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Autore: Amy Dickinson    09/04/2010    2 recensioni
Ciao a tutti,
questa è la prima volta che scrivo una storia su Twilight e non ho la più pallida idea di cosa ne verrà fuori, comunque... spero che vi piaccia!
Non c'è moltissimo da dire, la fanfiction è ambientata in Inghilterra, nella città di Manchester e la protagonista è il mio personaggio femminile preferito sia nei film che nei libri della Meyer: Alice. La nostra piccola Cullen è una ragazza inglese di appena 20 anni, è una studentessa universitaria che vive insieme all'amica Bella, conducendo una vita normale, tranquilla e forse anche un po' monotona. C'è effettivamente qualcosa che manca nella sua vita, lei finge che la cosa non le pesi e che tutto sia regolare ma in effetti... - può andare come anticipo?
Leggete! :) Magari se vi è piaciuta lasciatemi qualche recensione... d'accordo, vale anche se non vi piace! Fatemi sapere comunque e per favore non siate troppo severi con me, un abbraccio.
Amy
P.S. Mi scuso sin da ora per eventuali errori di svariato genere, appena possibile correggerò le sviste e posterò la conclusione. Spero che possiate comunque godervi il contenuto. Grazie dell'attenzione ^^
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'Living in Manchester - Saga'
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 Living in Manchester


 

Vita nuova 


“Accidenti, sono in ritardo!” esclamò dando un’occhiata al suo orologio da polso. Abbottonato il cappotto di panno nero e presa in mano la borsa, aprì la porta di casa per uscire.
 

“Ehi, aspetta! Dimenticavi questo” l’amica le corse incontro con in mano un basco nero, anch’esso di panno, e glielo calcò sulla testa. “Mettitelo, fa molto freddo stamattina!” 

“Sì. Grazie, Bella”

“Corri adesso o farai tardi!”

“Okay, buona giornata allora”

“Anche a te, Alice”

Con un rapido cenno della mano le due ragazze si salutarono, una prese a correre giù per le scalette, l’altra rientrò in casa.

Alice Cullen, vent’anni, piccola ma slanciata. Due grandi occhi castani e un disordinato caschetto color cioccolato sotto il cappellino. Un carattere tutto particolare, l’aria sbarazzina e la testa fra le nuvole. Una specie di cucciolo.

Nativa di Londra, aveva preferito trasferirsi in un’altra città, dove poteva frequentare l’università e vivere assieme alla sua migliore amica, Bella Swan, ventitré anni, anche lei studentessa.

Tre anni prima era stata in visita nella città di Manchester assieme ai suoi genitori, l’oggetto del viaggio era stato far visita ai suoi fratelli maggiori che ormai vivevano lì. Emmett, il primogenito ventiseienne, era impiegato in un’importante azienda locale mentre Edward, ventitreenne, studiava presso la facoltà di Medicina e per mantenersi lavorava part-time in un piccolo supermercato in periferia. 

Durante quell’occasione Alice aveva fatto la conoscenza di Bella che era stata presentata ufficialmente come amica di Edward, ma era palese che i due stessero insieme. 

Le due ragazze avevano legato subito e Alice, andandola a trovare sempre più spesso, si era decisa a trasferirsi lì da Londra, non solo perché voleva trascorrere più tempo con Bella e i suoi fratelli, ma anche perché quella città le piaceva, era stanca di vivere in un luogo caotico e in costante fermento, aveva bisogno di tranquillità; e poi non ce la faceva più a dipendere dai suoi genitori, voleva dimostrare loro che non era da meno dei suoi fratelli e che anche lei poteva farcela da sola. Così, finite le superiori, si era trasferita a Manchester, precisamente a casa di Bella, che aveva un appartamentino indipendente a due piani, non molto grande ma confortevole per due persone. Si era trasferita lì verso metà estate, subito dopo gli esami e si era messa a studiare per i test d’ammissione. Ormai da qualche mese frequentava la facoltà di Storia dell’Arte, spinta dal suo interesse per le arti figurative e soprattutto dalla sua bravura nel disegno e nella pittura, scegliendo Manchester anziché Liverpool, sebbene più rinomata, perché altrimenti si sarebbe ritrovata completamente sola. 

Per non essere un peso aiutava nelle faccende di casa e, grazie al lavoretto in un pub, pagava la sua parte di bollette – avrebbe desiderato pagare anche l’affitto ma Bella glielo aveva impedito perché altrimenti sarebbe rimasta al verde, infondo non la pagavano così tanto. Anche Bella frequentava la medesima università studiando, però, Drammaturgia e lavorava presso il  negozio di animali di una sua zia. 

Alice correva a perdifiato, con un pizzico di fortuna sarebbe riuscita a prendere l’autobus che l’avrebbe portata in Oxford Road, da dove sarebbe stato facile raggiungere l’università, situata vicino ai Mandela Buildings. L’autobus quella mattina era pieno zeppo di turisti e le toccò stare in piedi per tutto il viaggio. 

Una mezz’oretta dopo saltò giù dal mezzo pubblico e muovendo pochi passi sul marciapiede entrò da Philip’s, dove ordinò un succo d’arancia in lattina ed un toast che avrebbe mangiato strada facendo. Diede un morso al quadratino di pane tostato e guardò l’orologio da polso.

‘Sono in orario’ pensò, riassestandosi la borsa sulla spalla e stringendosi nel cappotto.

Faceva un gran freddo, era ottobre e Alice non poteva credere che il clima fosse già così rigido, non pensava che Manchester fosse così fredda già in autunno.  

Dopo poco meno di cinque minuti si ritrovò presso un edificio la cui facciata era composta da un muro di mattoncini, la cui insegna recava scritto: Manchester Metropolitan University. Varcò la soglia e diede un’occhiata all’orario che aveva appuntato su un foglietto. Mentre lo studiava una mano le batté su una spalla e quando si voltò, una ragazza dai folti capelli biondi le stava davanti.

“Buongiorno!” 

“Buongiorno a te, Pat. Dov’è Julia?”

“Laggiù, oggi l’ha accompagnata Davies” rispose indicando una coppietta che indugiava fuori dall’entrata.

Patience Gallagher e Julia O’Sullivan erano compagne di corso di Alice e sue amiche. Coetanee, Pat era bionda e aveva i boccoli, Julia era rossa e riccia. Pat non era stata molto fortunata in amore, di solito i ragazzi volevano solo divertirsi con lei, Julia invece, stava insieme al suo ragazzo sin dai tempi del liceo.

“Eccola che arriva” osservò Pat mentre la rossa si avvicinava nella loro direzione.

“Buongiorno”

“Ciao, Julia”

“Un giorno o l’altro finirai per sposarlo!” la stuzzicò Pat.

“Sbaglio o questi non sono fatti tuoi?”

“Ah ah ah, già vi vedo…” e così dicendo simulò la marcia nuziale con una cantilena.

“Ripeto, non sono cose che ti riguardano, Patience…”

A quelle parole Pat s’innervosì, odiava il suo nome pronunciato per intero e, a dispetto di ciò, era una ragazza tutt’altro che calma e paziente, così aprì bocca per ribattere ma Alice si mise in mezzo alle due e le riprese.

“Smettetela adesso, abbiamo lezione, lo avete dimenticato? Su, al secondo piano”

Le spinse su per la rampa di scale e in pochi minuti si ritrovarono sedute in aula. Il docente iniziò la sua spiegazione ma le tre studentesse parlavano per conto loro.

“Ehi, Alice!” bisbigliò Pat, dandole una gomitata nelle costole.

“Che c’è? Sto cercando di seguire…”

“Oh, andiamo, che te ne importa?”

“Forse le spiegazioni del professor Webster sono necessarie per il prossimo esame” rispose sarcastica.

“Ma dici davvero?”

“Certo, Alice non è mica svogliata come te” la rimproverò Julia.

“Su, per una volta lascia perdere gli appunti e guarda là!” e così dicendo indicò un ragazzo seduto dall’altra parte dell’aula. “Sai, si chiama Mike Newton, non è uno schianto?”

“Sinceramente non mi interessa”

“Cosa? Ma non lo stai guardando nemmeno!”

“Te l’ho detto, non lo guardo perché non mi interessa”

“Ma hai i prosciutti davanti agli occhi? O gli ormoni congelati?!”

“Pat, ascolta, l’unico motivo per cui passo qui parte delle mie giornate non è per guardare i ragazzi carini ma semplicemente per studiare” 

“Okay, ma non c’è niente di male a unire l’utile al dilettevole…”

“Ma non hai ancora capito che a Alice importa solo laurearsi al più presto? Dovresti prendere esempio da lei visto che sei indietro, invece pensi solo a distrarti” le fece notare Julia.

“Per te è facile parlare, ce l’hai già il ragazzo!” sbottò. 

“Miss Gallagher, c’è qualche problema?” la richiamò il professore.

“Come? Oh, no, nessun problema”

“Se la lezione non le interessa non è tenuta a seguire ma cerchi almeno di non disturbare col brusio della sua voce, mi creda è molto fastidioso”

“Mi scusi, non si ripeterà”

“Bene. Dunque, come stavo dicendo, la pittura rinascimentale italiana…”

“Oh, accidenti!” mormorò Pat.

“Ah ah ah, ‘molto fastidioso’, che spasso!” sghignazzò Julia, imitando il docente sottovoce.

“Non è divertente!”

“Sì che lo è! Non è vero, Alice?”

“Sì lo è, adesso però mi fate seguire in pace?”

“Ma che noia!” dissero all’unisono le due ragazze.

Alice Cullen era sbarazzina e fantasiosa ma anche una ragazza matura e responsabile, dedita allo studio e al lavoro, eppure qualcosa mancava nella sua vita, qualcosa di molto importante: l’amore. 

A seguito di un rifiuto ai tempi del liceo si era ripromessa che non si sarebbe mai più innamorata, ma di certo non era qualcosa che si potesse stabilire prima, non sapeva sapere in anticipo che il destino aveva in serbo qualcosa di diverso per lei...


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L’angolo di Amy

Ciao gente,

sono nuova circa le storie su Twilight... Comunque che ve ne pare come inizio? Come vedete ci sono anche dei nuovi personaggi e, come potrete credo intuire da voi, la storia non tratta l'argomento "vampiri", i personaggi sono tutti dei comuni esseri umani, spero la cosa non dispiaccia.
Spero che leggerete e mi lascerete vostre recensioni, lo gradirei molto. 

Grazie dell’attenzione, a presto.
Amy 


  
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