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Autore: bibi8890    08/04/2010    1 recensioni
Inizia tutto con un sogno, il sogno di una notte come tante... ma il sole, il mare, e soprattutto quel ragazzo... sarà davvero un sogno come tutti gli altri per Lizzy? oppure era un segno del destino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My stories, my dreams'
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Erano le due di notte, i miei non erano ancora tornati… io cercavo di dormire, stretta tra le braccia di Filippo, che era già da un pezzo nel mondo dei sogni.
Erano successe troppe cose durante quella strana giornata: avevo fatto un sogno strano quella notte, avevo conosciuto Francesco che mi sembrava sempre di più un essere ultraterreno, avevo litigato con Filippo… ma alla fine c’era stato il bacio più bello della mia vita sul mare, con il ragazzo che credevo fosse la mia anima gemella.

Non potrò mai essere più felice di così! Mai più! Lui è la mia anima gemella, lui è il mio mondo ed era destino il nostro stare insieme!
Mi voltai verso di lui, lo accarezzai, lo strinsi forte a me, quasi ad evitare che non scappasse.
Ero ammaliata d’amore, di sentimenti troppo forti per essere veri o essere spiegati. Ma non me ne importava niente se gli davo più importanza di quello che realmente aveva quell’amore. Non mi importava nulla di nessuno. C’eravamo solo noi due, io e lui. Ero vicina al MIO Filippo, la persona che mi teneva per mano, la persona che mi stava vicino e diceva di amarmi, almeno allora…

 «Tesoro!!! Lizzy alzati!!!»
Mia madre appena entrata in casa aveva subito cominciato ad urlare. Io mi stropicciai gli occhi, cercai di svegliarmi, ma con tutta la buona volontà non ci riuscii del tutto. Mi voltai, cercando Filippo, ma trovai il letto accanto a me vuoto.

Ma dove è andato?
Le sue scarpe erano ancora buttate per terra, così come la sua felpa, segno che era da qualche parte in giro per casa. Decisi di cercarlo e alla fine lo trovai in cucina, intento a parlare con mia madre in modo cordiale ed amichevole, mentre una tavola imbandita di ogni ben di Dio aspettava solo me.
«Buongiorno tesoro!» mi disse mia mamma con un sorriso, anche se si capiva lontano un miglio che era stanchissima.
«Buongiorno! Papà?»
«Sta dormendo da tua nonna. Io sono solo passata a portare questi cornetti per voi due e lo raggiungo. Filippo puoi venire a mangiare con noi da lei se vuoi! Sei sempre il ben venuto e lei ti adora!» gli chiese sorridendo.
«Avviserò i miei e ti faccio sapere. Grazie comunque per la gentilezza!»

È perfetto in tutto! Anche quando parla con mia madre!
La mamma andò a sciacquarsi un po’ il viso, mentre noi, l’uno di fronte all’altra, facevamo colazione come al solito, come un giorno qualsiasi. Ma questa volta i nostri sguardi erano più complici, io mi sentivo parte di lui come mai prima d’ora e lo sentivo mio, mio come non lo era mai stato.
Poi d’improvviso mi guardò, pensieroso.
«Che c’è?» chiesi preoccupata.
«Niente… è una cosa sciocca, ma oggi mi sta venendo in mente una frase del “Re Leone”…»
Capii subito quale fosse, ma volli sentirla da lui.
«Siamo un’unica realtà!»
Gli sorrisi, piena d’amore per quella frase che anche io, come lui, adoravo. Gli andai vicino e lo abbracciai forte, convinta che quell’amore fosse durato per sempre.
Il pranzo a casa della nonna fu divertentissimo perché lei, sempre molto attenta a tutto, capì subito che cosa stavamo nascondendo io e Filippo a mio padre, e quindi faceva un mucchio di battute che mio padre non riusciva mai a cogliere.
«Sei proprio come tuo padre! Non capisci mai niente!» gli disse dopo due ore, mentre io, la mamma e Filippo ridevamo come pazzi.
«Che cosa dovrei capire?» fece lui, confuso come non mai, mentre la mamma lo prendeva in giro insieme alla nonna e noi avevamo le lacrime agli occhi.
Bhè, diciamo che quel clima idilliaco e complice durò per circa un mese, almeno fino a quando il lato più sconosciuto di Filippo saltò fuori in tutta la sua brutalità…

 «Allora Lizzy, questa è la lista della spesa, ti prego devi fare in fretta e non ti devi scordare niente!»
«Si mamma, me lo hai ripetuto cinquanta volte! Ti prometto di fare in fretta ma non ti assicuro niente!»
Avevo smesso di studiare allora per il mio esame di maturità, quello che mi stava  portando allo sfinimento giorno dopo giorno. La scuola era appena finita, ma l’esame era alle porte e ogni giorno Filippo cercava di aiutarmi come poteva, impegnato com’era anche lui per gli esami dell’università di Architettura che frequentava da quasi tre anni ormai.
Con la testa fra le nuvole, ancora pensando all’esame, camminavo verso il supermercato, senza guardare le persone che mi circondavano. Per un pelo non avevo sbattuto contro il cartello di un bar, una signora anziana e la carrozzina di un bimbo (che svegliai, buttandomi addosso tutte le maledizioni della madre). La scampai fin troppe volte, finchè non andai a sbattere contro un ragazzo.
«Scusa! Mi dispiace veramente… non so come…»
«Lizzy!!!»
«Io…» alzai gli occhi e incrociai quelli di un ragazzo che conoscevo fin troppo bene.
«Giacomo!» lo abbracciai fortissimo, facendolo rimanere quasi senza fiato.
«Calma,calma! Non sono tornato per farmi uccidere!»

Giacomo! Il mio bellissimo, caro Giacomo!
Giacomo era il mio cugino preferito… anzi… non proprio cugino, perché era il figlio di amici stretti dei miei. Eravamo cresciuti insieme come fratelli e io lo vedevo proprio come un cugino, visto che chiamavo i suoi genitori zii. Era passata una vita da quando si era trasferito a Bologna per studiare Chimica, anni in cui mi era mancato tantissimo. Eravamo comunque rimasti in contatto, ma non era mai stata la stessa cosa.
Il rapporto che, da quando ero nata, avevo con lui, non ero riuscita a ricrearlo nemmeno con Filippo stesso.
«Come mai sei venuto e non mi hai detto nulla?!»
«Bhè, in realtà non lo avevo previsto… è solo che mi ero anticipato parecchi esami e visto che sono alla fine, mi sono concesso un po’ di tregua dopo quasi cinque anni a Bologna senza mai tornare a casa!»
«Quindi rimani!»
Ero felicissima! Mi sembrava di toccare il cielo con un dito! La mia vita procedeva alla perfezione!
«Hai da fare?» gli chiesi.
«No, facevo solo un giro in centro e sarei venuto a trovare te e gli zii! Perché?»
«Allora mi accompagni a fare la spesa e ti porto a casa! Ti devo raccontare un sacco di cose!» dissi, felice come non mai.
«D’accordo piccola!»
«Guarda che non sono più tanto piccola!»
«Questo è vero! Ma rimarrai sempre la mia piccola cuginetta Lizzy!» sorrise e io insieme a lui, complici come una volta.
Continuando a parlare, camminammo ridendo e scherzando, mentre lui aveva il braccio intorno al collo come aveva sempre fatto.
Sapevo che se mi avesse visto Filippo lo avrebbe ammazzato, anche perché gli avevo parlato di Giacomo, ma lui non lo aveva mia visto, essendo lui partito prima di essere diventati amici.
Sapevo che sarebbe stato geloso del nostro rapporto, così simbiotico e intimo, ma non me ne preoccupai più di tanto. In fondo non c’era niente di male, era come un fratello…

 «Quindi con Luana è tutto finito!»
«Già… e non dirmi che ti dispiace, perché so che non ti è mai piaciuta!»
«Non è vero!»
Lui mi guardò, sapendo benissimo quello che pensavo della sua ormai ex ragazza: era una Barbie montata di sé stessa.
«Ok, forse non saremmo mai potute diventare migliori amiche…»
Mi guardò ancora in quel modo, il cui significato era chiaro: “ammettilo che ti faceva schifo!”
«D’accordo! Non la sopportavo! Con quei capelli biondo platino, le labbra con mezzo chilo di rossetto fucsia, con i modi di Valeria Marini! Vorrei sapere come hai fatto a starci insieme per tutto questo tempo!»
Lui sorrise. «Che cosa devo dirti?! L’amore è cieco!»
Ridemmo insieme, complici come non mai. Sembrava di essere ritornati indietro nel tempo, in un mondo parallelo dove lui non se n’era mai andato. Quando stavo con lui, non sentivo nient’altro che la sua voce, diventando euforica al sentire le sue storie sui suoi amici.
«Lizzy?»
«Che c’è?»
«Ti squilla il telefono!»

Oddio non me ne sono accorta! Sarà sicuramente Filippo, arrabbiato come una bestia!
E infatti era lui.
«Pronto? Ciao scusa, ma non lo avevo sentito… sono al supermercato e c’è un sacco di gente…»
«Lizzy, senti mi prendo la lista, così puoi parlare tranquilla e facciamo presto!»
Guardai Giacomo come se fosse un angelo sceso in terra, mentre Filippo era furioso.
«Chi era?» mi domandò.
«Giacomo!» risposi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«E chi è Giacomo?!» nella sua voce c’era qualcosa di diverso. Ora non era solo preoccupato, adesso era geloso.
«E’ mio cugino, quello che sta a Bologna a studiare!»«Ah!» mi sembrò di sentirlo tirare un sospiro di sollievo 
«E come mai è tornato qui?»
«Perché aveva tempo libero e non veniva qui da tanto! Ma perché mi fai tutte queste domande?»
«Niente, niente! Usciamo stasera?»
«Non credo amore, ho promesso a Giacomo di passare un po’ di tempo con lui… non lo vedo da un sacco di tempo… »
«Ok…» la sua voce era un po’ delusa, quasi come se non si sentisse più al centro del mio mondo.
«Dai amore non fare così! Facciamo una cosa, chiedo a Giacomo se puoi venire anche tu, così te lo presento! Sono sicura che ti piacerà!»
«Se GIACOMO dice che è ok…» fece lui sarcastico, ma io non lo sentii.
«Allora d’accordo! Stasera alle otto a casa mia, amore!»

scusate l'attesa... non è stata colpa mia ma del computer e soprattutto dell'università che non mi da tregua... spero di avervi lasciato con un po' di curiosità! 

a presto kisses

Bibi:)

comunque ho pubblicato un'altra storia... provate a leggere... aspetto commenti!:)

  
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