Titolo:
What do you live for? I live
for you
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale
Autrice: Cicci12
Capitolo: Servizio fotografico
Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Servizio fotografico…
Quando mi svegliai, la mattina seguente, i miei occhi erano
ancora rossi e gonfi, a causa del pianto prolungato della sera precedente.
Mi guardai allo specchio di camera mia, cercando di valutare
i danni, e decisi che con una bella doccia mi sarebbe passato tutto.
Mi buttai sotto l’acqua ghiacciata, l’ideale per svegliarsi
del tutto e per schiarirsi un po’ le idee.
Per la prima volta avevo mentito al mio migliore amico: gli
avevo assicurato che stavo bene, quando la verità era un’altra e appena tornata
a casa avevo pianto come una bambina.
Non volevo farmi vedere debole ancora una volta, non ancora
a causa sua.
Ma cosa potevo farci io se rivedere Claudio
mi aveva fatto quell’effetto?
Appena avevo incrociato di nuovo i suoi occhi chiarissimi,
tutti i ricordi dei mesi precedenti alla mia partenza erano tornati a galla, i
pianti, le sofferenze, le notti insonni passate tra le braccia di Gianluca che
non si stancava mai di consolarmi, l’unico che mi era stato vicino.
Chiusi il getto della doccia e uscii dal bagno,
frizionandomi i capelli per asciugarli.
Tornai in camera ed indossai un
paio di pantaloncini di jeans accompagnati dalle immancabili All Stars nere e
una canottiera dello stesso colore, poi feci un bel respiro e mi diressi verso
la cucina.
Quando entrai mi fermai un secondo
ad osservare la scena: mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, con
mia madre ai fornelli e mio padre seduto al tavolo, intento a leggere il
giornale e a sorseggiare il suo cappuccino.
- Buongiorno.- salutai, sedendomi al mio solito posto.
- Buongiorno tesoro. Dormito bene?- mi chiese mia madre
sorridendomi.
- Ehm… si, certo.- risposi io,
tralasciando le lunghe ore di pianto che mi avevano impedito di prendere sonno.
- Ti ho preparato la colazione.- aggiunse poi.
Posò davanti a me un piatto di uva fritte,
accompagnate da bacon e focacce fatte in casa: anche prima di trasferirmi in
America quella era il mio pasto mattutino tradizionale.
- Grazie mamma.- la ringraziai con un sorriso.
Mi voltai verso l’uomo che sedeva alla mia sinistra, notando
che non mi aveva ancora rivolto la parola.
- Papà, tutto bene?- gli domandai, addentando una delle
focaccine.
- Se questo tu lo chiami bene.- mi rispose lui,
schiaffandomi davanti la prima pagina del quotidiano
che stava leggendo.
Le stelle di “Twilight” sono tornate ad
illuminare il cielo toscano, recitava il titolo in alto, a lettere
cubitali.
Sotto vi era una foto scattata all’aeroporto di Firenze il
giorno prima.
- Ora capisci cosa intendevo dire?- continuò mio padre,
senza guardarmi in faccia.
- Non mi sembra di esserci anche io
in quella foto.- gli feci notare, sorseggiando il mio caffè, mentre lo stomaco
cominciava a chiudersi.
- Davvero pensi che i giornalisti lasceranno in pace quei
ragazzi per tutto il tempo che resteranno qui? E se tu continuerai a stare con
loro, ci finirai anche tu in prima pagina.-
- E se anche fosse? A te cosa interessa?- gli domandai senza
guardarlo in volto: ma quella era la domanda più sbagliata che potessi fare.
- Cosa mi interessa? Elettra, non ho
intenzione di vedere mia figlia schiaffata in prima pagina. Hai idea di che
fine farà la tua privacy? Sarà calpestata e ridotta a niente.- urlò mio padre,
sbattendo una mano sul tavolo.
- Daniele…- cercò di calmarlo mia madre, ma con scarsi
risultati.
- No, Laura, deve imparare. Non può fare sempre quello che
le pare.-
- Sai qual è la tua reale preoccupazione?- intervenni io,
cercando di controllare la rabbia.
- Tu non sei preoccupato per la mia di privacy, ma per la
tua. Hai paura che una volta placcata dai giornalisti io spifferi tutta la mia
vita? Non ti preoccupare, non accadrà. Ricordi cosa ho detto quando sono
partita? Che volevo chiudere con il passato, che volevo
cominciare una nuova vita. Ed è quello che ho fatto. E vuoi sapere una cosa?
Robert, i giornalisti e il mondo dello spettacolo sono l’anima di tutto questo,
quindi tranquillizzati, voi non ne fate parte. Scusa, mamma non ho più fame.- conclusi, alzandomi in piedi buttando indietro
la sedia.
- Dove credi di andare?- mi chiese mio padre, con la voce
che tremava.
- Vado ad assistere al servizio fotografico dei miei amici,
o se preferisci, a buttarmi in pasto ai paparazzi. Va meglio detta così?-
Afferrai la borsa che avevo appoggiato in salotto e senza
aggiungere altro, uscii di casa.
Esalai un lungo respiro per calmarmi, prima di dirigermi
verso la casa del mio migliore amico.
Suonai il campanello e attesi una sua risposta, mentre la
rabbia cominciava a dissiparsi un po’.
- Ele!- esclamò Gian, probabilmente stupito di vedermi lì.
- Vieni con me al servizio fotografico? Ho bisogno di
sfogarmi con qualcuno.- gli spiegai sospirando.
Aspettai qualche minuto che si preparasse, poi insieme ci
dirigemmo verso il set.
Gli raccontai quello che era successo con mio padre, senza
che lui m’interrompesse e una volta concluso rimasi in silenzio, aspettando un
suo commento.
- Ti confesso che non sono del tutto in disaccordo con tuo
padre…- iniziò lui.
- Fantastico. Ti ci metti anche tu ora.- esclamai
interrompendolo, alzando le braccia al cielo.
- Lasciami finire. Ma concordo
comunque con te sul fatto che la vita è tua e devi decidere tu cosa farne.-
- Io non sopporto che mio padre metta sempre mano nelle mie
faccende. Lo faceva quando ero piccola e lo fa anche
adesso che sono autosufficiente. Sono stufa.-
- Cerca di non farci caso, ok? Fra 4 giorni te ne torni in California e chissà quando vi
rivedrete. Lascialo nelle sue convinzioni e tu vivi la tua vita come meglio
credi. Hai 20 anni, sei abbastanza grande da decidere
cosa fare.-
- Hai ragione. Grazie, Gian.- gli dissi,
voltandomi verso di lui.
- Adesso però fai un bel sorriso. Non vorrai farti vedere da
Robert con quel muso lungo?- mi prese in giro lui, mentre facevo quello che mi
aveva chiesto.
Finalmente giungemmo nel parco dove
si sarebbe tenuto il servizio: qua e là erano sparse luci e macchine
fotografiche pronte all’uso.
A circa 20 metri da noi, vedemmo un capannello di gente e ci
rendemmo conto che Robert e gli altri dovevano trovarsi proprio lì in mezzo.
Ci avvicinammo cercando di farci spazio tra i vari assistenti,
truccatrici e costumiste: era ancora abbastanza presto, quindi non vi era
l’ombra di giornalisti o fans.
Non ancora, almeno.
Finalmente riuscimmo a vederli, mente posavano
seguendo le indicazioni del fotografo.
Vidi Kris voltarsi involontariamente verso di me e il suo
viso illuminarsi.
- Ele!- urlò, fin troppo felice di vedermi.
Mi sentii improvvisamente osservata, mentre la mia amica si
alzava dall’erba per corrermi incontro, bellissima nei
suoi jeans attillati.
- Ciao Kris, come procede il servizio?- le chiesi appena mi
ebbe raggiunta, abbracciandola.
- Alla grande. Anche se sono già stanca.- mi sussurrò
all’orecchio, facendomi ridere.
- Allora sei venuta davvero?- mi domandò una voce dietro
l’attrice.
Robert, che aveva seguito la collega, si presentò davanti a
me in tutto il suo splendore, mentre il suo bellissimo sorriso m’illuminava
come il sole che filtrava tra gli alberi.
*
* *
Appena Kris aveva urlato il suo nome, mi ero voltato
seguendo lo sguardo della mia collega, incrociando poi quello della ragazza che
mi avava rubato il cuore.
Nikki, Ash e Kris erano davvero bellissime
nei loro abiti di scena, ma nessuna di loro, ai miei occhi, riusciva ad
eguagliare la bellezza di Elettra, semplice nei suoi pantaloncini di jeans e
senza un filo di trucco.
Mi alzai seguendo Kris ed ignorando
il fotografo che tentava di ribattere, raggiungendo le mie amiche.
- Allora sei venuta davvero?- le dissi, attirando la sua
attenzione.
Mi regalò un sorriso bellissimo per poi rispondere: - Certo,
avevi qualche dubbio? Davvero pesavi che avrei perso l’occasione di vedere un
servizio fotografico e magari di prendere un po’ in giro Kellan? Neanche
morta.-
Risi anch’io per la sua ultima osservazione, mentre il
diretto interessato ci raggiungeva.
- Ehi, ciao bambolina. Oh, hai portato anche la mia anima
gemella. Che tesoro!- le disse il biondo, salutando anche Gian.
- Kell, non per allarmarti, ma
comincio ad avere qualche dubbio sul tuo orientamento sessuale.- commentò
Elettra, sollevando un sopracciglio e facendo ridere tutti.
- Vieni in camera mia e scoprirai il mio orientamento
sessuale, bambolina.- rispose lui maliziosamente alla provocazione della mora.
- Oh, oh!- intervenne Taylor, senza
smettere di ridere.
- Mi dispiace, scimmione, non faccio sesso con gli animali.-
ribattè Elettra.
- Oh, oh!- ripetè Nikki, ormai
piegata in due dalle risate.
Kellan non seppe cosa rispondere, così tenne la bocca chiusa
e si allontanò, mentre la nostra amica batteva il 5
con Kris e le altre.
- Ragazzi, non vorrei disturbarvi, ma avremmo del lavoro da
fare qui.- attirò la nostra attenzione il fotografo,
richiamandoci all’ordine.
- Ci aspettate qui? Tra poco dovremmo avere una pausa.-
dissi rivolto ad Elettra, mentre gli altri già
tornavano alle loro postazioni.
- Si, certo. Non ci muoviamo di
qui.- mi rispose lei.
Cambiammo abiti altre 3 volte,
senza mai fermarci.
Gli ultimi scatti prima della tanto
desiderata pausa dovevo farli insieme a Kristen, atteggiati proprio come Edward
e Bella.
Mi sedetti a terra, appoggiando la schiena ad un albero, mentre la mia collega si accomodava tra le mie
gambe, appoggiando le schiena al mio torace.
Facemmo alcuni scatti, poi cambiammo di nuovo posizione;
Kris si voltò verso di me, avvicinando il viso al mio.
C’erano voluti non so quanti
servizi fotografici per imparare a non scoppiare a ridere in quelle situazioni,
ma alla fine c’eravamo riusciti ed ora eravamo diventati piuttosto bravi.
Incatenai il mio sguardo a quello di Kristen, ma non potei
fare a meno di immaginare che quegli occhi appartenessero ad
un’altra persona, quella stessa che ci stava osservando a pochi metri di
distanza.
- Rob, tutto bene?- mi chiese la mia collega
improvvisamente, forse notando l’intensità con cui la stavo fissando.
- Cosa? Si, scusa.- mi ripresi io,
sbattendo le palpebre.
Mi guardò per alcuni secondi, per poi sorridere.
- Ho la sensazione che queste foto siano venute proprio
bene.- commentò, facendomi capire di aver intuito a cosa stessi pensando:
possibile che dovesse sempre essere così sensitiva?
O ero io che ero troppo prevedibile?
- Ok, ragazzi, facciamo una pausa.-
disse finalmente il fotografo, mentre aiutavo Kris ad alzarsi.
Mi diressi verso Elettra e Gianluca, intenti a chiacchierare
su chissà quale argomento.
- Oh, eccoti qui.- esclamò la prima, appena si accorse della
mia presenza.
- Allora, cosa ne dici? È stato emozionante?- le chiesi con
un filo di sarcasmo.
- Molto. Ti assicuro che mi affascina vedere queste cose.- mi rispose lei sinceramente, mentre gli occhi le
brillavano.
Sorrisi un po’ divertito dal suo entusiasmo, quando mi
voltai distrattamente verso Kris, intenta a farmi strani segni: il suo sguardo
urlava senza alcun dubbio “Datti una mossa!”.
- Ehm… Ele, ti va di fare un giro?- le chiesi, aggrottando
le sopracciglia.
- Si, certo.-
Notai uno scambio di sguardi tra lei e Gian, ma cercai di
ignorarlo: non volevo rischiare una scenata come quella avvenuta a Los Angeles.
Ci allontanammo dagli altri di qualche metro, sedendoci ai
piedi di una quercia poco più in là.
- Stanco?- mi chiese lei, notando il fatto
che avevo chiuso gli occhi, appoggiandomi al tronco.
- Un pochino. Siamo qui dalle 6.- le risposi, riaprendo gli
occhi e posandoli su di lei.
- Lo immaginavo.- commentò semplicemente, facendo poi vagare
lo sguardo per tutto il parco.
- Venivo sempre qui, quand’ero bambina.- mi spiegò, senza
che le chiedessi niente.
- Per questo non hai avuto problemi a trovarlo.- osservai
io.
- Già. Quando ero piccola, tutte le domeniche venivo qui insieme ai miei genitori. Poco più in là c’erano alcuni
recinti con gli animali, ma li hanno tolti qualche anno fa.-
- Quindi rispecchia un ricordo
importante.-
- Esatto. A dire il vero ci trascorrevo anche alcuni
pomeriggi insieme ai miei amici. I ragazzi che abbiamo
incontrato ieri sera.- specificò lei, anche se non ce n’era bisogno: avevo
capito che si riferiva a loro.
In quell’istante sentimmo il cellulare di Elettra suonare e
sorrisi riconoscendo in quella suoneria la mia canzone “Never Think”, subito
seguita dall’avviso del messaggio.
Il suo sguardo si rabbuiò, mentre osservava il display, per
poi chiudere il telefono con uno scatto, restando poi a fissarlo per un po’.
- Tutto bene?- le chiesi preoccupato.
- Cosa? Si, si, tutto ok.- rispose
lei, risvegliata dai suoi pensieri.
- No, a dire il vero non va per niente bene.- disse poi,
sospirando.
- Ti va di parlarne?- le chiesi io, cercando di non sembrare
troppo insistente.
- Il fatto è che… non so da che parte cominciare.- sussurrò
lei, con un filo di voce.
- Che ne dici dell’inizio? Chi era al telefono? Ti sei
rabbuiata quando l’hai guardato.-
- Era… Claudio.-
- Il ragazzo che abbiamo incontrato ieri sera?-
- Già. Lui è…-
S’interruppe per un momento, indecisa se continuare oppure
no.
Reclinai la testa, per spronarla a continuare, così dopo un
profondo respiro disse: - Claudio è stato il mio ragazzo.-
Il cuore mi si fermò per un secondo, mentre cercavo
d’immagazzinare la notizia.
L’idea delle mani di quel tipo, che mi era sembrato così
indisponente, sulla ragazza che era ormai diventata la mia ossessione, mi
faceva star male, ma cercai di non darlo a vedere.
- E cos’è successo? Perché vi siete
lasciati?- le chiesi, improvviasamente consapevole del fatto che ero realmente
interessato a conoscere la risposta.
- A dire il vero non c’è molto da dire. Lui… mi ha tradita… con quella che consideravo la mia migliore amica.-
mi rispose Elettra, mentre gli occhi cominciavano a diventarle lucidi.
Mi sembrava quasi la trama di un film, ma mi rendevo conto
che non ero al cinema e nemmeno sul set, ma si trattava della vita reale della
ragazza che amavo.
- Giorgia, una delle due ragazze che c’erano ieri sera.
Eravamo molto legate, ci consociamo fin da bambine ed è una di quelle che mi ha
sputato in faccia più cattiverie di tutti gli altri quando sono partita.
Quell’ipocrita…- continuò Elettra, mentre notai che la rabbia si faceva largo
tra la tristezza.
- E come l’hai scoperto?-
- Questa è la parte più divertente.- mi rispose, con una
risata ironica.
- Li ho beccati in flagrante. Un pomeriggio, avevo appena
finito l’esame di maturità. Ero andata da Claudio per festeggiare e li ho
trovati davanti alla porta di casa sua che parlavano. Niente di strano, se non
fosse per il fatto che dopo pochi secondi li ho visti
baciarsi.-
S’interruppe per un po’, probabilmente cercando di
ricacciare indietro quelle lacrime che stavano per uscire, e
io non intervenni, aspettando che fosse lei a continuare.
- Non so come si accorsero della mia presenza, forse mi
lasciai scappare un singhiozzo, fatto sta che si voltarono tutti
e due verso di me, con gli occhi spalancati e quando io scappai senza
dire niente, Claudio mi rincorse e mi raggiunse. Cercò di scusarsi e mi
confessò che la cosa andava avanti ormai da qualche mese, ma che non mi aveva
detto niente per non ferirmi. Ma quello che fece andare il mio cuore in mille
pezzi fu la risposta ad una mia domanda.-
Di nuovo silenzio, solo il rumore del
vento tra le foglie e il chiacchiericcio dei nostri amici intorno a noi.
- Gli chiesi se ci era andato a letto e lui mi rispose di si, senza guardarmi in faccia.-
Finalmente le lacrime sgorgarono dai suoi occhi
azzurrissimi, mentre lo sguardo era puntato a terra.
Avrei voluto abbracciarla, ma non sapevo se la cosa le
avrebbe fatto bene o se avrebbe solo peggiorato le cose.
- Era davvero importante per me, era stata la mia prima
storia seria, era stato il primo ragazzo con cui…- disse, senza concludere la frase.
- Lo amavo.- aggiunse poi, mentre le sue parole e le sue
lacrime contribuivano a spezzare qualcosa dentro di me.
- Tutto questo ha contribuito alla mia decisione di
trasferirmi in America, così ho lasciato tutto e tutti e ho ricominciato da capo.- concluse, sfregandosi le guance per asciugarsi le
lacrime.
- Forse Claudio in fondo ha un po’ ragione. Sono fuggita.
Come faccio sempre.-
La guardai, senza riuscire ad amarla di meno, dopo quello che mi aveva raccontato; anche io avevo avuto altre
storie, più o meno importanti, quindi chi ero io per giudicarla?
- E ora perché ti cerca?- le domandai poi con voce roca, a
causa del mio silenzio prolungato.
- Non ne ho la minima idea. Continua chiedermi scusa per
quello che mi ha fatto, ha il coraggio di dirmi che mi ama ancora.-
- Ma non mi frega più. Non
m’interessa quello che mi dice, può anche farmi una dichiarazione d’amore
davanti ad una piazza intera, non tornerò indietro. Ho cambiato vita, ne ho
iniziata una nuova a Los Angeles e lui non vi è
compreso.-
Quelle sue parole mi riscaldarono il cuore, contento che
l’averlo rivisto non avesse fatto rinascere vecchi sentimenti.
- Mi dispiace, piccola. Se non fosse stato per me, non
avresti dovuto affrontare tutto questo.- le dissi, realmente dispiaciuto: in
fondo ero stato io a riportarla lì.
- Rob, non dire cavolate. Non è colpa tua, anzi è stato
meglio così: ho potuto affrontare una paura che mi accompagnava ormai da
diversi mesi. E rendermi conto dei miei veri sentimenti.- mi rispose
sorridendomi.
Risposi al sorriso, mentre una voglia irrefrenabile di
accarezzarle una guancia, invadeva tutto il mio essere.
Per mia fortuna fui salvato da una delle truccatrici che mi
richiamava in scena per realizzare gli scatti successivi.
- Devo tornare al lavoro. Tu… resti qua? Magari più tardi
andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme.- le
proposi, alzandomi in piedi e dandole una mano a fare altrettanto.
- Certo, io e Gian ci mettiamo in
un angolino ad osservare le star all’opera e aspettando che si liberino dai
loro impegni.- mi rispose Elettra, tornando a sorridere come prima della nostra
chiacchierata.
- Ok, ci vediamo più tardi allora.- le dissi, posandole un
bacio sulla fronte.
Ci guardammo negli occhi un’ultima volta, poi mi allontanai,
sperando che quelle ore che mi separavano dalla pausa pranzo passassero alla
svelta.
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Eccomi tornataaaaaa!!
Come sono andate le vacanze di pasqua? Qualche viaggetto
interessante?
Io ma ne sono stata a casa, anche se c’era la voglia di
mare… ma con sto tempo di c***a… -.-
Però
mi sono risparmiata l’università, quindi va fin troppo bene. ^^
E soprattutto, giovedì scorso ho visto… REMEMBER
MEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!
Mio dio, ho ancora tutte le scene del film davanti agli
occhi.
Cioè, dire che Rob è stato fenomenale è dir poco. *.*
Non mi sembrava neanche lo stesso attore che interpreta
Edward Cullen, e devo dire che la cosa mi è piaciuta parecchio.
Certo, ci ha dato fin troppo dentro con Ally.. v.v xò devo ammettere ke non mi ha dato così fastidio
come pensavo.
Cioè, all’interno della storia mi sono piaciute anche quelle
parti lì.
Poi il finale… mamma mia!! Se ci ripenso mi viene ancora il magone. ç_ç
L’unico problema è stato che… al
pomeriggio avevo visto un link su Facebook che mi aveva rovinato il finale… ma
porca mucca! -.-
Xò ha avuto il suo effetto cmq.
Mamma mia che tristezzaaaaaa!!!
E ora non ci resta che aspettare Eclipse. *.*
Cris91:
Eccomi tornata. Lo so, ho aggiornato più tardi del 4 aprile, però l’ho fatto,
questo è l’importante, no? :P “Remember me” visto è
gustato. ç_ç guarda, non ho pianto xkè ero con un mio amico e mi sono
trattenuta, ma il magone stava salendo. E mi è rimasta
l’angoscia per 3 giorni. Però
è un film davvero meraviglioso. *.* grazie per la rece…^^
un bacione.
Lyla_:
Tarorooooooooooooooooooooooooooooo!!!!
Traaaanquillaaaa, sono tre cap giusti giusti, li ho
contati prima di riferirteli. Cosa credi, ci tengo
alla mia vita!! XD Coooomunqueeee… io di solito piango facilmente per i film
(l’era glaciale la so a memoria, ma tutte le volte piango come una fontana), ma
questa volta mi sono dovuta trattenere. Ero con un ragazzo, mica potevo
scoppiare in lacrime. v.v già mi sono dovuta
trattenere nel fare commenti alla vista mozzafiato di Rob. Davvero non so come
ho fatto O.O. lui è stato spettacolare. Cioè, un attore davvero fantastico. E
la fine che ha fatto… mamma mia, ke tristezza! ç_ç ti adoroooooooooooooooooo una bacione immenso.