla, i pianti, le sofferenze, le notti insonni passate tra le braccia di Gianluca che non si stancava mai di consolarmi, l’unico che mi era stato vicino.

Chiusi il getto della doccia e uscii dal bagno, frizionandomi i capelli per asciugarli.

Tornai in camera ed indossai un paio di pantaloncini di jeans accompagnati dalle immancabili All Stars nere e una canottiera dello stesso colore, poi feci un bel respiro e mi diressi verso la cucina.

Quando entrai mi fermai un secondo ad osservare la scena: mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, con mia madre ai fornelli e mio padre seduto al tavolo, intento a leggere il giornale e a sorseggiare il suo cappuccino.

- Buongiorno.- salutai, sedendomi al mio solito posto.

- Buongiorno tesoro. Dormito bene?- mi chiese mia madre sorridendomi.

- Ehm… si, certo.- risposi io, tralasciando le lunghe ore di pianto che mi avevano impedito di prendere sonno.

- Ti ho preparato la colazione.- aggiunse poi.

Posò davanti a me un piatto di uva fritte, accompagnate da bacon e focacce fatte in casa: anche prima di trasferirmi in America quella era il mio pasto mattutino tradizionale.

- Grazie mamma.- la ringraziai con un sorriso.

Mi voltai verso l’uomo che sedeva alla mia sinistra, notando che non mi aveva ancora rivolto la parola.

- Papà, tutto bene?- gli domandai, addentando una delle focaccine.

- Se questo tu lo chiami bene.- mi rispose lui, schiaffandomi davanti la prima pagina del quotidiano che stava leggendo.

Le stelle di “Twilight” sono tornate ad illuminare il cielo toscano, recitava il titolo in alto, a lettere cubitali.

Sotto vi era una foto scattata all’aeroporto di Firenze il giorno prima.

- Ora capisci cosa intendevo dire?- continuò mio padre, senza guardarmi in faccia.

- Non mi sembra di esserci anche io in quella foto.- gli feci notare, sorseggiando il mio caffè, mentre lo stomaco cominciava a chiudersi.

- Davvero pensi che i giornalisti lasceranno in pace quei ragazzi per tutto il tempo che resteranno qui? E se tu continuerai a stare con loro, ci finirai anche tu in prima pagina.-

- E se anche fosse? A te cosa interessa?- gli domandai senza guardarlo in volto: ma quella era la domanda più sbagliata che potessi fare.

- Cosa mi interessa? Elettra, non ho intenzione di vedere mia figlia schiaffata in prima pagina. Hai idea di che fine farà la tua privacy? Sarà calpestata e ridotta a niente.- urlò mio padre, sbattendo una mano sul tavolo.

- Daniele…- cercò di calmarlo mia madre, ma con scarsi risultati.

- No, Laura, deve imparare. Non può fare sempre quello che le pare.-

- Sai qual è la tua reale preoccupazione?- intervenni io, cercando di controllare la rabbia.

- Tu non sei preoccupato per la mia di privacy, ma per la tua. Hai paura che una volta placcata dai giornalisti io spifferi tutta la mia vita? Non ti preoccupare, non accadrà. Ricordi cosa ho detto quando sono partita? Che volevo chiudere con il passato, che volevo cominciare una nuova vita. Ed è quello che ho fatto. E vuoi sapere una cosa? Robert, i giornalisti e il mondo dello spettacolo sono l’anima di tutto questo, quindi tranquillizzati, voi non ne fate parte. Scusa, mamma non ho più fame.- conclusi, alzandomi in piedi buttando indietro la sedia.

- Dove credi di andare?- mi chiese mio padre, con la voce che tremava.

- Vado ad assistere al servizio fotografico dei miei amici, o se preferisci, a buttarmi in pasto ai paparazzi. Va meglio detta così?-

Afferrai la borsa che avevo appoggiato in salotto e senza aggiungere altro, uscii di casa.

Esalai un lungo respiro per calmarmi, prima di dirigermi verso la casa del mio migliore amico.

Suonai il campanello e attesi una sua risposta, mentre la rabbia cominciava a dissiparsi un po’.

- Ele!- esclamò Gian, probabilmente stupito di vedermi lì.

- Vieni con me al servizio fotografico? Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno.- gli spiegai sospirando.

Aspettai qualche minuto che si preparasse, poi insieme ci dirigemmo verso il set.

Gli raccontai quello che era successo con mio padre, senza che lui m’interrompesse e una volta concluso rimasi in silenzio, aspettando un suo commento.

- Ti confesso che non sono del tutto in disaccordo con tuo padre…- iniziò lui.

- Fantastico. Ti ci metti anche tu ora.- esclamai interrompendolo, alzando le braccia al cielo.

- Lasciami finire. Ma concordo comunque con te sul fatto che la vita è tua e devi decidere tu cosa farne.-

- Io non sopporto che mio padre metta sempre mano nelle mie faccende. Lo faceva quando ero piccola e lo fa anche adesso che sono autosufficiente. Sono stufa.-

- Cerca di non farci caso, ok? Fra 4 giorni te ne torni in California e chissà quando vi rivedrete. Lascialo nelle sue convinzioni e tu vivi la tua vita come meglio credi. Hai 20 anni, sei abbastanza grande da decidere cosa fare.-

- Hai ragione. Grazie, Gian.- gli dissi, voltandomi verso di lui.

- Adesso però fai un bel sorriso. Non vorrai farti vedere da Robert con quel muso lungo?- mi prese in giro lui, mentre facevo quello che mi aveva chiesto.

Finalmente giungemmo nel parco dove si sarebbe tenuto il servizio: qua e là erano sparse luci e macchine fotografiche pronte all’uso.

A circa 20 metri da noi, vedemmo un capannello di gente e ci rendemmo conto che Robert e gli altri dovevano trovarsi proprio lì in mezzo.

Ci avvicinammo cercando di farci spazio tra i vari assistenti, truccatrici e costumiste: era ancora abbastanza presto, quindi non vi era l’ombra di giornalisti o fans.

Non ancora, almeno.

Finalmente riuscimmo a vederli, mente posavano seguendo le indicazioni del fotografo.

Vidi Kris voltarsi involontariamente verso di me e il suo viso illuminarsi.

- Ele!- urlò, fin troppo felice di vedermi.

Mi sentii improvvisamente osservata, mentre la mia amica si alzava dall’erba per corrermi incontro, bellissima nei suoi jeans attillati.

- Ciao Kris, come procede il servizio?- le chiesi appena mi ebbe raggiunta, abbracciandola.

- Alla grande. Anche se sono già stanca.- mi sussurrò all’orecchio, facendomi ridere.

- Allora sei venuta davvero?- mi domandò una voce dietro l’attrice.

Robert, che aveva seguito la collega, si presentò davanti a me in tutto il suo splendore, mentre il suo bellissimo sorriso m’illuminava come il sole che filtrava tra gli alberi.

 

* * *

 

Appena Kris aveva urlato il suo nome, mi ero voltato seguendo lo sguardo della mia collega, incrociando poi quello della ragazza che mi avava rubato il cuore.

Nikki, Ash e Kris erano davvero bellissime nei loro abiti di scena, ma nessuna di loro, ai miei occhi, riusciva ad eguagliare la bellezza di Elettra, semplice nei suoi pantaloncini di jeans e senza un filo di trucco.

Mi alzai seguendo Kris ed ignorando il fotografo che tentava di ribattere, raggiungendo le mie amiche.

- Allora sei venuta davvero?- le dissi, attirando la sua attenzione.

Mi regalò un sorriso bellissimo per poi rispondere: - Certo, avevi qualche dubbio? Davvero pesavi che avrei perso l’occasione di vedere un servizio fotografico e magari di prendere un po’ in giro Kellan? Neanche morta.-

Risi anch’io per la sua ultima osservazione, mentre il diretto interessato ci raggiungeva.

- Ehi, ciao bambolina. Oh, hai portato anche la mia anima gemella. Che tesoro!- le disse il biondo, salutando anche Gian.

- Kell, non per allarmarti, ma comincio ad avere qualche dubbio sul tuo orientamento sessuale.- commentò Elettra, sollevando un sopracciglio e facendo ridere tutti.

- Vieni in camera mia e scoprirai il mio orientamento sessuale, bambolina.- rispose lui maliziosamente alla provocazione della mora.

- Oh, oh!- intervenne Taylor, senza smettere di ridere.

- Mi dispiace, scimmione, non faccio sesso con gli animali.- ribattè Elettra.

- Oh, oh!- ripetè Nikki, ormai piegata in due dalle risate.

Kellan non seppe cosa rispondere, così tenne la bocca chiusa e si allontanò, mentre la nostra amica batteva il 5 con Kris e le altre.

- Ragazzi, non vorrei disturbarvi, ma avremmo del lavoro da fare qui.- attirò la nostra attenzione il fotografo, richiamandoci all’ordine.

- Ci aspettate qui? Tra poco dovremmo avere una pausa.- dissi rivolto ad Elettra, mentre gli altri già tornavano alle loro postazioni.

- Si, certo. Non ci muoviamo di qui.- mi rispose lei.

Cambiammo abiti altre 3 volte, senza mai fermarci.

Gli ultimi scatti prima della tanto desiderata pausa dovevo farli insieme a Kristen, atteggiati proprio come Edward e Bella.

Mi sedetti a terra, appoggiando la schiena ad un albero, mentre la mia collega si accomodava tra le mie gambe, appoggiando le schiena al mio torace.

Facemmo alcuni scatti, poi cambiammo di nuovo posizione; Kris si voltò verso di me, avvicinando il viso al mio.

C’erano voluti non so quanti servizi fotografici per imparare a non scoppiare a ridere in quelle situazioni, ma alla fine c’eravamo riusciti ed ora eravamo diventati piuttosto bravi.

Incatenai il mio sguardo a quello di Kristen, ma non potei fare a meno di immaginare che quegli occhi appartenessero ad un’altra persona, quella stessa che ci stava osservando a pochi metri di distanza.

- Rob, tutto bene?- mi chiese la mia collega improvvisamente, forse notando l’intensità con cui la stavo fissando.

- Cosa? Si, scusa.- mi ripresi io, sbattendo le palpebre.

Mi guardò per alcuni secondi, per poi sorridere.

- Ho la sensazione che queste foto siano venute proprio bene.- commentò, facendomi capire di aver intuito a cosa stessi pensando: possibile che dovesse sempre essere così sensitiva?

O ero io che ero troppo prevedibile?

- Ok, ragazzi, facciamo una pausa.- disse finalmente il fotografo, mentre aiutavo Kris ad alzarsi.

Mi diressi verso Elettra e Gianluca, intenti a chiacchierare su chissà quale argomento.

- Oh, eccoti qui.- esclamò la prima, appena si accorse della mia presenza.

- Allora, cosa ne dici? È stato emozionante?- le chiesi con un filo di sarcasmo.

- Molto. Ti assicuro che mi affascina vedere queste cose.- mi rispose lei sinceramente, mentre gli occhi le brillavano.

Sorrisi un po’ divertito dal suo entusiasmo, quando mi voltai distrattamente verso Kris, intenta a farmi strani segni: il suo sguardo urlava senza alcun dubbio “Datti una mossa!”.

- Ehm… Ele, ti va di fare un giro?- le chiesi, aggrottando le sopracciglia.

- Si, certo.-

Notai uno scambio di sguardi tra lei e Gian, ma cercai di ignorarlo: non volevo rischiare una scenata come quella avvenuta a Los Angeles.

Ci allontanammo dagli altri di qualche metro, sedendoci ai piedi di una quercia poco più in là.

- Stanco?- mi chiese lei, notando il fatto che avevo chiuso gli occhi, appoggiandomi al tronco.

- Un pochino. Siamo qui dalle 6.- le risposi, riaprendo gli occhi e posandoli su di lei.

- Lo immaginavo.- commentò semplicemente, facendo poi vagare lo sguardo per tutto il parco.

- Venivo sempre qui, quand’ero bambina.- mi spiegò, senza che le chiedessi niente.

- Per questo non hai avuto problemi a trovarlo.- osservai io.

- Già. Quando ero piccola, tutte le domeniche venivo qui insieme ai miei genitori. Poco più in là c’erano alcuni recinti con gli animali, ma li hanno tolti qualche anno fa.-

- Quindi rispecchia un ricordo importante.-

- Esatto. A dire il vero ci trascorrevo anche alcuni pomeriggi insieme ai miei amici. I ragazzi che abbiamo incontrato ieri sera.- specificò lei, anche se non ce n’era bisogno: avevo capito che si riferiva a loro.

In quell’istante sentimmo il cellulare di Elettra suonare e sorrisi riconoscendo in quella suoneria la mia canzone “Never Think”, subito seguita dall’avviso del messaggio.

Il suo sguardo si rabbuiò, mentre osservava il display, per poi chiudere il telefono con uno scatto, restando poi a fissarlo per un po’.

- Tutto bene?- le chiesi preoccupato.

- Cosa? Si, si, tutto ok.- rispose lei, risvegliata dai suoi pensieri.

- No, a dire il vero non va per niente bene.- disse poi, sospirando.

- Ti va di parlarne?- le chiesi io, cercando di non sembrare troppo insistente.

- Il fatto è che… non so da che parte cominciare.- sussurrò lei, con un filo di voce.

- Che ne dici dell’inizio? Chi era al telefono? Ti sei rabbuiata quando l’hai guardato.-

- Era… Claudio.-

- Il ragazzo che abbiamo incontrato ieri sera?-

- Già. Lui è…-

S’interruppe per un momento, indecisa se continuare oppure no.

Reclinai la testa, per spronarla a continuare, così dopo un profondo respiro disse: - Claudio è stato il mio ragazzo.-

Il cuore mi si fermò per un secondo, mentre cercavo d’immagazzinare la notizia.

L’idea delle mani di quel tipo, che mi era sembrato così indisponente, sulla ragazza che era ormai diventata la mia ossessione, mi faceva star male, ma cercai di non darlo a vedere.

- E cos’è successo? Perché vi siete lasciati?- le chiesi, improvviasamente consapevole del fatto che ero realmente interessato a conoscere la risposta.

- A dire il vero non c’è molto da dire. Lui… mi ha tradita… con quella che consideravo la mia migliore amica.- mi rispose Elettra, mentre gli occhi cominciavano a diventarle lucidi.

Mi sembrava quasi la trama di un film, ma mi rendevo conto che non ero al cinema e nemmeno sul set, ma si trattava della vita reale della ragazza che amavo.

- Giorgia, una delle due ragazze che c’erano ieri sera. Eravamo molto legate, ci consociamo fin da bambine ed è una di quelle che mi ha sputato in faccia più cattiverie di tutti gli altri quando sono partita. Quell’ipocrita…- continuò Elettra, mentre notai che la rabbia si faceva largo tra la tristezza.

- E come l’hai scoperto?-

- Questa è la parte più divertente.- mi rispose, con una risata ironica.

- Li ho beccati in flagrante. Un pomeriggio, avevo appena finito l’esame di maturità. Ero andata da Claudio per festeggiare e li ho trovati davanti alla porta di casa sua che parlavano. Niente di strano, se non fosse per il fatto che dopo pochi secondi li ho visti baciarsi.-

S’interruppe per un po’, probabilmente cercando di ricacciare indietro quelle lacrime che stavano per uscire, e io non intervenni, aspettando che fosse lei a continuare.

- Non so come si accorsero della mia presenza, forse mi lasciai scappare un singhiozzo, fatto sta che si voltarono tutti e due verso di me, con gli occhi spalancati e quando io scappai senza dire niente, Claudio mi rincorse e mi raggiunse. Cercò di scusarsi e mi confessò che la cosa andava avanti ormai da qualche mese, ma che non mi aveva detto niente per non ferirmi. Ma quello che fece andare il mio cuore in mille pezzi fu la risposta ad una mia domanda.-

Di nuovo silenzio, solo il rumore del vento tra le foglie e il chiacchiericcio dei nostri amici intorno a noi.

- Gli chiesi se ci era andato a letto e lui mi rispose di si, senza guardarmi in faccia.-

Finalmente le lacrime sgorgarono dai suoi occhi azzurrissimi, mentre lo sguardo era puntato a terra.

Avrei voluto abbracciarla, ma non sapevo se la cosa le avrebbe fatto bene o se avrebbe solo peggiorato le cose.

- Era davvero importante per me, era stata la mia prima storia seria, era stato il primo ragazzo con cui…- disse, senza concludere la frase.

- Lo amavo.- aggiunse poi, mentre le sue parole e le sue lacrime contribuivano a spezzare qualcosa dentro di me.

- Tutto questo ha contribuito alla mia decisione di trasferirmi in America, così ho lasciato tutto e tutti e ho ricominciato da capo.- concluse, sfregandosi le guance per asciugarsi le lacrime.

- Forse Claudio in fondo ha un po’ ragione. Sono fuggita. Come faccio sempre.-

La guardai, senza riuscire ad amarla di meno, dopo quello che mi aveva raccontato; anche io avevo avuto altre storie, più o meno importanti, quindi chi ero io per giudicarla?

- E ora perché ti cerca?- le domandai poi con voce roca, a causa del mio silenzio prolungato.

- Non ne ho la minima idea. Continua chiedermi scusa per quello che mi ha fatto, ha il coraggio di dirmi che mi ama ancora.-

- Ma non mi frega più. Non m’interessa quello che mi dice, può anche farmi una dichiarazione d’amore davanti ad una piazza intera, non tornerò indietro. Ho cambiato vita, ne ho iniziata una nuova a Los Angeles e lui non vi è compreso.-

Quelle sue parole mi riscaldarono il cuore, contento che l’averlo rivisto non avesse fatto rinascere vecchi sentimenti.

- Mi dispiace, piccola. Se non fosse stato per me, non avresti dovuto affrontare tutto questo.- le dissi, realmente dispiaciuto: in fondo ero stato io a riportarla lì.

- Rob, non dire cavolate. Non è colpa tua, anzi è stato meglio così: ho potuto affrontare una paura che mi accompagnava ormai da diversi mesi. E rendermi conto dei miei veri sentimenti.- mi rispose sorridendomi.

Risposi al sorriso, mentre una voglia irrefrenabile di accarezzarle una guancia, invadeva tutto il mio essere.

Per mia fortuna fui salvato da una delle truccatrici che mi richiamava in scena per realizzare gli scatti successivi.

- Devo tornare al lavoro. Tu… resti qua? Magari più tardi andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme.- le proposi, alzandomi in piedi e dandole una mano a fare altrettanto.

- Certo, io e Gian ci mettiamo in un angolino ad osservare le star all’opera e aspettando che si liberino dai loro impegni.- mi rispose Elettra, tornando a sorridere come prima della nostra chiacchierata.

- Ok, ci vediamo più tardi allora.- le dissi, posandole un bacio sulla fronte.

Ci guardammo negli occhi un’ultima volta, poi mi allontanai, sperando che quelle ore che mi separavano dalla pausa pranzo passassero alla svelta.                    

 

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Eccomi tornataaaaaa!!

Come sono andate le vacanze di pasqua? Qualche viaggetto interessante?

Io ma ne sono stata a casa, anche se c’era la voglia di mare… ma con sto tempo di c***a… -.-

Però mi sono risparmiata l’università, quindi va fin troppo bene. ^^

E soprattutto, giovedì scorso ho visto… REMEMBER MEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!

Mio dio, ho ancora tutte le scene del film davanti agli occhi.

Cioè, dire che Rob è stato fenomenale è dir poco. *.*

Non mi sembrava neanche lo stesso attore che interpreta Edward Cullen, e devo dire che la cosa mi è piaciuta parecchio.

Certo, ci ha dato fin troppo dentro con Ally.. v.v xò devo ammettere ke non mi ha dato così fastidio come pensavo.

Cioè, all’interno della storia mi sono piaciute anche quelle parti lì.

Poi il finale… mamma mia!! Se ci ripenso mi viene ancora il magone. ç_ç             

L’unico problema è stato che… al pomeriggio avevo visto un link su Facebook che mi aveva rovinato il finale… ma porca mucca! -.-

Xò ha avuto il suo effetto cmq.

Mamma mia che tristezzaaaaaa!!!

E ora non ci resta che aspettare Eclipse. *.*

Cris91: Eccomi tornata. Lo so, ho aggiornato più tardi del 4 aprile, però l’ho fatto, questo è l’importante, no? :P “Remember me” visto è gustato. ç_ç guarda, non ho pianto xkè ero con un mio amico e mi sono trattenuta, ma il magone stava salendo. E mi è rimasta l’angoscia per 3 giorni. Però è un film davvero meraviglioso. *.* grazie per la rece…^^ un bacione.

Lyla_: Tarorooooooooooooooooooooooooooooo!!!! Traaaanquillaaaa, sono tre cap giusti giusti, li ho contati prima di riferirteli. Cosa credi, ci tengo alla mia vita!! XD Coooomunqueeee… io di solito piango facilmente per i film (l’era glaciale la so a memoria, ma tutte le volte piango come una fontana), ma questa volta mi sono dovuta trattenere. Ero con un ragazzo, mica potevo scoppiare in lacrime. v.v già mi sono dovuta trattenere nel fare commenti alla vista mozzafiato di Rob. Davvero non so come ho fatto O.O. lui è stato spettacolare. Cioè, un attore davvero fantastico. E la fine che ha fatto… mamma mia, ke tristezza! ç_ç ti adoroooooooooooooooooo una bacione immenso.

  
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