In quella foresta, aveva vissuto momenti di gioia, di amarezza…di passione
Mattine. Pomeriggi. Notti. Tante notti di passione.
Adesso che ci pensava era assurdo. Era assurdo torturarsi in quella maniera.
Da lì a tre settimane sarebbe diventata la signora Hyuuga. Eppure, era inevitabile per lei.
Subito.
Pensò quando vide il ragazzo davanti a se.
Capì. Capì tutto.
Non era stupido.
Capì che i bei tempi di pura incoscienza erano finiti. Glielo dicevano i suoi occhi. Perche gli occhi di lei erano lo specchio dei suoi sentimenti. Un libro che lui amava leggere. Dopotutto, i suoi sguardi mostravano quelle sensazioni, quei sentimenti che lui si negava di provare.
Ma chi voleva ingannare? Lui, quegli attimi insieme a lei, gli viveva minuto per minuto.
Ed era un peccato. Era ingiusto. Non avere l’unica donna che amava.
-Quando?- chiese, rompendo il ghiaccio e andando subito al sodo.
Il nero incontrò il verde.
-Presto.
Fissò ogni singola parte del corpo della ragazza. Per l’ultima volta. La figura dell’unica
donna che desiderava, anche se non l’aveva mai confessato.
Sakura chiuse gli occhi.
Era finita.
Strano però non si erano mai detti un “ti amo”. Mai.
Quella ridicola attrazione che provavano, quella maledizione, li aveva spinti a fare cose insensate. Una. Due. Dieci. Venti. Infinite volte.
Si fissarono per un po’. Sguardi che dicevano tutti quei “ti amo” mai pronunciati. Un gioco cui unico obbiettivo era quello di alleviare il dolore nel cuore di entrambi.
Ed era assurdo.
Si sentì viva, si sentì amata, non lo disse mai, tanto ormai erano troppo distanti. Una distanza che mai sarebbe svanita.
Ma questo non lo disse mai, e mai l’avrebbe fatto.
ANGOLO MAFIPSYAllora..questo è il frutto della mia noiosa ora di biologia....lascio a voi il compito di oppinare...