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Autore: Kary91    11/04/2010    10 recensioni
Due sorelle. Due Principi. Due epoche ben lontane tra loro,ma collegate da un unico filo,o meglio tre:amicizia,amore e musica. Un viaggio ai confini della realtà e dell'immaginazione. Una corsa contro il tempo per riuscire a salvare il cuore del Re del Pop e l'innocenza dei suoi tre piccoli Principi. Perchè in fondo si sa: Il paradiso può aspettare.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blanket Jackson, Janet Jackson, Michael Jackson, Paris Jackson, Prince Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heaven Can Wait'
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7.2

Family Dinner

“Siamo tornate!” Il volto allegro di Paris si oscurò improvvisamente quando incontrò l’espressione rabbiosa del nonno che,berretto in testa,si stava preparando ad uscire.
Joe e nipote si squadrarono immobili ed in silenzio, finché il vecchio non si decise ad afferrare la giacca e ad uscire.
 
“C’è una cosa che ti devo dire Vale…” Paris le fece strada verso il soggiorno e le fece segno di sedersi.
“è una cosa di cui mi devo preoccupare?” domandò Vale con espressione metà per metà scherzosa e per metà ansiosa.
L’espressione di Paris si addolcì.
“No per niente è una cosa magnifica. Però avrò bisogno di parecchio aiuto per realizzarla.”
Vale aggrottò le sopracciglia incuriosita e si mise a sedere.
“Sentiamo…”
Paris sospirò.
“Beh ormai ti sarai resa conto che come mio padre ho molto a cuore l’interesse dei bambini. Specialmente per quanto riguarda quelli abbandonati o malati. I piccoli che soffrono… L’altro giorno stavo riflettendo a proposito di quanto siamo stati fortunati io e i miei fratelli nonostante tutte le avversità che abbiamo dovuto affrontare; i Jackson non saranno una famiglia esemplare, ma sono in grado di amare e offrire molto affetto ai propri piccoli: ho sempre visto la mia famiglia come una sorta di nido per noi Jackson alle prime armi. La nonna è sempre stata un angelo con tutti noi, il nonno un vero orrore. Ma si è addolcito con il passare degli anni. Ormai sono rare le volte che perde la testa. L’idea mi è venuta guardando un paio di vecchie foto di qualche anno fa che ritraevano tutti i Jackson al completo,pronipoti compresi.”
“Quale idea?” Vale ormai era davvero incuriosita. Paris le scoccò un’occhiata penetrante. Dopodiché, frugò nella tasca del suo golfino e ne estrasse un palmare delle dimensioni di una mano.
“La Jackson Family House” mostrò a Vale l’immagine cangiante di una J d’oro sormontata da libellule e farfalle leggiadre:era un’immagine animata.
“Una casa famiglia per i bambini bisognosi di attenzioni. Sai, molte famiglie lo fanno:prendere dei bimbi in affidamento fino a quando non verranno trovati per loro dei veri genitori. Ma noi siamo così tanti che potremmo mettere su una vera e propria impresa. Prenderci cura di tanti bambini in una sola volta. Negli orfanotrofi i piccoli sono abbandonati a sé stessi… In casa nostra potrebbero sentirsi amati,coccolati. Potrebbero avvertire il tepore di una vera famiglia,fino a quando non ne troveranno una loro o non potranno ricongiungersi ai loro veri genitori.”
Vale ascoltava in silenzio,un piccolo moto di orgoglio e dolcezza che le scaldava il cuore: le parole di Paris erano così decise,così fluide da far dimenticare che fosse una semplice sedicenne orfana a pronunciarle. La voce di Paris si innalzava alta all’interno di quella cucina sovrastando il silenzio privo di emozioni, impregnando nell’aria l’immagine di una giovane donna forte e determinata le quali parole potrebbero cambiare le sorti di molte anime innocenti.
 
“La trovo un’idea bellissima Paris. Davvero penso che potrebbe fare tutta la differenza per quei poveri bambini,se ricevessero un po’ di quell’amore che circola in casa Jackson.”
 
“Lo so che la maggior parte dei miei parenti sono una manica di approfittatori senza un cuore e con in testa soltanto il denaro” pronunciò quelle parole dure senza un briciolo di risentimento:ma Vale sapeva perfettamente che aveva ragione.
 
“Però il cuore di noi tutti si stringe all’assistere ad una sofferenza di un bambino. Non so come,non so perché, ma sento di poter riuscire a fare questa cosa. Forse è papà a suggerirmelo…”
Queste ultime parole furono pronunciate con voce meno rigida,ma con molta dolcezza,quasi come se volesse accarezzare il padre con la sua voce.
“Forse anche lui vorrebbe fare lo stesso se fosse ancora qui con noi. Ed è giusto che io porti avanti un progetto in cui entrambi abbiamo creduto fortemente: Heal the World. E l’inizio da tutto è proprio nel cuore dei bambini.”
 
“Hai detto delle cose stupende.” Vale annuì con approvazione prima di sollevarsi per raggiungere l’amica.”
“Io credo in te Paris. Sono convinta che ce la farai.”
“Grazie Vale.”La ragazza si lasciò abbracciare e le sue labbra si incresparono in un sorriso carico di speranza.
“Grazie per la fiducia.”
 
“Perché vi abbracciate così?” Blanket aveva fatto ingresso in cucina proprio in quel momento: un cappellino calcato sui lucidi capelli corvini ed il solito visetto di bimbo leggermente abbronzato.
 
“Perché ci va!” Paris si lanciò verso il fratello e lo stritolò in una stretta amorevole dalla quale il bambino tentò invano di liberarsi.
“Dai lasciami Paris!” si lamentò Blanket,mentre la sorella lo lasciava andare ridacchiando.
 
“Se non vi dispiace adesso andrei a farmi una doccia!” annunciò infine la ragazza stiracchiandosi.
 
“è stata una meravigliosa giornata ed un po’ di acqua fresca renderebbe il tutto ancora più rilassante!”
Canticchiando si diresse a passo di danza verso la stanza da bagno.
“A volte è proprio strana…” commentò Blanket con espressione rassegnata.
“Però mette allegria!Fa venire voglia di ballare!” esclamò Vale con un sorriso a trentadue denti.
A queste parole,il piccolo Blanket parve rabbuiarsi.
“Vale…” mormorò il ragazzino stringendogli improvvisamente la mano, lo sguardo teso.
“V-Voglio rivelarti un s-segreto.”
L’espressione turbata del bambino provocò una fitta allo stomaco di Vale.
“Puoi fidarti di me Blanket” lo rassicurò stringendo con forza la manina bruna infilata nella sua.
“Sai che lo manterrò costi quel che costi.”
Il bambino parve rassicurarsi,anche se nel suo sguardo avvertiva ancora tensione.
“Va bene” pronunciò infine guidando Vale lungo i corridoi.
“V-Vieni con me”
Con andatura nervosa, Blanket portò Vale in camera sua. Si assicurò prima che la sorella fosse completamente assorta dalla sua doccia e che Prince non fosse in casa,dopodiché chiuse la porta ed accese la televisione.
 
“Q-Quello che vedrai adesso è una cosa che riesco a fare fin da quando ero molto piccolo.” Mormorò mentre trafficava con telecomandi e DVD. Vale prese posto sul letto del ragazzino.
 
“P-Prince e Paris mel’hanno visto fare,ma ormai se lo sono dimenticato. Anche p-papà mel’ha visto fare e mi ha insegnato alcune cose. Questo…” e così dicendo mostrò un CD che aveva in copertina diversi entertainer del mondo dello spettacolo.
“Me lo ha comprato papà q-quando avevo quattro anni. Ormai lo so a memoria, m-ma è solo per farti un esempio. Ora a sta a vedere.”
Inserì il DVD nel lettore e premette PLAY.
Pochi minuti e la musica riempì l’aria avvolgendo completamente le orecchie di Vale,rendendola insensibile a nessun altro rumore se non a quella melodia originale e sbarazzina.
 
Sullo schermo comparve l’immagine di un ragazzotto col ciuffo e il giubotto di pelle: . La musica aumentò di volume man mano che il Re si esibiva lasciando ciondolare i fianchi a ritmo. Ma il vero spettacolo stava avvenendo fuori dal televisore.
 
Il piccolo Blanket aveva preso a ballare a ritmo di musica imitando ogni singola mossa,ogni passo,ogni piroetta di con la fedeltà di una riproduzione digitale.
Era come se un altro Elvis in miniatura e dalla carnagione abbronzata si esibisse a pochi passi da lei,ancora vivo e vegeto ma rinvigorito ringiovanito,lo stile fresco ed innovativo di sempre ma se possibile ancora più enegico,dovuto alla determinazione di un bambino che ha il disperato bisogno di dimostrare il suo dono dal cielo.
 
Intanto le immagini alla televisioni cambiavano e così le evoluzioni di Blanket che variavano senza indecisioni da a James Brown.
 
Vale osservava incantata quel piccoletto bruno volteggiare con grazia ed eleganza,senza tuttavia eliminare quella sensazione di energia liquida che rifluiva dal suo corpo.
 
Blanket danzava e danzava destreggiandosi tra i più distinti generi musicali,passando senza difficoltà dal balletto all’hip hop. Dal  tip tap al Locking.
 
Ciò che più colpiva la ragazza era la fedeltà con cui il ragazzino imitava qualsiasi mossa lasciandosela scivolare dentro e rendendola sua.
E poi improvvisamente avvenne: Michael comparì sullo schermo giovane e ridente con il suo fedele cappellino nero calcato sui riccioli bruni: Billie Jean.
 
Trattenendo quasi il respiro, Vale osservò meravigliata la versione più giovane del Re del Pop cimentarsi in piroette e passi vertiginosi come solo un uomo era stato in grado di fare prima di allora: adesso però c’era Blanket.
 
Fu con le lacrime agli occhi che Vale osservò quel ragazzino improvvisamente diventato uomo camminare all’indietro con un’incommensurabile grazia fingendo di scivolare sulla luna: il Moonwalk di un piccolo Principe.
 
E poi così come era incominciato tutto finì:sul maxi schermo comparvero i titoli di coda e Blanket si irrigidì,rimase immobile. Lo sguardo animato da un insolito bagliore luminescente,quasi mistico: era forse quell’energia che ancora il suo piccolo corpo non aveva avuto tempo di sprigionare?
 
“Che ne dici?” domandò il ragazzino timidamente voltandosi per ritirare il DVD.
Lo sguardo di Vale vagò carico di stupore sulla piccola schiena del ragazzino non riuscendo a pronunciare alcuna parola.
 
“Quello che hai fatto…” non ebbe fiato per terminare la frase. Era semplicemente travolta dallo stupore.
 
“Blanket tutto questo non è normale. Intendo dire… Tu hai un dono. Sei speciale,proprio come il tuo papà.”
 
“Tu dici?” il piccolo volto bruno parve rischiararsi completamente eclissando le ombre di tensione che ancora vorticavano lungo il suo sguardo.
 
“Certo che lo dico e lo ripeterò all’infinito. Sei fenomenale,mi è mancato il respiro quando ti ho visto ballare Billie Jean. Ma Blanket vuoi spiegarmi,perché vuoi tenere tutto questo segreto?”
 
Il volto di Blanket tornò ad oscurarsi,mentre il ragazzino sedeva accanto a Vale: l’aura magica che l’aveva circondato mentre ballava rendendolo invulnerabile era svanita,lasciando solo un ragazzino confuso ed indeciso accoccolato su quel letto.
 
“Perché io già lo so che se il nonno lo scopre mi vorrà mettere sotto i riflettori come ha fatto con Paris. E come ha fatto con papà. Io non voglio diventare famoso e fare soldi. Io non voglio ballare per queste cose. Io voglio ballare,perché quando lo faccio mi sembra come di volare.
E quando accendo il televisore e vedo la gente danzare, mi sembra come se… Come se qualcosa dentro di me mi dicesse che è così che il mio corpo vuole stare. Mi accorgo che voglio ballare… E quando incomincio mi sembra quasi che tutto il resto si fermi e che ci sia solo più io. Mi sento un po’ in trappola,perché non sono più io a decidere cosa faccio,ma i miei occhi e i miei muscoli e le mie ossa.  Ma sono anche libero,perché non devo fare altro che ascoltare tutte queste piccole parti di me che mi ripetono la stessa cosa… Danza Blanket,danza. E quando mi fermo e tutto finisce…” la sua voce si incrinò ed il bambino arrossì: sembrava che gli costasse molto coraggio rivelare il suo più intimo segreto. E Vale gli fu riconoscente per ciò.
 
“..sai a volte piango. A volte mi sento triste quando devo smettere di ballare,perché torna tutto come prima. Ma la maggior parte delle volte mi sento felice. Perché so che ogni volta che ricomincerò a ballare qualcosa andrà meglio nei miei movimenti,nelle mie braccia e nelle mie gambe. Ogni volta che ripeterò un passo lo eseguirò con più precisione. Perché un ballerino impara sempre ed io devo imparare:perché desidero essere un ballerino con tutto il cuore.”

"Io non cerco di ballare meglio di qualcun altro, cerco solo di ballare meglio di me stesso"

M. Barisnhikov

 

Vale non riuscì a trattenersi e strinse fra le braccia quel piccoletto spaurito,ma determinato  meravigliata dalla sua incredibile forza di volontà.
 “Andrà tutto bene,vedrai Blanket.” Lo rassicurò accarezzando i lunghi capelli corvini.
“Diventerai un ballerino con i fiocchi. Lo sei già,basterà prendere un po’ di lezioni tecniche e diventerai il più bravo ballerino dai tempi del tuo papà.”
“Però tu mi devi aiutare Vale.” Blanket strinse con forza la mano di Vale e si morse il labbro prima di tornare a parlare.

 
“Qui vicino c’è una scuola di danza che fa corsi un po’ di tutti i generi.  C’è un corso di Hip Hop che fa proprio a caso mio. E voglio iscrivermi,so che posso imparare tanto da quelle lezioni e migliorare,migliorare ancora.”
 
“La trovo un’idea magnifica,ma Blanket lo sai che dovresti parlare con tuo nonno. O se non altro con tua zia Janet: è importante che un adulto sia a conoscenza di questa cosa.”
 
“Ma io non posso dirlo a nessuno della mia famiglia. Non mi lascerebbero mai andare in una scuola come quella!La frequentano tanti ragazzi di strada e alla zia non piacerebbe.”
 
“Ma potrebbero trovarti un insegnante privato… Sarebbe molto più semplice ed impareresti tante più cose in breve tempo con un insegnante che deve occuparsi solo di te.” Blanket scosse il capo con diffidenza.
 
“Le cose importanti si imparano per strada. È lì che è nata la danza. Quei ragazzini possono insegnarmi molte più cose che uno della Juliard. Te lo giuro!” A Vale venne quasi da ridere per quel giuramento così infantile,tuttavia non era convinta delle parole di Blanket.
 
“Ma non pensi che se ti iscrivessi in una qualsiasi scuola di danza ti riconoscerebbero subito? Lo so che è un discorso difficile ed ingiusto,ma sei pur sempre il figlio di Michael Jackson e non passeresti inosservato.”
“Invece ce la posso fare.” Negli occhi di Blanket brillava una determinazione inconsueta che rese quel volto di bimbo un po’ più maturo,un po’ più adulto.
“La gente per strada mi riconosce se sono in giro con qualcuno della famiglia,ma sono sicuro che non capiranno chi sono se mi taglio i capelli e mi travesto un po’. E poi darò un nome falso.” Gli occhioni da cerbiatto di Blanket puntarono contro quelli di Vale.
“Potrei dire che sono il tuo fratellino. Che sono italiano. Ce la potrei davvero fare se tu mi dai una mano. I soldi non sono un problema,li risparmio da quando avevo nove anni. Potrò comprarmi anche l’occorrente. Ti pregò Vale portami alla scuola di danza!”
Vale scosse il capo con nervosismo senza sapere cosa rispondere: lo sguardo speranzoso di Blanket pungolava il suo cuore come un coltellino a serramanico aperto,ma non voleva cedere.
“Non lo so Blanket è pericoloso. Se ci scoprono finiremo entrambi nei guai… E se ti succede qualcosa?”
“è solo una scuola di danza Vale. Ti prego… Credici,credi in me!” lo sguardo da cervo del bambino parve dilatarsi e Vale si sentì precipitare dentro,come una naufraga incappata in un tremendo vortice marino.
“E va bene…” mormorò infine sospirando forte.
“Ma sia chiaro,se ti succede qualcosa… Qualcuno da anche solo il minimo cenno di riconoscerti,in quella scuola non ci metti più piede. Sono stata chiara?”
Ma Blanket non la stava più ascoltando. Le sue braccia esili erano allacciate al suo collo già da un pezzo e la vocina sottile snocciolava la stessa parola a ripetizione.
“Grazie grazie grazie grazie…” Blanket non riusciva a smettere di ripetere quella parola stringendo con vigore Vale che rischiò più volte di commuoversi.
“Non è nulla” La ragazza abbracciò forte il bambino ed attese che il fiotto di gratitudine si estinguesse accarezzandogli la schiena con dolcezza per farlo calmare.
 
“Grazie..” mormorò un ultima volta Blanket affondando il capo sulla spalla di Vale e rimanendo immobile,esausto forse,ma sereno come non lo era da tempo.
 
Vale lo cullò con tenerezza ascoltando il suo respiro farsi sempre più lento e regolare.
“Michael sarebbe davvero orgoglioso di te.” Bisbigliò  ondeggiando a destra e a sinistra,accarezzando ritmicamente il capo di Blanket.
“Sono sicura che sta sorridendo da lassù.”
   
 ***
“Eccoti qui!” Janet trascinò Laura in macchina dove un rilassato Randy canticchiava fra sé la canzone che stavano passando alla radio: con gli occhiali da sole,la camicia semi aperta ed i riccioli che si riversavano sulla fronte bruna era la fotocopia del fratello maggiore.
“’Sera signorina!” Randy salutò Laura sorridendo divertito all’espressione tesa della ragazza.
“Oh andiamo non ti mangiamo mica eh?” la prese in giro Janet lasciandola prendere posto davanti ed arrampicandosi sui sedili posteriori.
 
Randy mise in moto e la macchina partì. La tensione la attorcigliava lo stomaco come un animaletto dispettoso,tuttavia l’arietta fresca che filtrava attraverso la sua T-Shirt le diede una vigorosa scossa.
 
Arrivarono a casa Jackson circa un’oretta dopo,quando ormai il cielo si presentava arricchito di mille sfumature dai colori caldi.
 
“Ziiiiii!” un ragazzino dalla carnagione abbronzata ed un cappellino verde calcato in testa correva nella loro direzione.
“Come sempre TJ è il primo!” scherzò Randy aprendo la portiera a Laura mentre Janet scavalcava l’auto ed atterrava sull’erbetta fresca.
 
“Zii!” una decina di bambini di tutte le età abbandonò il pallone nel cortile ed accorse in direzione dei tre nuovi arrivati.
 
TJ ovviamente fu il primo a raggiungerli e si arrampicò con agilità sulle braccia di Randy che scoppiò a ridere.
Il secondo ad arrivare fu un bambino dalla carnagione color caffè e i capelli tagliati cortissimi,quasi inesistenti.
“Laura,ti presento i miei nipoti.” Esclamò Randy mentre un altro paio di bambini erano riusciti a raggiungerli e due bambine molto somiglianti abbracciavano Janet.
 
“Questi sono Jermaine Jr. e Autumn.” Spiegò appoggiando la mano sulla testolina del bambino dalla carnagione scura ed indicando un’altra bambina che gli assomigliava molto: la bambina aveva l’aria un po’ diffidente.
“Loro sono Taryll e Taj” aggiunse indicando altri due bambini molto somiglianti: dovevano avere avuto circa 10 e 8 anni e avevano un sorriso meraviglioso.
 
“Lui invece è Siggy” spiegò Janet indicando un bambino cicciotto di forse sei anni esausto per la corsetta.
“Queste due teppistelle invece sono Brittany e . Le figlie di Marlon.” Laura osservò con attenzione le due bambine: una di loro doveva essere la mamma di Noah. E dal visetto vispo e furbetto di le fu immediatamente chiaro che probabilmente si trattava di lei.
 
“Infine quell’ometto che cerca disperatamente di raggiungerci è il nostro Marlon David Jr. Ma noi lo chiamiamo Junior.” Laura si voltò ed  un improvviso moto di tenerezza la fece scoppiare a ridere. Un bimbetto di appena due,tre anni,aveva incominciato a correre assieme a tutti gli altri bambini,ma per via delle gambette corte si trovava ancora a metà strada. Con un piccolo scatto,Taj corse verso il cuginetto e se lo mise sulle spalle.
“Zio mi hai dimenticato!” TJ incrociò le braccia furibondo,il bel visetto imbronciato.
“Uh ma che zio distratto che hai!” si lamentò Randy con un sorriso accarezzando la testolina di TJ. “Laura,questo è Tito Joe Jackson…”
“Però tutti mi chiamano TJ!” esclamò il bambino con voce seria. Laura sorrise.
“Piacere di conoscerti TJ.” Dichiarò stringendogli la manina.
“Piacere!”
 
Nel frattempo i tre ragazzi si erano avviati verso casa Jackson accerchiati dalle piccole pesti.
Un lungo tavolo era stato disposto lateralmente di fronte alla facciata del 2300 di Jackson Street.
L’intera famiglia era disposta lungo il tavolo e stava discutendo animatamente a proposito di qualcosa.
 
Anche a dieci metri di distanza riconobbe lo sguardo freddo ed impassibile di Joseph, seduto a capotavola a fianco di e Jermaine. Gli occhi azzurro elettrico di Joe volteggiarono lungo la tavolata e poi si inoltrarono lungo il giardino,sorvolando le teste dei nipoti ed andando a conficcarsi direttamente in quelli di Laura: fu una sensazione immediata. A Joe non sarebbe piaciuta.
 
“Famiglia vi presento la nuova amica di Mike: Laura.” Janet trascinò Laura al centro della tavolata e la fece sedere.
 
“Ciao Laura!è da tanto che aspettavamo di conoscerti. Michael e Janet ci hanno parlato molto di te!” era stata a parlare: sguardo ingenuo ed un sorriso carico di bontà: la donnina di casa. Assurdo come in meno di dieci anni le cose sarebbero cambiate trasformandola da “figlia modello” a “Pessima sorella”.
 
“Piacere mio.” Laura strinse la mano a tutti i membri della famiglia Jackson (compresa la piccola Brandy: un anno ed un adorabile capo riccioluto) reprimendo a stento l’istinto di fulminare Jermaine con lo sguardo. Joseph fu l’unico che si rifiutò di offrirle la mano e dissimulò il gesto fingendo di alzarsi per prendere da bere: la ragazza non se ne dispiacque minimamente.
 
Katherine invece fu molto dolce: le strinse la mano con affetto e sembrava molto sincera quando le sussurrò in un orecchio che non vedeva da tempo l’ora di conoscerla. A Laura si strinse il cuore nel pensare alle sofferenze che quella donna era stata costretta a sopportare per aver sposato un uomo come Joe.
Michael arrivò una ventina di minuti dopo con un sorriso a trentadue denti e le braccia colme di barattoli di bolle di sapone.
 
“Queste sono per i miei nipotini!” esclamò improvvisamente attorniato da una valanga di ragazzini che cercava di saltargli in braccio; Junior si aggrappò a una delle sue gambe e Michael fu costretto a trascinarlo per l’intero cortile sghignazzando divertito.
 
“Chi viene a giocare con le bolle alzi la mano!” TJ e Siggy fecero capolino a tavola cercando adesioni per il gioco.
 
“Dai andiamo a giocare. Lasciamo i “grandi” ai loro discorsi.” Esclamò con voce seria Janet afferrando Laura per un polso e trascinandola in cortile.
 
“Ciao Fatina!” Michael le corse intorno brandendo due barattoli di bolle di sapone. Il sorriso di bimbo era ancora più esteso del solito.
“Mi sei mancata oggi.”
 
“Fratello lo sdolcinato lo fai più tardi. Ora giochiamo con le bolle!” esclamò Janet con voce seria rubandogli un barattolo ed incominciando a fare bolle.
“Wooow” Marlon Junior prese ad inseguire le sfere luccicanti per il cortile tentando di afferrarle.
 
Grappoli di bolle variopinte volteggiarono sulle teste dai bambini più grandi intenti a giocare a basket e su quelle delle bambine occupate d improvvisare uno spettacolino.
 
Janet, Michael e Laura si divertirono un mondo a soffiare verso l’alto dando vita a  globi luccicanti  che prendevano quota con leggerezza,come piccole mongolfiere sotto lo sguardo ricco di meraviglia di TJ, Siggy e Junior.
 
“Dai inseguiamole!” i tre piccoli si avviarono all’inseguimento di un gruppo di bolle che avevano quasi raggiunto il suolo.
Improvvisamente Michael si sentì tirare una manica della camicia: solo in quel momento Laura si accorse di come l’amico si era vestito bene per l’occasione. Indossava una camicia bianca aperta sul collo come Randy ed un paio di Jeans neri. Gli occhioni scuri erano come al solito coperti da un paio di occhiali da sole.
“Zio perché le bolle volano e io no?” TJ porse il suo interrogativo a Michael con aria imbronciata.
 
Sotto lo sguardo perplesso di Janet e quello divertito di Laura, Michael si inginocchiò di fronte al nipote.
 
“Chi tel’ha detto che tu non puoi volare TJ?”
 
Il bimbo fece spallucce e sollevò le braccia verso l’alto.
“Nessuno. Però se cerco di volare non ci riesco.” Spiegò con voce seria e grave.
 
Michael gli sorrise.
 
“Chiudi gli occhi.” Mormorò con voce soffice. TJ eseguì.
 
Senza alcuna parola, Michael agganciò il nipotino sul suo collo e lo sollevò.
“Adesso apri le braccia,come se fossero ali. Non avere paura,ti tengo stretto.”
Senza aprire gli occhi,TJ si fece coraggio e lasciò la presa dal collo di Michael sollevando prima l’uno, poi l’altro braccio barcollando un po’.
 
“E adesso…” Michael sorrise sornione. “Voliamo!”
 
Il Re del Pop incominciò a correre per il giardino suscitando le risate degli altri nipotini che presero a rincorrerlo e lo schiamazzo di TJ che fra un  urlo e l’altro aveva incominciato ad esclamare “Sto volando, guardatemi sto volando!”.
 
Era più che un semplice gioco:era magia. Pura magia. Tutti i bambini,anche quelli più grandi avevano abbandonato il loro pallone, le loro bambole, i loro giochi. Adesso una mandria di ragazzini eccitati inseguiva lo zio Mike con le braccia spiegate,sperando di riuscire a volare.
 
Laura osservò la scena con meraviglia, ridacchiando alla vista di Junior che pur capitombolando più volte,si sforzò al massimo per mantenere il passo dei cugini divertito.
 
“Ma come fa?” domandò impressionata mentre la voce soffice di Michael accennava ad una canzone infantile e dieci bambini lo imitavano correndo come dei forsennati.
 
“Ah non chiederlo a me. Forse è davvero Peter Pan…” commentò Janet osservandolo con espressione assorta. Improvvisamente  sul suo volto comparve un’espressione furbetta.
 
“Tu non hai voglia di correre?” Laura le offrì un’occhiata disorientata,ma poi sorrise.
 
“No ho voglia di volare!” scoppiarono a ridere e si lanciarono all’inseguimento dei bambini che a loro volta inseguivano Michael. Come uno stormo di gabbiani che sorvola l’oceano. Come dei bambini sperduti.
E a capo di tutto il Principe Peter vola più veloce di tutti. Per mostrare il cammino verso l’Isola che non C’è.

 Angolo dell'autrice.

Ed ecco qui un nuovo capitolo come promesso!

Caspita, la storia procede spedita e mancano ormai solo più 4 o 5 capitoli già preparati (tranquilli. Dividendoli come li sto dividendo, ho postato più o meno la metà del materiale già pronto.)

Dati gli ultimi sfortunati avvenimenti che si sono insidiati nella mia vita maldestra,senza contare quella brutta bestia chiamata maturità, probabilmente non riuscirò a scrivere oltre fino a luglio (per ora sono al 13esimo capitolo), ma mai dire mai. Inoltre come già vi ho detto, abbiamo ancora un bel po' di capitoli davanti prima che il materiale termini. Circa una quindicina.

Intanto,preoccupiamoci dei capitoli odierni, nei quali le cose inizieranno a farsi sempre più interessanti proprio in questo periodo.

E nel prossimo (ovvero l'ultima parte di Family Dinner) preparatevi a ridere U.U

Volevo inoltre ringraziare le magnifiche èpersone che con le loro recensioni,mi offrono un incentivo per continuare a sorridere anche in un periodaccio come questo.

Grazie mille!Vi adoro <3

E ora,bando alle ciance, passiamo ai ringraziamenti singoli:

__Scream: Nuova lettriceeeeee <3 *Laura intona una canzoncina elettrizzata*. Piacere di conoscerti Ambra! Mi fa piacere che questa storia ti piaccia. 
Eh la storia del Principe e della Fatina, avrà un risvolto importante nel corso della storia. Ha a che fare con Michael e Laura?Mah chi lo sa *.*
Nel frattempo eccoti un assaggio di questa cena di famiglia. 

Il rapporto che c'è fra Prince e Vale è proprio qualcosa in stile amore/odio. Ma pian piano il Principino si sta mettendo in gioco,lasciandoci intravedere una parte particolare di sè stesso.

Grazie ancora per la recensione e spero di sentirti presto!Un bacione.

P.S. ho letto la tua Halo e mi ha davvero colpito. Tra l'altro quella canzone sarà presente anche in questa storia, perciò sono rimasta davvero basita. In senso positivo logicamente. Ancora complimenti!.

ThePirateSDaughter: Ciao cara la mia "Auroegiziana"!

Già, la nostra Paris aveva proprio bisogno di staccare la spina un attimuccio. Fortuna che Vale è riuscita a trascinarla via dal suo frenetico tram-tram per una mattinata.

In quanto alla tua teoria "Prince e la rosa di cristallo nel 2014"... Uhm perspicace. Hai avuto un'idea interessante u.u

Concordo tuttavia con la cosa dei paparazzi... A Mike purtroppo non si addice il mondo spietato in cui era capitato (fa pure rima -.-). Lui era una meravigliosa creatura dolce e ingenua *sigh*

A domenica carissima!Un bacione grande.

Michael4ever: Tesoro cel'hai fatta!!Ora sai ufficialmente inserire le storie tra i preferiti *faccina orgogliosa*. Ok, poniamo fine ai miei sproloqui senza senso.
Eh sì, la povera Paris ne aveva troppe per la testa, ma finalmente ha avuto una meritata dose di svago.
In quanto a Laura e Michael... La loro storia finirà bene come quella del Principe e della Fatina? Mah non si sa. Non ci resta altro che andare avanti a leggere ^^
Nel frattempo ti ringrazio ancora tantissimo,perchè le tue recensioni sono sempre troppo dolci!
Un abbraccio grosso grosso tesoro!

Bilu_emo: Tesooroooooo 

*Laura corre virtualmente incontro a Sara in slow motion*.

Mi sei mancata *.* Non puoi capire, uno spazio-recensioni senza gli sproloqui di Bilu-Emo è come un puzzle a cui manca il suo tassello decisivo *già già*. Quello a cui si incastrano tutti gli altri *sigh come sono potetica quest'oggi U.U*

Ma chiudiamo le mie patetiche parentesi prive di senso e torniamo a noi.
Non hai letto il Piccolo Principe? Davvero? Beh te lo consiglio,davvero. Sono convinta che ognuno dovrebbe leggerlo almeno una volta.
E non può non piacere a chi è un ammiratore della dolcissima purezza di Mike. C'è molto di lui nel piccolo Principe.

Blanket è un genio, io l'ho sempre detto *Patpatta la testolina di Blanket con gli occhi colmi di orgoglio*

Mi hai fatto rotolare quando ho letto della scena dei miei che osservano la foto di Laura assieme a Michael in un giornale del 1983.

Ed eccoti qui la prima parte delle vicissitudini di Laura catapultata al 2300 di Jackson street. Ti avverto che la prossima parte sarà delirante  al massimo,perciò ... Be prepared.

Il Gatto-Eroe è proprio un'insensibile!L'immagine di lui che ti volta le spalle fa molto "cartone giapponese". Mi auguro che dopo la tua dose di solletico si sia pentito di averti trattato con aria di sufficienza U.U

Chiudo qui con la risposta alla tua risposta altrimenti va a finire che ne esce fuori un commento più lungo del capitolo stesso.

Ti adoro troppo e troppissimo. Manda un bacetto a Lupin.
P.S. ti avevo detto che ci sarebbero stati tanti pargoletti in questa storia ed eccone qui un bel po'. Senza contare Emmanuel che avevamo incontrato nello scorso capitolo!

Un bacionissimo ancora U.U

Elviraj: Ehy tesoro!Non ti preoccupare minimamente per il ritardo, sei più che giustificata U.U
Eeeeh un giovane Michael senza maglia è un pensiero che ispira molto anche me *Laura ridacchia con aria maliziosa*
Mi fa piacere che ti sia piaciuta la storiella!E fammi sapere se in una delle tue prossime sessioni di shopping proverai a giocare  a "indovina chi l'ha messo".

Un bacione carissima! è grazie mille per le parole di supporto al mio papà. Spero anch'io che guarisca presto, ma purtroppo ci vorrà molto tempo. L'importante però è che vada sempre meglio :)


BillieJean: Billieeeeee!Sei tornata che bello!!!!
Un centro commerciale aperto solo per te deve essere la fine del mondo!Specie se sei in compagnia di un'amica.
Ed eccoti la prima parte della cena di famiglia. Spero che questo pezzo ti sia piaciuto. Ma la parte comica deve ancora arrivare...
A presto carissima!Un bacione grande!^^

Clode: Ehilà Clode!*.*
Uuh addirittura in un'altra dimensione? Adesso sono io a sentirmi con la testa tra le nuvole dopo i tuoi complimenti *.* Sei dolcissima! *coccola Clode*.
Davvero hai trovato un Peter Pan? *spalanca la bocca meravigliata* Awww ma che cosa dolcissima! Mi auguro che tu e il tuo Peter trascorriate un periodo dolcissimo nella vostra  "Isola che non c'è!"

Aspetto un tuo prossimo commento eh?

Un bacione grande "Trilly" ^^

DirtyMarty: Tesoro!Mi ero preoccupata, eri scomparsa!Ma non ti preoccupare assolutamente per non aver recensito un capitolo, capita a tutti u.u
Anche per me con Il Piccolo Principe è la stessa storia. è il mio libro preferito (assieme agli Harry Potter) e lo rileggo in continuazione. è pieno di sottolineature ed è anche per questo che ho sentito l'esigenza di riportare così tante frasi dentro alla storia xD
Uhm "il gabbiano Jonathan Livingston" l'ho già sentito,ma non l'ho mai letto. Inutile dire che andrò a darci un'occhiata se dici che ti piace così tanto!
Invece per me, un'altro libro che mi ha davvero colpito è stato l'Alchimista di Paolo Coelho. Davvero bello.

Grazie ancora MArty!Un bacione grosso grosso!


Allora gente mia bella!Appuntamento al prossimo sabato (come avevo promesso) con un nuovo capitolo.

Vi voglio bene!^^

La Fatina

 

   
 
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