Capitolo
1
Compleanno
(Pov di
Bella)
“Alice, non se parla” dissi alterata.
“Dai Bella, sii ragionevole” rispose Alice.
“Ti ho già detto che in questa casa si
festeggerà un solo compleanno!” risposi
decisa.
“Vedremo”.
Quella volta Alice non avrebbe vinto, si sarebbe festeggiato un solo
compleanno, quello della mia adorata figlia Renesmee. Stava crescendo a
un
ritmo vertiginoso e fortunatamente sapevo che, al compimento del
settimo anno,
la sua crescita si sarebbe arrestata, lasciandola
un’adolescente per l’eternità.
Io avevo smesso di invecchiare lo scorso anno quando, dando alla luce
Renesmee,
il mio Edward aveva dovuto trasformarmi in un vampiro per permettermi
di
sopravvivere.
Per questo non volevo una festa per il mio compleanno, quella volta
Alice non
avrebbe vinto.
La mia nuova vita come vampira stava procedendo proprio bene e,
poiché il
sangue umano non mi bruciava
la
gola, ero riuscita a non uccidere nessun essere umano. Mi nutrivo solo
di
sangue animale e per questo i miei occhi ormai avevano perso qualsiasi
traccia
di rosso rubino. Al suo posto c'era
una deliziosa sfumatura color giallo topazio.
“Tesoro, dove li metto questi altri?” mi chiese una
voce melodiosa che poteva
appartenere solo a Edward.
“Ancora regali... non saranno troppi per il suo
compleanno?” risposi girandomi
mentre teneva tra le braccia una serie di pacchi regalo che gli
coprivano
persino il volto.
“E dai Bella, Nessie è speciale e merita sempre il
massimo” disse Rosalie
mentre finiva di impacchettare altri regali. Di sicuro non si poteva
dire che
Rose non avesse preso sul serio il ruolo di zia, era molto affezionata
alla
piccola, e avrebbe fatto di tutto per lei.
“Così la vizierete troppo e potrebbe montarsi la
testa” risposi cercando di
illustrare il mio punto di vista.
“Ti devi dare per vinta Bella, noi amiamo fare regali a
Nessie... è così
adorabile!” s’intromise Alice che stava finendo di
sistemare gli addobbi in
casa.
“Bella, non ti preoccupare, Nessie è una bambina
intelligente e buona, non si
monterà la testa” intervenne Esme, la mia adorata
suocera, mentre sistemava i
fiori.
“Amore, non ti preoccupare, ha ragione Esme” continuò Edward
sorridendomi dopo aver appoggiato i pacchi. Non
riuscivo ancora a capacitarmi di come il suo sorriso, unito
al suo sguardo, riuscisse ancora a sconvolgermi.
“Va bene, ma non potremmo dargliene qualcuno tra qualche
giorno?” chiesi
speranzosa, ma il cenno
di diniego con la testa di Alice e Rosalie insieme
mi avrebbe fatto ridere se non fossi stata così arrabbiata
con loro.
“Solo perché a te non piace ricevere regali non
significa che lei non ne possa
avere tanti” esordì Alice con il suo
viso da elfo
malefico tirando fuori la lingua, e
non
potei fare a meno di sorridere mestamente, sconfitta. Mia
sorella era
incorreggibile quando si trattava di organizzare feste e non
c’era modo di
fermarla.
Edward si avvicinò e mi abbracciò, sussurandomi
teneramente all’orecchio: “Dai,
è solo per quest’anno... vedrai che il prossimo
riusciremo a patteggiare un
numero inferiore di regali".
“Non credo” disse Rosalie.
“Rose, per favore” rispose spazientito Edward.
“Edward, potresti vedere se Jasper ed Emmett hanno
finito?” chiese Esme.
“D’accordo” annuì
dandomi un
bacio sui capelli e dopodiché
lo vidi
dirigersi in direzione del giardino. I miei due nuovi
fratelli avevano
organizzato una serie di “attività
ricreative” ideate
più per il loro divertimento che per quello di Renesmee. A
volte mi sembrava che la più matura tra di noi fosse lei.
“Ce la farà Carlisle a tornare in
tempo?” chiesi a Esme.
“Certo... Il suo turno finisce alle tre, quindi
farà più che in tempo a
tornare, non ti preoccupare Bella.”
Infatti, il compleanno sarebbe iniziato alle quattro poiché
la mia bambina era
a La Push a festeggiare con Jacob, il mio amico licantropo, che da
quando aveva
avuto l’imprinting con lei era diventata tutta la sua vita e
non passava giorno
che non si vedessero. Per quel motivo Renesmee era lì e
anche perché era dal
mese di agosto che Jacob insisteva per far festeggiare a Renesmee il
compleanno
anche nella riserva. Dopo molti tentativi di persuadere me e Edward,
acconsentimmo solo quando fu lei a
chiedere di poter festeggiare
lì la prima parte del compleanno.
Poi Jacob, Seth e mio padre ci avrebbero raggiunto con lei per
continuare i
festeggiamenti con noi.
Charlie, mio padre, sembrava essersi ormai abituato a tutta questa
faccenda del
soprannaturale, e Sue, la madre di Seth, gli dava una grossa mano in
questo
dato che era l’unico licantropo del branco di Jacob ad aver
instaurato un
rapporto d’amicizia con noi Cullen.
Stavo andando da Alice per aiutarla, quando mi accorsi che stava avendo
una
visione. Tornò in sé
quasi
subito e mi avvicinai a lei: "Cosa hai visto Alice?”
Lei mi rispose fissando il vuoto
come se
volesse ricordare più dettagli di
quella visione. “Un
vampiro vestito di scuro, con capelli castani e occhi neri, si sta
dirigendo
qui... ma la visione è sfumata subito”.
“Che cosa vuole?” chiese Rosalie.
“L’unica cosa che ho percepito erano
l’urgenza e la rabbia”.
“Non puoi dirci di più?” cominciavo a
preoccuparmi come tutti intorno a me.
“Non ci riesco... l’ho perso”. Alice si
strofinò le tempie, cercando un pò di sollievo.
“Come sarebbe a dire
"l’hai
perso"?"
“Può darsi che sia entrato nel territorio dei
Quileute e il suo destino si sia
incrociato a quello dei licantropi”.
“No! Lì c’è
Renesmee!”. A quel punto
ero del tutto paralizzata dal terrore.
“Bella, chiama Jacob a casa di suo padre". La voce di Alice
era piena
d’inquietudine.
Presi
il cellulare e mentre
componevo il numero in gran fretta, dovevo mantenere la calma o lo
avrei
sbriciolato. Squillava ma nessuno rispondeva.
“Che facciamo Alice?” l'ansia
mi stava
assalendo sapendo che Renesmee poteva essere in pericolo, e credo di aver urlato
l’ultima frase
perche Edward stava tornando
di
corsa in casa; sicuramente stava leggendo il pensiero di Alice
perché disse
soltanto: “Andiamo... Voglio sincerarmi che Nessie stia
bene.”